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La Rivoluzione Industriale: La Transformazione Radicale dell'Economia e della Società, Sintesi del corso di Storia

Una panoramica della rivoluzione industriale, una rivoluzione economico-sociale che ha avuto inizio in inghilterra durante il periodo del 'decollo' e continua a influenzare la società globale. L'aspetto politico con l'ingresso della borghesia in politica e la privatizzazione delle terre, l'aspetto economico con l'accumulazione originaria e l'introduzione del telaio meccanico, e la nascita della 'questione sociale' e il socialismo scientifico.

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

Caricato il 14/10/2022

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Scarica La Rivoluzione Industriale: La Transformazione Radicale dell'Economia e della Società e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! La rivoluzione Industriale Finora abbiamo analizzato e studiato solo rivoluzioni politiche,delle quali possiamo individuare un inizio ed una fine ben precisi, nonostante i vari dibattiti su quali possano appunto essere queste date. Ma le rivoluzioni sono tutte dei cambiamenti radicali, dai quali non si può più tornare indietro, i cambiamenti che le rivoluzioni comportano diventano strutturali. A differenza delle rivoluzioni politiche, però, essendo la rivoluzione industriale una rivoluzione economico-sociale non ha una vera e propria precisa data d’inizio e soprattutto non ha una fine, infatti la società globale è frutto di questa rivoluzione che è, in forme diverse, ancora in corso tutt’ora. Sappiamo però che la prima rivoluzione industriale nasce in Inghilterra durante il cosiddetto periodo del “Decollo”, una serie di cambiamenti consolidati nella seconda metà del ‘700 ma che trovano origine già nei secoli passati. Innanzitutto un aspetto importante è l’ingresso della Borghesia in politica: nel 1682, con la gloriosa rivoluzione, l’Inghilterra divenne una MONARCHIA COSTITUZIONALE, nonché il primo STATO LIBERALE. Questo è l’aspetto politico, ma ovviamente bisogna analizzare le cause economiche, che possono essere datate anche ad Enrico VIII. IL DOMINIO SUI MARI: Dopo la Rivoluzione Anglicana, Enrico VIII decise di vendere le proprietà della Chiesa, arricchendo i borghesi emergenti la cui ascesa sarà poi consolidata da Elisabetta I, nota anche per aver finanziato i corsari: Grazie alla borghesia emergente e ai corsari, l’Inghilterra può permettersi di produrre e di commerciare i propri beni anche nel nuovo continente, ottenendo così il primato economico del commercio marittimo. Un altro aspetto economico è la RIVOLUZIONE AGRICOLA. Nell’inghilterra pre-elisabettiana esisteva uno spazio aperto nelle campagne destinato ad uso comune, usato principalmente per il pascolo o dai piccoli contadini per produrre qualcosa in più. Enrico VIII ed Elisabetta però permisero la privatizzazione di queste aree. La privatizzazione serviva proprio per incrementare la produzione, era quindi un investimento. Alla privatizzazione dell’agricoltura si introduce la meccanizzazione: quando le macchine prendono il posto dei contadini, si crea un SURPLUS di MANODOPERA. I contadini abbandonano quindi le campagne. Karl Marx definisce questo “Take off” un'ACCUMULAZIONE ORIGINARIA, senza la quale sarebbe impossibile la rivoluzione industriale. Questo Surplus di manodopera e il surplus di capitale vanno investiti in altri ambiti produttivi, come il settore tessile. Infatti l’Inghilterra conosceva già il primato dell’allevamento delle pecore e del commercio della lana, ma esisteva un tipo di industria completamente diversa: l’industria a domicilio. Il mercante, muovendosi con il carro, comprava la materia prima e portava questa lana nelle case contadine dove le donne producevano il panno di lana con il telaio a mano. Il mercante poi riprendeva questo panno e lo rivendeva. Furono i produttori stessi, gli artigiani stessi ad investire sulla meccanizzazione del settore tessile. Infatti si cerca di ridurre i costi di produzione e aumentare la produzione stessa. Questa è la teoria liberista di Adam Smith che scrisse: “La ricchezza delle nazioni”, in cui affermava che la ricchezza di un paese dipendesse dai privati e che il mercato dovesse regolarsi da sé, senza un intervento dello stato (Laissez faire Laissez Passer). Nei paesi che entrano dopo nella rivoluzione industriale lo stato non può però rimanere a guardare, quindi l’Inghilterra rimane l’unica a seguire il liberismo puro di Smith. Nell’industria tessile viene quindi introdotto il telaio meccanico che necessita di una fonte di energia. Prima si trattava di energia idrica, ma Watt inventa poi la macchina a vapore che funziona con il carbone. L’inghilterra era ricche di miniere di carbone e di canali fluviali facilmente navigabili. A questo punto però occorreva spostare tutte le macchine in un posto che potesse fornire energia a tutte: nasce l’industria, dove lavorano quei contadini che avevano perso il lavoro nelle campagne. I contadini diventano classe operaia, la cui peculiarità sta nella consapevolezza della miseria delle proprie condizioni misere. Nasce quindi la “Questione Sociale” Questione Sociale Come accennato prima, la classe operaia è consapevole del proprio sfruttamento. Infatti uomini, donne e bambini fanno tutti parte di questa classe e la famiglia nucleare crolla quando le donne e i bambini vengono sfruttati più degli uomini. Gli operai vivono in condizioni di miseria, con giornate lavorative che durano circa 16 ore, il loro salario gli permette solo la propria sopravvivenza e quella della propria famiglia, per questo si chiamano PROLETARI: non posseggono nulla oltre che la propria prole. In queste condizioni sono molte diffuse le devianze giovanili, la prostituzione, l’alcolismo, ecc. E proprio grazie a questi la classe operaia sviluppa una consapevolezza sociale. Gli operai allora organizzarono delle proteste violente all’interno delle fabbriche, distruggendo le macchine che erano incolpate del cambiamento della propria condizione. Questo è il caso del Luddismo, guidato da Ned Ludd, che in realtà non migliorò la condizione degli operai, lasciando aperta la questione sociale. Gli studiosi che cercavano di porre rimedio a questo problema erano i SOCIALISTI Il socialismo Erano molti gli studiosi che si erano posti l'obiettivo di risolvere la questione sociale. Karl Marx però distingue due tipi di socialismo: il socialismo utopistico e il socialismo scientifico. I socialismi utopistici sono tutti quei socialismi che si propongono di risolvere la questione sociale rimanendo comunque all’interno del sistema che permette lo sfruttamento della classe operaia, tramite una serie di riforme (riformismo). Emblematico è il caso del socialista inglese Robert Owen, il quale possedeva delle fabbriche tessili e che decise di costruire un modello di fabbrica perfetta: scuole per bambini, orario di lavoro ridotto, villaggi intorno alle fabbriche e salari più alti. Ovviamente tutto ciò si traduce con un aumento dei prezzi dei prodotti di Owen, i quali vennero schiacciati dalla concorrenza e che portarono al fallimento delle fabbriche di Owen, il cui riformismo però gettò le basi per i sindacati, nonché le applicazioni pratiche delle teorie socialiste. Le idee socialiste permettono comunque alle masse di entrare in storia e in politica: infatti il primo partito di massa sarà proprio il partito socialista. Marx però si chiedeva come si potesse pensare di cambiare in meglio rimanendo comunque all’interno del sistema che permette lo sfruttamento: il sistema stesso va capovolto. Infatti nella sua opera di economia politica: “Il Capitale”, Marx analizza scientificamente le leggi che regolano il sistema capitalistico industriale, definendo il proprio socialismo un socialismo “scientifico”. Nel Capitale Marx afferma che le società precapitalistiche si basano sulla legge di MDM, ovvero Merce Denaro Merce. Si produce della merce e tramite essa si guadagna il denaro per comprare altra merce. Insomma il centro del sistema sta nella merce stessa. La merce inoltre deve avere un valore d’uso (dipende dall’utilità dell’oggetto) e un valore di scambio (dipende dalla domanda e da molti altri fattori). Se molti produttori a livello locale producono la stessa cosa, allora il suo valore di scambio sarà molto basso. Se invece un solo produttore produce una merce diversa da tutte le altre, allora il suo valore di scambio
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