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La società di antico regime, Appunti di Storia Moderna

Riassunto del libro "La società di antico regime" di Gian Paolo Romagnani

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 15/12/2023

lorenza-di-biase
lorenza-di-biase 🇮🇹

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Scarica La società di antico regime e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! Societ d antic regim I lavor dell storic La parola storia può essere interpretata in vari modi: ● realtà oggettiva (evento) ● prodotto soggettivo (narrazione) ● racconto Non si può parlare di storia se non si cita la “storiografia” che in passato aveva le principali funzioni di ricordare, ammaestrare e spiegare; da cui rispettivamente derivano la storiografia narrativa, pragmatica e scientifica. Quindi possiamo dire che la storiografia risponde ad un bisogno sociale,ovvero la ricerca di identità,cioè ciò che definisce i tratti comuni con coloro che riteniamo nostri simili e ciò che ci differenzia da tutti gli altri. L’interesse dello storico si concentra sugli uomini e sulla loro vita,di cui possiamo ritrovare le tracce negli archivi e nei libri,nei quadri,nel territorio,nel linguaggio ecc.... Oggetto della ricerca storica sono le società umane nelle loro trasformazioni nel corso del tempo che ha come coordinate fondamentali lo spazio e il tempo. Lo storico è allo stesso tempo soggetto e oggetto di storia. Inizialmente la storia non era che la memoria messa per iscritto ,ma lo storico non deve essere un testimone dei fatti,ma un loro interprete critico. Nel 1975 lo storico francese François Furet pubblicava un polemico articolo nel quale lo storico, secondo lui, doveva usare un approccio. Nel 1979 lo storico inglese Lawrence Stone pubblicò un altro articolo polemico, in cui il ritorno alla narrativa non implicava una rinuncia all’analisi ,ma la consapevolezza che la narrazione e l’eleganza stilistica rappresentavano componenti fondamentali del discorso storico. Aristotele scrive che la differenza tra poesia e storia sta nel fatto che la poesia tende a rappresentare l’universale e la storia il particolare,il poeta è dunque più libero dello storico è può raffigurare l’intera gamma delle potenzialità umane.Lo storico invece si limita a descrivere accadimenti particolari e limitati. Poi Isidoro di Siviglia fa una distinzione fra storie,argomenti e favole ,dicendo che le storie sono fatti accaduti,gli argomenti sono fatti non accaduti ma che avrebbero potuto esserlo e le favole sono quei fatti che non sono accaduti e non potrebbero accadere perché contrari al naturale. Voltaire definiva la storia come il racconto dei fatti dati per veri,al contrario della favola che è il racconto dei fatti dati per falsi. Ci sono anche differenze sul piano della grafia tra il libro di storia e quello di narrativa . Il primo si preoccupa di dichiarare le proprie fonti ,il secondo no. Nel primo le immagini sono o dovrebbero essere documenti iconografici ,nel secondo sono semplici illustrazioni. Il discorso storico si svolge su due piani distinti: quello della descrizione,nel quale lo storico espone i fatti relativi ai documenti, e poi c’è il piano dell’interpretazione,nel quale lo storico espone le proprie considerazioni relative all’evento storico preso in considerazione.La distinzione tra questi due piani si ha con il cambiamento del tempo verbale. Sul piano della narrazione ,lo storico usa uno stile e tecniche proprie della letteratura,mentre per il piano dell’analisi si ricorre ad uno stile più sobrio di carattere scientifico. Ogni genere storiografico implica un diverso stile narrativo. Lo storico deve usare anche delle tecniche narrative per rendere il suo prodotto storiografico più fruibile: scegliere quanto spazio deve occupare una narrazione,l’accelerazione o il rallentamento del tempo narrativo,l’uso del flashback,la narrazione a ritroso dal presente al passato,la narrazione dal generale al particolare o viceversa. Lo storico deve far riconoscere il suo testo come veritiero e quindi storico, e per realizzare ciò deve provare tramite i documenti e con la razionalità delle argomentazioni che si tratta della verità. Conoscere le società di antico regime significa dunque conoscere: le fonti che gli storici hanno utilizzato,la storiografia ossia le principali opere storiche ,il significato delle principali categorie storiografiche, i grandi dibattiti in cui gli storici si sono confrontati per giungere a conclusioni condivise. Le fonti sono l’insieme di ciò che ci consente di capire qualcosa delle società del passato di cui ci interessiamo .Le fonti possono essere primarie ,ossia testimonianze dirette o secondarie, ossia testimonianze indirette,possono essere manoscritte ,reperibili negli archivi o a stampa ,reperibili negli archivi e nelle biblioteche . In pratica sono l’oggetto principale della sua ricerca. La bibliografia è invece tutto ciò che è stato scritto sul problema di cui lo storico si occupa ,è lo strumento principale della ricerca . Abbiamo una bibliografia primaria ,ossia i libri su una ricerca diretta sui documenti e secondaria ,ossia i libri scritti lavorando su altri libri. Il luogo ufficiale della ricerca storica è l’archivio. Un archivio è un luogo di conservazione della memoria organizzata di un’istituzione ed è organizzato per funzioni che richiamano le funzioni amministrative dell’ente che lo ha generato. Si possono individuare gli archivi pubblici e gli archivi privati, tra cui quelli ecclesiastici. Tra i dibattiti più rilevanti del 900 troviamo: ● Da una parte gli storici affermano che il Rinascimento e l’Umanesimo siano un’epoca di rinnovamento della civiltà che avrebbe portato alla riforma religiosa, all’Illuminismo e alla formazione della moderna città liberale, contrariamente all’oscurantismo del Medioevo. D’altro canto vi è una visione antimoderna dell’Umanesimo, quindi mistico-religiosa e romantica che avrebbe portato alla Riforma luterana. Negli anni precedenti alla Seconda guerra mondiale, il Rinascimento è stato visto anche come una chiave di risoluzione ai totalitarismi e barbarie. ● Il termine Controriforma compare per la prima volta alla fine del 700 nella cultura protestante tedesca, per indicare il ripristino dell’obbedienza confessionale nel Sacro Romano Impero. Solo alla fine dell’800 acquisisce un valore negativo in contrasto al concetto positivo della riforma cattolica. La Riforma cattolica viene interpretata come un movimento autonomo avviato a fine 400 e portata avanti da Erasmo da Rotterdam. ● Tra gli anni 50 e 60 scoppiò una crisi che vide gli storici dibattere sulla natura della crisi, il suo carattere, sul ruolo della rivoluzione inglese e sulle posizioni italiane all’interno della crisi. Il dibattito si estendeva tra i sostenitori di Marx e i non marxisti. I primi vedevano nella crisi un primo segnale della crisi generale del sistema feudale; i secondi sostengono che, prima di parlare di crisi del sistema, bisogna parlare della frattura tra società e Stato. Una diversa interpretazione era quella secondo cui il Capitalismo avesse fallito, causando una reazione nobiliaria che ristabilì un proprio sistema feudale. 1 b) per questioni religiose c) per reagire alla presenza della morte d) per mancanza di contraccettivi efficaci La natalità è una funzione derivata dal rapporto tra fertilità(capacità di procreare) e fecondità(realtà riproduttiva). Tra i miti da sfatare più diffusi abbiamo il fatto di sposarsi in giovanissima età e il fatto di avere famiglie numerosissime, cosa in realtà tipica solo degli aristocratici. L’illegittimità era molto rara e dove il matrimonio era considerato un sacramento i figli di rado nascevano prima di esso. LA GERARCHIA SOCIALE NELLE CAMPAGNE Il mondo rurale è un luogo di produzione di beni agricoli destinati maggiormente all’autoconsumo. La terra che i contadini lavorano appartiene al sovrano o al principe territoriale,quindi ai nobili che la detengono in beneficio feudale o in proprietà;appartiene ai proprietari terrieri liberi,alla Chiesa e agli enti ecclesiastici,alle città,alle comunità rurali,e quasi mai appartiene ai contadini.In campagna vive oltre l’80% della popolazione europea.Al gardino più basso della scala sociale troviamo,mendicanti,vagabondi e banditi,servi rurali e servi della gleba,contadini nullatenenti,lavoratori stagionali. In una fascia poco più alta,troviamo fittavoli,piccoli proprietari agricoli,medi proprietari terrieri,bottegai e artigiani di villaggio.In una terza fascia ,si inseriscono ecclesiastici ,amministratori di beni aristocratici ,grandi proprietari terrieri.Infine al livello più alto troviamo i signori feudali. I componenti delle famiglie diminuiscono in rapporto alla gerarchia sociale,infatti i più ricchi hanno famiglie più numerose dei poveri ,composte da persone che vivono sotto lo stesso tetto,quindi servitù compresa. All’interno della famiglia contadina vigeva una divisione del lavoro molto rigorosa,che si divideva tra i tutti i componenti della famiglia ,che poteva comprendere spesso anche i nonni,i fratelli e le sorelle non coniugate del capofamiglia . In caso di contadini agiati facevano parte della famiglia anche i giovani servi e garzoni. ● Il soggetto principale del mondo rurale dei contadini è la comunità di villaggio,cioè il corpo sociale e la persona giuridica che rappresenta tutti i contadini. Ogni comunità è dotata di statuti e di organi di governo che regolano e distribuiscono il carico fiscale.L’organo decisionale è l’assemblea dei capifamiglia che elegge un Consiglio ristretto ed alcune magistrature che amministrano i beni della comunità.Il carico fiscale viene definito con criteri proporzionali ai redditi agricoli ,mentre in alcune zone in base agli abitanti domiciliati sotto lo stesso tetto. ● In genere la comunità rurale si identifica in una parrocchia,affidata alla cura di un parroco .I beni della parrocchia sono esenti dalle tasse e comprendono beni immobili oltre ad un patrimonio terriero ,costituito da case e campi, in genere concessi in affitto ad alcuni contadini del villaggio. Le parrocchie più povere invece vivono dei contributi dei fedeli,tramite la decima ecclesiastica e altri tributi in denaro o in natura .La decima era in origine la quota di prodotto agricolo che si destinava al sacerdote.All’interno delle singole parrocchie ,si organizzavano poi le confraternite dei laici con compiti religiosi ,di assistenza,di beneficenza e distribuzione delle elemosina.Dopo gli anni successivi al Concilio di Trento ,il parroco ,svolgeva anche le funzioni ufficiali di stato civile ,ovvero aggiornare il registro parrocchiale con lo stato delle anime e con gli atti di battesimo,di matrimonio e di sepoltura. ● In antico regime una grande quantità di prelievi riguarda la terra lavorata dai contadini a vantaggio dei ceti superiori. Nei paesi cattolici la forma di prelievo più diffusa è la decima ecclesiastica,destinata alle parrocchie ,ma successivamente estesa a tutti gli enti ecclesiastici presenti sul territorio.In tutti i paesi dove dominava la presenza della feudalità,troviamo anche la rendita signorile determinata dalle carte 4 di feudalità ,e anche i ricavi dei pedaggi su strade e ponti,i diritti di transito su tutte le merci che attraversavano il feudo,i diritti sui mulini,sui forni e sui frantoi,sulla raccolta dell’uva e sulla produzione del vino e dell’olio,sulla pesca e sull’utilizzo dei prodotti del bosco ecc… ● Altre rendite vengono percepite dai proprietari terrieri non nobili,affittando ai contadini le loro terre o stipulando con loro varie forme di contratto agrario.I contratti agrari più diffusi sono :affittanza,mezzadria,soccida,pastinato ecc… Il rapporto contrattuale più avanzato in età moderna era l’affitto,in cui il grande affittuario,per lo più un imprenditore agrario versava al padrone una somma di denaro fisso,in cambio della possibilità di coltivare il terreno e vendere il raccolto .La forza lavoro impiegata sui terreni era costituita da contadini poveri o nullatenenti che vendevano il loro lavoro a giornata o a stagione in cambio di una somma di denare.Invece i lavoratori fissi percepivano solo una minima parte del salario in denaro,mentre il restante era costituito da vitto e alloggio e dalla possibilità di un orto in affitto per le necessità familiari . Un’ulteriore rendita è quella “di usura”,ossia derivante da ipoteche sui terreni,o da crediti concessi e mai interamente saldati. ➢ Nella prima età moderna le forme di possesso terriero sono principalmente due: il feudo e l’allodio.Il feudo appartiene al patrimonio della corona e viene concesso in beneficio ad un vassallo,come remunerazione di un servizio prestato. Non rappresenta una proprietà privata ma è legato ad una giurisdizione , ed è sottoposto al doppio dominio del feudatario e del signore.I feudatari possono essere solo i nobili o le istituzioni.L’allodio è invece un bene goduto in piena proprietà,dagli albori che possono essere nobili ,borghesi o anche contadini. Da queste due forme di possesso si distingue il DEMANIO ,come insieme delle terre del principe territoriale. L’economia signorile è un sistema regolato da rapporti diversi rispetto a quelli dell’economia di mercato.Per prima cosa la maggioranza dei produttori,cioè i contadini è esclusa dagli scambi commerciali,in secondo luogo le spese dei signori sono legate all’universo simbolico,ovvero più spendi e sprechi e più sei considerato potente e rispettato. Poi non c’è l’idea di un investimento produttivo,infatti l’agricoltura si basa sullo sfruttamento estensivo della terra e questo provoca una crisi del latifondo che diventa improduttivo. Questo sistema in pratica non regge a lungo. L ci i mond de lavor Nella struttura fisica di una città di antico regime si distinguono al suo interno : un centro amministrativo,un centro commerciale ed un centro religioso. Le strade ed i quartieri subiscono un processo di specializzazione dovuto a necessità economiche ,all’abitudine o alla legislazione,infatti le botteghe artigiane si affacciano su vie caratteristiche all’insegna dell’Arte. I palazzi signorili,si affacciano sulle vie principali e attorno ad essi si raggruppano le principali abitazioni delle famiglie patrizie .Le povere abitazioni del popolo ,spesso costruite in legno sono situate nelle zone vicino al mercato o nelle zone più periferiche e in molti casi dei sobborghi popolari nascono anche fuori dalle mura della città.Negli anni che separarono gli inizi del 200 alla fine del 700,attorno alle Arti e alle Corporazioni,si delineò il quadro economico ed istituzionale della civiltà moderna:l’economia monetaria,il capitalismo,l’idea di cittadinanza e di rappresentanza politica.L’esercizio di un’arte era fondamentale per svolgere qualsiasi attività ed è nelle botteghe degli artigiani che si andava forgiando il linguaggio della politica e le categorie di comportamento dell’uomo. Possiamo parlare di una città di antico regime ,solo in presenza di :mura difensive ,di una guarnigione,di uffici giudiziari o di magistrature territoriali,di un mercato. Siamo in presenza di un città capitale se è sede di una corte o residenza di un principe o può essere centro di una diocesi se vi è la sede di un vescovo. Nell’Europa moderna qualsiasi centro urbano per 5 essere riconosciuto una città deve possedere alcuni requisiti:la presenza di privilegi giuridici e fiscali concessi dal sovrano,che vengono riportati negli statuti,cioè la carta fondamentale della città di carattere amministrativo. Il privilegio più importante all’interno di una città è il diritto all’autoamministrazione ,ossia ad eleggere i propri organi di governo. La città esercita il suo potere anche sul contado,cioè sulle comunità rurali e sul territorio da essa dipendente.Il contado è in origine lo spazio di terra coltivabile che garantisce la sopravvivenza della città e la sua difesa. LA GERARCHIA URBANA Ad un primo livello della gerarchia sociale,nella prima posizione più importante ,troviamo il principe ed i nobili di corte o il vescovo ed i canonici della cattedrale ,i signori feudali,gli esponenti del patriziato urbano,gli alti funzionari dello stato e gli esponenti dell’alto clero.Ad un livello inferiore troviamo i giuristi,i prelati,gli ecclesiastici di ogni livello,i professionisti,i mercanti ed i negozianti;ad un livello ancora inferiore troviamo i segretari e gli impiegati della pubblica amministrazione,i segretari,gli scrivani e i contabili,i maestri artigiani,i bottegai; al gradino più basso infine vi si collocano i servi,i lavoratori delle botteghe,i lavoratori stagionali,i piccoli venditori ambulanti, i lavoratori a giornata e infine alla base della scala abbiamo la massa dei poveri e dei vagabondi. Un’altro privilegio è la cittadinanza,che è riservato a pochi e solo chi è in possesso del diritto di cittadinanza (attestato da un documento),può definirsi cittadino o borghese .La comunità urbana è un soggetto giuridico definito e stratificato al suo interno che si confronta e si scontra con il sovrano o il principe territoriale. Il principale organo amministrativo cittadino è il Consiglio comunale di cui fanno parte gli esponenti delle famiglie patrizie e che può eleggere a sua volta un Consiglio ristretto ed alcune magistrature cittadine. L’amministrazione cittadina può essere controllata da un sindaco eletto dal Consiglio o sottoposta al controllo del principe o della città dominante. Ad un livello inferiore del patriziato urbano ,troviamo un ceto borghese ,formato dagli esponenti delle famiglie mercantili e dei professionisti che si identificano nelle Corporazioni di mestiere o nei Collegi delle arti. Le istituzioni comunali furono espressione di Arti e Corporazioni di mestiere che avevano una propria autorità giuridica. IL LAVORO Il lavoro artigiano ,era una delle caratteristiche delle città del medioevo e della prima età moderna ,infatti le città dell’Europa preindustriale erano città di commercio e di manifatture. LA CORPORAZIONE Nel mondo medievale e moderno la Corporazione era un’associazione di persone definita da comuni finalità,dotata di autonomia giuridica e di diritti,poteri e obblighi.La Corporazione agiva nei confronti dei suoi membri definendo e imponendo regole comuni,nei confronti di altre Corporazioni definendo e distinguendo i reciproci ambiti di giurisdizione ;nei confronti delle istituzioni come interlocutore e soggetto politico e assumendo anche un connotato pubblico. Ma la Corporazione poteva assumere anche altri compiti,come tutelare ed assistere i suoi membri e le loro famiglie,garantire assistenza e casse di mutuo soccorso,aprire ospedali e scuole ecc…. Ma con la formazione degli Stati regionali(Italia)e con la costituzione di forti monarchie nazionali,la natura delle Corporazioni si trasformò,infatti la formazioni di oligarchie e l’esigenza di stabilità ,indusse i ceti dirigenti a separare il governo dalla partecipazione alla vita politica. Quindi si giunse in alcuni casi all’abolizione degli organismi corporativi ;in altri casi vennero mantenuti ma svuotati dei poteri politici e di governo e in altri casi ancora essi vennero trasformati in organismi al servizio del nuovo potere. Fra 400 e 500 le Arti e le 6 del sistema di fabbrica nell’Inghilterra settecentesca.La categoria di protoindustrializzazione si è definitivamente affermata in seguito alla pubblicazione ,nel 1977,del volume di un gruppo di ricercatori dell’Università di Gottinga,con il quale si è spostato l’accento sulle vie diverse rispetto a quella britannica.L’attenzione del gruppo di Gottinga si concentrava soprattutto sugli aspetti demografici,rilevando una significativa crescita della popolazione nelle aree toccate dalla protoindustriali. ➔ In anni recenti è stato proposto il concetto di distretto produttivo manifatturiero per indicare ,unità territoriali in cui si concentravano attività industriali omogenee ,soprattutto in aree rurali.Questo ha permesso di valorizzare maggiormente casi di realtà periferiche,precedentemente oscurate dal modello britannico.Sono quindi casi di produzione manifatturiere con basi agricole e caratterizzati da un massiccio impiego del lavoro a domicilio,ma comunque in grado di rapportarsi con il mercato a livello internazionale. LA RIVOLUZIONE DEI CONSUMI Il 700 è il secolo nel corso del quale si afferma un consumo di massa,rendendo le differenze sociali meno percepibili ,almeno per quanto riguarda una serie di consumi di base come l’abbigliamento,il riscaldamento ,l’illuminazione,l’arredo ,il cibo,i trasporti,la cultura ecc.. Questo nuovo modello di consumi si è affermato(non a caso) per primo nella società americana ,caratterizzata da una forte mobilità sociale e priva delle gerarchie consolidate.Si impone ,anche presso i ceti inferiori,la necessità del superfluo,ossia la necessità di possedere beni non strettamenti legati alla sopravvivenza. L’economia di massa si afferma come il fattore più importante di rinnovamento e trasformazione sia dell’economia che dei costumi. LE NUOVE TRASFORMAZIONI Nel settecento l’acqua sarà l’elemento essenziale delle nuove macchine a vapore delle pompe idrauliche, degli impianti industriali e più tardi dei locomotori per il trasporto.Tutto ciò porterà ad una crescita dell’inquinamento delle acque potabili urbane e di quelle scaricate nei fiumi dai sempre più numerosi impianti industriali. Nel settecento si comincerà a diffondere l’abitudine di curare l’igiene personale e di lavarsi il corpo più volte alla settimana. Questa rivoluzione dell’igiene rappresenterà un miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni europee,favorendo una minore diffusione di malattie ed un aumento della vita media.Progressivamente si assiste anche alla diffusione della biancheria,utilizzata sia dagli uomini che dalle donne di tutte le età e di tutti i ceti sociali. Nelle principali città europee si assisterà anche all’introduzione di nuovi metodi di riscaldamento e di illuminazione, all’introduzione dei vetri trasparenti di grandi dimensioni alla finestre delle case. L’illuminazione delle strade determinerà una maggior sicurezza e la possibiltà di allungare gli orari di lavoro. I focolari e i caminetti saranno sostituiti dalle stufe in ceramica o in ghisa. Questi nuovi cambiamenti implicheranno lo sfruttamento di nuove fonti di energia,il carbone fossile piuttosto che la legna. L nobilt europe I termini aristocratico ,aristocrazia derivano dal greco e significano “il governo dei migliori”.Nel mondo greco l’aristocratico era colui che si distingueva per il suo valore e per l’eccellenza della sua natura e non per legami di sangue.Nel mondo romano, invece,l’élite era rappresentata dal patriziato,cioè coloro che avevano discendenza da una delle famiglie originarie della città con il diritto a sedere in Senato.Invece nel mondo tardo antico e medievale,con il termine nobile si indicava colui che per nascita o titolo concesso dal sovrano,godeva di privilegi.I tre elementi che caratterizzavano la nobiltà antica erano:la 9 nobilitas,cioè le doti naturali riprese dalla propria discendenza,la virtus,ossia la virtù e il coraggio militare, da dimostrare attraverso l’esercizio delle armi e la certa habitatio,ossia il possesso di una casa e di una terra. Possiamo dire che la nobiltà è un ceto o un ordine o uno stato.Per” ceto” si intende distinguere un gruppo sociale in base alla posizione che occupa all’interno della società invece per “ordine o stato”,si intende distinguere un gruppo sociale per la sua posizione giuridica all’interno di una gerarchia(clero,nobiltà,terzo stato ecc..) UNA SOCIETA’ TRIPARTITA La tripartizione sociale è uno dei tratti tipici comuni a tutta la civiltà indoeuropea antica e medievale che consiste nella distinzione di tre funzioni fondamentali di ogni società:la sovranità,la forza e la fecondità. La prima funzione esercitata dai re-sacerdoti ,i quali erano impegnati nel governo della cosa pubblica,nella preghiera,nei sacrifici ecc..,la seconda funzione era esercitata dai guerrieri,impegnati nell’esercizio delle armi e nella difesa dei nemici.Infine la terza funzione era esercitata dai lavoratori,impegnati in tutte le funzioni quotidiane come il mantenimento e la riproduzione della comunità,ed erano vincolati da una serie di obblighi dai quali i primi e i secondi gruppi erano esentati. CHE COSA SONO LE NOBILTA’? Le nobiltà sono i ceti privilegiati che detengono la supremazia politica e sociale,esse posseggono uno statuto giuridico,si perpetuano per via biologica e rinnovano i propri ranghi in base a regole prestabilite e in genere rappresentano una minoranza della società.La nobiltà è un ceto distinto dal privilegio e le sue caratteristiche costitutive,sono la nascita,il ruolo sociale,il possesso,la propensione naturale alla conservazione della tradizione. I principali titoli della nobiltà imperiale europea,sono:i duchi,i marchesi,i conti,i visconti,i visdomini e i baroni. I DUCHI,sono in età tardo romana e longobarda, i comandanti militari e poi i governatori militari dei territori conquistati;in età carolingia invece sono i grandi feudatari cui spetta il governo dei duchi per conto del sovrano. I MARCHESI,sono i governatori delle marche,ossia delle province di confine o di importanza strategica. I CONTI,sono fedeli collaboratori del sovrano che governano una contea,ossia una circoscrizione territoriale in cui è suddiviso il regno. I VISCONTI,sono feudatari con titolo ereditario di livello inferiore a quello dei conti. I VISDOMINI,sono i feudatari laici ai quali il vescovo delega la propria autorità temporale. Infine i BARONI,sono una nobiltà feudale di natura inferiore. Questo schema dei titoli nobiliari si trasforma nell’età moderna,quando le monarchie territoriali si creano fedeltà,distribuendo i titoli alle maggiori famiglie. CHE COS’E’ UN PRIVILEGIO? è qualsiasi esenzione o distinzione da un insieme di leggi o norme valide per gli altri individui o gruppi sociali.Conseguenza del privilegio è la diseguaglianza. CHI E’ NOBILE?chi dimostra di possedere “titoli di nobiltà”,ossia privilegi o esenzioni sancite dal sovrano,dalla consuetudine o dal tempo. COME SI DIVENTA NOBILI? essenzialmente per nascita,per diritto ereditario;ma anche per servizio,ottenendo dal sovrano un titolo per i servizi prestati;o anche acquistando un titolo in cambio di denaro. QUALI SONO I PRINCIPALI TIPI DI NOBILTA’ EUROPEA? ne possiamo individuare 5: 1. La nobiltà terriera di antica origine feudale o nobiltà di sangue o nobiltà di spada. 2. I patriziati urbani ,ossia famiglie di “Consiglio” che devono i loro privilegi dall’esercizio di cariche amministrative. 10 3. La nobiltà di toga,acquisita per diritto in seguito all’esercizio di alte cariche di giustizia. 4. La nobiltà di servizio,acquisita o confermata in seguito a servizi resi al sovrano. 5. La nobiltà di fatto,non titolata ma riconosciuta per consuetudine o in seguito a comportamenti simili a quello dei nobili. SI PUO’ PERDERE IL PROPRIO TITOLO NOBILIARE?Si può perdere la nobiltà se qualcuno dimostra l’impurità di sangue o causa della nascita illegittima da un genitore non nobile.In Francia ad esempio si può essere privati dei titolo anche se si esercitano arti meccaniche o lavori manuali,o professioni infamanti o anche chi pratica il commercio,l’usura o il prestito ad interesse ecc… ● Gli elementi di legittimazione della nobiltà possono essere:la purezza di sangue,ossia la nascita nobile e la genealogia incontaminata,l’onore dimostrato con l’esercizio delle armi e con il valore militare,la competenza e l’autorità a livello politico e possedere bene economici.Un altro processo di legittimazione si verifica in Europa nel corso del 700 dove quando il sovrano è assoluto e quindi arbitro della legge,la nobiltà si consolida e si rinnova,perdendo di autonomia.Invece dove la monarchia è più debole o non è assoluta,la nobiltà continua ad avere autonomia propria rispetto al sovrano. ● Il formarsi di una coscienza nobiliare nella prima età moderna in Italia ,ha portato alla nascita di una nuova ideologia ,centrata sui concetti di gentiluomo,di onore,di disprezzo delle arti meccaniche,che ha trasformato la nobiltà e i patriziati italiani in gruppi molto più chiusi rispetto al medioevo.Questa ideologia trovò molte contraddizioni e solo nel 700 si sarebbe arrivati a delineare una nuovo concetto di nobiltà,fondato sulla proprietà,sul senso dello Stato e su radici nazionali. NOBILTA’ E RICCHEZZA. La maggior parte dei nobili era ricca,ma non tutti i nobili erano ricchi,addirittura una significativa minoranza di nobili era povera.Nel 600 in una fase di crisi per la nobiltà europea,in Francia molte terre nobili vennero cedute ai borghesi per denaro,a Napoli molte famiglia erano cadute in miseria e anche in Castiglia molti nobili si erano indebitati cedendo i loro beni a giuristi e uomini d’affari.Solo le grandi corti come Versailles o Vienna riuscivano ancora a sollecitare gli esponenti della piccola borghesia.Tra 600 e 700,in Europa,una grande quota della ricchezza era nelle mani dei ceti non nobili. ● Un’altro stereotipo ormai superato si basa sulla doppia visione del 700 di una nobiltà in declino e di una borghesia in ascesa.Questa visione non corrisponde alla realtà dal momento che il potere nobiliare è risultato estremamente elastico e capace di adattarsi.Partendo dal territorio terriero,accanto alle terre nobili,destinate ad essere trasmesse ai figli maschi,esistevano altre terre acquistate nel corso del tempo che potevano essere liberamente vendute ,infatti nel corso dei tre secoli dell’età moderna si ebbe una crescita dei redditi derivanti da beni non feudali.Inoltre i nobili cominciarono a sfruttare i prodotti della terra e le risorse del sottosuolo come ferro,piombo,metalli preziosi.Consentita era anche la speculazione edilizia,realizzata vendendo terreni urbani o extraurbani edificabili.Era esercitata anche l’attività bancaria o di prestito ad interesse,sebbene giudicata illecita.Nei primi anni del 600 la fondazione della Borsa di Amsterdam consentirà a molti nobili di acquistare azioni delle compagnie navali o delle compagnie per lo sfruttamento delle Indie . LE SPESE NOBILIARI,erano spese di necessità ma anche spese per dimostrare il proprio prestigio .Contrarre debiti era una necessità,infatti il vero nobile non bada a spese. 11 5. Tentativo di affermare una legislazione unitaria su tutto lo Stato, a scapito delle diverse autonome giurisdizioni territoriali o di ceti o gruppi privilegiati.Questa operazione verrà realizzata solo in pochi casi nel corso del 700,attraverso il passaggio ai codici scritti,alla riduzione dei privilegi locali,la riduzione dei privilegi di ceto,la riduzione dei privilegi ecclesiastici,in seguito ai Concordati fra Stati e Chiesa cattolica. 6. Progressiva affermazione di un mercato ampio ed esteso,vincolato allo Stato. Infatti le politiche economiche di molti governi europei,a partire dalla metà del 600,sono ispirate al mercantilismo e quindi all’intervento dello Stato sull’economia. Nella formazione dello Stato moderno si possono individuare tre fasi: A. la prima fase, corrisponde al medioevo ed è caratterizzata dal patto sancito fra poteri autonomi. B. la seconda fase,corrispondente all’età moderna,è segnata dalla affermazione del dominio del sovrano sugli altri poteri. C. la terza fase ,corrisponde all’età contemporanea ed è caratterizzata dall’affermazione del principio di rappresentanza politica,riducendo il ruolo del sovrano come garante delle leggi dello Stato. La storia dello Stato moderno è un insieme di lotte e di compromessi fra poteri diversi,fino all’affermazione di uno Stato sovrano,come entità superiore,autonoma e astratta. In antico regime diversamente dal mondo contemporaneo,ad essere rappresentati erano i ceti ,infatti in tutti i territori europei esistevano organi di rappresentanza dei ceti.Gli organi rappresentativi non esprimono orientamenti politici e programmi di governo ma sono portatori di interesse come privilegi e libertà dei corpi sociali che rappresentano. Due erano i compiti delle assemblee rappresentative dei ceti:prestare consiglio e aiuto al sovrano,che nel medioevo consisteva nella partecipazione diretta dei nobili alle guerre del sovrano, successivamente .Poi successivamente l’aiuto venne sostituito da un contributo in denaro per armare l’esercito,infine da una quota da ripartire fra i sudditi.Fra cinque e seicento però i sovrani limitarono molti compiti degli organi rappresentativi per ragioni economiche .Infatti essi opponevano una forte resistenza alle pressioni fiscali dovute all’inflazione,all’aumento delle spese militari e di corte e quindi all l’indebitamento dello Stato. In base alle dinamiche della statualità di antico regime tra 400 e 700,si possono individuare 4 tendenze: 1. La tendenziale razionalizzazione del potere sul territorio che porta all’affermazione di un ristretto numero di Stati territoriali(Spagna,Francia,Inghilterra),spesso conseguenza dell’unione di più corone. 2. La progressiva autonomizzazione dei più forti poteri imperiali rispetto all’autorità feudale e quindi l’affermazione di questi poteri in sede locale. 3. La progressiva marginalizzazione dei poteri locali,delle magistrature e degli organi rappresentativi,rispetto al potere dei principi sovrani. 4. Forte concentrazione dei poteri. Lo storico inglese John H. Elliott ,ha coniato il concetto di “monarchia composita”,per indicare quelle monarchie solo in apparenza unitarie ma che all’interno hanno una molteplicità di giurisdizioni,legittimate dalla forza della tradizione. Utilizziamo la categoria di “Stato territoriale”,per distinguere gli Stati dotati di confini definiti. Affinché uno Stato territoriale in età moderna si potesse mantenere e sviluppare,bisogna avere 6 condizioni fondamentali: 1. Una buona disponibilità di risorse economiche e naturali sfruttabili. 2. Una posizione geografica protetta e garantita dalla presenza di confini naturali. 14 3. Presenza di abili uomini di governo. 4. I successi di guerra e quindi una buona forza militare. 5. L’omogeneità della popolazione e l’assenza di conflitti interni di carattere religioso o etnico. 6. La presenza di una forte alleanza del potere con le élite locali ,così da garantire l’assenza di conflitti di potere,resistenze o rivolte. Fra 500 e 700 queste condizioni si trovano solo parzialmente in Inghilterra,in Francia e in Spagna e non si trovano invece negli Stati tedeschi e in Italia. ➔ IL CASO ITALIANO. I principali fattori che hanno formato un ostacolo per la formazione di un unico Stato territoriale in Italia ,sono i seguenti: -l’arretratezza delle strutture statali e l’immobilità statale; -la debolezza di un apparato burocratico corrotto dal sistema dei privilegi -l’indebolimento delle attività commerciali,dovuto sia alla crisi del Mediterraneo,sia alla crisi delle autonomie urbane,sia al ritorno della lavorazione della terra. -la supremazia straniera sulla penisola e la dominazione spagnola; -la presenza di patriziati cittadini forti e radicati; -l’esistenza di istituzioni oligarchiche che favoriscono l’immobilità sociale e politica; -la presenza di uno Stato della Chiesa autonomo ed esteso che rappresenta la monarchia assoluta,ma privo di continuità dinastica e condizionato dai poteri feudali e famigliari. MONARCHIE ASSOLUTE e REPUBBLICHE OLIGARCHICHE. L’assolutismo fu solo una tendenza e in nessun paese si realizzò mai in forma compiuta.Il termine “assolutismo” entra a far parte del lessico politico solo con la Rivoluzione francese e nel 800 viene codificato a livello storiografico .Inizialmente aveva una connotazione negativa e poi in seguito assunse una valenza positiva,unito all’attributo “illuminato”.L’assolutismo europeo è stato considerato come un processo tendente a realizzare una sovranità più libera da controlli istituzionali ma pur sempre una forma di governo limitata. Quindi l’assolutismo essendo solo una delle tendenze delle grandi monarchie europee,la forma più diffusa di governo rimane quello dello STATO CETUALE.Cioè uno stato fondato su una molteplicità di poteri e sulla condivisione della sovranità fra il principe,i ceti e i loro organi rappresentativi. Molto diversa è la situazione delle antiche repubbliche oligarchiche e patrizie,come Venezia,Genova e Lucca,o come le Province Unite D’Olanda.Queste sono fondate su organismi rappresentativi delle élite cittadine e su complessi sistemi fiscali.Soffermiamoci sulla repubblica oligarchica di Venezia che è rappresentata da un ceto dirigente di origine mercantile e che dopo la metà del 500 si trasforma in ceto chiuso e immobile.Basti pensare che all’interno dell’amministrazione centrale dello Stato vi potevano entrare solo i patrizi veneziani. LA BUROCRAZIA. Il termine “burocrazia” viene coniato a metà 700, deriva dal francese ed indica sia un sistema di potere dominato dai funzionari e dalle regole poco trasparenti,sia l’insieme degli impiegati pubblici.Secondo Weber lo strumento principale attraverso cui i sovrani assoluti sarebbero riusciti ad esercitare il loro potere era la titolarità degli uffici,ossia la concessione agli ufficiali del possesso patrimoniale della carica,concepita come un beneficio feudale.La vendita degli uffici e delle cariche,che consentiva allo Stato di guadagnare cifre notevoli, prende il nome di venalità.Nella prima età moderna,fino alla metà del 500,la maggior parte degli uffici ha carattere venale,mentre nella seconda età moderna, tra 600 e 700,i pubblici ufficiali divengono funzionari stipendiati,dipendenti dal sovrano.Il servizio alle dipendenze dello Stato,diventa così una carriera che consente il passaggio dagli uffici inferiori a quelli superiori.Il concetto di carriera sta ad indicare la relativa facilità di passare da una posizione 15 all’altra per scorrimento.Lo sviluppo di una burocrazia permanente nasce con lo Stato moderno come conseguenza delle nuove necessità poste dalla guerra e dall’amministrazione di territori sempre più ampi.Nel corso del 500 si verifica un ‘estensione delle competenze e l’aumento dei segretari che diventano un vero corpo autonomo di professionisti al servizio dello Stato,in possesso di precise competenze economiche e giuridiche e non necessariamente nobili. I metodi di reclutamento dei vari ufficiali erano principalmente 3: -si reclutavano esponenti della piccola nobiltà; -si reclutavano giuristi non nobili in virtù delle loro competenze e in alcuni casi concedendo loro un titolo nobiliare come ricompensa; -si concedeva l’ufficio in beneficenza o lo si vendeva al miglior offerente,garantendo al titolare la possibilità di trasmetterlo in eredità ai propri figli. A prevalere tra 500 e 600 ,fu il modello della venalità. L’ufficio era considerato come un titolo d’onore,di conseguenza il titolare di un ufficio si distingueva per la sua dignità ricoperta. L’ufficio era una titolarità non revocabile,diversamente dalla commissione che era invece un incarico temporaneo e revocabile.L’ufficio era un organo di governo ed era uno strumento fiscale per realizzare un prelievo su chi intendeva esercitare quella funzione. Inizialmente la venalità fu uno strumento nelle mani del sovrano per garantire un’estensione di ufficiali e nuove entrate, ma successivamente divenne un ostacolo alla razionalizzazione dello Stato e al rafforzamento del legame fra ufficiali e sovrano .Il risultato di questo sistema è l’aumento numerico delle élite a scapito della loro autonomia,infatti la nobiltà si trasforma progressivamente da ceto autonomo in corpo dello Stato,subordinato al sovrano e al sistema.Questi rappresentano una nuova classe governativa , un “ordina di fatto”,al pari della nobiltà di toga. Gli officiers francesi di fine 600,provengono da famiglie alto-borghesi,hanno compiuto studi superiori presso i collegi Gesuiti e si sono laureati presso la Facoltà di Diritto a Parigi,hanno poi svolto un periodo di stage negli uffici e sono assolutamente devoti al sovrano. Giustizi fiscalit i antic regim L’esercizio della giurisdizione sul territorio era una dei principali compiti del potere sovrano ma allo stesso tempo era rivendicato anche dai poteri locali.Giurisdizione significava due cose:l’esercizio del diritto di punizione e la capacità di imporre tributi,quindi il monopolio della giustizia e del fisco.In antico regime la giustizia era determinata dal privilegio cetuale,infatti esistevano tribunali feudali,ecclesiastici,militari,mercantili ecc…,all’interno dei quali la giustizia era esercitata in virtù del ceto di appartenenza.In molti paesei auropei esistava una giustizia regia,una giustizia signorile e una giustizia ecclesiastica.Esisteva soprattutto nel mondo rurale una giustizia"infra giudiziaria",ossia emessa fuori dai tribunali ma ritenuta comunque valida.Questo tipo di giustizia privata,permetteva di risolvere tramite negoziati,arbitrati,accordi,mediazioni,patti,paci private, i conflitti senza nessun controllo politico da parte delle autorità statali.In alcuni casi era leggittimata anche la faida,ossia la rivincita di sangue. L’affermarsi della giustizia rappresenta uno dei tratti tipici dello Stato moderno.Nella Francia ,i magistrati erano officiers che avevano comprato la loro carica in modo venale e che esercitavano a livello locale funzioni di polizia,di controllo dell’ordine pubblico e di controllo sui prezzi e sui commerci. Al livello più basso si collocavano le prevosture,antiche giurisdizioni feudali e municipali, poi in successione troviamo i balivati e i siniscalcati con autorità di tribunali di prima istanza nelle città prive di Parlamento. Ad un livello intermedio ci sono i tribunali di presidio,con funzione d’appello di prima istanza, e poi salendo ancora troviamo i Parlamenti provinciali,vere e proprie Corti d’appello di seconda 16 7. il ruolo importante della marina militare nell’espansione coloniale. Fra il XV e il XVI secolo la maggior parte degli eserciti muta da una massa di persone reclutate per brevi periodi ad un corpo disciplinato, organizzato e in possesso di competenze professionali. Vi era una gerarchia all’interno dell’esercito composta dai picchieri, ovvero la fanteria leggera, e dai soldati mercenari, ovvero dei professionisti di guerra che sostituirono le milizie cittadine volontarie. Questo tipo di organizzazione risultava più efficace, anche se un po' più costosa. Il testimone più efficace di queste trasformazioni è Niccolò Machiavelli nel suo trattato sull’Arte della guerra. La stagione delle guerre in Italia, tra il 1494 e il 1530, era dunque caratterizzata da un’incertezza; alcune battaglie avevano ancora un carattere medievale, altre adottavano le nuove strategie. Spostandosi sulle coste ci si accorge che la guerra si trattava anche di navi e flotte ben equipaggiate; si passa dalla pratica dell’arrembaggio alla battaglia navale condotta a distanza con le armi da fuoco. In questo periodo si ha l’apparizione della cosiddetta “bocca di fuoco”, ovvero il primo grande cannone della storia moderna; si passa così dall’utilizzo dell’arma bianca a quella da fuoco che rivoluziona l’intero modo di combattere. Diviene sempre più importante il ruolo dell'artiglieria, sia pesante che leggera, forgiata da abili artigiani da cui dipendeva l’esito della guerra. Le mura medievali alte e sottili vennero sostituite da bastini più bassi e molto più spessi; si passa quindi da una difesa “verticale” ad una “orizzontale”. Guerra e fiscalità sono strettamente legate fra loro; infatti dalla nascita di eserciti permanenti i sovrani si vedevano costretti ad indebitarsi o ad aumentare la pressione fiscale nei sudditi. Le spese aumentarono anche a causa delle nuove armi da fuoco e delle nuove edilizie. Fra 400 e 500 gli Stati preferiscono differenziare il peso fiscale fra il capoluogo e le città suddite, per non imporre a tutti un aumento delle imposizioni. L’aumento dei costi fa sì che i sovrani delegarono, a dei veri e propri imprenditori della guerra, i poteri militari. Osservando l’esercito dal punto di vista della truppa, quindi non dello Stato, delineiamo la loro vita. Il loro arruolamento avveniva per svariati motivi: a) arruolamento forzato di poveri, delinquenti e sbandati. b) arruolamento obbligatorio dei prigionieri di guerra o dei soldati appena sconfitti. c) arruolamento volontario. d) arruolamento da parte dei colonnelli nei territori dei loro feudi. I grandi eserciti non erano costituiti solo da soldati, ma anche da personale di servizio, in gran parte femminile. Inoltre spesso i soldati portavano con loro le moglie le varie donne che incontravano durante la marcia. Gli eserciti del 600 erano formati da una folla di persone differenziate solo dal tipo di armi che impugnavano; solo gli inglesi furono i primi a introdurre un’uniforme che sarebbe diventata poi virale nel secolo successivo. Fu in questo periodo che comparvero le prime caserme e i primi quartieri militari in cui i soldati potevano alloggiare. Nacquero anche le scuole militari di artiglieria e del genio che formavano soprattutto sotto il punto di vista strategico. -Fra 500 e 600 la densità dei conflitti appare molto elevata. ➔ 35 anni di guerra per il predominio dell’Italia ➔ 38 anni di guerre franco-asburgiche ➔ 26 anni in Germania per religione ➔ 80 anni di guerra fra Spagna e Paesi Bassi ➔ 30 anni di guerra europea ➔ 50 anni durante il regno di Luigi XIV 19 -Fra 500 e 600 si concentrano le guerre più devastanti. -Nel 700 i conflitti erano meno distruttivi per la popolazione civile in quanto caratterizzati da assedi ed essendo guerre di posizione ben precise e stabilite. Povet, criminalit controll social A partire dal 500 si diffonde il “pauperismo”, ovvero vede una grande quantità di poveri, disoccupati e vagabondi che passano dalle campagne alle maggiori città europee. Queste persone si spostano in cerca di un lavoro e di cibo che però spesso non trovano, creando disagi. Questo fenomeno era causato da: a) l’aumento della popolazione che causa pressione sulle campagne le cui risorse non bastavano per tutti b) l’aumento dei prezzi c) l’eccesso di manodopera con bassi salari d) la concentrazione delle proprietà nelle mani di pochi Il luogo d’origine del pauperismo è la campagna, anche se lo spazio dove si manifesta in maniera drastica è la città, nel momento in cui il numero dei poveri supera la capacità di protezione e assorbimento nella società. Con il termine “povero” indichiamo colui che non possiede una rendita ed è quindi costretto a lavorare. Secondo diversi storici i poveri potevano essere divisi in: -poveri strutturali, ovvero coloro che erano impossibilitati a lavorare(vecchi,vedove,ecc.) -poveri congiunturali, ovvero coloro che si trovavano sempre in bilico nella loro esistenza -poveri non indigenti, ovvero coloro che si trovavano poco al di sopra del limite di sussistenza. Il concetto di povertà quindi è relativo e dipende dalla “soglia di povertà”. Si trovano dunque: -la povertà fluttuante, composta da quelle persone che emigrano in base alle stagione -la povertà ricorrente, composta da quelle persone soggette ai cicli stagionali e di vita dei bestiami -la povertà occasionale, soggetta a cadere sotto la soglia minima di sussistenza con più facilità -la povertà strutturale composta da coloro che venivano aiutati dalla carità Oggi utilizziamo l’espressione “marginali” per indicare gli individui che si collocano ai margini della società; e l’espressione "emarginati" per indicare coloro che vengono espulsi ai margini. Queste due espressioni possono essere attribuite a livello economico, sociale e culturale. Nei confronti di queste persone forestiere la società nutriva un senso di diffidenza e talvolta di disprezzo. L’immagine dei poveri da parte della dottrina cristiana era sempre associata a quella del Cristo sofferente e bisognoso di aiuto; quindi donare ai poveri significava in qualche modo farsi perdonare per altri peccati e riscattarsi agli occhi di Dio e della società. Per evitare che l’immagine di questo Cristo sofferente possa diventare oziosa, non è il singolo individuo a dover fare la carità, ma anche le istituzioni sia religiose che apposite. Solo nell’800 si inizia a parlare di assistenza come un diritto di ogni cittadino A causa di poveri che in qualche modo approfittavano delle benevolenze, in gran parte d’Europa la mendicità viene bandita e in molti casi la carità individuale vietata. Vi era inoltre una differenza tra il povero locale, che doveva presentare un attestato che confermava la sua povertà, e quello forestiero a cui era negato ogni tipo di aiuto. Per coloro che si opponevano all’aiuto mediante le istituzioni, l’unica risposta era la reclusione. 20 Per alcuni grandi studiosi, come Voltaire e Genovesi, la povertà non era altro che una colpa di chi non sa uscire dal proprio stato di ozio o di ignoranza, mentre il lavoro viene visto come un valore etico capace di far uscire dalla miseria. Di pari passo ai poveri e alle cosiddette “classi pericolose”, vanno sottolineate le classi lavoratrici e tutte le loro lotte per i diritti; di fatto le loro condizioni permettevano di situarsi al limite della sussitenza. Nel corso dell’età moderna si hanno luogo molte migrazioni dalla campagna alla città, tra cui la più significativa tra il 1523 e il 1529 che scatenò reazioni da parte delle autorità. Nel 1522 viene per la prima volta deliberata la centralizzazione dell’assistenza ai poveri e nel 1526 viene pubblicato un trattato in cui la carità passa dalle mani del singolo individuo alle istituzioni nelle città sia cattoliche che protestanti. Nell’Italia settentrionale a partire dalla metà del 500 vengono fondati istituti assistenziali che costituiscono un luogo di ricovero e contenimento, ma soprattutto di lavoro ed un centro economico di primaria importanza. Ma questa esigenza di isolamento per i poveri mostra come essi siano privi di libertà e costretti a lavorare. Nel campo della criminalità in antico regime, dal momento che risalire all’autore era molto difficile, l’unica soluzione era la severità delle pene. La pena era concepita come punizione e non come una correzione e regnava la disuguaglianza di trattamento tra i vari ceti sociali. La maggior parte dei reati si dividevano tra il furto e l’aggressione, chiamata comunemente criminalità rurale tipicamente delle classi povere. Questo tipo di crimine riguarda perlopiù il singolo individuo in un momento di scatto, d’ira e raramente era premeditato. Molto comune al di fuori delle comunità agricole vi era il brigantaggio, ossia delle bande che assalivano con le armi sia i viaggiatori isolati che le carrozze e i carri con merci. La criminalità urbana era molto diversa e più concentrata. In questo caso il crimine era quasi sempre premeditato e organizzato da ceti minori ai danni di quelli maggiori. In linea di massima i reati erano maggiormente incentrati sul patrimonio e sui terreni piuttosto che sulle persone stesse. Per questo il sistema giuridico era fondato più sulla difesa della proprietà privata che sulla vita del cittadino. L dimension religis Per quanto riguarda la religiosità a tutti i livelli sociali è presente in primo luogo il senso della precarietà dell’esistenza e della paura della morte. In antico regime credere nel soprannaturale era un modo per dare un senso alle cose tramite riti e preghiere. In pochi osavano rivolgersi direttamente all’Altissimo e preferivano farlo attraverso delle figure di mediazione come la Vergine Maria e i santi. La gerarchia celeste prevedeva che ci si rivolgesse con un’offerta in primo luogo al santo locale e al suo santuario e solo in casi gravissimi ci si rivolgeva direttamente a Gesù; e inoltre solo i sacerdoti si rivolgevano a Dio. Il culto mariano era particolarmente diffuso tra le donne che trovavano più semplice rivolgersi ad una figura femminile. Spesso in Antico regime contadini e contadine non conoscevano il calendario, non sapendo distinguere mesi e giorni, ma conoscevano il calendario liturgico su cui basavano la loro vita. Questo calendario scandiva anche i giorni di lavoro e di festa. tra cui la Pasqua in cui tutti dovevano confessarsi e prendere la comunione. La vita di ogni individuo era caratterizzata da dei riti di passaggio: battesimo, comunione,matrimonio,estrema unzione. Tutti questi riti vengono svolti nella parrocchia e la figura del parroco rappresenta un mediatore fra la società contadina e la Chiesa. Il parroco è 21
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