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La situazione della Germania dopo la prima guerra mondiale, Appunti di Storia

La situazione della Germania subito dopo la prima guerra mondiale, con la sconfitta che aveva distrutto il mito della Germania come nazione forte, guerriera e giovane. la situazione politica e sociale del paese, con la nascita della repubblica di Weimar e la Costituzione di Weimar. Vengono descritte le varie forze politiche e le loro posizioni, con particolare attenzione alla sinistra rivoluzionaria e alla destra nazionalista e conservatrice. Il documento termina con il tentativo di colpo di stato guidato dall'ultranazionalista Wolfgang Kapp, bloccato dalle forze democratiche.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 28/09/2022

MartinaCugini
MartinaCugini 🇮🇹

4.6

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136 documenti

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Scarica La situazione della Germania dopo la prima guerra mondiale e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! Il perso della sconfitta -> In Germania, la situazione dell’immediato dopoguerra era molto grave dal punto di vista economico, sociale e morale, la sconfitta aveva distrutto il mito della Germania come nazione forte, guerriera e giovane. I responsabili della sconfitta: gli stati maggiori, la classe politica guglielmina, iniziarono a diffondere la leggenda che la Germania non aveva perso era a stata tradita dai socialdemocratici che avevano firmato la resa, dai comunisti che avevano sollevato il popolo contro il suo Kaiser e instaurato nel paese una dittatura bolscevica e dagli ebrei che avevamo organizzato di nascosto con i finanzieri internazionali un complotto contro il paese. -> A Berlino, dopo la fuga del Kaiser e la proclamazione della repubblica (09/11/1918), in attesa delle elezioni di un’Assemblea costituente era nato un governo provvisorio guidato dal socialdemocratico Friedrich Ebert, che comprendeva anche i cattolici e liberali. I socialdemocratici erano divisi in: Partito socialdemocratico (la maggioranza), erede della tradizionale riformista del movimento operaio tedesco, favorevole a una soluzione parlamentare della crisi e ostile a uno sviluppo rivoluzionario dei consigli di operai e soldati nati nel 11/1918. L’altra parte sono i socialisti indipendenti, contrari alla guerra, che proponevano riforme economiche, come la nazionalizzazione delle industrie più importanti e lo smantellamento del latifondo prussiano. Nell’inverno 1918-19, il partito socialdemocratico si accordò con le associazioni degli imprenditori e con le gerarchie militari, in cambio di vantaggi salariali e normativi (giornata di 8h, dell’impegno dei militari di essere fedeli alla repubblica), e i socialdemocratici avrebbero rinunciato a progetti di espropriazione o collettivizzazione delle industrie e si sarebbero opposti a qualsiasi tentativo rivoluzionario. -> All’estrema sinistra dello schieramento politico si collocavano gli spartachisti, gli aderenti alla Lega di Spartaco (schiavo romano protagonista della grande rivolta del 1 secolo aC). La minoranza guidata da Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, il 30/12/1918 assunse il nome di Partito comunista tedesco. Gli spartachisti avversavano la linea riformista della socialdemocrazia tedesca e avevano come programma la rivoluzione socialista, Rosa Luxemburg non condivideva però la visione leninista del partito, della rivoluzione e della dittatura del proletariato, che giudicava centralista e autoritaria: la rivoluzione doveva nascere della spontanea azione delle masse popolari, che trovava espressione nei consigli operai. -> Un altro centro del potere erano le alte gerarchie militari dominate dal maresciallo Paul von Hindenburg, dal 1916 comandante supremo dell’esercito tedesco, che avevano una missione storica nei confronti della nazione tedesca: riempire il vuoto di potere generatosi dal crollo della dinastia, riportare l’ordine nel paese in preda all’anarchia, contrastare il predominio delle sinistre. Un strumento utilizzato erano i corpi franchi, gruppi di volontari sorti spontaneamente dopo la sconfitta, una comunità di ex combattenti unita dal codice d’onore militare e dalla volontà di continuare la “loro” guerra, all’esterno e all’interno del paese, contro il Rossi” e i loro alleati. Anche i numerosi esuli russi fuggiti un Germania alimentarono i proposti di “resa dei conti” con la sinistra e i bolscevichi. -> La resa prese forma di una lotta fratricida: il 05/01/1919 i disordini scoppiarono a Berlino fra la polizia e gruppi di operai e rivoluzionari armati, il ministro della Difesa del governo provvisorio, il socialdemocratico Gustav Noske, reagì intervenendo militarmente con i Copri franchi. Nella “settimana di sangue”, dal 5 al 11/01/1919, la rivolta fu stroncata, molti comunisti furono fucilati, Luxemburg e Liebknecht vennero trucidati dai Corpi franchi. A Monaco, in aprile, venne creata la repubblica sovietica sul modello ungherese, preoccupato che la Germania stesse precipitando in una rivoluzione bolscevica, il governo socialdemocratico soffocò nel sangue le insurrezioni utilizzando truppe regolari e i Copri franchi. La Repubblica di Weimar -> il 19/01/1919 si tennero le elezioni per l’Assemblea costituente, i socialdemocratici raggiunsero la maggioranza relativa, fu costituito un governo di coalizione formato dal Partito socialdemocratico, dai cattolici del Zentrum e dal Partito democratico tedesco e presieduto dal socialdemocratico Philipp Scheidemann, a capo dello stato fu posto Friedrich Ebert. L’opposizione era composta dai socialisti dipendenti, i comunisti e dalla destra nazionalista e conservatrice, che comprendeva il Partito popolare re nazionale tedesco. Nell’08 la nuova Germania repubblicana definì il proprio ordinamento istituzionale con l’approvazione della Costituzione di Weimar. -> Una Costituzione che univa ai principi del liberalismo e della democrazia quelli dell’uguaglianza e della giustizia sociale e faceva della Germania una repubblica parlamentare federale. Il parlamento eletto con suffragio universale maschile e femminile e con sistema proporzionale. Il potere esecutivo era gestito dal governo centrale e dai governi dei 17 Länder, o stati regionali. Per garantire la democrazia e la governabilità, la Costituzione bilanciava il potere del parlamento, eletto ogni 4 anni, con quello del presidente della repubblica, eletto ogni 7 anni dal popolo, che nominava il cancelliere (capo del governo), era responsabile di fronte al Reichstag e poteva sciogliere il parlamento in caso di emergenza nazionale. Questo dualismo di poteri fra parlamento e presidente rifletteva il compromesso fra la nuova e la vecchia Germania su cui si reggeva la Repubblica di Weimar. -> I governi di coalizione, (socialdemocratici, i cattolici e i liberali), introdussero riforme sociali: giornata lavorativa di 8 ore, potenziamento del sistema di assicurazioni sociali, ma dovette fronteggiare l’opposizione della sinistra rivoluzionaria. Tutte le principali forze politiche disponevano di organizzazioni paramilitari. Nel 03/1920 un tentativo di colpo di stato guidato dall’ultranazionalista Wolfgang Kapp fu bloccato dalle forze democratiche e dello stesso governo, che proclamò lo sciopero generale. Tra 1919/1922 furono commessi 366 assassini politici, nel 1921 fu ucciso il cattolico Matthias Erzberger, favorevole al trattato di Versailles, nel 1922 il ministro degli Esteri, l’industriale Walther Rathenau, ebreo e sottoscrisse un accordo di collaborazione economica e politica con l’URSS. Nel 1923 fallì un colpo di stato tentato a Monaco da Erich Ludendorff, ex capo di stato maggiore durante la guerra, e Adolf Hitler, leader di un partito di estrema destra, la Nsdap “partiti nazionalsocialista tedesco dei lavoratori”. -> Nel 01/1923 la Francia e il Belgio, per forzare il governo tedesco a pagare i debiti di guerra, occuparono la Ruhr, questo contribuì ad aggravare la situazione economica della Germania, facendo mancare al paese beni industriali fondamentali. L’inflazione e la conseguente perdita di potere d’acquisto della moneta, provocò malcontento, nella società intermedia, che vedevano la loro posizione economica e sociale declassarsi. (-> ciò che guadagnavano dovevano spenderlo subito perché perdeva valore velocemente) La situazione migliorò dal 1924, sul piano economico fu decisivo l’intervento delle potenze occidentali, in particolare degli Stati Uniti, consapevoli di quanto la crisi tedesca fosse pericolosa per la stabilità del continente e della necessaria ripresa dell’economia per consentire alla Germania di pagare i suoi debiti. Nell’estate 1924 venne pubblicato il piano Dawes (dal finanziere statunitense), che rateizza i debiti di guerra e assicurava ampi finanziamenti all’industria tedesca, che riprese a produrre con elevati ritmi di crescita, superando nel 1929 anche i livelli dell’anteguerra. La Germania rientrava a pieno titolo nella comunità internazionale grazie all’iniziativa del primo ministro Gustav Stresemann, appartenete alla destra liberale. Nell’10/1925 Stresemann stipulò con la Francia il trattati di Locarno, quanto deciso a Versailles, cioè con l’assegnazione alla Francia dell’Alsazia-Lorena e impegnava i due paesi a non violare la frontiera comune. Nel 1926 la Germania veniva ammessa alla Società delle Nazioni. 1929 -> crisi di Wallstreet -> crisi economica degli USA -> coinvolge anche la Germania che non è più finanziata -> prendono sopravvento le forze imperialistiche di destra (in Germania). IL DOPOGUERRA DEI VINCITORI p126 I ruggenti anni venti negli Stati Uniti -> Gli indiscussi vincitori del conflitto, gli Stati Uniti, erano la nuova potenza egemone dell’Occidente sul piano economico, ma non politico. Gli anni venti americani furono un periodo di crescita tumultuosa. Il reddito nazionale salì, la produzione di acciaio, energia elettrica e petrolio aumentò, e la crescita dei consumi (case e beni di consumo durevoli) fu dovuta anche a innovative tecniche di promozione e di commercializzazione dei prodotti, come la vendita rateale, che mise i consumatori americani in condizione di accedere beni in precedenza inavvicinabili.
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