Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

"La Spagna imperiale" di John H. Elliott (riassunto), Sintesi del corso di Storia Moderna

Riassunto per capitoli del libro "La Spagna imperiale (1469-1716) per l'esame di storia moderna.

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

In vendita dal 20/01/2020

-.Martina.-
-.Martina.- 🇮🇹

4.5

(11)

11 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica "La Spagna imperiale" di John H. Elliott (riassunto) e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! LA SPAGNA IMPERIALE, 1469-1716 ˙Cap. 1: Unione delle corone -> La mattina del 19 ottobre 1469 Ferdinando re di Sicilia ed erede al trono d’Aragona, e Isabella erede al trono di Castiglia si sposano a Valladolid, in segreto. Da una parte c’era il lontano re Luigi XI di Francia che vedeva una minaccia nell’unione delle due Case d’Aragona e di Castiglia; dall’altra i nobili castigliani che presagivano il rafforzamento della Corona in Castiglia e che parteggiavano per la figlia di Enrico IV (fratello di Isabella). Isabella poteva sposare Carlo di Valois di Francia, Alfonso V di Portogallo e Ferdinando, figlio di Giovanni II. Ferdinando, astuto, energico e risoluto si dimostrò sollecito nel sostenere gli interessi della moglie, con l’aiuto dell’esperienza politica di Giovanni. Isabella diventa regina di Castiglia con la morte di Enrico IV, nel 1474. ARAGONA: la bourgeoisie aragonese forgiò un peculiare sistema costituzionale per rapportarsi alla Corona: fiducia tra sovrano e suddito. Principi teorici trovano attuazione in istituzioni quale quella delle Cortes. Catalogna, Aragona e Valenza avevano le proprie Cortes, ognuna con una struttura peculiare. Il regno d’Aragona possedeva un alto funzionario detto Justicia, un nobile designato che si occupava che le leggi non venissero violate dai funzionari regi o baronali. In Catalogna e Valenza c’era invece la Diputaciò, formata da revisori dei conti. In questo modo i tre stati erano protetti dai soprusi della Corona ed erano indipendenti; Sardegna e Sicilia li imitarono con i loro parlamenti ( + viceré) CASTIGLIA: la reconquista privilegiò due categorie sociali, quella dell’aristocrazia e della milizia religiosa. Anche i castigliani avevano istituzioni parlamentari, cioè le Cortes, ma non si convocavano a ritmi regolari. Inoltre spesso il sovrano faceva a meno delle Cortes per i sussidi e si procurava quello di cui aveva bisogno da altre fonti. I nobili godevano dell’esenzione fiscale. Fu il prestigio della Castiglia a contare. Declino corona Aragona. ˙Cap. 2: “Reconquista” e nuove conquiste -> Nel 1492 Granada si arrende e Boabdil (figlio del sultano) offre le chiavi a Ferdinando. Ai mori si consente di praticare la loro religione. Nel 1499 scoppia una rivolta a seguito della volontà da parte dell’arcivescovo di Toledo Jiménez di convertire forzatamente i mori. Nel 1500 Ferdinando interviene e soffoca la rivolta costringendo o alla conversione o all’emigrazione. L’intera popolazione moresca divenne cristiana. Il re voleva occupare solo dei punti-chiave africani. La cosa fu dannosa, dato che i corsari barbareschi stabilirono basi costiere e nel 1529 i due Barbarossa si ripresero il punto-chiave per il controllo algerino, inizio di quel processo di creazione di una base per gli attacchi pirateschi alle rotte sul Mediterraneo. - Quando Colombo si presentò a corte era il 1486 e buoni motivi consigliavano di respingere i suoi progetti. Non sappiamo perché nel 1491 Ferdinando e Isabella cambiarono opinione, probabilmente per il contatto di Colombo con amici spagnoli altolocati. Influì di certo anche la vicina vittoria su Granada: con la spedizione colombiana non solo si avrebbero ostacolato i portoghesi, ma si sarebbe rinvigorito un tesoro ormai esausto. Dal 1519 fino al 1540 partono le conquiste sulle rovine degli imperi azteco e inca. Dal 1519 parte l’impresa di Cortés nell’impero azteco del Messico, poi fu la volta di Pizarro, che salpa da Panama nel 1531. Si trattava di uomini pronti a cercare la fortuna in un mondo ignoto, come Cortés, facente parte di una famiglia nobile caduta in povertà (hidalgos). Erano nutriti di ideali cavallereschi, combattenti duri, sprezzanti del pericolo, arroganti, per servire Dio e il re, e per inseguire onore, ricchezza e gloria. Ma non furono soltanto la superiorità tecnica, i cannoni e i cavalli a far vincere gli spagnoli: avevano trovato imperi in declino. - La conquista fu la prima tappa. Poi venne il possesso effettivo: colonizzazione, costruzione, costrizione. La ripartizione del bottino avvenne tra la corona e i conquistadores. Un problema fondamentale fu quello della giurisdizione. Sulla questione della schiavitù la Corona non fu d’accordo e nel 1500 venne vietato di schiavizzare gli indiani, tranne per quelli che avevano 1 attaccato gli spagnoli o praticato cannibalismo. La questione si stabilizzò con l’encomienda, cioè le concessioni temporanee della Corona ai singoli della giurisdizione su un territorio. In base al sistema dell’encomienda gli abitanti di un villaggio indigeno, o gruppo di villaggi, venivano affidati a un colono spagnolo (encomendero) cui spettava il compito di proteggerli e provvedere alla loro cristianizzazione, nonché l’obbligo di prestare servizio militare. Gli encomenderos, in genere militari che avevano partecipato alla conquista, erano autorizzati a riscuotere dagli indigeni tributi in natura o in forma di lavoro obbligatorio. L’encomienda assicurò una rapida e totale sottomissione dei popoli conquistati, ma degenerò ben presto in episodi di maltrattamento, torture, riduzioni in schiavitù. Le leggi di Burgos, emanate nel 1512, tentarono inutilmente di tutelare gli indigeni dagli abusi e di limitare i poteri dei coloni. I religiosi, da parte loro, nel processo duplice di schiavizzazione e costruzione di un’aristocrazia feudale, si presentarono come missionari, a partire dal 1523, inaugurando l’evangelizzazione. Il 1542 fu l’anno delle Leyes Nuevas. Nel 1570 non c’erano più schiavi indiani e il sistema delle encomienda si indebolì con la decisione di non poter più sostituire il pagamento dei tributi con il lavoro in miniera. Per di più esse non divennero mai ereditarie. ˙Cap. 3/4: Spagna e nuovo ordinamento -> Nel 1476 si pose la base dell’alleanza tra la Corona e le città di Castiglia che diede un impulso alla riaffermazione dell’autorità regia tramite l’istituzione di milizie popolari riorganizzate, hermandades, che ricevevano ordini solo dalla Corona. Nobili esclusi. Gradualmente l’ordine venne ristabilito. Inoltre si volle assicurare l’autorità regia affidandole la guida dell’Ordine di Santiago, un ordine religioso-militare medievale di estrema importanza e controllo. Nel 1480 vengono nominati dei corregidores. Una specie di ‘giudici di pace’ inglesi, erano il tramite tra il governo centrale e le autorità periferiche ed erano nominati dal re. - Il controllo delle istituzioni laiche non era sufficiente: si doveva controllare la Chiesa spagnola. I privilegi del clero erano immensi: esenti dai tributi imposti dalla Corona, si sottraevano alle imposte municipali, avevano beni immobili inalienabili, proprietà, forze armate. Ferdinando e Isabella rivolsero l’attenzione alla questione relativa alla designazione dei vescovi: nel 1486 si ha la vittoria e Innocenzo VIII diede alla Corona il diritto di patronato a tutti i principali benefici ecclesiastici del regno. Lo stesso schema si volle che fosse ripetuto anche per il Nuovo Mondo (Giulio II nel 1508 riconosce il patronato generale sulla Chiesa del Nuovo Mondo). - Conquistato il regno di Granada i Castigliani si reputarono mandatari di una missione divina di pulizia del mondo da islamici ed ebrei. Tumulti antiebraici scoppiarono sotto il vessillo della limpieza de sangre. Ferdinando tuttavia aveva sangue ebraico e l’ambiente di corte comprendeva conversos ed ebrei praticanti. Furono costoro a fondare un tribunale inquisitorio con lo scopo di giudicare non ebrei e mori, ma cristiani sospettati di essere tornati sui loro passi. Ferdinando scorse in questo un’arma per abbattere le autonomie locali, un motivo di unificazione -> 1492: editto di espulsione degli ebrei. - Un vero piano economico non ci fu. Le usurpazioni di terre rimasero, la nobiltà castigliana rimase un ceto ricco; la politica di Ferdinando fu una politica di consolidamento dei ranghi e delle gerarchie castigliane. Le ostilità e le divisioni interne (Castiglia - Aragona) rimanevano. - Rivolta dei comuneros (comunità castigliane) nei confronti del giovane Carlo V, Re di Spagna e imperatore del Sacro Romano Impero, guardato con malevolenza per la sua origine e cultura fiamminga e borgognona; convinzione che il nuovo re (1516) e imperatore (1519) ponesse in secondo piano gli interessi primari della Spagna o che si servisse delle risorse coloniali spagnole al fine di risolvere le problematiche dell’Impero – timore che sembrava trovare conferma dalla propensione di Carlo V di assegnare le cariche e i benefici più importanti agli stranieri. Da qui, dunque, l’istanza castigliana di rispettare il ruolo delle Cortes e delle peculiarità regionali spagnole. Al rifiuto di Carlo V scoppiò immediatamente la rivolta. Ben presto, tuttavia, a seguito del mancato appoggio dell’influente aristocrazia fondiaria – tormentata di alcune richieste troppo democratiche e radicali avanzate dai comuneros e poco 2 PAESI BASSI: per riconciliarsi c’era comunque bisogno del controllo dell’esercito in un momento in cui Filippo era a corto di finanze. Nel 1574 il re concede un’amnistia ai ribelli, ma i soldati si ammutinarono e marciarono su Anversa tanto da rendere vana l’amnistia. La situazione finanziaria si fece più critica e nel 1575 ci fu la seconda bancarotta per Filippo. L’esercito dei PB, reclamando i pagamenti, diventava più inquieto: saccheggio di Anversa. Editto Perpetuo (1577): ritiro delle forze spagnole dai PB. 1- Le Indie vennero in soccorso: l’amalgama di mercurio all’argento diede buoni risultati, i banchieri ripresero fiducia. Filippo poteva finalmente dedicarsi al recupero delle province del nord dei Paesi Bassi. 2- Nel 1580 annette il Portogallo (per invaderlo venne richiamato il duca d’Alba e i fautori di don Antonio si arresero.) Il problema fu sulla politica da adottare, se di moderazione o di riformazione, optando per la prima; venne istituito anche un Consiglio del Portogallo. 3- Per recuperare i Paesi Bassi bisognava invece rompere con Inghilterra e Francia e attuare politica imperiale. Nel 1583 Filippo lascia Lisbona, contro suggerimento del cardinale Granvelle; il re rimase in Castiglia e perse la battaglia per l’Atlantico: i protestanti ottennero vantaggi nel Nord. Il Portogallo diveniva un altro gravoso dominio. - RIVOLTA ARAGONESE: verso il 1580 quello d’Aragona era il regno più ingovernabile. Le tensioni sociali nel regno erano acutissime. L’Aragona, dopo la guerra civile, non aveva avuto soddisfacente sistemazione della questione contadina: il rapporto signore-contadino deteriorò; I moriscos lavoravano le terre dei signori ed erano favoriti; l’inclusione della contea di Ribagorza nel dominio regio veniva rimandata; comparve in Aragona Antonio Perez (ex Segretario di Stato del re). Filippo era memore dell’insuccesso del duca d’Alba nei Paesi Bassi, perciò volle comportarsi moderatamente. Si tentò di arrestare di nuovo il Perez e di nuovo fu la rivolta. Filippo doveva allora usare la forza. L’esercito nel 1591 penetra in Aragona, il Perez fugge. La rivolta era finita. Vengono convocate le Cortes e fu riconosciuto il diritto di nominare viceré non aragonesi; venne conservato il sistema legislativo aragonese, perché non si ribellassero più (e non lo fecero). L’unità rimaneva però utopica. ˙Cap. 8: Splendori e miserie -> Il costo della vita in Castiglia sale. Il 29 novembre del 1596 Filippo sospende di nuovo il pagamento ai banchieri: bancarotta. È la fine dei sogni imperialistici in un momento in cui la Spagna sa di essere perdente nei confronti del protestantesimo internazionale. Nel 1588 l’Invincibile Armada viene sconfitta: è il segno della divisione della Spagna trionfante dei primi due Asburgo e quella delusa dei successori. La pace con l’Inghilterra non avvenne; con la Francia di Enrico IV sì, nel 1598 (trattato di Vervins). Filippo muore il 13 settembre 1598. Filippo III si impegna in un altro sforzo militare nelle Fiandre e nel 1601 invia una spedizione in Irlanda; nel 1609 c’è una tregua di dodici anni tra Spagna e Paesi Bassi + decreto di espulsione dei moriscos nello stesso anno (azione di un governo debole che vuole acquistare popolarità). 1607: bancarotta del duca di Lerma. Depressione della Nuova Spagna”: l’economia si contrae e il Nuovo Mondo si chiude in sé stesso. - Non avendo un ceto medio, la Castiglia del Seicento si trovò nettamente divisa tra due condizioni estreme: pochi ricchissimi e molti poverissimi; le occupazioni più umili erano disprezzate; Chiesa e corte le più ricche (favoritismo, inflazione di titoli nobiliari, raccomandazione, es: Duca di Lerma); la ricchezza eccedente era investita in scopi improduttivi. ˙Cap. 9: Ripresa e catastrofe -> Le spese castigliane rimanevano alte, e entrate d’argento cominciavano a scendere. Il duca di Lerma perde potere a causa di una rivoluzione di palazzo a opera del figlio. 5 Filippo III muore di malattia nel 1621, gli succede il figlio Filippo IV. Era diverso: prontezza di spirito, intelligenza, cultura, ma senza fermezza; aveva già scelto il suo favorito: Gaspar de Guzman conte di Olivares (successivamente conte-duca). Nel 1621 spirò la tregua olandese e non venne rinnovata. L’Olivares pensò di proseguire fin da subito la guerra: per fare questo era necessaria quell’energica politica navale che Filippo III aveva evitato. Ma le risorse castigliane si erano esaurite. L’Olivares volle ridistribuire i carichi fiscali e chiedere l’aiuto degli altri domini, inoltre si voleva un sistema bancario nazionale, proposto già ai tempi di Filippo II e Filippo III. I progetti incontrarono l’opposizione delle Cortes castigliane. Progetto di “Unione delle Armi”: l’unione doveva essere formata da una riserva di 140.000 uomini, inviati da ogni dominio, con assistenza reciproca in caso di attacco, ma ai catalani il piano del conte-duca Olivares sembrava l’ennesimo tentativo di abolire le loro libertà in nome della Castiglia. L’Olivares dichiara ufficiale l’Unione: vent’anni dopo la bancarotta del duca di Lerma, nel 1627 si sospendono i versamenti ai banchieri. - GUERRA DEL MONFERRATO: nel 1627 moriva il duca di Mantova. Il candidato era il francese duca di Nevers: la sua salita avrebbe significato un pericolo per la presenza spagnola nel nord, a Milano. Il governatore di Milano, don Gonzalo de Cordoba, penetra coi suoi soldati nel Monferrato, operazione a cui l’Olivares dà tacita approvazione: guerra con la Francia. La guerra di Mantova degli anni 1628-1631 è il più grave errore di Olivares in politica estera, perché rimette in ballo i timori europei sull’aggressività spagnola e smuove i francesi; inoltre il duca di Nevers non viene estromesso. Occorreva far funzionare l’Unione e occorreva avere la collaborazione di Catalogna e Portogallo, i domini più separati. Ma Lisbona, sotto Filippo III, aveva vietato la politica dei viceré e attuato quella di avere un governatore, cosa che creò dissenso. Olivares nominò un membro di famiglia reale, Margherita di Savoia, come governatrice, ma senza successo perché il governo di Lisbona si scisse in due fazioni, castigliana e portoghese. Scoppiano tumulti e aumenta l’esasperazione (fiscale) catalana. - RIVOLTA CATALANA E PORTOGHESE (1640): L’Olivares era sconfortato, e per di più si stava perdendo la stagione dei grandi capi militari; ciò spinse l’Olivares a cercare la pace. Ma ottenerla era tanto arduo quanto fare la guerra, e per di più le risorse sivigliano-americane si stavano esaurendo. Si ebbero scontri tra soldati e civili e non si riuscì a mantenere l’ordine. L’Olivares capì la gravità della situazione e si domandò quali conseguenze avrebbe avuto su Aragona, Valenza e Portogallo un attacco alla Catalogna. Accettò una politica moderata di concessione, ma era troppo tardi. Anche in Portogallo furono messi a punto dei piani di insurrezione, con la connivenza di Richelieu. A gennaio del 1641 si annunciò che la Catalogna era diventata repubblica indipendente sotto la protezione francese. Il re licenzia l’Olivares e lo obbliga a ritirarsi nelle sue proprietà, dove muore. Scompare il primo e ultimo governante della Spagna asburgica con la visione di una monarchia mondiale. - Nel gennaio del 1648 scatta un trattato di pace con gli olandesi, base del Trattato di Munster del 24 ottobre con cui la Spagna riconosceva l’indipendenza delle Province Unite. Rimaneva la guerra con la Francia e i conflitti interni alla monarchia, perché il Portogallo era indipendente e la Catalogna si era ribellata. 1) Nell’estate del 1647 Napoli e Sicilia, esasperate dalla pressione fiscale, si erano ribellate al governo dei viceré spagnoli. Il cardinale Mazzarino non ne approfittò e la ribellione fu soffocata. 2) Le forze di Filippo IV penetrarono nel principato catalano, debole per la fame e per la peste. Mazzarino non ebbe modo di inviare soccorsi. Nel 1651 si marciò su Barcellona, che si arrende. Filippo promise di rispettare le libertà e le leggi catalane, e concesse amnistia. 3)Nel 1659 pace con la Francia: la Spagna cede alcuni territori e fa sposare Maria Teresa (figlia di Filippo) con Luigi XIV. Finivano le ambizioni spagnole in Europa. 4) L’indipendenza portoghese fu formalizzata il 13 febbraio 1668, quando Filippo era già morto (1665). Solo un figlio malaticcio ancora bambino, Carlo, avuto con Marianna d’Austria, sopravvisse. 6 ˙Cap. 10: Epitaffio su un impero -> In Castiglia il sistema monetario era nel caos, le attività manifatturiere rovinate, la popolazione demoralizzata e in decremento demografico. Età di Carlo II (dopo la reggenza di Marianna d’Austria): paralisi economica e culturale, ma si fa strada una rinvigorita Catalogna lavoratrice, che inaugura il preludio della più vistosa trasformazione economica della Spagna moderna; il centro si sposta quindi in periferia, dove l’onere fiscale era minore e la prostrazione economica meno deleteria. Candidati come successore di Carlo II: Giuseppe Ferdinando di Baviera, nipote di Margherita Teresa (figlia di Filippo IV), l’austriaco arciduca Carlo e il francese Filippo d’Angiò, nipote di Luigi XIV. Carlo II decide per Filippo d’Angiò, nel 1700. Carlo muore nello stesso anno. Filippo diventa Filippo V che nell’aprile del 1701 va a Madrid: estinzione della monarchia asburgica. Filippo viene accompagnato da consiglieri francesi, poi va a Barcellona per presiedere ad una sessione delle Cortes catalane, in cui le leggi e privilegi del principato vengono confermate e anzi viene concesso il privilegio di commerciare con il Nuovo Mondo. Ma i catalani (diffidenti) proclamano re l’arciduca Carlo come Carlo III. Gli alleati inglesi dei catalani vengono accolti sia in Aragona che in Valenza: è la guerra civile. Errore catastrofico della Catalogna: Aragona e Valenza cedono a Filippo nel 1707 perdendo leggi e privilegi; il governo tory sigla nel 1713 la pace con la Francia. Filippo V è re di Spagna. 7
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved