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La storia degli zoo umani, Schemi e mappe concettuali di Sociologia

Rappresenta la trascrizione di un documentario ed approfondito con nozioni presenti nel libro la bella e la bestia.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 07/02/2023

zafwizzard004
zafwizzard004 🇮🇹

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Scarica La storia degli zoo umani e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Sociologia solo su Docsity! ZOO UMANI ‘’Barbaro è anzitutto l’uomo che crede nelle barbarie’’ -Strauss Dal XIV alla seconda guerra mondiale, molte popolazioni sono state trattate come fenomeni da baracconi (basta pensare a Saartjie Baartman, ragazza boscimana che veniva esibita come fenomeno da baraccone, chiamata Venere di Ottentotta, famosa per la conformazione delle natiche e genitali sviluppati); donne, uomini, bambini e adulti sono stati costretti ad essere ‘’mostrarsi’’, ‘’esibiti’’ e ad essere guardati da altri essere umani nei giardini zoologici, circhi, aule di anatomia, esposizioni coloniali e universali. Queste popolazioni venivano esibite per promuovere la gerarchizzazione delle razze e per giustificare la colonizzazione. Il tutto veniva mostrato ovviamente in maniera ‘’innovativa’’, era una novità vedere queste popolazioni -considerate selvagge- in carne e ossa. Con tutta la nascita di questi zoo umani, il razzismo divenne ordinario. Dal 1880 al 1890 gli zoo umani diventano un vero e proprio fenomeno. Petite Capeline era una bambina amerindia, nata nella Terra del Fuoco. Una bambina di due anni e mezzo di origine fuegina. Venne portata via dalla sua terra d’origine insieme a sua madre e altri fuegini in Europa (un viaggio che durò circa un mese e in condizioni pessime). Gli esploratori descrivevano queste persone come individui selvaggi e nel 1870 s’impossessarono della loro terra colonizzandola. Il loro fine era quello di eliminare questo popolo. Carl Hagenbeck, un impresario tedesco, decise di presentare al pubblico questi ‘’esemplari’’ negli zoo umani. Tutto ciò creava evento e spettacolo in quanto venivano considerati anormali, affascinanti e strani contemporaneamente. Ritornando alla storia della bambina, furono portati tutti al porto di Le Havre, accolti da Sain-Hilaire (direttore zoologico). All’inizio queste esibizioni erano dedicate solo all’élite ma nel XIX la moda delle esposizioni si diffuse fino ad arrivare ad un vasto pubblico. Petite Capeline e il suo popolo restavano raggruppati intorno al fuoco mentre erano costretti ad essere guardati. Un’esperienza più che umiliante. I visitatori gettavano loro delle monete e questa bambina in realtà non veniva considerata come tale in quanto faceva parte da una ‘’razza inferiore’’. Questo popolo inoltre veniva considerato cannibale: in realtà non è una caratteristica veritiera. Saint-Hilaire ebbe molto successo grazie a questa innovazione che creava eventi incredibili. Iniziarono le prime vaccinazioni su questi popoli per evitare di perdere ‘’la merce’’ ma ovviamente le condizioni in cui vivevano erano pessime. Nel parco Bois de Boulogne, durante un’esibizione, Petite Capeline si ammalò a causa di una broncopolmonite, una condizione che la portò alla morte. Per la prima volta un bambino muore in uno zoo umano. Fu organizzato un funerale semplice: fu avvolta in una pelliccia, la seppellirono e accesero un fuoco per poi gettare pane e carne per renderle omaggio. Lo spettacolo l’indomani continuò come se nulla fosse accaduto. Dopo la tappa in Francia tutto il popolo venne trasferito in Germania, in un vagone per bestiame. È così che vengono considerati: prodotti senza diritti. Lì incontrarono Carl Hagenbeck; la sua carriera iniziò con il commercio di animali esotici, ma vedendo crescere l’interesse per i selvaggi, decise di lanciarsi nell’esposizione umana. Grazie al suo successo riuscì a costruire un gigantesco zoo ad Amburgo (tutt’oggi si possono notare all’ingresso di questo zoo delle statue che raffigurano uomini e animali sui cancelli in quanto venivano posizionati sullo stesso livello). Ad ogni esibizione, ogni gruppo veniva esaminato e studiato da scienziati e antropologi (riprendevano misure antropometriche, misure del corpo etc.). Tutto questo studio permise loro di creare la teoria della gerarchia razziale inserendo i fuegini nella gerarchia più bassa. Bischoff dirigeva la società berlinese antropologica ed era interessato allo studio del sesso delle bambine e delle ragazze: i fuegini si rifiutarono sistematicamente ma Bischoff non si arrese e arrivò al suo studio con la sezione dei corpi in seguito alla morte di due di loro. Dopo la Germania, arrivarono in Svizzera dove i virus colpirono anche i più resistenti. Il tempo passava e i morti accumulavano. Ad ogni morto il corpo veniva esaminato e studiato. Carl Hagenbeck era contrario alla fine del tour del 1882 anche se la sua merce inizia a far pena. I visitatori si iniziarono a lamentare della pessima salute dei fuegini e l’impresario tedesco non poteva più sfruttarli. Tornarono a casa solo in 2. Alcuni missionari anglicani cercarono di farli tornare alla loro vita ma ovviamente portarono per sempre un pessimo ricordo
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