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La Rivoluzione Industriale in Inghilterra, Dispense di Storia

La Rivoluzione Industriale in Inghilterra nel XVIII secolo, con particolare attenzione alla produzione tessile, all'energia e al sistema di fabbrica. Vengono analizzati i fattori che hanno reso possibile la Rivoluzione, le innovazioni tecnologiche e le conseguenze sociali e culturali. Il testo fornisce una panoramica generale del periodo storico e delle trasformazioni che hanno portato all'industrializzazione.

Tipologia: Dispense

2020/2021

In vendita dal 30/07/2022

m.francesca22
m.francesca22 🇮🇹

4.4

(7)

38 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica La Rivoluzione Industriale in Inghilterra e più Dispense in PDF di Storia solo su Docsity! CAP 7 Un contesto sociale e culturale favorevole Nel 700 in Inghilterra scoppia la Rivoluzione industriale, questo avvenimento accadde proprio in Inghilterra perché nell’era in cui c’era la regina Anna, nel primo quindicennio del 700, c’erano circa 6 milioni di abitanti, c’era un’agricoltura tradizionale fondata sui campi aperti. Le ENCLOSURES erano circoscritte e erano finalizzate all’allevamento, cioè alla produzione della lana, importante per l’esportazione. L’Inghilterra possedeva grandi vantaggi commerciali e finanziari e aveva una vasta area di libero commercio in Europa, la politica mercantilista era sostenuta dalla potenza marittima e aveva un notevole sviluppo politico e culturale grazie anche alla forte disponibilità di risorse commerciali e culturali. Ci furono 4 trasformazioni: 1. Incremento demografico, 2. Rivoluzione agricola, 3. Sviluppo commerciale, 4.crescita culturale. Scientifica e tecnologica. Grazie a questi fattori l’Inghilterra ebbe a disposizione forza lavoro a basso costo, produzione alimentare, capitali e idee improntati al cambiamento. Invenzioni e produzione: la spoletta volante Il settore predominante fu quello tessile perché produceva merce di prima necessità e investimenti modesti. La produzione tessile si articola in due momenti che richiedono un lavoro fatto a mano: la filatura che trasforma le fibre naturali in filo, e la tessitura che trasforma il filo in stoffa. Le donne filavano e gli uomini tessevano sui telai, dai quali uscivano pezze lunghe. Importante era il mercante imprenditore, che riforniva le zone di materia e metteva i prodotti finiti sul mercato. Nel 1733 venne brevettata da KAY la “spoletta volante”, che scorreva da una parte all’altra del telaio, senza essere materialmente passata dalle mani del tessitore,facendo aumentare la produzione dei tessuti, la domanda e il prezzo del filo. Tuttavia la lana era poco adatta a questa nuova pratica, ma il cotone era molto più adatto. La mule jenny, una macchina filatrice rivoluzionaria Dopo trent'anni nacque un’innovazione, JENNY, che era una piccola macchina che riusciva a filare su sei fili fusi contemporaneamente. Poco dopo fu inventato un filaio idraulico, dotato di cilindri che torcevano e allungavano la fibra, producendo un filo robusto. Nel 1779 nacque la MULE JENNY con cui la produzione fu ancora più abbondante, poichè era capace di girare anche centotrenta fusi.Il tessuto su cui si lavorava era il cotone proveniente dall’India, dove veniva lavorato con tecniche particolari che l’occidente non usava. Verso la fine del secolo però gli inglesi progredirono talmente tanto da riuscire a produrre cotonate come quelle indiane e addirittura ad un prezzo inferiore. In questo modo il flusso commerciale si invertì e dall’Inghilterra ci furono esportazioni in India. La macchina a vapore di newcomen Un altro settore che subì un progresso fu l’ENERGIA, che veniva ricavata dall’acqua e dal vento e dalla forza degli animali e dell’uomo. In Inghilterra però non c’erano più le foreste per produrre il carbone di legna e Il mercato necessitava di una quantità di ferro maggiore per gli attrezzi agricoli e per le macchine. L’Inghilterra però era ricca di carbone fossile, indispensabile per l’altoforno (forno a forma di tinozza alimentato dalla combustione del carbone coke e si occupava della produzione dei metalli e non ferrosi) della ghisa e dell’acciaio. Questo carbone fossile però si estraeva in miniera e i minatori correvano spesso pericoli causati dall’allagamento delle gallerie sotterranee. NEWCOMEN nel 1712 realizzò una macchina che per la prima volta,per funzionare, si serviva del vapore, ottenuto riscaldando l’acqua e fu utile per aspirare l’acqua delle gallerie delle miniere. Questa macchina utilizzava anche molto carbone ed era in acciaio, prodotto in altoforno con il carbone fossile. Così facendo, il carbone e l’acciaio erano molto richiesti e divennero una coppia indissolubile di questa Rivoluzione. La macchina a vapore di james watt La macchina a vapore di Newcomen, soggetta a innumerevoli esplosioni, fu perfezionata da Watt nel 1781. I filatoi e i telai meccanici azionata dalla macchina di Watt poterono essere raggruppati nelle fabbriche e non vicino all’acqua come si faceva prima, ma presso le miniere di carbone o le banchine portuali dove il carbone arrivava a poco prezzo. L’uomo ormai possedeva una sorgente di energia a buon mercato in quantità apparentemente limitata e non dipendeva più dal clima, potendo programmare la produzione molto più liberamente di prima. Il sistema di fabbrica Prima della Rivoluzione, lo sviluppo manifatturiero era fondato sulla lavorazione a domicilio: il mercante forniva il materiale ai lavoratori e poi passava a ritirare il prodotto finito. Fino alla fine del 700, le mule jennyse i telai manuali, si trovavano ancora nelle case dei contadini e degli operai, ma le nuove macchine a vapore e i telai meccanici cambiarono la situazione. I fiatoi e i telai furono messi in grandi capannoni, nelle fabbriche, alimentandoli con l’energia di una macchina a vapore.Poichè grazie a tutte queste innovazioni il lavoro risultava più semplice e veloce, gli imprenditori iniziarono a destinare questi lavori a bambini e donne. Fu reclutata così una manodopera giovane che poichè inesperta lavorava in qualsiasi tipo di condizione e accettava bassi salari. Il tempo del lavoro veniva scandito dalla macchina a vapore, che si accendeva alle 5/6 del mattino e si spegneva alle 20, con una sola pausa che durava circa 45 minuti per mangiare. LA DISOCCUPAZIONE E IL DEGRADO SOCIALE La prima conseguenza della Riv. Industriale fu che filatori e tessitori persero il lavoro, la seconda fu l'imposizione del regolare apprendistato, abolendo le legge cje tutelava i mestieri, la terza fu che il sistema di fabbrica creò nuovi aggregati abitativi di baracche povere e degradate intorno alle fabbriche. Le giornate nelle fabbriche erano lunghe e passate in ambienti degradati e fronte di salari molto bassi, che ostacolavano la vita dei lavoratori.Il rapporto tra operai e macchine era caratterizzato da conflitti poiché a causa dell’introduzione di nuove macchine, c’era meno bisogno della forza umana e questo comportava la perdita del salario di intere famiglie. Aumentarono nascite illegittime e prostituzione.Le città di Menchester e Liverpool crebbero dal nulla, seppur con poca storia e privi di tradizioni e senza gerarchie e controllo sociale. .Londra invece si riempì di immigrati e e condizioni igeniche e l’ordine pubblico andarono incontro a una vera e propria emergenza. L’economia di piantagione e lo schiavismo nelle colonie delsud La popolazione inglese in eccesso, si rifugiava nell’America del nord, dove erano nate 13 colonie britanniche. A Sud il clima era favorevole, c’erano 5 colonie fondate sull’economia di piantagione, si producevano tabacco e riso e dopo anche cotone. Queste colonie acquistavano schiavi neri che lavoravano nelle piantagioni e costituivano metà popolazione. La religione era anglicana e la stratificazione sociale molto oligarchica e aperta, perchè le disuguaglianze erano poco presenti. Il commercio e l’agricoltura nelle colonie settentrionali e centrali
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