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La Società di Antico Regime, Sintesi del corso di Storia Moderna

Temi e problemi storiografici: dal lavoro dello storico all'educazione ed istruzione

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 28/09/2022

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helenacorvonero- 🇮🇹

4.5

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Scarica La Società di Antico Regime e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! 1 LA SOCIETÀ DI ANTICO REGIME (XVI-XVIII secolo) 1. Il lavoro dello storico Il termine storia deriva dal latino historia traducibile come “cercare di sapere, osservare, informarsi”. Colui che vede e sa è il testimone. La storiografia è il nostro primo modo di avvicinarci alla storia, tale approccio è inizialmente veicolato dai libri degli storici. Dunque la nostra conoscenza storica passa attraverso il filtro dell’interpretazione e della narrazione dello storico. Soggetto della storiografia è l’uomo stesso. Quindi lo storico è al tempo stesso sia soggetto sia oggetto della storia: riflette e scrive di storia, essendo allo stesso tempo partecipe delle vicende storiche del suo tempo. Abbiamo accennato al concetto di testimone. Egli fornisce una lettura del passato, ovviamente in chiave soggettiva che pertanto può essere smentita. È chiaro che senza “memoria storica” una civiltà perde la sua identità. La pratica storiografica si fonda proprio sulla memoria, ma lo storico non deve essere testimone dei fatti, piuttosto un loro interprete critico. Essa nasce come racconto. Fare storia significa “raccontare” una storia vera anziché inventata. Solo la narrazione può dare senso agli avvenimenti  il discorso storico si svolge su 2 piani: a) descrizione, nel quale lo storico espone i fatti e lascia che siano i documenti relativi a dimostrare le sue tesi; b) analisi ed interpretazione, nel quale espone le proprie considerazioni relative all’avvenimento storico. Studiare le società di antico regime significa innanzitutto venire a contatto con ciò che gli storici hanno scritto su di esse nel corso del tempo. Ma con quali strumenti? Bisogna fare una prima distinzione fra documento e fonte. Il documento porta in sé traccia dello spirito e della mano umana, mentre la fonte è ciò che si definisce in rapporto alle conoscenze che possiamo attingere dal documento. Il documento si definisce quindi rispetto al passato (il mondo di cui è testimonianza), la fonte si definisce rispetto al futuro (la conoscenza che o storico vuole ricavare dal documento). Fonti non sono solo i documenti d’archivio, ma l’insieme di ciò che ci consente di capire qualcosa delle società passate di cui ci interessiamo. 2 Tra Otto e Novecento il dibattito storiografico internazionale è stato caratterizzato da alcuni grandi temi quali, ad esempio, periodizzare importanti avvenimenti storici come il Rinascimento, Riforma e Controriforma, la crisi del 600, oppure associare il 700 all’Illuminismo; acconto a questo è connesso un legame stabilito a livello divulgativo con la rivoluzione, come se l’Illuminismo fosse la matrice della rivoluzione e come se la storia europea s’identificasse con quella francese. 2. Le molte dimensioni della modernità Le diverse proposte degli storici di periodizzare le epoche, ricorrendo alle diverse percezioni di spazio-tempo, non possono mai essere considerate definitive. L’età moderna è una di queste categorie interpretative di periodizzazione. La parola “moderna” si può tradurre con “più recente”: di qui l’equivoco fra moderno e contemporaneo. Fino a non molti anni fa, le date d’inizio dell’età moderna erano considerate: 1453 (caduta di Costantinopoli, avanzata islamica nel Mediterraneo) 1492 (scoperta del Nuovo Mondo, conquista di Cordova e Granada con Ferdinando il Cattolico, cacciata degli arabi dalla Spagna) 1517 (95 tesi di Wittenberg con Martin Lutero) Se poi ci concentriamo sulle date con le quali si chiude l’età moderna, anche qui avremmo varie ipotesi: 1789 (Rivoluzione francese quindi declino dell’antico regime) 1815 (Restaurazione in Italia) Età moderna o antico regime? Gli storici della società europea impiegano solitamente la categoria storiografica di “antico regime” per distinguere il modello sociale prevalente in Europa nell’epoca compresa tra XVI e XVIII secolo. Di fatti, tale categoria equivale per noi a quella di età moderna. Questo modello sociale (un vero e proprio vecchio ordine) presenta elementi di crisi e di conflitto che ne segnano tutta la stori e che si fanno dirompenti solo con il ‘700 (riv. industriale, sviluppo del mercato, crisi dell’assolutismo, Illuminismo) culminando con la Rivoluzione francese (1789-99). ANTICO REGIME vs ASSOLUTISMO 5 vincili di natura giuridica. Sul piano sociale si riconoscevano i corpi, i ceti, gli ordini, possessori di privilegi. Sul piano politico il modello prevalente di governo era l’assolutismo monarchico (Francia e Spagna). Per quanto riguarda infine la cultura essa era elaborata dalle élite alfabetizzate come il clero. La cultura scritta era ancora patrimonio di pochi uomini, solo con la Riforma l’alfabetizzazione incomincia ad allargare la sua base e a coinvolgere anche i ceti popolari. Potremmo provare a definire l’età moderna in base ad alcuni grandi cambiamenti che hanno profondamente scosso la storia del mondo fra la metà del 400 e la fine del 600: a) Le grandi esplorazioni geografiche la consapevolezza che il mondo fino a quel momento conosciuto non rappresenta che una piccola parte dei mondi esistenti induce una forte crisi d’identità. La comparsa di nuovi prodotti come il pomodoro, la patata, il tabacco porta un mutamento profondo nell’alimentazione delle popolazioni europee. Così come la scoperta di giacimenti d’oro e d’argento che stravolgono il valore delle monete provocando oscillazioni dei prezzi. b) La rottura dell’unità del mondo cristiano in seguito alla Riforma quando poi si affermerà un’ortodossia confessionale rappresentata dalla Controriforma. c) La nascita degli Stati moderni, dotati di precisi confini ed amministratori (Stati Generali. Diete nell’Impero, Parlamento in UK). d) Nascita del Capitalismo (economia di mercato) con conseguente rivoluzione agricola ed industriale. e) L’invenzione della stampa e la sua diffusione come nuovo veicolo di comunicazione. f) La rivoluzione militare che trasforma i modi di fare la guerra a partire dell’invenzione della polvere da sparo. 3. Gli spazi della vita e il mondo rurale Per descrivere la società di antico regime occorre considerare i quadri principali in cui si svolgevano le vite delle persone, ovvero campagna e città. Le vie di comunicazione erano molto limitate e i mezzi di trasporti molto lenti, scomodi e costosi. Le merci erano spedite via mare tuttavia erano poco sicuri in caso di secche estive e ghiacci invernali. 6 Le abitazioni sono costruite in legno, pietra e paglia. Gli indumenti erano prodotti in casa e l’uso del ferro era assai limitato. Per quelle case costruite in legno e paglia, il fuoco rappresentava un pericolo e lo si limitava il più possibile ecco perché di preferiva dormire nelle stalle, prediligendo il calore animale. In assenza di periodici statistici come i censimenti, possiamo basarci solo sugli archivi parrocchiali. È solo con il Concilio di Trento che s’imponeva a tutti i curati di compilare i registri di battesimo, matrimonio e sepoltura. Gli archivi quindi sono oggi fonti fondamentali per la storia demografica. Il fattore determinante per comprendere l’andamento demografico di un paese è sempre dato dalla mortalità condizionata da fattori sociali ed ambientali. In antico regime si moriva molto più frequentemente da giovane; le cause potevano essere diverse:  di malattie all’epoca incurabili come una grave infezione, malattie polmonare, cardiopatia e malformazioni congenite;  di fame in concomitanza di crisi alimentari conseguenze di carestie e di cattivi raccolti;  banali incidenti di lavoro; Pochi raggiungevano indenni la vecchiaia ed erano oggetto di rispetto in quanto portatori di memoria ed esperienza trasmissione orale delle conoscenze. In genere si facevano molti figli in antico regime poiché: i figli erano un investimento sul futuro per reagire alla morte per motivi religiosi come viene stabilito dalla Controriforma perché mancavano contraccettivi efficaci Oltre ai matrimoni tardivi i demografi segnalano anche la frequente e precoce mortalità del coniuge come fattore di limitazione della fecondità ma segnalano anche che quasi la metà della popolazione femminile in età fertile non giungeva al matrimonio. 7 Va inoltre osservato che il tasso d’illegittimità delle nascite era assai baso. In campagna molto di più per il forte controllo sociale a differenza della città dove minor controllo sociale consentiva maggior libertà sessuale. La comunità rurale era costituita dalle famiglie che vivevano al centro di una data area coltivata che poteva far parte di una grande proprietà feudale. All’interno della famiglia contadina vigeva una divisione del lavoro rigorosa: ragazzi e adulti aravano e si occupavano del trasporto con i carri, mentre ragazze e donne gestivano la casa, il bestiame e producevano burro, birra e pane. Le famiglie della comunità rurale s’identificavano nella parrocchia la quale, tra l’altro, percepiva la decima ecclesiastica e altri tributi. Come sappiamo, solo col Concilio al parroco sarà affidato il compito di gestire i registri parrocchiali. Oltre alla decima, altre spese si abbattevano sulle comunità, come la rendita signorile, pedaggi da pagare per poter transitare su ponti, strade appartenenti ad un certo feudo, l’affitto per le terre che va a stipulare dei contratti agrari. Per poi passare all’usura: diversi terreni agricoli erano gravati da ipoteche. L’idea d’investimento produttivo non fa parte della mentalità economica precapitalistica; l’agricoltura si base sullo sfruttamento estensivo della terra piuttosto che sullo sfruttamento intensivo, che sarà la prerogativa della rivoluzione agricola. Lo storico Musi ha proposto la categoria di feudalesimo mediterraneo per descrivere alcuni tratti comuni alla società del mezzogiorno fra basso medioevo e prima età moderna: il feudo può diventare merce - assenza della servitù della gleba - stato e diritto intervengono nella vita economica per controllare i rapporti socioeconomici tra signori e vassalli. 4. La città e il mondo del lavoro La città di antico regime si distingue da un borgo dalla presenza di mura difensive, da un mercato e da ufficiali giudiziari. Ciò che la caratterizza è la presenza di privilegi giuridici e fiscali, menzionati negli statuti (rappresentano la carta fondamentale attraverso la quale la città è riconosciuta in quanto potere amministrativo). La gerarchia urbana: procedendo dall’alto verso il basso della gerarchia sociale possiamo distinguere ad un primo livello il principe ed i nobili di corte, il vescovo, i 10 più diffusa in Europa è quella della bottega artigiana o della manifattura con ricorso al lavoro a domicilio. La rivoluzione industriale è strettamente connessa al capitalismo, definita come l’economia basata sull’energia minerale, cioè nuove fonti energetiche. L’attenzione degli studiosi si è concentrata sulla “protoindustrializzazione” e sulle “molteplici vie" verso l’industrializzazione intraprese da vari paesi europei dal ‘700 ad oggi, essenzialmente in funzione di un mercato internazionale rivolte principalmente alle colonie americane. Inoltre dalla penisola italiana, per iniziativa dei mercanti-imprenditori, la manifattura si era spostata fuori dalla città in modo da aggirare i limiti corporativi e trovare manodopera a basso costo. Con l’esclusione dell’Inghilterra, non si assiste a una transizione meccanica e il lavoro a domicilio permane come unica fonte di sviluppo per il mercato e in aggiunta, come soluzione per evitare la conflittualità operaia. Associato all’antico regime è anche la rivoluzione dei consumi. Prendendo come esempio un bene richiesto come le scarpe, tale oggetto può essere prodotto finché il contesto sociale lo richiede (i contadini erano soliti utilizzare gli zoccoli, quindi le scarpe non erano per loro oggetto di desiderio). Il ‘700 è un secolo che vede l’affermarsi di consumi di massa riguardo l’abbigliamento, riscaldamento e illuminazione. Nel corso dei millenni, gli uomini hanno soddisfatto i propri bisogni senza porsi il problema della disponibilità delle risorse. L’acqua, ad esempio, è stata a lungo considerata come una risorsa inesauribile. Con l’età moderna, l’acqua corrente si afferma come principale risorsa energetica (movimento del mulino) e fondamentale per l’igiene personale. Parallelamente alla rivoluzione dell’igiene si afferma anche la consuetudine di utilizzare biancheria intima. Spostando l’occhio all’interno delle abitazioni del ceto medio, possiamo avvertire trasformazioni che le rendono molto simile alle odierne. Compaiono i corridoi, la zona notte distinta dalla zona giorno, i letti dotati di lenzuola, le credenze nelle cucine e per gli uomini di cultura, non possono mancare le biblioteche e le scrivanie. Fu introdotta la parrucca in Francia e gli indumenti erano cambiati con maggior frequenza. 6. Le nobiltà europee I termini “aristocratico, aristocrazia” derivano dal termine greco “il governo dei migliori”. Nel mondo greco, era considerato aristocratico colui che si 11 distingueva per valore ed eccellenza. L’aristocrazia greca non era nobiltà di sangue ma di virtù. Nel mondo romano, invece, l’élite era rappresentata dal patriziato, ossia coloro che potevano vantare la discendenza da un pater. Nel mondo tardi antico e medievale con il termine nobile s’indicava colui che per nascita, o per titolo concesso, godeva di uno statuto speciale, ossia un privilegio. I 3 elementi costitutivi della nobiltà antica erano: la nobilitas (i natali illustri) da dimostrare attraverso l’albero genealogico, la virtus ed il coraggio militare, la certa habiratio (possesso di una casa o una terra, quindi una signoria). In definitiva, la nobiltà è un ceto, o secondo l’accezione di antico regime, un ordine o uno stato. CLASSE: gruppo sociale che si distingue per la sua posizione economica CETO: gruppo sociale che si distingue per la sua posizione all’interno della gerarchia sociale. ORDINE/STATO: distingue un gruppo sociale per la sua posizione giuridica nella gerarchia prestabilita. In antico regime si parla in termini di ceti o stati. Per stabilire a nobiltà, alcuni storici proposero uno schema che analizzasse nell’ordine: - lo status presenza di prescrizioni legali volte a salvaguardare il posto in società e difendendone i patrimoni - la quantità proporzione percentuale dei nobili rispetto alla popolazione totale - la stratificazione interna alla nobiltà peso della gerarchia - problemi di conflitti con altri gruppi. La nobiltà è un ceto distinto dal privilegio, i cui tratti sono la nascita, il ruolo sociale, il possesso. I titoli nobiliari hanno origine nell’alto medioevo, precisamente nei ranghi, ossia funzioni, cariche pubbliche o uffici ereditari. DUCHI erano i comandanti militari, MARCHESI erano i governatori delle province di confine (o marche), CONTI erano i più fedeli collaboratori del re, VISCONTI erano sostituti dei conti, VISDOMINI erano i feudatari laici ai quali il vescovo delegava la propria autorità, infine BARONI erano i detentori di alta signoria (baronaggio). Il privilegio è una qualsiasi esenzione o distinzione a un insieme di leggi valide per tutti gli altri. Es: esenzione dalle tasse. Conseguenza  disuguaglianza sociale. È nobile solo chi dimostra di possedere “titoli di nobiltà”, ossia privilegi. 12 NOBILTÀ ACQUISITA: come abbiamo specificato in precedenza, si è nobili per diritto di nascita ma lo si può anche diventare per esercizio, ottenendo dal sovrano un titolo in segno di ricompensa per prestazioni effettuate o acquistandolo in cambio di denaro. TIPI DI NOBILTÀ: - nobiltà terriera: di antica origine feudale, altrimenti detta nobiltà di sangue (ereditaria) o nobiltà di spada (origine militare); - patriziati urbani: o nobiltà cittadina, ossia le famiglie di Consiglio i cui privilegi derivano dall’esercizio delle più antiche cariche amministrative; - nobiltà di toga: nobiltà di origine più recente, acquisita per esercizio di cariche di giustizia; - nobiltà di servizio: o acquisita/confermata per servizi resi al sovrano; - nobiltà di fatto: non titolata ma riconosciuta per consuetudine. La nobiltà può essere anche perduta se non si rispettano i requisiti dimostrando così l’impurità di sangue. In seguito fu introdotta la deroga che consentì ai nobili di venir meno ad alcuni obblighi. I ceti nobili sono anche soggetti alla legittimazione. Inoltre non tutti i nobili erano ricchi, a essi era infatti negata l’imprenditoria e lo sfruttamento delle risorse del sottosuolo. Ciò che caratterizzava la nobiltà era il possesso di terra nobili collegate ad un’antica giurisdizione feudale, delegate dal sovrano. Abbiamo detto che la nobiltà non è sempre connessa alla ricchezza ma lo è al potere, non necessariamente politico, di fatti, i nobili gestivano il potere giurisdizionale, fino ai reati di sangue e alla possibilità di infliggere la pena di morte. Uno dei principali strumenti di organizzazione delle nobiltà europee sono gli Ordini Cavallereschi, creati in età medievale per combattere gli infedeli e difendere il Santo Sepolcro e soprattutto per la necessità di un’ulteriore distinzione degli esponenti dell’antica nobiltà preoccupati per l’avanzata dei ceti inferiori. Insomma, questi Ordini avevano il potere di stabilire i modelli comportamentali, gli stili di vita e le strategie matrimoniali. Ricordiamo il più prestigioso, ossia il Sovrano Ordine Militare degli Ospedalieri di San Giovanni di Gerusalemme che reclutava nobili da tutte le monarchie europee affinché potessero documentare la nobiltà con la propria discendenza. Nella maggioranza i nobili di età moderna erano molto ignoranti. Privi d’istruzione, imparavano in tenera età norme di comportamento, l’arte della guerra, dell’equitazione, della caccia e della danza, solo in pochi si 15 Il caso italiano: L’Italia ha incontrato, nel corso dei secoli, degli ostacoli che le hanno impedito la formazione di un unico Stato territoriale: - Arcaicità delle strutture federali con conseguente immobilità sociale - Debolezza burocratica che si adagiava troppo sui privilegi - Debolezza economica dovuta alle crisi del periodo - La lunga dominazione spagnola - La presenza dello Stato della Chiesa, unica vera monarchia assoluta ma priva di continuità dinastica. Assolutismo = monarchia sciolta da qualunque vincolo di legge (rex legibus solutus) termine impiegato in modo negativo e associato a “dispotismo, tirannia”. In seguito è stato attribuito al concetto di Illuminismo. Burocrazia = termine impiegato dagli economisti per denunciare il potere crescente dei funzionari governativi nella vita pubblica della Francia. Indica sia un sistema di potere dominato dai funzionari sia l’insieme degli impiegati pubblici. Lo sviluppo di una burocrazia permanente nasce dunque con lo Stato moderno come conseguenza delle nuove necessità poste dalla guerra e dell’amministrazione di territori sempre più ampi. 8. Giustizia e fisco nell’Antico Regime In Antico regime, la giustizia era espressione di privilegi: esistevano tribunali feudali, ecclesiastici, militari e mercantili in cui si esercitava una giustizia diversa a seconda del ceto di appartenenza. Solo per i reati gravi o per quelli che coinvolgevano la nobiltà, si ricorreva alla giustizia regia. Esisteva infine una diffusa pratica di giustizia “infragiudiziaria”, ossia di giudizi emessi fuori dai tribunali validi a tutti gli effetti, equivalente all’odierna giustizia privata, il cui scopo era riparare in termini materiali o simbolici al donno procurato alla vittima. In alcuni casi finiva per sfociare in una vera e propria faida, la cosiddetta rivincita di sangue. Il lento affermarsi della giustizia esercitata dal sovrano rappresenta uno dei tratti tipici dello Stato moderno. Nella Francia di antico regime, i magistrati erano degli officiers che avevano comprato la propria carica ed esercitavano, 16 in nome del re, funzioni per il controllo sociale. Da menzionare poi il Parlamento di Parigi, prima corte sovrana del Regno di Francia con autorità su tutti gli altri Parlamenti francesi. Differenza tra Parlamenti e Parlamento: - I Parlamenti francesi erano organi giudiziari, come dei tribunali. Potevano emettere sentenze, pronunciare giudizi e la facoltà di registrazione (gli editti non registrati presso il Parlamento perdevano il proprio valore). - Il Parlamento inglese era un organo di rappresentanza. In Inghilterra la giustizia locale rimase ancora per molto nelle mani di giudici non dipendenti dal sovrano ed eletti localmente: gli sceriffi di contea che avevano il compito di vigilare e i giudici di pace, scelti tra i membri della gentry. L’affermazione della Common Law, ossia del diritto comune inglese, fu un tratto distintivo del sistema giuridico britannico. Le corti inoltre non erano attive tutto l’anno bensì solo in 4 occasioni, il che rendeva il ricorso alla giustizia piuttosto difficoltoso e ne scoraggiava dunque anche l’esercizio. A fine ‘400 erano presenti a Londra ben 4 corti centrali. Ma nel corso del ‘500, sotto i Tudor, si costituì un secondo sistema di tribunali, parallelo a quello tradizionale, ispirato al diritto romano, ossia la Star Chamber. L’organo supremo della giustizia regia era comunque il Privy Council da cui dipendevano tutti gli altri tribunali. In antico regime i sistemi penali seguivano il metodo inquisitorio basandosi sulla tradizione del diritto romano-canonico che prevedeva 3 figure: accusato, accusatore e giudice. I processi non erano pubblici e prevedevano che la corte pronunciasse il verdetto dopo aver interrogato testimoni e imputati separatamente senza la presenza di avvocati difensori. La pena era concepita come punizione e non come correzione. Il crimine rurale è spontaneo/individuale, cioè dettato dal bisogno o da uno scatto d’ira ed era considerato premeditato. Il brigantaggio, una forma di criminalità che assaltava con le armi i viaggiatori per saccheggiarli. FISCO: in età romana s’intendeva la cassa privata dell’imperatore. Nel corso dell’età moderna, il termine era utilizzato per connotare un sistema di prelievo esercitato sui sudditi. In antico regime i soggetti del prelievo erano molteplici: il sovrano, la Chiesa, i feudatari, le Corporazioni. Le forme attraverso cui si attuava il prelievo in antico regime erano diverse: la più 17 diffusa era l’imposizione medianti tasse o tributi imposti dal sovrano ai sudditi; seguivano le imposizioni indirette, ossia le imposte sugli alimenti; ancora i dazi, i pedaggi etc. Un’ulteriore modalità consisteva nella vendita dei privilegi: acquistare un titolo nobiliare rappresentava per i non-titolati un lasciapassare per entrare a far parte dell’élite del pese. Dovendo raccogliere denaro in fretta, in concomitanza di guerre, i sovrani erano soliti stipulare dei contratti (denominati fermes, asientos) con i singoli finanzieri che anticipavano loro una somma ottenendo in cambio una serie di concessioni. Sapendo che difficilmente avrebbe potuto ripagare il prestito, i sovrani facevano concessioni piuttosto cospicue. Nel ‘600 cresceva il malcontento tra le popolazioni che si opponevano ai governi delle monarchie accomunati dall’accusa di sovraccaricare il popolo di tasse. Ricordiamo la sommossa nel mercato di Napoli che diede inizio all’insurrezione antispagnola capeggiata da Masaniello a causa della gabella sul sale; fra le cause della Fronda parlamentare francese, è bene menzionare la protesta dei ceti borghesi contro il peso della Paulette che rendeva troppo oneroso acquistare gli uffici per entrare nella nobiltà di toga. Superata la crisi di metà ‘600, nel corso della seconda metà si elaborarono progetti di riforma del fisco volti a migliorare la situazione. Il cardine delle riforme fiscale del ‘700 è il CATASTO: strumento di conoscenza e base per ogni intervento fiscale; può essere definito come sistema di schedatura dei beni immobili posseduti dai contribuenti e finalizzato alla ripartizione del carico fiscale sulla base della quota di proprietà immobiliare posseduta da ciascuno. I catasti sono dunque strumento e una fonte ricchissima d’informazioni. Nella maggior parte dei casi, però, questa forma era ostacolata dai ceti privilegiati che temevano l’aumento del peso fiscale a loro carico e dalla debolezza dei sovrani che non volevano alienarsi la nobiltà e il clero. 9. La guerra e gli eserciti Il primo punto da affrontare in merito allo studio della storia militare dell’antico regime riguarda la trasformazione degli eserciti da feudali a professionali. Tra il XV e il XVI secolo, la maggior parte degli eserciti europei muta la propria natura trasformando quella che era una massa di uomini reclutata per brevi periodi, tenuti insieme da legami di fedeltà, in un corpo disciplinare, gerarchicamente organizzato, in possesso di competenze professionali. Assume un ruolo più rilevante la fanteria, arma non nobile rispetto alla cavalleria composta da nobili armati a proprie spese. Parliamo quindi di 20 l’affermazione dell’”ordine dei proprietari”, ossia un sistema giuridico fondato sulla difesa della proprietà privata. 11. La dimensione religiosa La vita quotidiana del popolo di antico regime è segnata dalla religione, dalla paura della morte e le pene dell’inferno. Il tempo era legato alla dimensione religiosa: i contadini non conoscevano il calendario, in base al rito religioso di passaggio distinguevano mesi e giorni. ⤷ La Pasqua era la festività più importante, occasione in cui il vescovo compiva le visite pastorali presso le diocesi. ⤷ Il battesimo consentiva di accedere alla comunità cristiana, era quindi anche un atto civile. ⤷ Il matrimonio (dopo il Concilio di Trento) rappresentava l’unione di due patrimoni. ⤷ L’estrema unzione era un sacramento che ricevevano solo coloro i quali spirassero nel loro letto con il conforto della religione. La parrocchia era tenuta a segnalare tutti i defunti nel proprio territorio. Nella società di antico regime, la parrocchia era il luogo fisico in cui si scandivano le pause dal lavoro e dove erano vissuti collettivamente i tre momenti della vita: battesimo, matrimonio e sepoltura. Pertanto la figura del parroco ricopriva diverse funzioni sia religiose sia civili, era visto come l’unico mediatore fra la società contadina e i poteri di cui faceva parte la Chiesa. Il Concilio di Trento definì i doveri del parroco avviando una forte riforma organizzativa e disciplinare del clero: sacerdote residente impegnato nella cura delle anime e capace di rispondere alle rinnovate esigenze della Chiesa e della società in trasformazione. Prima del Concilio non era inusuale incontrare parroci stregoni o guaritori, partecipi di riti estrai al culo cristiano, parroci concubini e armati. Il controllo sui parroci e sulle relative parrocchie si esercitava attraverso le visite pastorali cui ogni vescovo era tenuto nella sua diocesi; in occasioni delle quali venivano mostrati gli archivi e fornitegli informazioni di ogni tipo. A partire dalla prima metà del ‘500 si assistette alla diffusione dei manuali per confessori, ossia cataloghi di potenziali peccati o trasgressioni suddivisi per categoria. All’interno della Chiesa dominava l’alto clero italiano, per lo più nepotista e legato alle fazioni nobiliari e dinastiche, nonostante il Concilio si fosse proposto di correggere gli abusi più evidenti. 21 Chi proveniva da una famiglia potente o aveva legami con papi e cardinali raggiungeva i vertici rapidamente. DIFFERENZE RELIGIOSE: come sappiamo l’Europa Cristiana si spacca con la crisi religiosa del ‘500. In contemporanea assistiamo alla cacciata degli ebrei e dei musulmani in Spagna nel 1492; da ricordare anche gli statuti di Carlo V sulla limpieza de sangre nei riguardi di chi non dimostrasse di avere sangue cristiano da almeno quattro generazioni. La lunga stagione d’intolleranze che interessa gran parte dell’età moderna, vede l’introduzione di nuovi concetti come minoranze religiose, eretici o infedeli, i quali erano brutalmente perseguitati. Negli Stati tedeschi, dopo la Pace di Augusta (1555) i sudditi furono obbligati ad aderire alla religione del principe; fu in Francia che, in seguito ad una lunga stagione di guerre religiose, la monarchia accettò la tolleranza (Editto di Nantes, 1698, Enrico IV) garantendo il diritto di culto alla minoranza protestante; nell’Europa Protestante invece, le minoranze cattoliche erano tollerate (ex Olanda). Nell’idea protestante, la giustificazione per fede, proclamata da Lutero e Calvino, dava modo ai credenti di dedicarsi principalmente alle opere di beneficenza in ambito amministrativi e pubblici piuttosto che alle opere pie. La Chiesa stessa, per Lutero, era dimora del peccato e della corruzione, ragion per cui dichiarò la sua sfiducia e ne propose una riforma, intesa come necessità di ricostruirne le fondamenta a partire dalla formazione del clero, considerato ignorante e inadatto alla formazione religiosa della società. 12. Spazi della cultura I principali luoghi di cultura in antico regime erano: la Chiesa, le corti, le accademie e le biblioteche (in un periodo in cui il libro si trasforma da prodotto di élite a prodotto alla portata di un pubblico più ampio, consentendo una più vasta circolazione delle idee  ciò costituì una sfida e una minaccia per la cultura ecclesiastica). In ambito ecclesiastico bisogna distinguere il clero secolare, ossia preti attivi fruitori di benefici, e il clero regolare, ossia i frati sottoposti ad una regola ed inquadrati negli ordini religiosi. Per molto tempo il clero secolare era considerato come il vero depositario del sapere. Nel pieno Rinascimento, l’alto clero rappresentava uno dei settori più colti (Bembo, Castiglione), settore molto stimato ed innovatore della cultura e del costume. 22 Dalla metà del 500 la cultura sarebbe stata dominata dai gesuiti, in grado, attraverso i loro collegi, di monopolizzare la formazione dei ceti dirigenti dell’Europa Cattolica; e da altri Ordini colti della Controriforma come i Barnabiti e gli Scolpiti, entrambi impegnati nell’istruzione. ACCADEMIE E BIBLIOTECHE: luogo autonomo della ricerca e dell’iniziativa era quello delle accademie, nate tra ‘400 e ‘500 per iniziativa di piccoli gruppi di filosofi e letterati sotto la protezione di nobili mecenati. Più delle accademie letterarie o musicali, furono quelle scientifiche a segnare il clima del cambiamento: la più celebre fu l’Accademia dei Lincei, fra i cui primi soci figuravano Galileo Galilei e Battista della Porta. Annessi alle principali accademie, tra ‘600 e ‘700, anche laboratori, giardini botanici, osservatori astronomici, oltre a grandi biblioteche aperte agli studiosi e destinate a raccogliere i testi più importanti che si pubblicavano in Europa. Le biblioteche universitarie si diffusero nel corso del ‘700 e furono affidate alle cure dei professori o dei bibliotecari, fortemente eruditi. STAMPA: per comprendere la rivoluzione culturale è bene menzionare l’invenzione della stampa a metà ‘400. La possibilità di ricorrere alla pagina scritta e di diffondere i frutti del sapere furono una vera e propria innovazione. Nell’ambito della cultura alta ciò implicò l’occasione di avere delle edizioni accertate (curate dai filologi) di testi antichi; mentre riguardo la cultura bassa, la possibilità di avere a basso costo testi scolastici, calendari e testi catechismi. La diffusione della stampa vide la nascita di nuovi mestieri e le trasformazioni di alcuni antichi al servizio di un mercato in espansione. Le botteghe degli stampatori erano veri e propri centri di cultura, frequentati da autori e scrittori (Erasmo frequentava la bottega di Froben presso la quale componeva, correggeva bozze, incontrava amici). Solo con l’introduzione della privativa che si incominciò ad affermare la proprietà letteraria dell’autore e il suo diritto ad essere pagato in base alle copie vendute (diritto istituzionalizzato in UK nel 1710 con il copyright). Parlare di libri significa necessariamente parlare anche del loro controllo. Con la stampa, le autorità politiche e religiose si resero conto di quanto il libro potesse essere pericoloso. Lo si sperimentò con la Riforma e la forte propaganda di Lutero. La Chiesa cattolica intervenne prontamente a disciplinare la stampa; lo fece attraverso la censura: prevedeva non solo il divieto di stampare ma anche di diffondere o possedere i libri non autorizzati. Prima della conclusione del Concilio, papa Paolo IV fece pubblicare il primo 25 fu anche una morale, una religione, un galateo. Fino al ‘700, il latino non fu solo lingua della Chiesa ma anche della diplomazia, dell’arte e delle scienze. La Riforma protestante rappresentò una retrocessione del latino da lingua della Chiesa a lingua della cultura. Con la traduzione della Bibbia nelle lingue volgari, avviata da Lutero, l’alfabetizzazione popolare fece passi avanti a scapito del latino. Indubbiamente il Concilio sciolse ogni dubbio in proposito, imponendo il latino come unica lingua della Chiesa e della liturgia cattolica, basandosi sul principio che non era necessario che il popolo comprendesse le parole della messa. Una miglior testimonianza sulla necessità di fare buon uso del latino come semplice lingua veicolare fu data da Diderot: si tratta di capire il latino non per il latino stesso ma per le cose utili scritte in questa lingua e di parlarlo per farsi capire da stranieri che vogliono comunicare; per questo è opportuno obbligare gli scolari a parlare latino (un discorso che oggi potrebbe valere per l’inglese). Il latino era la lingua privilegiata, parlata solo dai più colti, cosa che rendeva difficile la comprensione. Attraverso i collegi dei gesuiti, i ragazzi venivano a contatto con la lingua. La Riforma rappresentò sul piano linguistico una retrocessione del latino. Con la traduzione di Lutero della Bibbia in volgare l’alfabetizzazione fece molti passi avanti. La situazione si ripristinò con il Concilio. STATO MODERNO caratteristiche: ESERCITO PERMANENTE  Il sovrano detiene il potere unico, tende a centralizzare qualsiasi altro potere. In fase intermedia il sovrano fa ricorso ai mercenari e ai capitani di ventura. BUROCRAZIA PERMANENTE Per governare bisogna avere una struttura solida, una burocrazia stanziale: - Possibilità al ceto borghese di riaffermarsi; - 1600 = Stato in collasso (le cariche sono vendute); - 1602 = in Francia dopo la legge Paulette le cariche diventano ereditarie; - Nascono nuove cariche burocratiche. 26 DIPLOMAZIA PERMANENTE Ambasciatori diplomatici: il re per difendersi dagli altri paesi mandava ambasciatori che non erano altre che osservatori che passavano informazioni al sovrano. Solitamente si trattava di cardinali in quanto avevano un’istruzione ed erano uomini di Stato. MINISTRO DEL POTERE TASSAZIONE SUL TERRITORIO PRIMA FASE DELLA STORIA MODERNA: non c’era la divisione del potere. STATO PARLAMENTARE: vuole chiedere consenso al paese attraverso i parlamenti. STATI NAZIONALI: entità politiche omogenee (stessa etnia). RE  Medioevo = garante del diritto; Età moderna = fonte del diritto per superare il pluralismo giuridico presente nel Medioevo.
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