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La scuola di Chicago, Slide di Metodologia E Tecniche Di Ricerca Sociale

Spiegazione delle teorie elaborate dalla scuola di Chicago

Tipologia: Slide

2020/2021

Caricato il 14/03/2024

Miriam0610
Miriam0610 🇮🇹

5

(1)

13 documenti

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Scarica La scuola di Chicago e più Slide in PDF di Metodologia E Tecniche Di Ricerca Sociale solo su Docsity! La Scuola di Chicago Per molti studiosi ha contributo allo sviluppo della sociologia contemporanea e ha influenzato numerose scuole di pensiero: -interazionismo simbolico di Herbert Blumer, -la labeling theory di Edwin Lemert e Howard S. Becker, -l’approccio drammaturgico di Erving Goffman. L’aspetto più importante da considerare è il fatto di essere riuscita a fondere TEORIA E RICERCA. Ciò ha assicurato alla scuola di Chicago una posizione di preminenza nazionale e internazionale. Le critiche: -insufficienza teorica e sfrenato empirismo -schemi di analisi completamente incentrati sul disordine e la disorganizzazione sociale. -mancanza tra i membri della Scuola di una riflessione prettamente metodologica e di una codifica sistematica delle procedure usate, nonostante la grande varietà di approcci alla ricerca promossi.  “Vi è stato detto di rovistare nelle biblioteche così da accumulare una massa di appunti e farvi un abbondante rivestimento di sporcizia. Vi è stato detto di scegliere degli argomenti per i quali potrete sempre trovare mucchi ammuffiti di dati raccolti. Questo è ciò che viene chiamato “sporcarsi le mani nella ricerca”. Ma un’altra cosa è necessaria: l’osservazione in prima persona. Andate a sedervi nelle hall degli alberghi di lusso o sui gradini delle peggiori topaie. Sedetevi sui divani della Gold Coast e nei letti delle baracche dei quartieri malfamati; sedetevi in una sala da concerto e nel teatrino di Star and Garter. In breve, signori miei, andate a sporcarvi i pantaloni nella vera ricerca”.  (Park, citato in Brewer, 2000, p.13) La seconda generazione Con l’arrivo di Robert Ezra Park la Scuola compie un passo decisivo nella sua attività di ricerca. Con William Isaac Thomas co-autore insieme a Florian Znaniecki del classico della sociologia “Il contadino Polacco in Europa e in America” (1918-1920) si realizzano i primi veri tentativi di osmosi tra ricerca e teoria. È grazie a questi autori che quindi vi è un’accelerazione del processo di professionalizzazione della sociologia come scienza autonomia ed empirica e la diffusione di nuovi approcci di indagine. La sociologia doveva fornire la diagnosi più adatta al risanamento della società e una risposta morale ai problemi sociali.  L’attività di ricerca empirica si fondò prevalentemente sull’uso di metodi qualitativi di osservazione, dalle interviste, all’osservazione partecipante, alla raccolta di note etnografiche.  La città divenne un vero e proprio laboratorio sociale cui attingere materiale per le proprie iniziative analitiche.  La ricerca sociologica della Scuola di Chicago si concentrò sullo studio delle comunità, delle forme di urbanizzazione, del rapporto tra individui, gruppi e ambiente urbano.  L’ecologia umana è: «lo studio delle relazioni spaziali e temporali degli esseri umani in quanto influenzati dalle forze selettive, distributive e adattative che agiscono nell'ambiente. L’ecologia umana si interessa fondamentalmente degli effetti della posizione, sia nel tempo sia nello spazio, sulle situazioni e sul comportamento umano» (Park, Burgess, Mckenzie 1915).  Sono queste le parole scelte dal sociologo statunitense Roderick Mckenzie nel volume curato da Park per definire il grande progetto degli studiosi di Chicago.  Secondo Park all’interno della città vi era una contesa delle risorse quali il cibo, territorio e vestiario. Da questa lotta emergevano vari gruppi di attività che Park definì AREE NATURALI:  quartieri omogei per alcune specifiche caratteristiche: etnia, nazionalità, classe.  sono dei quartieri che sorgono spontaneamente.  la distribuzione della popolazione in queste aree naturali è frutto della competizione. L’attributo «naturale» per l’autore serve a indicare che la formazione, le caratteristiche e le funzioni di queste aree non sono completamente volute e pianificate. La città è una costellazione di aree considerate spazi naturali nella struttura urbana, ognuna con il suo ambiente caratteristico ed ognuna con la sua funzione specifica da assolvere nell’economia urbana. In ogni area si sviluppano stili di vita, consumi, istituzioni e simboli propri che diffondono un ordine sociale e morale basato sulla comunicazione, il consenso e scopi comuni che disciplinano gli impulsi e attenuano la lotta naturale per l’esistenza; in questo modo l’area naturale si trasforma in un’area culturale (Park, 1952, 180-181).  Ernest W. Burgess, studente di Park, ipotizzò che la città si sviluppasse verso l’esterno in cerchi concentrici. Descrisse quattro zone principali con una quinta zona di pendolarismo oltre il confine urbano.  1. The Loop: quartiere degli affari, della vita economica e politica della città, ma contiene anche sacche di povertà  2. Zona di transizione: aziende miste ad attività produttive. Quartieri con una propria specificità etnica e offerta commerciale.  3. Zona abitata dai lavoratori fuggiti dalla seconda zona, immigrati bianchi arrivati per primi (tedeschi, svedesi).  4. Zona residenziale, quartieri esclusivi, villette, grande sicurezza pubblica.  5. Zona dei lavoratori pendolari che non si possono permettere un alloggio in città o non vogliono vivere in zone degradate. La metabolizzazione: opportunità e limiti • La complessità della City comporta anche rischi di disorganizzazione quali devianza, forme di disadattamento, criminalità. Significa che il metabolismo sociale non ha ben funzionato. • Il continuo arrivo di migranti si abbatte come un’onda d’urto sui quartieri dell’area di transizione destabilizzandoli ogni volta, ma spesso anche offrendo energie e idee nuove. • I tre autori, ritengono che la città sia un luogo cosmopolita e stimolante, ma l’individuo può anche non riuscire a gestire questa pluralità di stimoli cadendo nel patologico e nella devianza. L’uomo marginale  Secondo Park è un uomo la cui decisione individuale di emigrare si concretizza in uno stato di isolamento che definisce un quadro psicologico instabile e precario. Vivono ai margini della società, in una dimensione esistenziale “altra”, spesso temuta e repressa, perchè comunica inquietudine anziché certezze; difficilmente sono recuperabili all’ordine tradizionale di vita, proprio perché si rifiutano di adeguarsi al modello culturale e sociale dominante o non riescono a farlo.  Anderson rileva come gli hobos, pur costituendo una piccola parte della popolazione di Chicago (non più del 2%), non sono dispersi nella città ma sono concentrati in una area specifica. Il ricercatore deve calarsi personalmente in questa realtà diversa, non diversamente da come fa l’antropologo occidentale alle prese con una “altra” società.  Il vero hobo era il lavoratore in posizione provvisoria, che, disposto ad andare dovunque per cogliere l’opportunità di un lavoro, era disposto a lasciarlo in seguito per cogliere un opportunità migliore della precedente.  con questa definizione Anderson differenzia lo hobo da altre figure sociali interne a questa realtà marginale:  il tramp (il vagabondo) è un non-lavoratore migrante.  l'home guard è colui che sempre più tende a divenire stanziale, ad omologarsi alla maggioranza della popolazione.  Bum(barbone) è un non-lavoratore stanziale, di solito un ubriacone. Altra tecnica di rilevazione dei dati utilizzata da Anderson è stata l’intervista in profondità grazie alla quale ha messo in luce tre tratti salienti degli hobo: A differenza degli altri senza dimora, l’hobo aveva un lavoro, seppure mal pagato e stagionale.  Libertà: attraverso canzoni e poesie, puntualmente riportate da Anderson, gli hobo celebravano le gioie e i dolori della vita avventurosa a cui erano dediti  gli hobo diventavano tali o per fuggire da genitori violenti ed oppressivi, o per dimenticare le umiliazioni loro inferte dall’infedeltà delle mogli.  la scarsità di presenza femminile in queste zone comporta una certa diffusione dell’omosessualità tra gli hoboes Perché ci sia un ghetto, sostiene Wirth, non basta che ci sia un mondo borghese che emargina un gruppo razziale, etnico, culturale, è necessario un fenomeno d’identificazione collettiva interna al ghetto, una dinamica di assoggettamento e soggettivazione. Il ghetto si compone di due parti. La parte interna marca una comunità specifica, la testimonianza di una differenza. La parte esterna è reclusione, emarginazione. Il ghetto, come istituzione, riveste interesse perché rappresenta un caso prolungato di isolamento sociale, il risultato dello sforzo di un popolo che cerca di adattarsi, almeno esteriormente, agli stranieri tra cui si è stabilito. William Foote Whyte Street Corner Society (1943) L’autore fornisce uno esempio di "studio sul campo" compiuto sugli immigrati italiani di seconda generazione in USA. Scelse un quartiere di immigrati (prevalentemente italiani) che Chiamò Cornerville, in cui erano presenti numerose gangs di giovani, di varia estrazione sociale e con diversi obiettivi. Comunità di difficile accesso: fu introdotto dalle assistenti sociali del Centro di Norton Street e da una famiglia del luogo. White successivamente si convince di abitare a Cornerville (vi rimarrà per due anni). Infatti egli si rende conto che “per incontrare la gente, per imparare a conoscerla, per far parte della loro vita, era necessario trascorrere del tempo con loro” (Stessa modalità di accesso al campo dei coniugi Lynd: abitare nel luogo oggetto di studio per diventare parte integrante della comunità) «Whyte imparò presto come unirsi alle ordinarie conversazioni dei gruppi e tirò presto un sospiro di sollievo quando scoprì che a Cornerville i tipici argomenti di conversazione erano il baseball e il sesso, esattamente come nelle altre società in cui era vissuto (…). Talvolta però si chiedeva se il tipo di vita che stava conducendo, girovagando agli angoli delle strade con Doc e i suoi amici, fosse abbastanza attivo da essere chiamato ricerca» (Madge, 1966, p. 283) Tentò quindi di essere più attivo nelle conversazioni cui partecipava… Il problema del linguaggio Impadronarsi del linguaggio è fondamentale per il ricercare per utilizzare in maniera efficace anche lo strumento metodologico dell'intervista  “impadronirsi del linguaggio degli intervistati” Per White si trattava di apprendere un'altra lingua, la lingua italiana. Questo gli ha permesso di affermare la propria posizione sociale a Cornerville. Individuò due diversi ranghi di giovani Corners Boys -Tra cui si distingueva la Banda capeggiata da Doc -Vita di strada -Piccoli lavori precari -Frequentazione saltuaria dell’ambiente del racket e delle bische clandestine -Istruzione sommaria -Provenienza sociale meno abbiente College Boys -Si riunivano in associazioni come l’Italian Community Club -Leader è Chick Morelli -Istruzione superiore -Provenienza sociale media -Obiettivo principale: la scalata sociale «I Corner Boys costituiscono quei gruppi di giovani che svolgono le loro attività sociali agli angoli di certe strade, dai barbieri, nelle trattorie, nelle sale da biliardo o nei circoli del vicinato: essi occupano il gradino sociale più basso fra i loro coetanei, ma sono anche i più numerosi a Cornerville. Durante la Depressione, la maggior parte di loro, era stata disoccupata e aveva avuto solo impieghi saltuari, inoltre pochi avevano finito l’ high school, e molti avevano smesso ancor prima dell’ottava classe: gli universitari rappresentavano invece un numero di giovani che attraverso gli studi superiori si è distaccato dalla maggioranza, e che, cercando di farsi una posizione professionale, continua a salire nella scala sociale». (Whyte, p. 13) Non si tratta solo di un affascinante racconto della vita in uno slum, bensì di un resoconto sui modi e sulle ragioni che portano ad impostare la ricerca attraverso l’osservazione partecipante. Una delle sue scoperte fu che l’accettazione da parte di un gruppo oggetto di studio non dipende dalla spiegazione razionale che si fornisce riguardo quanto si sta facendo, bensì dalle relazioni personali instaurate con i membri, in particolare con i leader del gruppo.
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