Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

LA SCOPERTA DEL MONDO- VALERIE HANSEN, Appunti di Storia Medievale

descrizione dettagliata e descrittiva del saggio di Valerie Hansen sull'analisi delle interazioni commerciali esistenti nell'anno Mille, a prova della presenza di una globalizzazione medievale scollegata dalla matrice europea

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 11/05/2023

nicco-puri
nicco-puri 🇮🇹

4.4

(25)

13 documenti

1 / 41

Toggle sidebar

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica LA SCOPERTA DEL MONDO- VALERIE HANSEN e più Appunti in PDF di Storia Medievale solo su Docsity! LA SCOPERTA DEL MONDO VALERIE HANSEN PROLOGO Il libro si apre con un estratto di un racconto riguardo il porto di Quanzhou nell’anno mille, uno dei più importanti del mondo. Tutti i prodotti qui presenti erano in vendita da molto tempo e i cinesi importavano erbe, medicine e legno dalla penisola arabica e dal sudest asiatico. Un grande flusso esportazioni di finanziava le importazioni e il prodotto cinese più evoluto era il vasellame cotto ad alta temperatura > concorrenza veniva dai vasi mediorientali > con l’apertura di nuove vie commerciali, gli artigiani si trovarono a competere con altri di luoghi molto lontani. L’anno Mille segnò l’inizio della globalizzazione > in tutto il mondo furono tracciate vie commerciali che fecero circolare merci, tecnologie e specialisti ovunque. Nel Mille esploratori vichinghi attraversarono l’Atlantico fino a Terranova, mettendo in comunicazione reti commerciali preesistenti in America con quelle dell’Europa, Asia e Africa > AFRO- EURASIA. Gli altri protagonisti della globalizzazione non erano europei > la rotta marina più lunga collegava la Cina con il Golfo Persico e le città di Oman e Bassora, vicino Baghdad. Tale rotta combinava due vie di pellegrinaggio > dalla Cina i musulmani arrivavano alla Mecca e gli abitanti dell’Africa orientale compivano l’hajj. Nel Mille quindi, fra gli agenti di comunicazione c’erano vichinghi, musulmani, cinesi, persiani, Americani indigeni e africani > dischiusero vie terrestri e marittime che avviarono una globalizzazione. I percorsi qui creati permisero a regni e imperi di diffondere merci, persone e informazioni. Già in passato si era a conoscenza dell’esistenza di altre società come dimostra la via della seta tra Roma e India, Cina e Sudest asiatico. Le persone comuni non erano in grado di viaggiare dovunque e comprare merci di ogni luogo come succede oggi, ma i mutamenti avvenuti nel Mille costituivano una globalizzazione nel senso essenziale del termine > ci. Che accadeva in un luogo influenzava le persone di regioni lontane > merci, persone e religioni si spostavano tra queste vie, come dimostra la domanda costante di schiavi. Le persone comuni venivano influenzate da tale fenomeno, per esempio tramite la conversione del sovrano ad una religione, che comportava nuove alleanze e partner commerciali, quindi nuovi tipi di lavoro e impieghi > ciò portò anche a ribellioni dei lavoratori contro i mercanti più ricchi. Le merci tracciarono alcune delle vie tramite cui merci e persone continuarono a viaggiare dopo il viaggio di Colombo, ma il mondo del Mille era diverso da quello del 1492 > nel Mille gli attori principali erano diversi e gli eventi di questo periodo segnarono un punto importante per l’evoluzione dell’umanità, con effetti positivi e negativi. l’apertura di queste vie causò fecondità e contaminazione, arricchimento intellettuale e frammentazione culturale, diffusione di nuove tecnologie ed estinzione di mestieri tradizionali. Rispetto ad oggi, nel Mille non c’era l’industrializzazione, né vapore ed elettricità > energia fornita dalle persone, animali, acqua e vento. Anche le entità politiche erano differenti > guerrieri, tribù, regni e imperi, senza stati-nazione. Nonostante ciò, popoli che vivevano in diverse regioni prepararono la scena per la successiva fase di globalizzazione del XVI secolo: gli europei non inventarono la globalizzazione, ma la ampliarono. Essa ha sempre visto carichi di tensione > quando le persone incontravano gente nuova, valutava i rischi, talvolta prendendo decisioni affrettate, talvolta bizzarre, altre invece istruttive, entrando in contatto dal punto di vista commerciale. i luoghi poveri di risorse materiali finivano per esportare la propria popolazione in schiavitù. Chi non aveva niente da scambiare, poteva diventare un grande intermediario, mentre popolazioni con tecnologie inferiori riuscivano a prevalere su quelle superiori grazie ad una grande capacità di assimilazione > uno dei modi più rapidi per far progredire la propria società era convertirsi alla religione di una società più sviluppata > a mano a mano che altri sovrani sceglievano una religione per il loro regno, il numero delle religioni del mondo si riduceva. Nessuna nuova religione rilevante apparve dopo l’anno Mille all’infuori del sikhismo, del bahaismo, del mormonismo > esse erano però dei miscugli delle altre religioni più grandi. Nel Mille si ebbe un grande incremento di coloro che aderivano alle principali religioni > l’Europa settentrionale ed orientale divenne cristiana, l’Islam in Asia centrale e India settentrionale, il buddismo e induismo nel sudest asiatico > il mondo attuale è plasmato dalle interazioni dell’anno Mille > 92% dei credenti è di queste 4. CAPITOLO 1 > IL MONDO NELL’ANNO MILLE Non fu una nuova tecnologia a scatenare l’esplosione di questi viaggi nel Mille > il commercio interregionale aumentò grazie ad un incremento agricolo, che causò l’incremento della popolazione e consentì ad alcuni a sottrarsi al lavoro agricolo, dedicandosi al commercio. La regione più popolata al mondo era la Cina con 100 milioni > l’economia si espanse sotto i Song e i mercanti cinesi commerciavano ovunque nel Sudest, India e Medioriente, oltre che Africa orientale. Le popolazioni europee e arabe non erano così estese come quelle asiatiche, ma aumentarono anch’esse, come dimostra l’impero abbaside > tale impero facilitò la circolazione di molte piante di aree diverse. La coltivazione di piante tropicali provenienti da Iran e India trasformò la vita abbaside, spingendo gli agricoltori a lavorare in tutto l’anno e garantendo prosperità all’impero. Dopo il 900 l’impero si frazionò in unità regionali differenti e il califfo di Baghdad rimase il capo della comunità solo simbolicamente > la popolazione continuò ad aumentare comunque. Anche la popolazione dell’Europa settentrionale aumentò grazie alla cerealizzazione, cioè coltivazione estensiva di orzo e grano > sviluppo della rotazione dei campi per non diminuirne la fertilità. Oltre a tale tecnica, nel Mille si diffuse anche l’aratro tirato da cavalli, mulini ad acqua, vento e attrezzi di ferro > aumentarono le comunità stanziali, costruire case e villaggi. La popolazione raddoppiò, arrivando a 75 milioni nel 1340 > tale aumento coincise con il cosiddetto periodo caldo medievale, che iniziò nel Mille e finì ne ‘400, mentre nello stesso tempo altre regioni divennero più fredde. Anche la distribuzione degli abitanti cambiò > quella dell’Europa sud ed est aumentò del 50%, ma quella dell’Europa del nord e ovest fu maggiore grazie ai miglioramenti agricoli e tecnici. La redistribuzione della pop. cinese fu analoga, ma in direzione opposta > i cinesi si spostarono a sud nello stesso periodo per coltivare il riso. In Cina c’era un imperatore, mentre in Europa non c’era un monarca unico > in Europa orientale c’era l’impero bizantino era potenza più grande, ma stava iniziando a declinare. A Occidente Carlo Magno aveva terrestre. A causa di tali correnti, il viaggio attraverso l'atlantico settentrionale verso il Canada era molto più difficile del ritorno. I vichinghi seguivano la lenta corrente della Groenlandia fino all’Islanda e alla Groenlandia stessa, per poi proseguire fino al labrador e Canada. Tale corrente incontra quella del Golfo, creando nebbia e venti e portando fuori rotta le imbarcazioni. Ciò accadde a Bjarni Herjylfsson, che viaggio verso la Groenlandia per trovare suo padre, nell'insediamento di Erik il Rosso. secondo la saga, egli fu colpito dal vento e nebbia > attraccarono in un luogo diverso, per poi invertire la rotta e ritornare in Groenlandia. Il loro resoconto ispirò Leif Erikson, il primo arrivato nelle Americhe nel Mille > approdò in Canada del Nord. Le distanze nel pacifico erano molto maggiori > 20 mila chilometri, ma se le condizioni eran buone, si poteva attraversare l’oceano senza alcuna vela. Il vento era molto determinante per tutte le rotte e i navigatori conoscevano ogni tipo di vento caratteristico di ogni singola stagione, così da sapere quale meta raggiungere facilmente e in sicurezza. La via dal Golfo Persico a Canton era a livello mondiale la più lunga regolarmente in uso prima dell'espansione europea del 1500 > le navi facevano un viaggio il doppio di quello di colombo. Nell'anno Mille, l'oceano indiano e pacifico videro un'intensificazione del commercio tra i porti arabi, indiani, del sud-est asiatico, dell'africa orientale e della Cina < a est delle Filippine Si credeva che tutte le acque dell'oceano convergessero in un pericoloso vortice senza scampo > Questo è il punto di collisione di correnti diverse, dirette in tutte le direzioni intorno alle isole del sud-est asiatico, facendo sì che il livello degli oceani sia di 50 cm più alto rispetto al resto del mondo > più difficile andare verso nord, mentre facile andare verso sud > facile andare in Australia, ma non ritornare indietro < pochi contatti tra Australia e Indonesia. Nel Mille i marinai usavano la tecnica della navigazione stimata, che dipendeva dall'occhio nudo e dalla conoscenza dei movimenti del sole, della luna e delle stelle per orientarsi. Eccezione erano gli arabi con i sestanti e i cinesi con le bussole. I polinesiani e vichinghi determinavano la rotta tramite l'osservazione delle onde, delle alghe marine, del volo degli uccelli e dei profili della costa. A spingere i Vichinghi verso nuove mete, grande ruolo ebbero la struttura sociale e le dinamiche delle bande di guerrieri, perché i loro ambiziosi capi erano alla ricerca di nuovi territori. Il poema Beowulf spiega come tali gruppi funzionavano > un principe circondato da compagni maschi e prestavano aiuto militare in cambio di terre e tesori. A volte c’erano anche donne, come la compagna del capo e i gruppi erano formati da individui di diversi paesi. L’esperienza di Erik il Rosso dà l’idea di come i capibanda conducevano i loro uomini fuori dalla regione d'origine verso nuovi territori > esiliato, andò in Groenlandia con i suoi seguaci, tornò poi in Islanda e ripartì per la Groenlandia, ma andò fuori rotta, raggiungendo il Canada, a Terranova, il cui insediamento è certo. CAPITOLO 2 > VAI A OCCIDENTE, GIOVANE VICHINGO I vichinghi fecero tre viaggi verso le Americhe, così dicono le saghe. Il primo fu nel Mille con Leif Erikson, ispirato dal viaggio fuori rotta di Herjylfsson mentre andava nell’insediamento del padre di Leif, Erik il Rosso. Inizialmente si suppone che arrivò a Baffin, denominata Helluland. Arrivò poi in una terra coperta di foreste e chiamata Markland (terra della foresta), probabilmente la costa del Labrador > entrambi erano luoghi troppo inospitali. Il terzo luogo era molto invitante, con terra fertile, molti pascoli e banchi di pesci. Essi costruirono delle baracche e chiamarono l'insediamento Leifsbudir e l’isola in cui stavano Vinland > discussione sulla sua ubicazione. Dopo l’inverno, essi tornarono a casa. Dopo il fratello fece un'altra spedizione e incontrò gli abitanti locali. nelle saghe, gli indigeni sono intenti a spingere a colpi di pagaia le barche coperte di pelle (era usuale coprire le canoe con pelle di alce). Senza motivo, i vichinghi uccisero 8 indigeni > uno fuggì e tornò con i rinforzi, che avevano archi e frecce. La terza spedizione fu guidata da un islandese > anche lui incontrò gli indigeni sulle canoe. Le due parti si limitarono a scrutarsi in silenzio e a dividersi. Gli indigeni tornarono in primavera e portarono delle merci da scambiare > scambiarono pelli scure con pezzi di stoffa tessuta con lana e tinta di rosso > gli indigeni erano a tratti dalle stoffe coloro rosso, tanto da finire le scorte vichinghe. Lo scambio venne bloccato da un toro norreno, che spaventò gli indigeni. Tale episodio è estratto dalla Saga di Erik il Rosso, fatta da diversi autori sconosciuti. Una seconda saga, la Saga dei groenlandesi, racconta gli stessi eventi ma con ordine differente. Le saghe glorificavano le imprese degli antenati > quella di Erik il rosso racconta le gesta di Erik e dei figli e la figlia Freydis. La saga dei groenlandesi mette al centro Karlsefni e sua moglie. Le due saghe sono note col nome “saghe di Vinland” e descrivono eventi successi prima della cristianizzazione della Scandinavia. I Norreni avevano una serie di divinità con centro Thor, Dio del cielo, del tuono, del vento, pioggia e raccolto. in questo periodo, si conquistarono Norvegia, Svezia e Danimarca, dove si parlava il latino e islandese antico. Gli scandinavi usavano un alfabeto formato dalle rune. I Norreni erano sempre in cerca di nuove terre, anche a causa della scarsa fertilità della scandinavia. I norreni dividano in piccole fattorie e si spostavano solo per comprare terre. Data la scarsità di terre, alcuni razziavano > uno dei possibili significati di Vichingo, che nella forma nominale significava razziatore/pirata > le prime scorrerie vichinghe sono del 750. All’inizio le loro navi non avevano vela, ma un’ossatura incurva con piccoli chiodi di ferro. Esse potevano essere spinte a remi sia in acque basse che su lunghe distanze. La vela era quadrata di lana o di lino. i tesori sepolti dimostrano quanto arrivassero lontano > mestolo egizio, pomolo di spada carolingia, statua di budda del Pakistan. I Norreni inoltre riutilizzavano le navi come sepolcri, seppellendo i defunti insieme ai tesori > nave di Gokstad è stata rinvenuta intera e conteneva i corpi di pavoni, falchi e cavalli e cani. Essi costruivano navi in base alla loro funzione > quelle da guerra erano lunghe e sottili, quelle da carico corte e larghe. Nel 900 i Norreni raggiunsero la Groenlandia, in cui Erik il Rosso fondò la Colonia orientale e poi quella occidentale. Le due saghe raccontano dei viaggi del Mille, ma furono scritte dopo la cristianizzazione > gli autori credevano che anche gli antenati fossero cristiani, anche se vengono descritti comportamenti del tutto pagani. Non possiamo datare le saghe con certezza. Esse a volte si sovrappongono e a volte in conflitto > siamo certi solo del fatto che la Saga di Eri fu trascritta nel 1264 e quella dei groenlandesi nel 1387 > ci sta che entrambe nacquero circa nel ‘200. Gli storici scartano tutte le informazioni fornite dalle saghe in quanto troppo tardi per essere attendibili. essi ritengono che le saghe riflettano più la società islandese del 1200 che gli eventi accaduti in precedenza. Alcuni studiosi negano l'esistenza di tutti gli eventi narrati, altri escludono che le saghe di vinland possono raccontarci qualcosa sul Nord America, dato che ci sono espressioni tipiche di chiunque parli di popoli poco familiari > dicono addirittura che Vinland in realtà fosse in Africa. Tali scettici dimenticano però due fatti cruciali > le saghe contenevano informazioni sufficientemente accurate da servire come guida per raggiungere l'unico sito vichingo certo in Nord America, l’Anse aux Meadows; la descrizione delle popolazioni indigene nelle saghe e in accordo quasi perfetto con ciò che Cartier riscontro nel suo primo viaggio In America nel 1530. 3 popoli diversi abitavano l’estremità nordorientale del Nordamerica nel Mille. i Dorset vivevano in Groenlandia nord e artico canadese orientale > un loro manufatto è stato trovato nel sito norreno, segno che è stato scambiato coi norreni da altri indigeni con cui i Dorset avevano commerciato. Un altro gruppo, i Thule, sostituì i Dorset > sono gli attuali Nel Mille al più grande città nelle Americhe era Chichén Itza, città maya di 40 mila abitanti. La principale attrazione è la piramide a gradoni chiamata castillo. C’è poi un campo per il gioco della palla, il più grande di tutta la Mesoamerica La palla era formata con il lattice liquido raccolto dagli alberi della gomma. I maya raffiguravano i palloni con dei teschi all'interno > le divinità dei Maya esigevano frequenti e abbondanti offerte di sangue. Vicino c’era poi il Tempio dei Guerrieri con 200 colonne esterne su cui sono rappresentati portatori di doni e guerrieri. Gli archeologi hanno ricostruito anche molte pitture murali. Molte di esse rappresentano la conquista > gli studiosi che spirano enorme affresco raffigurante un esercito mentre occupava un villaggio. Gli invasori avevano la pelle grigia e difensori la pelle chiara con strisce orizzontali nere. Anche gli scudi erano diversi. Molto probabilmente gli aggressori sono i Toltechi > una cronaca dice che un re tolteco chiamato Serpente Piumato partì da Tollan nel 987 verso Chichén > anche una fonte di Chichén parla di un re con lo stesso nome che giunse e divenne re della città. c’è poi un dipinto che rappresenta persone molto diverse rispetto a tutti gli altri > capelli biondi, occhi chiari e pelle bianca, una vittima ha le braccia legate dietro. Una seconda ha la collana intrecciata tra i capelli biondi. Un’altra sta in acqua in balia di un pesce carnivoro. I primi studiosi non pensavano che fossero Norreni, ma che l’artista giocò sui colori per sottolineare la differenza di razza (lo scoprirono prima del ritrovamento dei siti norreni a terranova). In realtà potrebbero essere scandinavi, anche perché nessun’altra pittura maya è simile. La coincidenza cronologica con i viaggi dei Norreni è perfetta > molte navi norrene attraversarono l'atlantico verso la fine del 900 e agli inizi del 1100, partendo dalla Scandinavia, dall’Islanda o dalla Groenlandia e raggiungendo il Canada e forse il Maine > esattamente il periodo in cui fu realizzato il tempio dei guerrieri. Gli scettici dicono che era un modo per rappresentare differentemente guerrieri nemici, una scelta stilistica. Finora nessun manufatto scandinavo è stato trovato nello Yucatan, ma in realtà l’archeologia è una scienza molto incompleta > possiamo dire che i vichinghi potrebbero essere arrivati nello Yucatan, ma non ci sono le prove certe. Se lo avessero fatto, è probabile che finirono fuori rotta e poi catturati da una barca indigena. Un altro dipinto di un edificio vicino, Las Monjas, contiene pitture dipinte dopo il 950 > in una sono presenti imbarcazioni in cui si distinguono molto le tavole di legno, divise in sezioni che non vanno fino alla lunghezza intera della nave > tipico delle navi norrene. Tale barca non poteva essere dei maya, che scavavano e bruciavano i tronchi. Solo i Chumash facevano barche con assi connesse. La nave del dipinto sembra essere una scandinava rubata dai maya. I venti spesso impedivano ai norreni di raggiungere le destinazioni, quindi è probabile che il vento abbia portato fuori rotta una nave e abbia spinto i norreni così a sud. Se i Norreni arrivarono qui, lo fecero forse via mare, anche se è possibile via terra una volta ridotti in schiavitù > dal Maine, dove c’era la monetina vichinga, si passava dalla valle del Mississippi > in questa zona esisteva già una rete di commerci di merci, informazioni e persone. Goddard Point è un sito archeologico nel Maine > maggior parte dei rifiuti trovati era del XI-XVI secolo. Importante la presenza di ossa di poca e visoni marini. Gli archeologici trovarono attrezzi e schegge di selce del Labrador > viaggiato tramite una serie di lunghi scambi. La selce è ottima per fabbricare punte per le armi. Nel sito ci sono minerali provenienti da ogni parte degli Usa e del Canada > il sito era al centro di una rete commerciale che andava dalla costa atlantico fino alla Pennsylvania. Dopo il Mille la regione fu abitata da popolazioni che seminavano il mais in primavera e tornavano in autunno per raccoglierlo (Tardo Woodland). I piccoli villaggi dell’area avevano lo stesso aspetto di quelli del Nordest, con case ammassate, ma dopo la coltura intensiva del mais nel 900 comparvero insediamenti più grandi e colline di terra artificiali (mounds). I fagioli si diffusero nel Mississippi nel Mille, aumentando la popolazione. Si ingrandirono anche i villaggi > Cahokia (Illinois) era il villaggio più grande degli Usa con 20 mila persone. Al centro c’era una grande collina artificiale di 30 metri. Ci sono poi altre 200 colline artificiali nel sito. Ci sono poi recinzioni, osservatori e molte abitazioni. I manufatti più caratteristici sono le chunkey stones, grossa come un disco da hockey, rotonda con una dentellatura su un lato > veniva lanciato e i giocatori scagliavano lance da far incastrare nella dentellatura > il gioco creava rapporti di fiducia tra governanti e sudditi. Quella di Cahokia era quindi una società gerarchica, come dimostrano i resti funebri di una coppia, agghindata con oggetti di lusso e simbolici. Molti di questi oggetti ritrovati nelle tombe provenivano da lontano grazie ai commerci, addirittura fino al Messico come dimostra un oggetto di ossidiana ritrovato a Spiro (Oklahoma). Dall’ossidiana si ottenevano oggetti da taglio ed era usata dai popoli che non lavoravano metallo > tale oggetto di ossidiana proveniva dal Messico > commercio su vasta scala. Gli studiosi si sono chiesti a lungo se ci fosse contatto diretto tra Cahokia e Maya > un esame dei cadaveri di Cahokia ha dimostrato che molti individui avevano delle tacche sugli incisivi, visibili a bocca aperta > soltanto i mesoamericani praticavano simili interventi, quindi è probabile che i maya abbiano visitato il sito oppure che i chaokiani siano andati nello Yucatan. Altro indizio sono le ceramiche con tracce di cioccolato all’interno, tipiche dei maya. Questi legami fanno pensare ad un percorso che seguiva il fiume Mississippi fino al Rio Grande, per poi attraversare il golfo del Messico. Una via diversa per arrivare a Chichén Itza era conosciuta da Chaco Canyon, una comunità agricola in stretto rapporto coi maya stanziata in New Mexico. I Pueblo Ancestrali crearono siti di patrimonio UNESCO che ancora oggi pongono molti enigmi > il sistema stradale plueboano è un prodigio di ingegneria: due strade portano a 50 km a sud e nord di Chaco Canyon. Quando una di esse incontra un ostacolo, ci passa sopra senza deviare, costruendo rampe e scale > strade non ideate per il trasporto, forse significato simbolico. Essi erano bravi nella costruzione con pietre tagliate con precisione, tanto che c’erano grandi case con centinaia di abitanti, vasti depositi e piazze estese > gli studiosi si chiedono se le grandi case erano in realtà centri commercial o residenze dei sovrani. Nella città c’erano persone di differenti regioni > un gruppo viveva nelle grandi case, mentre altri in comunità di piccole case. Erano diversi anche i costumi riguardo alle sepolture > probabile che il sito fosse dimora di popolazioni indigene e di migranti, come ii maya, attestati da un cadavere con denti incisi > tipico della globalizzazione, il movimento di persone seguiva all’iniziale scambio di merci: i mercanti si spostavano ovunque fossero i loro clienti. I Pueblo erano grandi commercianti di turchese, molto amato dai maya. Uno studio ha dimostrato come i Pueblo importassero cacao dai Maya > grazie alla funzione stimolante, il cioccolato era perfetto per le cerimonie. Si pensa che esperti di cerimonie maya accompagnassero il cacao nelle regioni a nord in modo da insegnare ai Pueblo come produrre il cioccolato. I ritrovamenti di cioccolata, macao e altri uccelli tropicali dimostrano che c’erano vie commerciali di collegamento tra Chaco Canyon e Chichén Itza. Ci sono anche interazioni su scala minore: intorno al Mille i Tolcheti migrarono da Tollan a Chichén, come si può vedere dai due distinti stili architettonici della città > il secondo stile contiene influenze tolchete. Anche gli edifici di Tollan subirono influenze maya, quindi c’era una reciproca influenza. La parte vecchia di Chichén fu costruita tra 864 e 897, come dimostrano molte iscrizioni > esse poi cessarono a causa di una crisi in tutto il territorio maya durata fino al 925, in cui c’erano grandi lotte dinastiche, diminuzione fertilità della terra e crollo popolazione. Tale evento fu nel 900, quando in Europa si manifestò il periodo climatico caldo, ma non si sa in America che tipo di clima ci fosse, ma si pensa ad un periodo di scarsa piovosità. Una volta ripresa, i governanti lanciarono una massiccia opera di ricostruzione e fu costruito un grande sistema stradale con carreggiate rialzate diritte, il cui unico scopo non poteva essere quello di trasporto. > I maya credevano che la Via Lattea connettesse la terra al CAPITOLO 4 > SCHIAVI EUROPEI Nel Mille molti sccandinavi navigarono ad est e dischiusero nuove vie nell’Europa orientale con conseguenze a lungo termine. Noi conosciamo queste popolazioni come Rus’, da cui prende il nome la Russa. Essi sposavano donne locali, fondavano villaggi, imparavano a parlare le lingue slave e alla fine furono completamente assorbiti nella soceità locale. I Rus’ assunsero il ruolo di intermediari e guadagnnarono molto dalle vendite ai consumatori sia bizantini che musulmani. Essi ebbero grandissima influenza sull’Europa orientale > nel X secolo crearono una federazione commerciale che prese il controllo di una vasta area poco popolata da una varietà di tribù. Nel 988 il re Vladimir si convertì al cristianesimo, ridisegnando la mappa del mondo cristiano, facendovi entrare l’Europa orientale. Quando avvenne la conversione, il mondo cristiano non era ancora del tutto formato: Roma sostituì Costantinopoli come centro siolo nel 1204 dopo la quarta crociata. Sviluppo cruciale nella globalizzazione, il movimento delle idee e nuove sfere religiose influenzarono tutti quanti > i primi migranti scandinavi veneravano le divinità norrene, come Thor e Odino. Gli studiosi chiamano tali migranti Rus’, che deriva da una parola finnica di significato “remare”. Essi non erano un’etnia unica, ma un insieme di genti nordiche come norreni, anglosassoni,franchi e slavi riuniti in bande di guerrieri. Come in America, i Rus’ avevano una scarsa superiorità sugli indigeni, che pescavano, cacciavano e raccoglievano piante. In alcuni casi i Rus’ si integrarono pacificamente vendendo pellicce, in altri casi essi presero pellicce e schiavi con la forza. I gruppi più numerosi imposero un tributo periodico di questi elementi. Comparando l’arrivo dei Rus’ con quello degli spagnoli in America, i secondi crearono una società che privò di ogni diritto gli amerindi, mentre i primi strinsero rapporti matrimoniali e adottarono lingue e costumi locali Nel IX secolo i ricavi erano così alti da inviarli in Scandinavia, facendo nascere nuove cittadine, anche per favorire il commercio con L’Europa orientale > Birka era la principale base di partenza verso est. Come gli artigiani metallurghi andini, gli scandinavi si trasferivano in una nuova regione a praticare il loro mestiere quando venivano a conoscenza di qualche opportunità lontano dalla terra d’origine. Nella fase iniziale, i Rus’ non cercarono di prendere il controllo della regione, ma singoli gruppi cercavano guadagni per proprio conto e non agli ordini di un sovrano. Col tempo formarono unità molto più vaste. I Rus’ arrivarono nell’Europa orientale a causa della grande richiesta di pellicce nel Medioriente ed Europa occidentale > Adamo di Brema ci racconta il grande desiderio dei tedeschi delle pellicce esotiche. La domanda degli schiavi era altrettanto elevata, soprattutto a Costantinopoli e Baghdad. I Rus’ trattavano bene i loro schiavi perché li consideravano articolo commerciale e di valore. Il significato della parola slavo (sklabos) si modificò andando a indicare lo “schiavo” (schiavi slavi erano molto numerosi), a prescindere dal fatto che la sua origine fosse slava o meno Arricchendosi, i capibanda rus’ attiravano seguaci numerosi. Un nuovo territorio offriva agli uomini ambiziosi la possibilità di ascesa sociale. I Rus’ arrivarono nell’Europa orientale viaggiando su piccole canoe scavate nei tronchi > il dneper era l’unica via d’acqua continua, ma aveva tratti pericolosi, come vicino a Kiev, da percorrere per arrivare al Mar Nero. La prima descrizione dei Rus’ si deve a un funzionario persiano, che disse che portavano pelle di castoro, volpe nera e spade dalle lande più lontane > esse erano fondamentali per catturare schiavi e rubare pellicce. Esse rientrano in due gruppi > quelle fuse in ferro lavorato localmente conn molte impurità e quelle realizzate con lingotti d’acciaio prodotti in piccoli stampi a tenuta d’aria. Alcune delle spade migliori portavano il nome di Ulfberht. Dopo il Mille i fabbricanti continuavano a produrre spade con tale nome, ma con molti più errori. I Rus’ arrivarono fino al Mar Nero e aprirono nuove vie fino a Sebastopoli, che era un grande avamposto commerciale bizantino e si commerciavano seta, cose in vetro, ceramiche, oggetti in metallo, vino e olio, pesce e carne, peccille e miele. Tali mercati erano perfetti per i Rus’ per vendere pellicce e schiavi. Per raggiungere Baghdad c’erano poi due strade > via terra dal Mar Nero al Mar Caspio, o verso sud lungo il Volga fino a Itil, grande centro commerciale. qui i Rus’ si spacciavano per cristiani perché la legge abbaside consentiva a cristiani ed ebrei di pagare tasse più ridotte. Riguardo alle tradizioni religiose dei Rus, abbiamo un resoconto di un musulmano, che descrive sesso di gruppo e sacrifici umani durante i funerali dei capibanda (una schiava veniva sepolta insieme a lui e prima veniva violentata da 6 uomini > era un rito di fecondità. I mercanti Rus’ sollecitavano l’assistenza delle loro divinità nella conduzione degli affari, per questo pregavano sempre raggiunti i luoghi di commercio. Importante era quindi la moneta, che può rivelarci molto sulla società dell’Europa orientale > grazie alle monete siamo a conoscenza del grande spostamento di ricchezza ai Rus’ da parte di Costantinopoli e del mondo islamico che pagavano pellicce e schiavi. Il più rilevante accumulo di monete mai trovato è dell’870 in Scandinavia > 14 mila monete e 500 bracciali con monete rifuse. Fuso l’argento, l’unico modo per trovare il valore di un oggetto era pesarlo > essi adottarono la bilancia a due piatti araba, anche se gli artigiani continuarono a persistere. Col tempo essi smisero di fondere monete per fare bracciali. Le monete danno informazioni sui partner commerciali dei Rus’ > il mondo islamico era molto importante per i Rus’, soprattutto quando l’impero samanide sostituì quello abbaside come produttore di monete con argento più puro. Si ha una grande quantità di monete d’argento arabe ritrovate in Scandinavia, Polonia, Russia, Bielorussia ed Ucraina, per un totale di 400 mila monete del IX e X secolo > queste quelle recuperate, mentre quelle seppellite e non trovate sono molte di più. Nel X secolo il mondo islamico iniziò a soffrire la carenza di argento a livello regionale. di conseguenza, la quantità di metallo alla Scandinavia ottenuta con la vendita di schiavi e pellicce diminuì. Tra le monete in Scandinavia c’erano anche inglesi, segno che attaccavano la regione anche nell’800 > essi trovavano nuove aree in Inghilterra e pretendevano dei tributi per dare protezione. Presero il controllo di vaste aree dell’Inghilterra e instaurarono le leggi danesi. Fino al XI secono nessuno riuscì a imporre un controllo duraturo in Inghilterra, ma il norreno Canuto il Grande andò vicino a unificare Danimarca, Norvegia e Inghilterra. Egli estorse tantissimo argento per ripagare i suoi sudditi e nel 1028 assunse il nome di “re di tutta l’Inghilterra, Danimarca e Svezia”, ma dopo la sua morte il trono inglese tornò ad Edoardo il Confessore. Sono state trovate anche monete provenienti dalla Spagna e trovate tracce norrene a Madera, prima dell’arrivo dei portoghesi. Fonti scritte parlano anche dell’arrivo dei norreni in Sicilia nel 900. Il normanno Ruggero II regnò come re di Sicilia e di vasti domini, rendendosi famoso come mecenate. Alcuni Rus’ finirono a Costantinopoli come mercenari > erano detti Variaghi (uomini del giuramento) e l’imperatore utiizzava guardie scandinave. Altri scandinavi invece erano semplici avventurieri, come Ingvar il Viaggiatore, un eroe di una saga, accompagnato dai suoi compagni. Il mondo di capibanda razziatori cedette il posto a monarchie basate sulla riscossione delle tasse nel Mille > i re ricompensavano i loro seguaci con terre, come fece Guglielmo il Conquistatore, i cui antenati razziavano in Francia e lui divenne re d’Inghilterra. l’invasione dell’Inghilterra del 1066 segna la fine dell’era vichinga > ciò che accadde qui stava avvenendo anche in Scandinavia. Quando il principe Vladimir giunse al potere, si verificò un analogo mutamento nel mondo rus’ > si creò un nuovo tipo di struttura del potere, una leadership condivisa dai numerosi membri di un clan. La “Cronaca degli anni passati” è una fonte attendibile che fornisce una storia annuale dei principi rus’ e fu scritta tra 1050-1113. Il testo parla di come i rus’ giunsero al potere > i Norreni nell’Europa orientale invitarono 3 fratelli scandinavi da loro ed essi fondarono la dinastia rjurikide. Ciò non mise fine agli scontri tra bande, come dimostra la confusione per ogni successione. Nel 900 i Rus’ costruirono una grande flotta e attaccarono Costantinopoli, che però si difese grazie al fuoco greco, come ci racconta Liutprando da Cremona. Nel 945 i Rus’ fecero un trattato coi bizantini. I capi dei rus’ condividevano il potere con altri, quindi sono definiti principi e non re. Il trattato ci rivela che alcuni rus’ furono battezzati cristiani, quindi non dovevano più fingere di esserlo. Il regno di Igor differiva dalle monarchie agrarie tipiche per il fatto che disponeva di funzionari per imporre la tassazione sul commercio, ma non sull’agricoltura. Nel 945 i agevolazioni, rendendo indisposti i locali. Ciò che veramente affondò Costantinopoli però furono eventi esterni come le crociate. Urbano II cercò dialogo nel 1088 con l’imperatore Bizantino per verificare se fosse possibile raggiungere un compromesso > venne convocato un concilio con le due Chiese. Nel 1095 venne indetta la prima crociata per recuperare i luoghi sacri > crociata dei pezzenti, poiché costituita da uomini e donne comuni che volevano raggiungere Costantinopoli via terra > presi di mira gli ebrei e fatti eccidi. Dei 50 mila a Gerusalemme ne arrivò solo un quinto, che riuscirono comunque a trionfare > importante vittoria simbolica. Negli 88 anni di sovranità a Gerusalemme, gli europei lottarono per tenere il controllo. Nel 1147 i musulmani conquistano Edessa e il papa indisse la seconda crociata, ma gli europei non riuscirono a recuperare i territori persi. I crociati non fermarono nemmeno Saladino, che rovesciò i Fatimidi e fondò una nuova dinastia e nel 1187 riconquistarono Gerusalemme. Ci fu la Terza crociata con inglesi e francesi, ma non riuscirono a riprendersi la città. le relazioni tra Europa e bizantini toccarono il fondo con la Quarta crociata voluta da Innocenzo III nel 1201. I capi ottennero dai veneziani un prestito che non erano in grado di restituire e saccheggiarono Costantinopoli. Dopo il saccheggio, i crociati non andarono verso Gerusalemme, ma sostituirono l’imperatore bizantino e fondarono l’impero latino d’oriente fino al 1261. La potenza bizantina restò in declino e Bisanzio fu conquistata dai turchi nel 1453, ridimensionando la divisione tra cristiani e islamici. La divisione attuale deriva molto dalla conversione di Vladimir e dell’ascesa della Chiesa romana. CAPITOLO 5 > L’UOMO PIù RICCO DEL MONDO Avere accanto un vicino potente portava grandi opportunità di affari. Sovrani e mercanti di Africa est e ovest volevano i vantaggi commerciali dati dalla vendita ai consumatori nelle grandi città del mondo islamico, che compravano molti schiavi e oro, mentre gli africani importavano collane, ceramiche cinesi e tessuti di seta e cotone. Queste nuove connessioni portarono mutamenti anche a livello religioso > in Africa molti iniziarono ad abbracciare l’islam > l’islamizzazione accadeva perché i sovrani volevano alleati potenti e questa inseriva la vita dei sudditi nella globalizzazione. l’espansione dell’islam è evidenziata da come Tadmekka prenda il nome da la Mecca. Grande ruolo avevano gli africani nel commercio che li connetteva ad altri continenti > gli storici contemporanei rifiutano l’idea che furono gli arabi a portare le linee commerciali in Africa > i due terzi dell’oro in Europa e Asia proveniva dall’Africa occidentale e il numero degli schiavi dall’Africa era altissimo. Sappiamo come funziona la tratta degli schiavi del X secolo grazie ad un resoconto mercantile di un persiano > egli scrisse racconti inverosimili, ma lo sfondo delle vicende è realistico, quindi apprendiamo molte cose sui prezzi delle merci, ubicazione dei mercati e sulla conversione all’islam. La domanda costante di forza lavoro fece sì che la vendita di schiavi fosse presente quasi ovunque. Ci sono racconti che legittimano il commercio degli schiavi, ma si doveva trattare onestamente gli altri partecipanti. I mediatori africani spesso conducevano schiavi dall’Africa subsahariana ai porti della cosa orientale e li vendevano ai mercanti stranieri diretti in Medioriente. Sofala era il punto più a sud sulla costa dell’Africa orientale. Più a sud le merci viaggiavano via terra o su piccole imbarcazioni a remi. Dal X secolo, molti insediamenti sorsero sul fiume Zimbabwe. Chi aveva mezzi faceva uso di ornamenti di rame e d’oro e di strumenti di fero, mentre le persone comuni usavano solo attrezzi d’osso e di pietra. Queste aree prosperavano perché gli abitanti viaggiavano fino a Chibuene e si collegavano alle vie commerciali dell’oceano Indiano > commerciavano schiavi, oro, avorio e pelli di animali > questa attività portò i lavoratori locali a fornire oro ai consumatori lontani e ad avvertire gli affetti della globalizzazione. Il più importante sito di produzione aurifera dell’Africa orientale era Grande Zimbabwe, che testimonia la ricchezza derivante dal commercio dell’oro. C’erano 10 mila persone ed era un centro di grande importanza per il commercio costiero, per esempio la Cina > ad alimentare il commercio era la domanda africana di beni di importazione. I musulmani accoglievano di buon grado tutti i convertiti e tutti gli uomini erano visti uguali davanti a Dio. Gli schiavi, oltre a lavori di fatica, gestivano anche biblioteche e locali per conto dei padroni. Alcuni prestavano anche servizio nell’esercito. Una delle rivolte più grandi, “la rivolta degli zanj”, coinvolte migliaia di schiavi in attività di dragaggio paludi. Essi insorsero contro le condizioni di lavoro e godettero di anni di autogoverno, per poi essere sopraffatti. Informazioni sugli schiavi ci vengono da testi di un dottore cristiano di nome Ibn Butlan, che dichiarò di voler usare le sue conoscenze geografiche e anatomiche per consigliare l’acquisto degli schiavi migliori. Egli credeva che l’ambiente influenzasse il funzionamento del corpo umano > gli schiavi migliori venivano dall’Oriente, con buon fisico e resistenza. Gli schiavi del nord come i rus erano forti e longevi, ma le femmine non generavano perché non avevano mestruazioni. Quelli del sud invece avevano vita breve e poca resistenza. La legge islamica dava agli schiavi molti modi di emancipazione. Era permesso avere schiavi sia musulmani che non musulmani già ridotti in schiavitù, ma non si poteva rendere schiavi musulmani liberi. Molti capi musulmani avevano da sempre incoraggiato l’affrancamento. Le 3 principali aree di origine degli schiavi erano l’Africa, Europa orientale e Asia centrale. Molti schiavi in contatto coi musulmani si convertivano all’Islam. Per quanto riguarda le donne, c’erano leggi che permettevano di sposare una schiava, accoppiarsi e poi divorziare subito dopo, mentre altra legge permetteva al padrone di avere rapporti direttamente con la schiava, a patto di accettarne la prole derivante. Butlan ci ricorda come con la globalizzazione giravano tantissime informazioni, ma non tutte erano vere > la disinformazione era ovunque. Per quanto riguarda la provenienza degli schiavi di Baghdad, Butlan ci dice che quasi tutte le zone erano territori non musulmani vicini alla frontiera del territorio abbaside. Non ci sono fonti accurate che definiscano il prezzo preciso degli schiavi. È inoltre difficile stimare quanti schiavi attraversassero a piedi il Sahara > tale via andava dall’Africa occidentale al Mediterraneo. Abbiamo alcune cifre di qualche osservatore oculare. Viaggiare in carovane numerose aumentava i rischi, dato che i mercanti si portavano quantità di rifornimenti minima, quindi un piccolo incidente era fatale. Secondo stime scientifiche, tra 650 e 1600, 5500 schiavi all’anno attraversarono il riguardo al commercio africano, ma tali erano tutti autori che non avevano mai assistito di persona ai commerci > il commercio dell’oro implicava una complessa rete commerciali con intermediari. Molti regni africani andarono in crisi nel XI secolo, forse a causa del cambiamento del clima > si ebbe un incremento della piovosità fino al XIV secolo. Queste precipitazioni portarono ad un aumento del foraggio e dei cavalli, che modificarono il carattere della guerra. un cambiamento politico si ebbe al Cairo, quando gli schiavi-soldati detti Mamelucchi (significava schiavo) nel 1250 rovesciarono l’ultimo sovrano ayyubide > i mamelucchi trassero grande profitto dal commercio di schiavi e oro. Il traffico transahariano dell’oro raggiunse il culmine del XIV secolo a causa della grande domanda europea. A sfruttare molto l’abbondanza di oro fu Mansa Musa, imperatore del Mali nel ‘300 > le sue carovane cariche d’oro fecero scalpore tra gli abitanti del Cairo > venne definito l’uomo più ricco del mondo del suo tempo. Si dice che chi gli procurava oro non erano musulmani > essi infatti pregavano di meno e producevano di più > il re preferiva lasciare la gestione dell’estrazione dell’oro ai popoli non credenti. Secondo un’altra versione, i non musulmani che lavoravano nelle miniere d’oro vivevano dentro il regno di Mansa Musa e gli pagavano una tassa con l’oro che estraevano. Egli si procurava il metallo anche tramite l’importazione e scambio con il rame (tale teoria ha più senso della prima detta). Con la peste nera, la domanda d’oro diminuì. I portoghesi furono i primi europei a navigare lungo la costa occidentale dell’Africa, grazie anche a Enrico il Navigatore > non crearono un nuovo sistema commerciale perché ne esisteva già uno con magazzini, intermediari e fonti di informazioni, logistica e prodotti. All’inizio Enrico inviò navi sulla costa nord africana con intento di ottenere città mediterranee > troppo a sud temeva la zona torrida invivibile descritta dagli antichi romani, ma poi comprese che non esisteva e iniziò a importare schiavi dal sud in cambio di cavalli. Localizzò le miniere di oro e rivitalizzò il commercio di oro africano con la creazione di una stazione commerciale in Ghana nel 1482. Un commerciante portoghese poi svelò il segreto di chi manteneva il controllo del commercio dell’oro africano > identificò le cittadine coinvolte nel commercio carovaniero, spiegò come il sale viaggiasse nel deserto fino al sud e descrisse le navi che risalivano i mari fino alle cittadine adibite alla vendita dell’oro come Jenne-Jeno. Si mise fine al mito del commercio silenzioso, usato per nascondere l’identità dei venditori di oro, principalmente Wangara. Importante in tale commercio era il ruolo degli schiavi neri, che portavano il sale sulla testa fino alle miniere d’oro e tornavano indietro con l’oro. Un sofisticato sistema di vie di comunicazione attraversava l’Africa collegava il settentrione o oriente africano col resto del globo. Oro e fazzoletti raggiungevano la Spagna, avorio e oro in Italia e mondo islamico. Il traffico più grande era il commercio triangolare degli Almoravidi > l’esistenza di queste vie rivaluta i viaggi dei portoghesi in Africa > essi non introdussero il commercio, ma scavalcarono i mediatori africani in tale rete commerciale. CAPITOLO 6 > L’ASIA CENTRALE SI DIVIDE IN DUE Nel Mille l’Asia centrale aveva come risorsa principale abili guerrieri a cavallo che combattevano con frecce > arma più forte del mondo. I capibanda potevano allearsi con altre tribù e cercare di crearsi regni propri, oppure creare eserciti di soldati schiavi comprati. I capi più importanti non facevano scorrerie, ma venivano pagati dai regni per la loro protezione. I guerrieri a cavallo erano poi velocissimi e la grande prateria dall’Ungheria alla Cina era una lunga via di transito > cuore del futuro impero mongolo. I guerrieri dell’Asia contribuirono a dischiudere vie in tutta l’Eurasia > le merci più ricercate erano i guerrieri e i cavalli, le stoffe, pellicce e gemme. Si diffondevano anche conoscenze matematiche, scientifiche e calendaristiche. Tutto ciò era influenzato dal contesto politico > caduti gli Abbasidi, si susseguirono molte dinastie come i Samanidi, i Ghaznavidi, i karakhanidi e i Selgiuchidi > tutte loro fecero conoscere l’islam in Asia centrale e orientale. Oltre all’islam si espanse anche il cristianesimo, specie nell’Europa orientale e settentrionale. Con la loro diffusione, i sovrani locali si chiesero quale fosse la religione migliore per ottenere potenza e alleati > alcuni scelsero l’Islam, altri il buddismo > si creò una linea di divisione tra i due blocchi religiosi. Importanti furono i Sasanidi, i primi a rendersi indipendenti dagli Abbasidi in Asia. Nel IX i Sasanidi furono messi a capo di 4 città per conto del califfo e smisero di mandare tasse a Baghdad, impotente. Riunificare i territori dei Sasanidi era l’obiettivo di ogni sovrano in Asia. I Samanidi si arricchivano vendendo prigionieri di guerra come schiavi > l’Asia era la terza fonte di importazione di schiavi per il mondo islamico e gli schiavi soldati erano il fulcro dell’esercito sasanide. Con i Samanidi il persiano divenne la seconda lingua più importante. Nel loro regno, i Sasanidi diedero sostegno economico a molti brillanti studiosi islamici, tra cui al-Biruni (ipotizzò l’esistenza di altre terre di là dal mondo). Importante fu il suo studio dei calendari nelle diverse società, fatto studiando testi e confrontandosi con esperti. In passato si doveva essere in grado di capire l’inizio delle stagioni e il momento giusto per seminare, così da non restare senza cibo dutrante l’inverno. Nelle sue opere, al-Biruni ci spiega come una notte e un giorno formino un’unità (giorno solare) che inizia al tramonto del sole (i musulmani fanno iniziare il nuovo mese qui). Il calcolo della lunghezza dell’anno era molto più difficile. Il calendario musulmano era interamente lunare, quindi l’anno religioso iniziava ogni volta in un mese diverso > per la semina e l’agricoltura, essi usavano un calendario solare. In questo periodo c’era “l’internazionalismo sunnita” > Medioriente come unità solida dal punto di vista culturale e gli studenti e insegnanti potevano viaggiare liberamente in tutto il mondo islamico > nacque la madrasa, cioè scuole che potevano contare su dei fondi e offrivano agli studenti luoghi in cui alloggiare e studiare. Le donne non potevano risiedere, però alcune continuavano gli studi raggiungendo alti livelli di istruzione e insegnamento. Studiosi e allievi si spostavano liberamente tra i paesi islamici, ma nel X secolo i Samanidi avevano difficoltà nel reperire figli di proprietari terrieri per i ruolo di governo, rimpizazzandoli con soldati-schavi turchi > come conseguenza, essi uccisero il sovrano samanide > essi avevano il controllo di tutta la famiglia reale. Nel 961 un comandate dell’esercito lasciò il territorio samanide con le sue truppe verso l’Afghanistan, creando una nuova potenza, cioè i ghaznavidi, affermatisi con Mahmud, il successore > diffusero l’islam in tutta la zona. Mahmud sostenne di essere il difensore dei califfi abbasidi prigionieri e il califfo gli concesse molti titoli, come quello di governatore > primo sovrano discendente da schiavi-soldati con sostegno del califfo. Rispetto agli altri sovrani asiatici, di origicne persiana e araba, egli parlava una lingua turca > fu il primo impero islamico a governare Iran, Afghanistan, Pakistan e India del nord. Essi reclutavano guerrireri ghazi, cioè “combattenti volontari per la fede” > partecipavano alle battaglie contro i popoli non musulmani, anche se combattevano pure per il bottino. Il nucleo centrale dell’esercito di Mahmud erano i cavalieri schia-soldati, che attaccavano in inverno. L’obiettivo principale era la conquista del metallo prezioso nei palazzi e templi indù, che non rientravano tra i popoli protetti > distruggere i loro luoghi sacri era un dovere religioso. Mahmud arruolava anche prigionieri indù per saccheggiare città musulmane. Sotto il suo dominio però, l’India settentrionale, che lo divenne con altre dinastie. In un libro in cui spiega l’induismo ai non induisti (effetto globalizzazione), al-Biruni descrive la campagna di Mahmud in India. Il bersaglio successivo di Mahmud erano i Karakhanidi, che avevano islamizzato la Cina settentrionale. Nel 999 finì la dinastia sasanide e si ebbe un lungo scontro tra Ghaznavidi e Karakhanidi per ottenere i territori samanidi. Durante tale scontri, i principi karakhanidi si scontravano tra di loro per il potere interno, indebolendo il regno. Altro luogo di interesse i Mahmud era la Corasmia, il punto più a est di arrivo dei Rus’ > egli si impossessò della città. Un’opera persiana (libro dei re) tratta la storia degli antichi re dell’Iran fino al 651, caduta dei sasanidi. Nonostante sia ambientato più di 300 anni prima, il libro descrive gli eventi simili a quelli del Mille, dando ai sovrani un tipo di regalità tipica del Mille. Nel 1020 le due dinastie smisero di combattersi perché Mahmud aveva dato pieno sostegno a un capo karakhanide, che divenne sovrano dei due popoli > in pace, gli scambi aumentarono, facendo diffondere anche la consocenza dell’arabo e del persiano. sovrano di stile mongolo fu Tamerlano, che unificò i 3 quadranti occidentali. Morto lui, l’ideale di unità mongola corì con lui. CAPITOLO 7 > VIAGGI SORPRENDENTI I cartografi suddividono le acque tra Africa e Giappone in differenti mari, ma che in realtà sono una via d’acqua continua. I primi marinai di questa zona usavano i venti mansonici per esplorare e per trasportare merci dalla penisola arabica all’India e in seguito alla Cina > d’inverno il continente si raffredda e spinge venti sugli oceani, mentre d’estane porta alle frequenti piogge essenziali per l’agricoltura. Già nel 200 a.C. i navigatori sapevano sfruttare e riconoscere le stagioni e il flusso dei venti per commerciare con India e sudest asiatico. I principali ariticoli scambiati erano legni profumati, piante e spezie locali, cioè piante aromatiche. Le “isole delle spezie” erano le Molucche. Le spezie esercitavano una grande attrattiva. Si commerciavano anche oro, stango e argento, mentre i tessuti di cotone erano molto popolari. La tratta degli schiavi a lunga distanza nell’oceano Indiano non era così massiccia come nel mondo islamico, dato che era facile procurarseli a livello locale > tali società non incoraggiavano l’affrancamento, quindi non c’era bisogno di comprarne di nuovi. I viaggi degli europei in questi mari non furono il primo passo della globalizzazione > mille anni prima marinai locali percorrevano le rotte “scoperte” da Vasco de Gama e Magellano. Già esisteva poi il commercio a lunga distanza. Ciò che gli europei fecero fu tagliare fuori gli intermediari ed evitare di pagare dazi ai governanti. I viaggi più grandi intorno al Mille furono tra Malacca e Madagascar, a più di 6 mila km di distanza, e nonostante ciò, la lingua dell’siola è imparentata con quelle maleopolinesiane. È chiaro quindi che i coloni i lingua maleopolinesiana arrivarono in Madagascar prima degli africani. Sono stati poi analizzati semi dell’isola che provengono dall’Asia sudorientale, come riso. Essi portarono anche animali, come gatti, polli, bovini e ovini. Non si sa però con che imbarcazioni arrivarono e le fonti scritte risalgono fino a James Cook, che nel ‘700 arrivò in Polinesia. Ai suoi tempi, i nativi andavano per tutto il Pacifico usando due canone legate tra lro e con vena unica. Gli archeologi non hanno la certezza che queste imbarcazioni fossero usate anche nel Mille > un eminente studioso (Manguin) sostiene che tali canoe fossero comuni nel Pacifico, ma nell’oceano Indiano si usavano barche tipiche del sudest > egli pensava che i nativi diretti verso il Madagascar avessero barche con tavole di legno tenute insieme da corda in fibra di cocco e avevano moli alberi e vele > resti di esse sono stati trovati nel Mar Cinese Meridionale e sudest asiatico. Non abbiamo molte fonti sulle barche, ma sappiamo che i nativi andarono verso est nel Pacifico contemporaneamente all’espansione verso il Madagascar. Ci sono due schieramenti > i sostenitori di una cronologia lunga, che ritengono la colonizzazione di un dato luogo un evento antico; e i sostenitori di una cronologia breve, che credono a un insediamento più recente. Uno studio ha concluso che le datazioni della cronologia breve sono più accurate perché si basano su materiali organici, come semi, che durano per qualche decennio, mentre quella lunga si basa su elementi come carbone di legna, che sopravvive per secoli e fornisce datazioni anticipati e fuorvianti. La cronologia breve è la seguente > nell’800 a.C. gli antichi polinesiani partirono dalla Micronesia e arrivarono nelle Samoa. Tra XI e XII secolo arrivarono nelle isole della Società, a lcentro del triangolo formato da Hawaii, isola di Pasqua e Nuova Zelanda. Nel XIII secolo si spinsero verso le Hawaii, verso la Nuova Zelanda e verso l’Isola di Pasqua > le distanze sono enormi. I polinesiani decisero di esplorare il Pacifico dopo il Mille forse per un cambiamento climatico come aumento dei venti, un improvviso progresso tecnologico o una crisi ambientale. La cronologia considerata prima spiega perché in tutte le isole sono stati ritrovati oggetti simili > i viaggiatori se li portavano dietro ovunque andassero, gli stessi oggetti fatti nello stesso modo. Nel ‘700 Cook notò che i pescatori percorrevano grandi distanze nella caccia ai grandi mammiferi, presupponendo una grande conoscenza della geografia locale. Informazioni sulle tecniche di navigazione si ebbero a fine ‘900 dagli antropologi sul campo, che registrarono tradizioni perdute. Un navigatore contemporaneo dimostrò di navigare senza strumenti, ma solo guardando la traiettoria del volo degli uccelli, nel nubi e il movimento delle onde. Era a conoscenza della posizione di molte stelle e i loro moti nel cielo > ciò spiega come fecero i nativi a raggiungere il Madagascar. Tali viaggi infatti portarono alla colonizzazione di molte isole remote in tutto l’Oriente. oltre agli animali, i viaggiatori portavano piante come la patata dolce, albero del pane e il taro. Anche i navigatori del Sudest asiatico erano abili ed entrarono in contatto con molte culture, come quella indiana, molto influente sulla cultura indonesiana > tale influenza si vede dalle iscrizioni sanscrite e da raffigurazioni del Budda prima del 600. Dopo il 600 si diffuse anche l’induismo. In questo periodo le più sviluppate unità politiche del Suest erano villaggi ed aree controllate da capi tribali, con densità di popolazione bassa. Le popolazioni cacciavano e raccoglievano piante, preparando campi di coltivazione temporanea e poi si spostavano per condizioni più favorevoli (agricoltura itinerante), cioè abitudine a creare accampamenti temponaei e smontabili, fatti di palafitte. I missionari indiani introdussero il proprio alfabeto e insegnavano ai capi come registrare doni ai templi. Proprio come i leader continentali, anche i capi locali del Sudest si convertirono ad una religione universale per ottenere potere: buddismo e induismo si diffusero. Attraente era il motivo del “sovrano ideale”. Queste società svilupparono un modello caratteristico di governo che definiamo “Stato- tempo”, data l’importanza del rituale e dei templi nell’organizzazione dei progetti di costruzione. Per governare, i capi spingevano i sudditi a farsi associare alle divinità del buddismo e induismo, in cambio facevano grandi offerte ai templi. Quando tali capi erano forti, arruolavano grandi eserciti e facevano molte spedizioni. Se erano deboli, il dominio si allargava e si contraeva spesso. Nel Mille, tra i regni più importanti troviamo Srivijaya, nel Sumatra del Sud, sotto Singapore. Nella punta meridionale dell’India, i Chola ebbero una posizione dominante a livello regionale. si sono poi i re khmer in Cambogia. L’impero di Srivijaya nacque nel 600 circa e prosperò grazie alla vicinanza allo stretto di Malacca, che permetteva di fare un unico viaggio per raggiungere i territori a ovest > ii viaggiatori arrivavano sullo stretto e stavano lì per sei mesi in attesa che i venti fossero favorevoli. Oltre ai mercanti, pure i monaci facevano questo viaggio e venivano ospitati dai vari sovrani asiatici. I sovrani di Srivijaya prosperarono incoraggiando e tassando il traffico marino, come dimostrano fonti ufficiali cinesi, che riportavano le merci passate da lì e la tassazione locale. Tra i vari oggetti che il sovrano offriva ai Song c’erano zanne di elefante, corno di rinoceronte e erbe aromatiche. I cinesi poi dipinsero la capitale del regno come città ordinaria, anche se il regno non ebbe una capitale fissa. Per il regno, le canoe erano fondamentali , dato che risalivano i fiumi quando dovevano convocare i capi tribù per fare spedizioni. Tra le varie imbarcazioni del tempo c’erano la lashed-lug del sudest asiatico e il dau, la più comune > barca con tavole legate da fibra di cocco. Tali barche erano costruite nella Penisola arabica e Corno d’Africa ed erano usate dai musulmani. È stato ritrovato un dau a Belitung, in Indonesia > assemblata nella penisola arabica con legno africano. Esso portava oro, argento, specchi e ceramiche, cioè merci cinesi da esportazione. Le ceramiche cinesi avevano una brillantezza unica data dalla cottura ad alta temperatura e gli arabi si sentirno minacciati, quindi tentarono di copiare il lustro di tali manufatti, senza riuscirci, solo per non uscire dal mercato di esportazione di ceramiche > concorrenza alta.La qualità degli oggetti del dau ritrovato suggerisce che fossero destinati in dono a un sovrano islamico. Molti altri modelli di nave compaiono sulle pareti del famoso tempio a Giava > tali rilievi mostrano molti particolari sulle imbarcazioni > si trovano nel tempio di Borobudur, fatto dalla dinastia Sailendra, imparentata con i re di Srivijaya. Esso è il più grande monumento buddista del mondo. Dai suoi rilievi impariamo molto anche sui mercati di Giava > il re nominava funzionari che sovraintendessero ai mercati. Il re poi accordava il diritto alle corporazioni di mercanti di riscuotere le tasse commerciali. Il tempio poi era meta di pellegrinaggio regionale. dell’anno Mille la maggior parte delle rotte che collegavano il Sudest al mondo esterno conduceva in India. All’inizio del nuovo millennio, l’interna regione si riorientò verso la Cina. CAPITOLO 8 > IL POSTO PIù GLOBALIZZATO DELLA TERRA. nel Mille i cinesi avevano fittissimi legali commerciali con i paesi stranieri, più del resto del mondo. La Cina esportava ceramiche di lusso e manifatture in mezzo mondo (Medioriente, Sudest asiatico, India e Africa) > tali contatti influivano su tutta la popolazione a tutti i livelli > vivevano in un mondo globalizzato a tutti gli effetti, specie durante la dinastia Song (960- 1279). I cinesi producevano gioielli, oggetti da arredamento in avorio, frutti tropicali, pepe nero e noce moscata e altre spezie. Unica merce che i cinesi importavano molto erano i tappetini di malacca della Malaysia. Più genere di importazione più comune nel Sudest era l’oud, estratto da un albero lungo la costa > bruciando lentamente, questo profumava l’aria. All’inizio il suo consumo era limitato all’alta nobiltà. Una fonte scritta come la Storia di Genji ci racconta il mondo chiuso di cortigiani, che dedicavano molta attenzione alle piante aromatiche creado proprie miscele, che dovevano profumare l’aria e gli indumenti. Tutti questi prodotti arrivavano dal mondo islamico e dal Sudest asiatico. L’oud era la base perfetta di tutte le miscele. Il romanzo dà molte informazioni riguardo i legni aromatici > usati molto dai reali cinesi e giapponesi. Le piante aromatiche erano molto popolari, soprattutto in un’epoca in cui non ci si lavava molto e i tessuti di seta erano difficili da lavare. Inoltre i poveri non avevano così tanti vestiti da permettersi di lavarli. Il mercato più fornito per queste merci era la Cina. Alcune piante avevano solo la funzione di intensificare il profumo e farlo durare di più, mentre altre come l’incenso profumavano molto l’aria se bruciate. Il commercio della Cina con le regioni dell’oceano Indiano, come Giava, iniziò prima del Mille. Inizialmente, le merci importate in Cina erano oggetti decorativi e solo i ricchi potevano permetterseli. La richiesta di incenso e legni odorosi partì dal 500, quando si allargà la base di consumatori. Il più importante snodo portuale cinese era Guangzhou, detta Canton > da qui le navi partirono verso lo stretto di Malacca, poi raggiungevano la costa occidentale dell’India e verso la penisola arabica. La rotta Golfo persico-Cina aveva preso forma tra il 700 e il 900. Le navi mercantili portavano ceramiche cinesi nell’Africa orientale e inforazioni sull’Africa nordorientale raggiunsero la Cina, soprattutto riguardo al mercato di schiavi. La dinastia Tang, precedente ai Song, nominava un sovraintendente commerciale marittimo per riscuotere i diritti doganali a Canton, ma non nacque mai un monopolio statale sulle merci > la politica commerciale Tang consisteva nell’ispezione delle navi straniere all’arrivo: i funzionari cinesi sceglievano le merci da destinare alla corte e poi permettevano di vendere le merci rimanenti. Con la fine dei Tang, la Cina si divise in varie regioni con proprio sovrano > il commercio con il Sudest subì una pausa. La maggior parte delle navi prima del Mille erano dau o navi del Sudest. (lashed-lug). Una di queste è stata ritrovata vicino a un porto indonesiano > i lingotti d’argento ritrovati riportano un’iscrizione che rivela che erano stati forniti dall’ufficio fiscale di un sovrano regionale, forse per comprare piante aromatiche. Un’altra nave affondata a Giava aveva un grandissimo carico di ceramiche, dando un’idea della grandezza del commercio del Mille. Con la ripresa del commercio, la tecnologia cinese cominciò a migliorare e le navi a vela cinesi divennero fondamentali. Nel Mille gli artigiani metallurghi impararono a ricuocere il filo di ferro e a babbricare arghi magnetici, creando la bussola, che funzionava con qualsiasi tipo di tempo e permetteva un grande orientamento. Le navi cinesi avevano inoltre compartimenti divisi per merci e persone, oltre paratie e compartimenti stagni, che accrescevano la galleggiabilità. Con tali navi, la dinastia Song continuò a riscuotere i tributi commerciali dai paesi vicini > essi inviavano doni all’imperatore, che ricambiava con piccoli regali. Per promuovere il prorpio prestigio, certe volte tali regali superavano il valore del tributo dei paesi. Nel Mille il sistema tributario smise in favore della tassazione diretta delle merci. In ogni porto c’era un sovrintendente al commercio marittimo, che sorvegliava tutti i mercanti stranieri e dava licenze a quelli cinesi che andavano all’estero. Egli era responsabile della riscossione delle tasse commerciali. Essi crearono 3 nuove tasse > la prima consisteva nel confiscare il 30% del valore delle merci delle navi arrivate e darle all’imperatore; la seconda era sulle merci di importazione con valore elevato come perle e avorio, acuqistandole ad un prezzo inferiore; la terza tassa era sulle merci grossolane, cioè merci voluminose come blocchi di legno odoroso > pagata la tassa, i mercanti erano quindi liberi di commerciare. Le quote spesso cambiavano e i mercanti si lamentavano se troppo alte. La guerra contro i Liao terminò nel 1004 con il trattato che imponeva ai Song di pagare tributi annuali. Esso prevedeva anhe il controllo del confine tra i due stati, che però era permeabile. I Song vietarono l’esportazione di monete nelle terre dei Liao. Esse avevano un buco così da metterle in un filo e tenerle insieme. Le monete erano pesanti e difficili da trasportare, poi ci fu anche la crisi di bronzo, spingendo il governo a fare monete di ferro, ancora più pesanti. A fine 900 ci fu la rivoluzione di sostituire le monete con dei pagherò scritti su carta, ma i funzionari locali ne limitaorno l’uso. Nel 1024 si ebbe un’altraa rivoluzione > l’emissione di carta moneta, la prima del mondo. Con il trattato coi Liao, i controlli di frontiera limitarono molto il commercio Song col Nord, ma riuscirono comunque a continuare il commercio di cavalli. Il commercio quindi si riorietnò verso sud e ovest, dove i cinesi traevano grande profitto dalla vendita di tessuti e ceramiche fatte ad alta temperatura > le costanti entrate finanziavano l’importazione di piante aromatiche. La città di Quanzhou traeva profitto da tale commercio e ospitava molti residenti non cinesi, soprattutto i musulmani di lingua araba > c’era un grande livello di interazione. La città era diventata un grandissimo porto internazionale nel Mille e prosperava perché non c’era grande controllo per le merci in entrata da parte del sovrintendente, poi nominato a fine Mille, ma la prosperità del porto continuò. Altro porto importante, insieme a Quanzhou e Canton, era Ningbo, il principale per le navi dirette in Giappone e Corea. In questi 3 porti, per impedire il contrabbando, i funzionari governativi disposero punti di osservazione lungo la costa, come riporta una fonte cinese di un funzionario. Tale fonte spiega anche come facevano a navigare i marinai > conoscevano il profilo della costa e potevano determinare la loro posizione di notte in base alle stesse e di giorno in base alle ombre fatte dal sole. Usavano anche una corda con gancio per controllare il fondale marino. Riguardo al contrabbando, le sanzioni erano così alte da scoraggiarlo. Tale fonte cita anche la presenza di schiavi, trasportati da altri paesi, inizialmente catturati tra i pirati. Essi sapevano nuotare e riparare le falle delle navi. Gli schiavi avevano difficoltà ad adeguardi al modo di vivere cinese, anche a causa del cibo cotto dei cinesi che provocava loro diarrea e vomito fortissimi. Quelli che si adattavano al cibo imparavano anche a comprendere la lingua, ma non a padroneggiarla. Ci sono comunque dubbi > gli gli schiavi erano così tanti come descritto, allora altre fonti li avrebbero menzionati, quindi forse si trattava di schiavi personali dei mercanti islamici stranieri. I cinesi inoltre non avevano bisogno di schiavi, data la grande presenza di forza lavro. La fonte ci descrive anche l’aumento del consumo di piante aromatiche, specialmente i ricchi. Nel 1126 ci fu un invasione fatta dagli Jurchen, un popolo soggetto ai Liao. I cinesi si allearono con loro per sconfiggere i Liao, ma una volta sconfitti gli avversari, gli Jurchen si rivoltarono contro i Song, conquistando il Nord della Cina e catturando l’ex imperatore e quello in carica. La perdita del nord incentivò maggiormente in commercio verso il Sudest asiatico. Il nuovo imperatore Song intanto stabilì la capitale a Hangzhou, importante porto commerciale. a causa della crisi finanziaria causata dalla guerra, i Song tassarono il commercio estero, anche perché riscuotere tasse dal popolo era diventato difficile > l’imposizione di tali tasse salvò il bilancio cinese, poi scesero fino a tornare normali. La situazione si stabilizzò nel 1141 con un trattato che fissò pagamenti molto più alti di prima Gli storici dibattono sulla popolazione delle Americhe nel 1492 > minimo di 10 milioni a un massimo di 100 milioni. Un secolo dopo, un censimento spagnolo dimostra come solo due milioni di amerindi erano sopravvissuti in Messico e Perù. Nel XVII secolo, inglesi, francesi e olandesi si sostituirono a spagnoli e portghesi e colonizzarono il Nordamerica. I locali insegnarono agli eruopei molte tecnoche di sopravvivenza > tali intermediari sono fondamentali aiutando gli europei a conoscere l’ambiente e a dischiudere le vie di comunicazione costruite dagli indigeni. James Cook si rese subito conto dell’importanza e della conoscenza geografica degli indigeni riguardo all’ambiente circostante > i suopi viaggi diedero il via alla colonizzaizone di Australia e Nuova Zelanda. Immaginando che gli europei non avessero mai raggiunto tali zone, il commercio mondiale si sarebbe comunque espanso. Il commrcio attraverso il Medioriente continuò ad evolversi anche dopo che l’impero abbaside si disintegrò in regioni con sovrani indipendenti. Studiosi e poeti viaggiavano lungo queste vie, oltre che studenti. Milioni di schiavi importati dall’Africa, dall’Europa orientale e dall’Asia centrale erano costretti a muoversi lungo queste strade. Senza Colombo e Vasco da Gama, gli ambiti del commercio si sarebbero dilatati a mano a mano che i mercanti avessero scoperto un numero cvrescente di merci prodotte in un luogo e desiderate in un altro > solo questione di tempo. Le esigenze commerciali avevano spinto i Vichinghi in America, così come i cinesi a sud fino all’Australia nel ‘500. Si ebbe una prima ondata di colonizzazione europea nel ‘500 e poi una seconda ondata, alimentata dalle innovazioni della rivoluzione industriale, che permise agli europei di penetrare a fondo nei continenti e stabilire più controllo > il piroscafo e i primi battelli a vapore ne sono un esempio, così come il posizionamento di cannoni sui ponti dei piroscafi e il telegrafo. I britannici erano poi in grado di muovere le truppe velocemente grazie all’invenzione delle rotaie e del treno > tutto ciò nell’800 e permise una nuova ondata di colonizzazione, penetrando dentro i continenti, specie in Africa. La Cina rimase parzialmente indipendente, anche se era divisa in sfere economiche controllate dalle varie potenze europee. Una domanda fondamentale > perché la rivoluzione industriale avvenne in Inghilterra e non in Cina, dove già da tempo era stata raggiunta una produzione su larga scala? Una dìgrande differenza era che la Cina non aveva bisogno di manodopera, quindi non c’era la necessità di creare macchine che fossero comandate da una sola persona e che producessero per 10. Il predoinio europeo iniziò nell’800, ma quando ebbe fine? Forse nel ’45 con la fine della Seconda guerra mondiale, o forse negli anni ’60 con la decolonizzazione. Rispetto alla globalizzazione del Mille, il nostro mondo è più affollato; la gente sa molte cose sugli altri popoli della Terra; ci sono ovunque macchine sofisticate, mentre in passato non c’era meccanizzazione. Inoltre le differenze tra paesi ricchi e poveri sono enormi. Tolto tutto ciò, le persone rimangono le stesse e hanno reazioni differenti ai mutamenti. La globalizzazione del Mille creava nuove vie e conoscenze, ma creava anche vinti e sconfitti, come oggi > i locali erano insofferenti alla ricchezza dei mercanti stranieri e si sentivano minacciati. Il commercio forniva un costante incentivo a tenersi al passo > se un oggetto era di valore e molto desiderato, gli altri cercavano di imparare le abilità e tecniche giuste per produrlo ed emularlo. Chi si adattava al cambiamento non sempre aveva tecnologie sofisticate, come gli Inuiti in Groenlandia a confronto con i Norreni. La globalizzazione del Mille ci deve insegnare come reagire nel modo migliore a ciò che non è familiare, per esempio fraternizzando con persone sconosciute ed entrare in contatto amichevole con loro.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved