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La situazione della Germania dopo la prima guerra mondiale, Appunti di Storia

La situazione della Germania dopo la prima guerra mondiale, con particolare attenzione alla crisi economica e sociale che ha portato alla nascita del nazismo. Vengono inoltre analizzati gli effetti della guerra sugli altri stati europei, con un focus sull'ascesa degli Stati Uniti come potenza mondiale. Viene descritta la situazione politica e sociale della Francia e dell'Inghilterra, con particolare attenzione alla questione irlandese. Infine, viene analizzata la rinascita culturale tedesca e la figura di Hitler.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 14/09/2022

iam.giusee
iam.giusee 🇮🇹

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Scarica La situazione della Germania dopo la prima guerra mondiale e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! La guerra è conclusa e tutti gli stati europei sono sconvolti e allo stremo: politicamente, socialmente (milioni di morti) ed economicamente (distruzione dei territori). L'unica nazione che esce dalla guerra vincitrice a livello militare e vincitrice su tutti gli altri fronti, e illesa sono gli stati uniti che non hanno il territorio sconvolto perché non si è combattuto nel loro territorio e soprattutto durante il corso della guerra hanno continuato a produrre; è l'unico produttore, l’unico stato che ha la possibilità di rifornire le potenze europee (produrre e vendere a un'europa che non è in grado di sostenere un percorso economico, deve ricomporre tutti gli elementi che servono per ricostruire un’economia). Dalla prima guerra mondiale comincia a manifestarsi quella che diventerà una grandissima potenza: gli Stati Uniti. La sua lontananza determina un fattore positivo e comunerà la sua ascesa, che continuerà durante la seconda guerra mondiale (pur partecipando alla guerra il territorio rimane intatto). La fine della guerra determinerà la crescita economica degli USA però ci sarà una crisi nel 29. In francia si instaura un governo che si alterna. L’Inghilterra vive, poco dopo la guerra, la questione irlandese: le richieste di autonomia dall'irlanda che porta a scontri tra chi vuole rimanere unito con la gran bretagna e chi vuole la separazione. Nel 1921 si forma il SINFAY, il partito naziolista che vede come braccio armato L'IRA, gruppo terroristico che continua lungamente le azioni anche dopo la proclamazione del 21 dell'indipendenza di gran parte del territorio irlandese: 2/3 di territorio acquisisce l'autonomia, si creerà la repubblica indipendente d'irlanda, mentre la parte restante, il nordest, formerà L'ASTER che è un gruppo di contee unite/fedeli all'inghilterra (uniti all’Inghilterra anche alla religione anglicana mentre gli irlandesi sono cattolici). Nel 1970 ci saranno conflitti nell'ASTER tra anglicani e cattolici nelle zone di confine (londonderry e belfast). La germania è la nazione che più di tutte subisce le sanzioni e tagli di territorio. Guglielmo 2 fugge in Olanda e nel 1919 si crea in germania la repubblica di Weimar (chiamata così perché i patti stabiliti per la formazione sono stati conclusi in questa cittadina). La repubblica di Weimar è presidenziale a capo della quale sale Ebert, primo presidente della repubblica che crea un disposizione legislativo-costituzionale. Il potere esecutivo è del presidente che viene eletto dai cittadini e che aveva ampissimi poteri: sciogliere il parlamento/reichstag (eletto a suffragio universale maschile e femminile), nomina il primo ministro (il cancelliere), può porre il veto su determinate leggi e sospendere diritti costituzionali. Questa repubblica ha un carattere estremamente autoritario. La germania ha una situazione economica disastrosa, non solo perché ha subito vissuto le difficoltà della guerra ma gli sono state tolte anche le regioni che maggiormente contribuirono a una rinascita economica come l'alsazia e la lorena. Ci sono in aggravante anche le sanzioni che avrebbe dovuto pagare. Tutta questa situazione porta all'inflazione (si registra in tutta europa ma in particolare modo in germania), ovvero il costo della vita aumenta (prezzi) e viene stampata più moneta/denaro che perde di conseguenza il suo valore effettivo e diminuisce il potere d'acquisto (aumentano i prezzi, il costo della vita ma diminuisce il valore del denaro). In Germania c’è un’inflazione galoppante che raggiunge dei livelli mai toccati. L'inflazione determina un impoverimento ulteriore della popolazione, già stremata dalla guerra. Nel 1921 gli usa iniziano a reclamare i prestiti che avevano concesso agli stati europei, che però erano in difficoltà nella ripresa economica. Quindi ad esempio la francia chiede alla germania di pagare le sanzioni che però non è in grado di pagare quindi la francia occupa la renania e toglie qualsiasi opportunità di crescita economica/industriale alla germania. Gli usa decidono di aiutare economicamente anche la germania perché si rendono conto che senza aiuti non ci sarebbe stata una ripartenza e anche perché la germania distrutta creava disagi e problemi essendo uno stato potente e nel mezzo dell'europa. I tedeschi si sentivano perseguitati ed erano sempre più incattiviti nei confronti della altre nazioni europee, soprattutto nei confronti della Francia che li aveva così fortemente penalizzati) Questo periodo però vede una rinascita culturale (rinascimento tedesco): tantissimi artisti teatrali (Bertolt Brecht), letterali (Thomas Mann), pittori... fioritura di grandi nomi che in questo periodo difficile per la repubblica di Weimar riescono ad emergere. Vista la situazione difficile nascono delle frange che sono estremamente scontente della politica e rinasce lo spirito nazionalista (alcune parti della società si sentono troppo penalizzate e sentono che la germania non venga più considerata). Questo malcontento si concentra sulla media borghesia, parte di società che si era vista sottrarre tutte le sicurezze economiche avute prima della guerra. Portavoce di questo ceto, compare la figura di Hitler che pensa di tentare un colpo di stato nel 23: Il putsch di Monaco, che non dà nessun risultato. Hitler viene arrestato e condannato 5 anni di prigione (anche se sconterà pochi mesi) e durante la prigionia hitler scrive il Mein Kampf, che è la guida delle sue convinzioni/credo, le sue linee politiche che poi attuerà nel corso del suo mandato politico; e in esso ritroviamo la rivendicazione di una germania grande e forte e l'attenzione agli ebrei (indicati come nemico e causa dell'impoverimento della Germania perché gli ebrei occupavano posizioni rilevanti nella finanza). Quando muore Ebert, gli succede Hindenburg. La Germania viveva una situazione molto tragica a livello economico e a livello sociale. Emergono 2 forze contrapposte: da una parte i nazional-socialisti, cioè coloro che appartengono al partito nazional socialista, fondato nel 20 da Hitler; e dall’altra il partito socialista. Quindi c’è una forte polarizzazione tra la destra e la sinistra che diventano i 2 partiti di maggioranza nelle elezioni del 32 e Hindenburg decide di affidare il governo a un rappresentante della destra (che non è ancora Hitler), ma anche lui non riesce a formare il governo, di conseguenza nel 33 Hindenburg decide di affidare il governo a Hitler che diventa cancelliere, però per cercare di rafforzare la maggioranza, per cercare di consultare il governo, indice delle nuove elezioni. Poco dopo durante le elezioni nel febbraio del 33 c’è l’incendio del Reichstag e il partito nazional-socialista, in particolare Hitler, accusa i comunisti e i socialisti di aver appiccato l’incendio, anche se forse è stato lo stesso Hitler, perché a seguito di questo incendio Hitler sospende tutti i diritti costituzionali con la scusa di difendere lo stato. Quindi si indicono delle nuove elezioni nel marzo del 33, e il partito nazional-socialista ottiene la maggioranza ma non è una maggioranza assoluta. A questo punto Hitler fa votare al parlamento una legge secondo la quale si da pieno potere al governo. Il 12 novembre si fanno delle altre elezioni con una lista unica, il famoso listone (visto già con la legge acerbo in italia), nella quale convergono tutti i partiti che appoggiano il governo stesso, quindi il governo ottiene la maggioranza assoluta e quindi inizia quello che è il percorso di Hitler e del 3° Reich. Nel 1919 ci sono anche le prime elezioni dopo la guerra e il partito socialista ottenne grande successo anche se non ottiene il governo; questo perché c'è un’insoddisfazione sociale legata alla disoccupazione sempre più crescente e aggravata anche alla delusione da parte di tutti quei soldati che avevano combattuto e rischiato durante la guerra per difendere una patria che non li aveva ripagati. Questa insoddisfazione si trasformerà sia in un’insoddisfazione di sinistra che di destra cioè la presenza/nascita dei fasci di combattimento è legata proprio al recluta,entro di coloro che non si riconoscevano più in una nazione che non li riconosceva come salvatori della patria diventando dei disoccupati che porta alla recessione e all’inflazione (disoccupazione, poca domanda perché non hanno soldi, il mercato si comprime e non permette alle industrie di svilupparsi e crescite quindi falliscono perché non c’è mercato). Questa insoddisfazione si risolve molto spesso nella violenza (biennio rosso), rivolte e manifestazioni indirizzate per lo più nei confronti del governo, accusato di non sapere gestire in modo adeguato le difficoltà del paese. L'Italia non ottiene tutto ciò che aveva pensato di ottenere, gli viene data una parte della Dalmazia ma non viene riconosciuta Fiume nonostante le varie proteste che ci sono state nel Congresso di Versailles da parte del presidente del consiglio Orlando, tant'è che i rappresentanti dell'italia se ne vanno perché non riescono ad ottenere quello che volevano. Ma la cosa non influisce sulle decisioni degli altri presenti e quindi poi dovranno tornare e l'Italia prende quello che gli viene dato: Alto Adige, Trento Trieste, e una parte della Dalmazia. E quindi si parla di vittoria mutilata. L'Italia vive come tutti gli altri stati europei una situazione di grande difficoltà economica, perché le industrie devono essere riconvertire, cioè l'industria che si erano convertiti Industrie belliche devono essere riconvertite ma non tutte sono in grado di farlo e quindi molte chiudono per cui c'è un aumento dei licenziamenti e della disoccupazione. Non vengono rispettati gli accordi presi con i soldati contadini, che avevano partecipato alla prima guerra, non viene fatto un piano di ristrutturazione del sud, per quanto riguarda la distribuzione delle terre. La disoccupazione cresce e quindi c'è una contrazione dei consumi, e di conseguenza anche in italia vi è l'inflazione. C'è un forte malcontento sia tra i reduci che non si sentono sufficientemente tutelati, o considerati dallo stato: coloro che avevano partecipato alla guerra e che avevano rischiato la vita per la Patria, tornati in patria si trovano disoccupati, o comunque con delle difficoltà economiche. Dall'altra parte vi è anche un grande malcontento che serpeggia tra la piccola e media borghesia, che vede diminuire in modo significativo il proprio potere d'acquisto. Cioè quella borghesia che prima della guerra aveva costituito l'asse portante della società e sulla quale la società si era abbastanza configurata e che aveva raggiunto una tranquillità economica, un benessere relativo ma significativo, si vede anche essa penalizzata dall'inflazione, dalla crescita della difficoltà economica; e tra l'altro è fortemente toccata dalla paura, che viene alimentata da una certa propaganda, dalla paura di una rivoluzione socialista. (17 in russia ) Questa paura nei confronti del socialismo che nelle elezioni del 19 ottiene un risultato molto significativo. Il Partito Socialista nelle elezioni 19 riporta un grande successo. Questa paura del socialismo che avanza, che acquista sempre più importanza spinge una parte della società ad accogliere una visione particolare della società stessa, cioè una parte della società è spinta verso posizioni conservatrici/di destra tant'è che nel 19 Mussolini fonda un'associazione paramilitare che sono i fasci di combattimento nella quale entrano molti ex militari delusi da ciò che avevano trovato tornando a casa dopo la guerra. Questa delusione e queste difficoltà economiche, la crescita del partito socialista determina nel corso del 19 e del 20, una situazione sociale particolare, tant'è il biennio 19 e 20 viene chiamato biennio rosso: In questo biennio vi sono moltissimi scioperi/proteste di piazza alimentati dal partito e dal sindacato e questi scioperi/manifestazioni di piazza sono indirizzati all'acquisizione di nuovi diritti, di un aumento salariale. A questi scioperi gli industriali rispondono con le serrate, cioè con la chiusura delle fabbriche. Quindi c'è uno scontro sociale molto forte. A tutto ciò si aggiunge anche il fatto che si crea uno scontro interno al partito socialista che potrebbe approfittare molto della situazione, ma in realtà è fortemente diviso al suo interno tra i riformisti e massimalisti. I massimalisti spingono per attuare una rivoluzione, anche se in realtà non hanno mezzi e non hanno elaborato una strategia e quindi una rivoluzione socialista sarebbe stata difficile. Si contrappongono significativamente anche al governo che ritengono incapace di gestire questa situazione. Giolitti torna al governo tra il 20 e 21. Viene ritenuto un governo troppo moderato, per quel che riguarda i massimalisti, però questa spaccatura interna al partito socialista si fa sempre più significativa tanto che nel 21 alcuni esponenti decidono di operare una scissione del partito socialista. E appunto nel 21 viene fondato il partito comunista ( la famosa scissione di Livorno), che vede come fondatori Gramsci, Bordiga, Togliatti. Gramsci nel 19 aveva fondato un giornale: Ordine Nuovo che evidenzia delle posizioni estremiste. E quindi c'è questa scissione (la nascita del partito comunista) che indebolisce la sinistra che avrebbe potuto approfittare di una situazione in cui si vedeva egemone. Questa egemonia, questa crescita del partito socialista non fa altro che alimentare le paure della classe borghese. Alle elezioni del 21 entrano in parlamento 32 deputati che fanno capo a Mussolini, il quale decide di fondare un partito che è il Partito nazional fascista, nel quale rientrano tutti quelli che erano stati fino ad allora semplicemente un movimento popolare/paramilitare che non aveva nessuna connotazione istituzionale. A fronte degli scioperi da parte dei lavoratori (durante il biennio rosso), con cui si ottengono dei risultati importanti, (es la giornata lavorativa di 8 ore), si affianca una crescita esponenziale della violenza all'interno della società data dagli squadristi (coloro che appartenevano ai fasci di combattimento) che attuavano violenza nei confronti dei socialisti, dei rappresentati sindacali, violenza nelle campagne e queste squadre fasciste andavano a intimidire con pestaggi coloro che potevano essere le rappresentanze della nuova svolta socialista. Tant'è che questa onda lunga dello squadrismo fascista che diventa un elemento molto rilevante nella società dell'epoca fa sì che Mussolini decida di dare un'importante dimostrazione di forza, cioè la dimostrazione di come lo spirito fascista/squadrista fosse significativo nella società dell’epoca e decide quindi di attuare la famosa marcia su Roma. Siamo nel 22. La marcia su Roma voleva essere una dimostrazione di quanto era cresciuto il movimento e di quanta forza potesse avere. Crescita che era stata anche, se vogliamo, in parte accettata in modo utilitario anche dal partito liberale e popolare: non contrastano la violenza dilagante perché ritengono, a partire dallo stesso Giolitti, che sia utile nell'immediato e pensano che questa ondata di violenza, questo squadrismo dilagante possa essere poi un momento limitato, cioè possa essere utile nell'immediato ma poi avrebbe potuto diventare una parte contenuta della società. In realtà la decisione della marcia su Roma, (nel 22 il primo ministro era Pacta) avrebbe dovuto essere fermata da una disposizione del presidente del consiglio che chiede al Re di proclamare lo Stato d'assedio e quindi impedire questa dimostrazione. Il re non concede lo Stato d’assedio e quindi la marcia su roma nell'ottobre del 22 avviene ed è una dimostrazione plateale di queste Camicie nere che marciano per le strade di roma evidenziando una svolta significativa verso destra tante che il re decide di affidare la formazione del nuovo governo a Mussolini. Mussolini arriva a una carica istituzionale attraverso un percorso altrettanto istituzionale, cioè il primo governo mussolini viene affidato a Mussolini stesso dal re, così come era nella prassi. Il primo governo Mussolini è di coalizione nel senso che entrano nel governo anche il partito liberale e popolare proprio perché ritengono che la forza, la violenza e i metodi utilizzati da Mussolini e dai suoi squadristi potessero essere poi in un futuro contenuti, entro limiti istituzionali, cioè potevano pensare che nel momento in cui Mussolini entra nel parlamento, entra a far parte di un governo non formato da un colpo di stato ma un governo che ha ottenuto l'approvazione del re, quindi pensano che le cose possano essere gestite in altro modo. Ma da subito Mussolini decide di intraprendere un percorso diverso, ovvero poco dopo l’insediamento del governo Mussolini crea il gran consiglio del fascismo (governo nel governo): era un'Istituzione formata solo da fascisti e che era il vero governo, cioè la formazione che effettivamente prendeva le decisioni, cioè era un gruppo ristretto che faceva capo direttamente a Mussolini ed escludeva il parlamento. Oltre al gran consiglio del fascismo crea e istituzionalizza la milizia volontaria: da una connotazione istituzionale ai fasci di combattimento, cioè la milizia volontaria era un esercito personale agli ordini diretti di Mussolini stesso. Era un organismo militare e istituzionalizzato che si inseriva nel contesto delle istituzioni dello stato, quindi un elemento che faceva capo solo alle precise direttive di Mussolini. Poi viene limitata anche la libertà di stampa, cioè viene introdotta una censura significativa, quindi un'attenzione precisa nei confronti di tutto ciò che veniva stampato e pubblicato e che doveva passare sotto la censura fascista. Questo governo elabora una nuova legge che avrebbe caratterizzato le successive elezioni, la legge acerbo che prevedeva un ampio premio di maggioranza al partito che avesse ottenuto la maggioranza relativa nelle elezioni. Elezioni che si tengono nel 24. Nel 24 si decide di presentare una lista unica in cui convergeranno esponenti del partito fascista, liberale, popolare. Questa lista, chiamata listone, in base alla legge acerbo ottiene una maggioranza relativa e di conseguenza ottiene un grandissimo premio di maggioranza e di conseguenza nel parlamento ha una maggioranza quasi totale di rappresentanti. Le elezioni del 24 si erano svolte in un clima di grande violenza perché c’erano state violenze nei confronti di coloro che si poteva pensare che erano socialisti, comunisti, quindi intimidazioni, pestaggi, brogli elettorali e tutto questo viene denunciato in parlamento da un deputato socialista: Matteotti. Però poco dopo Matteotti viene rapito/sequestrato e si troverà il corpo dopo qualche giorno. Di fronte all’uccisione di un parlamentare (un fatto grave), Mussolini di fronte alle accuse che altri membri del parlamento facevano a lui, dicendo che sicuramente quella situazione era stata determinata dai fascisti, Mussolini si va portavoce di questa ala violenta della società e in parte del parlamento (perché la milizia volontaria non era altro che una forma istituita dei fasci di combattimento) Voleva crescere un popolo che fosse convinto della visione fascista, per cui crea l’opera nazione balilla che era l’inquadramento di tutti i ragazzi in associazioni specifiche (balilla) dai 6 ai 14 (ma poi anche oltre i 14). Tutti i ragazzini doveva iscriversi all’associazione balilla, venivano inquadrati quasi militarmente e si svolgevano poi delle manifestazioni ginniche ogni sabato. Questi ragazzi mostravano le loro capacità fisiche (il discorso della forza, virilità, superiorità). C’era anche un inquadramento per quanto riguarda le ragazze per cui Si coltivava il culto della forza, dell’esercizio fisico e manifestazione fisica che era alla base della creazione di un popolo forte e capace. Ci sono interventi specifici nei confronti della scuola. Si modificano tutti i libri scolastici, bisogna che siano adottati solo i libri stabiliti dal ministero della cultura popolare che si occupa di favorire il consenso e l’indottrinamento del popolo. Nei libri di testo vengono celebrati i valori del regime:, la forza, l’importanza, la superiorità del duce e il culto del fascismo. Gli insegnanti dovevano avere la tessera del partito altrimenti venivano espulsi. Per quanto riguarda i giornali I giornali vi era una forte censura, tutto quello che veniva pubblicata doveva essere vagliato da coloro che erano addetti a stabilire se le cose scritte rientravano nei parametri del fascismo. Si eliminano sui giornali tutti i fatti gravi (omicidi) di cronaca nera che davano l’idea di una società corrotta/non perfetta. La propaganda si evidenzia a livello anche grafico (manifesti propagandistici che venivano diffusi, le famose scritte a caratteri cubitali che celebravano il duce e il regime). La radio, compare nel 24 ma fino al 30 non è un elemento così rilevante nella società italiana, c’erano programmi che avevano come idea, che esaltano sempre la figura del duce. Cinema: si creano delle case di produzione, una piccola cittadella del cinema, dove si producevano film che esaltano le qualità di vita nel regime fascista, si ribadivano quelli che erano i concetti, le qualità, gli ideali che sostenevano il regime. All’inizio del film si proiettavano i cinegiornali (realizzati dall’istituto luce, che aveva il compito di costruire questi cinegiornali a immagine del duce, ad esempio si vedeva il duce che andava a tagliare il grano o che guidava una locomotiva. Tutte le notizie erano funzionali all’esaltazione dei regime fascista). La Propaganda si insinua anche dell’ambito culturale, molti intellettuali si discostano dall’approvazione del regime però venivano abbastanza ignorati se non avevano una visibilità eccessiva. Molti però si lasciano ingannare dalla propaganda, da quelle che sembrava essere un movimento nuovo e rivoluzionario che avrebbe cambiato e mosso il panorama politico piuttosto stantio. Questa innovazione viene accolta positivamente da molti scrittori (Pirandello, Ungaretti) e firmano quello che verrà pubblicato il famoso manifesto degli intellettuali fascisti redatto da Gentile (che era un filosofo, studioso, intellettuale di peso dell’epoca, colui che elaborerà la riforma della scuola). Sono intellettuali Vedono nel fascismo un’idea nuova, di rinnovamento, di cambiamento, che accolgono l’idea che lo stato giustamente si deve fare carico della gente, dell’individuo e deve essere presente in ogni aspetto della vita dell’individuo/coinvolto nella vita dei cittadini. Gentile è anche l'autore della riforma della scuola nel 23 che introduce l'esame di stato, viene innalzato l'obbligo scolastico a 14 anni e si struttura la scuola così come la vediamo adesso (non c'erano le medie, ci sarà un’altra riforma verso gli anni 60). Si privilegia il liceo classico perché aveva una formazione di stampo umanistico e con questo liceo si poteva accedere a qualsiasi facoltà universitaria. C'era anche il liceo scientifico che permetteva l'accesso solo ad alcune facoltà di carattere scientifico e poi c'erano gli istituti tecnici, magistrali... Che non permettevano l'accesso all'università. C'era anche la scuola di avviamento: 3 anni di scuole “professionali” dopo le elementari per avviarsi nel mondo del lavoro. Un altro elemento è la politica estera. A partire dall’inizio del 900 la politica si focalizza sull'idea di un nazionalismo estremo: ribadire l’idea della superiorità della propria nazione, Idea imperialista cioè la formazione di un impero, l’idea sottomettere altre popolazioni per dimostrare la propria potenza e anche per un discorso economico (Asia e Africa). Mussolini si indirizza verso la libia, nella quale l'Italia aveva già operato una conquista che però si era un po allentata nel senso che la presenza degli italiani a fronte di una resistenza significativa dei libici non aveva più quella forza che aveva avuto all’inizio e quindi mussolini decide di riprendere questi territori imponendo la forza italiana: ci sarà una spedizione e si elimina la resistenza libica attraverso azioni militari importanti e azioni controverse con l'uso di gas e con la deportazione degli abitanti dei villaggi per instaurare un forte governo e sottolineare la presenza italiana. La libia fu importante oltre per dimostrare la capacità militare italiana/forza e superiorità dello stato italiano, anche perché viene usata come mercato e come possibilità per molti disoccupati di trovare occupazione. L'Italia aveva intrapreso una politica di chiusura autarchica nei confronti delle importazioni estere poiché non aveva grandi risorse interne non si riesce a sviluppare un'economia adeguata in modo da sostenere il paese. La chiusura era negativa però anche positiva perché permetteva all'Italia di non subire forti contraccolpi derivati dalla crisi mondiale del 1929. Crisi del 29: parte dagli stati uniti perché avevano vissuto una crescita produttiva esponenziale dopo la prima guerra mondiale (l'unico stato il cui territorio non era stato intaccato dalla guerra e non erano state intaccate le industrie che continuavano a produrre per l'Europa per tutto il tempo e sopratutto quando tutte le nazioni europee erano in difficoltà che ricominciano a produrre grazie ai prodotti che arrivano dagli Stati Uniti). Per cui la produzione statunitense ha un impennata. Gli stati uniti vivono un periodo di grande prosperità che si orienta anche verso la crescita delle industrie, industrie che vendevano le proprie azioni, largamente comprate dagli investitori che puntavano ad investire e guadagnare in base all'andamento delle industrie stesse(le azioni crescevano sulla base dello sviluppo delle industrie). C'è una crescita economico/finanziaria basata sul mercato delle azioni legate alla Borsa. Quando in Europa le nazioni iniziano a essere più autonome a livello produttivo, a risollevarsi e a riprendere l'attività industriale e produrre autonomamente (senza il bisogno dei prodotti americani), gli Stati Uniti quindi iniziano ad avere una crisi di sovrapproduzione che determina un calo di prezzi dei prodotti e anche una crisi delle stesse industrie. le industrie che entrano in crisi determinano il licenziamento dei lavoratori e soprattutto decresce il valore delle azioni (cala l'industria e calano le azioni) e succede che c'è una corsa verso la vendita delle azioni perché i risparmiatori che avevano comprato fino a quel momento cercano di rientrare nei costi e di ricavare qualcosa dalle azioni che stavano calando di valore. C'è un momento di panico generale perché il valore delle azione decresce in modo vertiginosamente: 29 ottobre 1929 (MARTEDI NERO) in cui c'è un eccesso di richiesta di vendita delle azioni e c'è il crollo della borsa. Tutto ciò determina una catastrofe economica perché i milionari si ritrovano all'improvviso senza nulla (perché avevano puntato tutto il patrimonio in borsa). Questa situazione determina un enorme difficoltà economica, le banche non concedono prestiti e richiedono immediatamente un rientro dei capitali prestati cosa che però per molti non è possibile fare (sono rimasti senza soldi). Molti che avevano in mano il mercato hanno grosse difficoltà perché sono diventati disoccupati e senza possibilità di pagare i debiti (di conseguenza pignoramento di case e le grandi fattorie nel Midwest). Determina una disoccupazione diffusa e milioni di persone perdono tutto senza possibilità di sopravvivere. La crisi ha ripercussioni nel resto del mondo soprattutto in Europa (l'Italia toccata marginalmente perché non aveva un rapporto così diretto con l'economia americana). Questa crisi economica profonda si protrae per un po di anni e si arriva nel 1932 all'elezione del presidente democratico Roosevelt che elabora una strategia per risolvere la situazione e risollevare l'economia: il New Deal (il nuovo corso). Ha un impianto che in parte Si contrappone alla NEP di Lenin: in uno stato statalista aveva cercato di introdurre una piccola porzione di economia/proprietà privata, Roosevelt invece in uno scenario di economia privata introduce un nuovo corso: l'intervento massiccio dello stato nell'economia e decide di proporsi come protagonista. Si crea un organismo di controllo più significativo nei confronti delle banche e nei confronti del mercato borsistico che non deve più speculare sui risparmi della popolazione. Lo stato interviene con un ampio piano di proposte che portano alla costruzione di una serie di strutture statali: strade, ponti e edifici pubblici per cercare di assorbire la disoccupazione. Interviene con una serie di prestiti nei confronti degli agricoltori che erano stati ridotti alla fame. Questa iniezione di fiducia permette agli stati uniti di, in parte, riprendersi però arrivano allo stesso livello produttivo precedente alla guerra solo dopo la seconda guerra mondiale (percorso lento e lungo).
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