Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

LA RUSSIA SOVIETICA dopo la prima guerra mondiale, Appunti di Storia Contemporanea

descrizione della situazione in Russia

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 16/03/2018

teresa_cormio
teresa_cormio 🇮🇹

5

(1)

14 documenti

1 / 4

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica LA RUSSIA SOVIETICA dopo la prima guerra mondiale e più Appunti in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! LA RUSSIA SOVIETICA LA NEP E IL SOCIALISMO IN UN PAESE SOLO Uscita distrutta dalle drammatiche vicende del 1914-20, la società sovietica entrò in una fase di ripresa grazie alla NEP (Nuova politica economica) varata nel 1921. Il primo atto di tale politica fu la revoca delle requisizioni dei generi alimentari e la loro sostituzione con un'imposta in natura, pagata la quale i contadini potevano disporre dei loro prodotti. Autorizzare i contadini a vendere le loro eccedenze significava, infatti, legalizzare il commercio al minuto, cioè reintrodurre il mercato. La NEP interessò anche il settore industriale: fu abolito il lavoro obbligatorio, si ammise l'esistenza di piccole imprese private e si favorirono gli investimenti di capitale straniero. Questi segnali di ripresa permisero anche di risanare le finanze statali, eliminare l'inflazione. La NEP fu un'economia mista: le forze del mercato convivevano con l'iniziativa pubblica, ma il commercio con l'estero rimase in mano allo stato, assieme alle banche, ai trasporti e alla grande industria, cosicché l'economia di mercato si limitò in sostanza al settore agricolo. Si svilupparono, insomma, la cooperazione e una miriade di piccoli commercianti e imprenditori, ma lo stato mantenne il controllo dei settori chiave dell'economia, assumendo anche un ruolo di pianificazione. A tale scopo, fu creato nel 1921 un ente di pianificazione economica con competenze generali. I risultati della NEP furono positivi: una rigorosa crescita della popolazione colmò i vuoti della fase precedente e nel 1927 l'economica recuperò i livelli del 1913. Corposi furono anche i suoi effetti sulla società, dove emerse un nuovo ceto di piccoli commercianti e imprenditori, i nepmen. Nelle campagne, si accentuarono le differenze tra braccianti e contadini poveri, medi e ricchi, tra i quali si sviluppò, a sua volta, uno stato di piccoli imprenditori rurali, i kulaki, i quali però, avevano un tenore assai modesto e nella gran parte dei casi, davano lavoro a un solo bracciante. In realtà, dunque, la NEP permise alla Russia di riprendersi dal disastro in cui era piombata, ma non di uscire dalla sua arretratezza; alla fine di questo periodo, l'87% della popolazione attiva del paese era ancora dedito a un'agricoltura arcaica. Un elemento importante di novità fu costituito dal consolidarsi del ruolo dello stato e del partito comunista nella società sovietica. All'interno del partito, le nuove leve di iscritti durante la guerra civile produssero una specie di mutazione: il livello culturale e la tensione ideale si abbassarono e ai rivoluzionari della vecchia guardia subentrò un vasto strato di funzionari e burocratici, inefficienti e non di rado corrotti. Altro problema era costituito dai contadini, poverissimi ed ignoranti, i quali permearono della loro mentalità arcaica, l'intera società russa, uscita dalla guerra civile con una fisionomia più accentuatamente rurale e un'agricoltura più arretrata che nel passato. La priorità della ripresa economica, spinse, inoltre, il regime a trascurare fattori di sviluppo decisivi come la lotta all'analfabetismo e la crescita culturale. Passi importanti per il consolidamento del nuovo regime furono compiuti nel 1922, quando lo stato dei soviet ruppe il suo isolamento diplomatico, partecipando a una conferenza internazionale svoltasi a Rapallo, stipulandovi un accordo commerciale con la Germania, che poi, due anni dopo, fu riconosciuto dall'Italia, dalla Gran Bretagna, dalla Francia e poi da altri paesi. Sempre nello stesso anno, nacque l'URSS (Russia, Bielorussia, Ucraina e Transcaucasia), unione delle repubbliche socialiste sovietiche, uno stato caratterizzato da una struttura federale. Sempre nel 1922, Lenin morì e nacque un'aspra lotta per la sua successione, che si concluse con la sconfitta della sinistra e una crescita del potere di Stalin, il quale restituì una dimensione di massa al partito, e ne assunse il pieno controllo. Nel 1927 il partito comunista, nel XV Congresso, espulse Trockij e altri esponenti della sinistra; inoltre, questo Congresso pose le premesse di una svolta nella politica economica sovietica, facendo sue alcune tesi della minoranza e auspicando la collettivizzazione dell'agricoltura. La vittoria di Stalin coincise, infatti, con l'entrata in crisi della NEP: la produzione agricola non era aumentata e risultava sempre più inadeguata alla domanda di una popolazione cresciuta di 14 milioni. Inoltre, esplose una crisi degli approvigionamenti del grano, cui il regime reagì con nuove requisizioni che tornarono a inasprire i rapporti sociali nelle campagne. Benchè la carenza di cereali fosse dovuta al vasto strato dei contadini medi, venne sferrata un'offensiva contro i kulaki. INDUSTRIALIZZAZIONE FORZATA E COLLETTIVIZZAZIONE NELLE CAMPAGNE Strumento primo della nuova politica economico-sociale fu una pianificazione (forzare i tempi dell'industrializzazione e collettivizzare l'agricoltura) che sostituiva al piano-mercato della NEP un'economia di comando rigidamente centralizzata. Dal 1928 al 1932, la produzione manifatturiera raddoppiò, continuando ad aumentare anche negli anni successivi. Tratti essenziali di questo processo furono la quantità e il gigantismo: si costruirono circa 8000 nuove industrie e alla fine del periodo un terzo della forza lavoro era occupato in fabbriche con oltre 10.000 operai. Intere città e regioni industriali furono create ex novo e anche le ferrovie, le strade e i canali navigabili ebbero un forte incremento. Con un balzo senza precedenti, allo scoppio della seconda guerra mondiale, l'URSS era divenuta la terza potenza industriale del mondo dopo gli USA e la Germania. Altrettanto spettacolari furono gli effetti sociali dell'industrializzazione. Gli occupati nell'industria aumentarono e la società russa fu sconvolta da una colossale migrazione interna, che incrementò di 30 milioni di persone la popolazione urbana. L'inurbamento di grandi masse di campagne creò problemi in tutti i campi, dagli alloggi ai rifornimenti, all'organizzazione del lavoro. Moltissimi furono, infatti, i contadini che divennero operai. Alla fine del 1929 Stalin lanciò un'offensiva per la collettivizzazione forzata dell'agricoltura, tentando di costringere i contadini a entrare in aziende cooperative e soprattutto statali. Questi risultati furono ottenuti ricorrendo a durissimi mezzi repressivi, che andarono dall'esproprio dei fondi alla deportazione in massa, alla fucilazione. Gli effetti economici e sociali della collettivizzazione furono disastrosi. I contadini reagirono dimezzando le semine e riducendo il bestiame, mentre le aziende cooperative risultarono poco efficienti.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved