Scarica La sindrome di Rett - Psicologia dello sviluppo e più Dispense in PDF di Psicologia Generale solo su Docsity! o @ LA SINDROME DI RETT
ANDREAS RETT La sindrome di Rett (SR) fu riconosciuta per la prima volta da un medico austriaco di nome Andreas Rett a seguito della casuale osservazione nella sala d'aspetto del suo ambulatorio di due bambine che presentavano movimenti stereotipati delle mani molto simili tra loro. Queste due pazienti manifestavano tratti autistici con un grave ritardo mentale, ma Rett intuì che dovesse essere presente una qualche altra sindrome diversa da quella autistica. A partire dall'osservazione di Rett, nel 1983 fu condotto uno studio su 35 pazienti che permise la distinzione della sindrome di Rett dall'autismo (Hagberg, Aicardi, Dias, Ramos, 1983) La diagnosi differenziale è il miglior modo per portare alla luce la SR. La diagnosi differenziale si pone con l'autismo, la sindrome di Angelman, la sindrome cataratta-retinopatia-atrofia ottica, precedenti danni cerebrali perinatali o postnatali, difetti congeniti noti del metabolismo e malattie neurodegenerative, malattie neurologiche acquisite secondarie a grave trauma cranico o infezioni. Sono necessari tutti i seguenti criteri per fare diagnosi di SR: Normale circonferenza cranica alla nascita che tra i 6 mesi e i 4 anni presenta un rallentamento nella crescita Gravi disfunzioni a carico del linguaggio e della comunicazione Perdita dell'utilizzo volontario delle mani con comparsa di stereotipie Aprassia della deambulazione per cui il cammino risulta insicuro, a gambe rigide e allargate o sulla punta dei piedi Atassia della postura con instabilità nel mantenere la posizione eretta Deficit cognitivo e ritardo intellettivo ALTRI CRITERI DI SUPPORTO ALLA DIAGNOSI Anormalità dell'elettroencefalogramma Crisi epilettiche o simil-epilettiche Irregolarità nel respiro e tendenza a malattie respiratorie Scoliosi o cifosi Problematiche gastro-intestinali Disturbi del sonno Ritardo nella crescita Calo della massa muscolare associata a rigidità muscolare e spasticità Difficoltà nella masticazione, nel mordere e nell'inghiottire Cattiva circolazione del sangue fino agli arti inferiori Bruxismo Irritabilità e agitazione. SVILUPPO COGNITIVO Attraverso osservazione diretta, interviste, colloqui e questionari, rivolti a familiari o operatori socio sanitari, è possibile fare un’analisi delle fasi dell’intelligenza senso motoria (tra 10 e 18 mesi) e dell’eventuale uso delle prime forme di pensiero espresso attraverso frasi di almeno due parole, pensiero simbolico o imitazione differita. Un valido supporto alla valutazione clinica può pervenire anche da strumenti impiegati per individui con disturbo pervasivo dello sviluppo, sia al fine di una diagnosi differenziale che con l’obiettivo di individuare i sintomi che sono in comorbilità con l'autismo SVILUPPO COMUNICATIVO Bassi livelli di abilità comunicative Le abilità comunicative non raggiungono i livelli attesi dalle basi dello sviluppo generale. I comportamenti attentivi e le espressioni d comunicazione intenzionale sono rare. Le funzioni comunicative sono in rapporto con il livello di sviluppo globale e con i tratti autistici. Si suggerisce che l'intervento deve concentrarsi sullo sviluppo di comportamenti di attenzione congiunta, di comunicazione intenzionale e funzioni comunicative spontanee CARATTERISTICHE DEL COMPORTAMENTO E DI PERSONALITÀ Infanzia Frequenti sbalzi d’umore, con possibili stati d’ansia acuta e comportamenti autolesionistici Fino a 10 anni Sviluppo sociale e autonomia possono risultare compromessi, ma successivamente tendono a migliorare. Diminuzione dei tratti autistici. Adolescenza Miglioramento della comunicazione non verbale: contatto visivo capacità di riconoscimento delle persone. TRATTAMENTO Per la sindrome di Rett attualmente non esistono cure, ma una diagnosi precoce è in grado di ottimizzare le capacità del paziente. È necessario che le piccole pazienti vengano supportate da un team multidisciplinare (medici, psicologi, fisioterapisti, dietisti, terapisti occupazionali, logopedisti e terapisti musicali) in grado di valorizzare le loro capacità residue e di mettere in atto un’efficace strategia comunicativa. Le famiglie devono essere accompagnate nel percorso da un sostegno psicologico e sociale.