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LA SCENA ELISABETTIANA TRA CINQUECENTO E SEICENTO, Appunti di Storia del Teatro e dello Spettacolo

Tra la fine ‘400 e inizi ‘500 si realizza in Italia, all’interno delle corti, una rottura, uno strappo drastico rispetto alla tradizione teatrale medievale: mentre nelle piazze il popolo continua a seguire spettacoli religiosi, all’interno dei palazzi, un pubblico elitario e raffinato, fruisce di spettacoli laici. Solo la Francia subisce l’influsso del classicismo propagato dal Rinascimento Italiano; non per nulla il ‘600 francese corrisponde grossomodo al ‘500 italiano.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 21/02/2021

lorella16
lorella16 🇮🇹

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Scarica LA SCENA ELISABETTIANA TRA CINQUECENTO E SEICENTO e più Appunti in PDF di Storia del Teatro e dello Spettacolo solo su Docsity! 5- LA SCENA ELISABETTIANA TRA CINQUECENTO E SEICENTO Tra la fine ‘400 e inizi ‘500 si realizza in Italia, all’interno delle corti, una rottura, uno strappo drastico rispetto alla tradizione teatrale medievale: mentre nelle piazze il popolo continua a seguire spettacoli religiosi, all’interno dei palazzi, un pubblico elitario e raffinato, fruisce di spettacoli laici. Solo la Francia subisce l’influsso del classicismo propagato dal Rinascimento Italiano; non per nulla il ‘600 francese corrisponde grossomodo al ‘500 italiano. La mescolanza di stili, cioè la contaminazione fra tragico e comico, che caratterizza lo spettacolo religioso medievale, si ritrova puntualmente in Shakespeare. In tre tragedie shakespiriane non mancano scene di gusto comico-buffonesco. In Macbeth si impone lo sproloquio dell’ubriaco, nell’Amleto introduce due clowns e nell’Otello c’è uno scambio di pesanti allusioni sessuali. Shakespeare è in grado di leggere in latino, ma segue i gusti più semplici del suo pubblico. La sete di divertimento fa parte di una metropoli viva come lo è Londra e tutta protesa nei traffici e nell’arricchimento. Un 10% della popolazione frequenta i teatri una volta alla settimana. Chi scriveva per il teatro, per il suo ruolo simile, aveva lo stesso atteggiamento di chi oggi scrive per la televisione. PRODUZIONE COMMERCIALE per un guadagno. Da un lato Londra sembra in anticipo su tutta l’Europa per quanto riguarda l’industria dello spettacolo: qui c’è un pubblico di spettatori paganti che acquista la merce teatro ed è un pubblico interclassista. E dall’altro in Inghilterra è ancora più forte l’avversione della Chiesa nei confronti del teatro: quando i Puritani prenderanno il potere, non solo decapiteranno il re, ma imporranno un ventennio, dal 1642 al 1660, senza teatro. Simile all’arena da combattimento è l’edificio teatrale, a forma vagamente circolare, a cielo aperto. Il palcoscenico si protende dentro la platea, sì che gli spettatori in qualche modo circondano gli attori. Sul palcoscenico, una botola, sta a simboleggiare l’inferno, da cui può uscire un diavolo o un fantasma. Il alto una balconata per alcune scene o dove possono stare i musici. Un teatro scenograficamente povero, anche senza effetti di luce, per la rappresentazione diurna. Anche le compagnie teatrali sono povere: mancano le attrici, i personaggi femminili sono recitati da giovinetti vestiti da donne. Si parla di scenografia verbale: sono le parole dei personaggi ad evocare il tipo di ambientazione. Mancano insomma le attrici, e sempre a causa della forte pressione moralizzatrice dei Puritani. L’invenzione della donna è merito dei comici dell’Arte. Le attrici inglesi arriveranno solo con la riapertura dei teatri, con il ritorno del nuovo re, Carlo II. Gli attori perseguitati dalla legge inglese, per sfuggire, sono costretti a mettersi sotto la protezione di qualche nobile, a indossare la livrea del proprio padrone. Shakespeare lavora nella compagnia dei Lord Chamberlain’s Men, che diventa poi quella dei King’s Men, cioè dei servitori del re. Le vite di alcuni scrittori di teatro sono già di per sé significative; vite tormentate, brevi e talvolta drammatiche. Cristopher Marlowe è un intellettuale laico, blasfemo, omosessuale, che muore nel corso di una rissa in una taverna londinese, a causa di una lama di pugnale che penetra in un occhio. Marlowe riscuote un grande successo popolare con Tamerlano il grande. Il modo di operare di Shakespeare è totalmente diverso dagli altri: lavoro di scrittura sostanzialmente artigianale, fatto spesso di adattamenti di testi già scritti da altri, con zeppe, segmenti dialogici sistemati alla bell’e meglio, interpolazioni che gli attori fanno al momento della rappresentazione. Shakespeare era un grande attore, ma manager di compagnia, invece che grande interprete. Il suo impegno principale era quello di fornitore di copioni, scritti parte in versi e parte in prosa. Il BLANK VERSE è un verso sciolto,non rimato, il cui ritmo si avvicina al parlato inglese. L’Amleto è ricavato da un antico racconto popolare scandinavo: il re di Danimarca è morto, e la regina è convolata rapidamente a seconde nozze con il cognato. Lo spettro del morto sovrano appare al figlio Amleto e gli rivela che è stato in realtà avvelenato dal proprio fratello, Claudio. Solo alla fine realizza la vendetta dovuta, uccidendo finalmente lo zio, e morendo egli stesso. Il momento più celebre dell’Amleto è quello che lo vede come l’eroe del dubbio, l’intellettuale riflessivo, in cui l’eccesso di riflessione frena e impedisce il passaggio all’azione. Nella lingua italiana l’aggettivo amletico vale come irresoluto, ambiguo. Certo Amleto non è Oreste, che uccide prontamente Clitemestra. Perché Oreste agisce prontamente di fronte ad un fatto, ad un omicidio indubitabile di Agamennone. Amleto rinvia e prende tempo perché è alle prese con un semplice sospetto di omicidio, e comunque il suo informatore è uno spettro. Prima dell’incontro con lo Spettro, che diventa per lui una epifania, emerge una chiara sensazione di dolore in Amleto, a differenza della madre, che si è prontamente risposata. Nella scena dell’incoronazione del re, Amleto compare vestito a lutto (dressed in black), per marcare fortemente il suo dissenso. La rivelazione dello Spettro apre un abisso fra lui e l’universo femminile: l’omicidio di Claudio ricade su Gertrude, che la vede una quasi complice. La visione misogina che scaturisce dalla rivelazione dello Spettro si allarga in maniera nefasta su tutte le donne, e dunque anche su Ofelia, che sarà costantemente oggetto di grevi allusioni sessuali da parte di Amleto. Arriva a colpevolizzare la madre, usando lo stesso soggetto per il verbo to kill e per to marry with. È la madre cioè che ha ucciso e ed è stata corresponsabile del delitto Gertrude diventa un’immagine così del negativo. Amleto insomma rivede l’omicidio di suo padre e allo stesso tempo riversa ingiurie sull’eterno femminino, sulla madre e si Ofelia. È un play within the play, il dramma nel dramma, invenzione del teatro elisabettiano. Alla corte di Danimarca arrivano casualmente degli attori girovaghi e Amleto chiede loro di rappresentare la vicenda del Duca Gonzago, avvelenato nel giardino del nipote Luciano. È una storia che fa da specchio
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