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La sindrome del burn out, Appunti di Psicologia Clinica

Una definizione del BurnOut, una sindrome che si manifesta in tutte quelle professioni con implicazioni relazionali molto accentuate. Viene descritta la sua origine, le sue caratteristiche e la sua sintomatologia. Inoltre, viene evidenziato come il BurnOut sia in costante e graduale aumento tra i lavoratori dei paesi occidentalizzati a tecnologia avanzata. Il documento si conclude con una descrizione delle categorie di lavoratori che possono farne parte.

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 16/01/2022

Chiara2210_
Chiara2210_ 🇮🇹

9 documenti

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Scarica La sindrome del burn out e più Appunti in PDF di Psicologia Clinica solo su Docsity! 5 LEZIONE 15/04/2021 BURNOUT UNO SGUARDO AL FENOMENO Il BurnOut è generalmente definito come una sindrome di esaurimento emotivo, di depersonalizzazione e derealizzazione personale, che può manifestarsi in tutte quelle professioni con implicazioni relazionali molto accentuate. Generalmente nasce da un deterioramento che influenza valori, dignità, spirito e volontà delle persone colpite. È una malattia in costante e graduale aumento tra i lavoratori dei paesi occidentalizzati a tecnologia avanzata, ciò non significa che qualcosa non funziona più nelle persone, bensì che si sono verificati cambiamenti sostanziali e significativi sia nei posti di lavoro sia nel modo in cui si lavora. LE ORIGINI E’ apparso la prima volta nel mondo dello sport, nel 1930, per indicare l’incapacità di un atleta, dopo alcuni successi, di ottenere ulteriori risultati e/o mantenere quelli acquisiti. Il BurnOut è quella condizione in cui svolgere un’attività sportiva impegna ad un punto tale corpo, mente e spirito che la persona, superata una certa soglia, “scoppia” con conseguente stato di esaurimento psicofisico ed emozionale. Soltanto negli anni ’70 negli Stati Uniti si è incominciato a parlare di Burnout in riferimento a una sindrome tipica delle helping professions come: * Infermieri e Medici e Insegnanti ® Assistenti sociali * Poliziotti ® Vigili del fuoco * Psichiatri * Operatori per l’infanzia HEL PING PROFESSIONS Tra le helping professions sono proprio gli infermieri i primi a "bruciarsi" perché di fatto sono gli operatori sanitari che vivono a stretto contatto con il malato sia in termini di tempo che di emotività. DEFINIZIONE Il termine è stato poi ripreso dalla psichiatra americana C. Maslach nel 1975, la quale ha utilizzato questo termine per definire una sindrome i cui sintomi evidenziano una patologia comportamentale a carico di tutte le professioni ad elevata implicazione relazionale. Maslach definisce il Burnout: ® "come la sindrome da esaurimento emotivo, da spersonalizzazione e riduzione delle capacità personali che può presentarsi in soggetti che per professione si occupano della gente" ® "reazione alla tensione emotiva cronica del contatto continuo con esseri umani, in particolare quando essi hanno problemi o motivi di sofferenza" » » Il termine BurnOut in italiano si può tradurre come “bruciato”, “scoppiato”, “esaurito”. La sindrome da BurnOut è l'esito patologico di un processo stressogeno che colpisce le persone che esercitano professioni d'aiuto, qualora queste non rispondano in maniera adeguata ai carichi eccessivi di stress che il loro lavoro li porta ad assumere. E’ una sindrome multifattoriale caratterizzata da un rapido decadimento delle risorse psicofisiche e da un peggioramento delle prestazioni professionali. Può anche essere inteso come un meccanismo di difesa adottato dagli operatori per contrastare le condizioni di stress lavorativo determinato da uno squilibrio tra richieste/esigenze lavorative e risorse disponibili. Il BurnOut può dare luogo ad un atteggiamento di indifferenza, malevolenza e di cinismo verso i destinatari della propria attività lavorativa. Il contatto costante con le persone e con le loro esigenze, l’essere a disposizione delle molteplici richieste e necessità, sono alcune delle caratteristiche comuni a tutte quelle attività che hanno obiettivo professionale il benessere delle persone e la risoluzione dei loro problemi, come nel caso di medici, psicologi, infermieri, insegnanti, ecc.. L’EVOLUZIONE Negli anni nella sindrome del BurnOut sono state incluse altre categorie di lavoratori, tutti quei professionisti o lavoratori che hanno un contatto frequente con un pubblico, con un’utenza, quindi non più solo gli “helper”..., possono quindi far parte di tali categorie tanti liberi professionisti o dipendenti: l'avvocato, il ristoratore, il politico, l’impiegato delle poste, il manager, la centralinista, la segretaria ecc.. Il burnout viene considerato, da molti studiosi, non solo un sintomo di sofferenza individuale legata al lavoro (stress lavorativo), ma anche come un problema di natura sociale provocato da dinamiche sia sociali, sia, politiche, sia economiche; la sindrome può infatti interessare il singolo lavoratore, lo staff nel suo insieme e anche istituzioni (per esempio l’organizzazione dei soccorsi in situazioni di crisi come i Vigile del Fuoco, i Militari, le Forze dell'Ordine ecc..). LE CARATTERISTICHE La sindrome del burnout ha maggiore probabilità di svilupparsi in situazioni di forte divario tra la natura del lavoro e la natura della persona che svolge quel lavoro. Molti contesti lavorativi richiedono una forte dedizione ed un notevole impegno, sia in termini economici sia in termini psicologici e, in certi casi, i valori personali sono messi in primo piano a scapito di quelli lavorativi. Le richieste quotidiane rivendicate dal lavoro, dalla famiglia e da tutto il resto consumano l’energia e l’entusiasmo del lavoratore. Quando poi successo, conquista ed obiettivi (spesso troppo ambiziosi) sono difficili da conseguire, molte persone * Ambiguità di ruolo: insufficienza di informazioni in relazione ad una determinata posizione e Conflitto di ruolo: esistenza di richieste che l’operatore ritiene incompatibili con il proprio ruolo professionale ® Sovraccarico: quando all’individuo viene assegnato un eccessivo carico di lavoro o un’eccessiva responsabilità, che non gli permettono di portare avanti una buona prestazione lavorativa e Mancanza di stimolazione: si riferisce alla monotonia dell’attività lavorativa ® Struttura di potere: riguarda il modo in cui si stabiliscono i processi decisionali e di controllo nell’ambito lavorativo, ovvero la possibilità dell’individuo di partecipare alla presa di decisione ® Turmazione Lavorativa: La turnazione e l'orario lavorativo possono favorire l’insorgenza della sindrome; questo avviene più frequentemente nel personale infermieristico, essendo questo più soggetto ad un dispendio di energie psicofisiche, rispetto al personale medico. ® Retribuzione inadeguata LA SINTOMATOLOGIA La sindrome del BumOut si distingue dallo stress, (concausa del B.), così come si distingue dalla nevrosi, in quanto non disturbo della personalità ma del ruolo lavorativo. Dal punto di vista clinico i sintomi del B. sono molteplici, richiamano i disturbi dello spettro ansioso- depressivo, e sottolineano la particolare tendenza alla somatizzazione e allo sviluppo di disturbi comportamentali. Da un punto di vista psicopatologico la sindrome del B. si differenzia dalla sindrome da disadattamento (sociale o lavorativo o familiare o relazionale), si verifica all’interno del mondo emozionale della persona ed è spesso scatenata da una vicenda esterna. Tale situazione di disagio molto spesso porta il soggetto ad abuso di alcool, di psicofarmaci o fumo. SINTOMI COMPORTAMENTALI * Assenteismo ® Altaresistenza ad andare al lavoro ogni giorno e Isolamentoe ritiro (disinvestimento) ® Senso di stanchezza ed esaurimento tutto il giorno ® Guardare frequentemente l'orologio e Notevole affaticamento dopo il lavoro ® Fuga dalla relazione ® Progressivoritiro dalla realtà lavorativa ® Difficoltà a scherzare sul lavoro, talvolta anche solo sorridere ® Ricorso a misure di controllo o allontanamento nei confronti dei pz ® Perdita dell’autocontrollo e Conflitti coniugali e famigliari ® Tabagismo, eccessivo uso di farmaci, alcol e assunzione di sostanze psico-attive SINTOMI FISICI ® Stanchezza ® necessità di dormire ® irritabilità e dolore alla schiena * cefalea * stanchezza agli arti inferiori * dolori viscerali e diarrea e inappetenza * nausea * vertigini e dolorial petto * alterazioni circadiane * crisi di affanno * crisi di pianto SINTOMI PSICHICI ® stato di costante tensione ® irritabilità ® cinismo ® depersonalizzazione * senso di frustrazione e senso di fallimento ® ridotta produttività e ridotto interesse verso il proprio lavoro ® reazioni negative verso familiari e colleghi ® apatia * demoralizzazione e disimpegno sul lavoro ® distacco emotivo COSA FARE PRATICAMENTE La risoluzione del fenomeno B. dovrebbe essere affrontata sia a livello organizzativo che a livello individuale; L’aiuto maggiormente efficace per la singola persona è sicuramente un intervento da parte di un professionista competente in materia che possa fornire strumenti cognitivi, favorire una maggiore comprensione/consapevolezza del problema, aiutare a comprendere le relazioni esistenti tra il comportamento personale, il proprio vissuto ed il contesto di vita e lavorativo, modificare il proprio comportamento e i propri atteggiamenti in coerenza con quanto acquisito; Gli interventi sul singolo non sono semplici: il singolo può avere difficoltà a rivolgersi ad uno psicologo per farsi aiutare, ciò a causa sia di pregiudizi verso la categoria di professionisti che si occupa di tali problematiche, sia perché spesso non è in grado di chiedere aiuto. Purtroppo ancor oggi molti preferiscono pensare di avere un problema organico invece di accettare l’idea di poter avere un problema psicologico anche se causato da fattori esterni. INTERVENTI PER PREVENIRE In letteratura ci sono molte strategie per la prevenzione del B.. Anche la Maslach indica la necessità di focalizzarsi sia sull’individuo sia sul luogo di lavoro. Oggi il B. rappresenta un rischio troppo elevato per ogni contesto organizzativo: i costi economici, la produttività ridotta, i problemi di salute e il generale declino della qualità della vita personale o lavorativa (tutte possibili conseguenze di questa sindrome) sono un prezzo troppo alto da pagare. E' dunque consigliabile l'adozione di un approccio preventivo per affrontare il problema B. Il modo migliore per prevenire il B. è sicuramente puntare sulla promozione dell'impegno nel lavoro. Ciò non consiste semplicemente nel ridurre gli aspetti negativi presenti sul posto di lavoro, ma anche nel tentare di aumentare quelli positivi. Le strategie per aumentare l'impegno sono quelle che accrescono l'energia, il coinvolgimento e l'efficacia, sostenendo i lavoratori, permettendo loro di affermarsi tra i loro colleghi, lasciando loro dell'autonomia nelle decisioni da prendere ed offrendo loro un'organizzazione del lavoro chiara e coerente, ecc... La responsabilità del singolo operatore A) Responsabilità verso se stesso e Conoscere le proprie motivazioni: 1) Conoscere i propri limiti e i limiti del servizio 2) Adeguare le proprie aspettative alla realtà 3) Badare alla salute fisica e Controllare lo stress: 1) Stabilire obiettivi chiari e precisi per il controllo dello stress 2) Programmare le strategie per raggiungere tali obiettivi 3) Realizzare con gradualità ciò che si è programmato 4) Verificare regolarmente obiettivi e strategie 5) Gratificarsi per i risultati ottenuti nel controllare lo stress * Programmare la propria crescita professionale e personale B) Responsabilità verso gli utenti La parola chiave è: professionalità. Più un operatore è professionale nei confronti degli utenti, maggiori sono le probabilità che non vada in B.. La "professionalità" comprende: rispetto, cortesia, assenza di giudizi morali, concretezza, interventi il meno invasivi possibile, atteggiamento proattivo, assenza di coinvolgimento sentimentale ... C) Responsabilità verso i colleghi ® Usare rispetto e cortesia e Comunicare in modo completo ed efficace: 1) Ascoltare con attenzione 2) Comunicazione non verbale
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