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La Rivoluzione Industriale in Inghilterra nel XIX secolo, Sintesi del corso di Storia Contemporanea

La Rivoluzione Industriale in Inghilterra nel XVIII e XIX secolo, con particolare attenzione alle innovazioni tecnologiche e ai cambiamenti sociali ed economici che ne derivarono. Si parla del passaggio dal sistema di produzione domestico al sistema di produzione industriale capitalistico, della nascita del proletariato industriale e della borghesia imprenditoriale capitalistica. Si analizzano inoltre le conseguenze della Rivoluzione Industriale sulla società inglese e sul mondo intero.

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

In vendita dal 16/04/2022

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Scarica La Rivoluzione Industriale in Inghilterra nel XIX secolo e più Sintesi del corso in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! 1 L’OTTOCENTO LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE Tra il XVIII e il XIX sec l’Inghilterra fu teatro di una grande rivoluzione destinata a cambiare le sorti prima del paese, poi del mondo intero. Il paesaggio cambiò radicalmente e, durante l’ultimo ventennio del ‘700 comparvero i prototipi della fabbrica moderna dove operai industriali lavoravano a macchine a vapore, una fonte artificiale di energia e, il settore trainante fu la filatura del cotone. Si verificò un completo cambiamento del modo di produzione poiché al centro c’erano i capitali, che servivano per acquistare macchine, pagare gli operai ecc, tale sistema venne chiamato modo di produzione industriale capitalistico e insieme ad altri fattori determinò la “rivoluzione industriale”, termine che indica un cambiamento rapido e radicale ma, in realtà le interpretazioni di questo fenomeno sono diverse. Landes alla fine degli anni 60 sostenne che essa si configurava come un complesso di progressi tecnologici (le macchine si sostituirono alla forza lavoro, sviluppo di fonti di energia inanimata ecc). Dopo l’Inghilterra, tale fenomeno si estese all’Europa e poi ad altre aree del globo segnando una cesura della storia dell’umanità. Innovazioni tecniche tra il 1760 e 80 in Inghilterra furono inventate delle macchine per filare il cotone spinning Jenny azionata a mano ma permetteva all’operaio di lavorare contemporaneamente 8 fusi, water frame ad acqua accelerava il lavoro e la produzione ma produceva un filo poco resistente e la mule che sommava i vantaggi delle altre due: questi congegni produssero un intenso sviluppo economico perché velocizzarono il lavoro e aumentarono la produzione; si aggiunse poi la macchina a vapore, inventata all’inizio del secolo ma perfezionata da Watt nella seconda metà di esso fu usata prima nell’attività estrattiva, poi nell’industria tessile. L’impetuoso sviluppo dell’industria cotoniera rese poi necessarie migliorie nella tecnica del candeggio e della coloritura dei tessuti a cui rispose l’industria chimica ma stimolò anche la domanda di ferro, per costruire i telai meccanici che favorì l’industria meccanica; di tutto ciò beneficiò la siderurgia in cui si cominciò già prima a usare il carbon fossile arrostito (coke), ciò a sua volta, diede impulso all’industria mineraria per l’estrazione del carbon fossile. Tutto questo determinò una profonda trasformazione dell’economia che vedeva nel carbone un elemento fondamentale che resero l’Inghilterra “officina del mondo”; lo sviluppo dell’industria del ferro e carbone stimolò anche i mercati favoriti dal miglioramento delle vie di comunicazione: si estesero strade, canali navigabili e trasporti marittimi ma fu la ferrovia il simbolo di questa rivoluzione: sempre sfruttando il vapore Stephenson costruì la locomotiva e nel 1825 ci fu l’inaugurazione della prima tratta. Si ridusse dunque il contribuito dell’agricoltura all’economia inglese mentre impennò il smetterò manifatturiero, quello del commercio e dei trasporti. La crescita della produttività grazie alle nuove macchine non basta a spiegare il motivo di questo grande cambiamento, dato che la produzione delle industrie, a differenza del passato, aumentava in modo repentino ma anche continuo; la differenza sta nel fatto che in precedenza la produzione aveva trovato un limite nel fatto che le materie prime e l’energia che si usava per lavorarle dipendevano dalla terra, quelle che furono il motore della rivoluzione il ferro e il carbon fossile non erano reintegrabili ma se ne possedevano in quantità: si materializzò quindi il passaggio da un’economia “organica” ad una “a base minerale”. Il sistema fabbrica nei secoli precedenti alla rivoluzione, la manifattura inglese della lana si era spostata dalle città alle campagne ed era diventata a conduzione domestica ma questo sistema era incompatibile con le nuove macchine che vennero situate in appositi edifici nei quali furono concentrati gli operai: ci fu il passaggio dal domestic system al factory system. Edifici del genere esistevano già prima ma le nuove fabbriche erano profondamente diverse perché le macchine svolgevano autonomamente una gran parte del lavoro rovesciando il rapporto uomo- macchina; prima al centro stava l’abilità dell’uomo nello svolgere il lavoro il quale era opportunamente diviso, ora i lavoratori sono soggiogati e si devono adeguare al ritmo regolare della macchina, Marx infatti dirà che nelle moderne fabbriche è l’operaio che serve la macchina: i primi persero la loro indipendenza, diventando manodopera e formando una nuova classe, il proletariato industriale, inizialmente costituita in larga parte da donne e bambini, con dita più sottili, più deboli e malleabili. Anche il ruolo dell’imprenditore cambiò, egli nell’industria domestica era un mercante che comprava la materia prima e vendeva il prodotto finito e il rapporto con i lavoranti non era 2 vincolante, ora il centro della sua attività divenne la produzione essa si fece più complessa quindi le fabbriche si ingrandirono richiedendo all’imprenditore di usare i salari non solo per pagare i dipendenti ma anche per acquistare stabilimenti e macchine: il capitale quindi fu investito nella produzione dando luogo ad un meccanismo espansivo al fine di reggere la concorrenza aumentando costantemente i profitti controllati personalmente dall’imprenditore: nacque così la classe sociale che Marx definì borghesia imprenditoriale capitalistica. L’industria moderna però non si sviluppò da un giorno all’altro, anzi i modi di produzione precedenti continuarono ad esistere per un lungo periodo; tuttavia il nuovo sistema fu motore di uno sviluppo autopropulsivo ossia ogni investimento e miglioria in un settore, determinò la crescita e lo sviluppo di altri: quello cotoniero, meccanico, delle comunicazioni, dei trasporti e infine del mercato ma la fabbrica fu un fenomeno complesso, non solo economico ma anche sociale dato che nel XIX sec l’intera società inglese ruotava attorno ad esso. La transizione demografica gli storici si sono a lungo chiesti i motivi dello scoppio della rivoluzione industriale, la risposta non è univoca ma si possono individuare una serie di aspetti che hanno determinato una condizione favorevole per questo fenomeno. Un cambiamento importante che interessò alcune zone dell’Europa settecentesca è la transizione demografica: termine che indica il passaggio da un alto tasso di mortalità e natalità (come avveniva in precedenza) a un basso tasso di entrambi come da questo periodo in poi; la storia della popolazione dalle origini ad oggi è divisibile in due periodi un primo, lunghissimo durato moltissimo tempo in cui erano tante le nascite e le morti, e un secondo repentino in cui sono basse entrambe. La transizione demografica nei paesi europei è cominciata in momenti diversi ma si può dire conclusa, in altre zone del mondo è tuttora in atto; gli studiosi hanno a lungo studiato questo fenomeno ma concordano con il fatto che partì da un calo della mortalità dovuto allo scomparsa della peste, alla diminuzione delle malattie epidemiche grazie allo sviluppo di pratiche sociali che permisero di difendersi da esse e dalla diminuzione delle carestie dovuto all’estensione delle terre coltivabili ma anche al miglioramento di trasporti e vie di comunicazione che favorirono i rifornimenti continui anche di prodotti provenienti da zone lontane es il mais; questa diminuzione della mortalità però determinò un forte incremento demografico che rendeva insufficienti le risorse e a ciò si rispose, per riequilibrare la situazione, con un declino della natalità ottenuta ritardando i matrimoni e usando delle pratiche di contraccezione volontaria e dovuta ad un effetto dell’industrializzazione che, dopo una prima fase, ritardò l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro aumentando i costi delle famiglie per allevarli. A fine settecento Malthus osservò che l’antico regime prevedeva che la popolazione aumentasse fin quando l’agricoltura le assicurava il nutrimento; arrivati al limite delle risorse alimentari si scatenavano guerre e carestie che decimavano la popolazione facendo ritornare l’equilibrio, dopo il ciclo ricominciava: egli era convinto che questo ciclo era insuperabile perché mentre la popolazione cresceva in proporzione geometrica, le risorse in prop aritmetica, ma questo sistema si stava gradualmente spezzando. Prima della rivoluzione lo sviluppo era lento e discontinuo perché a miglioramenti seguivano incrementi demografici che ne annullavano gli effetti, nell’Inghilterra in via di industrializzazione invece, per la prima volta crebbero produzione e popolazione senza ostacolarsi è da capire quindi quale sia il legame che intercorre tra espansione economica e demografica: la popolazione inglese nel giro di 10 anni (dal 1750 al 1854) crebbe moltissimo ma questo fenomeno non interessò solo l’Inghilterra ma anche altre zone non interessate dall’industrializzazione e fu dovuto ad un calo della mortalità ed a un miglioramento dell’economia; più complesso è analizzare se la rivoluzione industriale sia stata favorita o meno dall’incremento demografico ma la risposta è comunque negativa perché, secondo Malthus l’aumento della popolazione faceva crescere la domanda dei generi alimentari e quindi i prezzi aumentavano e anche la manodopera, con la conseguenza che i salari diminuivano quindi le condizioni restavano complicate per la gran parte della popolazione. Quindi l’industrializzazione non fu indotta dall’incremento demografico però il dato è che in Inghilterra lo sviluppo industriale non fu frenato dall’aumento della popolazione. La fase iniziale della rivoluzione (XVIII sec) fu di transizione, il mutamento non era ancora irreversibile: lo divenne nel XIX sec quando la produzione aumentò più della popolazione, le nuove industrie trovano energia e materie prime nel sottosuolo, sfruttando 5 economia industriale mondiale. Aumentarono i prezzi, ma anche l’occupazione e i profitti, si sviluppò l’industria del ferro e del carbone ma il luogo nevralgico di questo cambiamento fu la ferrovia: le vie e i mezzi di comunicazione migliorarono ponendo le basi per un maggiore collegamento delle zone prima isolate e per una maggiore mobilità delle persone che erano sempre più informate grazie all’invenzione del telegrafo. Si posero le basi per l’unificazione dei mercati mondiali che fa perno sull’Inghilterra, grande potenza economica e finanziaria esportatrice di merci e capitali. Un fenomeno che è sintomatico di questa questione è la scoperta a metà ottocento di vasti giacimenti di oro in California e in Australia che in pochi anni fece aumentare moltissimo la quantità d’oro che circolava nel mondo dando diverse conseguenze a. grandi flussi migratori che accrebbero la popolazione di queste due zone; b. inflazione (seppur contenuta); c. la sterlina inglese venne vincolata alla parità aurea (perché possiede molto oro e anche strumenti tecnologici avanzati per gestirlo) diventando la valuta standard di un sistema monetario internazionale: si parla di “gold standard” la banca centrale avrebbe dovuto controllare che questo rapporto rimanesse stabile, ma con il tempo questo meccanismo creerà problemi poiché le sterline cominciano a crescere dato che ci si rende conto che non serve più molto oro e a fine ottocento il rapporto sarà al 40%: tutto ciò mostra che l’interdipendenza che si venne a creare nell’800 tra i paesi è debole; c. apertura di rotte mercantili nell’oceano Pacifico. Carattere fondamentale di metà 800 fu l’incremento delle migrazioni internazionali grazie allo sviluppo dei trasporti: a partire dalla crisi degli anni 40 circa 9mln di persone abbandonarono l’Europa sbarcando negli USA ma flussi analoghi si verificarono anche in Oriente. Altri caratteri tipici del periodo sono l’urbanizzazione di cui fu teatro l’Europa che sarà ancora più intenso nel periodo successivo e lo sviluppo della finanza poiché le imprese si ingrandirono e necessitavano di vasti investimenti di capitali, ciò favorì lo sviluppo di strutture per il loro finanziamento: società di credito mobiliare ma anche istituti bancari alcuni dei quali investirono il denaro dei risparmiatori in attività industriali (“banche miste”, molto in Germania). A ciò contribuirono anche innovazioni tecnologiche come il convertitore e un forno che poteva raggiungere temperature più elevate risparmiando combustibile (Frederick e Siemens) che aprirono la strada alla produzione di massa dell’acciaio, ma furono inventate nuove macchine nei settori della chimica e dell’elettricità. Dal punto di vista economico e produttivo dunque, questo periodo segna l’ascesa dell’Occidente rispetto al resto del mondo; vi fu anche una modernizzazione della vita civile: gli stati rimodernarono la legislazione, promossero l’istruzione di massa, abbatterono le protezioni corporative per favorire il libero mercato, diedero impulso alle scuole tecniche e la religione si intrecciò con i motivi laici. Fu il periodo del trionfo del liberismo economico, sostenuto da una forte riduzione delle barriere doganali inaugurata dall’abolizione delle Corn Laws inglesi (dazi sull’importazione di prodotti agricoli) che giovò alla GB ma anche al resto d’Europa; l’Inghilterra e gli altri paesi interessati dalla rivoluzione industriale cominciarono ad esportare in paesi in cui il cambiamento non era ancora avvenuto, mettendo da parte le manifatture indiane e cinesi e avendo come principale effetto l’aumento del divario tra paesi ricchi e poveri: gran parte dell’agricoltura mondiale fu assoggettata dal mercato occidentale e, nei paesi industrializzati ci fu un esodo dalle campagne verso le città. Da tutto questo derivò un senso di benessere e di orgoglio nei paesi sviluppati e soprattutto nei ceti borghesi che si affermavano nei commerci cosa che si rifletté nelle esposizioni universali in cui venivano mostrate le conquiste della scienza e della tecnologia, la prima delle quali si svolse a Londra nel 1851; l’ottimismo di questo periodo fu tale che quando verso gli anni 70 si aprì una fase di rallentamento, fu subito avvertita come “grande depressione” (73-96). L’ideologia che si sviluppò fu laica e borghese e parole d’ordine furono “progresso” ed “evoluzione”, grande importanza fu data alla “certezza scientifica”; le correnti di pensiero dominanti furono a. il positivismo di Comte che sosteneva l’avvento, nel suo periodo, di uno stadio della conoscenza basato sul “metodo positivo” ossia sull’osservazione scientifica sperimentale e che prevedeva quindi, il primato della scienza; b. empirismo di Mill che affermò la validità del solo metodo scientifico basato sull’induzione dalle osservazioni empiriche e sostenne un liberalismo con sfumature socialiste: favorevole al controllo delle nascite e alla limitazione della proprietà fondiaria, al sistema elettorale proporzionale e all’intervento dello stato per contenere le 6 diseguaglianze sociali. In questo clima ci furono progressi anche nelle scienze naturali, ricordiamo gli studi di Darwin che con l’evoluzionismo affermò che si erano evolute nel tempo solo quelle specie naturali e vegetali che erano riuscite ad adattarsi all’ambiente: la specie umana era solo un’evoluzione delle scimmie, il dogma della creazione era quindi smentito; questa teoria ha fatto poi scaturire il “darwinismo sociale” di Spencer che ha interpretato lo sviluppo della società come una graduale evoluzione da forme primitive a forme sempre più complesse grazie sempre alla potenzialità di adattamento all’ambiente ciò avallò ideologie affini al razzismo che vide nella società occidentale un segno della superiorità dell’uomo bianco. Rapporti internazionali le potenze europee, domate con la forza le rivolte in Oriente, ebbero la totale egemonia dei mercati mondiali: GB consolidò la sua presenza in Australia, Nuova Zelanda, la Francia in Algeria, in Senegal, la Russia conquistò la Siberia; al di fuori dell’Europa il Giappone cominciò un processo di modernizzazione e occidentalizzazione incrementando, tra l’altro, le protezioni doganali, mentre gli Stati Uniti cominciarono una politica di protezionismo volto a favorire un interno sviluppo economico. Il predominio europeo nel modo di produzione industriale ebbe sostanziali effetti sul piano degli equilibri politici: si affermarono non solo l’Inghilterra ma anche Francia e Germania (sul piano industriale) e quest’ultima ne uscì consolidata dal processo di unità nazionale con il conseguente sviluppo di forti movimenti nazionalisti; per il caso tedesco Mosse ha parlato di “nazionalizzazione delle masse” operata da scuola ed esercito attraverso l’uso di simboli e celebrazioni pubbliche ma anche dalla diffusione della stampa e della scolarizzazione obbligatoria di massa. Tutto questo portò ad aggravare le tensioni internazionali, precedentemente tenute a bada dalla paura della rivoluzione suscitata dai sconvolgimenti del ’48 che aveva portato gli stati europei a ribadire il principio dell’equilibrio sancito a Vienna nel 1815; le guerre si moltiplicarono es guerra in Crimea, guerra civile americana, guerre europee che coinvolsero Austria, Prussia, Francia e Italia: conflitti questi, sempre più cruenti e moderni sia per le dimensioni degli eserciti sia per l’applicazione delle innovazioni tecnologiche e delle nuove armi molto più potenti. Anche dal punto di vista politico e sociale si fronteggiavano forze assai diverse: accrebbe la forza del movimento operaio e dei sindacati che si svilupparono anche fuori dal Regno Unito: nel 1864 nasce a Londra la Prima Internazionale, un’associazione internazionale dei lavoratori le cui basi rimasero esigue ma ebbe un ruolo importante perché fissò i principi in base ai quali il movimento operaio si sarebbe sviluppato negli anni successivi, l’”Indirizzo inaugurale” fu redatto da Marx e auspicava ad una graduale riforma sociale grazie all’azione delle associazioni sindacali operaie; nell’ambito della prima internazionale si scontrarono diverse posizioni: a. in Italia era diffusa l’ideologia mazziniana di una rivoluzione nazionale fondata sulla collaborazione tra classi; b. il socialismo “scientifico” di Marx che riprendendo Smith e Ricardo considerava il lavoro come valore e aveva un approccio economico e legato alla riflessione reale sulla società anziché immaginarne una ideale come c. il socialismo utopistico di francese che puntava sull’espansione dei meccanismi di autogoverno popolare attraverso la creazione di società autonome tra gli operai; Marx ed Engels invece, già nel Manifesto del Partito comunista, elaborarono la dottrina del “materialismo storico” che vedeva la storia umana come un’incessante lotta tra classi: la borghesia aveva sconfitto l’aristocrazia feudale liberando nuove forze produttive ma determinando nuovi rapporti di produzione basati sullo sfruttamento del lavoro salariato e sul prodotto ricavato dal plusvalore (quota che “avanzava” dal pagamento degli stipendi) che i capitalisti cercavano di aumentare a spese dei salari, che diventavano sempre più bassi: la società capitalistica però, per i due, era destinata a soccombere quando tutti i proletari avrebbero preso le armi e sovvertito il sistema per abolire la proprietà privata e socializzare i mezzi di produzione; c. gli anarchici di Bkunin forti soprattutto in aree non industrializzate dell’Europa sostenevano la necessità di resurrezioni politiche per abbattere con la violenza lo stato e sostituirlo con federazioni di comuni autonomi, solo così si sarebbe dato vita ad una società egalitaria. La linea dell’Internazionale affermò la necessità dell’uso dello sciopero e la partecipazione alla lotta politica con obiettivo la socializzazione della terra e dei mezzi di produzione; l’associazione era dilaniata da contrasti interni e si sciolse nel 1876 ma la sua influenza era già contenuta da 4 anni prima. Inghilterra medio vittoriana dopo la revoca delle Corn laws nel 7 1846, fu adottata una politica liberoscambista che promosse uno sviluppo economico, commerciale e demografico; accrebbe la ricchezza del paese e ciò determinò stabilità interna che si ebbe con la ristrutturazione del sistema politico i whigs e i tories, le due forze principali, assunsero la fisionomia di un partito liberale da una parte e di uno conservatore dall’altra, nacque quindi un sistema bipolare fondato su la loro alternanza al governo in un paese dal sistema politico e istituzionale flessibile che riuscì, almeno in parte, ad accogliere le richiese provenienti dalla società civile. Nella fase centrale del governo della regina Vittoria (Hannover) la scena politica fu dominata dai liberali, prima con Palmerston che diede molta importanza alla politica estera ribadendo l’antagonismo con la Russia in Medio Oriente e le preoccupazioni che le ambizioni imperiali della Francia potessero mettere in crisi gli equilibri europei, partecipò alla guerra di Crimea che ridimensionò la potenza russa in Europa e appoggiò l’unificazione italiana che bilanciò la potenza francese; poi con Gladstone che introdusse una politica di riforme anche se protagonista indiscusso di questa fase fu Disraeli leader tory che riuscì, per un breve periodo, a prendere le redini del paese: egli estese, negli anni 60 con un Reform Bill il suffragio estendendo la rappresentanza dei ceti medi imprenditoriali ed urbani e della classe operaia (anche se a votare era ancora una parte minima della popolazione), mentre Gladstone emanò un Education Act con cui sottopose scuole religiose al controllo dello stato, istituì concorsi per l’accesso agli incarichi pubblici, impose la segretezza nelle operazioni di voto e riformò il diritto penale. Riforme consistenti le realizzò anche sul piano sociale: fu ampliata la legislazione sulle fabbriche, nacque il sabato inglese, vennero legalizzati i sindacati che si dotarono di un organo di coordinamento nazionale includendo nel sistema dello stato la classe operaia al fine di scoraggiare ogni tendenza rivoluzionaria, il socialismo in Inghilterra quindi pian piano scomparì: anche tra i lavoratori nacque un settore liberale che fu definito lib lab (liberal labour); alcuni però hanno pensato che questa predisposizione alla mediazione del governo inglese fosse solo di facciata: si parla di old corruption per indicare il fatto che il sistema inglese era sì formalmente più aperto di altri ma di fatto incapace di alterare le gerarchie sociali. Gladstone però fallì nella “questione irlandese”: il paese, a causa di forti carestie si era molto indebolito e aveva conosciuto una migrazione di massa verso gli USA, proprio tra gli emigrati fu fondata la “Fenian (noi in gaelico) Brotherhood”, un’organizzazione che si proponeva di raggiungere, con la lotta armata, l’indipendenza dalla corona inglese, ci fu un tentativo di resurrezione ma fu sedato, Gladstone quindi indebolì la chiesa episcopale irlandese e cercò di emanare provvedimenti a favore di piccoli contadini ma non riuscì a calmare il malcontento: si formò l’Home Rule, un movimento più moderato che in Irlanda acquisì sempre più consensi. Francia, un nuovo Napoleone la svolta conservatrice tra il 48 e il 50 non aveva normalizzato la situazione del paese che restava fortemente scisso: repubblicani da un lato e monarchici dall’altro, e questi ultimi divisi tra borbonici e orleanisti: una restaurazione della monarchia appariva difficile per la presenza di molti eredi al trono ma, d’altra parte, i repubblicani erano ostili a Luigi Napoleone Bonaparte perché pensavano ambisse al potere assoluto. Ma quest’ultimo, dopo aver guadagnato consensi nell’opinione pubblica popolare con la proposta di ripristinare il suffragio universale (respinta dalla Costituente), il 2/12/1851 effettuò un colpo di Stato occupando militarmente la sede dell’assemblea: per mantenere il potere, si avvalse di una profonda repressione ma anche di un plebiscito con il quale chiese un mandato per emanare una nuova costituzione che assegnasse al presidente ampissimi poteri; la costituzione fu emanata l’anno successivo e concentrava potere esecutivo e legislativo nelle mani del presidente della repubblica mentre alla costituente rimaneva solo la facoltà di accettare o respingere le leggi del presidente con l’ausilio di un consiglio di Stato e di un senato da lui nominati: il “bonapartismo” segnava un salto di qualità nelle dittature, perché oltre che della repressione, si avvaleva di un consenso demagogico ottenuto con il plebiscito senza la presenza di altre forze (Marx). Sempre nel 1852 con un altro plebiscito, Luigi Napoleone restaurò l’impero (Secondo Impero) ed egli ne assunse il comando con il nome di Napoleone III: egli non aveva un programma ma fu abile a conquistarsi i consensi dei piccoli proprietari, rassicurando i ceti borghesi conservatori con il principio di nazionalità, valorizzando le tradizioni militari fondate su suo zio di cui non aveva la stessa carica ideologica ma ponendosi ugualmente come “autorità carismatica”: 10 processi, riorganizzò l’esercito introducendo la coscrizione obbligatoria, rafforzò l’istruzione, attenuò la censura cosa che favorì la diffusione della stampa e creò una banca di Stato. Queste riforme però non riuscirono a calmare il malcontento dello stato e soprattutto dei ceti intellettuali, degli scienziati, degli scrittori ecc che si batterono molto per il progresso. Ad aumentare le tensioni interne intervenne poi l’insurrezione polacca del 1863 che chiedeva l’autonomia e che fu repressa duramente limitando ogni autonomia dell’area e intraprendendo un’opera di russificazione forzata (es lingua russa obbligatoria, persecuzione della chiesa cattolica ecc); inoltre ci fu un attentato (fallito) allo zar che provocò un inasprimento dei controlli polizieschi. Nell’ambito dell’elaborazione dottrinale si svilupparono movimenti panslavisti che assegnavano alla Russia il ruolo di guida di tutti i popoli slavi ma anche il nichilismo che rifiutava la società del tempo in favore di un esasperato individualismo; sempre contro l’autocrazia nacque un movimento politico definibile “populista” che vedeva nell’obscina il nucleo di un possibile sviluppo del paese, proponevano quindi un socialismo agrario capace di contrastare gli effetti negativi del capitalismo: negli anni 70 ci fu l’andata al popolo: i populisti si mescolarono con i contadini, spogliandosi dei propri privilegi per suscitare in loro una presa di coscienza tesa a generare un’azione per rigenerare il paese ma fallì perché i contadini erano ancora legati allo zar che quindi represse la rivolta condannando alla deportazione in Siberia molti populisti; ciò determinò la convinzione che il solo metodo per rilanciare la lotta all’autocrazia era il terrorismo: nacquero diverse organizzazioni clandestine come Terrà e libertà che scatenò molti attentati o Volontà del popolo che organizzò un attentato allo zar il quale fu ucciso da una bomba nel 1881. Penisola iberica e Europa centronord 1. Nella penisola iberica lo sviluppo fu più arretrato e instabile rispetto a quello dell’Europa. Spagna: priva di quasi tutte le sue colonie, conobbe uno sviluppo dell’industria tessile della Catalogna e di quella mineraria accompagnato da un discreto incremento demografico: mosse quindi i primi passi nel processo di industrializzazione che si concretizzarono in un discreto sviluppo della ferrovia e fu sostenuto dall’investimento di capitali provenienti dai commerci con le residue colonie es Cuba, ma furono sviluppi circoscritti solo ad alcune regioni. Dal punto di vista politico con la conclusione della guerra civile nel 39, non ci fu comunque stabilità: fermenti separatisti erano vivi in Aragona, Catalogna e nei Paesi Baschi e si unirono alle tensioni nel mondo contadino e in quello operaio: ciò portò ad un indebolimento del potere politico dovuto anche agli intrighi di corte della regina Isabella II; negli anni 40 ci fu l’alternarsi al governo di moderati e progressisti portarono ad un aumento del potere dell’esercito e nel 1868 ci fu un colpo di stato che rovesciò la regina e aprì la strada ad un ripristino della legalità: fu approvata una costituzione dal parlamento (cortes) ma si aprì un conflitto dinastico per la successione alla regina che coinvolse anche Francia e Prussia ne derivò un conflitto in seguito al quale si instaurò prima il figlio cadetto del re d’Italia poi costretto ad abdicare, poi il parlamento proclamò un regime repubblicano ma dopo poco fu restaurata la democrazia insediando il figlio di Isabella, Alfonso XII di Borbone. Portogallo, anche qui dopo il conflitto civile, la situazione rimaneva instabile a causa della divisione dei liberali che determinò una serie di colpi di stato; dal 1851 si aprì una fase di stabilità politica che non riuscì ad evirare la decadenza del paese, il quale aveva risentito della perdita del Brasile ma i legami con la GB ne evitarono l’isolamento. 2. Europa centrale: Svizzera Belgio e Olanda conobbero una fase di sviluppo economico e industriale ma anche di liberalizzazione delle strutture statali. 3. Area scandinava: fu abbastanza avanzata: Danimarca ebbe una crescita agricola ed economica ma ci furono lotte al potere: dopo la sconfitta subita dalla Prussia e dall’Austria ci fu una riforma costituzionale moderata ma si aprì un contrasto tra le camere: quella bassa rivendicò il suo ruolo in parlamento, quella alta sostenne il sovrano. Svezia e Norvegia conobbero anch’esse uno sviluppo agricolo e commerciale e quest’ultima si rese indipendente dalla Danimarca. L’UNIFICAZIONE ITALIANA E L’EUROPA Le diverse Italie ottocentesche Dopo la sconfitta dei moti 48-49 le prospettive di unificazione erano molto incerte: tutti gli stati (tranne Piemonte), avevano revocato la costituzione e instaurato un sistema assolutista: aspro dominio di Ferdinando II nel regno delle due Sicilie, e occupazione austriaca sul Lombardo-Veneto. L’Italia 11 era in ritardo sotto diversi punti di vista: 1. Basso incremento demografico, che nei casi in cui si verificò, interessò le campagne e non le città; 2. Arretratezza economica e sociale: terra in mano a pochi proprietari aristocratici, grande frammentazione di patti agrari es enfiteusi in alcune zone, mezzadria in altre es Toscana qui i mezzadri erano legati ai proprietari da rapporti servili che facevano rimanere bassa la produttività, al sud sistema basato sul latifondo e agricoltura arretrata: i braccianti che spesso erano anche proprietari di piccoli pezzi di terra, aspiravano al possesso di essa per migliorare le loro condizioni: tutto questo significava una produzione orientata prevalentemente all’autoconsumo; 3. Basso sviluppo di commerci, no mercato nazionale: solo Lombardia e Piemonte prod tessile, Veneto arcaica industria mineraria, le ferrovie solo nel Piemonte e in Lombardo- Veneto, di contro grande sviluppo di banche e investimenti finanziari. Tra aree del paese esisteva quindi un enorme divario. Progetto di Cavour Piemonte: punto di riferimento per i patrioti della penisola perché Vittorio Emanuele II lasciò in vigore lo statuto albertino (concesso da Carlo Alberto nel 1848) che prevedeva un Senato nominato dal re e una camera dei deputati eletta a suffragio ristretto. Nel ’49: maggioranza progressista che non voleva la pace con l’Austria > proclama di Moncalieri: re invita gli elettori a scegliere parlamentari favorevoli al trattato di pace ratificato nel ’50. Di qui > consolidamento delle istituzioni liberali nella persona di Camillo Benso: ministro dell’agricoltura fece evolvere in senso liberale la politica economica dello stato e riformò l’amministrazione di esso, si allea con il gruppo democratico-costituzionale (scavalca d’Azeglio) > maggioranza > va alla guida del governo. Da primo ministro: opere pubbliche (canali > impo per agricoltura, ferrovie > industria meccanica), cercò di modernizzare il paese ma fa salire il debito pubblico, ma svecchiamento della burocrazia e dell’esercito e ascesa di un ceto borghese moderno. A metà anni ’50: arresto politica interna, ma impulso a quella estera: nella guerra di Crimea Ingh e Fra volevano che il Piemonte intervenisse contro la Russia ma prima ottennero quello dell’Austria promettendole di conservare lo status quo in Ita, ma Cavour partecipò ugualmente al conflitto permettendo così al Piemonte di non rimanere isolato. Progressivamente si assunse lui il problema dell’indipendenza nazionale e trovò in Napoleone III un interlocutore privilegiato (questo voleva alterare gli equilibri internazionali): tra i due accordi di Plombières (’58)= fra + ita vs Austria e la penisola italiana divisa in 3: Piemonte > alta italia; Toscana + stato della chiesa: regno ita centrale; a sud regno delle due sicilie: era un passo indispensabile per allontanare l’Austria dal paese. Declino dei democratici moderati stavano con Cavour; democratici = declino del loro prestigio: divisioni interne per diverse visioni della rivoluzione italiana: Mazzini, ostile al socialismo, diceva che il movimento di rivoluzione era solo politico; opposti a lui orientamenti socialisti di Ferrari: auspicava ad una legge agraria per ridistribuire la proprietà, Pisacane: rivoluzione nazionale collegata alla rivoluzione delle masse contadine del sud. Mazzini, intransigente promosse negli anni ’50 un moto rivoluzionario finalizzato all’unità ma fallì > crisi grave per i democratici. Alcuni di loro si avvicinano alle posizioni di Cavour: viene fondata la Società nazionale italiana (partecipa Garibaldi) > obiettivo: collaborare con la monarchia sabauda. Nel ’57 ancora Mazzini e Pisacane alleati: spedizione per mare a Sapri (sud) per sollevare i braccianti contro i borboni ma fallita (Pisacane si uccide), falliti anche moti di Mazzini a Genova e a Livorno = incapacità dei democratici di costruire un movimento di massa. Guerra del ’59 e annessioni 1859: prospettiva della guerra con l’Austria determinò grande entusiasmo, giunsero molti volontari in Piemonte; trattato di Plombieres era difensivo ma il conflitto scoppiò quando austria invia un ultimatum al piemonte che lo obbligava a smobilitare le proprie truppe > guerra > primi successi piemontesi a Solferino e S. Martino di conseguenza: toscana, ducati di Modena, Parma si sollevano > sovrani in fuga > proclamano la volontà di annettersi al piemonte; invece in Umbria e Marche rivolte sedate dal Papa. Ciò fece capire a Napoleone III che da questa guerra non avrebbe ricavato una maggiore influenza sull’Italia ma avrebbe creato un forte stato italiano: quindi interrompe la guerra > firma armistizio con l’Austria (Austria cede al Piemonte la Lombardia, si ripristinano le situa precedenti in Toscana e a Modena, e gli stati italiani si sarebbero uniti in una confederazione presieduta dal papa) > Cavour si dimette MA GB appoggia la causa italiana per controbilanciare il potere francese e i governi provvisori a Modena e in Toscana resistono e si vogliono annettere al Piemonte. Quindi: 12 Cavour ritorna > Napoleone III dà il consenso ad annettere l’Italia centrale al piemonte in cambio di Nizza e della Savoia: in Ita centrale quindi plebisciti che dichiararono annessa la zona al regno sabaudo; dopo vengono unite anche l’Emilia e la Toscana. Il processo di unificazione era cominciato, ma sul regno sabaudo pesava ancora la dipendenza dalla francia. L’iniziativa garibaldina e l’unità Situazione del regno delle due sicilie: difficile > regime borbonico dispotico di pressione sulle masse contadine che nel ’60 si ribellarono a Palermo e la rivolta dilagò anche nei centri vicini senza che la monarchia riuscisse a fermarla. I democratici videro nell’intervento in Sicilia un modo per recuperare l’iniziativa nel processo unitario: quindi fu proposto a Garibaldi di assumere il comando di una spedizione che, contrastata da Cavour, partì da Quarto (Liguria) il 5/5’60: spedizione dei 1000 che si rivelò un successo, i borboni non riuscirono ad opporsi e il 20/7 Garibaldi assunse poteri dittatoriali in tutta l’isola: il successo fu dovuto anche all’aiuto della popolazione del posto, si creò quindi per la prima volta “una mobilitazione di massa”. I contadini siciliani però non erano interessati al processo unitario, ma più a liberarsi delle ingiustizie e ad abbattere i privilegi: il governo garibaldino abolì dazi sui cerali e assegnò terre ai combattenti vs i borboni ma ad alcuni questi provvedimenti non bastarono e scoppiò la rivolta di Bronte, repressa dai garibaldini in seguito alla quale il comandante perse il sostegno dei contadini siciliani ma ottenne quello delle classi dirigenti dell’isola, sebbene queste guardassero con favore al Piemonte moderato di Cavour. Cvour tentò invano di fermare le camicie rosse che non volevano annettere i territori conquistati al piemonte: Garibaldi e i suoi intanto entravano indisturbati in Calabria e a Napoli. Cavour davanti a questa situazione dovette abbandonare la diplomazia che lo contraddistingueva e attaccare il possedimenti papali prima che lo facesse Garibaldi con il benestare di Napoleone III; truppe sabaude quindi invadono Umbria e Marche aggirarono il Lazio (non potevano attaccarlo perché Napoleone III non voleva) e marciarono su Napoli: esercito sabaudo guidato dal re e garibaldini si trovarono faccia a faccia: a questo punto Garibaldi dovette accettare le cose e con plebisciti dichiarò il mezzogiorno annesso alla sardegna. Garibaldi e il re si incorano a Teano nell ottobre ’60 ma il 17/3/61 fu proclamato il regno d’Italia e nel nuovo parlamento i cavouriani ebbero la maggioranza; ma il veneto e roma erano ancora fuori. Con l’unità però rimasero le contraddizioni e le divisioni interne, oltre che la sproporzione tra sud e nord e la delusione delle masse del sud che diede luogo al fenomeno del brigantaggio, infine anche la rottura con la chiesa determinò pesanti conseguenze per la nuova nazione. L’UNFICAZIONE TEDESCA E L’EUROPA La prussia di Bismarck unificazione tedesca analogie con quella italiana: ruolo di spicco di uno stato (Piemonte/ Prussia), importanza di due figure (Bismarck/Cavour), conquista per gradi del territorio nazionale; differenze: Prussia stato che ha rilevanza europea, per il germania fu impo la guerra e la superiorità militare: su queste analogie e differenze si basa l’alleanza tra Germania e Ita stipulata a metà anni 60 del 800, in funzione inizialmente antiaustriaca, poi avrà una rilevanza eccezionale negli sviluppi della storia europea del periodo. 1849: il parlamento di francoforte si scoglie e non è in grado di portare avanti il processo di unificazione del paese; la Prussia di Federico Guglielmo IV aveva rinunciato a porsi a capo dell’indipendenza e sotto pressione dell’esercito di vienna aveva accettato una ridefinizione della Confederazione germanica; a Dresda (conferenza) cercò di palesare il disagio di parte della germania per la pressione degli austriaci ma senza risultati (la russia voleva equilibrio in Europa). Ma il re di Prussia, sul fronte interno, non abolì la carta costituzionale e, nel ’54 alla camera dei deuputati si affianca quella dei signori (aristocratici nominati dal re). ’58: sale al potere Guglielmo I fautore di un nazionalismo prussiano che portò ad un rafforzamento dell’esercito dello stato generando opposizioni nella camera bassa. Problemi interni all’interno della camera dei deputati e tra questa e quella dei signori: il re nomina primo ministro il barone Bismarck (esponente dei Junker: nobiltà terriera conservatrice), intanto la borghesia liberale si fondeva con l’aristocrazia di vecchio regime con alleanze matrimoniali. Bismarck fu fautore di una linea chiamata poi “Realpolitik” spregiudicata, basata sullo sfruttamento della forza militare per governare. Quindi provvedimenti restrittivi: riforma militare, libertà di stampa ridotta, il parlamento perdeva potere il 15 europei si divisero geometricamente i territori africani ignorando le appartenenze etniche, religiose e linguistiche: francia = africa mediterranea; GB = africa orientale; germania e italia = corno d’africa + africa centrale. 2. Seconda fase (‘85/1900): conquista veloce e avventata delle zone di Asia, Africa e Oceania rimaste libere; ansia di non farsi precedere da altre potenze nella conquista determina situazioni di tensione tra le grandi potenze. Le popolazioni indigene in Africa cercano di resistere “resistenza primaria”. 3. Terza fase (inizio 900): situazione instabile a causa di fermenti delle popolazioni indigene e delle potenze insoddisfatte degli esiti del processo ossia Germania che si inserì nella crisi marocchina dando problemi a francia e gb e italia che conquista la Libia; si inseriscono nuove potenze es Usa che stabilisce il suo controllo su filippine e cuba e Giappone che punta sulla corea. L’imperialismo fu spinto da una convinzione degli europei di dover civilizzare le popolazioni indigene, basata su ideologie fortemente discriminatorie; ovunque però si tradusse in oppressione brutale di tali popoli > in Asia e Africa nascono movimento volti a rivendicare l’indipendenza dalla madrepatria. L’opinione pubblica dei paesi colonizzatori in una prima fase non appoggiava totalmente questo fenomeno poiché esso implicava ingenti costi ma le perplessità vengono superate grazie ai movimenti nazionalisti grazie ai quali questi processi diventarono il collante interno dello stato, a ideologie favorevoli alla guerra e agli effetti positivi che portano le colonie sull’economia della madrepatria. La questione cinese Con la fine del secolo e l’imperialismo entrano nella storia anche altre potenze, in particolare Cina e Giappone molto diverse tra loro: per estensione (cina tre volte più grande), per la religione: shintoismo giapponese religione di stato e potente collante, confucianesimo cinese dottrina filosofica più debole, per la struttura sociale: in cina la brucorazia statale era più debole rispetto al giappone, e infine la cina fu esposta ad una maggiore pressione imperialista alla quale si cercò di far fronte integrando parte degli aggressori, soluzione ritenuta da molti causa della dissoluzione dell’impero cinese. In queste condizioni cominciò la penetrazione europea nell’impero cinese: la foce dello Yangtzi e la Manciuria diventarono zone di sviluppo capitalistico e si moltiplicarono gli investimenti stranieri in cina. Il paese cercò per parte sua di riformarsi es aprendo il sistema scolastico alla conoscenza della realtà occidentale e dei giovani intellettuali cercò di riformare la burocrazia ma furono condannati. Fine ‘800: Cina subisce un assalto economico e politico-militare: il Giappone conquista la corea e attacca la cina > la corea diventa indipendente; gli USA chiedono la “porta aperta” ossia l’apertura della cina alla penetrazione economica degli altri paesi. Questo portò nel paese alla nascita di un movimento xenofobo e nazionalista, che con la rivolta dei boxer inizialmente si oppone alla politica della dinastia regnante accusata di esterofilia, poi anche agli occidentali per promuovere un progetto di restaurazione della tradizione cinese: l’ambasciatore tedesco fu ucciso e il corpo di spedizione internazionale arrivato in cina si abbandonò a massacri e devastazioni. Così l’impero subì un forte colpo e la dinastia Qing cadde; nel 1912 fu proclamata la repubblica ma il presidente si dimise per la fragilità delle istituzioni lasciando posto ad un generale; ma l’ex presidente fondò il partito del popolo che puntava sull’autonomia e sull’uguaglianza sociale; il governo del generale era debole e la vecchia cina era finita per sempre. La modernizzazione del Giappone peculiarità del paese: mescolanza di fedeltà alla tradizione e rivoluzione dall’alto, tendenze illiberali e innovazione capitalistica, diffusione del nazionalismo innestato sulla tradizione religiosa shintoista, estraneità dei concetti di democrazia e uguaglianza. Dalla metà del secolo: penetrazione occidentale > sviluppo di commerci e manifatture > aumentano le diseguaglianze sociali > restaurazione Meiji (68): il potere passa dal governatore militare alla corte imperiale e ad alcuni feudatari (che si erano arricchiti dai commerci): sviluppo di uno stato moderno caratterizzato da impersonalità, razionalità ecc. > riforme: istruzione obbligatoria, confisca dei feudi, centralizzazione amministrativa, imprese industriali controllate dallo stato (diverso dall’europa) di cui ben presto si libera per darle in gestione ai privati (modelli monopolistici). I presupposti di questi sviluppi vanno ricercati nel XVII quando il paese fu teatro di crescita demografica e l’inizio di una produzione protoindustriale oltre che i primi abbozzi di un mercato nazionale. Al miglioramento della burocrazia si accompagnò anche uno del sistema politico sia interno: nell’89 l’imperatore concesse una costituzione, venne fondato un parlamento anche se il potere rimase nelle mani del governo e si diede molta importanza 16 alle forze armate; sia esterno: venne adottata una politica espansionistica venne annessa la corea e vennero intavolate trattative con gb, russia, usa per ottenere ingrandimenti territoriali: ciò diede al paese riconoscimenti internazionali > londra stringe un trattato con il giappone in funzione di controllo con la cina e per limitare l’espansione della russia; proprio questa venne “punita” dal giappone per avergli sottratto la Manciuria, distruggendo la sua flotta > guerra a inizio ‘900 con molte innovazioni tecnologiche e in cui si vide la superiorità dell’esercito giapponese > russia sconfitta > Giapp entra nel novero delle potenze mondiali. La penetrazione europea in Asia diverse erano le potenze interessate ad un’espansione verso oriente: la Russia che si scontrò con l’Afghanistan dando preoccupazione agli inglesi per l’eccessiva vicinanza ai suoi domini indiani e poi occupò la Manciuria; la Germania che partecipò alla spartizione della nuova Guinea ma anche la Francia. L’india era ormai un paese esportatore di materie prime cosa che permise di incrementare la pord industriale britannica: qui la dominazione straniera fece sviluppare una nuova borghesia rurale e i contadini agiati, aumentò il reddito delle classi medio-alte, mentre calò quello dei lavoratori agricoli senza terra > flussi migratori verso il Sudafrica. La società indiana inoltre era rigidamente divisa in caste tra le quali vigevano principi di non contaminazione impedendo la mobilità sociale e avvantaggiando il controllo della madrepatria. A fine ‘800 l’india fu teatro di diverse carestie indotte da siccità ma comunque questo non fece diminuire di molto le esportazioni; uno degli apporti postivi dei britannici fu la ferrovia ma non gestita da personale del posto: i coloni volevano evitare che si formasse una coscienza nazionale e infatti non diedero impulso al sistema scolastico (limitato fu il contributo della madrepatria allo sviluppo della colonia): per questo si sviluppò un’opposizione indiana all’impero inglese (sfocia nel movimento indian national congress). In questo periodo inoltre la gb trasformò le colonie dove i bianchi si erano insediati da più tempo in dominions (comunità indipendenti, legate da un vincolo di fedeltà al regno unito) es Australia, Nuova Zelanda ecc che conobbero una grande crescita. La conquista dell’Africa l’espansione coloniale in Africa accese molto l’opinione pubblica. Anche qui forte era la presenza 1. dell’inghilterra accresciuta dalla politica di Disraeli con l’acquisto delle azioni del canale di Surez e con la guerra contro il zulu una comunità guerriera che sfidava il dominio inglese nella zona e che sarà annientato dalle truppe della gb segnando un cambiamento dall’imperialismo informale a quello diretto. Egitto: controllato indirettamente dagli inglesi ma scoppia una rivolta nazionalista, che la gb cerca di sedare ma la regione rimane instabile; il Sudan era controllato dall’Egitto e fu agitato da una guerra santa vs gli egiziani si riuscì ad instaurare uno stato mussulmano tenendo in apprensione la gb; la rivolta fu domata ma si estese alla Somalia. Il possesso del Sudan era cruciale per il controllo inglese auspicato sull’egitto, ma lo stato si trovava sulla via di possedimenti francesi in Africa quindi: tra le due potenze > tensione > due piccoli contingenti si affrontano > la francia rinuncia al conflitto sancendo la superiorità della gb. 2. Anche la francia di Napoleone III era lanciatissima nella conquista dell’Africa: aveva ampliato i confini dell’Algeria, del Senegal ora mantenendo le istituizioni esistenti (controllate dalla madrepatria), ora avviando una francesizzazione degli indigeni; avvia una presenza in egitto, protettorato sulla tunisia, Congo, Madagascar ecc. Anche potenze minori es Italia, Germania, Belgio cominciarono a guardare all’Africa. Quindi fu necessario un incontro in cui i rappresentanti diplomatici si incontrassero per decidere la spartizione del paese > congresso di Berlino (84-85) si disegnarono geometricamente i confini degli stati senza rispettare le differenze etniche, religiose delle popolazioni autoctone. Dopo questo incontro l’espansionismo riprese: Ing Zanzibar e Zimbabwe, francia in SnegaL, Germ in Namibia sterminò la popolazione (ripercussione su equilibri diplomatici europei); Italia si mosse alla volta di Assab e Massaua con la speranza di conquistare l’etiopia ma senza successo, Giolitti invase la Libia dichiarandola annessa prima ancora di averla conquistata. Gli equilibri del continente erano precari: lo si vede dalla guerra anglo boera scoppiata perché i coloni boeri non volevano accettare l’imperialismo inglese: gli inglesi conquistarono johannesubrg e pretoria ma la tecnica di guerriglia posta in essere dagli avversari allungò il conflitto prima che potesse essere proclamata la pace e la superiorità degli inglesi. Questa guerra accrebbe il sentimento nazionalistico e il clima di tensione tra le potenze europee es in germania ogni successo boero era visto come una 17 sconfitta degli inglesi; la conquista dell’africa quindi peggiorò il clima in europa ma diede problemi anche ai singoli paesi europei perché le colonie andavano gestite e molto spesso i coloni si opposero alla dominazione; i paesi europei dovettero inoltre far fronte a problemi di natura etnica che non comprendevano fino in fondo e, al contempo, dovevano anche impegnarsi a trarre profitto dalla colonia altrimenti l’impresa non sarebbe stata considerata legittima dalla popolazione europea. L’EUROPA DELLE GRANDI POTENZE Riforme interne e politica di potenza La prima globalizzazione > trasformazioni nei paesi del vecchio continente > processo di democratizzazione: suffragio universale maschile, ampliamento diritti politici, leggi a tutela dei lavoratori, maggiore rilevanza alle donne, protagonismo delle masse, nuovi centri di potere industriale che sfidano gli antichi proprietari terrieri. Allo stesso tempo, in europa > maggiore conflittualità tra le potenze; rifondazione delle relazioni internazionali ma si passa a rigidi blocchi di alleanze. La Gran Bretagna dopo il ’70 il primato in campo economico cominciò a diminuire, in senso sia quantitativo che qualitativo (es acciaio inglese più scadente rispetto a quello tedesco) > l’industria rallentò, ma poiché l’economia inglese dipendeva molto dalle colonie, non poteva attuare soluzioni protezionistiche. Si prediligeva ancora la cultura umanistica, piuttosto che quella tecnico-scientifica > distacco tra mondo delle università e industrie causò un ritardo sull’innovazione tecnologica; sul piano sociale si verifica il fenomeno della gentrification: la borghesia imprenditoriale cominciò ad adottare stili di vita della gentry ossia la piccola e media nobiltà terriera; si consolidò così un blocco agro-finanziario che tendeva ad emarginare l’imprenditorialità industriale. Dal punto di vista politico: 1. Disraeli: dopo la sconfitta di Gladstone > Disraeli (conservatore) accentuò i temi dell’orgoglio nazionale e dell’espansione imprenditoriale; in politica interna: varò misure per alleggerire la giornata dell’operaio, ristruttura abitazioni operaie, riforma il sistema sanitario; politica estera: acquisto azioni della compagnia del canale di Suarez, controllo su cipro, inizia il dominio diretto sull’india (incoronazione della regina vittoria); ma difficoltà dovute alla depressione agricola + le guerre in Asia e Africa > fanno cadere il governo di Disraeli e ritorna Gladstone. 2. Secondo Gladstone: politica interna: allarga l’elettorato, provvedimenti nei confronti delle istituzioni sindacali, afferma il principio della responsabilità dell’imprenditore nei confronti del suo operaio; politica estera: propone di concedere autonomia all’irlanda ma fu una proposta fortemente osteggiata > scissione del partito liberale guidata da Chamberlain > formazione del “partito unionista” priva Gladstone della maggioranza il quale si dimette. Quindi alleanza tra Salisbury (conservatore) + Chamberlain (liberale). 3. Governo di Salisbury-Chamberlain: politica conservatrice; più importante fu il contributo di Chamberlian che sostenne lo “splendido isolamento” della gb come modo per rafforzarla politicamente. Accettando la logica dell’alternanza dei partiti, la gb si avviava verso la democratizzazione (sebbene comunque non fosse democrazia compiuta es camera dei lord più potente, non ancora suffragio universale); la democratizzazione è evidente soprattutto dall’importanza data al movimento sindacale condivisa anche dai conservatori: così questi riuscirono a restare al potere per circa un ventennio anche se non furono in grado arrestare il processo di rallentamento dell’economia. La Germania e l’egemonia europea il Sondeweg tedesco è stato interpretato in termini di scoialimperialismo: stretto rapporto tra protezionismo, militarismo, riforme sociali dall’alto ecc.> crescita economica dovuta alla disponibilità di materie prime, alla diffusione dell’istruzione elementare (> qualificazione lavoro operaio), modernizzazione dell’agricoltura, capitali che si indirizzarono verso l’industria e protezionismo. Questa crescita ebbe riflessi sulla società: formazione di un ampio proletariato e del movimento operaio che premette per un maggiore potere al parlamento, ma inutilmente perché esso continuò a influire limitatamente sul cancelliere: il kaiser determinava sempre la maggioranza nel parlamento e l’aristocrazia (junker) dominava nell’esercito e nell’alta burocrazia statale: questi sono i limiti della modernizzazione tedesca. Comunque, per cercare la maggioranza Bismarck si allea con i liberali contro il partito cattolico del zentrum; poi però quando il movimento operaio cominciò a preoccupare il cancelliere egli si allea con i conservatori e ottiene i voti del zentrum che gli servirono per varare leggi vs socialisti. Nonostante si rifiutasse di includere i movimenti popolari 20 berlino fu una svolta: prima c’erano state solo crisi diplomatiche tra le grandi potenze su questa questione, adesso le aspriazioni nazionaliste dei gruppi di quest’area cominciavano a coinvolgere attivamente le grandi potenze europee; di lì a poco la situazione sarebbe precipitata. Penisola iberica: fu ai margini dello sviluppo; Portogallo qualche segno di progresso, scontro con i britannici ma alla fine soccombono alla gb. Spagna: dopo gli intrighi per la successione di Isabella II, conosce una fase di stabilità solo apparente data dall’adozione di misure protezionistiche per evitare la grande depressione ma poi comunque crisi. A fine ‘800 si instaura Alfonso XII che crea una monarchia costituzionale che si fondava su un esecutivo nominato dal sovrano e un sistema bicamerale. Si cercò di migliorare lo stato (infrastrutture, settore delle finanze comincia a svilupparsi ecc) ma la burocrazia era corrotta e inefficiente, oltre che comincia ad emergere il movimento operaio. In politica estera: si cerca di domare le rivolte a Cuba (possedimento importante per l’esportazione di prodotti catalani e per ragioni di prestigio) ma senza successo: a fine secolo infatti la spagna perse cuba, portorico e le filippine. L’ITALIA LIBERALE Il nuovo stato l’elite centrosettentrionale che lo doveva governare si rese conto che era un paese a lei sconosciuto, c’era diversità do culture, di stili di vita, di lingue. Per far fronte a questa forte diversità > accentramento politico con Ricasoli (dopo cavour): a. legge rattazzi: impone il centralismo degli ordinamenti comunali e provinciali piemontesi a tutto il paese; b. istituisce la figura del prefetto: dipendeva dal ministero degli interni e controllava tutta la vita associata con una pesante ingerenza sugli enti locali espressione dell’accentramento; c. leggi di unificazione legislativa e amministrativa > assegnavano competenze limitate ai comuni, il sindaco era di nomina regia, limitazione della libertà personale; d. legge casati: istituisce la scuola elementare >l’istruzione diviene pubblica e laica; e. non c’era un sistema giudiziario autonomo, la magistratura dipendeva dall’esecutivo. Lo statuto albertino dava poteri ampi alla monarchia sabauda, i ministri rispondevano al re, non al parlamento, il senato era nominato dal re, e un suo controllo c’era anche sulle forze armate; il diritto di voto era limitato ai cittadini maschi selezionati in base al livello di istruzione e al censo, ma si dava maggiore importanza ai propietari terrieri piuttosto a coloro che svolgevano professioni liberali: rimanevano esclusi i ceti medi e le masse popolari; i deputati erano eletti mediante un sistema maggioritario uninominale che garantiva la supremazia di singole elite, legate ad interessi locali > sviluppo di clientelismo e personalismo. Ciò fece in modo che non si sviluppassero partiti veri e propri fondati su chiare scelte diverse > rimase forte la differenza tra pese legale e reale e l’autorità prevalse sulla libertà. Comunque si creò un mercato nazionale > rafforzamento dei ceti borghesi, riduzione peso aristocrazia ma la popolazione essendo perlopiù concentrata nelle campagne, percepì lo stato solo attraverso la sua pressione fiscale e il suo intervento repressivo sull’ordine pubblico. La destra storica dal momento dell’unità si opponevano in governo due orientamenti: destra storica (Sella, Ricasoli, Lanza ecc) eredi di Cavour, proprietari terrieri, spesso aristocratici che adottarono un atteggiamento “paternalistico”, usando l’amministrazione dello stato come strumento politico; e la sinistra storica (Depretis, Crispi ecc) ex democratici provenienti dalla piccola e media borghesia che volevano un allargamento del suffragio e più dinamici (ma no estrema sinistra che rimase fuori dalla politica perché non aveva giurato alla corona). Inizialmente destra storica (61-75) > problemi da affrontare: 1. brigantaggio: a sud bande fuorilegge attaccavano città e villaggi espressione della delusione dei meridionali per l’unità, della precarietà delle loro condizioni, e dell’intolleranza verso la pressione fiscale del nuovo stato > lotta dura che impegnò gran parte dell’esercito: fu dichiarato lo stato d’assedio e ne seguì una pesante repressione dei rivoltosi; 2. Rivolte nelle campagne centro-nord per la reintroduzione della tassa sulla macinazione imposta per far fronte al debito pubblico e ai costi di guerra contro l’austria. Aspetti positivi: realizzato il pareggio di bilancio grazie alla vendita dei beni confiscati agli ecclesiastici e alla sospensione della convertibilità in oro della lira (che provocò la svalutazione della moneta e l’aumento dei prezzi); non si investì molto nell’agricoltura, ma più nella speculazione finanziaria ed edilizia; ci fu l’unificazione doganale del paese, costruzione di strade e ampliamento della ferrovia data in gestione a gruppi privati. Politica economica: la destra seguì una 21 linea liberista per modernizzare il paese, puntò però sulla produzione agraria più che su quella industriale ma comunque l’agricoltura italiana soffrì l’arrivo dei grani americani sul mercato internazionale e le produzioni pregiate del sud risentirono delle tariffe doganali imposte da altri paesi. Altro problema di debolezza era l’acquisizione del veneto e di roma per realizzare la completa unità che avvenne grazie allo sfruttamento delle rivalità tra le grandi potenze europee. A. il veneto: lo ottenne perché bismarck coinvolse l’italia nella guerra vs l’austria ma fu determinato dalla vittoria tedesca non da quella italiana (l’italia fu sconfitta a lissa e a custoza). B. Questione romana: roma era considerata la capitale naturale del paese, ma era sotto il dominio del papa che era protetto da Napoleone III. I moderati si trovarono tra due fuochi: da una parte i francesi che escludevano l’annessione della città al regno, dall’altra i democratici che volevano per forza ottenerla: ’62: Garibaldi conduce una spedizione a Roma, ma il governo italiano, per evitare l’intervento francese, manda un esercito che si scontra con le truppe garibaldine sull’aspromonte > garibaldi arrestato > convenzione di settembre (64) il governo italiano si impegna a tutelare lo stato pontificio e a trasferire la capitale da torino a firenze; ’67: Garibaldi organizza un’altra spedizione repressa dalle truppe papali + Napoleone III. Ma: guerra franco prussiana fa cadere napoleone III quindi nel ’70 > breccia di porta pia > esercito italiano conquista Roma. Ma il governo dovette affrontare l’opposizione papale: Cavour adotta una soluzione diplomatica “chiesa libera, libero stato” (due poteri separati) ma Pio IX con il Sillabo si schierò contro questa decisione; la destra tentò una conciliazione ma le esigenze di bilancio la portarono a nazionalizzare le proprietà immobiliari, aprendo le ostilità. Nel ’71> lo stato italiano riconosce il papa sovrano dello stato del vaticano, gli assegna una rendita annua, ampie libertà e no controllo da parte delle autorità dello stato ma Pio IX si oppone e vieta ai cattolici di partecipare alle elezioni politiche del paese: il contrasto tra stato e chiesa non era quindi risolto. A partire dagli anni ’70 il contrasto tra destra e sinistra divenne meno netto, e nel ’74 alle elezioni la sinistra si rafforzò per i consensi della borghesia meridionale; scoppia la questione ferroviara: la destra propone di riscattare le strade ferrate dai privati e assegnare la gestione di esse allo stato, i parlamentari toscani si opposero > crisi di governo del ’76 > nuovo governo della sinistra con depretis > allargamento delle basi sociali dello stato che segna una svolta. La sinistra storica il successo della sinistra fu dovuto alle istanze di rinnovamento di cui era portatrice e al contributo degli elettori del sud. Depretis al governo 76- 87: si parla di trasformismo ma comunque non c’erano molte differenze tra governo ed opposizione e l’orientamento rimase moderato. Riforme della sinistra: rese facoltativo l’insegnamento della religione nelle scuole elementari + obbligo di frequenza di queste (per fronteggiare l’analfabetismo ma non molti risultati); ampliamento dell’elettorato nei ceti borghesi; abolì il corso forzoso della lira e la tassa sul macinato; assicurazione facoltativa sugli infortuni sul lavoro che solo dopo un lungo dibattito diventa obbligatoria (c’era chi si opponeva all’ingerenza dello stato nelle questioni economiche); limiti del lavoro infantile e migliorie sul lavoro. Comunque la situazione italiana rimase di grande miseria: malattie: tubercolosi, pellagra, malaria > “italia malata” > alto tasso di mortalità infantile. In economia si abbandona il liberismo per il protezionismo nel contesto della grande depressione per fronteggiare la concorrenza estera (soprattutto usa sul grano) e fu il presupposto dell’industrializzazione del paese ma fece rimanere anche arcaica l’agricoltura cerealicola al sud ponendo le basi per l’emigrazione di molte persone verso le americhe. Con l’abolizione del corso forzoso della lira aumenta il flusso dei capitali stranieri (tedeschi) in italia impiegati nel settore ferroviario e meccanico > accelerazione dello sviluppo industriale es in ambito siderurgico e ammodernamento del sistema bancario. Nonostante ciò la vita materiale rimaneva complicata e misera, i salari bassi, gli orari di lavoro pesanti e le fasce deboli sfruttate. Politica estera: il contesto era cambiato per l’apertura del canale di Suez e per il crollo dell’impero francese > il paese si avvicina alla germania con l’adesione alla triplice alleanza (82) alcuni si opposero però perché questo significava rinunciare a trento e trieste (che erano austriaci) ma nell’87 la situazione si calmò perché, in caso di conflitto italo-francese l’italia avrebbe avuto diritto a compensi territoriali se l’austria si fosse espansa nei balcani. Quest’alleanza con la Germania stimolò anche l’avvio di una politica estera coloniale italiana acquisì Massaua e Assab ma la 22 spedizione si rivelò un fiasco per la sconfitta in Etiopia; comunque il nascente colonialismo si pose come strumento di aggregazione del paese. La questione sociale scoppia in Italia grazie alle inchieste che mettono in evidenza l’arretratezza dell’economia e della società del paese; alcune di esse si concentrano sul sud es Franchetti-Sonnino o Villari, altre su indagini igienico-sanitarie. Essa evidenziò i limiti dello stato liberale quindi emersero due forze che si divisero i consensi delle masse popolari 1. Il movimento operaio e il socialismo: a. le prime org affermatesi nel mondo del lavoro erano le società di mutuo soccorso che raccoglievano fondi per gli ammalati e gli invalidi e nel corso del tempo si erano politicizzate seguendo mazzini, ma poi si erano orientate verso le posizioni di garibaldi che le spinse verso il socialismo; una peculiarità italiana è il fatto che queste associazioni nascono prima dell’industrializzazione e sono legate ad artigiani e lavoratori manuali non inseriti in strutture capitalistiche. B. la prima internazionale in italia si risolse in posizioni anarchiche infatti gli interazionalisti promossero insurrezioni ma fallirono > Costa fonda il partito socialista rivoluzionario di romagna entrando al parlamento; c. a Milano dai radicali si staccano il Partito operaio italiano di Lazzari che si allontanò dalle posizioni più estreme di Cavallotti e un gruppo di intellettuali marxisti che fondarono la Lega socialista (tra i quali spiccava Turati); d. nel 1891 nasce a Milano la prima camera del lavoro che si pose l’esigenza di dotarsi di uno strumento di rappresentanza politica; e. nasce a Genova il partito dei lavoratori italiani nel 92 che segna la scissione dei socialisti dagli anarchici della democrazia radicale, poi chiamato partito socialista italiano ed ebbe molti consensi tra i braccianti agricoli e i lavoratori urbani. 2. Il movimento cattolico: non volevano conciliarsi con lo stato italiano, fondano l’opera dei congressi entro la quale ricondurre le attività sociali. Leone XIII nel 91 con l’enclitica rerum novarum sostenne la necessità di conciliazione tra lavoratori ed imprenditori condannando il capitalismo e il socialismo incoraggiando l’associazionismo popolare e operaio dei cattolici > cattolicesimo sociale fortemente critico verso il socialismo. Ma all’interno dei cattolici c’era anche una componente moderata che voleva la ricomposizone del conflitto stato chiesa > ci fu l’alleanza con i liberali in funzione antidemocratica e antisocialista. L’età crispina (87-96) morte di Depretis > Crispi primo ministro (ex garibaldino siciliano) > governa in due intervalli: 87-91 e 93-96. 1 fase 87-91: politica interna: modernizzazione dello stato ma di carattere accentratrice e autoritaria; rafforzamento dell’esecutivo, subordinazione dei prefetti al ministero dell’interno, estensione dell’elettorato ma con più controlli, misure sulla pubblica sicurezza: affermazione della libertà di riunione ma allo stesso tempo limitazione di essa, misure preventive nei confronti delle classi pericolose per la società; codice penale di Zanardelli: abolizione della pena di morte, riconoscimento del diritto di sciopero ma limitazione di esso, istituzioni ecclesiastiche e di beneficenza sotto il controllo dello stato > aumento delle tensioni tra chiesa e stato. Politica estera: sostenne l’espansione coloniale, antagonismo con la francia che lo spinse ad accogliere capitali tedeschi in ita e ad appoggiare l’austria nei balcani, avvicinamento alla gb che voleva contenere la spinta francese nel mediterraneo: espansione nel corno d’africa: conquista dell’eritrea e proclamazione del protettorato italiano sull’etiopia ma questo rimase senza seguito: questo aspetto + l’aumento delle spese militari > 91 caduta di Crispi. Gli succede Giolitti nel 92 (piemontese): politica moderata > riunisce molti istituti abilitati a battere moneta nella Banca di Italia ma scandalo banca romana (finanziamenti illegali a crispi e giolitti) > giolitti si dimette nel 93. La sua moderazione non era in grado di far fronte alla difficile situazione italiana: nel 93 in sicilia ci fu lo sciopero dei fasci sciliani, un movimento diretto da democratici e socialisti che voleva miglioramenti salariali e la spartizione del latifondo tra i contadini. 2 fase di Crispi 93-96: torna al potere e reprime la rivolta dei fasci e dei rivoltosi delle altre parti d’italia che si unirono alla sollevazione; proclamò leggi che limitavano la libertà di stampa e mise fuori legge il partito socialista ma non riuscì ad approvare una riforma dei contratti agrari per l’opposizione dei propietari terrieri; il ministro del tesoro Sonnino cerca di risanare il bilancio aumentando le imposte indirette sui consumi, assegna alla banca d’italia il servizio di tesoreria dello stato (premesse per la banca centrale), accolse capitali tedeschi che permisero lo sviluppo delle banche miste. Questa politica conservatrice e autoritaria non piacque ai repubblicani, radicali e socialisti che per le elezioni milanesi si unirono nella lega per la difesa della 25 egemonica europea sul continente americano. Venne aperto un canale nella zona di Panama e nelle altre aree di interesse coloniale il governo affermò la politica della porta aperta (rispetto reciproco delle diverse zone d’influenza) es in Cina ma questo venne messo in crisi dal controllo che il Giappone assumeva dell’impero cinese. Con Taft si rivela esplicito la connessione tra espansione coloniale e interessi delle grandi compagnie: in america centrale molti investimenti statunitensi e le maggiori società usa si internazionalizzano > creazione di stabilimenti produttivi all’estero > prime multinazionali. Con Wilson ancora conquiste: Cuba, Rep domenicana ma anche accentuazione della conflittualità con il messico: gli americani intervennero nella guerra civile per salvaguardare i propri interessi, infatti il dittatore cade per far posto ad un governo moderato; ma nel ’16 Villa fomentò disordini per scatenare un conflitto con gli usa > questa guerra si rivelò infruttosa per gli americani ma produsse in Messico una duratura ostilità contro gli Usa. L’EUROPA FRA 800 E 900. Società di massa, partito moderno, stato-nazione la crescita economica di fine ‘800 accentuò le distanze tra nord e sud; i rapporti commerciali erano diseguali: i paesi sviluppati esportavano manufatti realizzate con le materie prime provenienti da quelli più poveri e primi esercitavano un dominio coloniale sui secondi. I paesi dell’america latina sfuggivano a questa sproporzione: es Argentina > paese ricco, esportava prodotti agricoli, pelli e carne ma si sviluppa anche il settore manifatturiero > solo che le diseguaglianze sociali rimangono alte: i grandi proprietari terrieri avevano un rapporto privilegiato con i governi; limite dello sviluppo industriale era che era alimentato dall’esterno attraverso l’afflusso dei capitali esteri; quando con la 1 gr mondiale i mercati finanziari chiusero, questo sviluppo si arrestò. A fine secolo si vive una nuova espansione capitalistica > clima di benessere > belle epoque > ostentazione del lusso, non più solo soddisfacimento dei bisogni primari per i ceti urbani più agiati. Migliora il tenore di vita delle classi popolari: sviluppo di partiti socialisti, sindacati, occupazione si estese ecc ma c’era ancora molto contrasto tra la ricchezza dei più abbienti e la vita dei lavoratori > tendenze radicali, conflittualità operaia. Cresce anche il settore terziario > formazione della classe media es impiegati non pagati molto di più rispetto agli operai ma più istruiti e curati nell’abbigliamento, decoro famigliare ec > chiamata classe piccolo borghese. Nascono i consumi di massa la pubblicità, la vendita a rate che consente l’accesso a nuovi beni di consumo, si diffonde lo sport (tennis per le fasce alte, calcio in quelle basse), i liberi professionisti accumulano prestigio sociale (es medici). Si diffonde l’istruzione e nei paesi sviluppati l’analfabetismo è ridotto, si sviluppano i mezzi di comunicazione di massa > nasce l’opinione pubblica > crisi dei sistemi liberali selettivi fondati sul censo; i diritti politici si ampliano alle donne es in Nuova Zelanda poi in GB; cresce il peso delle masse popolari la cui importanza fu riconosciuta anche dalle elite. Perse importanza il la religione > secolarizzazione, ma una parte dei fedeli cominciò a voler acquisire rilevanza politica in contraddizione con gli orientamenti conservatori. Nascono i moderni partiti di massa, organizzati su base nazione, dotati di apparati burocratici, guidati da leader carismatici che mettono in crisi i sistemi liberali del passato anche se l’estensione del suffragio, lo sviluppo dell’istruzione ecc non portarono ovunque ad una tendenza alla democratizzazione, però comunque gli stati svilupparono nuovi meccanismi di costruzione del consenso > nazionalizzazione delle masse grazie anche ai mezzi di comunicazione: diffusione di lingue, tradizioni, simboli (es inno, bandiera ecc) condivisi grazie alla scuola e alla stampa > rafforzano la coesione. Aumenta quindi il senso di appartenenza e anche le rivendicazioni di indipendenza es iralanda, polonia ecc o il movimento sionista con l’obiettivo di dar vita ad uno stato ebraico. All’interno degli stati preesistenti si afferma il nazionalismo dovuto in parte all’azione dei governi, in parte a movimenti politici autonomi antagonisti dei governi e ben presto divennero aggressivi, imperialisti, si affermano tendenze xenofobe, razziste ecc. Paralleleamente c’è l’affermazione del cosmopoltismo unificazione di pesi e misure, esposizioni internazionali, divisione del mondo in fusi orari, premio nobel ecc > tendenza a creare un mondo più unito. Il movimento operaio e il socialismo tra fine ‘800 e inizio 900 > movimento operaio diventa protagonista della vita sociale perché gli operai cominciarono a riconoscersi e considerarsi un gruppo omogeneo per il lavoro, le abitazioni, le abitudini alimentari ed il vestiario, la passione per il 26 calcio ecc. Si formano le organizzazioni sindacali moderne che si unificano su scala regionale e nazionale e combattono per migliri condizioni lavorative, per salari più alti ecc: questi furono riconosciuti per legge in alcuni paesi es in Belgio e in Francia. A partire dagli anni ’70 > primi partiti politici che si richiamavano alla classe operaia ma inizialmente non erano nazionali ma solo sezioni della prima internazionale eccetto il partito socialdemocratico tedesco che divenne partito guida nella formazione del movimento operaio ma fu osteggiato da Bismarck, ma nonostante ciò divenne il più grande partito tedesco e ottenne l’abrograzione delle leggi antisocialiste; nel giro di pochi anni nascono partiti del genere anche in francia, italia ecc. Nel ’89 a Parigi nasce la seconda internazionale che a differenza della prima non era unitaria ma era una struttura federativa tra autonomi partiti nazionali: organizzava congressi in cui si diffondevano concetti chiave per i quali lottare es le 8 ore, migliori condizioni ecc e si cominciò a celebrare la giornata dei lavoratori il primo maggio in ricordo dei martiri di chicago (operai condannati a morte per aver partecipato ai tumulti). I partiti operai avevano tutti come ideologia di base il marxismo: con la rivoluzione si sarebbe eliminata la società capitalistica grazie alla collettivizzazione dei mezzi di produzione, ma nell’attesa di un’inevitabile rivoluzione si adottavano posizioni più moderate es l’educazione, la lotta contro l’ignoranza, sviluppo della solidarietà ecc. I partiti però al loro interno furono lacerati da contraddizoni: il marxismo stesso si biforcò: da una parte Bernstein voleva una politica di riforme ma l’alleanza con la borghesia progressista, all’altra kautsky era sostenitore di una linea ortodossa; e alla fine anche gli esponenti di tali partiti parteciparono a governi borghesi. Altra questione era il rapporto tra le lotte economiche e quelle poltiiche: i sindacalisti rivoluzionari che assegnavano allo sciopero generale una funzione rivoluzionaria rimasero minoritari, mentre prevalsero i moderati: queste divergenze nel primo ventennio del 900 porteranno alla rottura. Un problema era il fatto che questi partiti erano contro il militarismo e la guerra sostenuta es da Engels ma sorsero divergenze su come ci dovesse comportare in caso di scontri tra gb e russia > nessuna risposta perché il congresso internazionale dove si doveva discutere di questo non si tenne e alla prima gr mondiale i partiti si schierarono a fianco dei governi borghesi, quindi prevalse il senso di appartenenza nazionale più che l’internazionalismo; i movimenti operai di ciascun paese quindi furono diversi: nei regimi parlamentari dei paesi sviluppati si integrarono nello stato es gb = orientamenti moderati e non socialisti, proletariato di riconosceva nel liberalismo, e il labour party soppianterà i liberali nel confronto con i conservatori; in quelli autoritari dei paesi arretrati meno > sviluppo di tendenze rivoluzionarie es in Russia con Lenin che si ribellò all’autarchia dello zar costruendo un partito centralizzato di rivoluzionari di professione > divisione della socialdemocrazia tra bolscevichi e menscevichi (maggioritari/minoritari). Due casi intermedi furono la Francia, in cui era forte la tradizione della rivoluzione francese che ostacolò l’affermarsi del marxismo, qui il partito socialista si caratterizza per uno spiccato sentimento nazionale, difese la repubblica vs i conservatori e accentuò il carattere politico-elettorale; ebbe un rapporto difficile con il sindacato, più rivoluzionario che all’azione politica contrapponeva lo sciopero generale; e la Germania dove il partito socialista costituì una cultura alternativa a quella della classe dominante ma rimase escluso dal potere centrale, stessa cosa per l’italia. Negli USA il partito socialista non riusicì a spezzare il dualismo repubblicani/democratici mentre furono fondati i sindacati moderni: affrontano questioni es la massiccia immigrazione ecc; in Argentina anche sviluppo dei sindacati legati alle agitazioni nelle piantagioni ma furono represse, mentre il partito socialista si scontrò con le istituzioni oligarchiche legate alla propietà terriera e con l’atteggiamento paternalistico populista delle classi dirigenti; in Asia e Africa l’arretratezza dell’economia limitò le esperienze sindacali, ci furono esperienze ma molto limitate. Mentre in India nell’85 viene fondato il Indian National congress e più tardi si tenne la prima conferenza del movimento panafricano fautore dei diritti civili delle persone soggette ad espansione coloniale europea in Africa. Gran Bretagna il governo Salisbury-Chamberlain > linea imperialista in politica estera e conservatorismo interno che si fece sempre più repressiva in Irlanda > propone di costituire unione doganale tra gb e territori dell’impero ma no successo > ritorno dei liberali + partito del lavoro > democratizzazione del paese + legilsazione sociale (salari minimi, 8 ore di lavoro, sistema previdenziale pubblico) ma 27 introduzione della progressività dell’imposta sul reddito (reddito + alto, + tasse) opposta dai conservatori > problemi interni > elezioni straodinarie > successo comunque dei liberali > ampliamento diritto di voto; le donne però continuano ad essere escluse > movimento delle suffragette (da America a Gb) si battevano per la dignità femminile e il voto. Situazione difficile in irlanda > tensioni interne tra i protestnati dell’Ulster vs i cattolici nazionalisti che volevano l’indipendenza: alla vigilia della prima gr mondiale il paese era ad un passo dalla guerra civile. Francia divisione interna: democratici repubblicani vs restauratori della monarchia > coalizione repubblicani + socialisti > nuovo governo repubblicano ed egemonia del blocco delle sinistre > attacco alla chiesa cattolica: restrittive dell’insegnamento religioso > rottura delle relazioni diplomatiche con il vaticano, legge di separazione tra stato e chiesa. Le tensioni interne però aumentano > i socialisti escono dal blocco e tolgono l’appoggio al governo; il governo represse in maneira dura le lotte sociali ma ampliò la legislazione sociale del paese es riposo settimanale obbligatorio, pensioni di anzianità ecc ma comunque i socialisti cominciavano ad avere sempre più consensi alle elezioni. Alla viglia della guerra la francia era in una situazione di forte instabilità (scontro tra conservatori e movimento operaio) ma alle elzioni del 14 i radicali, repubblicani e socialisti ottengono una grande maggioranza dando l’avvio al governo del presidente Viviani (socialista indipendente). Gli imperi centrali 1. Germania: dopo la caduta di Bismarck Guglielmo II instaurò un regime personale: politica estera aggressiva (militarismo, nazionalismo), “politica mondiale”: potenziamento armamenti del paese, iniziativa tedesca in Medio oriente effetti = riarmo gb che si avvicina alla francia e russia > consolidamento blocchi di alleanze; politica interna: verso destra con isolamento della socialdemocrazia. 2. Impero asburgico: dopo il compromesso del ’67, mvimento nazionalista dei giovani cechi che chiesero il bilinguismo (ceco e tedesco) in Boemia e Moravia: il governo centrale non aveva potere, e così fu introdotto ma > reazione della componente tedesca > proclamazione dello stato d’assedio > bilinguismo revocato ma questione irrisolta. La Cisleithania (parte austriaca dell’impero): scontri interni > i socialdemocratici volevano la soluzione federale (austria insieme di nazioni con uguali diritti) tutti gli altri partiti erano contro la richiesta di nazionalità di etnie non tedesche, ma comunque non ci furono sostanziali richiese indipendentiste. Transleothania invece aveva problemi sulle questioni nazionali: gli ungheresi aprirono un contrasto con la corona per ottenere la piena autonomia (67) ma alla fine > compromesso > gli ungheresi non volevano il suffragio universale per mantenere il controllo del parlamento di Budapest. Anche nei Balcani sviluppi dei movimenti nazionalsiti: da una parte c’erano gli slavi del sud che volevano fondare la iugoslavia, dall’altra i croati volevano fondare la Grande corazia: le cose peggiorarono perché i serbi cominciarono ad usare una linea terroristica e queste spinte nazionalistiche mettevano a dura prova l’impero asburgico già molto debole. La Russia Nicola II riprese la politica aggressiva del padre, russificaizone delle nazionalità non russe, assenza di riforme > potenziamento opposizioni clandestine ossia Partito socialista rivuoluzonario e il partito operaio socialdemocratico che si divise tra bolscevichi (maggioritari) guidati da Lenin, radicali, volevano la rivoluzione, movimento ristretto composto da militanti professionisti e menscevichi più moderati, volevano una rivoluzione democratico-borghese e volevano costruire un partito di massa sul modello delle socialdemocrazie europee. A questi si aggiunge il Partito costituzionale democratico chiamato cadetto: nei primi anni del 900: intensificarsi degli scioperi + terrorismo dei socialisti rivoluzionari + i liberali chiedevano una costituzione. La politica di sviluppo di Witte (ministro) che irritò i conservatori + la guerra con il Giappone > aumento della conflittualità interna > nel 1905 a San Pietroburgo un corteo guidato da un sacerdote della chiesa ortodossa si dirige verso il Palazzo d’inverno chiedendo allo zar di porre fine alla guerra + libertà politiche + limitare gli orari di lavoro > domenica di sangue: le truppe fecero strage dei rivoltosi > scioperi e agitazioni, nel soviet di S.P.Burgo maggioranza ottenuta dai menscevichi mentre nelle campagne protesta dei boloscevichi, + estensione della rivolta in Polonia e Geogrgia. Lo zar per recuperare il controllo > concede libertà (di parola, di stampa ecc) + parlamento elettivo (duma)> il fronte rivoluzionario si divide boloscevichi non accettano, i moderati si. Le lezioni le vincono il partito cadetto, ma la duma fu sciolta dal governo conservatore e le tensioni si smorzarono. Ma non si trona alla situazione 30 federterra organizzazione eminentemente bracciantile che si precluse la possibilità di intervenire in altri settori del mondo rurale italiano e si pose come obiettivo la collettivizzazione della terra: molto diffusa a nord a sud quasi per niente. Crescita anche del partito socialista che aveva struttura localistica (fungendo da punto di riferimento di un variegato universo socialista) > la strategia riformista di turati privilegiò le riforme sociali piuttosto che le grandi riforme politico istituzionali e appoggiò Giolitti, di contro però si forma una sinistra rivoluzionaria che conquistò in un primo momento la maggioranza (a inzio 900 per le lotte di operai e contadini) ma lo sciopero generale non ebbe successo e quindi i riformisti ritornarono ad essere maggioritari > nasce la confederazione generale del lavoro, i radicali isolati. Ma le cose sarebbero cambiate a breve: dopo la crisi del 1907 la ristrutturazione capitalistica dell’industria la svolta a destra della poltiica dopo la guerra in libia ridussero il margine delle riforme di turati e quindi gli intransigenti recuperano terreno nel PSI. La sinistra radicale trovò il leader in Mussolini, direttore dell’Avanti!; con la sinsitra rivoluzionaria si rafforza il partito socialista e le lotte operaie mentre l’ala riformista cominciò ad avere sempre meno egemonia sul movimento operaio italiano: la crescita dell’area intrasigente nel PSI era uno dei fattori di crisi del governo gioilittiano. 2. Cattolici: a inizio secolo cercarono un compromesso con la classe dirgente e si alleano con i liberali; Murri rinnova la demcorazia cristiana in senso non conservatore > creazione di sindacati “bianchi” ma si scontrano con gli intrasigenti dell’opera dei congressi ma il papa scoglie quest’ultimo organismo, autorizza i credenti a votare per porre fine alla minaccia socialista e condanna la lettura delle esperienze religiose alla luce della cultura moderna. Murri viene scomunicato perché fu eletto deputato con l’appoggio delle sinistre a il movimento sindacale cattolico crebbe soprattutto al sud ma il prevalere dell’opzione moderata ridusse gli spazi dei cattolici nella poltiica italiana che si risolvevano quasi esclusivamente a compiti amministrativi. Negli anni successivi il movimento cattolico comunque cresce silenziosamente e comincia a penetrare sia nel sistema economico e finanziario che nel mondo rurale > alle elezioni si consolidò il blocco clerico-moderato (es deputato filippo meda) e nel 1913 “patto gentiloni”: dopo la riforma del ’12 che introdusse il suffragio universale maschile, Giolitti si accorda con Gentiloni, presidente dell’unione elettorale, per una cooperazione tra liberali e cattolici rafforzando le tendenze più conservatrici. Tuttavia nei primi anni ’10 erano evidenti i segni di una disgregazione del blocco giolittiano: radicalizzarsi dei conflitti sociali aveva reso impossibile la mediazione del primo ministro, i gruppi impegnati nell’economia volevano un ruolo diritto nella guida politica del paese, nel PSI prevalgono gli intrasigenti che mal tollerano il suo governo moderato. 3. Nazionalisti: come conseguenza a ciò si intensifica la destra nazionalista che riprendeva le rivendicazioni di orgine risorgimentale e le attualizzava nella prospettiva della costruzione di un’italia più grande, fautori di un atteggiamento imeprialista, antisocialista e antidemocratico. Nasce l’Associazione nazionalista italiana da subito legata ad alcuni settori industriali che con il suo programma stilato da Alfredo Rocco (giurista) sosteneva gli interessi dei produttori e puntava allo sviluppo verso l’esterno. Nella mobilitazione dovuta alla guerra di Libia conquistarono sempre più potere indebolendo sempre più il fronte giolittiano. Guerra di Libia e crisi del giolittismo 1911 Giolitti torna al potere > programma di riforme ma esso fu subordinato alla scelta di muovere guerra alla Turchia per conquistare la Libia. Agli inizi del secolo poltiica estera italiana: ripresa dell’iniziativa del mediterraneo cementata da un riavvicinamento alla francia (ita riconosce le ambizioni francesi sul marocco e ifrancesi quelle italiane sulla libia) + accordi diplomatici con le altre potenze sulla Libia; invece l’espansionismo sui balcani fu più aggressivo e determina un conflitto con l’Austria > italia intensifica la penetrazione economica in Albania, mentre a Trento e Trieste (austriache) rivendicazioni irredentiste. La guerra in libia fu decisa nel 1911 da Giolitti per fare da contrappeso all’espansione austriaca sui balcani e incontrò il consenso di tutte le potenze europee oltre che l’interesse di alcuni ceti in italia interessati ad una poltiica economica in libia es il Banco di Roma (aristocratici). Gli italiani usarono metodi brutali ma gli africani resistono : giolitti proclama la sovranità italiana sulla libia ma solo le fasce costiere vengono occupate ma la turchia nel ’12 è costretta ad accettare la vittoria italiana anche se un controllo italiano sulla regione si avrà solo nel periodo fascista. La vittoria italiana ebbe ripercussioni sugli equilibri europei perché aggravò la 31 situazione nei balcani (impero ottomano sempre più debole), riaccendendo i conflitti tra le potenze europee (sopratt Austria e Russia) per l’egemonia nella zona. In Italia la guerra raggiunse molti consensi e i soli ad opporsi furono i socialisti ma essa fu debole e incerta. La riaggregazione dovuta alla guerra mise in crisi definitivamente il potere giolittiano sebbene portò comunque avanti delle riforme es il suffragio universale maschile, tuttavia ancora contrasti sociali che portarono all’affermanzione dei socialisti (anche se i cattolici alleati con i liberali facevano da contrappeso) ma più tardi alla formazione di uno schieramento conservatore in cui confluivano destra liberale, cattolici e nazionalisti: nel ’14 Giolitti si dimise, e non fu più chiamato al governo: lo sostituì Salandra, esponente di questo blocco e l’esperimento della democrazia liberale ebbe fine. VENTI DI GUERRA Il ruolo della prima guerra mondiale: le grandi trasfromazioni economiche dell’800 e l’offensiva coloniale avevano diviso il mondo e il senso della parola civiltà era mutato. Molti hanno considerato la prima gr mondiale come uno spartiacque, ma questa è una visione eurocentrica visto che in paesi extraeuropei ha avuto molta meno importanza; comunque la rilevanza del conflitto è indubbia: coinvolse molti paesi extraeuropei > portata mondiale, gran numero di vittime, scomparsa di imperi importanti es asburgo, ascesa degli usa, società di massa, crea i presupposti per la seconda guerra e per lo sviluppo del fascismo e del comunismo. I fenomeni che hanno interessato gli anni precedenti allo scoppio del conflitto non spiegano automaticamente le ragioni di esso ma sono utili per comprenderlo meglio. Le culture della crisi Sviluppo economico > tecnologie > nuovi mezzi di trasporto es areoplani ma anche di comunicazioni es telefono, adozione di un orario unificato a livello mondiale, idea che tutto il mondo era stato scoperto dovuta a conquiste coloniali + esplorazioni del polo sud e nord; ideologia del positivismo: fiducia nel progresso e nell’avanzata inarrestabile della tecnologia e della scienza; il mondo però restava diviso tra nord e sud: il capitalismo era mutato e cercava sempre nuovi mercati. L’istruzione più diffusa insieme al suffragio universale maschile > diffusione di giornali, linguaggio giornalistico presente anche nei movimenti letterari. Periodo anche della secolarizzazione: la religione ha sempre meno ingerenza nella vita quotidiana delle persone; il tempo libero viene impiegato facendo sport, dedicandosi alle arti ecc. La città moderna cambia volto: diviene luogo di modernità, sempre più complessa: a partire dalla ricostruzione di Chicago si diffondono i grattacieli e cominciò a svilupparsi l’urbanistica (studia come ottimizzare gli spazi in città). Cambiano le arti figurative, non c’è più pretesa di realismo con l’impressionismo (dava rilevanza alla soggettività, alle impressioni) e con il cubismo (picasso): la realtà viene traslata in forme geometriche ed elementari; la rivalutazione della soggettività va di pari passo con la critica alla borghesia e alla riscoperta dell’artista importanti a questo proposito sono le avanguardie e in italia il futurismo che esaltava la macchina e la tecnologia. In filosofia Nietzsche rivaluta il periodo dionisiaco teorizzando il libero dispiegamento della volontà di potenza degli individui come premessa per una nuova felicità: è la filosofia del superuomo che sarà distorta dai nazionalismi ma in realtà suggeriva l’abbandono di una realtà unica e oggettiva. La crisi delle certezze emerge anche dalla teoria della relatività di Einstein, dopo la quale spazio e tempo diventano relativi e quindi il progresso scientifico non è più un lineare accumulo di conoscenza, e dalla scoperta dell’inconscio e dalla fondazione della psicanalisi da parte di Freud. L’universo insomma, non era più statico ma importanti erano le idee di velocità, soggettività, percezione individuale. In musica si sviluppa il jazz e una nuova scala di note che abbatte l’armonia della musica ottocentesca per sonorità più spigolose; si sviluppa il cinema che da subito punta ad un pubblico di massa, nuova forma di comunicazione immediata che abbraccia anche i ceti popolari; il teatro approfondisce sempre più l’individuo e rappresenta la sua crisi personale: tutti questi sviluppi sono coerenti per la nascita di una ceto medio che cercava rispettabilità borghese che si esprimesse in primis negli stili di vita: nasce una nuova figura di consumatore su cui la pubblicità ha grande influenza e che acquista nuovi prodotti es bici ecc a prezzi sempre più bassi. In campo economico quindi si afferma la scuola marginalista con Walras e Marshall che in antitesi alla visione marxiana vede nelle preferenze del consumatore un ruolo importante nella formazione del prezzo delle merci, alcuni sociologi poi studiarono il passaggio 32 dalla vita di paese modulata secondo rapporti personali faccia a faccia alla società moderna regolata da rapporti anonimi; altri studiosi indagarono poi cosa tenesse insieme la società moderna: alcuni sostennero un elite che avevano un ruolo di guida su popolazioni passive, altri es Le Bon mise in evidenza l’irrazionalità della folla facilmente suggestionabile, Bergson puntava sullo slancio vitale ossia la soggettività umana in grado di comprendere per intuizione la realtà naturale senza bisogno di mediazioni scientifiche. Blocchi contrapposti dopo la vittoria prussiana del ’70 in francia sentimento di revanche sostenuto da una destra nazionalista, l’impero tedesco seguì un’aggressiva poltiica espansionistica mettendo in crisi gli equilibri sanciti dal congresso di Vienna: le rivalità franco tedesche si esplicarono in due blocchi da una parte Germania + Austria vs Francia + Russia; l’alleanza austro tedesca fu determinata dal fatto che la germania aveva bisogno di preservare le sue frontiere: ad ovest con la francia, a sud con l’impero austroungartico, ad est con la Russia, a nord con la gb, per l’austria invece l’alleanza era una garanzia di stabilità e un incoraggiamento a riprende una politica di potenza in area balcanica. In questo contesto quindi, nonostante le differenze, si avvicinano Francia e Russia. L’alleanza austro-tedesca però riuscì a mettere in salvo solo il confine meridionale per la germania, ma sussistevano seri problemi anche con la gb: lo splendido isolamento non appariva più possibile e problemi con i domini coloniali la spinsero prima ad allearsi con il Giappone per contenere la minaccia russa in Asia, poi con la francia preoccupata dalla spinta espansionistica tedesca (1904): fondata sulla comune paura della germnia, l’intesa tra le due potenze riconosceva anche le pretese francesi sul marocco e quelle inglesi sull’egitto; esistevano dei problemi però: infatti la flotta russa affondò per sbaglio delle navi inglesi avendole scambiate come nemici ma le cose si risolsero con l’intervento diplomatico francese. Il clima si fece più acceso con la prima crisi marocchina: il Kaiser Guglielmo II in una crociera fece scalo in Marocco appellandolo come paese libero: schiaffo alle pretesi francesi su di esso > crisi internazionale > francia + gb impengate ad evitare un insediamento militare tedesco sul paese > conferenza di Algeciras: indipendenza del marocco. Ma questi eventi avevano aumentato il timore inglese per i tedeschi e ciò portò all’alleanza con la Francia e la Russia. I blocchi si facevano sempre più chiari e ad un consolidamento maggiore di essi partecipò anche la crisi dell’impero ottomano che risvegliò le mire espansionistiche dell’impero austroungarico che annette bosnia ed erzegovina ponendosi contro la serbia e la russia da sempre interessata alla zona: la germania isolata seguì le orme dell’austria, mentre la francia apoggiò la russia. Le cose si complicano con la seconda crisi marocchina (1911): disordini in marocco > francia vuole instauravi un protettorato > la germania chiede compensi territoriali perché sostiene che francia ha violato gli accordi di Algeciras ma la germania si ritrovò isolata perché la gb appoggia la francia e anche l’austria la abbandona. Il protettorato francese instaurato in Marocco spinge poi l’italia a dichiarare guerra alla libia > indebolimento dell’impero ottomano che si fece ancora più drammatico con le due guerre balcaniche la prima nel ’12 quando Serbia, grecia, bulgaria volevano conquistare la Macedonia = austria + italia posero il veto all’espansione della serbia acutizzando l’inimicizia con la russia, ma si concluse con un nulla di fatto; la seconda nel ’13 bulgaria vs serbia + grecia affiancate da truchia e romania = trattato di bucarest > macedonia spartita tra grecia e serbia mentre la bolugaria deve pagare compensi territoriali alle potenze avversarie. La Serbia poi invade l’albania ma viene fermata da Italia e Austria. La situazione dei balcani era fuori controllo gli stati di questa zona avevano guadagnato un’autonomia di movimento e muovevano attacchi agli stati avversari coinvolgendo anche le potenze europee. Eserciti e nazioni in questo contesto aumentò il peso delle forze militari sia nei paesi meno sviluppati dove rappresentavano modernità ed efficienza, sia in quelli più potenti dove erano cresciuti grazie alle nuove tecnologie, sopratt in Germania in cui si fece strada l’idea di un attacco lampo alla francia per terra attraverso belgio e olanda e una successiva azione ad est contro la russia; ma il kaiser puntò anche al riarmo navale, ostacolando il primato sui mari della gb che abbandonò l’isolamento. Ogni esercito nazionale aveva i propri piani strategici basati sulle risorse tecnologiche, le dottrine strategiche e le scelte dei governi che ebbero sempre l’ultima parola. In questo periodo i governi considerarono sempre l’eventualità della guerra che in alcuni casi poteva anche risolvere problemi interni. Ma la guerra cui erano abituati i paesi 35 quando scoppia la guerra > in italia era un momento di transizione: crisi del governo giolittiano + ruvolta popolare “la settimana rossa” in Romagna e nelle marche + ascesa della classe operaia = proclamazione della netutralità. Ma all’interno il paese era molto diviso: i liberali con Giolitti pensavano che si potesse ottenere molto dalla neutralità, gli interventisti democratici (es Salvemini) volevano l’intervento per ideali risorgimentali e per abbattere l’autoritarismo negli imperi centrali, interventista era anche l’Associazione nazionalista italiana fondata da Corradini; i socialisti erano contro il conflitto infatti esplusero Mussolini che era interventista ma dopo l’intervento adotteranno un compromesso, la chiesa di regola non voleva la guerra ma ne approfittò per reinserisi nello stato, mentre le masse popolari, da un’inchiesta dei prefetti, risultò che volevano la pace. Nonostante ciò Salandra e il ministro degli esteri sonnino firmarono ad aprile ’15 il trattato di Londra > l’italia si impeganva ad entrare in guerra con l’intesa: fu un colpo di stato perché la maggioranza del parlamento e del paese non era d’accordo e anche il parere del re fu incerto: l’intervento puntava in poltiica interna ad affossare il sistema giolittiano, affermare i conservatori e condurre una battaglia vs le masse operaie, in poltiica estera ad espandesi nei balcani e a conquistare l’unità territoriale con trento e trieste (che erano parte dell’austria). Il conflitto per l’italia fu altalenante: nel ’16 la spedizione punitiva mise a nudo l’impreparazione delle truppe italiane il governo di Salandra cadde, ma non ci fu un ricambio nella direzione dell’esercito che rimase sempre nelle mani di Cadorna artefice di una vera disciplina del terrore; le cose cambiarono solo con Caporetto, in cui si perse tutto il Friuli, quando il governo Orlando sotituì Cadorna con Diaz che permise la vittoria nel ’18 a Vittorio Veneto: si cercò di risollevare il morale delle truppe, aumentare gli interventi assistenziali e dare in cambio delle terre ai combattenti (era quello che volevano). Ma la guerra in italia mise in crisi lo stato liberale un po’ perché le masse erano esasperate (molti cercavano di automutilarsi pur di non andare al fronte), ma anche perché i prezzi si alzarono, le tensioni tra i diversi gruppi sociali aumentarono, le industrie crebbero solo nel triangoli industriale quindi la sproporzione nord sud divenne ancora più evidente; l’italia è vero che usciva vittoriosa dal conflitto ma la sua condizione era paragonabile a quella di una nazione sconfitta questo perché già al momento dell’entrata in guerra era un paese più arretrato dal punto di vista istituzionale, economico e sociale. La rivoluzione russa all’ingresso del conflitto la situazione era molto complicata: diseguaglianza giuridica delle minoranze, ancora potere semifeudale, sviluppo circoscritto dell’industria, forte crescita dei movimenti di opposizione: la guerra mise in luce questi limiti, infatti il paese subì molte sconfitte perché il suo esercito era inefficiente, la produzione agricola diminuì, le perdite furono molte > proteste e scioperi: ma lo zar era sordo a tutto questo, si isolava sempre più e anche la chiesa ortodossa ne prese le distanze. 1. Rivoluzione di febbraio fu il primo step della rivoluzione : a marzo 1917 (febbraio per il calendario russo) > sciopero generale a Pietrogrado (San Pietroburgo) > coloro che dovevano domarlo si unirono agli insorti > a Mosca si forma un soviet (consiglio) di operai e soldati > lo zar abdica > la duma forma un governo provvisorio con a capo L’vov (principe liberale). Ma c’era un doppio potere: da una parte il partito cadetto che voleva la democrazia e continuare la guerra, dall’altro i soviet (istuituiti sia in campagna che in città) dove prevalevano i menscevichi e i socialisti rivoluzionari: il governo provvisorio era molto debole e la sola autorità riconosciuta furono i soviet che a volte furono scavalcati dal radicalismo delle masse. A Pietrogrado intanto continuavano i moti rivoluzionari: esercito non obbediva agli ordini, violenta rivolta dei contadini ecc; il governo provvisorio continua la guerra e invia una riforma agraria, non cadde subito solo perché era appoggiato dai soviet: contraddizione della riv di febbraio: chi ha il consenso effettivo (soviet) si affida al partito cadetto di fatto privo di seguito; in questa circostanza, sia i menscevichi che i soialrivoluzionari persero potere e cominciarono ad emergere i bolscevichi, un gruppo rimasto minoritario nei soviet: importante per questo partito fu Lenin che con le sue Tesi di Aprile affermava la necessità di opporsi al governo provvisorio e alla prosecuzione della guerra, di nazionalizzare le terre e di creare una repubblica dei soviet: queste idee trovarono il pieno consenso delle masse popolari e così Lenin ottenne consensi tra operai, contadini e soldati. Dopo altre agitazioni popolari ispirate a slogan bolscevichi il socialrivoluzionario di destra Kerenskij (ministro della guerra) scatena una feroce repressione vs i boloscevichi che furono costretti a tornare alla 36 clandestinità ma quando riuscirono a sventare un colpo di stato controrivoluzionario ne uscirono rafforzati e ottennero la maggioranza all’interno dei soviet, mentre nelle campagne dilagavano le rivolte dei contadini. 2. Rivoluzione di ottobre: Lenin giudicò la situazione matura per attuare un colpo di stato: l’insurrezione fu fissata per il 25 ottobre (in cui c’era il congresso dei soviet) ma la sollevazione dei soviet fu incruenta, solo il Palzzo d’inverno (sede del governo provvisorio) fece una debole resistenza > proclamazione della repubblica sovietica, decreto per la pace immediata e la confisca di terre per assegnarle ai contadini, nazionalizzazione delle banche, delle ferrovie, di alcune industrie ma comunque i bolscevichi non raccoglievano la maggioranza dei consensi che era di più per i socialrivoluzionari. Nel ’18 si riunì l’assemblea, non riconobbe il potere sovietico ma essa fu subito sciolta > segno di un primo atteggiamento autoritario dei bolscevichi. Il nuovo governo poi firmò l’armistizio con gli imperi centrali, inzialmente revocato perché le condizioni poste dalla germania erano troppo dure ma comunque il paese non poteva reggere il conflitto esterno quindi > pace > la russia perde polonia, filandia, parte della Bielorussia e della russia, risorse industriali e agricole. I socialrivoluzionari non accettarono queste condizioni dure poiché per loro era una resa all’impero tedesco > escono dal governo, le opposizoni riprendono ma resistere alla germania era impensabile. Intervento americano e fine della guerra Governi e alti comandi non ressero all’imprevista intensità e durata del conflitto: in gra e germania il capo dell’esercito fu sostituito, in Austria morì francesco giuseppe, in gb cade il governo; i governi che derivano da questo sfaldamento sono più autoritari, e si dette maggior potere alle forze armate: così si cercò di reagire alla crisi delle unità nazionali e ai numerosi episodi di protesta. Ad imprimere una svolta al conflitto ci fu l’entrata in guerra degli usa: Wilson era contrario alla politica imperiale anglo francese e preferiva quella della porta aperta attuata in Cina, ma ciò che lo mosse ad entrare nel conflitto fu 1. La guerra sottomarina tedesca che violava il diritto internazionale dando problemi agli usa sul mare; 2. Il fatto che i commerici usa con i paesi dell’intesa avevano arricchito il paese e una sconfitta di tali potenze sarebbe significata disastrosa per gli usa > intervento americano risolutivo per l’intesa. Già nel gennaio del ’18 Wilson elabora i 14 punti ossia il suo programma per la pace e per prevenire nuovi conflitti: libertà di commercio, riduzione armamenti, autodeterminazione dei popoli, formazione di società delle nazioni. Per qualche tempo si pensò che potesse essere una pace risolutiva ma gli accordi di Brest-Litovsk (armstizio della russia) che era una pace separata fece capire che la guerra si ssarebbe continuata ad oltranza. Le richiesre di armistizio arrivarono a partire dalla metà del ’18: prima turchia e bulgaria, quindi l’Asutria ormai ridotta tantissimo (aveva perso la cecoslovacchia, i domini sui balcani, l’ungheria), poi la Germania dove una rvolta cominciata a Nord si stava già diffondendo in tutto il paese. Le potenze dell’intesa festeggiavano ma era evidente il senso di catastrofe: molte più donne rispetto a uomini, milioni di bambini non nati mostravano il carattere disastroso di questo conflitto. IL DOPOGUERRA IN EUROPA Conferenza di Versailles: conferenza di pace: Versailles gennaio 19 parteciparono solo i paesi vincitori, quindi le decisioni vennero imposte senza possibilità di discussione: c’erano Wilson per gli usa, i primi ministri per gli altri; la politica moderata americana si scontrò con quella francese che voleva annientare anche economicamente la ger per essere egemone in Europa, e la gb spesso l’assecondò; l’italia fu relegata in ruolo secondario = pace fortemente puntiva nei confronti dei vinti che soddisfaceva gli appetiti delle potenze vincitrici. Il trattato più importante elaborato in questo contesto fu quello di Versailles (giugno 19) che stabilì le sorti dei paesi sconfitti: 1. Germania: cedeva Alsazia e Lorena Francia + sfruttamento per 15 anni della regione carbonifera del Saar + territori alla Danimarca e alla Polonia alla quale fu dato uno sbocco sul mare creando un corridoio fino a Danzica (città libera) e separando la Prussia est dal resto della nazione; le regioni del reno vennero occupate, fra e gb si divisero le colonie, l’esercito fu ridotto moltissimo e fu condannata al pagamento di una cifra iperbolica. 2. Impero asburgico ormai piccolissimo: all’italia cede Trentino, sud tirolo, Triese e l’Istria, si disgrega in diversi stati Austria tedesca, Ungheria ma questa dovette cedere la Slovacchia ai cechi > si forma la Cecoslovacchia; Serbia, Bosnia, Montenegro, Croazia e Solvenia formarono la Jugoslavia, mentre la Bulgaria resta 37 indipendente. Alla piccola austria fu impedito di unirsi alla Germania. 3. Turchia: fine impero ottomano: rimase ai truchi solo la pensiola anatolica e Istambul, gli stretti del bosforo e dei Dardanelli vengono internazionalizzati, il medio oriente es Libano, Siria, Palestina ecc se lo spartirono Francia e Gb. I principi di autodeterminazione furono rispettati solo in parte, infatti soprattutto nella zona dei balcani c’erano stati con molte minoranze linguistiche, religiose ecc ma queste aree erano economicamente unitarie. Il nuovo assetto fu il risultato di un compromesso tra politica imperialistica di Gb e Francia e volontà di Wilson che si impegnò per la costruzione della società delle nazioni che avrebbe dovuto risolvere i conflitti internazionali anche con la forza ma di fatto rimase appannaggio dei francia e gb: era fortemente limitata dal fatto che ne furono escluse Germania, Russia ma anche gli Usa non vi entrarono. Questi trattati erano fortemente limitati perché le condizioni imposti ai paesi vinti erano umilianti e in germania crebbero le ostilità con la francia: la nuova repubblica tedesca era molto debole, e le spese di guerra da pagare determinarono una crisi finanziaria: le cose peggiorarono quando la francia occupò il bacino del Ruhr tedesco perché la germania era in ritardo con i pagamenti (’23) > tensioni internazionali determinante anche dall’instabilità politica dei nuovi stati orientali, lo scontento dell’italia per non aver ricevuto i compensi territoriali promessi dal trattato di Londra (in medio oriente), estranea a ciò rimase la Russia ormai isolata ma che diventò un punto di riferimento per le popolazioni extraeuropee che non volevano essere più sottomesse al potere delle potenze. I limite più vistoso del trattato fu l’eurocentrismo: in un primo momento la situaizone precipitò solo in turchia dove i giovani truchi esautorano il sovrano e creano una repubblica laica, ma le tensioni di questo periodo porranno le basi per la seconda guerra mondiale. La guerra civile russa e il comunismo di guerra guerra civile in Russia (18-20) la destra controrivoluzionaria + socialrivoluzionari + appoggio delle potenze dell’intesa vs boloscevichi: conflitto intensificato da carestie, collasso dell’industria che tolse molti consensi a Lenin ed i suoi; ma più pericolosa fu la reazione dell’esercito: generali zaristi instaurano dittature nel paese sostenute dall’intesa: i primi furono chiamati “bianchi” dal nome delle uniformi. I bolscevichi però superarono il momento perchè riescono a creare un esercito potentissimo (Armata rossa) in cui si ristabilì la disciplina da parte del ministro della guerra, ma la politica che adottarono bolscevichi fu durissima: i soviet esautorati, le opposizioni fuori legge > dittatura del partito che venne chiamato comunista, reintroduzione della pena di morte, polizia politica che puniva gli oppositori (lo zar e la famiglia vennero uccisi). All’inizio del ’20 la guerra civile era conclusa ma i bolscevichi dovettero affrontare un conflitto con la polonia che aveva invaso l’ucraina: fu una vittoria schiacciante dei comunisti che si illusero che la rivoluzione potesse essere esportata in Europa ma poi vengono fermati alle porte di Varsavia > proposito si infrange. Lo stato russo però è lacerato dalla crisi demografica ed economica, il processo di russificazione della società fece calare l’industria perché in campagna si stava meglio = situazione più arretrata di quella del ’14 > I bloscevichi reagiscono imponendo il “comunismo di guerra”: tutti gli organismi vengono nazionalizzati, requisizioni per i contadini, il lavoro divenne obbligatorio, si abolì la moneta per lasciar posto allo scambio, tutto il potere si concentrava nelle mani dello stato, abolito il libero commercio interno > completo fallimento: paese al tracollo: burocrazia lenta ed inefficiente, blocco economico da parte di gb e francia azzera il commercio con l’estero, diminuisce la produttività del lavoro > rivolte a Pietrogrado e nel ’21 anche i più fedeli sostenitori dei bolscevichi si ribellano chiedendo la fine della dittatura, libere elezioni dei soviet, libertà economica per i contadini: la rivolta indusse il partito ad abolire le requisizioni ma fu schiacciata nel sangue. La rivoluzione in Europa e l’internazionale comunista la guerra > conflittualità sociale > aumento degli scioperi e delle tensioni > 19-20 “biennio rosso” ma queste agitazioni ebbero portata rivoluzionaria solo dove la guerra aveva minato la stabilità istituzionale (imperi centrali), in francia e gb effetti più contenuti. 1. Germania: consigli di operai e soldati (su modello dei soviet) nel ’18 scavalca le forze moderate e consegna il potere ai socialdemocratici e al partito indipendente > l’imperatore Guglielmo II abidica > la germania si trasforma in una repubblica ma il clima è infuocato per la collaborazione tra forze vecchie e nuove. Nel’ 19 i leader comunisti fomentarono una rivolta a Berlino ma vengono assassinati dai corpi franchi (al comando dei socialdemocratici); 40 rapporto diretto con la cittadinanza, in Europa fu lo stato a promuovere l’utilizzo di tali mezzi che furono controllati da essi, eccezion fatta per la radio inglese che rimase indipendente. Produzione in serie negli usa circolo tra produzione e consumo: produzione in serie > teneva bassi i prezzi > alti i livelli di occupazione e i salari > anche le classi lavoratrici potevano acquistarli = consumo di massa che aveva al centro oggetti standardizzati (numero limitato di modelli). A fine anni ’20 tutti i paesi coinvolti nella guerra avevano valori di produzione e reddito superiori a quelli prebellici ma il baricentro dello sviluppo si era spostato negli USA , nei paesi extraeuropei o neutrali. Lo sviluppo in usa si avvalse di novità es nuove fonti di energia, riconversione postbellica diede rilevanza es alle aziende chimiche, imposizione di trust, cartelli e holdings (accentuano nelle loro mani i pacchetti azionari delle maggiori imprese) > legge antitrust. In Europa invece lo sviluppo fu reso possibile da un accordo tra sindacati e imprenditori: imprenditori fanno accettare l’organizzazione scientifica del lavoro in cambio di aumenti salariali > capitalismo organizzato. Ciò avvenne dagli anni ’20, prima gli stati europei dovettero affrontare conflittualità sociale ed inflazione che in molti casi non fu ostacolata perché una contenuta svalutazione della moneta riduceva il reddito pubblico e avrebbe favorito la crescita ecnomica grazie alle esportazioni ma l’inflazione ben presto divenne esagerata (molto soffrì la Germania) > clima di paura > sfruttato da Hitler. Anche nel resto d’europa però si creò un circolo vizioso: i paesi europei erano indebitati con gli usa > pensavano di usare i soldi che dovevano arrivare dalla germania (debito di guerra) per saldare il debito > la germania è insolvente > anche gli altri paesi lo sono fino a che in USA fu varato il piano Dawes: usa investimenti in germania > questa salda il debito con le potenze creditrici > queste saldano con gli usa: era un piano che aveva dei limiti perché così gli usa riunicavano a porsi come garante degli equlibri mondiali vedendo gli altri paesi solo come mercato dei propri prodotti. Il sistema economico anche dopo gli anni ’20 rimase precario anche per la politica monetaria: la gb per ripristinare il prestigio della sterlina varò nel ’25 il gold exhange standard per sostituire il gold standard: all’oro che doveva fare da garanzia alla valuta nazionale di ogni paese, si affiancava la sterlina che diventava un mezzo di pagamento internazionale ma fu un errore: le riserve delle banche aumetano la loro percentuale di valuta a discapito dell’oro: i rapporti di scambio tra le valute diventarono molto rigidi, tutto ruotava attorno alla monarchia inglese che era in un periodo di debolezza e quando la francia per ragioni di prestigio decise di convertire in oro le proprie riserve di valuta estera la sterlina ne risultò fortemente indebolita. La crisi del ’29 il 24/10/29 l’indice della borsa di New york crolla: è l’esito di una febbre speculativa: dal ’28 gli investitori acquistavano azioni con l’obiettivo di rivenderle a breve per accumulare guadagni > crescita del mercato borsistico maggiore di quella della produzione e del consumo > si crea una bolla speculativa = valore dei titoli si gonfia senza alcun riscontro nella realtà; appena l’indice della borsa scese molti investitori cercano di rivendere le azioni per limitare le perdite > la borsa crolla > i riparmiatori vanno a ritirare il proprio denaro > fallimento di piccole banche. A questa situazione le autorità intervennero con scarsa incisività; dalle banche > crisi in industria > produzione diminuisce in 3 anni > aumento dei disoccupati. I paesi d’eruopa dipendevano economicamente dagli usa > crisi anche per loro in particolare in Germania ma anche in Argentina e Brasile esportatori di prodotti agricoli; meno grave fu in Francia e in gb che potevano contare sul sostegno economico degli imperi coloniali, ma anche in Italia dove la crescita era già stata bloccata nel ’27 con la rivalutazione della lira. La crisi provocò anche la svalutazione della moneta con la conseguente adozione di poltiche protezionistiche > crollo del commercio internazionale. Per cercare di arginare negli usa fu approvato il New deal > lo stato diventa regolatore dell’economia e investitore limitando il potere delle grandi corporazioni > obiettivo: conciliare l’intervento dello stato con le esigenze del paese ed abbattere la disoccupazione. Con questo piano il mondo democratico usa riacquistò il prestigio che gli era stato tolto dal successo del modello russo che in pochi anni rialzò l’economia (a prezzi però di politiche fortemente aggressive); ma la riforma del capitalismo nei paesi democratici riuscì solo in parte a ristabilire gli equilbiri. Un’altra minaccia alla crisi del modello democratico fu l’avvento del nazismo e fascismo che con metodi poco ortodossi riuscirono a realizzare obiettivi che altrove stentavano a portarsi a termine > disaffezione per la democrazia, visto che i regimi totalitari 41 sembrava badassero ai singoli individui (a prezzo della libertà). La cultura del 900: tra le due guerre la cultura fu molto pessimistica manca totalmente di speranza, manifesta la crisi di identità dell’uomo (Montale/Priandello), volontà di fuggire dalla scena pubblica e dall’impegno civile per chiudersi nel mondo della cultura. Si preferiva evitare la riproduzione della realtà es Surrealismo o si optava per la deformazione del mondo esteriore anche con nuove tecniche es il flusso di coscienza di Joyce. La guerra fu vista come cesura e per molti intellttuali il pessimismo di essa portò a opporsi alla democrazia liberale e all’adesione ai nuovi regimi dittatoriali. Dopo la fine della guerra però si inaugura una stagione di impegno civile per il rinnovamento culturale e sociale: gli artisti in Russia tentarono forme nuove e antitradizionalsite ma si scontrarono con i governi che volevano l’adesione al realismo e un’arte ideologica; mentre in Germania ci fu un grande rinnovamento soprattutto nel teatro che coinciliava realismo e denuncia sociale (brecht) ma queste novità vennero spente con il nazismo: i regimi totalitari erano ostili ad una produzione culturale libera. In America > sviluppo del cinema > Chaplin cercava temi sociali ma hollywood puntava all’intrattenimento per il grande pubblico e tramite i film si diffuse lo stile di vita americano in tutto il mondo; in musica si diffonde il jazz ecc. Con la crisi del ’29 si torna al realismo favorito anche dalla diffusione dei giornali anche illustrati, mentre in letteratura spopola il poliziesco. GLI STATI UNITI Una potenza mondiale dopo la guerra si ebbe l’ascesa del gigante americano: 1. Il territorio non era stato toccato dal conflitto, 2. i paesi avevano ricevuto ingenti prestiti dagli usa, 3. La sua economia anticipa tendenze che saranno riprese in seguito dalle economie europee 4. Cambiamenti nell’economia mondiale: paesi marginali si industrializzano es canda, brasile ecc e lo scambio dei prodotti agricoli declina in favore del commercio di attrezzature e macchinari per la produzione di cui gli usa erano i primi esportatori. Ma gli usa adottano una politica di isolazionismo dopo il conflitto per paura per le condizioni instabili europee e per quella del contagio rosso dalla russia il tutto sullo sfondo dell’americanismo (orgoglio nazionale) > tutto questo determina la diffidenza per Wilson e il rifiuto di aderire alla società delle nazioni. Nelle elezioni del 20 vinse il partito repubblicano e accentuò l’isolazionismo: aumento dei dazi sulle importazioni, leggi sull’immigrazione, divieto di fabbricazione degli alcolici > viene avviata una moralizzazione della società che ebbe gli effetti contrari: si diffondono organizzazioni criminali, contrabbando di alcolici, gioco d’azzardo, prostituzione ecc. Il boom degli anni ’20 per tutto il decennio ci fu un boom economico dovuto alla crescita dell’apparato industriale: incremento della produttività legato all’uso di nuove tecnologie e della produzione in serie (taylorismo) e alla catena di montaggio, le entrate maggiori favoriscono anche gli investimenti nel settore (macchinari specializzati ecc) > i salari aumentano > aumenta il potere d’acquisto dei consumatori che comprano a rate stimolati dalla pubblicità: ciò però vale solo per le classi medio-alte perché i contadini sentirono molto del calo mondiale dei prezzi a causa del quale il loro reddito si dimezzò > esodo dalle campagne alle città. Le risorse si concentrarono anche nel ristretto mondo dei ricchi > creazione di imperi finanziari es Rockfeller mentre cresceva l’idea del sogno americano che credeva al mito del successo individuale. Interpreti di questo individualismo furono i repubblicani che adottarono una politica liberista all’interno (autonomia) e isolazionista all’esterno e divennero rappresentanti degli interessi dei grandi gruppi della finanza e dell’economia. Quest’idea di una crescita spontanea dell’economia, senza l’ingerenza dello stato si trovò impreparata alla crisi del ’29: il presidente cercò di alzare ancora di più i dazi doganali per limitare le importazioni e la disoccupazione ma ciò si rivelò un grande errore perché anche altri paesi fecero lo stesso e quindi anche le esprotazioni usa diminuirono. La crisi dilagò ma l’atteggiamento dei repubblicani nei confronti di coloro che erano rimasti senza lavoro era duro: era necessario un cambiamento radicale così nel ’32 fu eletto presidente il democratico Roosevelt. Roosevelt e il New Deal egli incarnava le speranze di riscatto degli usa: era necessario abbandonare il liberismo interno precedente ed impegnarsi in una lotta contro la disoccupazione: lui cercò di rivolgersi direttamente al popolo tramite la radio, chiede al parlamento ampi poteri per fronteggiare la crisi e si avvalse di un comitato di tecnici di diverso partito politico ma accomunati da una linea di intervento statale in vari campi della vita sociale. I 42 primi cento giorni furono i più importanti: 1. Svalutazione del dollaro e riordino della circolazione monetaria per controllare l’inflazione; 2. Controlli sul mercato azionario e società pubbliche per la copertura assicurativa dei piccoli risparmiatori; 3. Legge per controllare la produzione agricola evitando gli eccessi, facilitazioni creditizie per le attività nelle campagne; 4. Ente pubblico per le opere idrauliche > sostegno delle popolazioni del sud + crea occupazione; 5. Emana una legge volta a creare un’agenzia governativa per la politica industriale (doveva elaborare norme in materia di conflitti sindacali, disciplinare la conocrrenza leale tra le imprese ecc) ma la corte suprema formata perlopiù da repubblicani la blocca perché considerata lesiva dell’autonomia dei singoli stati e della libertà d’impresa. Comunque la filosofia di fondo del New Deal era creare un capitalismo democratico e fornire un’alternativa al modello fascista e sovietico, basato sulla volontà dello stato di ridurre le diseguaglianze, mediare tra gli interessi delle grandi aziende, degli operai e dei piccoli contadini. In vista della scadenza del mandato presidenziale approvò 3 leggi importanti 1. Crea il WPA un ente governativo per il coordinamento di un piano di opere pubbliche; 2. Un altro che difendenva la libertà dei sindacati, e legittimava il loro ruolo di rappresnetanza degli interessi dei lavoratori; 3. Stabilisce la creazione di fondi per bisognosi e invalidi sulla base della collaborazione tra autorità federale e singoli stati; crea un’assicurazione pensionistica attraverso imposte sui salari e contribuiti obbligatori dei datori di lavoro (solo per i lavoratori d’industria). > il movimento sindacale apprezza questa politica, si rafforza e viene creato un nuovo sindacato CIO mentre i grandi imprenditori si sentono minacciati ma le loro resistenze furono contenute e furono rappresentati dalla minoranza repubblicana e dalla corte suprema. Alle elzioni del ’36 fu riconfermato Roosevelt con grande successo: aveva conciliato gli interessi delle diverse classi e anche la popolazione di colore del sud; data la situazione di ripresa molti artisti immigrarono > il sogno americano si caricò di nuovi significati: non solo più l’importnza del singolo ma anche la solidarietà collettiva. Ma il secondo mandato fu complesso: il reddito pro capite era salito, ma la disoccupazione non arrivava ai valori minimi di prima della crisi del ’29, per ridurre il deficit di bilancio cercò di ridurre la spesa e i lavoratori ne risentirono (> si alza la disoccupazione > scioperi); ma i problemi più grandi li dovette affrontare sul piano della poltiica estera: nel ’39 richiese un aumento delle spese militari in considerazione degli sviluppi internazionali. L’EUROPA TRA DEMOCRAZIA E AUTORITARISMO Gran Bretagna tra le due guerre rappresentava il sistema politico democratico basato sull’alternanza dei partiti al governo: così riuscì a superare sia le difficoltà della vita economica e sociale sia il ridimensionamento della supremazia internazionale. Nel ’18 una riforma aumenta il numero degli elettori ma non molte differenze: il partito dei lavoratori ha più consensi ma non molti seggi, mentre il partito comunista sempre isolato. Più importante fu la questione iralndese: con la guerra l’home rule (atogoverno) non era stato applicato > rivolte > nel 19 il partito nazionalsita proclama l’indipendenza > nel ’21 l’irlanda viene riconosciuta come dominion (cominità associata all’impero britannico ma con parlamento e poteri autonomi) ma da questo provvedimento era esclusa la maggioranza protestante dell’Ulster quindi ancora tensioni fino al ’49 quando ebbe la piena indipendenza. Nelle elezioni del 22 a causa del crollo dei prezzi e dell’aumento dei disoccupatri > avanzano i labouristi > 24 primo governo labourista con MacDonald ma non aveva la maggioranza quindi vincono i conservatori togliendo seggi ai liberali. Questo governo conservatore che aveva come ministro dell’economia Churchill fu artefice di una politica di rigore per ridare alla sterlina supremazia internazionale (gold exchange standard) ma fu un errore (cfr supra), la crisi poi fu peggiorata dall’arrivo di nuove forme di energia es petrolio che penalizzavano il settore minerario trainante in inghilterra > questo governo non riesce a portare il paese fuori dalla crisi > i labouristi avanzano e viene chiamato di nuovo MacDonald che si trovò a far fronte alla crisi del ’29: considerando l’emergenza egli contro il potere del suo partito assunse la guida di un governo di unità nazionale comprendete ex labouristi, conservatori e liberali > tagli pesanti alla spesa pubblica, prelievi dagli stipendi , abbandono della convertibilità aurea della sterlina: una leggera ripresa ci fu ma la disoccupazione non diminuì più di tanto. Le misure antipopolari però non avevano alterato molto la situazione, e la leggera ripresa 45 repressione e del diverso, tanto che nel ’36 vengono approvate le leggi razziali anche se l’antisemitismo non esisteva da subito nell’ideologia fascista ma è il frutto di un allineamento ad hiteler; la persecuzione degli ebrei e dei diversi si acuì dopo l’entrata in guerra. Economia e società una prima fase, (fino al 25) è stata considerata “liberistica” perché il duce lasciava fare al mercato: comunque egli impostò una politica di riduzione salariale e di dimunizione delle spese statali; furono abbassati i dazi doganali per compensare la dimunzione di consumi interni (dovuta alla ridotta disponibilità economica delle masse) con il mercato estero > viene realizzato il pareggio del bilancio. Seconda fase protezionistica: molti governi europei protezionsimo > quindi in ita viene reintrodotto il dazio sulle importazioni di grando e zucchero e per lanciare un segnali di forza e di prestigio nel ’26 M promosse la rivalutazione della lira > effetti disastrosi: recessione: crollo esportazione, dimunuzione dei consumi privati, aspetti accentuati dalla crisi del ’29. Da questa svolta protezionsitica l’idustria italiana si modificò ascesa dei gruppi chimici elettrici, difficoltà per quelle esportatrici es tessile; in questa fase si parla di dirigismo: si crea un’imprenditoria di stato, le maggiori banche nazionali anche vengono controllate da esso, la banca d’italia fu trasformata in un organismo pubblico. In campo agricolo si preoccupò di rilanciare l’agricoltura e proteggere la produzione nazionale ma non si raggiunse l’autonomia alimentare e molte superifici che furono rese coltivabili furono sottratte all’allevamento, portando problemi nel settore; si impedì a molte famiglie contadine l’inurbamento e furono costrette a vivere in condizioni di miseria, a sud le colture ortofrutticole subirono il blocco delle esportazioni. Lo stato promosse un’opera di bonifica, nascono città nuove es Sabaudia. Gli storici da una parte apprezzano l’impluso dato dal fascismo alla burocrazia pubblica, dall’altra mettono in evidenza che essendo imepegnato a cercare consensi (perché fu sempre totalitarismo imperfetto) soprattutto nei ceti medi penalizzò molto i ceti subalterni, le condizioni del sud peggiorarono e questi soggetti furono privati della possibilità di protestare; negli anni ’30 ci fu uno sviluppo economico ma questa parte della società ne rimase esclusa. La modernità del fascismo 1. Modo di organzizare il consenso 2. Sfruttamrnto dei mezzi di comunicazione di massa es radio, o cinema (istituto luce produceva cinegiornali che venivano sempre trasmessi), venne organizzata la mostra del cinema di venezia, fu inaugurata cinecittà; 3. Adozione di politiche sociali e assistenziali; 4. Intervento statale per contrastare la crisi; 5. Burocratizzazione dello stato. Ma questi interventi moderni più che per il bene della società furono realizzati per creare soggezione al potere; le politiche sociali interessarono solo il mondo dell’industria, penalizzando la campagna e le donne; l’istituto nazionale per la previdenza sociale e quello per le assicurazioni lavorarono, ma i contributi vennero usati per altro es la guerra in etiopia, il sistema sanitario si frammentò e le lacune del fascismo qui furono riempite dalla chiesa; è vero che il regime cercò di favorire le nascite (premi a chi generava tot figli, tasse sui celibi/nubili) ma la donna era in una condizione di subalternità (moglie e madre) e inoltre questa politica non ebbe l’effetto sperato perché le nascite calarono; anche il divieto di inurbamento non ebbe successo perché le città si allargarono a dismisura > molte migliorie nelle città, nuove costruzioni es la stazione di firenze. Bisogna dire che gli italiani condivisero solo alcuni aspetti dell’ideologia fascita: l’ordine, conformismo, religione (la chiesa fu impo per il consenso e per mitigare le reazioni troppo aggressive dei fascisti) ma meno lo squadrismo e le violenze. Non si può dire che il fascismo abbia modernizzato lo stato perché la sua struttura limitò questa modernizzazione: gran parte delle risorse vennero destinate non allo sviluppo ma ad altro es le spese militari. Politica estera Anzitutto c’era il mito della vittoria mutilata che favorì le tendenza revisioniste del trattato di Versailles e portò anche a gesti aggressivi es occupazione di Corfù; ma almeno nella prima parte del periodo fascista Mussolini assume il ruolo di mediatore tra le potenze per il mantenimento degli equilibri europei > cercava legittimazione internazionale. Dopo gli anni ’30 si palesarono le ambizioni espansionistiche anche influenza del nazismo ma l’italia rimaneva debole ed era costretta ad appoggiarsi alle grandi potenze. Con la germania però ebbe un attrito qunado, dopo che questa uscì dalla società delle nazioni e si accingeva ad annettere l’Austria, mussolini volle tutelare quest’ultima schierando delle sue truppe (34-35): il duce partecipa ad una conferenza con francia, gb e si ribadisce la necessità di respingere la violezione dei trattati del ’19. Ma fu proprio lui a 46 violare i trattati quando invase l’etiopia nel ’35 conducendo una guerra sprissima con gas asfissianti e bombardamenti ai centri abitati > la società delle nazioni impone delle sanzioni ma lui polemizza contro queste: era il momento di massimo consenso dell’italia al regime. Dopo la guerra avvicinamento alla germania (g approva la guerra in etipia, i l’annessione dell’austria): nel ’36 Mussolini e Hitler firmano l’asse roma berlino dividendosi le sfere di influenza: verso est alla g , nel mediterraneo all’i. Hitler e Mussolini appoggiano in Spagna il generale Francisco Franco e da allora l’italia seguirà sempre più la poltiica tedesca di attentato alla pace: esce dalla società delle nazioni firma il patto antisovietico con germania e giappone con la conferenza di monaco annette l’albania, nel 39 stipula il patto d’acciaio con la germania che la impegnava ad entrare in guerra con lei anche in un conflitto offensivo: allo scoppio della guerra però l’italia proclama la non belligeranza: era solo un modo di prendere tempo, dovuto alla coscienza che l’esercito era impreparato perché veniva da un periodo di una politica estera aggressiva non sostenuta dalle premesse adeguate. IL NAZISMO L’avvento di Hitler si può spiegare sia con l’ostilità dello stato tedesco alla democrazia, sia con il clima difficile nel paese per la crisi economica > la repubblica di Weimar venne minacciata dall’insoddisfazione di un ceto eterogeneo (burcorazia statale + piccola borghesia + contadini ed operai). Dopo l’ultimo governo di coalizione tra spd (partito scial democratico), partito democratico e centro cattolico fu eletto Bru(iu)ning costretto a cercare l’appoggio di destra e sinistra perché privo di maggioranza parlamentare: fu impo per l’ascesa del nazismo perché per ovviare alla mancanza di maggioranza: legiferò senza consenso del parlamento e utilizzò metodi violenti > ascesa del partito nazionalsocialista favorito dalle divisioni interne degli altri partiti: es comunisti si staccano dai socialisti che erano meno aggressivi dei primi, dalla presenza di altre formazioni di destra, e dalla superiorità del partito che sfruttò 4 risorse: 1. Tattica legalitaria: Hitler sapeva che in un paese moderno il potere non si poteva conquistare con la forza: solo dopo averlo preso con il consenso poteva realizzare i suoi obiettivi; 2. Uso della violenza con formazioni paramilitari come le SA (sezioni d’assalto) e le SS (guardia del corpo di hitler) composte da giovani che incarnavano la purezza della razza, seminavano il terrore e sterminavano i dissidenti; 3. Creazione della propaganda attraverso i mezzi di comunicazione di massa: creazione del mito del fuhrer da parte di Goebbels; 4. Presenza del leader carismatico venerato dalla massa che attraverso il libero Mein kampf illustrò la sua ideologia: il popolo aveva bisogno di uno spazio vitale in cui abitare per mantenere la sua purezza e non essere contaminato con altre razze che lo avrebbero indebolito: la lotta era soprattutto nei confronti degli ebrei che non avevano un proprio spezio, definiti parassiti e contro i comunisti: entrambi erano responsabili dello stato di prostrazione della germania: lo spazio vitale andava conquistato con la spinta verso est contro il nemico russo asiatico e comunista. Alla base di tutto c’era il nazionalismo e l’idea di una rivicinta che la nazione doveva prendersi dopo le dure condizioni di versailles da raggiungere attraverso uno stato organizzato secondo rigidi modelli militari che escludesse ebrei e sinistre > rapido consenso generalizzato. Nonostante alle elezioni del ’37 i nazisti non ottennero la maggioranza, comunque si andò verso una costituzionalizzazione delle destre e ad un’emarginazione della SPD che assieme ai comunisti fu colpita dalla violenza delle SA. L’ascesa del frhurer fu dovta anche al fatto che le opposizioni non seppero approfittare di alcune situazioni quindi nel 32 un gruppo di latifondisti e industriarli chiese al presidente Hindeburg di conferire a Hitler la carica di cancelliere > nel ’33 fu incaricato di formare un governo che aveva un solo ministro nazista ma nonostante ciò in breve il partito avrebbe conseguito un primato indiscusso. Il terzo reich il regime nazista fu creato in soli 6 mesi e fu adottata una linea di continuità con lo svuotamento della democrazia già avvenuto in precedenza: 1. Fu sciolto il parlamento la cui sede sarà incendiata cosa che sarà attribuita ai comunisti, poi arrestati; 2. Sospensione delle libertà costituzionali, possibilità dello stato di violare il segreto epistolare e di controllo dei telefoni, 3. Di facciata hiteler accentuava le dimostrazioni di facciata e ordine ma a Dachau nel 33 fu aperto il primo campo di concentramento per gli oppositori politici: orgnismo parallelo allo stato retto solo dalle leggi del naziste; 4. Il nuovo parlamento dà pieni poteri al governo che legifera anche in contrasto con la costituzione e dà al cancelliere la possibilità di 47 firmare decreti in luogo del presidente; 5. Istituzioni pubbliche e private sotto controllo del partito; 5. Partiti operai e sindacati distrutti, firma del concordato con la chiesa e il partito cattolico si scoglie; 6. Agricoltura e industria anche controllate dal partito, associazione degli industriali rinuncia alla propria autonomia e si associa allo stato che garantiva la fine delle rivolte sindacali; 7. Assalto al mondo della cultura: rogo dei libri considerati amtinazionali; 8. Alleanza con le forze armate che applicarono una politica di arianizzazione. Hitler andò contro i suoi stessi alleati: le SA stavano cominciano a dare problemi perché si oppongono alle forze armate e vogliono una rivoluzione anche ecnomica e sociale, questo rischiava di togliere consensi a hiteler > ’34 notte dei lunghi coltelli: buona parte delle sa furono eliminate > accolta bene della popolazione che non vedeva di buon occhio la violenza di quel corpo, e il fhruer ne uscì rafforzato. Sempre nel ’34 alla morte del presidente > assume anche questa carica > potere illimitato: si era formato il terzo reich. Lo stato nazista era un doppio stato: da una parte quello rispettoso delle regole, con una burocrazia efficiente ecc, dall’altro quello violento che agiva in modo arbitrario destinato a prevalere grazie a organismi indipendenti dallo stato vero e proprio es le ss; contrasti interni si verificarono ma hiteler assunse sempre il ruolo di mediatore; se in italia il fatto che c’era la monarchia vide una supremazia dello stato sul parito, in germania questa forza mancava quindi avvenne il contrario. Segno distintivo del regime nazista era anzitutto la repressione: attuata mediante le ss, la gestapo, la reintroduzione della pena di morte ,verso gli oppositori e i diversi e collegata a questa era la politica razziale: da una parte si incentivò l’incremento demografico per creare uomini che potessero difendere a ampliare lo stato (politiche di sostegno alle nascite, alle famiglie numerose ecc), dall’altra furono perseguitati gli ebrei che contaminavano la razza pura: inizialmente la discriminazione fu solo legislativa: nel ’35 leggi di Norimberga vietrano matrimoni misti, privarono gli ebrei dei dirtti civili poi cominciò ad essere persecuzione: nella notte dei cristalli negozi vengono saccheggiati, molti ebrei uccisi: l’obiettivo iniziale era rendergli la vita impossibile ed espellerli, solo con la guerra e le conqusite territoriali che aumentarono notevolemnte il numero di ebrei si passò alla soluzione dello sterminio di massa e i campi di concentramento divennero di sterminio. La politica economico-sociale Hitler dovette affrontare una dura crisi > politica dirigista per creare occupazione: agevolazioni per l’edilizia, costruzione di autostrade > ripresa. Centrale in economia fu la politica di riarmo che si accentuò con il piano di Goring (capo dell’aviazione) da allora la preparazione militare fu posta in primo piano e tutti gli altri aspetti dell’economia subordinati ad essa. Si realizzò un intreccio tra pubblico e privato, molti privati dipendevano dalla burocrazia pubblica; furono favoriti i settori chimico e penalizzate le industrie di beni di consumo. Agricoltura: contadini “pupille del regime”, la piccola propietà venne tutelata, ma i grandi latifondisti rimasero nella zona est del paese, nessuna mondernizzazione nel settore quindi condizioni pessime per i contadini che puntavano sulla colonizzazione dello spazio vitale verso est. Non fu mai raggiunto l’obiettivo dell’autosufficienza economica perché l’industria militare fu potenziata a danno di quella dei prodotti di prima necessità es carne, latte > mancavano generi alimentari: di qui si poteva uscire con accordi internazionali o con la guerra (si scelse questa). Però la scelta bellica diede occupazione quasi a tutti: attenzione del regime verso i lavoratori >si costituì il fronte tedesco del lavoro che aveva compito formativo, vietava gli scioperi, imponeva ai lavoratori di obbedire al capo: nella seconda metà degli anni 30 ritornò un certo benessere ma i salari aumentarono solo perché si lavorava di più, in cambio vennero estese alcune provvidenze es pasti caldi nelle mense, ferie retribuite, fu creato il corrispondente del dopolavoro fascista anche se i beneficiari furono perlopiù gli impiegati e ceto medio, si incoraggiò l’uso del tempo libero cinema, sport (olimpiadi del ’36 a berlino) ecc. E’ utile chiedersi per quale motivo in Germania non si sviluppò alcuna forma di resistenza al nazismo (in italia si) i morivi sono diversi 1. Metodi repressivi verso gli oppositori; 2. Alleanza stabilita con le industrie e le forze armate; 3. Appoggio delle due chiese: sia quella protestante che quella cattolica: nel ’33 il papa firmò un concordato con hitler anche se non mancarono i momenti di attrito violazioni del concordato e concezioni neopagane es mito della razza ariana diffusa dai nazisti tanto che Pio IX nel ’37 condanna il nazsimo, ma la reazione non fu forte; 4. Il superamento in parte della crisi economica; 5. La 50 ASIA, AFRICA E AMERICA LATINA TRA LE DUE GUERRE I primi movimenti anticoloniali la grande guerra aveva prodotto un mutamento anche nelle colonie dei paesi europei: molti dei popoli coloniali erano arruolati nell’esercito della madrepatria e molti erano morti nelle guerre > le violenze cui assistettero fece tramontare l’idea di una razza bianca superiore ma la guerra mise questi popoli a contatto con le idee di indipendenza e libertà, oltre che nei 14 punti di Wilson c’era il principio di salvaguardia dei popoli nativi e il fatto che le madrepatrie dovevano fornire le basi per l’autogoverno; inoltre i giovani delle elite delle colonie andavano a studiare in europa > tornati diffondevano le idee che avevano appreso; la guerra mondiale aveva indebolito gli imperi e la rivoluzione boloscevica aveva messo in campo la possibilità di un’alternativa (Lenin puntava all’autodeterminazione dei popoli) > nascono partiti comunisti in cina, indonesia, egitto ecc pronti a collaborare con le borghesie nazionali per l’indipendenza: già prima si erano affermati movimenti anticoloniali borghesia di identità diversa da quella europea es movimento panislamico (unificare tutti gli stati di religione islamica) e panarabo (tutti gli stati di lingua araba) ma la tutte queste rivendicazioni le potenze europee risposero negativamente > erano convinte che in questi posti non si potesse sviluppare la democrazia: la francia fu più rigida mentre la gb concesse dei privilegi alle elite indigene es sfruttamento di parte delle risorse ecc. La sovranità assoluta era però difficile da applicare dove c’erano popolazioni di razza bianca non molto diverse da quelle della madrepatria > la gb adotta la soluzione dei dominions: comunità legate alla corona ma in parte indipendenti (potevano darsi una costituzione: questi primi accenni di democrazia differenziarono molto la storia postcoloniale dei paesi del commonwealth rispetto agli altri. Giappone politica aggressiva > promuove il panasiatismo, rafforza la sua presenza nella Manciuria spinto anche da un progresso economico sebbene non sarebbe mai stato un paese indipendente a livello economico perché aveva un territorio montuoso e privo di risorse naturali, di qui la spinta all’espansione > ingradimento della flotta = diviene la terza al mondo che irritò USA e Gb. Lo stato perseguì un’opera di modernizzazione introducendo il suffragio universale maschile e la scolarizzazione primaria, ma era comunque autoritario, perché legato ai valori della morale confuciana e al culto dell’imperatore, era attiva la pena di morte per i reati di pensiero. Con la crisi del ’29 anche il giappone ebbe problemi > lo stato interviene svalutando la moneta nazionale (incoraggia le esportazioni) e dando impulso all’aumento delle spese militari: la presenza della forza militare si fece sempre più ingombrante e ciò portò il paese ad una radicalizzazione bellicista e imperialista che non piacque alle potenze europee > esce dalla società delle nazioni > internamente ci furono tensioni che portano ad un colpo di stato > il nuovo governo fu sempre più soggiogato dalle forze militari > patto con la germania nazista e invasione della cina (molto cruenta); l’ideologia nazionalista si diffuse sempre più e lo stato prese sempre più poteri interessandosi anche all’economia: i sindacati vengono sciolti. La Cina e il Sudest asiatico La repbblica cinese istituita nel ’12 era molto debole e le condizioni di vita erano miserabili; la penetrazione degli occidentali commercializzò l’economia rurale ma la situazione rimase critica anche perché c’era mancanza di terra dovuto anche ad un’incremento demografico. All’indomani della guerra ci furono dei movimenti che si opposero alla presenza occidentale > il partito nazionale del popolo escludendo i comunisti conducono la battaglia per l’indipendenza nazionale istaurando il proprio governo nazionalsita; ma i comunisti si riorganizzano sotto Mao Zedong e con il sostegno dei contadini intrapresero una lunga marcia per la riconquista delle zone nord avendo comunque come obiettivo la liberazione della cina dall’influenza giapponese di qui la proposta ai nazionalisti di creare un fronte unico contro lo straniero, ma comunque i giapponesi nel ’37 entrrarono in Cina. Dopo la fine della seconda guerra e la resa del giappone, la cina sarebbe dovuta rimanere nell’orbita occidentale e quindi il partito comunista fu attaccato dal governo ma Mao riorganizza i consensi e nel ’49 riesce ad ottenere lì’indipendenza proclamando la repubblica popolare cinese. In Vietnam anche prese piede il partito comunista soprattutto con la sconfitta della francia (che aveva influenza nel paese): alla fine della guerra il partito proclamò l’indipendenza del paese. In indonesia c’era la dominazione olandese sorda alle richieste di libertà nella politica interna: anche qui la svolta si ebbe con la fine del secondo conflitto mondiale quando il paese proclama l’indipendenza ancora non rinconsocita 51 dall’olanda che si ritira dal paese solo nel 49. India Anche qui c’era una situazione di grande povertà e divisioni interne tra hindu e mussulmani che la gb (madrepatria) sfruttava a suo vantaggio; per la rivolta anticoloniale qui assunse grande importanza Gandhi (mahatma = grande anima) formatosi in inghilterra che adottò una linea fondata sulla resistenza passiva e sulla disobbedienza pacifica alle leggi ritenute ingiuste; condusse proteste pacifiche che portarono la gb a concedere una diarchia (parlamento indigeno + governo britannico) > Gandhi pensava ad una linea di sviluppo alternativa a quella occidentale fondata su un economia legata alla filatura a mano e contro la corruzione ma si battè anche contro gli aspetti più arcaici del costume indiano es la segregazione della donna ecc; fu arrestato e scarcerato più volte, intraprese uno sciopero della fame che assunse rilevanza mondiale e pose le basi per la concessione di una nuova costituzione che dava maggiori poteri alla colonia; l’indipenza però fu raggiunta con la guida di Nehru più vicino ai modelli del socialismo europeo che sostenne le ragioni degli alleati contro la minaccia giapponese così nel ’47 il governo labourista dell’inglese Attlee ci fu la creazione di due dominions unione indiana (prevalenza hindu) e Pakistan (mussulmani). Medio oriente e Maghreb durante la prima guerra mondiale gli inglesi avevano fomentato la rivolta delle popolazioni arabe vs l’impero ottomano promettendo l’indipendenza ma la promessa non fu mantentua. La rpeubblica truca (fortemente ridmensionata) fu teatro di un processo di modernizzazione e di laicizzazione = ridimensionamento tradizioni islamiche, caduta del califfato che portarono alla radicalizzazione dei seguaci dell’islam > prende corpo un movimento panislamico completamente ostie al mondo occidentale ma anche gli islamci erano divisi al loro interno tra sciiti e sunniti.; tra questi però si sivlupparono anche tendenze più moderate che puntavano all’indipendeza del paese. Es in Sira e Libano si formò il mito di una nazione araba comprendete popoli di diversa fede ma unificati dalla lingua ma si scontrò con la politica di francia e gb: soltanto l’arabia riuscì a costituire un regno indipendente (arabia saudita) avvantaggiato anche dalla socperta del petrolio. La francia cercò di tenere gli stati frammentati per evitare che si unissero per cercare l’indipendenza; tuttavia le potenze europee non furono l’unico ostacolo che i paesi del medio oriente dovettero affrontare per l’indipendeza: c’era anche il movimento sionista che putava alla costruzione di una nazione ebraica in Palestina anche se rimase minoriatrio, ma durante le persecuzioni naziste gli ebrei arrivati in zona aumetarono molto e gli inglesi, che avevano il controllo della zona avendo necessità dell’appoggio degli arabi, limitarono gli arrivi: ciò insaprì le inziative dei capi sinonisti fomentando le tensioni interne. L’Egitto invece riuscì a trovare l’indipendenza dalla gb ma non si rese totalemtne autonomo; e rivolte indipendentiste ci furono anche nei protettorati francesi es Marocco (rivolta armata) e Algeria dove c’era un movimento formato prevalentamente da dotti che voleva una ripresa delle tradizioni arabe e uno più vicino alle tendenze europee formato dalle elite urbane. Africa qui la dominazione europea ebbe effetti devastanti perché furono creati a tavolino stati eterogenei per cultura, tradizioni, religione ecc; dopo la prima guerra cresce la presenza di francia e gb nel continente che tentarono però di abolire la schiavitù, di combattere l’analfabetismo e di potenziare le infrastrutture. Nell’impero britannico, in Sudafrica, paese a minoranza bianca, ci fu un inasprimento delle condizioni dei neri > grave discriminazione saltata alla ribalta solo dopo la seconda guerra mondiale (apartheid) e combattuta da parte dell ONU a partire dagli anni ’40; ma le discrimnazioni c’erano anche in altri paesi es Kenya, mentre nei possedimenti privi di coloni bianchi la superiorità della madrepatria fu garantita dall’opera delle elite locali. America latina Prima della guerra sia le potenze europee sia gli usa avevano controllo su queste zone, dopo la guerra > supremazia degli stati uniti: si moltiplicarono gli investimenti e gli scambi ma essi erano diseguali perché gli usa esportavano manufatti, mentre questi paesi solo materie prime e questo determinò una specializzazione della produzione es solo banane, solo caffè ecc. Con il ’29 ci fu la crisi delle esportazioni > contadini si impoveriscono > migrano > si formano le grandi bidonvilles; ma la crisi creò problemi anche poltici, in molti paesi dell’america centro sud ci furono colpi di stato a mano militare e la sospensione della democrazia. Un caso peculiare fu quello del Messico che con Diaz si era modernizzato molto > anche lui viene rovesciato ma il nuovo capo di stato approvò una cositituzione che garantiva il suffragio universale e miglioramenti sul lavoro oltre che 52 la nazionalizzazione delle risorse del sottosuolo, in particolare del petrolio, ciò colpiva gli interessi statunitensi e inglesi che protestarono. Questo presidente fu rovesciato e si instaurò uno favorevole agli interessi usa ma rivolte > un generale al comando della nazione, ancora nazionalizzazione dei giacimenti petroliferi; il governo usa sospende l’importazione di argento messicano e quello inglese rompe le relazioni diplomatiche ma il messico poteva contare su una legislazione che affermava il suo diritto ad uno sviluppo economico indipendente. Negli altri stati dell’america centro sud gli stati uniti inizialmente condussero una politica aggressiva, poi con Roosvelt essa si attenuò ma il colonialismo informale delle compagnie statunitensi private rimase oltre che la presenza di coniglieri incaricati di addestrare polizie ed eserciti, in molti di essi si affermarono dittature. A cuba dominò il partito comunista e anche qui ci fu una dittatura (Batista), mentre in altri stati, grazie alla linea più morbida di Roosevelt si formò una tendenza populista che puntava ad una forte mobilitazione dei ceti popolari urbani: fu così in Perù, in Bolivia e anche in Brasile dove tale partito ebbe più successo dove venne instaurato un governo autoritario che però permise anche lo sviluppo di una legislazione sociale; in Argentina invece la tendenza populista si sviluppa tardi a causa della crisi economica e dei dissidi interni. LE ORIGINI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE Ragioni e preparativi del conflitto la 2 guerra mondiale fu prevista dagli osservatori del periodo perché 1. I tratti di versailles avevano deluso alcuni paesi generando tensioni; 2. Le potenze europee non erano più in grado di risolvere da sole i conflitti, ma gli usa si limitava al dominio sulle americhe e sul pacifico e anche l’assenza dell’urss dava instabilità. Il paese che più rispettò gli assetti di versailles fu la francia (voleva diventare egemone d’europa), mentre la gb non la sostenne in toto perché voleva dare spazio anche alla volontà di ricostruzione della germania. Le zone d’europa più instabili perché sottoposte all’iniziativa tedesca erano la centro orientale e i balcani e qui si intensificano le inziative diplomatiche di francia (che voleva mantenere i vantaggi dei trattati del 19) e italia (voleva chiudere defintiivamente la questione dell’alto adige). Altra difficoltà era quella economica: era necessario un impegno collettivo per garantire una ripresa degli stati, ma ognuno voleva tutelare i suoi interessi, compresi gli usa che avrebbero considerato estinto il debito di guerra solo a patto della libertà del commercio internazionale (che avrebbe dimostrato la sua superiorità). Comunque nella prima parte degli anni ’20 ci fu una fase in cui si poteva pensare alla risoluzione di tali problemi con la pace: i rapporti tra francia e germania si acquietarono grazie al trattato di Locarno (intagibilità delle frontiere di ger fra belgio), gli usa escono dall’isolamento e varano il piano dawes ma le cose non furono durature: la francia continuò a perseguire l’egemonia, l’italia intervenne confusamente in albania e in jugoslavia, la russia interpretò il trattato di locarno (che non faceva menzione della tutela delle fronteire orientali) come una minaccia. La svolta negativa però si ebbe con la crisi del 29, quando gli stati ritornarono al proteziosnimo: la germnaia chiese la parità con gli altri paesi sulla questione degli armamenti ma la francia si oppose > usa e gb erano d’accordo quindi la richiesta fu accolta ma le cose presero la piega sbagliata perché in germania ormai c’era hitler e questa uscì dalla società delle nazioni della quale emerse tutta la sua debolezza: es le sanzioni imposte all’italia per la guerra di etiopia furono solo una banalità. Il fronte delle alleanze poi si modifica con l’asse roma berlino (36) ma ciò che fece più di tutto avvicinare alla guerra fu la politica aggressiva di hitler. In realtà deboli tentativi di contrastarlo ci fuorno: Stalin uscì dall’isolazionismo per avvicinarsi alla francia in funzione antitedesca e siglò una serie di accordi con i suoi vicini proponendo ma prevalse tra le potenze europee una sorta di diffidenza per la russia e le prime preferirono adottare un atteggiamento tollerante nei confronti di hitler per cercare di mantenere la pace ma è chiaro che sottovalutarono la sua potenza e i suoi progetti. Guerra civile spagnola la spagna era un paese molto diviso: l’industria era concentrata a nord e in catalogna non fiorirono movimenti indipendentisti; il resto era dominato da un’agricoltura arretrata con povertà diffusa; a governare il paese c’era il re Alfonso XIII che si appoggiava su le forze tradizionali della chiesa e dell’esercito. Dei problemi in Marocco generarono una crisi > colpo di stato (con il consenso del re) di de Rivera: legge marziale e repressione ma anche politica di lavori pubblici che ridusse la 55 primavera. A fine ’41 la guerra si sposta nel pacifico: senza dichiarazione di guerra il giappone attacca la base di Perl harbor degli usa, dopo essersi impadroniti dell’indocina, filippine, indonesia ecc: gli usa entrano in guerra con la gb vs il giappone, italia e germania > la guerra diventa mondiale, solo l’america latina ne è esclusa. Il conflitto in Asia e l’intervento americano il Giappone aveva molte analogie con quello tedesco: ideologia fondata sulla superioirtà razziale, l’idea di costruire un unico impero in oriente alternativo alla cultura europea ma il fatto che appena occupavano un posto ne sfruttavano le risorse senza creare le basi per uno sviluppo sottrasse loro credibilità; anche loro volevano crearsi uno spazio vitale e per questo invasero la cina,e dopo la sconfitta francese e l’accerchiamento della gb puntarono anche ad un’espansione verso sud > lo scontro con gli usa era inevitabile. Firma un patto di aiuti reciproci con la germania e italia ma era comunque diffidente verso hitler quindi firma un patto di non agressione con l’urss, cercò inoltre un accordo con gli usa, ma con pearl harbor si giunse alla rottura. Gli usa uscirono dall’isolazionismo dopo questo evento: già avevano cominciato a fornire aiuti alla gb, poi ad agosto ’41 Roosvelt e Churchill avevano varato la carta atlantica in lotta con le potenze fasciste: propugnava il rifiuto della guerra, la politica della libera circolazione delle merci: quest’iniziativa si ingrandì perche nel ’42 andò a comprendere tutti gli stati che si schieravano contro il fascismo gettando le basi per le nazioni unite. Gli usa con Roosevelt si preparano all’entrata in guerra prima con iniziative che andavano a danneggiare economicamente il giappone es blocchi di rifornimento ecc poi chiedendo di porre fine all’aggressione della cina (rifiutata dal giapp). Con il loro ingresso fallì la guerra lampo, e la germania dovette dare assoluta priorità alla produzione di armi: si chiesero enromi contribuiti di occupazione alla francia e si sfruttava la monodopera dei paesi occupati visto che i russi avevano adottato la strategia della terra bruciata (privato i nemici delle risorse, trasferendo al sicuro industrie e forza lavoro che consentì di raddoppiare la produzione di armi dell’urss). Ma appunto con lo sfruttamento brutale dei paesi occupati riuscirono a non cambiare le condizioni di vita del popolo tedesco quindi riesce a mantenere il sostegno di questo; inoltre l’ingresso degli usa spostò definitivamente il baricentro dell’economia in america perché il suo territorio non fu toccato dal conflitto, le esportazioni aumentavano e così crebbe molto la prod industriale. Il nuovo ordine europeo e la Shoah con la conquista dei territori andò di pari passo un atroce sfruttamento delle popolazioni occupate: maltrattamenti, eccidi in primis della germnaia ma anche l’italia in jugoslavia e in grecia ebbe le sue responsabilità. Nel 40 fu lanciato dalla germania il progetto di un ordine nuovo europeo che aveva come base la teoria dello spazio vitale: la nazione tedesca al vertice, poi le potenze del patto tripartito (italia, ungheria, romania ecc) e poi l’europa nord e oves totalmente subalterna. Nei territori balcanici, sovietici e polacchi l’occpazione tedesca mostrò il suo volto più atroce: qui la guerra non fu concepita come conquista territoriale, ma come totale annientamento del popolo e sterminio delle razze inferirori: già dal ’39 in Polonia gli ebrei vengono trasferiti in ghetti ma ci furono divisioni dello schieramento nazista perché alcuni volevano sfruttare la loro manodopera, altri (himmler) volevano deportarli verso est per evitare il contatto con le razze inferiori. Con l’attacco all’urss il numero di ebrei aumentarono quindi si avviò il piano generale per l’est che prevedeva la deportazione in siberia per le razze inferiori, mentre gli ebrei della zona dovevano essere eliminati. Alcuni storici sostengono che l’eliminazione degli ebrei era da sempre stato l’obiettivo di Hitler, altri dicono che sia arrivato con la guerra: in effetti inizialmente gli ebrei furono solo espulsi anche se questi non trovarono molti stati (anche antifascisti) disposti ad accoglierli. Tuttavia dopo le conquiste territoriali > molti ebrei arrivati, impossibile trasferirli fuori dal reich > prima ebrei provenienti dalle zone conquistate trasferiti nei ghetti polacchi dove ne morivano moltissimi per epidemie e malnutrizione (nel ’43 il ghetto di varsavia insorse ma fu distrutto), mentre le SS in URSS fucilavano a brucia pelo gruppi di ebrei nei quali si imbattevano > poi dal ’41 vennero trasferiti nei lager dove in precedenza c’erano stati gli oppositori del regime, i criminali ecc: ne furono costruiti tantissimi in zone isolate perlopiù ad est (aushwirtz, birkenau ecc) serviti di linee ferroviare, camere a gas e forni crematori, situati spesso nei pressi di industrie dove i prigionieri abili lavoravano, gli altri erano uccisi subito. A partire dal 42: soluzione finale: ebrei prima trasferiti nei ghetti di transito e già lì si sarebbero decimati, poi nei campi di sterminio > 56 morirono circa 6 mln di persone e gran parte degli insediamenti ebraic ad est, la loro lingua e la loro cultura, cancellati; a questa carneficina parteciparono 1mln di persone non solo tedesche ma anche italiane, francesi, polacchi ecc. Le operazioni si svolsero in segretezza, ma le notizie trapelarono, tuttavia non ci furono reazioni dure: gli inglesi erano più occupati con le operazioni militari, il vaticano adottò la linea imparziale e la tutela del cattolicesimo tedesco, anche in germania prevalse l’omertà. Comunque, sebbene non nulla si possa paragonare ai crimini tedeschi la guerra segnò una netta rottura con la civiltà: anche gli alleati si macchiarono di crimini tremendi es bombardamenti ripetuti sulle città tedesche, bomba atomica, in usa i cittadini di origine giapponese chiusi nei campi di concentramento ecc. Collaborazionismo e resistenza 1. Collaborazionismo avviene per ragioni diverse ma quasi tutti i popoli che collaborarono con i tedeschi erano a loro subalterni, animati da un forte antisemitismo e dalla repressione vs gli oppositori. Esso ci fu in Norvegia e Olanda, in Slovacchia dove ci furono regimi di tipo fascista e persecuzioni vs i comunisti, in Croazia divenuta indipendente dopo la disgregazione della Jugoslavia e perseguitò ebrei ma anche serbi l’ungheria e la romania. Ma anche lo stato francese con capitale Vichy sotto il governo di Petain che creò uno stato autocratico e antidemocratico tendenze che avevano radici nel paese e per questo, oltre che per il fatto che si presentò come colui che aveva posto fine alla guerra e perché mantenne alcuni marigni di autonomia dai tedeschi, all’inzio ottenne grande cosnenso; dopo la sottomissione ai tedeschi divenne totale nella totale passività dell’opnione pubblica. 2. Resistenza: molti furono quelli che collaborarono con gli alleati anche tra molte difficoltà; in europa essa rimase in minoranza ma fu decisiva per la guerra sia per le operazioni di sabotaggio sia perché minò la sicurezza degli avversari, mostrava che ogni paese in piccola parte era ancora attivo. Le resistenze assunsero diverse forme: in russia fu la guerriglia d’appoggio all’armata rossa, nei balcani il più impo fu il caso della jusolavia che inflisse perdite ai tedeschi e agli italiani anche se al suo interno era divisa tra un movimento nazionalista serbo e i partigiani comunisti comandati da tito e appoggiati dagli inglesi che conquistarono istria e dalmazia e riservarono atroci trattamenti agli italiani della zona uccidendoli e gettandoli nelle foibe. In Italia fu importante la partecipazione dei comunisti che si impegnarono nella guerra partigiana, mentre in francia fu diretta da de gaulle (fuggito in gb dopo l’arrivo dei tedeschi) e rimase clandestina. Altrove in europa fu meno presente, mentre in germanai quasi inesistente: un’opposizione conservatrice + socialdemocratici + comunisti nel 44 tentarono un attenato ad hitler fallito e la repressione del fuhrer fu durissima. Gli ultimi anni di guerra nella primavera 42 riprendono le operazioni in urss: hitler punta da una parte a raggiungere Leningrado a nord: dall’altra Stalingrado e per poi raggiungere l’estremo sud nel Caucaso qui avrebbe minacciato le postazioni britanniche in vicino oriente e avrebbero incotrato i giapponesi provenienti dall’india, e infine le truppe italo-tedesche in Egitto. Ma le cose non andarono bene: i partigiani sovietici riuscirono a difendere Stalingrado, gli usa bombardarono Tokyo e diedero problemi ai giapponesi nelle isole del pacifico ne derivò una lunga guerra di logoramento tra le due potenze. A fine 42 i russi fecero partire una forte controffensiva a Stalingrado che indusse i tedeschi a ritirarsi (disobbedendo a Hitler) > battaglia di stalingrado + sconfitte nel pacifico + sconfitta in Africa delle truppe italo-tedesche = primi problemi per l’asse. Sempre a fine 42 gli angloamericani aprono un nuovo fronte sbarcando in Marocco > le forze dell’asse si allontanano dalla Libia e vanno in Tunisia dove resistono fino a maggio 43 ma il 10/7 gli alleati entrano sbarcano in sicilia, il 25 mussolini cade e Badoglio firma l’armistizio con gli alleati. Nel frattempo tensioni tra gli alleati su cosa fare nel dopoguerra con i nuovi territori > conferenza di Teheran nel 43 dove si decise di aprire un secondo fronte in Europa anche per alleggerire Stalin ma in realtà questo tardò ad essere aperto perché gli usa volevano risparmiare il più possibile vite umane impegnandosi solo se ci fosse stata una reale superiorità di mezzi, mentre l’urss per necessità doveva resistere a qualsiasi prezzo > Stalin è irritato per questa cosa e quindi cerca una pace separata con Hitler, rifiutata da questo. Il secondo fronte si apre il 6/06/44 = sbarco in Normandia un’operazione senza precedenti che fece capitolare la difesa tedesca, ad Agosto gli alleati entrarono a parigi dove de gaulle costituì un governo provvisorio; i sovietici erano giunti a varsavia ma non fecero niente per sostenere l’insurrezione della città pagata dai cittadini con la 57 completa distruzione di essa. A inzio 45 i tedeschi tentano una disperata difesa ma essa fallisce, i bombardamenti piegarono definitivamente la nazione; in Aprile cadono l’italia e l’austria, Berlino viene assediata dall’armata rossa e il 30/04 Hitler si suicida, mentre due giorni prima era stato fucilato mussolini dai partigiani italiani. A inizio maggio la germania chiede la resa senza condizioni e tra il 45 e 46 i cirminali tedeschi vengono processati a Norimberga. In Asia però la guerra non era finita, gli usa sottraggono al giappone le filippine ma la situazione era più o meno di parità: gli usa premono affinchè l’urss entri in guerra con il giappone e così successe in agosto 45: ma il 6 e il 9 gli usa lanciano la bomba atomica e il 14 arriva la resa giapponese con la sola richiesta che restasse l’imperatore. La bomba atomica era il risultato di un progetto di ricerca degli usa ma i ricercatori avevano detto a Truman di provare la bomba su un’isola deserta: alla conferenza di Potsdam il presidente annunciò invece la possibilità di usarla e i suoi alleati accettarono con l’intento di indurre i giapponesi alla resa. Alcuni sostengono che l’uso di quest’arma ha rovesciato i rapporti di forza a favore degli usa impedendo una coesistenza pacifica tra le potenze europee, altri invece che in ogni caso si sarebbe arrivati allo scontro tra usa e urss. In ogni caso nell’immediato mostrava la volontà di usa di esercitare la leadership mondiale, però dall’altra fruono proprio loro a promuovere la formazione dell’onu, una struttura sovranazionale che sostituisse la società delle nazioni ma più potente sulla base dei principi della carta atlantica nata nel 45. Italia allo scoppio della guerra > stato di non belligeranza > tensioni con Hitler > intervento dopo la vittoria tedesca in Francia > ma l’esercito italiano era impreparato > quindi posizione di subalternità rispetto alla Germania. La guerra in italia stravolse la vita quotidiana: cibo razionato ma comunque insufficiente, i bombardamenti sfollarono le città e produssero un esodo nella campgne, solo roma continua a crescere perché essendo città papale si pensava che fosse esclusa dai bombardamenti: non vero perché nel 43 provocarono moltissime vittime; si svilupparono favoritismi e mercato nero; tutto questo aumentò il malcontento nei confronti del fascismo, e le città del triangolo industriale scioperarono dopo 20 anni > il regime stava perdendo consenso. Si cominciò a diffondere la convinzione che bisognasse trattare la pace, ancora di più dopo lo sbarco in sicilia ma le resistenze antifasciste erano ancora troppo deboli quindi il regime cadde perché i gerarchi dissidenti misero in minoranza Mussolini nel gran conisglio del fascismo il 25/07/43 che fu arrestato dal re il quale diede il governo al generale Badoglio > entusiasmo nel paese. Badoglio però da una parte proclamò la prosecuzione della guerra con la germania ma segretamente tratta la pace con gli alleati > a settemnbre viene rivelato l’armistizio e Badoglio + il re scappano senza dare ordini. I tedeschi dialgano in Italia perché la resistenza è fiacca, conquistano Roma e i miliatri che rifiutano la resa vengono mandati nei campi di concentramento. Il 9 settembre gli alleati sbarcano a saalerno ma furono bloccati dai tedeschi sulla linea Gustav lasciando l’italia centro nord in mano tedesca: è il momento più alto della crisi della nazione. Ma una piccola minornza senza alleati né coperture inizia la lotta per la liberazione il comitato di liberazione nazionale CLN (clandestino, formato da partiti antifascisti) chiamò gli italiani a resistere sperò di contare sull’aiuto degli alleati contro la monarchia e badoglio che erano rimasti a capo del governo del sud liberato, ma gli inglesi e gli americani proteggevano quest’ultimo per dare continuità allo stato. I partiti antifascisti avevano dato vita ad un comitato di liberazione nazionale che era molto variegato al suo interno: c’era il partito democratico del lavoro (Bonomi), la DC, i liberali, il partito d’azione, e il PCI (il meglio organizzato e radicato sopratt a nord): i liberali volevano un ritorno allo stato prefascista, i comunisti, socialisti e azionisti volevano una profonda trasformazione della società e i primi due si richiamavano al marxismo, mentre la DC con de gasperi si basava su un’ideologia cattolica restia ai grandi sconvolgimenti. Il CLN chiese invano l’allontamento del re, ma si ebbe la svolta di salerno quando l’urss riconobbe il governo badoglio, la questione istituzionale fu rimandata al dopoguerra e il cln cominciò ad appoggiare il governo del sud per fare fronte unico contro i fascisti: Roma fu liberata e il presidente del CLN Bonomi assunse la guida del governo che rimase sottoposto alla tutela alleata. Nel centro nord però i tedeschi avevano liberato Mussolini che fonda la repubblica di salò, stato collaborazionista dei tedeschi dotato anche di un esercito di cui hitler e i suoi si servirono per la repressione della guerra partigiana e per la cattura di ebrei trasferiti nei lager. Alla resistenza 60 investimenti, ricostruzione di infrastrutture ecc > cercando di rendere omogenei i mercati europei e di reintegrare la germ. Gli aiuti vengono proposti anche all’urss che però rifiuta perché pensava che una dipendeza dagli usa avrebbe potuto limitare il suo dominio in europa est: dopo questo rifiuto dalla conferenza si ritirarono anche altri paesi dell’est es polonia, ungheria ecc > si rafforza la convinzione che l’urss è pericolosa. Nel ’47 la divisione in blocchi era avvenuta: da una parte quello occidentale nato formalmente con il patto atlantico del 49 cui si affianca la nato, orgnaismo militare; dall’altro quello orientale nato con la formazione del Comniform (ufficio di informazione comunista) cui parteciparono i sovietici, polacchi, ungheresi, bulgari ma alla conferenza furono invitati anche i partiti comunisti dell’italia e della francia > nell’ambito della riunione l’urss richiese agli altri paesi il riconoscimento della sua egemonia e l’abbandono delle “vie nazionali”. Se in alcuni paesi dell’est i comunisti erano arrivati al potere legalmente, in altri la transizione fu violenta es in Cecoslovacchia dove i comunisti si scontrarono con le altre forze neturalizzate con il “colpo di stato di praga” = uccisione del punto di riferimento dei democratici = si forma un governo favorevole ai sovietici. Nel ’48 sembrò che i due blocchi fossero prossimi ad uno scontro per problemi sulla questione della germania: gb e francia nella parte da loro controllata avevano formato un governo provvissorio che fosse integrato nel piano Marshall > il comandante sovietico di Berlino obbliga le persone in entrata e uscita dalla parte orientale dovessero ottenere il suo permesso > gli occidentali attuano una riforma monetaria nella loro zona ma i sovietici li accusano di aver violato l’unità economica della germania staiblita a Potsdam e attuano il blocco di Berlino: la parte in mano all’urss della città viene isolata e posta sotto il controllo sovietico per bloccare i rifornimenti che arrivavano dalla parte orientale della città a quella occidentale, mentre gli occidentali interrompevano forniture di carbone e acciaio alla germania est. Il blocco della città durò fino al 49 senza altre conseguenze ma la germania ormai era divisa: ad est la repubblica democratica tedesca, ad ovest la repubblica federale tedesca. Lo scontro tra usa e urss ormai era concreto ed entrambi i governi per parte loro cercarono di attirarsi i consensi dell’opinione pubblica screditando il nemico: in usa l’idea di un nemico forte potè far abbondonare la tendenza all’isolazionismo degli americani, in urss la paura di essere accerchiati servì per giustificare la sua linea repressiva nei confronti dei popoli al lui sottomessi; sia usa che urss però tendevano a semplificare nella loro propaganda la situazione internazionale. La guerra fredda però fu soprattutto ideologica e fu l’ideologia ad essere usata per cercare consenso all’interno e all’esterno il quale era indispensabile per legittimarsi come superpotenze. La guerra di Corea e la stabilizzazione della guerra fredda: a fine anni 40 sia Truman sia Stalin erano saldi, solo che questo era indebolito dallo “scisma jugosalvo”: la lega dei comunisti jugoslavi guidata da Tito voleva essere autonoma dal potere russo: Tito fu condannato da Stalin e fu conisderato agente fascista e imperialista, ciò portò ad una serie di epurazioni dei dirigenti politici meno sottomessi al potere russo = mostra la tendeza di Stalin ad assumere il potere assoluto. La guerra fredda si allarga ancora di più quando viene fondata la repubblica popolare cinese che fu protetta dall’Urss per fronteggiare l’isolamento cui l’aveva sottoposta gli usa mentre alla russia serviva per rafforzare la sua influenza in Asia. Questa situazione fu il presupposto per la guerra di Corea (1950-53): il paese era diviso in due parti a nord c’era un regime comunista spallegiato da urss, a sud un gioverno filoamericano: pensando di poter contare sull’appoggio di urss il presidente della rep del nord conquista il sud > l’onu interviene ma in realtà la spedizione fu svolta dagli usa > controffensiva usa ribalta la situazione = americani + sudocoreani si spingono fino alla frontiera con la cina e il generale usa MacArthur propone di attaccare direttamente la Cina e minaccia l’uso della bomba atomica. Ma truman e stalin volevano evitare un allargamento del conflitto = cominciano le trattative per l’armistizio arrivato nel 53 che non mutò la situazione precedente. Intanto l’urss cercava di espandersi in Indocina, mentre gli usa tramite la cia cominciava le oeprazioni coperte per garantire con mezzi illegali la difesa degli interessi usa nei paesi esteri. Nel ’53 la situazione era di forte instabilità dovuta ad agitazioni operaie a Berlino, al complicarsi della relazione tra alcuni paesi dell’est e l’urss; Stalin muore e i suoi successori tendono ad una poilitica più pacifica nei confronti di usa mentre Dulles (segretario di stato americano) cambiò tattica: dal containment al roll back = controffensiva per ridimensionare 61 l’influenza sovietica nel mondo. Questo irrigidimento usa però celava una pressione ai paesi europei perché parecipassero in maniera più consistente alle spese militari della NATO: la guerra fredda significò un forte sviluppo dell’industria pesante che gli usa potevano reggere senza problemi, l’urss no e dovette scarificare la produzione di beni di conusmo con conseguenze sulla vita dei cittadini; entrambe le potenze detenevano comunque l’arma nucleare quindi tutto si resse su un equilibrio del terrore. Gli stati europei invece dipendevano dalla protezione usa ed erano più esposti ad eventuali rappresaglie sovietiche > la francia espresse perplessità per il carattere diseguale dell’alleanza con usa riunciando a partecipare alla comunità europea di difesa. Comunque negli anni ’50 ci furono tentativi di dotare l’europa di un apparato difensivo autonomo con la comunità del carbone e dell’acciaio (51) francia+germ+ita+benelux e appunto la comunità europea per la difesa ma questa fallì > i tempi non erano ancora maturi; in ogni caso la germania nel 55 entra nella NATO (le potenze europee si tranquillizzarono sul riarmo tedesco) e nel 54 nasce l’unione europea occidentale che controllava gli armamenti nazionali; nel frattempo gli usa stringevano altri tratti con altri paesi es australia, nuova zelanda ecc. All’ingresso nella nato della germ occidentale corrispose tra 8 paesi dell’est il patto di varsavia che stabilì il comando militare unificato sotto la guida della russia > 1955 si cristallizza la divisione dell’europa > stabilizzazione della situazione sancita dalla conferenza di Berlino e da quella di Ginevra in cui si decise la divisione del vietnam in due blocchi (uno fedele all’urss a nord, uno filofrancese e quindi vicino agli usa a sud). Rimanevano paesi naturali a questa divisione, soprattutto le ex colonie diventate da poco indipendenti che si riunirono in una conferenza in Indonesia dei paesi non allineati riconfermando principi della carta delle nazioni unite es limitazion degli armamenti, autodeterminazione dei popoli; ma questo non schierarsi significava rimanere isolati e accentuò la divisione tra nord e sud del mondo. Equilibrio bipolare ed Europa unita di nuovo nel 56 l’equilibrio sembrò andare in frantumi: l’urss aveva dei problemi interni legati a rivolte e alla denuncia dei crimini di Stalin del nuovo leader del cremlino ma nonostante la linea dura degli usa l’intervento non ci fu perché sarebbe stato catastrofico > ma entrambe le potenze più cresceva la loro aria di influenza, più erano in difficoltà nell’esercizio del dominio = questo si evidenziò nella questione del canale di Suez. Nel ’48 era stato creato lo stato di Israele per ripagare i crimini della shoah ma gli stati arabi confinanti videro questa cosa come un sopruso e quindi una coalizione formata da egitto, iraqu, libano, siria ecc lo attaccano ma gli israeliani resistono e qui si crea un governo democratico (diverso da quello dei paesi limitrofi) che cercava di estendere il territorio colonizzando il deserto. In Egitto invece si era creato un regime militare nazionalista che voleva la piena indipendenza e si era rivolto agli usa per le armi, ma aveva incontrato un rifiuto quindi allaccia relazioni con l’urss > nel 56 l’egitto annuncia la nazionalizzazione del canale di Suez controllato dalle truppe britanniche > francia e gb si allarmano e spingono Israele ad attaccare l’egitto ma gli nell’assemblea delle nazioni unite chiese il ritiro degli aggressori = non erano possibili interventi esterni alla logica bipolare > per parigi e londra fu un grande smacco, anche perché alla loro presenza diretta sul medio oriente si sostituì quella indiretta di usa e urss. A livello mondiale inoltre, la decolonizzazione creò altre tensioni perché le nuove nazioni entrarono nell’assemblea dell’onu e fecero pendere la bilancia più in direzione sovietica che in quella americana, mentre le decisioni del consiglio di sicurezza (in cui non c’erano le nuove nazioni) venivano spesso bloccate dal diritto di veto delle due potenze: gli usa cercarono di colmare lo svantaggio attraverso la penetrazione commerciale e l’attività dei servizi segreti in questi paesi, l’urss invece cercò di fornire loro assistenza economica in cambio della concessione di basi: il movimento dei paesi non allineati era troppo debole per mantenere una posizione totalmente neutrale. Però lo spostamento della guerra fredda in altre zona diede una maggiore libertà alle potenze europee e ciò fece sì che iniziasse il processo di integrazione europea sotto la guida del presidente della ceca Jean Monnet: anzitutto egli prevedeva di allargare le basi della cooperazione economica dei paesi non solo al settore siderurgico (dove operava la ceca) ma anche ad altri settori chiave dell’economia es trasporti, fonti di energia ecc a tal proposito furono firmati i trattati di Roma (57) che sancivano 1. La nascita dell’euratom: i paesi partecipanti (ita,fr,ger ovest, olanda, belgio, lussemburgo) mettono in comune le risorse necessarie allo sfruttamento del nucleare, 62 considerata la fonte di energia del futuro; 2. La nascita della cee comunità economica europea: che aveva come organi una commissione di 9 membri + un consiglio di ministri degli esteri per armonizzare le politiche economiche e liberalizzare gli scambi tra i paesi membri. L’europa dei sei però era ancora lontana da essere autonoma dall’alleanza atlantica: direzione di questa autonomia di mosse de gaulle ma fu ostacolato dai timori degli alleati minori che pensavano di perdere capacità decisionale, e dalla soggezione agli usa di italia (dove il pc era radicato quindi ci si appoggiava agli usa per evitare un’egemonia di esso) e di germania dove il paese era diviso. Questa diversità di vedute dei membri spiega le difficoltà di questa neonata alleanza di trardursi da accordo economico ad accordo politico e militare. Le crisi di Berlino e Cuba la guerra fredda aveva dei costi alti, soprattutto per le armi che diventavano sempre più tecnologiche: il potere politico dipendeva sempre più dagli armamenti: le decisioni si prendevano sulla base della disponiblità o meno di det armi. Nel 57 l’urss lanciò lo Sputnik, il primo satellite artificiale che spezzò l’illusione di usa che il suo territorio era al sicuro; a indebolire l’equilibrio internaz si mise anche la Cina = conflitto ideologico tra cinesi si Zedong, custodi dell’ortodossia staliniana e nuovo governo urss che se ne distanziava; la cina inoltre adottava una politica estera aggressiva che la spinse ad invadere il Tibet > l’urss sospende gli accordi di cooperazione con il paese. La politica di urss quindi si insaprisce e a pagarne le spese è Berlino: la città dopo Potsdam era stata divisa in 4 (usa,gb,fr che fecero fronte unico) e urss: nel 58 Chruscev (urss) annunciò che la parte di Berlino posta sotto il suo controllo l’avrebbe lasciata alla Germania dell’est chiudendo in una morsa berlino ovest > Esienhower (usa) scelse la via della mediazione ma in Europa si diffondeva il malcontento perché lo scontro tra le due potenze rischiava di svolgersi proprio su territorio europeo e gli stati non potevano nulla. Nel maggio del 60 ancora problemi quando un aereo usa fu abbattuto nello spazio areo sovietico: gli usa negano ma ci sono le foto e ciò viene interpretato da urss come spionaggio e Chruscev denunciò la cosa durante un’assemblea dell’onu in maniera molto teatrale. Da parte degli usa si diffuse un modo di procedere secondo la “strategia del rischio” che cercava di prevedere le possibili mosse dell’avversario: tutta la guerra fredda sembra obbedire alla teoria dei giochi come un confronto a somma zero perché le due potenze si danneggiano a vicenda senza che però la bilancia penda da una parte. La situazione si faceva complicata anche per la quesione cubana: gli usa erano riusciti a mantenere regimi populisti anticomunisti in quasi tutta l’america latina ma a Cuba ci fu la rivoluzione castrista nel 59: usa doveva decisere se sostenere il nuovo regime o gli anticastirsti: si decise per questa seconda ipotesi. Castro chiede aiuto finaziario all’urss in cambio dell’istallazione di basi missilistiche > usa risponde con l’embargo dell’importazione di zucchero cubano e dopo Kennedy diede aiuto a tutti i paesi dell’america latina tranne che a cuba > Kennedy blocca navi dirette a cuba con forniture militari a bordo ma compromesso: urss toglie basi missilistiche da cuba e usa le toglie da turchia e italia e riconosce l’indipendenza di cuba = era questo il gioco a somma zero che si risolveva in un equilibrio del terrore. Nel 61 intanto la questione di berlino precipitò definitivamente: Chruscev affidò il completo controllo di Berlino alla repubblica democratica tedesca > Kennedy si reca personalmente a Berlino per difendere il principio del libero accesso alla città > il 1/8/61 i sovietici isolano la propria parte con un muro che diviene simbolo degli effetti della guerra fredda sulla popolazione europea ma anche sul fatto che urss era riuscita a bloccare i continui spostamenti dei berlinesi verso la parte ovest solo con la violenza. La difficile coesistenza negli anni 60 guerra fredda viene usato per indicare tutto il periodo fino al 91 ma alcuni storici ritengono più appropiato usarlo solo per il periodo 47 63 perché dopo i rapporti si calmarono. Ci fu la firma di gb usa urss per la fine degli esperimenti nucleari e anche la chiesa chiese una tregua con Giovanni XXIII ma la corsa agli armamenti non si era arrestata, ciò innervosì i paesi europei, in particolare la francia che protesta contro l’egoismo usa: De gaulle aveva già avviato un programma di sperimentazioni per l’arma atomica, e respinse l’ingresso della gb nella cee in ragione dei suoi rapporti privilegiati con gli usa e per i suoi scambi commerciali nel commonwealth incompatibili con l’unione mentre si avvicinò alla germania ovest che però ribadì l’importanza degli usa; le posizioni di parigini si radicalizzarono ulteriormente quando si ritira dal comando militare nato e si astiene a particiapre alle riunioni dell’europa dei 6. Problema da sempre dell’unione: antagonismo 65 volevano difendere il dominio francese, si giunse all’indipendenza che però non risolse i problemi del paese: divisioni interne, problemi economici > affermazione di un regime autoritario che però favorì un’innalzamento del tenore di vita anche se fu sensibile alla corruzione. La strada della dittatura fu battuta da molti di questi paesi iran, giordania, arabia saudita, egitto, libia molto spesso instaurata con colpi di stato. Costanti della storia del medio oriente sarà la quesitone del petrolio, e quella di israele che forte dell’appoggio di usa ignorava le indicazioni dell’onu di ritirarsi dai territori conquistati > ciò aumenta la volontà di rivincita dei popoli arabi > i palestinesi si radicalizzarono e dal 68 comincia la stagione del terrorismo. Africa subsahariana in questa zona indipendenza tardiva, solo a metà anni 50 e in modalità non traumatiche, tranne per Kenya e Congo; le rivendicazioni di indpendenza furono sostenute dalle elite urbane che spesso si erano formate in Europa e puntavano sulla modernizzazione dello stato su modelli occidentali. Per periodo però ci fu il prevalere di un’ideologia panafricana ma questa fallì a causa delle divisioni non soltanto tra i diversi stati, ma anche all’interno degli stessi stati dove c’erano etnie, lingue, religioni totalemtne diverse (in molti casi come lingua rimase il fr o l’inglese perché erano le uniche che comprendevano tutti). I neonati stati erano molto deboli e questo determina 1. formazione di stati autoritari a partito unico; 2. Presenza di forme neocoloniali es gli usa nel congo belga o in nigeria con la secessione della regione petrolifera del biafra: il necolonialismo fu denunciato nella conferenza panafricana e si esprimeva nelle forme di stati fantoccio, secessioni in cambio di denaro e aiuti, infiltrazioni straniere nell’economia ecc. Comunque gli stati africani dipesero sempre dai capitali internazionali e per questo qui lo sviluppo fu limitato, rimanendo semplici esportatori di materie prime. Un caso a parte fu quello del Sudafrica dove l’indipendenza fu proclamata dalla minoranza bianca che instaurò un regime fortemente repressivo nei confronti della popolazione di colore > apartheid. Diversi movimenti denuciarono la situazione ma furono repressi: il maggiore di questi l’ANC vide l’arresto del suo esponente principale Nelson Mandela; ma comunque il Sudafrica si sviluppò molto economicamente a differenza degli altri stati del continente. America latina qui il problema da risolvere era la dipendenza economica dagli stranieri in particolare usa > si cercò di risolverla con governi populisti che promossero lo sviluppo industriale ma furono abbastanza repressivi e di fatto conservatori es in Argentina ci fu una dittatura del partito laborista; nonostante questi esperimenti rimase la necessità di ricorrere a capitali stranieri per gli investimenti e quindi la subordinazione rimase. Gli usa di fatto continuavano a spadroneggiare in america sud a volte orchestrando anche dei colpi di stato che portarono al potere governi filostatunitensi es in Guatemala; in alcuni casi questi colpi di stato riportarono ordine ma molto spesso instaruarono dittature repressive. Un caso invece a parte fu Cuba: qui il generale Batista aveva messo fine al governo populista ed era stato spalleggiato dagli usa, ma Fidel Castro aveva cominciato una guerriglia contro il nuovo governo con l’appoggio delle masse rurali e un programma concentrato sulla riforma agraria e la lotta all’analfabetismo: nel 59 mise in fuga il dittatore; le sue riforme minarono gli interessi usa e spinsero castro a cercare la protezione dell urss e a rifutare la carta dell’alleanza per il progresso (degli aiuti degli usa concessi ai paesi dell’america latina) > cuba viene espulsa dalla conferenza degli stati americani. Con la guerra fredda castro insaprì il suo controllo sullo stato ma non ottenne significativi risultati a livello economico (la produzione rimase incentrata sullo zucchero) > riforme che donarono al paese una crescita economica. Il colpo di stato di Castro affascinò i movimenti rivoluzionari dei paesi limitrofi es Uruguay, Argentina ecc anche per il suo compagno d’armi Che Guevara che incitava tutti all’indipendenza; nel resto dell’america latina la guerriglia contro il populismo rimase minoriaria e insaprì le repressioni dei ceti dirigenti; negli anni 60 e 70 invece ci fu una reazione al populismo che ebbe protagoniste le forze armate e si manifestò con diversi colpi di stato es brasile, in Bolivia ecc > scomparsa delle istituzioni democratiche in America sud, tranne in Messico dove si mantenne una buona stabilità anche grazie ai buoni rapporti con gli usa (portarono invesitmenti) ma la miseria del paese rimase. L’OCCIDENTE America: anticomunismo e sviluppo per gli usa guerra > grande sviluppo ma poi dopo la fine di essa bisognava rallentare per garantire la riconversione pacifica dell’industria > 66 pace= inflazione > Truman lancia il Fair Deal: aumento salariale, miglioramento delle politiche assicurative ecc ma vi si oppone la minoranza repubblicana che usò come propaganda un’inchiesta su presunte infiltrazioni comuniste nella pubblica amministrazione > spostamento a destra dell’opinione pubblica + il presidente avvia delle indagini su potenziali sovversivi e si assiste ad una limitazione delle libertà es di sciopero, meno dirtti sindacali ecc. Questa lotta al comunismo si inasprisce con la guerra fredda e c’è chi la definisce irragionevole ed espressione delle profonde insicurezze del paese e dell’esasperata competizione. In questo clima il senatore McCarthy si disse in possesso di una lista di agenti comunisti infiltrati nel dipartimento di stato > campagna inuisitoria che porta ad una legge che autorizza la schedatura dei sospettati, oltre che il partito comunista diventa fuorilegge. I repubblicani guadagnarono da questo clima e riuscirono a far eleggere nel 52 presidente l’eroe usa della guerra ossia Eisenhower ma la morte si stalin e la guerra in corea acquietò il clima. Con il nuovo presidente nuova crescita soprattutto dell’industria miltiare, automobilistica e aeronautica, i conflitti sociali diminuirono perché la disoccupazione cala e i salari aumentano > prosperità che porta alla diffusione dell’“american way of life” basato sul consumo e su prodotti da esportare in tutto il mondo (es coca cola) > modello antimarxista che annullava le differenze di classe; non mancarono le critche a questo modello di vita che a detta di molti esasperava il conformismo e l’individualismo, mentre altri sottolineavano il ritardo nei servizi sociali e la presenza ancora di molti ceti poveri. Questi erano soprattutto la gente di colore che migravano dal sud in cerca di diritti e condizioni di vita migliori; gli stati del sud continuavano a praticare la segregazione razziale nonostante più leggi l’avessero proibita > si sviluppano proteste es sit in ma la situazione non cambia. A fine anni ’50 questo clima di ottimismo e benessere comincia a calare: peggioramento del bilancio, lancio dello sputnik che determina un dibattito sui ritardi della ricerca usa ma i ritardi del paese non erano dovuti a questo ma ad un’eccessiva importanza data all’industria bellica. Gli USA da Kennedy a Nixon ’60: viene eletto Kennedy: molto riformista: non molto successo in campo assistenziale ed assicurativo, molto importante nella politica economica: varò un piano di riduzione delle tasse per stimolare gli investimenti e uno per liberalizzare gli scambi internazionali, ammodernò l’apparato militare e civile alla luce delle nuove tecnologie; ma gli effetti di qaueste riforme furono controversi perché gli usa presero impegni che non potevano sostenere: Kennedy non vide gli effetti delle sue riforme perché viene ucciso nel 63. 64: viene eletto Jhonson (vicepresidente con Kennedy): si impegna per ridurre le discimanzioni delle persone di colore, già nel 63 c’era stata la marcia a Washington per i diritti civili guidata da ML King, abolendo la segregazione razziale e le limitazioni al diritto di voto; diede sussidi ai disoccupati, aumenta l’istruzione ma l’aumento delle spese sociali insieme ai costi della guerra del Vietnam = deficit > problemi sociali ed economici: da una parte il movimento dei neri si radicalizzò, con l’idea separatista di un black power, dall’altra i giovani a partire dalle università si ribellarono al conformismo e all’autoritarsimo, alle diseguaglianze e sopratt alla guerra. Jhonson perse voti perché le sue riforme non convinsero nemmeno i più conservatori > non si ricandida e il partito democratico entra in crisi anche per l’assassinio di ML king e di Kennedy (fratello di John). ’68: viene eletto Nixon (repubblicano) che conduce un’aspra battaglia contro i movimenti pacifisti e di protesta, con lui si afferma una tendenza moderata e si può dire conclusa la fase liberale della storia degli usa iniziata con il New Deal. Si apre una fase di involuzione per l’economia, si pone fine al gold dollar standard (71), problemi anche derivanti dall’aumento dei prezzi del greggio (73) > il boom era finito, si entrava in una fase recessiva. Il presidente fu costretto a dimettersi nel 74 quando fu accusato di spionaggio ai danni dei democratici. Germania era uscita quasi distrutta dalla guerra: divisa in 4 e la stessa divisione si riproponeva su berlino; la francia era ostile alla rinascita di uno stato tedesco unito e sovrano e con la guerra fredda la germania diventò terreno di scontro per le due potenze: nella zona ovest le truppe inglesi si ritirano a fine anni ’40 e rimane quindi sotto l’egida di usa che le destina molti aiuti economici, rimarrà però uno stato a sovranità limitata anche con l’ingresso nella nato nel ’55. Le elezioni del ’49 nella parte ovest diedero la maggioranza ai cattolici democratici che superano la spd, mentre il pc viene messo fuori legge; negli anni 50 il paese conosce grazie agli aiuti usa uno straordinario sviluppo economico: si 67 accentua la divisione con la parte est che non riconobbe inizialmente la rep federale tedesca e considerava ostile il riconoscimento di essa da parte degli altri paesi (dottrina Hallstein) = superiorità della parte ovest e flusso continuo di espatri cui si pose fine con la costruzione del muro. Nella germania ovest i cattolici democratici con il passar del tempo persero potere e si dovettero alleare con la spd, per poi passare all’opposizione quando si forma un governo di liberali + spd che ha come cancelliere Brandt: egli intraprende una linea di apertura verso la parte est (71 nobel per la pace) stringendo trattati di amicizia con urss e polonia > fase distensiva = entrambe le germanie vengono ammesse nelle nazioni unite nel ’73. Francia dopo la fine della guerra era divisa tra coloro che avevano collaborato con i nazisti e quelli che lo avevano combattuto; al governo di coalizione va De Gaulle > quarta repubblica che è di tipo parlamentare, mentre de gaulle voleva una presidenziale: i governi degli anni ’50 diedero un contributo importante al processo di integrazione europea ma il trattato per la costituzione della ced viene respinto > la francia non voleva vedere ridotta la sua sovranità nazionale ed era contraria al riarmo della germania. Problemi interni + la linea dura nella politica coloniale, in particolare sull’Algeria fecero tornare al potere de Gaulle che stilò una nuova costituzione che dava più ampi poteri al presidente > fine quarta repubblica; De gaulle viene eletto presidente e chiude la questione algerina concedendo l’indipendenza. L’idea di de gaulle era quella di un europa fondata sull’asse carolingio franco.tedesco libera dall’ingerenza degli usa, non bastava ‘integrazione economica ma era necessaria anche una difesa congiunta perciò si oppose all’ingresso nella cee di gb, ritirò le truppe francesi dalla nato e si dotò della bomba atomica. Questa politica però rimase isolata perché la germania non era pronta per assecondarla > logoramento del potere del presidente: dopo essere stato tutore dell’ordine nelle lotte studentesche si dimette nel 69. Gran Bretagna: aveva vinto la guerra ma aveva perso il suo ruolo di potenza mondiale; gli inglesi erano consapevoli di ciò e infatti alle elezioni del ’45 prevalse il partito labourista su Churchill > si pongono le basi per il welfare state con la rivoluzioni labourista: nazionalizzazione della santità, dei trasporti, del gas, poste ma per farlo fu necessaria una politica di austerità ma comunque furono necessari aiuti da usa > calo del consenso > torna Churchill che riprivatizza alcuni servizi ma lascia intatta la struttura del welfare, dota il paese della bomba atomica ma deve fornteggiare molti costi es della guerra in corea, oltre che la perdita di domini coloniali creava problemi nella riconversione dell’industria ingelse dopo la pace = crescita economica inglese più bassa che negli altri paesi. Per questo la gb non entra nella cee ma crea un’area di libero scambio con altri paesi es svezia, portogallo, danimarca ecc. A metà anni ’60 al governo ritornano i labouristi ma è un periodo di recessione perché le strutture industriali inglesi ormai vecchie non sono in grado di stare al passo con i tempi, mentre sul piano dei diritti civili ci fuorno molti progressi; nel partito ci fu un’ala favorevole all’ingresso nella cee che avvenne nel 73 ma per problemi con l’irlanda nel 70 vennero perse le elezioni e i tornarono i conservatori. Svezia sempre neutrale, aveva conservato una grande stabilità: economia efficiente, burocrazia efficiente, i servizi assicurativi erano applicati universalmente, qualità dei servizi pubblici ecc = incarna il welfare state; non entrò nella nato ma costruì un consiglio del nord tra i paesi di area scandinava mentre aderì all’area di libero scambio creata dalla gb. Ma verso la fine degli anni ’60 ci fu la crisi del modello svedese per l’invecchiamento della popolazione, la diminuzione dell’occupazione e il partito socialdemocratico che aveva spopolato in precedenza fu costretto a formare un governo di coalizione con i comunisti. Europa mediterranea se in europa in generale ci stava aprendo a tendenze democratiche non è cosi in spagna e portogallo dove i regimi dittatoriali sopravvivono, anche se per i due stati si apre un periodo in cui cominciano ad essere inseriti nelle vicende europe: erntrano infatti nella nato e nell’onu anche se inizialmente la spagna non fu accettata ma poi la cosa si concluse positivamente grazie all’intervento usa. In spagna il franchismo rimase perché non fu così radicale come il modello fascista cui pure si ispirava anche se la repressione comunque ci fu; nel 47 franco restaurò formalmente la monarchia anche se lui divenne reggente a vita, mentre si cementò l’alleanza tra regime e chieda anche con l’organizzazione opus dei con lo scopo di diffondere il culo cattolico cominciò ad essere presente anche in campo economico, finanziario ecc. Negli anni 50-60 ci fu un buono sviluppo economico che consentì il radicarsi della democrazia e la 70 creato un corpo di polizia responsabile dell’ordine pubblico (la celere) che attuò una dura repressione: nelle industrie furono schedati operai comunisti e socialisti, licenziati e divennero “perseguitati politici” (gli anni 50 sono conosciuti come anni bui). La CIGIL propose per stabilizzare questa situazione un piano del lavoro che garantiva la crescita dell’occupazione ma la risposta del governo fu negativa; il governo dal canto suo presentò una riforma agraria che prevedeva la creazione di una piccola proprietà contadina in modo da smorzare le agitazioni nel sud ma questo non si rivelò positivo: nel sud si instaura un rapporto clientelare tra l’esponente locale del partito di governo che garantiva l’erogazione dei finanziamenti in cambio del voto. In questo senso una responsabilità importante ce l’avevano gli esponenti della dc che non si identificavano nelle scelte di degasperi e ostili ad un liberismo puro: fu creata la cassa del mezzogiorno che doveva finanziare la costruzione di infrastrutture per l’impianto a sud delle industrie ma questa fu sottratta al controllo del parlamento e diviene centro di corruzione e clientelismo. La riforma agraria determina quindi una crisi tra dc e grandi proprietari terrieri che aprono all’inziativa della destra, mentre de gasperi viene indebolito anche da una parte del vaticano conservatrice che si opponeva alla sue riforme: nonostante una riforma elettorale per blindare la maggioranza centrista, alle elezioni del 53 questa perse voti mentre i consensi a destra e sinistra aumentavano. La nuova legislazione si apre con l’incertezza: da una parte il rafforzamento dei partiti di sinistra rendeva rischiosa un’alleanza con la destra, dall’altra un’alleanza con la sinistra era esclusa data la situazione internazionale. Nel 54 de gasperi muore e lo sostituisce fanfani che rafforza il partito con la politica sugli enti pubblici: costituisce l’eni (ente nazionale idroarburi) per lo sfruttamento del petrolio e il gas naturale e con lui nasce un nuovo capitalismo “di stato” basato sulla convinzione che i processi di trasformazione economica avessero bisogno di una guida politica. Il miracolo economico A partire dagli anni ’50 anche l’italia partecipò allo sviluppo dei paesi industrializzati ma questo riguardò quasi esclusivamente il nord (triangolo industriale) e fece rimanere alta la disoccupazione (più alta d’europa): la molla del boom economico è stata da molti individuata nello sviluppo degli investimenti statali nelle infrasteutture es per la costruzione delle autostrade. Comunque fu squilibrato > grandi flussi migratori interni (da sud a nord) e difficoltà di integrazione dei nuovi immigrati. Anche in italia centrale ci fu uno spopolamento delle campagne ma l’urbanizzazione si verificò non solo nelle grandi città ma in maniera più omogenea nel paesaggio (si parla di campagna urbanizzata). Lo sviluppo porta al cambiamento di tradizioni, valori: il mondo contadino tende a scomparire e ci si adatta sempre più al modello americano; centrale nel processo di omologazione fu la tv, mezzo attraverso cui si diffonde la lingua italiana; si assiste ad un processo di secolarizzazione: la relgione sempre meno presente nella vita quotidiana e si affermano modi di pensare più liberi e aperti; i giovani dettano le mode e le donne vengono sempre più utilizzate per piubblicità in tv e in radio dando loro maggiore autonomia. Gli anni ’60 e il centrosinistra Le elezioni del ’53 manifestarono una crisi del centrismo > si esce da questa fase di stallo grazie all’evoluzione della questione internazionale: disgelo tra usa e urss + denuncia dei crimini di stalin che fa allontanare il PSI dai comunisti, rimasti invece fedeli a Mosca. La dc quindi comincia ad aprirsi alla sinistra (psi) a sostenre ciò intervenne sia la chiesa sia gli usa che con kennedy attentuarono l’ostilità ad possible spostamento a sinistra della politica italiana. Ma novità ci furono anche sul piano economico: la firma dei trattati di roma aumentò la partecipazione statale nell’industria > voleva far crescere l’economia con opere pubbliche. Dopo il ’56 Nenni e Saragat si riavvicinarono ponendo le basi per un’alleanza con la DC > si forma il “centrosinstra” ma l’ala liberale della maggioranza si distacca dalla DC bloccando quest’alleanza > governo Tambroni solo democristiano che accettò voti dall’estrema destra > proteste in piazza duramente represse > crisi politica > il vaticano e usa si rendono conto che l’unica alternativa alle destre è il centrosinistra > nel governo moro del ’63 entrano anche i socialisti. Questo governo fu importante 1. per la nazionalizzazione dei settori centrali dell’economia in primis dell’energia elettrica (ENEL) 2. Riforma della scuola media unica che estese fino ai 14 anni l’obbligo scolastico rispondendo alle esigenze del mercato del lavoro che chiedeva un ceto più professionale. L’avvio del centrosinistra portò anche problemi nelle sinistre: una minoranza si scisse dal psi mentre ilo pci con togliatti 71 rimase fedele al modello di Mosca ma comunque ribadì la necessità di ogni pc di adattarsi al paese es in italia si doveva seguire la linea democratica e pluralista. Il governo di centrosinistra ebbe dei forti limiti: l’economia a causa dei costi pubblici entrò in una fase di rallentamento che ridusse i fondi per le riforme, molte città del sud prive di piani regolatori crebbero in modo incontrollato dando ampio spazio alla mafia = si rafforza l’ala conservatrice da una parte, dall’altra l’attività illegale di alcuni organi dello stato: es il piano “Solo” elaborato dal comandate dell’arma dei carabinieri che prevedeva in caso di disordini arresti e repressioni nei confronti dei dissidenti: non fu mai attutato, ma comunque manifestò la disponbilità di alcuni settori dello stato ad agire illegalmente per realizzare alcuni scopi politici: questo condizionerà a lungo la storia dell’italia. Contestazione giovanile e conflitti sociali Anche in italia si sviluppa la baby boom generation: giovani operai, studenti nati dopo la guerra che si scontra con le strutture arcaiche dello stato. Il movimento comincia dalle università nella primavera del ’68 dove si protestò per i caratteri selettivi del sistema scolastico ma dal ’69 interessò anche le fabbriche: si chiedevano aumenti salariali, nuove leggi, ma anche un monte ore da destinare alla formazione , rifiuto di lavori nocivi per la salute ecc. Questi anni modificarono radicalmente la società italiana: si continua il processo di secolarizzazione es con la legge sul divorzio (74), la tutela della maternità, la formazione dello statuto dei lavoratori che garantì maggiore democrazia nelle fabbriche, il sistema fiscale viene riformato con la tassazione sul reddito delle persone fisiche proporzionale all’entità del reddito (irpef), vengono poste le basi per il sistema santiario nazionale e universale ecc. Ma tutte queste iniziative portarono alla crisi > inflazione cresce > conflitti sociali che esplondono in proteste duramente represse dalle forze dell’ordine. Nel ’69 si inaugura un periodo di stragi sia da parte dei neofascsiti con la collaborazione dei servizi segreti dello stato e delle forze armate, sia dei movimenti di estrema sinistra cresciuti dopo le lotte studentesche e operaie (brigate rosse, prima linea ecc) che colpirono i presunti simboli dello stato repressivo. In questo quadro il centrosinistra si indebolì mentre l’elettorato si spostò leggermente a sinistra: Berlinguer segretario del PCI elabora una strategia di collaborazione tra comunisti socialisti e cattolici per fermare la conflittualità anche in concomitanza di un leggero allontanamento del pci da quello sovietico dopo i fatti di praga, tuttavia gli altri membri del partito rifiutarono la proposta = il sistema politico rimane bloccato. Questo blocco è una caratteristica tipicamente italiana dovuta all’assenza di una destra democratica il cui ruolo era stato preso dalla dc che era un partito di centro, e dal fatto che a sinistra c’era il partito comunista che generava comunque timore nonostante l’orientamento democratico. IL MONDO COMUNISTA L’Urss da Stalin a Chruscev nonostante il disastro della guerra la Russia aveva come punti di forza l’apparato industriale e l’esercito e per mantenerli ricorre come al solito alla forza. I paesi dell’est europeo sovietizzati e creazione di un piano per superare i limiti produttivi prebellici: si incentivò l’industria pesante a danno dell’agricoltura; una riforma monetaria svalutò il rublo > aumento dei prezzi ma i salari erano ridotti di molto rispetto ai tempi di guerra, mentre problemi c’erano anche nell’edilizia. Specialmente la popolazione rurale pagò gli effetti del piano del 46 vide sì un aumento delle terre coltivabili, ma accrebbe la pressione fiscale sui contadini e anche il prezzo dei prodotti agricoli. Il bilancio però per Stalin fu postivo tanto da varare un altro piano quinquennale teso ad uno sviluppo ancora maggiore: la crescita produttiva che ne derivò però fu ottenuta grazie ad una forte repressione (molte condanne a morte) e dalla propaganda anticapitalistica. Stalin muore nel ’53 > si apre una lotta per la sua successione tra uomini del partito e militari che avevano molta importanza con stalin > da questo conflitto emerge Chruscev (esponente della nuova leadership del partito) che in primis denuncia i crimini del dittatore e abolisce il culto della sua personalità: le strutture del potere sovietico non furono messe in discussione, ma fu un trauma per i comunisti di tutto il mondo e ebbe conseguenze sui rapporti tra urss e i paesi del suo blocco: fu sciolto il Cominform e si svilupparono tendenze riformatrici in diversi paesi; Chruscev smantellò inoltre il GULag, riogranizzando la polizia politica ma cercò di limitare i conflitti con questa riducendo il numero di esse ma aumentando la ricerca scientifica nel campo degli armamenti (lancio dello sputnik); in ogni caso riunifica sotto la sua persona i ruoli di 72 capo del governo e segretario di partito. Il suo processo di destalinizzazione si concretizzò con maggiori libertà e diminuzione della pressione del partito sulla società ma comunque il sistema monopartitico rimase; in campo economico si pose degli obiettivi meno rigidi di quelli dei piani di stalin e la produzione agricola migliorò anche grazie a buoni raccolti, ma comunque i livelli di reddito degli usa erano lontani: il sistema autoritario dello stato impediva uno sviluppo come quello dei paesi capitalistici. I problemi più gravi per lui vennero dalla politica estera: il patto di varsavia assegnava una dignità ai paesi membri pari a quelli dello stato guida (indebolendo l’urss), ruppe la collaborazione con la cina che sosteneva una linea antimperialista e uno sviluppo autonomo cui si associarono anche paesi europei es albania e romania; questi problemi + le tensioni derivanti dall’incremento della produzione non accompagnata da grandi miglioramenti delle condizoni di vita > deposizione di Chruscev sostituito da Breznev segretario del partito. La restaurazione brezneviana appena arrivato al potere Breznev si ribella al personalismo del suo predecessore ristabilendo la divisione delle cariche, rinnovò l’impegno diplomatico in Asia con aiuti in Vietnam e Corea ma in cambio di un inasprimento della repressione: molti che si opposero alla sua poltica erano intellettuali > condannati alla clandestinità. Ci furono miglioramenti in campo economico es aumento della produzione dei beni di consumo e iniziative in campo agricolo + apertura verso paesi occidentali e usa; ma questa fase terminò con una ripresa delle spese militari dopo l’invasione della cecoslovacchia Il governo di Brenzev comunque aumentò le sicurezze per la popolazione es casa, lavoro ecc a prezzo però di una riduzione degli investimenti (perché i soldi servivano per garantire i servizi) > calo della produttività e blocco tecnologico. Tutrice di questo “patto sociale” fu la nomenklatura ossia la burocrazia di stato e di partito molto corrotta che diede impulso allo sviluppo del mercato nero e della criminalità che mostravano la debolezza del regime; questa debolezza venne combattuta con una grande intrasigenza verso l’instabilità esterna es primavera di praga, scontri con la cina ecc. A partire dal ’70 quindi l’economia russa entrò di nuovo in crisi, a ciò Breznev cercò di riparare con una politica estera di potenza approfittando della debolezza di usa per la guerra del vitnam che porterà al collasso l’intero regime. La sovietizzazione dell’Est europeo gli accordi tra le potenze vincitrici dopo la fine del conflitto prevedevano che gli stati dell’europa dell’est entrassero nella sfera di influenza russa ma che si mantenessero libere elezioni > non rispettato perchè il pc arrivò al potere e in breve tempo annientò le opposizioni rappresentate dai cattolici in Polonia e Ungheria mentre dai monarchici e conservatori in altre nazioni e cominciò in queste zone l’epurazione degli oppositori. Sintomatico è il caso della Cecoslovacchia dove nel nuovo governo i comunisti avevano solo pochi seggi ma in breve tempo acquisirono la maggioranza; tuttavia guardarono con favore l’estensione del piano Marshall al paese ma ciò incontrò l’opposizione dell’urss. In risposta al piano Marshall l’urss con Stalin costituì la Cominform (47) ossia l’unione solidale dei partiti comunisti delle nazioni ma di fatto attuò una repressione nei confronti dei paesi dell’est condannando i dissidenti (come avvenne in Cecoslovacchia e germania est) e la completa subordinazione al suo potere. Mentre gli usa cercarono di imporre il proprio dominio con gli aiuti economici, l’urss lo fece con la violenza: gli assetti istituizionali che ne derivavnao erano autoritari e monopartitici: le sole opposizioni erano i gruppi dei cattolici. Il blocco occidentale in crisi Il riallineamento dei paesi dell’est europeo generò la persecuzione anche di dirigenti dei singoli partiti comunisti che rifiutavano di allinearsi es Tito in Jugoslavia. La repressione non era sufficiente per dare compattezza al blocco sovietico quindi 1. Fu creato il Comecon (assitenza economica ai paesi del blocco) ma comunque l’urss era in posizione avvantaggiata: esportava manufatti in cambio di materie prime degli altri paesi; nelle singole nazioni molte terre vennero nazionalizzate e tutto questo ebbe come ripercussione un deficit della produttività; 2. Il patto di varsavia cancellava la possibilità di accordi bilaterali estranei a mosca = tutto questo era sintomo di una crisi latente del blocco sovietico. Queste iniziative ebbero ripercussioni gravi nei paesi più avanzati industrialmente del blocco ossia Ceocsolovacchia e Germania est dove il governo intervenne a sedare rivolte ma fu costretto ad annunciare aumenti salariali > leggero miglioramento delle condizioni interne. Nonostante ciò la situazione rimaneva difficile e le denunce dell’operato di stalin peggiorarono le cose; negli anni ‘50 1. In polonia: ci fu 75 cui erano sottoposte le donne, lo sfruttamento sessuale, le condizioni di lavoro ineguali, gli infanticidi e le mutilazioni sessuali (nel terzo mondo). Negli anni 90 ci sono stati progressi perché quasi tutti i paesi occidentali avevano eliminato le discrimanzioni e tra i diritti umani figura l’ugualglianza tra i sessi. Ma in quasi tutti gli stati le donne al governo sono meno degli uomini, come anche nell’ambito del maangment e dei tecnici. I problemi più gravi però sono quelli del sud del mondo: il tasso di scolarizzazione delle donne è molto basso, la subordinazione è ancora presente e aggravata dalla religione (es l’islam): le cose stanno lentamente migliorando ma la strada da fare è ancora molta. Instabilità internazionale, stagflazione e innovazione tecnologica Nel corso deli anni ’60 ci fu una prima inversione di tendenza nell’economia che porterà poi allo scoppio della crisi: tutto parte come sempre dagli usa, dove l’economia a causa soprattutto delle spese militari comincia a perdere slancio > internazionalizzazione dei aziende > molta valuta usa che circola sui mercati esteri di cui lo stato ignorava i valori reali ma doveva essere comunque garante + deficit commerciale usa: importavano più merci di quelle che esportavano = condizione di debolezza cui si fa fronte con la sospensione della convertibilità del dollaro e una forte svalutazione di questo. A ciò si aggiunge l’inizio di una politica estera autonoma per molti stati europei es Francia e Germania (Ostpolitk) suggelata dalla conferenza di Helsinki dove si affermò l’inviolabilità delle barriere > la casa bianca fa buon viso a cattivo gioco intensificando la sua inziativa diplomatica attraverso accordi con l’urss per uguagliare i propri armamenti e cina. Le cose però precipitarono con la guerra del Kippur: l’egitto attacca israele mentre i paesi arabi bloccano le forniture petrolifere ai paesi filoistraeliani (ossia gli occisdentali): la guerra si concluse con la restituzione da parte degli israeliani del Sinai ma non della striscia di gaza e con l’emarginazione dell’egitto dalla lega dei paesi arabi per aver riconosciuto lo stato israeliano ma per gli occidentali i problemi più grandi fu il blocco petrolifero che portava alla ribalta l’opec: tuttavia nonostante il denaro che confluì nella zona in medio oriente non si innescarono progressi socioeconomici e l’equilibrio bipolare del mondo non fu spezzato. In compenso l’economia mondiale fu devastata: impennata dei prezzi, calo della domanda, grande inflazione e stagnazione dell’economia: gli studiosi per definire questo periodo usano “stagflazione”. L’epicentro furono gli usa, ma la crisi si estese a tutto l’occidente provocando molte tensioni. Essa ebbe due conseguenze rilevanti: 1. L’inflazione da abbassare il prezzo reale delle materie prime che però hanno difficoltà ad essere vendute per contrazione della domanda con un peggioramento dei rapport di scambio; 2. Diminuzione dei posti di lavoro in industria ma aumento di quelli nel terziario e nel settore dell’informazione. Sviluppo dei mass media, del marketing, nuove tecnologie es informatica = data inzio 75 primo pc, ma poi notevoli progressi con Steve Jobs e Bill Gates; nuove tecniche es la fotocomposizione che sostiusce la composizione in caratteri in piombo, poi la tencologia laser, il telefax ecc. Il processo di terziarizzazione si accompagna ad uno di delocalizzazione dei posti di lavoro: le grandi multinazionali impiantano stabilimenti dove la manodopera è meno costosa (terzo mondo) > tutto ciò cambiò il volto della società occidentale. Tuttavia i risvolti negativi furono molti, in primis il fatto che la fine degli accordi di Bretton Woods priva l’occidente di un sistema regolatore degli scambi internazionali > le valute nazionali fluttuano liberamente > i paesi della cee si accordano per fissare ad ogni moneta dei paesi membri limiti di oscillazione nel cambio con altre valute (serpente monetario) = conferma della volontà dei paesi europei di seguire una via autonoma rispetto ad usa. Questo però era ancora lontano: di fronte all’offesniva dell’opec i paesi europei non sapevano né adottare una strategia comune: pertanto nel ’75 si tenne il primo g6 in francia (incontro dei capi di governo dei 6 maggiori paesi occidentali) in cui si scontrarono orientamenti divergenti e non si giunse ad un accordo né sulla quesitone monetaria e nemmeno sulla proposta di creare un asse privilegiato con l’iran per contrastare il potere dell’opec ma comunque manifestò la volontà di collaborazione tra i paesi occidentali per regolamentare le relazioni con il resto del mondo. La cultura dell’età atomica la cultura del dopoguerra è largamente dominata dall’incubo atomico: la ricerca scientifica dopo la realizzazione della bomba atomica assume una grande importanza e gli stati cominciano a sostenerla, aumentando il divario tra nord e sud ma, di contro, la scienza non può più essere imparziale. A livello culturale si diffonde da una parte un grande pessismismo es con 76 Orwell che in 1984 prefigura una società totalmente asservita alla dimensione pubblica, o con la filosofia esistenzialista che prende atto del conflitto tra persona e mondo; dall’altra invece l’ottimismo americano, l’ansia di rinascita, la comunicazione che grazie alla tv avviene soprattutto tramite le immagini, lo sviluppo della pubblicità, lo sviluppo delle telecomunicazioni che permette contatti anche tra posti lontani (es nasce il mondovisione e si comincia a parlare di villaggio globale) ma non mancano le critiche a ciò: alcuni hanno riflettuto sul potere della pubblicità di manipolare le persone e neutralizzare, senza armi, il dissenso. La tendenza all’omogenizzazione si vide anche nelle arti visive: nasce la pop art che rappresenta oggetti comuni es lattina di coca cola > perdita di sacralità dell’opera. Sono questi anche gli anni dell’anticonformismo e della beat generation (capelli lunghi, uso di droghe, liberalizzazione della sessualità ecc) che non va oltre la cultura giovanile ma che comunque modifica a fondo la società occidentale. Sul finire degli anni 70 ci furono molti progressi nella biologia, nella ricerca sul dna, ricorso alle biotecnologie e all’ingegneria genetica che intensifica il dibattito sulla bioetica e sulla necessità di coniugare ricerca scientifica e tutela del genere umano e degli animali; ciò molto spesso non viene rispettato e aumetano sempre più le previsioni di catastrofi > non più concezione lineare del tempo. LA RIPRESA DELL’OCCIDENTE Un mondo instabile A fine anni ’70 si aprì una fase di forte instabilità, nonostante l’urss ebbe di nuovo un’involuzione autoritaria (a partire dall’invasione della cecoslovacchia > “seconda guerra fredda”), la situazione mondiale non si può inquadrare come una secca antitesi tra blocco occidentale democratico e liberale, e orientale autoritario. Dal canto loro infatti gli usa non erano disposti ad accettare la nascita di regimi troppo spostati a sinistra in America latina e li represse contribuendo a creare regimi autoritari il cui potere prinicpale era il possesso della terra es Argentina o Brasile. L’Urss invece approfittò della decolonizzazione per imporre il suo dominio su Angola, Mozambigo (che erano portoghesi) e Etiopia, mentre in usa con Carter (democratico) ci si concentrò sul rispetto dei diritti umani, il controllo su molti regimi di america sud venne ridimensionato e urss fu criticata per la repressione del dissenso. A complicare questo clima subentra anche l’Iran che dopo una rivoluzione interna diventò una repubblica islamica ostile agli americani: anche per bloccare ogni contagio della rivoluzione iraniana nel 79 l’urss invade l’afghanistan ma fu una pesante sconfitta e peggiorò il clima perché molti fondamentalisti del mondo arabo usarono questo attacco come propaganda. Neoliberismo - In Usa: se inizialmente con il piano per uguagliare gli armamenti tra usa e urss il clima sembrò distendersi, le cose precipitarono con l’invasione della seconda dell’Afghanistan es furono boicottate le olimpiadi di mosca ecc. La presidenza di Carter fu incerta sulla politica estera e quindi viene eletto il repubblicano Reagan che con il suo programma di rilancio della potenza americana riscosse molti successi non solo tra i repubblicani ma anche nei democratici dato il clima di insicurezza). Egli fu importante soprattutto per la politica economica “Reaganomics”: forte ridimensionamento del ruolo economico dello stato attraverso la riduzione delle tasse sui redditi d’impresa e rilancio delle spese militari per fornteggiare l’urss: ne derivò una politica di deregulation ossia cancellazione dei vincoli sindacali, amministrativi, dimunzione delle tasse sui redditi medio-alte > sostegno all’imprenditoria: ciò secondo il presidente avrebbe ridotto le spese dello stato nell’assistenza sociale per concentrarsi sul settore della difesa. Inghilterra nel ’79 divenne primo ministro Thatcher (dei conservatori), la prima donna ministro anche qui si seguì la politica di deregulation riducendo l’intervento dello stato nel settore assienziale e produttivo (che invece era stato importante nel welfare state): privatizzazione di molte industrie ec anche se ci furono molti scioperi e dissensi. Questa linea detta “neoliberismo” era specchio di una società in cui prevaleva l’individualismo, la competizione che generava una selezione naturale dei migliori: si andò delineando la generazione degli yuppies tutta dedita al lavoro e alla carriera, antitetica a quella del ’68. Tuttavia i risultati del neoliberismo furono discutibili: i conti pubblici non ne beneificarono molto e nemmneo la domanda interna (la disoccupazione non calò più di tanto). Europa degli anni ’80 Francia qui ci fu una linea antitetica alla Reaganomics: il governo gollista cercò di reagire alla crisi petrolifera puntando su altre forme di energia es nucleare e riducendo il ruolo dello stato nel 77 settore siderurgico e meccanico > licenziamenti > dissenso > vanno al governo i socialisti (anche con alcuni ministri comunisti): con loro abolizione della pena di morte, sussidio ai giovani in cerca di lavoro, nazionalizzazione di banche ma comunque non una grande ripresa dell’economia. Germania prima i socialdemocratici poi il governo democristiano riuscì a dare stabilità al paese > politica di rigore monetario tagliando delle prestazioni sociali per risanare il bilancio; la produzione crebbe, i conflitti sociali diminuirono anche perché la disoccupazione era relativamente basse rispetto al resto d’Europa; si inaugura una collaborazione con la Francia. Comunità Europea da metà anni ’70 = nuovi ingressi, viene creato il sistema monetario europeo (sme) entrato in vigore nel 79 che limitava le oscillazioni dei cambi tra le valute europee (serpente monetario), viene creata un’unità di conto comune (ecu) in attesa della creazione di una valuta unitaria, si crea il parlamento europeo, si liberalizza il movimento di persone, merci, capitali ma il problema dell’unità nella diplomazia e nella forza militare rimase irrisolto. La questione della difesa divenne di nuovo attuale quando l’urss creò nuovi missili nucleari ma gli usa impiantarono in europa degli euromissili facendo venir meno le perplessità europee (sopratt francesi) per la sproporzione dell’alleanza atlantica: nel contiente europeo c’era ora l’arma atomica per rispondere ad un eventuale attracco di urss. Una buona parte dell’opinione pubblica europea però era contraria all’arma atomica ma la maggioranza comunque l’accettò e gli euromissili furono installati nei primi anni ’80. Instabilità dell’Urss e il riarmo: negli anni ’80 l’Urss era dilaniata da problemi interni causati da assenza di crescita economica, aumento delle spese militari ecc: quest’arretratezza si palesò con il disastro della centrale nucleari di Chernobyl nell’86 e fu accentuata dalle opposizioni dell’europa dell’est es in Polonia dove l’ala cattolica si rafforzò quando Woytila divenne papa sebbene questo dissenso venne momentaeamente congelato nell’81 quando un colpo di stato che mise fuori campo le opposizioni. Reagan approfitta ovviamente della situazione per lanciare piani di riarmo che l’urss non avrebbe mai potuto eguagliare es un sistema di armi satellitari che garantisse sicurezza assoluta al territorio usa. La politica di Reagan d’altra parte tendeva all’isolazionismo rifiutando di difendere il territorio europeo: questo provocò tensioni con l’europa irritata dall’”egoismo americano”: la coesione però venne ritrovata con l’intervento dei reparti italiani, francesi e italiani nella crisi in Libano affidato alla nato in autonomia rispetto alle nazioni unite cui gli usa guardavano sempre con più sospetto. Sincerità sovietica e incertezza dell’occidente per fronteggiare questo ritardo rispetto agli usa, Gorbacev scelse la via della sincerità: riuncia al progetto sdi (uguagliare gli armamenti con usa) ammettendo implicitamente la sua inferiroità e mostrando la debolezza del paese cui gli usa risposero in maniera accomodante decidendo la riduzione degli armamenti dei due paesi; era questa la prima tappa che scandì il disimpegno nella politica imperialistica sovietica che si concluderà con il ritiro unilaterale delle truppe sovietiche dal patto di varsavia, crollo del muro di berlino e infine dell’urss. Gli usa invece manitfestarono la loro volontà di conservare l’ordine nell’emisfero occidentale: una serie di repressioni nell’isola di grenada, o bombardamenti a tripoli per i sospetti che gheddafi fosse coinvolto in attentati agli usa, non erano giustificabili con la lotta al comunismo ma con la volontà di esercitare il potere oltre i propri confini. Nel paese dopo la metà degli anni ’80 le cose non andavano bene: nell’87 ci fu il crollo dei titoli azionari, e il ciclo di facili fortune per i privati dell’età del neoliberismo era finito: la reaganomics aveva inoltre aumentato le differenze sociali, la povertà era diffusa soprattutto nelle persone di colore, la disoccupazione si alzò come anche il deficit di bilancio > gli anni 90 si aprivano con un senso di incertezza inedito per la società occidentale. Il medio oriente da sempre c’erano problemi: dopo la guerra del Kippur ci fu il reciproco riconoscimento tra Israele ed Egitto, ma l’espansionismo istraeliano non si arrestò e ciò lo indusse a mantenere il cotnrollo della Cisgiordania e della striscia di Gaza che sarebbero dovuti essere autonomi. La situazione divenne di nuovo infuocata per lo scoppio di una guerra civile in libano indirettamente sostenuta da Siria e Istraele il quale invase Beirut, intervengono le forze dell’onu che consentì l’evacuazione dell’olp (oganizzazione per la liberazione della palestina con siria, libia vs istraele). L’olp quindi rinunciato al libano si concentra sui territori occupati da israele e dopo una serie di conflitti si giunge nell’88 alla nascita di un nuovo stato palestinese in cisgiordania e a gaza e l’olp riconobbe per la prima volta israele mentre nei territori occupati 80 e del partito; il mese dopo il comitato per lo stato di emergenza (8 uomini nominati da Gorbacev) depose il presidente e proclamò lo stato d’assedio: il colpo di stato però fallì perché le truppe golpiste si rifutarono di sparare alla folla. Nei giorni successivi diverse repubbliche si proclamarono indipendenti, mentre a dicembre i presidenti si russia ucraina e bielorussia dichiarano la fine dell’urss dando vita ad una comunità di stati indipendenti. Il crollo del comunismo nell’europa est Gli anni di Gorbacev fecero appurare in molti paesi del blocco che la dominazione russa fosse finita e ciò, per molti di essi, significò una maggiore apertura ad occidente e liberalizzazione: si profilò in questi paesi un’opposizione in grado di mettere in discussione l’intero sistema socialista. 1. Polonia: sin dall’87 si procedette ad una democratizzazione della vita pubblica, vennero approvate nuove leggi, nell’89 tornò il pluralismo sindacale e si tennero le prime elezioni libere dopo 50 anni: fu promulgata una costituzione di tipo presidenzialistico, il pc si scoglie diventando socialdemocratico mentre si formavano altri partiti. 2. Ungheria anche qui a partitre da contestazioni a metà anni 80, il governo attuò una politica di austerità per far riprendere il paese in cambio di molte libertà, sistema multipartitico, in economia accordo con la cee e nelle prime libere elezioni del 90 ebbero successo i democratici 3. Cecoslovacchia: qui le repressioni del regime continuavano, almeno fino all’89 quando i deputati abolirono il ruolo di dirigente del partito comunista aprendo al multipartitismo. Furono tutte rivoluzioni non sanguiniose queste, ecczion fatta per la Romania dove il capo del regime fu fucilato. 4. Berlino: fu il culmine della rivoluzione di fini anni 80: la distruzione del muro fu cominciata il 7 novembre del 89 e saltutata come la fine della guerra fredda: anche qui la transizione fu pacifica perché cominciò con delle manifestazioni giovanili, libere associazioni, la fuga di molte persone in Ungheria costrinse il regime a porre fine alla repressione: la stasi (polizia poltiica) fu sciolta e le frontiere e il muro abbattuti. Ciò apriva la strada alla riunificazione della Germania. 5. Jugoslavia: qui il collasso dell’Urss faovrì le spinte autonomistiche delle singole repubbliche nel 91 slovenia e croazia si proclamano indipendenti, seguiti da macedonia, bosnnia ma i balcani sprofondando in una sanguinosa guerra civile. Il comunismo in Asia Cina aveva già preso le distanze dalla linea sovietica proponendo uno sviluppo più lento ed equilibrato tra economia e industria ma ciò aveva limitato lo sviluppo del paese. Alla morte di Mao nel 76 > lotta per la successione > prevale Deng (maoista moderato) favorevole ad una riforma economica basata sulle 4 modernizzazioni (insutriale, agricola, scientifica e militare) ma sull’idea di mantenere salda l’autorità centrale quindi i comitati rivoluzionari vennero aboliti, fu reintrodotta la propietà privata che obbligava i contadini ad una rendita allo stato ma le eccedenze potevano venderle, ci si apre alla proprietà privata, attuata una politica di contenimento demografico > i redditi si alzano, si esce dall’autoconsumo ma lo stato rimaneva fragile e troppo rigido: i malumori crebbero come le manifestazioni di dissenso represse in piazza: ma a fine anni 80 Deng si dimise lasciando il posto a Zemin: egli doveva attuare riforme ma al tempo stesso mantenere il regime totalitario > continua la linea di privatizzazioni del suo predecessore > in poco tempo la cina diventa la seconda potenza mondiale ma i diritti civili e la libertà non era concessa. Resto dell’asia a inizio 21 esimo secolo solo qui sopravvivevano i regimi comunisti es corea che si trovava in condizoni disastrose, vietnam dove le codnizioni precarie costrinsero a inizi anni 90 molti ad emigrare, tornati poi con una parziale liberalizzazione; ma anche in Cambogia dove i comunisti filocinesi instaurarono un regime di tipo rurale che si risolse in un “autogenocidio”: a porre fine a ciò subentrarono le truppe del vietnam che instaurano un nuovo governo non riconosciuto da usa: solo nel 91 l’onu riuscì a far ritirare i vietnamiti e dopo il paese divenne una monarchia costituzionale. IL MONDO DOPO LA GUERRA FREDDA I nuovi nazionalismi fine guerra fredda > instabilità > accentuazione dei processi di frammentazione politica negli stati > instabilità e fenomeni nazionalistici. Nell’est europeo le secessioni avvengono in maniera pacifica (es 92: cecoslovacchia = rep ceca e slovacchia), mentre nell’ex repubbliche sovietiche meno: nella federazione russa nata dalle ceneri dell’urss molti furono i conflitti sopratt di natura etnica e religiosa: es in georgia, rvialità tra armenia e azerbaigian ma soprattutto russia vs cecenia dove dominava un movimento indipendentista mussulmano che represso dalla russia ricorse al 81 terrorismo. In russia poi si assiste ad un’involuzione autoritaria: El’cin (presidente) accantona il parlamento mentre nel paese domina la corruzione e l’inefficienza che portano povertà e diseguaglianze sociali. Nel 2000 gli subentrò Putin di orientamento nazionalista teso a restaurare la potenza sovietica: reprime le rivolte in cecenia, alza le spese militari ecc ma per effetto di queste politiche molti paesi dell’est es polonia, ungheria, rep ceca, romania ecc entrano nella nato (2004) > putin ha una reaizone “neoimperiale” appoggiando la rivolta separatista in ucraina nel 2014 che portò l’annessione della crimea alla russia; ma comunque l’economia e le condizioni di vita in russia con Putin migliorarono. Il contagio nazionalista si estese anche al medio oriente: 1990 Iraqc con Saddam Hussein invade il Kuwait, indipendente e neutrale ricco di giacimenti petroliferi > l’occidente condanna l’azione perché 1. È ingiustificata 2. Preoccupata per la concentrazione di tanti giacimenti di petrolio nelle mani di una sola persona, ma viene condannata anche dalla parte più moderata del mondo arabo. Interviene l’onu nel 91 = guerra del golfo (usa, fra, ita, gb + collaborazione dell’Arabia saudita) > ripristino dello status quo ante ma il potere di Saddam Hussein non viene indebolito: il paese rimase divisio tra la maggioranza sunnita governata da lui, il sud sciita e il nord curdo: i curdi fuggirono sia dall’iraq ma vengono perseguitati anche in Turchia. Gli USA la guerra del Golfo restituì legittimità internazionale all’onu ma sempre all’ombra dell’egemonia militare degli usa che non era eguagliata da nessuno; Bush nel ’92 viene sconfitto dal democratico Clinton perché il paese era preoccpato dal leggero peggioramento delle condizioni economiche es disoccupazione in aumento, egli risolse in parte la situazione ma rimasero intatte delle contraddizioni di fondo della società usa es diseguaglianza sociale, differenza razziale che metteva a rischio la convivenza civile es molti omicidi e quindi questi problemi interni mettevano in dubbio la possibilità del paese di svolgere un ruolo egemonico. Le nuove guerre Le guerre che si aprirono in Jugoslavia nei primi anni 90 non videro l’intervento repentino dell’onu come quella in Kuwait, dove c’era molto interesse per la questione del petrolio. Comunque, dopo la fine della guerra fredda, la jugoslavia andò incontro alla disgregazione che non fu paicifica: inizialmente nel 91 Slovenia e Croazia si proclamarono indipendenti e la comunità europea riconobbe i nuovi stati in ossequio al principio dell’auotdeterminazione dei popoli. Molto più aggressiva era invece la Serbia che voleva creare con Milosevic una grande serbia recuperando l’eredità Jugoslavia: cercò di ostacolare l’indipendenza dei due stati senza conseguenze. Diversi furono gli eventi che videro l’uscita della Bosnia – Erzegovina dalla federazione nel 92: essa non aveva l’appoggio della comunità europea > guerra sanguinosa tra 92 e 95 = a Srebenica le truppe serbe sotto gli occhi dell’onu massacrarono migliaia di profughi, Sarajevo fu sotto assedio dei serbi per anni e si replicarono gli orrori della pulizia etnica con deportazioni e massacri di massa; a questa guerra ovviamente non erano estranee nemmeno le diffirenze relgiiose cattolici gli sloveni e i croati, mussulmani i bosniaci, e ortodossi i serbi. Dopo il trattato di pace del 95 che portò alla divisione della serbia dalla bosnia – erzegovina le attenzioni di Milosevic si concentrrono sul Kosovo ma qui intervenne l’onu e la nato con pesanti bombardamenti per i serbi > così l’onu riprese un po’ di credibilità, anche perché il generale fu processato sebbene morì prima della fine del processo. Negli utlimi decenni del 900 furono molti i conflitti in Asia, Africa e Medio Oriente ma di dimensioni più piccoli e rispetto ai precedenti, tanto che si è affermato che queste nuove guerre si basano sull’intervento di piccole bande che vogliono affermare la loro identità etnica e religiosa, rivendicando la sovranità su un territorio. In Africa ce ne furono molti, ma l’onu non fu in grado di intervenire perché erano interventi molto costosi in termini di vite umane e gli stati membri vi si opposero. Conflitti ce ne furono in Somalia, Rwanda, Burundi che mietette migliaia di vittime e si estese al Congo, ma la missione dell’onu fu ostacolata dagli usa. Questi interventi negati sottolineano la contraddizione della politica estera usa, non favorevole ad un intervento umanitario sistematico e anche ad un tribunale internazionale contro la violazione dei diritti umani > questo diminuì la legittimità dell’onu. I fondamentalismi religiosi le contraddizioni della politica estera usa ebbero un ruolo decisivo per le precarie condizioni di pace del Medio oriente. In precedenza i palestinesi si erano insediati nei territori occupati dagli israeliani, ma l’assetto di questi territori era molto debole: dipendevano economicamente dagli israeliani e questi ultimi continuavano ad 82 insediarsi nei territori > si assiste ad una radicalizzazione dei movimimenti: es Hamas isalmista che continuava a negare lo stato istraelinao, ma anche le forze integraliste istraeliane si organizzarono portando ad una serie di attacchi terroristici. Nonostante momenti di distensione la pace non si raggiunse e quindi la Gaza e la Cisgiordania divennero teatro di continui scontri. Contro gli Israeliani intervenne anche Hezbollah, un altro movimento nato nel Libano che minacciò concretamente lo stato israeliano: Isreaele attacca, l’onu impone un cessate il fuoco che però fa rimanere la situazione irrisolta. Anche in Iran emerse nel 2005 un movimento legato all’ortodossia religiosa ma nel 2013 l’ala riformatrice e più moderata riuscì a riconquistare il paese aprendo nuove relazioni diplomatiche con il resto del mondo. Porblemi ce ne furono anche in India dove entrambi i successori di Nehru furono uccisi, poi le cose si calmarono e il paese fu teatro di un buono sviluppo economico (senza però raggiungere i NICS), ma verso la fine del secolo si afferma un movimento nazionalista hindu che si scontra con il Pakistan mussulmano; in Turchia si moltiplicano anche i partiti islamici e nel 2003 quello di Erdogan conquista la maggioranza e la guida del governo, dando il via ad un buono sviluppo economico. Il fenomeno chiamato fondamentalismo è quindi molto vario: ha radici locali, ma è infulenzato anche dalla globalizzazione perché questi gruppi tendono a volersi porre contro la diffusione di costumi occidentali, lo “scontro di civiltà” comincia ad esplicarsi come uno scontro tra diverse confessioni religiose. Ulteriori disordini scoppiarono in Algeria: qui c’era una grande arretratezza economica che fomentò delle manifestazioni in piazza in seguito alle quali si introdusse il pluralismo partitico > modernizzazione del paese ma questa apertura politica genera una serie di tensioni e i movimenti a sfondo religioso si accingono a conquistare il potere vincendo le elezioni: per evitare ciò l’alto comitato di stato invalidò i risultati delle elezioni bloccando però il processo di democratizzazione > clima di guerra e terrore nel completo disinteresse dell’onu. La stiuazione era grave anche in Afghanistan: dopo aver debellato l’intervento russo si aprì una lotta tra le diverse tribù che si concluse nel 94 quando i taleban cominciarono a controllare buona parte del paese > regime integralista repressivo > isolamento su scala mondiale anche per l’accoglienza di Osama bin Laden saudita responsaible di diversi attentati. Si diffuse in questo periodo un altro tipo di guerriglia fatta con i mezzi informatici per tagliare le comunicazioni ai nemici, speculazioni finanziarie, batteri e tossine per spaventare i civili ecc. L’11 settembre attacco terroristico al Word Trade center e al Pentagono > più di 3000 civili persero la vita> I servizi segreti usa e gb individuano i responsabili in Al Qaeda (Organizzazione clandestina diretta da bin Laden) > Bush proclama la guerra ala terrore > scontro che vede una delle più coalizioni diplamatiche più ampie della storia ma l’offensiva contro l’Afghanistan fu condotta da usa e gb > il regime dei talban viene rovesciato ma bin Laden non viene catturato e non si riesce nemmeno a smantellare la rete terroristica. L’occidente non era in grado di debellare il terrorismo perché questo aveva le radici in scontri interni ai singoli paesi; nonostante ciò Bush nel 2003 decidere di completare la spedizione invadendo l’Iraq ma questa guerra a differenza di quella vs Afghanistan non ebbe il sostegno né dell’onu né di una parte della nato es francia e ger > comunque usa e gb conquistano Bagdad, catturano Hussein e instaurano un governo di minoranza sciita ma gli attacchi terroristici appoggiati dalla maggioranza sunnita e dagli uomini fedeli ad Hussein non si ferma. Intanto in occidente si denunciano le torture sui prigionieri degli eserciti usa, cosa che porta nel 2008 il nuovo presidente Obama al ritiro delle truppe usa dall’iraq e il passaggio di consegna al governa di Bagdad; ma comunque continuano le guerre tra sciiti e sunniti e dietro i terroristi emergono i sostegni finanziari di iran e arabia saudita. Un altro fenomeno che segna nel 2000 i paesi del medio oriente sono le primavere arabe cominciate nel 2010 in cui molti paesi si opposero ai regimi totalitari accade in Egitto, Tunisia, in Libia che si conclude con l’uccisione di Gheddafi ma anche in Siria che però non riuscirà a trovare una stabilità. A metà del 2014 emerge l’isis che conquista una gran parte dell’iraq nord: sono perlpiù la resistenza irachena in lotta contro il governo di Bagas e gli insorti siriani > viene proclamato il califfato e il territorio controllato da questi in due anni aumenta sempre più ma grazie all’intervento di raid aerei di usa, francia e russia l’area dello stato islamico si riduce ma in compenso sono sempre più gli attacchi terroristici in europa. Gli storici del terrorismo individuano 4 fasi di esso: quella anarchica di fine ‘800 in Europa, quella 85 altri sull’orlo del lastrico es Grecia. Le economie asiatiche emergenti invece ressero: i cinesi in particolare investivano molto negli usa contribuendo a colmare il deficit del vecchio paese leader: ciò è antitetico rispetto allo schema di Arrighi secondo cui la finanziarizzazione del paese guida (in questo caso usa) si traduceva in uno sviluppo industriale del paese emergente (in questo caso cina): adesso le due cose avvengono in contemporanea, inoltre gli investimenti cinesi in usa mettevano in luce le scarse opportunità di salari in patria. In ogni caso comunque la Cina per investimenti esteri e per reddito rimaneva dietro agli usa e il suo modello di sviluppo non appariva potente come quello statunitense. Mobilità delle persone Dagli anni ’70 la popolazione mondiale è cresciuta più lentamente che in precedenza: prima nei paesi non occidentali, c’era un equilibrio tra nascite e morti, da questo periodo in poi le morti cominciano a dimunire a cuasa di vaccini, miglioramenti igenico-santiari ma anche politiche di riduzione delle nascite es con maggiori informazioni su metodi contraccettivi ecc = il tasso medio di incremento demografico si avvicina a quello dei paesi ricchi; in agrica subsahariana invece le natalità rimane alta ma a partire dagli anni 80 si diffonde l’AIDS che decima la popolazione. Nel corso della storia cambia anche la mobilità delle persone: se un secolo fa l’europa era terra di emigrazione, ora è terra di immigrazione; dall’inzio del 900 al 2015 il numero di migranti è cresciuto in maniera esponeziale, questi che si muovono da Asia, Africa e America sud, non arrivano solo in Europa e nord America ma anche in Asia. Dal 2008 al 2012 i paesi di partenza più gettonati erano in Siria (profughi), India, Cina e Pakistan (da dove arrivano in cerca di migliori condizioni di vita), mentre i paesi nei paesi di arrivo abbiamo in primis Usa, Turchia, Libano (profughi siriani), Germania, regioni ricche del medio oriente es Emirati arabi ecc. Rispetto alle migrazioni del passato sono in netto aumento quelle illegali (molte morti nel mediterraneo), quelle che hanno come protagonisti profughi di guerra e anche la composizione dei migranti cambia: prima della 1gr mondiale gli europei diretti verso le americhe erano soprattutto uomini adulti, mentre ora sono molto di più le donne in cerca di emancipazione o che fuggono da condizioni di semi schiavitù. Anche l’approccio è cambiato: se prima si parlava di melting pot o si salad bowl = dritto di ogni immigrato a conservare la sua cultura creando un mosaico di etnie, oggi si preferisce un approccio transnazionale che vede i migranti protagonisti di un processo di intreccio di culture diverse: loro non riunciano alle loro radici ma nemmeno alla nuova cultura appresa in europa. Rispetto al passato infine, sono aumentati anche i ritorni in patria e il volume delle rimesse che contribuiscono allo sviluppo dei paesi di arrivo. Nel 2014 usa e germania erano il paese con il più alto numero di immigrati ma anche quelli con il tasso più basso di disoccupazione simbolo del fatto che gli immigrati non sottraggono lavoro ai cittadini ma al massimo svolgono lavori non qualificati e non tutelati che i cittadini non vogliono svolgere. Ineguaglianza globale nel 2014 il paese più povero del mondo era l’Africa subsahariana; sin dagli anni 60 le nazioni unite cercarono di stanziare aiuti per questi paesi ma spesso dominavano le logiche postocoloniali o strategico- militari > effetti negativi. Alcune nazioni dell’asia e america sud cominciarono invece le “rivoluzioni verdi” ricorrendo a fertilizzanti chimici, nuovi prodotti aricoli ecc> aumento della produttività agricola che avrebbe dovuto favorire gli scambi ma c’erano delle difficoltà in primis la diminuzione dei prezzi delle materie prime agricole, poi l’imposizione di tariffe protezionistiche da parte dei paesi sviluppati. Un ostacolo alla crescita dei paesi in difficoltà era dovuto anche alla transizione demografica: prima delle rivoluzioni industriali ottocentesche il tasso di cresciuta della popolazione era dimunuito, nella prima metà del 900 nei paesi in via di sviluppo è invece rimasto molto alto così da rendere vano ogni aumento produttivo, che veniva assorbito dalla popolazione in eccesso. A fine anni ’60 il bilancio della lotta al sottosviluppo era quindi negativa, alcuni criticavano il neocolonialismo responsabile di uno scambio ineguale tra prodotti finiti occidentali e materie prime in questi paesi, mentre il rapporto brandt anche era fortemente critico nei confronti dell’occidente. L’orientamento neoliberista degli anni 80 poi danneggiò ancora di più questi paesi: in base a questa tendenza si volevano aiutare i paesi in via di sviluppo con la liberalizzazione degli scambi e gli investimenti esteri, tenendoli come produttori di materie prime: quindi i paesi poveri si trovavano di fronte ad un dilemma: accettare i prestiti esteri e suborniare la prod agricola alle esportazioni o sviluppare l’agricoltura secondo la domanda interna ma quest’ultima non era 86 un’alternativa, perché la loro situazione era così precaria da non permettere una scelta > tutti scelsero la via dell’indebitamento estero ma a fine degli anni 70 con il rialzo degli interessi usa la situazione era fuori controllo: l’opnione pubblica si mosse per chiedere l’annullamento dei debiti ma il governo cocnesse solo maggiore tempo mentre i problemi rimanevano quelli di un tempo denutrizione, povertà ma la fame non era frutto di una mancanza di cibo ma del fatto che la produzione non era equamente distribuita e soprattutto al fatto che l’agricoltura era un settore meno sviluppato in Asia, Africa e America sud rispetto a quello industriale. Altro problema che contribuiva ad un basso sviluppo economico e umano soprattutto dell’Africa subsahariana era l’emarginazione delle donne oltre che alla debolezza del sistema politico, la corruzione della burocrazia pubblica e la collocazione gegorafica di questi stati molto esposti alle epidemie. Infine bisogna dire che anche se in misura minore, la povertà esisteva anche nei paesi più sviluppati: ciò determinava emagrinazione sociale dovuta in primis a bassi livelli di scolarizzazione e disoccupazione. La globalizzazione necessitava di politiche commerciali più unite non è un caso che la GATT viene sostituito in un organismo più potente ossia l’org mondiale del commercio WTO con poteri più ampi. Le sfide ambientali la globalizzazione pone anche il problema dello sviluppo sostenibile: la rivoluzione industriale dell’800 era stata possibile soprattutto grazie al ricorso a forme di energia inanimate es carbon fossile e poi petrolio che svincolò i ritmi di produzione di cicli di riproduzione delle risorse organiche. Un indicatore esaustivo è l’impennata del consumo di energia nel 900 che mette in evidenza anche la sproporzione tra pesi sviluppati e quelli in via si sviluppo. Le nuove risorse minerali non erano rinnovabili ma per un periodo di tempo sembravano illimitate, solo in seguito ci si è resi conto che stavano per esaurirsi > ricerca di risorse alternative che portò allo sviluppo dell’industria chimica con effetti deleteri sui rifiuti. Alternative furono proposte con l’energia solare, eolica ma quella che ebbe più successo fu il nucleare (paesi ricchi) anche se sollevò problemi sul piano della sicurezza con i disastri di Chernobyl e Fukushima. Cresceva la preccupazione per gli impatti ambientali di questi consumi: emergono fenomeni come il buco dell’ozono o il surriscaldamento globale che determina piogge acide ed erosione dei terreni per far fronte a questo si procede con il disboscamento che però ha effetti disastrosi sull’atmosfera. In campo agricolo i fertilizzanti aumentavano la produzione ma avevano effetti discutibili sulla qualità dei prodotti agricoli. Con l’avvento della motorizzazione privata aumenta l’emissione di gas nocivi e lo smog, fenomeno secondo l’onu non più caratteristico solo dei paesi sviluppati, ma anche di quelli del terzo mondo. Nel corso del 20esimo secolo molti furono i movimenti econolgisti e le iniziative per sollecitare l’opinione pubblica su questi argomenti es earth day ma anche le istituizioni cominciarono a rendersi conto della situazione tant’è che nel 97 diversi stati sottoscrissero il protocollo di Kyoto che doveva ridurre del 5 percento l’emissioni di diossido di carbonio ma era una percentuale troppo eseigua per risolvere le cose, e gli usa, il principale paese responsabile delle emissioni, non partecipò. Ciò mostra il limite di fondo della globalizzazione: problemi impossibli da risolvere a livello nazionale, per cui però non si riesce a trovare un coordinamento sovranzionale es a Parigi 2015 diversi paesi si incotnrarono di nuovo per puntualizzare la questione clima ma i provvedimenti furono subordinati all’approvazione dei parlamenti nazionali. Un altro aspetto improtante sono i progressi nella scienza es con la produzione di ogm, cellule staminali ed embrioni che necessitano di una regolamentazione legislativa ma sollevano anche perplessità nell’opinione pubblica: si mettono in discussione le proprietà del nostro corpo, del nostro patrimonio genetico aprendo la possibilità alla clonazione dell’essere umano che prima conoscevamo solo dai film. Come sempre, emerge il problema dell’uso improprio del progresso e delle nuove tecnologie, problemi che non possono essere governati dai singoli stati. La globalizzazione quindi provoca reazioni diverse: paura e titubanza da un lato ma anche volontà di conoscenza e progresso dall’altro. INTRODUZIONE Che cos’è la storia contemporanea? Interpretazioni e periodizzazioni “storia contemporanea” è una specie di ossimoro, perché contemporaneo ha per oggetto il presente, mentre la storia il passato. Per facilità di lettura l’intera storia dell’uomo è divisa solitamente in 87 antica, medievale e moderna ma il sopraggiungere di eventi nuovi e diversi è stato introdotto l’aggettivo contemporaneo. Bisogna però ricordare che ogni periodfzzazione è convenzionale e arbitraria perché riflette la nostra interpretazione delle cose. Es quella che fissava l’inizio della storia contemporanea al congresso di Vienna privilegia una dimensione europea. Di periodizzazioni comunque ce ne sono diverse 1. Hobsbawm vede l’essenza della storia contemporanea nei principi democratici proclamati in francia alla rivoluzione e nel modo di produzione capitalistico avviato nello stesso periodo in gb > parla di “duplice rivoluzione”; quindi chiama il periodo compreso tra la duplice rivoluzione e il 1914 “lungo ottocento” caratterizzato dal capitalismo, dallo sviluppo della borghesia e dello stato nazione e dominato dall’europa, il 900 invece era definito da lui “secolo breve” compreso tra 14-91. Spiega inoltre le origini delle due guerre mondiali come la resistenza delle forze di antico regime alla novità; questa proposta sarà accolta anche da Mayer che vede nel periodo 14-45 una sorta di guerra dei 30 anni del 900. 2. Arrighi invece adotta una periodizzazione di lungo periodo parlando di “lungo XIX secolo” che va da metà 700 agli anni 30 del 900; divide questi anni in fasi che segnano lo sviluppo del capitalismo: inizialmente c’è il dominio della gb con un impero basato sul libero scambio, poi entra in crisi con la grande depressione (1873-96) e infine il periodo 14-45 vede l’egemonia USA. Abbiamo poi altre interpetazioni che danno rilevanza alla seconda riv industriale, ai fenomeni del taylorismo e del fordismo; ma anche 3. Barraclough che parla di inizio della storia contemporanea negli anni 60 del ‘900 individuando caratteri tipicamente contemporanei nel ridimensionamento del ruolo dell’europa, dualismo usa urss, decolonizzazione ecc. 4. Paggi: considera in maniera unitaria il periodo che va dal 1870 al 1945 mondo basato sul capitalismo nazionale, centrato sulle economie nazionali e legato ad un sistema eurocentrico, mentre dopo dominerebbero le interdipendenze tra gli stati del globo all’epoca della globalizzazione: il 900 quindi sarebbe un “secolo spezzato”. 5. Maier simile è la sua interpretazione: parla del periodo compreso tra anni 50-60 dell’800 e 70-80 del 900 cime età industriale basata sul fordismo e sullo stato nazione, dopo con le grandi reti telematiche di comunicazione, la dimensione internazionale delle forze economiche si passa al mondo contemporaneo. In conclusione, possiamo usare la definizione di Barraclough per definire la storia contemporanea: “essa ha inizio quando i problemi che sono attuali nel mondo odierno assumono per la prima volta una chiara fisionomia”, quindi per studiarla bisogna partire dal presente, e a noi i caratteri essenziali del mondo presente sembrano l’industrializzazione e il peso crescente della democrazia, ma si pensa che dagli anni 70 si è entrati in una nuova fase e se così è l’aggettivo “contemporaneo” indicherebbe un periodo molto recente e breve. Altro fenomeno da non sottovalutare per un’analisi sul presente è la globalizzazione: si parla di una prima globalizzazione tra 800 e 900 alimentata dalla seconda riv industriale e dalle grandi migrazioni, periodo di crisi tra le due guerre deglobalizzazione e dal 45 in poi globalizzazione contemporanea. Bayly definisce la globalizzazione come un incremento della dimensione dei processi sociali da un livello locale ad uno mondiale; divide quindi diverse fasi di globalizzazione: arcaica fino al 18 sec, postcapitalistica fino al 1830 moderna fino al 1914 e postcoloniale dal 45 ad oggi: la sua periodizzazione ricalca quella di Hobsbwam ma non mette al centro solo l’occidente. Alcune caratteristiche che ritroviamo nel mondo contemporaneo erano emerse già nel 18esimo secolo: a partire rivoluzione industriale e dalla transizione demografica: la popolazione, che fino a metà 700 era cresciuta molto lentamente, a partire da questo periodo comincia ad aumentare a dismisura come anche il PIL pro capite > ma dallo schema si può notare che il pil aumentava di più della popolazione = la popolazione produceva molto di più di quanto non crescesse. Questo fenomeno è caratteristico dell’occidente e produsse quel divario tra nord e sud del mondo: le basi di questo fenomeno sono da ricercare in un forte aumento di movimenti di uomini, merci e capitali grazie anche allo sviluppo dei trasporti: in rapporto alla popolazione dell’epoca, prima della grande guerra il num dei migranti era più o meno simile a quello degli utlimi anni del 900. Si ha insomma lo sviluppo di una prima economia globale: quindi la prima globalizzazione ha molti punti di contatto con quella contemporanea. Stando così le cose, si può notare che il mondo ha avuto poi un altro repentino cambiamento negli anni 70 del 900, quindi questo ci suggerirebbe che in questo periodo sia iniziata una nuova fase e che la storia
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