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LA SCENA ELISABETTIANA TRA CINQUECENTO E SEICENTO, Schemi e mappe concettuali di Storia del Teatro e dello Spettacolo

LA SCENA ELISABETTIANA TRA CINQUECENTO E SEICENTO

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2017/2018

Caricato il 25/05/2023

kika-milanista4ever-99
kika-milanista4ever-99 🇮🇹

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Scarica LA SCENA ELISABETTIANA TRA CINQUECENTO E SEICENTO e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia del Teatro e dello Spettacolo solo su Docsity! 6- LA SCENA ELISABETTIANA TRA CINQUECENTO E SEICENTO Tra fine Quattrocento e inizio Cinquecento si realizza in Italia, all'interno delle corti, una rottura, uno strappo drastico rispetto alla tradizione teatrale medievale: mentre nelle piazze italiane il popolo spettatore continua ad assistere a spettacoli religiosi, all'interno dei palazzi del Principe un pubblico raffinato si interessa a spettacoli laici, costruiti sui princìpi della teatralità classica. Questa rottura non si presenta però in tutta l’Europa. Solo la Francia subisce l’influsso del classicismo propagato dal Rinascimento Italiano. Per gli altri paesi europei (Inghilterra, Spagna, ma anche Germania) la storia teatrale va Ion un’altra direzione: prosegue la tradizione del teatro medievale. Shakespeare tratta di conflitti di potere, di eventi della recente storia inglese, di vicende d'amore, ma organizza i suoi intrecci ignorando assolutamente le unità di tempo e di luogo. Continua cioè a utilizzare la libertà spazio-temporale del teatro sacro medievale. La stessa mescolanza degli stili, tragico e comico, che caratterizza lo spettacolo religioso medievale, si ritrova puntualmente di Shakespeare. Incredula tragedia celeberrime come Amleto, Otello e Macbeth non mancano scene e situazioni di gusto comico buffonesco. Qualche studioso è arrivato a pensare a un'interpolazione nel testo, come se fosse un'offesa immaginare Shakespeare capace di tale mescolanza degli stili. Tutto questo non significa che non ci fossero nell'Inghilterra dell’epoca delle elites di intellettuali il corrente delle elaborazioni classicistico italiane. Shakespeare segue i gusti più semplici del suo popolo, e adatta a quello le suggestioni della cultura classica. Piace il tragico Seneca, ma perché l'orrido e il macabro delle tragedie senechiane piacciono molto agli spettatori popolari del tempo. Eventi sanguinolenti sono raccontati in Seneca, mentre invece sono esibiti nei teatri inglesi. All'inizio del seicento, la capitale può contare quasi 200.000 abitanti, È stato calcolato che è un 15% della popolazione frequentava i teatri una volta la settimana. Il ruolo del teatro è, all'epoca, simile a quello della televisione oggi. Shakespeare si preoccupa di stampare i suoi poemetti poetici, ma abbandona i copioni teatrali. Il mercato librario dei testi teatrali era considerato concorrenziale rispetto al mercato degli spettacoli: un testo pubblicato poteva essere messo in scena da altre compagnie, rivali rispetto quella per la quale l'autore lavorava (e questo È indubbiamente un altro motivo per cui l'autore non curava personalmente la pubblicazione dei propri copioni). Londra sembra in anticipo su tutta l'Europa nel definire i primi tratti di quella che si chiamerà l'industria dello spettacolo. Il teatro non è un privilegio riservato a un elite come avviene nelle corti italiane. Qui c'è un pubblico di spettatori paganti, che acquista la merce teatro. Ed è un pubblico interclassista, fatto di popolani (che parlano solo un penny, stando in piedi, nell'aria che circonda il palco) e di borghesi e di aristocratici che a un prezzo più elevato siedono più comodamente nei palchetti. Ma, dall'altro lato, è forte l'opposizione di principio all' idea stessa del teatro. La tradizionale avversione al teatro della Chiesa cattolica è ulteriormente rinforzata con la Riforma protestante e da parte dei Puritani. Al tempo di Elisabetta I, dominano la City, e questo spiega il fatto che i primi edifici teatrali che sorgono, siano costretti a porsi al di fuori della City, sulla riva meridionale del Tamigi, dove si trovano i bordelli e le arene per i combattimenti degli animali. L'edificio teatrale è proprio simile all'arena da combattimento, a forma vagamente circolare, a cielo aperto. Il palcoscenico inglese si protende dentro la platea, sì che gli spettatori in qualche modo circondano gli attori. Sul palcoscenico, una botola, a simboleggiare l'inferno, da cui può uscire un diavolo un fantasma, ma anche un paio di colonne, sul fondo, che sostengono una tettoia e creano dunque un vano, che può essere chiuso da una tenda, per scene d’interno. In alto una balconata, dove possono stare i musici, ma che può servire per scene tipo Giulietta che parla a Romeo in strada.
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