Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

La nascita della società moderna: democrazia, socialismo e nazionalismo, Appunti di Storia

Come, alla fine del xix secolo, la società europea si trasformò in una società moderna, caratterizzata da una democratizzazione politica, l'affermazione del socialismo e l'ascesa del nazionalismo. Vengono trattati temi come l'estensione del diritto di voto, la nascita dei partiti socialisti, il sindacalismo rivoluzionario, la democrazia cristiana e il nazionalismo.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 28/02/2024

elisa-carravetta
elisa-carravetta 🇮🇹

7 documenti

1 / 11

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica La nascita della società moderna: democrazia, socialismo e nazionalismo e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! La società di massa La società di massa è caratterizzata da una diffusione di massa dei prodotti di consumo, disponibili illimitatamente. In sostanza, la società occidentale si industrializza. La massa è un insieme omogeneo in cui i singoli individui compaiono rispetto al gruppo. L’uomo è il più importante soggetto politico e civile. In questo tipo di società, i cittadini vivono negli agglomerati urbani e i loro rapporti sono regolati dalle grandi istituzioni (stati, partiti e sindacati). Gli individui non si limitano più a produrre ciò che consumano, ma partecipano all’economia di mercato comprando ciò di cui hanno bisogno con il denaro ricavato dal lavoro. I comportamenti quotidiani si uniformano, lo stile di vita che un tempo era riservato alle classi sociali più alte si diffonde alla maggioranza della popolazione. Le trasformazioni politiche, economiche e culturali della seconda rivoluzione industriale producono una società così standardizzata. Alcuni vedono in questa trasformazione un momento positivo di affermazione della democrazia, altri scorgono l’appiattimento delle personalità e il condizionamento della libertà di scelta. L’espansione del settore terziario Il settore terziario, ovvero quello che riguarda i servizi, acquista importanza. I lavoratori di questo settore entrano a far parte del ceto medio. I dipendenti pubblici impiegati nei trasporti, nella sanità e nell’istruzione aumentano, ma al contempo crescono anche i numeri di dipendenti di ditte private. Il ceto medio impiegatizio fa propri i valori tradizionali della borghesia, ovvero individualismo, rispettabilità, proprietà privata e patriottismo. Questo ceto assume un ruolo importante in diversi campi: - in economia apporta un consumo elevato di beni; - in politica è in grado di condizionare i governi dei paesi democratici; Partiti di massa e sindacati Nel primo ventennio del Novecento, la maggior parte dei Paesi dell’Europa Occidentale concessero il diritto di voto alla totalità dei cittadini maschi maggiorenni. In Italia, l’introduzione del suffragio universale maschile avvenne nel 1912. L’estensione del diritto di voto provocò dei cambiamenti sostanziali nella vita politica, infatti i movimenti politici avevano bisogno di conquistare il consenso di un numero maggiore di elettori. Così si afferma il Partito Politico di Massa; con esso sorsero i sindacati a livello nazionale: - Inghilterro: Trade Unions, 19 - Francia: Confédération Générale du Travail, 1895; - Italia: Confederazione Generale del Lavoro, 1906; Lo sciopero era lo strumento di lotta degli operai. La vita quotidiana La diffusione dei beni di consumo rese più comoda la vita di molti, ma il cambiamento riguardò anche i “mass media”, ovvero i mezzi di comunicazione di massa. In particolare la stampa quotidiana aumentò di produzione. La diffusione delle informazione permise l’allargarsi dell’opinione pubblica, in grado di influenzare anche la politica. Per quanto riguarda la scuola, l’istruzione diventa un’opportunità aperta a tutti. La scuola diventa obbligatoria e gratuita, l'obiettivo era eliminare l’analfabetismo, e venne raggiunto principalmente in Francia e Germania. La moda: liberarsi del superfluo L’espansione del mercato mondiale permise di utilizzare diversi tipi di tessuti. Anche i gusti mutarono, si affermò la tendenza a privilegiare lo sfarzo. La nuova tecnologia tessile portò alla creazione di fibre artificiali, e la distribuzione dei capi di vestiario iniziò a diffondersi anche nei grandi magazzini, dove i prezzi erano più accessibili. La nuova moda libera il corpo della donna dal superfluo, per recuperare un cultura del bello che esalta il comodo e l’utile. Sorel e il sindacalismo rivoluzionario In Francia, nel movimento operaio si diffuse il sindacalismo rivoluzionario. I sindacalisti francesi credevano nella necessità di addestrare le masse operaie alla lotta più che alle conquiste dei lavoratori. Essi consideravano lo sciopero come momento culminante della lotta operaia, in vista del Grande Sciopero Generale Rivoluzionario che avrebbe segnato la fine della società borghese. Georges Sorel fu il maggior rappresentante di questa tendenza. Il sindacalismo rivoluzionario non si tradusse mai in un solido progetto politico, ma contribuì ad indurire il conflitto sociale in tutta Europa alla vigilia della Prima Guerra Mondiale. La dottrina sociale della Chiesa Cattolica Il pontificato di Leone XIII fu caratterizzato dalla ricerca di una proposta sociale coerente con il messaggio evangelico. Questa ricerca si concretizzò nel 1891 con l’Enciclica Rerum Novarum, essa: - condannava il liberismo perché privo di preoccupazioni morali in ambito economico; - condannava le teorie socialiste collettivistiche, come il diritto naturale alla proprietà privata; - richiedeva l’intervento dello Stato per rimuovere le cause che potevano esasperare il conflitto tra operai e padroni; - condannava la lotta di classe ed esortava la collaborazione tra padroni e operai di tipo corporativo; Democrazia cristiana e modernismo Negli ultimi anni dell’Ottocento, emerse la democrazia cristiana. I democratici cristiani volevano costruire un partito democratico ispirato ai valori del cristianesimo. Grazie a Pio X, i cattolici diedero vita al partito popolare italiano, fondato da Don Luigi Sturzo. Tuttavia, Pio X condannò il modernismo. Quest’ultimo era un movimento che si proponeva di reinterpretare la dottrina cattolica in chiave moderna. Anche il movimento democratico cristiano venne controllato maggiormente dalla Chiesa, continuando ad occupare un ruolo sempre più importante nella politica europea. Suffragette e femministe La rivoluzione industriale portò le donne nelle fabbriche e permise loro di uscire dall’isolamento a cui erano costrette. Tuttavia la donna era doppiamente discriminata: in primis perché a parità di lavoro percepiva un salario minore rispetto all’uomo, e poi perché era esclusa dalle funzioni dirigenziali e di responsabilità. Inoltre le donne non avevano ancora diritto al voto, per questo nella seconda metà dell’Ottocento nacquero, in Inghilterra e negli Stati Uniti, i primi movimenti delle suffragette. Esse rivendicavano il diritto di voto delle donne. Ma l’obbiettivo del movimento femminista era più vasto: non solo la possibilità di votare e di essere elette, ma la completa parità tra uomo e donna. I movimenti femministi furono fortemente contrastati. Legislazione sociale e sistema fiscale Le pressioni dei sindacati portarono i governi ad introdurre alcune leggi sociali sul modello di quelle di Bismarck. Furono istituite: 1. assicurazioni contro gli infortuni; 2. assicurazioni di previdenza per la vecchiaia; 3. assicurazioni per i disoccupati; 4. leggi che limitavano la giornata lavorativa a otto ore; 5. leggi che garantivano il diritto al riposo settimanale; Il nuovo contesto culturale: reazione al positivismo e il razionalismo Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento il positivismo si rivela inadeguato per l’epoca. Quindi si diffondono correnti filosofiche irrazionalistiche, secondo le quali la realtà umana, in tutte le sue manifestazioni, dipende dall’istinto, dall’intuizione e dalla volontà. Una delle maggiori critiche al positivismo venne da Nietzsche. Egli criticò la visione lineare della storia e del tempo, fondamento dell’idea di progresso, e propose come alternativa la visione ciclica dell’eterno ritorno dell’eguale. A questa visione poteva adattarsi solamente il "superuomo", ovvero una figura in grado di scegliere nuovi valori sui quali realizzare la propria individualità. Idealismo, storicismo e pragmatismo In Italia si riprende la filosofia idealistica, i cui principali esponenti furono Benedetto Croce e Giovanni Gentile. Secondo Croce, non bisognava accettare la visione hegeliana di un dominio totale della ragione assoluta, ma occorreva riconoscere che tutta la realtà andava interpretata come storia. Allo stesso tempo, le scienze naturali potevano aspirare a una funzione economica. Per Gentile, la realtà doveva essere intesa come un prodotto compiuto del soggetto universale. Tutto quello che possiamo conoscere è pensiero, per questo la scienza si inganna, pensando che la realtà esista oggettivamente al di fuori di noi. In Germania si crea lo storicismo, il cui massimo esponente è Wilhelm Dilthey. Egli riconosceva alla storia un carattere scientifico, nel senso che gli eventi storici andrebbero studiati con gli strumenti della psicologia. Psicologia e psicoanalisi In questi anni si colloca la nascita della moderna psicologia, non più come studio dell’anima ma come studio delle funzioni mentali che stanno alla base del comportamento umano. Sigmund Freud è il nome principale in questo campo. Egli fu il fondatore della psicoanalisi. Secondo Freud la psiche umana mostra una vita cosciente, l’Io, e una vita inconscia, l’Es, che appare guidata da leggi proprie. I contenuti dell’inconscio derivano dalla rimozione dalla coscienza degli istinti primari, in particolare gli stimoli sessuali. Freud riteneva che i contenuti inconsci all’origine delle nevrosi potessero essere individuati mediante l’interpretazione dei sogni. La belle époque Il XX secolo sembrerebbe essere un’epoca di pace e benessere. In realtà, questo benestare apparente nasconde la nascita e la diffusione del nazionalismo e del razzismo. Inoltre, nascono contraddizioni internazionali tali da portare allo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Principio di nazionalità e nazionalismo L’idea di “nazione” si affermò in Europa nella prima metà dell’Ottocento. Tuttavia, a partire dal 1850 questa divenne ideologia di guerra fino a vent’anni dopo il primo conflitto mondiale. Questo cambiamento si può spiegare a partire dai concetti di principio di nazionaloità e nazionalismo. 1. il primo si fonda sulla consapevolezza dell’identità culturale e storica di un popolo, e assume come identità politica la lotta per la libertà e l’indipendenza di tutti i popoli, i cui reciproci rapporti sono regolati dal Diritto Internazionale. 2. il secondo nasce dalla convinzione della superiorità culturale e razziale di un popolo sugli altri. Esso persegue il fine di conquistare nuovi territori per costruire un impero coloniale e affermare il proprio dominio. Verso la prima guerra mondiale Nel 1890, Guglielmo II governa la Germania e abbandona la politica di Bismarck. L’Europa si divise in due blocchi: la Triplice Alleanza e la Triplice Intesa. La prima era formata da Germania, Austria e Italia; la seconda era formata da Gran Bretagna, Francia e Russia. Il nuovo sistema internazionale era stato costruito in modo che se uno degli Stati europei avesse attaccato un altro, tutta l’Europa sarebbe stata coinvolta nello scontro. Nei primi anni del ‘900, la lotta per la supremazia mise in crisi i rapporti internazionali: In primis, il tentativo della Germania di conquistare il Marocco venne fermato dalla Gran Bretagna e dalla Francia. Infatti quest’ultima si impossessò del Marocco stesso, e l’altra dell’Egitto. Anche l'area balcanica si unisce ai conflitti politici delle grandi potenze europee per via dei problemi lasciati dall’Impero Ottomano: - l’Austria, priva di colonie, considerava i Balcani la sua naturale area di espansione. - la Russia intendeva creare uno sbocco sul Mediterraneo attraverso i Dardanelli (stretto di Turchia). - l’Italia desiderava conquistare il territorio per giungere al pieno controllo del Mar Adriatico. - la Gran Bretagna voleva utilizzare l’area per il suoi rapporti commerciali con l’Oriente. Inoltre gli stessi Stati balcanici avevano delle ambizioni: - la Serbia intendeva guidare movimenti nazionalisti anti-turchi e costituire la “Grande Serbia”. - la Rivoluzione dei giovani turchi, scoppiata a Istanbul nel 1908, pone fine all’assolutismo del sultano, ma innesca una catena di rivalità che sfociano nelle Guerre Balcaniche. Le Guerre Balcaniche L’Austria si impossessò della Bosnia Erzegovina. Questa iniziativa provocò le proteste della Serbia, della Russia e dell’Italia, ma la Germania dichiarò il suo pieno appoggio all’Austria, quindi la Russia decide di accettare l’accordo. I turchi furono sconfitti nuovamente nel 1912 con l’occupazione italiana della Libia. La Bulgaria venne sconfitta in altre due guerre e perse gran parte del suo territorio. La Serbia divenne la più grande potenza nella regione.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved