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La situazione italiana dopo la prima guerra mondiale, Appunti di Storia

La situazione italiana dopo la prima guerra mondiale, con particolare attenzione alla Conferenza di pace di Versailles e alla nascita della Società delle Nazioni. Viene inoltre descritta la crisi economica che colpisce l'Italia, il Biennio Rosso e la scissione del Partito Socialista Italiano. Infine, si parla della nascita del Partito Comunista Italiano e del Partito Popolare Italiano.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 25/01/2023

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Scarica La situazione italiana dopo la prima guerra mondiale e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! POST WW1 Alla fine della prima guerra mondiale risultarono 4 potenze vincitrici: gli Stati Uniti, l’Italia, la Francia e l’Inghilterra. 1918 - Wilson pubblicò “i 14 punti”, ossia linee guida da seguire al termine della guerra per evitare lo scoppio di guerre future. 1919, conferenza di pace a Versailles - dal momento che la principale causa dello scoppio della prima guerra mondiale fu l’imperialismo, Wilson delineò il PRINCIPIO DI NAZIONALITÀ. Wilson sostiene che i paesi europei debbano autogovernarsi e che stati con lingua, cultura o costumi differenti non dovrebbero essere uniti. Per questa ragione, in seguito alla conferenza nascono nuove nazioni; l’impero austroungarico (Austria tedesca - Ungheria slava) cade, formando Austria, Ungheria, Cecoslovacchia, Polonia (divisa tra Impero austroungarico e Russia). Inoltre, nasce la Jugoslavia, che rappresenta il progetto di panslavismo, dal momento che raggruppa paesi di matrice slava (Serbia, Bosnia…). Inoltre, uno dei 14 punti prevedeva la fondazione della SOCIETÀ DELLE NAZIONI, con sede a Ginevra. Si trattava dell’unione di tutti i paesi del mondo al fine di evitare lo scoppio di nuovi conflitti. È paragonabile all’ONU moderna, tuttavia non possedeva un esercito. Inoltre, dal momento che la partecipazione era facoltativa, gli Stati Uniti non aderiscono ad essa, pur promuovendola. Infatti, gli americani vogliono mantenere una politica isolazionista, motivo per cui Wilson non verrà rieletto alle elezioni. 1919 - L’ITALIA era guidata da Vittorio Emanuele Orlando, che insieme ad altri diplomatici italiani, si reca a Ginevra. Inizialmente avrebbe dovuto ottenere Trento, Trieste, Istria, Fiume, Dalmazia e le colonie tedesche in Africa. Tuttavia, in seguito alla pubblicazione degli articoli di Wilson, le carte in tavola cambiano. Le vengono riconosciuti solo Trento e Trieste (minoranza italiana), mentre gli altri territori di matrice slava le sono negati. Anche gli alleati di guerra si oppongono all’assegnazione di dati territori all’Italia, visto il suo doppiogiochismo (guerra solo vs Austria). Vittorio E. Orlando si sente preso in giro e quindi decide di abbandonare la conferenza in segno di protesta, tuttavia la conferenza prosegue nei giorni successivi e le colonie africane vengono spartite, vista l’assenza l’Italia non è considerata. 1919 - L’Italia viene umiliata e D’Annunzio si fa portavoce del malcontento popolare (“L’Italia ha ottenuto una vittoria mutilata”). Così, mette su un esercito (futuristi, ex militari, civili, fanatici della guerra) e occupa la città di Fiume. Il gesto di D’Annunzio è rivoluzionario, dato che l’impresa militare non era stata autorizzata dal governo. D’Annunzio si propone di riportare prestigio l’Italia. 1919 - Vista la preoccupante situazione italiana, Vittorio E. Orlando si dimette. Questi saranno anni di forte CRISI ECONOMICA (tutti settori eccetto armamenti), per cui gli italiani si impoveriscono sempre più. Inoltre, la lira perde valore e si ha una pesante inflazione (aumento dei prezzi, scarsa disponibilità dei prodotti, diminuzione salari). Il ceto medio, la classe dominante in Italia, è il più colpito, per cui diviene al pari del proletariato. Il governo guidato da F.S.Nitti era molto debole, incapace di risollevare l’economia. Viste le condizioni, c’era la paura che potesse scoppiare una rivoluzione comunista. 1919/1920, BIENNIO ROSSO - il proletariato e il ceto medio attuano proteste di stampo marxista, occupando le terre e le fabbriche, scioperando; bloccando l’economia italiana (già situa grave). Nitti era un capitalista e attraverso dei telegrammi fa appello a coloro che non approvavano le idee marxiste. Attraverso il MONOPOLIO DELLA VIOLENZA LEGALE, invoca le milizie private (no esercito, civili; si nota la sua debolezza) ad attuare provvedimenti e difendere la nazione dai rivoluzionari. Il governo si focalizza sulle rivoluzioni, cercando di estirpare l’ideologia marxista, sorvolando il problema economico. Il Partito Socialista Italiano (sx) all’epoca è il più influente e formato da: - riformisti: maggioranza, moderati, riforme non rivoluzione; guidati da F. Turati. - massimalisti: minoranza, radicali, rivoluzione; guidati da G. Serrati. 1919, congresso di Bologna - l’ala massimalista per la prima volta diviene una maggioranza; tuttavia, il PSI non appoggia gli scioperi e le proteste, non si schiera con il proletariato. I massimalisti italiani sono molto diversi dai bolscevichi russi, sono più tranquilli; in Russia la rivoluzione era guidata dal partito bolscevico, mentre in Italia i massimalisti non guidano le proteste. Anche i sindacati italiani (CGL) non appoggiano le proteste, bensì le riforme. Nei massimalisti, un gruppetto guidato da A. Gramsci e Togliatti si scontra al suo stesso partito, sostenendo le proteste. Infatti, Gramsci era molto vicino alle idee di Lenin; perciò, fonda i CONSIGLI DI FABBRICA, ossia assemblee autogestite da proletari, simili ai soviet. 1920 - Lenin pubblica le 21 condizioni: regole da accettare a blocco (tutte o niente) da parte dei partiti socialisti di tutto il mondo. Tra queste, i partiti socialisti devono cambiare il nome in partito comunista e cacciare l’ala riformista dal partito. Il PSI rifiuta le 21 condizioni, dato che non si rispecchiavano il progetto di Lenin. 1921, congresso di Livorno - il piccolo gruppo di massimalisti con a capo Gramsci si stacca e fonda il Partito Comunista Italiano, accettando le 21 condizioni di Lenin. 1922, congresso di Roma - avviene un’ulteriore scissione all’interno della sinistra: i massimalisti cacciano i riformisti. Così, nasce il Partito Socialista Unitario (riformista) guidato da G. Matteotti. 1919 - nasce il Partito Popolare Italiano con a capo il prete L. Sturzo. In seguito al non expedit i cattolici non potevano votare, poi con il patto Gentiloni la spaccatura viene risanata. Il PPI è un partito aconfessionale (non aperto solo ai cattolici), si allinea con i valori cattolici, per cui riceveva principalmente i loro voti. In seguito, darà vita alla Democrazia Cristiana che governerà dal 1945 al 1990. La presenza della democrazia cristiana causerà l’arretratezza in Italia, verranno bloccate molte leggi. Il PPI nasce per aiutare gli ultimi, i bisognosi. Anche i socialisti avevano questo scopo, ma il PPI promuoveva la pacifica composizione degli interessi delle classi sociali. 1912 - Mussolini inizialmente è un massimalista (sx), fonda il giornale di sinistra “L’avanti”. Si schiera contro il capitalismo e la borghesia. Si pone a capo della Settimana Rossa, ossia proteste contro i capitalisti in Emilia-Romagna e Marche. Figura molto impegnata a livello politico. 1915 - dibattito interventisti e neutralisti. Nonostante il PSI fosse pacifista, Mussolini era interventista; perciò, il PSI lo caccia dato che non seguiva la linea politica del partito. A capo degli interventisti vi erano Mussolini e D’Annunzio. I due si contendono la leadership di destra, ma per via della mancanza della capacità oratoria che D’Annunzio aveva, Mussolini si sentirà in difetto. Concedendogli il Vittoriale, D’Annunzio gli lascia il posto. (D’Annunzio -> coerente (nazionalista dx) Mussolini -> incoerente (sx - dx, cambia idee) 1919 - Mussolini dà vita ai FASCI ITALIANI DI COMBATTIMENTO, una forza politica nuova, alternativa ai socialisti e allo Stato liberale. La linea politica appare ancora spostata a sinistra, dal momento che si cerca di soluzionare molte problematiche sociali. Inoltre, si ha l’aggiunta di un elemento nuovo: il NAZIONALISMO, ossia la valorizzazione della patria e della cultura italiana. Il programma di San Sepolcro anticipa una politica estera intesa a valorizzare la nazione italiana. Inoltre, il simbolo del FASCIO LITTORIO, preso dall’antica Roma, è composto da vari bastoni uniti assieme, che da soli possono essere facilmente spezzati ma non insieme. Il fascio littorio è simbolo di potere e autorità. Mussolini vuole far risplendere l’Italia, riportarla alla gloria della Roma antica. Egli stesso si fece chiamare Duce. Inoltre, introduce il sistema elettorale proporzionale: i deputati di ogni partito sono designati in maniera corrispondente alla percentuale di voti ricevuti. Si vota un partito e un rappresentante, a lista chiusa (già nomi scritti) o incompiuta (scrivo preferenza). Chi ottiene più voti entra in parlamento. Alle elezioni politiche i fasci di combattimento non riscuotono alcun successo. Il PSI, PPI e i vecchi partiti liberali sono i più votati. Il popolo italiano non lo vota per via dell’aspetto DEMAGOGICO, ossia promesse irrealizzabili. Viene descritto come un programma rivoluzionario e infatti propone riforme addirittura troppo moderne per l’epoca: - suffragio universale per le DONNE e possibilità di essere elette (valorizzazione della donna) - minimo di età per gli elettori 18 anni, deputati 25 anni - convocazione di una Assemblea Nazionale che ha il compito di redigere una nuova costituzione - LAVORO: giornata legale 8 ore di lavoro, salario minimo, pensione dai 55 anni - ISTITUTI TECNICI: sono una novità; servono a dare una formazione alla classe operaia/produttiva, per indirizzarla verso il lavoro. Gentile distingue due indirizzi liceali: classico e scientifico. - CLASSICO: luogo di crescita per la nuova classe dirigente fascista; di grado superiore allo scientifico, privilegiato in quanto le materie umanistiche formano lo spirito. - SCIENTIFICO: gentile sosteneva che la scienza fosse un sapere incompleto per questo dà a questo indirizzo meno importanza. Il ciclo di studi era formato da: 5 anni elementari - 3 anni medie - 5 anni superiori. Alla fine di ogni ciclo si teneva un esame. L’UNIVERSITÀ era accessibile solo a chi seguiva tutto il percorso e, finite le medie, erano i professori che indirizzavano gli studenti in base alle loro capacità. L’esame di Stato è composto da una parte scritta e una orale, per far emergere le figure di valore. Inoltre, viene introdotta un’ora di religione a settimana nelle scuole, in quanto propedeutica alla filosofia. Si trattava di una SCUOLA ELITARIA, nella quale andavano avanti migliori. Viene introdotto il testo unico (= programmi scolastici), che vale per tutte le scuole italiane. È presente anche la dottrina fascista tra gli insegnamenti. Gentile era anche il presidente della Treccani, perciò il massimo esponente culturale italiano. 1925 - Gentile redige il MANIFESTO DEGLI INTELLETTUALI FASCISTI: tutti gli intellettuali dovevano firmare il manifesto e iscriversi al PNF (costrizione). In caso contrario, sarebbero stati licenziati ed esclusi dalla vita politica. B. Croce, in risposta al manifesto di Gentile, pubblica il MANIFESTO DEGLI INTELLETTUALI ANTIFASCISTI. Pochi lo firmarono perché temevano ripercussioni. Tra questi, vi fu E. Montale. Benedetto Croce inizialmente era fascista ma, in seguito all’omicidio Matteotti, è disdegnato dai fascisti. Essendo un filosofo molto conosciuto, era intoccabile, per cui ricevette solamente alcune minacce di morte ma mai venne torturato o rinchiuso. 1923 - Mussolini voleva un governo di soli fascisti, per cui, poco prima delle elezioni fa scrivere la LEGGE ACERBO (dal fascista Acerbo). Essa definiva la modalità di elezioni e la quota di sbarramento (partito con minimo 4% di voti entrava in Parlamento). La nuova legge elettorale stabiliva che la lista che avrebbe ottenuto almeno il 25% dei voti avrebbe ottenuto i 2/3 dei seggi in Parlamento; i restanti sarebbero stati divisi tra le altre liste. Per cui, il partito che conta più voti, ottiene un BONUS che gli permette di governare senza alleati. 1924 - si tengono le elezioni. Il PNF vince con il 60% dei voti, per cui il parlamento diviene a maggioranza fascista, il che permette a Mussolini libertà d’azione. Le elezioni hanno avuto tale esito per via dei brogli elettorali e per leggi che privilegiavano il PNF. 1924 - il deputato MATTEOTTI (leader PSU) denuncia l’operato di Mussolini e sostiene che le elezioni debbano essere annullate, dal momento che alcune persone non potrebbero essere elette, in quanto non hanno raggiunto l’età minima di 30 anni. Pochi giorni dopo il suo discorso, viene rapito e ucciso dai fascisti. Probabilmente non fu Mussolini, bensì un gruppo di squadristi (CEKA). In segno di protesta, i parlamentari abbandonarono il parlamento (“secessione dell’Aventino” -> evento che si rifà alla storia romana, i plebei per protestare i Patrizi si rifugiarono sull’Aventino). I parlamentari speravano che il re prendesse provvedimenti contro Mussolini, anche se ciò non avvenne. Mussolini attuò delle riforme che mutano lo stato italiano, infatti, in assenza di opposizione in parlamento, gli era concessa piena libertà. 03.12.1925 - Mussolini si prende la responsabilità per l’omicidio Matteotti, nonostante non sia il colpevole. “Se il fascismo è solo violenza, io sono il capo di questa associazione a delinquere, me ne prendo la responsabilità”. Dopo questo discorso, i parlamentari lasciano la camera impauriti. Molti antifascisti scappano dall’Italia e vanno all’estero. Negli anni successivi, l’Italia sarà governata da una dittatura fascista. 1925/1926 - in questi anni avviene la FASCISTIZZAZIONE dello Stato Italiano: - emanazione della “legge sulle prerogative del capo dello Stato”: Mussolini detiene i tre poteri dello Stato, perciò può redigere tutte le leggi che vuole. Il re può, in qualsiasi momento, deporlo, anche se avverrà solo nel 1943. - LEGGI FASCISTISSIME/ROCCO: Mussolini cambia l’assetto dello Stato italiano.  Abolizione della libertà di stampa: i giornali non possono pubblicare articoli antifascisti  Il grande consiglio del fascismo sostituisce il parlamento  Divieto di creazione o organizzazione di altri partiti o gruppi politici  Introduzione della pena di morte, anche se non usata, vengono preferiti altri metodi.  Eliminazione sindaco e sostituzione con la figura del podestà, nominato da Mussolini stesso. 1926, Bologna - attentato a Mussolini; l’esecutore viene ucciso sul posto, si tratta di un ragazzo di 15 anni, Anteo Zamboni. L’attentato è fallito e il ragazzo viene ucciso da degli squadristi, che perseguiteranno la famiglia Zamboni per anni. Verso il 1950, si scoprirà che il giovane non aveva niente a che vedere con l’attentato, che invece era stato organizzato da Farinacci e altri squadristi, i quali incolparono il ragazzo che si trovava nei dintorni. L’attentato funge da strumento di propaganda, Mussolini sostiene che in Italia vi sia un problema di sicurezza (serve per estendere il controllo assoluto del potere), motivo per cui istituisce un tribunale speciale e l’OVRA. L’OVRA ha il compito di scovare gli antifascisti e i sospetti, i quali venivano processati dal tribunale speciale e condannati alla pena di morte o al confino di polizia. Il confino di polizia era già stato introdotto da Crispi sotto il nome di domicilio coatto e consisteva nella deportazione di potenziali nemici politici in luoghi sperduti, per la durata di cinque anni. Questa misura evita l’affollamento delle prigioni (i confinati erano pericolosi solo dal punto di vista ideologico) e permette di ripopolare luoghi sperduti d’Italia. 1929 - PATTI LATERANENSI: dal 1861 Stato e Chiesa ebbero rapporti turbolenti; grazie a questo provvedimento (siglato tra Mussolini e Gasparri) si ebbe una riconciliazione. Già con il patto Gentiloni si avvicinarono, poi ebbero il PPI come partito di riferimento. Attraverso i Patti lateranensi, l’Italia diviene uno Stato confessionale, il cattolicesimo la religione nazionale e nacque lo Stato della città del Vaticano. Due articoli che regolano il rapporto Stato-Chiesa vengono inseriti nella costituzione italiana. Inoltre, il fascismo influenza anche il settore lavorativo, dal momento che i rapporti tra capitale- lavoro erano regolati dai sindacati, che tuttavia vengono aboliti durante la dittatura fascista. Vengono sostituiti dalle CORPORAZIONI, ossia sindacati fascisti; lavoratori e capitalisti decidono in comune accordo gli stipendi, le riforme, per eliminare il dissenso. Tuttavia, non ci sarà una vera tutela dei lavoratori, dato che non portanno esprimere i propri bisogni ed interessi. Ciò mette in luce l’alleanza tra fascismo e borghesia. (corporazione = associazione verticale; sindacato = ass. orizzontale) Si parla del ‘900 come il secolo dei TOTALITARISMI. Questo termine nasce casualmente in Italia, ed è utilizzato da Giovanni Amendola per definire l’atteggiamento del fascismo, ossia un regime che ha controllo totale dello Stato, sia nella sfera pubblica che privata. Ogni democrazia è formata da vari partiti, il fascismo abolisce partiti, perciò esprime la totalità, dato che non ci sono più partiti. Il fascismo diventa l’unica espressione possibile. Questo termine verrà portato all’estero da Luigi Sturzo e indicherà tutte le dittature del ‘900 (tutte le nazioni europee tranne Francia e Inghilterra). Tutti i totalitarismi vengono anche definiti fascismi (es. nazismo). Gli antifascisti lo usano in termini dispregiativi, Mussolini lo usa in senso positivo. 1929 - Gentile ufficializza il termine introducendolo nella Treccani. In seguito, viene ripreso da una giornalista ebraica, HANNAH ARENDT, che riuscì a scappare dalla Germania prima dell’introduzione dei campi di concentramento. La ragazza partecipò ad un processo contro i gerarchi nazisti a Norimberga, i quali si giustificavano dicendo di aver seguito degli ordini ai quali non potevano rifiutarsi se non a costo della vita. In seguito a ciò, scrisse un’opera intitolata “la banalità del male”. A Norimberga viene condannato l’intero popolo tedesco, non solo Hitler o i gerarchi nazisti, dato che l’antisemitismo è alla radice del popolo tedesco. Hannah Arendt definisce un totalitarismo in senso scientifico: indipendentemente se sia di destra o di sinistra, si parla di totalitarismo solamente nel caso in cui sia presente un capro espiatorio/nemico comune (Germania -> ebrei; Russia -> kulaki). Per cui, la ragazza sostiene che l’Italia non sia un totalitarismo in quanto non sia presente un nemico comune; si parla quindi di totalitarismo incompleto. Nonostante le leggi razziali (1938), in Germania il sentimento comune è molto più forte rispetto che in Italia, infatti i fascisti nasconderanno gli ebrei. Inoltre, gli scienziati di Hitler falsificavano i dati, sostenendo che il cervello degli ebrei era meno sviluppato. Una volta che Mussolini divenne PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, cedette la segreteria del PNF a Farinacci (idee estreme sim Hitler). Farinacci vuole sbarazzarsi di Mussolini (per prendere il suo posto), così Mussolini inizia una epurazione (paura traditori), elimina i collaboratori e allontana Farinacci (sim Hitler e Stalin). Il PNF ora ha un valore celebrativo/simbolico, non è più un organo politico, ma propagandistico. Un altro elemento propagandistico è costituito dei nuovi mezzi di comunicazione (radio, cinema): EIAR -> trasmetteva discorsi di Mussolini o riguardanti il fascismo, al fine di mantenere alto il consenso su Mussolini. Mussolini apre le iscrizioni forzate al PNF per tutti gli operai o impiegati pubblici; esse fungevano come una sorta di censimento, per capire il numero di fascisti italiani. POLITICA ECONOMICA FASCISTA: in seguito all’uscita dell’Italia dalla WW1, vi era una forte inflazione e povertà diffusa. 1919 - SVALUTAZIONE DELLA LIRA: 1 sterlina valeva come 36 lire (1:36) 1925 - 1 sterlina: 145 lire In molti settori (petrolio, carbone) le importazioni erano il 99%, il che determinava l’inflazione. Per cui Mussolini inizia una politica economica detta QUOTA 90, per arrestare la svalutazione della lira, portandola a 1:90. Mussolini attuò una politica economica PROTEZIONISTICA, limitando le importazioni dall’estero, al fine di accentuare la produzione italiana. Il protezionismo si focalizzerà sul grano; questa battaglia per il grano verrà presa molto seriamente, tant’è che il grano eccederà. Questo eccesso andrebbe venduto all’estero, tuttavia Mussolini lo fa bruciare per mostrare la forza e la produttività italiana (propaganda). Inoltre, procedette alla bonifica di molte zone paludose, il che portò all’eliminazione di malattie come la malaria. Tuttavia, il protezionismo eccessivo porta a dei danni, tra cui la DEFLAZIONE del prezzo del grano (viene abbassato troppo). POLITICA COLONIALE: l’Italia aveva dei piccoli possedimenti in Africa, tra cui la Libia, la Somalia e l’Eritrea. 1896 - l’Italia aveva tentato la conquista dell’Etiopia, che tuttavia si rivelò un disastro in quanto gli indigeni, armati di solo arco e frecce, sterminarono gli italiani. 1935 - l’Italia nel 1912 aveva conquistato la Libia ma in realtà controllava solo l’area costiera, detta Tripolitania; la Cirenaica (zone interne) era comandata da gruppi ribelli armati. Mussolini invia i generali Badoglio e Graziani con lo scopo di riconquistare la Cirenaica. I nativi della Libia vengono cacciati con la forza ed internati nei campi di concentramento (idea sul momento, ≠ Hitler). Perciò Mussolini riesce a riconquistare la Libia. Tuttavia, i geologi credevano che vi fosse il petrolio ma non venne trovato per cui l’Italia non ottiene riscontri economici. 1959 - gli USA scoprono il petrolio in Libia. Mussolini decide poi di avviare una guerra contro l’Etiopia. Tuttavia, essa faceva parte della società delle nazioni, per cui l’Italia sarebbe stata soggetta a sanzioni economiche. Perciò, la società delle nazioni vieta a tutti i paesi europei di commerciare con l’Italia; in realtà, in Italia era presente una politica protezionistica, per cui non fu soggetta a grandi cambiamenti. 1935 - in Italia ha luogo la “Giornata Della Fede“ o “Giornata Dell’oro Alla Patria”: gli italiani volontariamente donano il proprio oro allo Stato fascista; questo fenomeno viene inaugurato dalla Regina Elena, la quale sta a capo di un esercito di donne che donano le proprie fedi nuziali. Questo gesto simbolizza la fiducia degli italiani nel fascismo e nella guerra in Etiopia. Al posto della fede in oro, viene donato loro una fede in ferro con riconoscimento alla famiglia da parte dello Stato fascista.
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