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La sensazione e la percezione, Dispense di Psicologia Generale

Riassunto concernente la percezione e la sensazione

Tipologia: Dispense

2020/2021

Caricato il 13/04/2022

valentina-russo-56
valentina-russo-56 🇮🇹

2 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica La sensazione e la percezione e più Dispense in PDF di Psicologia Generale solo su Docsity! La sensazione e la percezione Grazie al nostro corpo possiamo comprendere il mondo circostante. La sensazione e la percezione ci danno un aggiornamento non solo sul mondo esterno, ma anche su quello interno, tutti siamo capaci di comprendere ad esempio, se abbiamo mal di testa, mal di pancia e così via. A volte i termini sensazione e percezione sono usati come sinonimi. A tal proposito è bene fare una distinzione: La sensazione è la risposta dei nostri organi sensoriali agli stimoli esterni. Trattasi di una interfaccia, un ponte tra la realtà fisica e mentale. Le sensazioni sono eventi privati e soggettivi, dei quali ciascuno di noi ha un’esperienza diretta. Pur essendo privati però, risultano essere comunicabili agli altri e comprensibili . Si ha così, uno scambio e un confronto tra le proprie sensazioni e quelle altrui. Questa situazione di comunicabilità , di comprensibilità e di confrontabilità è dovuta ad una relazione fra stimolo fisico e sensazione. Parliamo dunque, di relazioni psicofisiche, secondo cui dato uno stimolo fisico, si ha una determinata sensazione. Ad ogni sistema sensoriale coincide una forma di energia fisica. La luce, ad esempio, non stimola l'udito, ma la vista, così come i suoni stimolano l’udito e non di certo la vista. Questo ci permette di capire quelli che sono i limiti della sensazione. Innanzitutto riusciamo a cogliere solo una minima parte degli stimoli fisici dell’ambiente e ancora, riusciamo a captare solo quelli che hanno una determinata intensità. Ogni stimolo deve raggiungere un dato livello per suscitare in noi una sensazione. Questo livello prende il nome di “soglia assoluta” e segna il confine che intercorre tra gli stimoli che vengono recepiti dall’organismo( stimoli sovraliminari) e quelli che pur essendo presenti , non vengono colti dall’individuo(stimoli infraliminari). Per alcuni animali la realtà è fatta soprattutto di odori e suoni che noi non siamo in grado di percepire, pensiamo ad esempio, al terremoto. Ogni specie ha dei recettori che consente al loro organismo di ottenere le informazioni che servono per sopravvivere e adattarsi all’ambiente. Capiamo quindi, come la percezione vari da specie a specie. Oltre alla soglia assoluta, è bene parlare anche di “soglia differenziale” , ovvero la differenza minima di intensità che uno stimolo deve avere da un altro affinché vengano percepiti come diversi. Ad esempio, se ho 5 candele accese, per percepire una differenza in luminosità dovrò accendere una candela. In psicologia per definire alcune proprietà si utilizzano metodi specifici.  Metodo dei limiti : al soggetto sono presentati ripetutamente una serie di stimoli. Alcuni sono presentati partendo da valori infraliminari e hanno un ordine ascendente, altri partendo da quelli sovraliminari e hanno un ordine discendente Questo metodo non è esente da errori, ricordiamo ad esempio l'errore della direzione della serie (errore di abitudine), quando si parte da stimoli infraliminari e si va a salire, l'organo si abitua e si pone la soglia sempre al di sopra di com'è.  Metodo dell’aggiustamento : si richiede al soggetto di aggiustare attraverso una manopola il livello di intensità di uno stimolo, finché questo suscita una risposta in lui.  Metodo degli stimoli costanti: vengono presentati al soggetto in ordine casuale e ripetutamente degli stimoli che hanno intensità differente, alcuni sovraliminari, altri infraliminari. Ogni volta il soggetto deve riferire se ha percepito una sensazione. Esistono poi, diversi metodi per individuare la “soglia differenziale”. Metodo del confronto: Si pone il soggetto di fronte ad uno stimolo standard e uno di confronto e gli si chiede di riferire quando è in grado di avvertire una differenza tra i due stimoli.( es. questo suono è più forte di quello precedente?). Questo metodo non è esente da errori. Tra quelli più importanti ricordiamo:  Errore del campione , lo stimolo standard è sovrastimato rispetto allo stimolo di confronto.  Errore di posizione , di solito quando mettiamo uno stimolo a destra ci sembra sempre più grande di quello che realmente è. Questo perché abbiamo una numerazione che va da destra verso sinistra. La psicofisica La psicofisica è quella branca scientifica deputata allo studio delle relazioni tra stimolo fisico e percezione sensoriale. Il primo ad introdurre questo termine fu Fechner preceduto da Weber. Questo si chiese come potesse essere variata la soglia differenziale. Egli si accorse che la soglia differenziale era costante nello stimolo  Altre volte, vediamo più cose in un’unica figura . Ne sono un esempio le figure reversibili e ambigue. Tra quelle più importanti ricordiamo, “la nuora e la suocera”( in questa si può vedere una giovane donna e un’anziana signora. Spostando lo sguardo verso il basso, dalla guancia e dalla mascella della giovane, le linee si trasformano nel grosso naso della vecchia. Allo stesso tempo il nastrino al collo della giovane diventa la bocca della vecchia) e il “vaso di Rubin”( in questo è possibile vedere una coppa bianca o due visi neri).  In altre situazioni,vediamo ciò che nella realtà non può esistere , come nelle figure paradossali o assurde. Sono rappresentazioni bidimensionali di oggetti impossibili, che non potrebbero esistere cioè nel mondo tridimensionale.  Altre volte, vediamo cose differenti da quelle che esistono. Ricordiamo le”pia strelle del caffè”, dove le linee grigie appaiono oblique, invece sono perfettamente parallele a quelle nere o anche “ i fiori creati con i cerchi”, i due cerchi centrali hanno la stessa dimensione, anche se non sembra. Questa è la conferma che la percezione è molto più della sensazione. La percezione è il risultato di processi: • Bottom-up( dal basso verso l’alto): la percezione inizia dall’input sensoriale, dallo stimolo. Ad esempio, c’è un fiore al centro del campo di una persona. La vista del fiore e tutte le informazioni sullo stimolo vengono trasportate dalla retina alla corteccia visiva nel cervello. Questi processi vanno ad attivare specifiche aree celebrali. Le informazioni sensoriali sono necessarie, poiché senza cadremmo in una condizione di allucinazione, ma sono insufficienti a spiegare ciò che percepiamo perché sono disperse e caotiche (non contengono abbastanza informazioni). Da sole non indicano nessuna realtà. Processi dall'alto verso il basso : I processi all’alto verso il basso (top-down) partono da specifiche • Top - down( dall’alto verso il basso): si basa su processi cognitivi che coinvolgono attenzione e memoria, l’elaborazione sarebbe «guidata dai concetti», cioè basata sulle rappresentazioni contenute in memoria, sulle credenze, le aspettative, ecc. Una conferma dei processi dall’alto verso il basso è l’attività di riconoscimento degli oggetti. Essa consiste nel fare il confronto fra gli stimoli sensoriali e la rappresentazione mentale. In tale attività possiamo far ricorso al confronto le singole occorrenze di un oggetto e il modello standard e l’individuazioni delle caratteristiche di un oggetto(palla rotonda da calcio , palla ellittica da rugby). La distinzione tra questi 2 processi si fonda sulle evidenze empiriche. Pensiamo alla ricerca visiva di uno stimolo in mezzo ad altri. In alcuni casi, quando prevalgono i meccanismi dal basso verso l’alto , è immediata. Quando prevalgono i processi dall’alto verso il basso , è necessaria una strategia cognitiva per individuare l’obiettivo. Esistono vari tipi di teorie della percezione Una delle prime è quella empirista. I teorici di questa, affermavano che la percezione fosse un meccanismo che partisse dalla associazione e dall'esperienza. Senza fare esperienza non è possibile percepire, perché è proprio in relazione all’esperienza passata che l’individuo compie un ragionamento inconsapevole, in virtù del quale corregge e integra le sensazioni nuove. Questo meccanismo negli adulti è rapido e quasi automatico , in quanto agiscono sotto forma di “inferenza inconscia” (attribuzione di significato a delle caratteristiche della realtà). Se ,ad esempio, ci bruciamo perché tocchiamo una candela, impariamo che il fuoco scotta. Se siamo stati morsi da un cane quando eravamo piccoli, attraverso questo meccanismo, attribuiamo anche ad altri cani la stessa aggressività , lo percepiamo come uno stimolo nocivo e tentiamo a non avvicinarci più. Ricordiamo poi, la teoria della Gestalt nata in Germania con Wertheimer, portata avanti poi da Kohler , Koffka. Questa si oppose alla teoria empirista ritenendo che la percezione non fosse preceduta da sensazioni , ma fosse un processo primario e immediato. La percezione è data dall’organizzazione interna delle forze che si vengono a creare fra le diverse componenti di uno stimolo . Questo processo di organizzazione è regolato da alcuni fattori. In virtù di questi, Wertheimer propose alcuni principi sotto forma di leggi. Legge della vicinanza : riteniamo che le cose vicine rappresentino un unico percetto Legge della somiglianza : riteniamo che le cose simili rappresentino un unico percetto Legge del destino comune : a parità di condizioni, si unificano gli elementi che condividono lo stesso tipo e la stessa direzione di movimento. Legge della buona direzione : si unificano gli elementi che presentano continuità di direzione. Legge della chiusura :percepiamo come unità gli elementi che tendono a chiudersi fra loro. Legge della pregnanza : preferiamo le configurazioni più semplici,regolari, simmetriche. E’ bene ricordare poi, il movimento del “New Look”. Secondo questo, la percezione è legata anche ad altri fattori mentali quali i bisogni,le emozioni, le aspettative e inoltre ognuno percepisce diversamente , perché ha esperienze diverse. Bruner lo dimostrò tramite un esperimento. Verificò che a parità degli altri parametri, i bambini con condizioni economiche disagiate percepivano come più grande la moneta da mezzo dollaro,rispetto a un disco di cartone delle stesse dimensioni. Trattasi di una prospettiva funzionalista. Il soggetto quando percepisce uno stimolo, compie un’operazione di categorizzazione. Abbiamo poi, la teoria ecologia di Gibson. Jerome James Gibson sostiene che il processo di percezione non è un arricchimento degli stati sensoriali attraverso processi eterogenei (esperienza passata, inferenze, schemi, ecc.), m a le informazioni percettive sono già contenute nella stimolazione così come si presenta bianco, se l’oggetto riflette solo una certa lunghezza d’onda di energia elettromagnetica percepiamo i diversi colori a seconda di quale lunghezza d’onda è stata riflessa. con lunghezza d’onda compresa tra i 380 e i 760 nanometri. La luce colpisce gli oggetti presenti nel mondo i quali possono: riflettere tutta la luce, assorbire tutta la luce, riflettere solo una parte della luce. A seconda di quello che succede sulla superficie del soggetto, abbiamo le varie esperienze percettive di colore. Se l’oggetto riflette tutta la luce percepiamo il bianco, se l’oggetto riflette solo una certa lunghezza d’onda di energia elettromagnetica percepiamo i diversi colori a seconda di quale lunghezza d’onda è stata riflessa. Alla lunghezza d’onda minore corrisponde la gamma cromatica del blu-violetto, alla lunghezza d’onda maggiore corrisponde la gamma cromatica dei rossi. Una volta che i raggi luminosi “rimbalzano” sugli oggetti, entrano all’interno della nostra pupilla. L’occhio è una sfera cava, all’interno del quali ci sono varie strutture:  Cornea: pellicola esterna di protezione dove entra la luce;  Pupilla: foro che si ristringe e si riallarga per convogliare maggiore luce risponde in modo automatico ad una serie di fattori, come: intensità luminosa presente nell’ambiente circostante, bassa intensità pupilla allargata mentre alta intensità, pupilla ristretta. Ha anche un’interazione con l’interesse che ho nei confronti di quello che sto facendo: alto interesse=pupilla allargata, mentre basso interesse=pupilla ristretta.  Cristallino: si trova immediatamente dopo la pupilla ed è una lente vera e propria. Il suo scopo è quello di mettere sempre a fuoco l’oggetto che si sta fissando. Quando fissiamo oggetti lontani da noi il cristallino è più disteso, man mano che fissiamo oggetti sempre più vicini a noi il cristallino si curva.  Retina: parte più sensibile alla luce, ed è composta da varie cellule neuronali tra cui due tipi di recettori: coni e bastoncelli I coni si occupano della visione diurna I bastoncelli sono circa 120milioni, si trovano prevalentemente nella periferia della retina, sono specializzati per la visione notturna, o visione scotopica. Sulla parte posteriore dell’occhio troviamo i recettori sensoriali, sono posizionati sulla retina, qui è presente una parte denominata Fovea , in cui ci sono tutti i coni, mentre non ci sono bastoncelli. Coni e bastoncelli sono i due recettori fondamentali per la visione. La percezione della profondità Il mondo che ci circonda è tridimensionale, differentemente dall’immagine che si forma sulla retina che bidimensionale. Allora come facciamo a percepire la tridimensionalità? Possiamo percepirla mediante alcuni indici, i quali possono essere raggruppati in: indici binoculari: questi richiedono la combinazione delle informazioni provenienti da entrambi gli occhi indici monoculari : basati sull’ informazione proveniente da un solo occhio Per quanto concerne i primi, è possibile parlare di steriopsi. Tramite questo si forma un’unica immagine a partire da due immagini, due immagini proprio perché abbiamo due occhi e i due occhi non vedono l’oggetto dalla stessa prospettiva, perché abbiamo un occhio a destra e uno a sinistra, sono posti frontalmente e quindi quando guardiamo un oggetto avremo l’occhio destro che vedrà una cosa e l’occhio sinistro che ne vedrà un’altra,avente in comune una parte. La Steriopsi infatti, è proprio il processo attraverso il quale lo stereogramma (immagine singola prodotta da ogni retina di ogni occhio appena diverse tra di loro) si fonda a livello celebrale in un’unica immagine. Noi vediamo una sola immagine perché sulla retina vengono registrate 2 immagini, ma le stesse si sovrappongono sulla fovea. Si ha quindi un’integrazione fra le due immagini, una fusione tra le due immagini, che prende il nome di fusione binoculare. La Steriopsi è dovuta a tre fattori: Convergenza : è quel processo per cui grazie ai muscoli oculari riusciamo a ruotare gli occhi e metterli a fuoco. Quando fissiamo un oggetto, gli occhi che hanno una certa distanza tra loro, convergono di un determinato angolo in modo che l’immagine cada sulla fovea. L’angolo di convergenza è più ampio quando l’oggetto è vicino rispetto a quando è lontano. Se infatti, mettiamo un dito di fronte alla faccia, quanto più è vicino il dito, tanto più ci sarà l’angolo di convergenza. Accomodazione : è la curvatura del cristallino, che serve sempre a mettere a fuoco e a dare una percezione di profondità dell’oggetto. Più vicino è l’oggetto da vedere,tanto più convesso diventa il cristallino. Disparazione binoculare : è dovuta al fatto che noi abbiamo due emi-campi visivi, cioè emi-campo v. sinistro ed emi-campo v. destro. Poiché gli occhi distano pochi cm l’uno dall’altro, ciò che vede l’occhio destro è diverso da ciò che vede quello sinistro. Di solito,quando gli occhi convergono su un oggetto, vediamo solo un oggetto poiché vi è una corrispondenza tra le immagini sulla fovea. Quando questa corrispondenza non c’è, abbiamo una visione doppia o diplopia. La disparazione binoculare dà origine alla diplopia solo quando è piuttosto grande. Quando invece è piccola, le due immagini disparate si fondono e danno luogo ad una visione chiara e nitida.(fusione binoculare). Quando un oggetto è più vicino rispetto a quello fissato , proietta la sua immagine nell’emi-retina temporale di ogni occhio ( chiamato così perché si trova proprio dove si trova il lobo temporale), in questo caso è possibile parlare di disparazione binoculare crociata. Quando invece, l’oggetto appare più lontano, rispetto a quello fissato, proietta la sua immagine nell’emiretina-nasale di ogni occhio. In questi caso è possibile parlare di disparazione non crociata . Tra gli indizi monoculari ricordiamo: la densità micro strutturale : ogni oggetto che vediamo di fronte a noi, è come se fosse diviso in tanti piccoli segmenti uguali tra di loro. Pensiamo ad esempio ad una bottiglia, se sta dritta vediamo ogni segmento proiettato sulla nostra retina e ci accorgiamo che questi segmenti anche sulla nostra retina hanno una dimensione eguale, se invece, è inclinata i segmenti vengono proiettati nella retina con dimensioni diverse, il pezzo più vicino apparirà più grande, quelli più lontani più piccoli e cosi via . In virtù di questo, capiamo, che il gradiente di densità micro strutturale varia a secondo del tipo di superficie che osserviamo. Gli indizi pittorici, così chiamati perché sono basi teoriche per i pittori, tra cui ricordiamo: il chiaro scuro,le ombre ci danno sempre un’impressione di profondità: le parti più illuminate appaiono più vicine, quelle più scure, più lontane. conosciamo molto bene gli oggetti e sappiamo che ruotandoli nello spazio non cambiano la loro conformazione. Questo dimostra che queste costanze percettive non si possono basare solamente sulle sensazioni sensoriali. Costanza cromatica Pur variando la luce non cambia il colore che noi percepiamo, ovviamente quando siamo al buio non riusciamo a riconoscere il nero dal blu. In generale però, il colore dell’oggetto non cambia, perché quello che non cambia in realtà è la sua riflettanza, cioè la quantità di luce che riflette un oggetto. Ad esempio se noi abbiamo un foglio bianco su cui è riflessa la luce gialla, noi lo percepiamo sempre bianco. Per spiegare questo processo, la teoria quadrocromatica appare la più fondata. Nella retina ci sono tre sostanze che funzionano secondo processi di assimilazione e di dissimilazione. Vi sarebbe una sostanza fotosensibile rosso-verde (con l’assimilazione percepiamo il verde, con la dissimilazione il rosso), una giallo- blu( con l’assimilazione si vede il giallo, con la dissimilazione il blu) e una bianco- nera(con l’assimilazione si vede il bianco, con la dissimilazione il nero). Sono in atto, quindi processi antagonistici:quando si percepisce un colore di una coppia non si può percepire l’altro. La percezione del movimento Noi per sopravvivenza percepiamo anche il movimento reale. Se vediamo arrivare un oggetto verso di noi, non rimaniamo immobile, ma percepiamo il movimento e ci spostiamo. Movimento reale : Quando vediamo un’oggetto che si muove nello spazio ci rendiamo conto che è solo un’oggetto che si muove nello spazio e non lo spazio che si muove con l’oggetto, ovviamente il movimento è un processo biologico. Movimento indotto: quando percepiamo il movimento di un’oggetto fermo, quando invece questo movimento è dovuto al movimento del sistema di riferimento nel quale è inserito, per esempio immaginiamo uno scatolo che contiene una pallina, noi spostando lo scatolo la pallina rimane ferma, in realtà quello che percepiamo, come abbiamo già detto per noi la figura è più piccola quella contenuta nel contesto più grande, quindi siccome abbiamo attribuito che la cosa più importante per noi è il punto, attribuiamo in realtà che è il punto che si è spostato verso sinistra e non il sistema di riferimento verso destra, questo è un movimento indotto, e non reale, ma fa in modo che percepiamo, che muovendo lo scatolo, andando verso destra percepiamo che si è mossa la pallina, perché secondo noi la pallina è la nostra figura. Un altro movimento indotto è quando abbiamo due palline e muoviamo una pallina verso l’altra . In questo caso ci sembra che entrambe si siano mosse una verso l’altra. Movimento apparente, beta, stroboscopico o fenomeno phi per Wertheimer Trattasi di un movimento in assenza di movimento reale che è possibile percepirlo facendo seguire degli stimoli in rapida successione. W. fece l’esempio delle lampadine: su uno schermo nero, fece accendere una lampadina in un punto, subito dopo un’altra lampadina in un altro punto, quello che percepivano i soggetti non erano due lampadine che si accendevano indipendentemente, ma il movimento di un’unica lampadina. Tale fenomeno emerge quindi, solo se il ritmo della successione è abbastanza rapido. ( tramite questo fenomeno è nato il cinema). Movimento autocinetico Se in una stanza totalmente buia mettiamo una fiamma, dopo un po’ di tempo, abbiamo la percezione che la stessa compia dei movimenti a caso, in realtà sono i nostri occhi a muoversi. La spiegazione di questo fenomeno è detto movimento auto cinetico. Deficit della percezione Trattasi di deficit che avvengono a livello centrale( sistema nervoso centrale), e non periferico. Questi deficit sono dovuti a lesioni celebrali, delle aree associative corticali. Le agnosie sono disturbi dell'identificazione e del riconoscimento dello stimolo presentato. Sono specifiche per ogni modalità sensoriale. Affinché ci sia agnosia deve esserci un integrità del canale sensoriale, l’occhio, l’orecchio, il tatto, quindi gli organi periferici devono essere intatti. Questi deficit sono causati da lesioni delle aree associative corticali. Esistono diversi tipi di agnosie  Visiva : quella più frequente, quando vedo uno stimolo non lo riconosco;  Uditiva : quando ascolto uno stimolo non lo riconosco;  Tattile : quando tocchiamo un oggetto non lo riconosciamo; stimoli visivi: parliamo della catena psico-fisica, che va attraverso le vie nervose sulla corteccia visiva oppure uditiva, per essere appunto interpretate, e quindi noi abbiamo la capacità di dire, so cos’è quest’oggetto e so dove si trova, ma perchè so questo? Abbiamo visto quali sono gli indizi percettivi che ce lo dicono, ma a livello celebrale come succede? Esistono delle vie specifiche che ci dicono dove sono gli oggetti e cosa sono e sono: Via del cosa: per esempio prendiamo la corteccia visiva, qui lo stimolo viene riconosciuto attraverso questa via, creando una sorta di connessione con il lobo temporale(dove troviamo la memoria, tutti i concetti) e perciò si chiama via temporale, quindi davanti ad uno stimolo riconosco la forma, proprio perché nel magazzino di memoria ho registrato cos’è. Via del dove : quando voglio riconoscere dove si trova un oggetto rispetto a me, per esempio io sono in piedi, e ritrovo l’oggetto ai piedi in basso a destra, come faccio a capirlo? Attraverso questa via che si mette in contatto con la corteccia parietale posteriore (quella che ci indica la posizione del nostro corpo nello spazio, dicendoci anche i gesti come devono essere effettuati, e quindi noi possiamo agire sull’oggetto. Se l oggetto si trova a destra sulla scrivania devo fare un certo movimento per prenderlo e quindi questa via mi serve proprio per questo. Agnosie visive Sono le più frequenti, concernono il riconoscimento in modalità visiva e non sono dovute ad un difetto di sensibilità. Lissauer (1890) ha proposto per primo una distinzione tra due forme di agnosia visiva. La prima, che egli definì appercettiva, è dovuta a un deficit nella costruzione di un percetto visivo coerente di un oggetto. In questo caso, un paziente agnosico
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