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La seconda rivoluzione industriale: il capitalismo in trasformazione, Schemi e mappe concettuali di Storia Contemporanea

Storia dell'industrializzazioneStoria Economica ModernaEconomia mondiale

La seconda rivoluzione industriale, un processo di grande trasformazione economica che ha avuto luogo agli inizi del 20º secolo. Vengono analizzate le modifiche nelle tecniche produttive, i cambiamenti nei rapporti tra i settori di produzione, le conseguenze internazionali e le gerarchie mondiali di potenza industriale. Vengono inoltre trattati i cambiamenti nella libera concorrenza, l'ascesa dei trust e dei cartelli, il ritorno al protezionismo e l'espansione dell'imperialismo.

Cosa imparerai

  • Come le relazioni economiche internazionali si sono cambiate durante la seconda rivoluzione industriale?
  • Come i rapporti tra i settori di produzione si sono evoluti durante la seconda rivoluzione industriale?
  • Come le tecniche produttive si sono modificate durante la seconda rivoluzione industriale?

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2018/2019

Caricato il 29/09/2021

marticavs
marticavs 🇮🇹

4.5

(11)

36 documenti

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Scarica La seconda rivoluzione industriale: il capitalismo in trasformazione e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE IL CAPITALISMO A UNA SVOLTA: CONCENTRAZIONI, PROTEZIONISMO, IMPERIALISMO Gli ultimi trent'anni del 19° secolo sono segnati da un processo di grande trasformazione economica, chiamata appunto “Il rivoluzione industriale”. Vennero modificate le tecniche produttive, cambiarono i rapporti tra i vari settori di produzione, i rapporti economici internazionali e le gerarchie mondiali della potenza industriale. Infatti, la Gran Bretagna perse il primato di potenza economica mondiale e fu sostituita da Stati Uniti e Germania. Nel 1873 ci fu un'improvvisa crisi di sovrapproduzione che determinò il calo dei prezzi; questa fase fu definita grande depressione. Più che altro, il calo dei prezzi fu determinato dalle trasformazioni organizzative e innovazioni tecnologiche, che consentirono di abbassare i costi di produzione. Vi fu un rallentamento dei ritmi di crescita delle nazioni, breve in America e Germania, più prolungato in Gran Bretagna; tuttavia questo non comportò un peggioramento delle condizioni di vita, né una diminuzione della produzione industriale. Il cambiamento, invece, avvenne nella libera concorrenza, che andò in crisi. Le nuove dimensioni del mercato internazionale, le difficoltà e l'esigenza di aumentare gli investimenti, spinsero gli imprenditori ad abbandonare il liberismo, organizzandosi in grandi consociazioni (holdings) per il controllo finanziario delle imprese. Si formano i cartelli, (o pools) cioè accordi tra le varie imprese dello stesso settore riguardi i prezzi e la produzione; i trusts, cioè delle concentrazioni di varie imprese in un'unica azienda e queste concentrazioni potevano essere orizzontali se riguardavano aziende operanti nello stesso settore, verticali se la concentrazione avveniva tra le imprese che svolgevano diverse fasi della lavorazione di un prodotto. (es. Krupp di Essen, in Germania). Alcuni addirittura stabilirono un regime di monopolio, come ad es. negli Stati Uniti la Standard Oil di Rockefeller, aveva il monopolio sulla produzione petrolifera del paese. Il ruolo delle banche era quello di assicurare dei flussi finanziari, cioè i capitali di investimento che servivano per la nascita di nuove potenti industrie. Tra banche e industrie si creò una compenetrazione, cioè le banche controllavano i pacchetti azionari delle industrie e quest'ultime potevano partecipare ai consigli di amministrazione delle banche. Questo rapporto venne definito capitalismo finanziario. Lo stato intervenne, aumentando le tariffe doganali, per proteggere la produzione interna ed evitare le importazioni. Si ritornò al protezionismo, che danneggiò paesi come l’Italia e avvantaggiò altri come la Germania. Solo la Gran Bretagna non aderì, ma fu danneggiata da questa situazione, poiché vide diminuire gli sbocchi di mercato per le sue merci. Inoltre, le industrie dei paesi protezionisti superarono quelle inglesi nella produzione dell'acciaio, chimico e elettrico. La Gran Bretagna perse il primato industriale e passò ad occuparsi dell'intensificazione degli scambi con le colonie, cercando nuovi mercati per i propri prodotti e sbocchi per l'investimento di capitali. Il mercato interno si satura, quindi iniziò una concorrenza nazionale e si cominciarono a vendere i prodotti all’estero. Inoltre, iniziò una nuova fase d’imperialismo con la conquista di nuovi territori da colonizzare. LA CRISI AGRARIA E LE SUE CONSEGUENZE La caduta dei prezzi si fece sentire maggiormente nel settore agricolo. L'agricoltura si era sviluppata notevolmente con l’uso dei concimi chimici, delle trebbiatrici e mietitrici e l’uso di un sistema di irrigazione. Inoltre, vennero coltivati nuovi prodotti e utilizzati dei sistemi di rotazione che permettevano di far riposare la terra e aumentarne il rendimento. Alcuni paesi come Inghilterra, Belgio, Germania e le regioni dell’Italia settentrionale aderirono a questo processo di sviluppo, mentre l'Europa orientale rimase arretrata a causa della persistenza del latifondo di origine feudale, le gerarchie sociali e la povertà dei contadini indipendenti. Vi erano colture estensive basate sullo sfruttamento del lavoro umano, l’uso di attrezzature antiche e arretrate. In America invece si creò una nuova agricoltura, per la disponibilità di terre e tecniche avanzate. Negli anni '79-’80 i prezzi agricoli calarono bruscamente e questo fu un vantaggio per i consumatori delle città, ma andò a discapito di molte industri agricole e creò disoccupazione, fame, misera nelle campagne. Questo scatenò delle tensioni sociali e l'aumento delle emigrazioni verso le aree industriali. Per affrontare la crisi agraria, i governi si servirono del protezionismo, ponendo dei dazi per molti prodotti agricoli, soprattutto per i cereali. Si riuscì a fermare la crisi ma il declino del settore agricolo avvenne ugualmente. SCIENZA E TECNOLOGIA In campo scientifico e tecnologico ci fu la scoperta di oggetti di uso comune, come la lampadina, il telefono, la macchina da scrivere, la bicicletta. La seconda rivoluzione industriale fu meno radicale della prima, ma si diffuse maggiormente. | progressi della scienza e della fisica permisero di compiere nuove scoperte, ma la novità vera e propria fu l'applicazione di queste scoperte nell'industria creando un legame tra la scienza e la tecnologia. Mentre i protagonisti della | rivoluzione industriale erano gli imprenditori, la Il riguardò il mondo scientifico. LE NUOVE INDUSTRIE Le maggiori industrie che si svilupparono durante la II rivoluzione industriale furono quella chimica e dell'acciaio. L'acciaio si utilizzava solo per le armi da fuoco e strumenti di precisione poiché era troppo costoso. Con l'uso di nuove tecniche di fabbricazione si riuscì in seguito a produrre maggiore quantità a costo meno elevato. Un'altra novità fu l'utilizzo del cemento armato, con il quale si costruì la torre Eiffel (1889), la Tower Building ... Anche in campo chimico vi furono notevoli sviluppi, come la scoperta dell’alluminio, l’acido solforico per la preparazione dei concimi, la soda. Fu sperimentata la lavorazione dei coloranti artificiali, furono inventati la dinamite, il pneumatico e le fibre tessili artificiali. Si svilupparono anche i settori farmaceutico e alimentare, dove i nuovi metodi di sterilizzazione, la conservazione e l’inscatolamento dei cibi e la costruzione delle celle frigorifere eliminarono il terrore delle carestie. MOTORI A SCOPPIO ED ELETTRICITÀ Nella Il rivoluzione industriale vi fu l'invenzione del motore a scoppio. Il petrolio fu fondamentale per lo sviluppo economico e veniva usato anche come lubrificante e combustibile da riscaldamento, ma gli alti costi di produzione impedivano di usarlo con facilità. Riguardo il campo elettrico, furono inventati dei congegni come la dinamo, le batterie e i motori elettrici, in grado di trasferire, immagazzinare e trasmettere energia a grandi distanze. Negli anni '80 nacquero le prime grandi centrali termiche, che fornirono energia ai quartieri; l'energia elettrica fu utilizzata anche per i mezzi di trasporto e gli usi industriali. Nacque l’energia idrica. LE NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA Anche la medicina subì un'evoluzione profonda. Vi fu maggiore prevenzione e contenimento delle malattie epidemiche attraverso la diffusione delle pratiche igieniste; identificazione dei microrganismi grazie al microscopio; progressi della farmacologia; nuova ingegneria ospedaliera. IL BOOM DEMOGRAFICO | progressi della tecnologia, della medicina e dell'igiene contribuirono a ridurre la mortalità. Questo comportò l'aumento della popolazione e l'allungamento della vita media. Però si contrapponeva la diffusione di metodi contraccettivi e la tendenza a programmare razionalmente la famiglia e il futuro. Quindi i paesi occidentali avevano un tasso di natalità basso, mentre per quanto riguarda i continenti extraeuropei, in Asia e Africa c'era un incremento della popolazione consistente, nonostante ci fossero alti tassi di mortalità.
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