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La storia dell'arte - riassunto capitolo VIII Dal neoclassicismo al romanticismo., Appunti di Storia Dell'arte

La storia dell'arte - riassunto capitolo VIII Dal neoclassicismo al romanticismo.

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 12/09/2018

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sultan-dibran 🇮🇹

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Scarica La storia dell'arte - riassunto capitolo VIII Dal neoclassicismo al romanticismo. e più Appunti in PDF di Storia Dell'arte solo su Docsity! 8. La storia dell’arte 8.1 L’inventore della storia dell’arte e la nascita dello storicismo Herder elogio a Winckelmann - il pioniere della storia dell’arte tra filosofia e storia Herder scrivi il testo Monumento a Johann Winckelmann nel 777 in cui esalta Winkelmann nel suo ruolo determinante come fondatore della storia dell'arte. A suo avviso egli era un pioniere che non si era fermato ai singoli fatti, ma aveva cercato di comprendere il senso globale, cogliendo la totalità di una cultura e di un popolo nella sua evoluzione storica; Winckelmann è quindi colui che per primo ha rivelato il solido legame tra filosofia e storia. Herder: ‘’ i limiti di Winckelmann - una storia dell’arte dottrinale - il bello, assoluto modello. Herder riconosce alcuni limiti nella storia dell'arte antica elaborata da Winckelmann; • Il suo è un sistema eccessivamente dottrinario che finiva per deformare la storia, plasmandola secondo un punto di vista troppo rigido. • Un'estetica, il cui fulcro era la convinzione che l'arte greca attingesse a una perfezione assoluta, che rappresentasse l'irripetibile bellezza del mondo e che costituisse il criterio secondo cui valutare la produzione artistica di altre culture e altri popoli. La storia dell’arte greca secondo Winckelmann: il contesto irripetibile, il modello inimitabile Winckelmann presenta l'arte greca nella sua opera "Storia dell'arte degli antichi", dandogli un doppio volto: 1. quello di prodotto storico legato a un contesto concreto e irripetibile 2. quello di modello assoluto e inimitabile di perfezione. Herder critica la Geschichte per: origine egizia; per comparazione al modello greco Winckelmann concepisce l'arte greca come storia, come dogma e come paradiso perduto. Era proprio il volto normativo di questa teoria a turbare Herder, per questo criticherà un'altra opera di Winckelmann, la Geschichte, su due aspetti: 1. per essersi rifiutato di riconoscere che l'arte greca traeva origine da quella egizia 2. per aver escluso nei suoi studi anche le arti di altri popoli, che dovevano essere trattati in maniera autonoma e non giudicati negativamente per comparazione. Herder inventa lo storicismo: iuxta propria principia ma riconoscimento a Winckelmann Per Herder ogni cultura deve essere trattata non secondo criteri fissi ma iuxta propria principia: in questo modo egli apre la strada allo storicismo. Comunque sia, per Herder riconosceva in Winckelmann una figura chiave che aveva osato rompere con la tradizione storiografica, consegnando un enorme eredità ai posteri, con l'opera Geschichte, ai quali ha permesso, anche attraverso le critiche, di sviluppare il suo pensiero. Per questo si è discusso a lungo se Winckelmann possa essere considerato l'inventore della storia dell'arte. Il ‘500; i presupposti della storia dell’arte - Giorgio Vasari I presupposti di questa disciplina fondano già nel 500, soprattutto in italia, dove vari eruditi hanno cercato di far emergere le glorie artistiche cittadine e regionali, facendo fiorire una storiografia artistica locale. Uno di questi, tra i più noti è Giorgio Vasari con la sua opera le Vite del 1550 1568: Giorgio Vasari vuole dimostrare come l'arte sia rinata dopo la barbarie dell'epoca medievale; • sviluppandosi grazie a Michelangelo, la cui arte è considerata all'apice di questo processo evolutivo. • Inoltre quest'opera serve al Vasari per rendere omaggio a firenze, presentandola come centro propulsore dell'arte italiana e quindi esaltare la famiglia regnante dei Medici. La visione toscanocentrica; La nozione di Rinascita; La Perfetta Regola La sua è quindi una concezione Toscanocentrica che pone in secondo piano altri fiorenti centri italiani come Venezia. La sua visione è influenzata dalla nozione di rinascita, che ha posto fine ad un'età oscura, ed è formata da un atteggiamento dogmatico che insiste sul raggiungimento della perfetta regola attraverso l'imitazione dei modelli antichi della terza età. La Catena Storica del Vasari; Opere belle e miracolose al loro tempo; Le Vite. • Il Vasari concepisce il processo storico come una catena di fenomeni strettamente connesse tra loro, per cui egli tratta anche di epoche, artisti meno valorosi rispetto agli artisti della terza età, ma comunque notevoli in rapporto alla qualità del loro tempo. • Egli concepisce che esiste un valore relativo che va riconosciuto a opere medievali che se confrontate con quelle moderne, appaiono ricche di difetti, Ma se visto il rapporto al loro tempo appaiono belle e miracolose. • La sua opera però è costituita più da un sistema di biografie quindi la sua storia è ricca di aneddoti sulla vita degli artisti più che una globale storia dell'arte. La svolta di Winckelmann: L’opera è il centro; lo stile è legato al contesto C.S.P. Winckelmann inaugura in questo senso una svolta: • Pone al centro del suo scritto l'opera d'arte e lo stile, non le biografie degli artefici. • Lo stile è un tipo di arte che ha un’evoluzione storica legata a precisi contesti climatici, sociali e politici. 8.2 Arte, condizioni climatiche, pratiche sociali, ordinamenti politici. La distanza tra antico e moderno; L’imitazione degli antichi; Winckelmann già dall'opera i Gedanken scava un solco tra il presente e l'arte greca, quale costituisce un modello di perfezione che i moderni devono imitare per diventare a loro volta 400 e del 500: egli è considerato l'iniziatore di una rinascita dell'arte che è andata proseguendo nelle epoche successive con masaccio, brunelleschi, e successivamente, con i grandi artisti cinquecenteschi. Il Modello dello Sviluppo Storico; dal Vasari per le arti locali a Mancini per il medioevo. Questo modello di sviluppo storico era stato delineato dalle Vite del vasari, il quale trova però L'opposizione di alcuni eruditi appartenenti ad altre tradizioni artistiche, sfociando quella storiografia artistica regionale o cittadina. Mancini; Il Tempo dell’opera d’arte Giulio Mancini fu una figura fondamentale del XVII secolo. Egli dice che per giudicare la pittura bisogna considerare i tempi in cui essa è fatta, assumendo dunque un punto di vista relativo alla qualità dei tempi. Il che lo porta a sostenere, per primo la continuità della pittura nei secoli bui del medioevo. La Riscoperta del Medioevo; Il processo storicistico = Iuxta propria principia È con lui che nasce e con lui che nasce un processo storicistico verso una maggior conoscenza dell'arte medievale. Lo storicismo si intende Infatti il considerare ogni epoca in sé per sé secondo le sue caratteristiche individuali, in iuxta propria principia. Il riordino della collezione di Leopoldo; il criterio cronologico: Filippo baldinucci Un'altra figura importante è Filippo baldinucci, il quale ordinando la collezione di disegni del Granduca Leopoldo de' medici, Adotta un criterio cronologico, Cominciando da Cimabue fino ai viventi. Il libro dei disegni di Vasari; La raccolta di Baldinucci. Due modelli storiografini Baldinucci adotta il senso dello sviluppo storico, occupandosi con piacere dei progressi dell'arte. Probabilmente già il libro dei disegni di Vasari che conteneva testimonianze grafiche da artisti medievali fino ai contemporanei, era ordinato secondo il criterio cronologico, se pur concentrandosi sul modello delle biografie. Il metodo migliore; Baldinucci = aspetto stilistico e privo di divagazioni aneddotiche Tra le due la più feconda e che sembra presagire aspetti della storia dell'arte settecentesca è quella di Baldinucci in quanto si focalizzata sull'aspetto visuale stilistico e priva di divagazioni aneddotiche del tipo vasariano. Nel Settecento Si afferma Infatti il gusto per la progressione storica dell'arte una delle importanti opere di riferimento è quella di Hancarville. La Collezione Hamilton, la progressione storica con l’evoluzione degli stili nell’arte antica Hancarville, che illustra le antichità della collezione Hamilton presentando incisioni che riproducevano cronologicamente opere appartenenti ad epoche diverse dell'antichità cogliendo l’evoluzione degli stili nell'arte antica. Lodoli; Raccolta di opere dal medioevo al 700 - storia visuale dell’arte. In questo periodo cominciano a formarsi raccolte con successione di opere di artisti dal Medioevo alla contemporaneità, tra cui quella dell'Abate Veneziano Lodoli, esponente della teoria architettonica funzionalista in Italia: egli raccoglie dipinti sin dell'arte bizantino fino al 700 creando così una storia visuale dell'arte. Le difficoltà nel trattare il medioevo; apprezzamento estetico - trattazione storica Tuttavia c'erano ancora molti pregiudizi, Infatti ci sono voluti anni prima che l'arte del Medioevo venisse apprezzata esteticamente. Prima quest'arte doveva essere considerata degna di una trattazione storica. Solo dopo lo scandalo concettuale Soltanto quando ci si accorse dello scandalo concettuale del vuoto dei secoli bui, si procedette a una storiografia su questo tipo di arte. Seroux elabora una storia dell’arte medievale in nome della storia non per l’estetica Seroux d’Angicourt Il primo esempio quello di Seroux d’Angicourt che elabora una storia dell'arte che coprisse i secoli di decadenza colmando una lacuna della storiografia artistica finora ignorata; egli svolge però questo immenso lavoro considerando L'arte di cui si occupa decadente disprezzandola a livello artistico e agisce soltanto il nome della storia. L’inventore dello storicismo:Storia=Catena=Sviluppo Provvidenziale=Relativa;Presupposto Herder invece afferma la necessità di concepire la storia come una catena in cui ogni anello è unico è necessario in quanto risponde a uno sviluppo provvidenziale: Ogni fase deve essere analizzata secondo i propri caratteri peculiari individuali non in base a ideali criteri appartenenti ad altre epoche il presupposto di questa concezione la coscienza che lo spirito umano non è mai uguale a se stesso ma si evolve nel tempo. Non ha senso imitare o criticare l’arte; ogni sviluppo dell’uomo è necessario al disegno pro Per Herder dunque l'umanità va gradualmente realizzando se stessa, rispondendo ad un disegno provvidenziale. Ogni tappa essenziale affinché tale realizzazione si compia, quindi non ha senso imitarla o criticarla. L’ideale di felicità di ogni epoca popolo; L’arte ha diritto comprensione in iuxta propria principia Ogni epoca e popolo ha un suo ideale di felicità che non è paragonabile a quello di altre epoche o popoli e tutte le manifestazioni artistiche hanno così il diritto ad essere comprese nella loro individualità e originalità in iuxta propria principia. Con Herder nasce lo storicismo; Hegel: L’arte è l’incarnazione dello spirito (si realizza nel processo storico) Con Herder si afferma questa esigenza di comprensione storica dell'arte quindi di storicismo che sarà poi elaborato da Hegel in Lezioni di Estetica: quest'ultimo afferma che lo spirito assoluto si realizza rivalendosi nel processo storico, nel succedersi delle civiltà e si manifesta di volta in volta nella forma d'arte, nell'attività umana più appropriata a quella determinata tappa della sua rivelazione. Per Hegel le arti incarnano lo spirito tanto quanto le leggi, la filosofia e la politica. Wanckenroder; Comprendere tutte le arti = Comprendere la totalità di Dio Wackenroder, il quale sottolinea la necessità di una comprensione dei fenomeni artistici diversi tra loro, animato da una concezione Mistica dell'arte, egli rivolge ai contemporanei un appello alla tolleranza di tutte le espressioni artistiche in quanto rispettare e comprendere le diverse forme dell'arte significa onorare Dio, poiché ogni opera reca la traccia di quel Raggio Divino che illumina ogni uomo il quale a sua volta con la propria arte lo trasmette a Dio. Per Wackenroder il senso dell'arte è un unico raggio Celeste che attraverso il vetro variamente sfaccettato dei sensi e sotto diversi climi si frange in mille diversi colori. Unico è Dio, varie sono l'umanità e le sue forme artistiche Ma pur sempre permeate dal soffio originario del creatore. 8.4 La storiografia Artistica: Caylus - Winckelmann Caylus; trasforma L’antiquaria, il catalogo=manifesto programmatico - l’opera è al centro; La tecnica;lo STILE=espressione dello spirito del popolo; uova metodologia archeologica. Il conte di Caylus costituisce una figura di grande importanza per aver profondamente trasformato l'antiquaria in una scienza capace di fornire materiali utili alla storia dell'arte. Infatti Egli ha raccolto un'ampia collezione di oggetti antichi appartenenti a epoche e popoli diversi, non gli interessavano le grandi opere ma i manufatti di uso comune. • Questo catalogo si è configurato come un manifesto programmatico di un nuovo metodo che esalta la centralità dell'Opera rispetto alle fonti scritte, per questo per Caylus è importante un esame diretto della tecnica, dello stile e operare una serie di confronti con oggetti affini, fasi imprescindibili per comprendere l'opera. Egli dà peso allo stile, riconoscendolo come espressione dello spirito di un popolo di un epoca. È con lui che si afferma nell'archeologia una moderna è valida metodologia basata su un approccio empirista, legato alla cultura scientifica del tempo. Sulla scia dello STILE; Winkelmann: ‘’La storia dell’arte è un sistema dottrinale; il bello è l’essenza’’, ne va mostrato il processo evolutivo. L’opera è protagonista. Winckelmann in Storia dell'Arte afferma che la sua opera non è una cronaca ma una storia, Essendo sorretto da un sistema dottrinale. In questa trattazione l'obiettivo guida È l'essenza Voltaire criticano l’antiquaria, Gibbon la riprende e la unisce alla filosofia Montesquieu insieme a Voltaire criticano l’antiquaria per la sua aridità, inutilità, preferendo lo studio dello sviluppo dell'umanità e di una globale civiltà. Gibbon unisce metodo filosofico e antiquario e ricostruisce il medioevo con materiali. Gibbon riunisce il metodo della storia filosofica e quello dell' antiquaria, concentrandosi su singoli fatti e fenomeni individuali, dando ricchezza di documenti forniti dalla ricerca antiquaria ai secoli della decadenza. La continuità dell’arte nel medioevo. Seroux, Vasari, Mancini Seroux non fu l'unico a trattare di arte medievale (importanza della continuità storica) Vasari Infatti ne inserisce una parte nelle sue vite, facendo cominciare l'inizio della rinascita dell'arte da cimabue, escludendo però i secoli precedenti. Mancini dichiara la continuità dell'arte nei secoli bui. La riscoperta del medioevo; Il collezionismo, Il museo, nel 700 si hanno alcuni apprezzamenti sull'arte gotica da parte di Milizia, Freezer, Lodoli in particolare dall'inglese Horans Valpol, legato al fenomeno del collezionismo, diffuso soprattutto in italia. Seroux e il rapporto con il medioevo: approccio utilitaristico per la storia. Seroux stesso era proprietario di una collezione la quale deve essere stata di grande importanza per la decisione di illustrare l'opera tramite incisioni. L’arte medievale per ricostruire o come arte in sè per sè Seroux nutriva per l'arte medievale un interessa prettamente storico, non estetico mentre ad altri suoi contemporanei Zanetti, della Valle, Oakley, apparivano non solo come documento di un'evoluzione storica ma anche come Arte in sé per sé. La ricostruzione del medioevo; L’utilità religiosa delle opere medievali • Papa Benedetto XIV vuole A Roma nel 1757 il Museo Cristiano per raccoglie oggetti proveniente dalle catacombe, quadri che testimoniano la storia dell'iconografia del culto cristiano. • Cardinale Stefano Borgia raccolse a Velletri una variegata collezione di opere medievali per svolgere una storia comparata dei popoli delle religioni e delle arti. Legrand d’Aussy; lo scopo dello storico è ricostruire l’utile non il bello. Legrand d’Aussy scrive un saggio sulle sepolture nazionali francesi sottolineando che lo scopo dello storico non è occuparsi di ciò che è bello, ma di ciò che è utile per la ricostruzione storica. La liberazione della storia: Le connessioni con altre religioni e popoli La storia deve liberarsi dai pregiudizi giudizi estetici, concentrandosi sullo sviluppo della cultura nelle sue connessione con usi e religioni dei popoli. Legrand suddivide la storia in sei epoche in cui Individua una serie cronologica di tipologie di sepolture dalle più semplici alle più complesse proponendosi anche di riprodurre dei modelli da esporre in museo. Il nazionalismo storicistico. Legrand non si occupa però delle tombe romane in quanto sono per i francese dei monumenti stranieri eretti da un popolo vincitore. Legrand separa quindi l'arte classica da quella medievale manifestando una chiara componente nazionalista. I due poli della cultura antiquaria; L’individualità nazionale; La classicità sovranazionale Dal XVI secolo si distinguono i due poli dentro la cultura antiquaria: uno e quello dell'individualità nazionale, l'altra quello della classicità sovranazionale e dei valori universali. • Il primo Polo individua nel gotico dell'arte medievale l'espressione dello spirito germanico. La storiografia della pittura. In Italia è importante la figura di Luigi Lanzi con la sua Storia Pittorica Dell'italia (che fa ben comprendere il fermento storiografico e primitivistico del tempo) riassume le esperienze artistiche pittoriche locali in una visione globale della pittura italiana declinata stilisticamente nelle varie scuole regionali. Illustrazione del lavoro di Lanzi: I primitivi toscani criterio geografico e cronologico. (Grazie alla ricerca condotta da Lanzi, il direttore della Galleria degli Uffizi Bencivenni Pelli, nel 1782 istituì l’aperta di una sala di pitture antiche, primitivi toscani, ordinati secondo il criterio geografico e cronologico) L’esigenza del viaggio per la documentazione della pittura nelle scuole italiane In questo anno Lanzi senti l'esigenza di allargare le sue conoscenze sulla pittura italiana attraverso ricerche che lo spingessero a viaggiare a scoprire di più sulla scuola senese, romana e napoletana. Lanzi; Storia Pittorica come guida alla comprensione dalle scuole pittoriche, Il metodo. La Storia Pittorica è concepita come un libro portatile, che facilitasse la comprensione delle diverse maniere regionali enfatizzando il metodo della divisione per scuole. L'autore dichiara la propria avversità al genere delle biografie degli aneddoti, inutili per la comprensione dell'arte. Egli vuole studiare non l'uomo ma il pittore, dunque il suo talento il metodo le invenzioni lo stile. La storiografia Lanziana; Ricostruire una storia della pittura italiana frammentata e sparsa Inoltre anche in lui la storia si fonda su una selezione delle opere esaminate, le più atte a illustrare la storia degli stili. Il suo obiettivo principale colmare la mancanza di una storia globale della pittura italiana quindi conferire unità significato e correttezza all’insieme di informazioni sparse della letteratura artistica disposizione. La struttura della storiografia pittorica; Scuole regionali, stili, maniere, arti locali. Lanzi • Elabora una struttura incentrata sulla divisione in scuole regionali; basata sull’analisi di stili maniere proprio di una località. • Egli distingue anche 4 epoche a cui corrispondono i cambiamenti di gusto e individua nei capi scuola, illustrandone lo stile. Una storiografia che non è cronologica ma logica, per connessioni stilistiche tra scuole. Questa storia non rispetta una successione cronologica degli artisti Ma le grandi connessioni stilistiche tra le varie scuole. Ispirazione a Winckelmann, Zanetti e Tiraboschi. • Zanetti La storiografia Lanziana è policentrica e fa riferimento anche a Zanetti Pittura Veneziana, il cui modello viene esteso a tutta italia. L’obiettivo è informare gli artisti del proprio tempo attraverso un sistema didattico-dottrinale per fargli comprendere le ragioni dell fioriture e decadenze dell’arte. • Tiraboschi L'opera del Lanzi è stata sollecitata anche dalla pubblicazione di Storia Della Letteratura Italiana di Girolamo Tiraboschi, che ingloba la storia delle scienze delle biblioteche e delle arti, fondando il modello enciclopedico con la tradizione storica italiana. Tiraboschi vuole sottolineare la necessità di aumentare le conoscenze sull'arte dalle fonti, svolgendo quindi accurate ricerche filologiche. La storiografia della scultura La scultura riceve una sua storia specifica grazie al Conte Leopoldo Cicognara, che collabora con il letterato Pietro Giordani. I Due pubblicano Storia della Scultura e qui il fatto stilistico costituisce la trama di un tessuto storico suddiviso in cinque fasi 1 della rinascita alla fine del XII secolo fino a Donatello 2 da Donatello a Michelangelo 3 Michelangelo 4 Bernini 5 canova. Il Metodo Di Cicognara, Esame Diretto, Le Connessioni Con Il Contesto, Il Nazionalismo Cicognara vuole affrontare la ricostruzione storica a partire da un esame diretto delle opere oltre ad introdurre ogni epoca con un parallelo sulla politica, le scienze e le arti. Cicognara giustifica di volersi limitare alla scultura sottolineando il carattere prettamente italiano di quest'arte, per contrastare La colonizzazione francese. Pietro Giordani; Canova incarna la rinascita italiana. In lui sono riassunti estetica e morale Lo stesso Giordani riconosce in Canova l'artista in cui si realizza un ideale estetico, morale e civile che ne fa il protagonista dell'imminente rinascita italiana. • Quelle onorifiche onorario personaggi illustri. Grazie a questa impostazione funzionale egli può esaminare anche le differenti materie delle statue sottolineando il loro carattere policromo. Quatremère; Il modello analitico dell’antico; La condanna alla politica delle spoliazioni Questo modello è ripreso anche da Quatremère nell'opera Jupiter Olympien di fondamentale importanza per la riscoperta della della statuaria antica. Quatremère è tra gli eruditi che hanno condannato la politica delle spoliazioni, basandosi sull'idea che un'opera d'arte è strettamente legato al suo contesto geografico sociale politico culturale per cui è nata, un'opera è legata anche a tutte le altre opere d'arte precedenti o successive proprie in quel contesto. L’opera lontana dal suo contesto; L’opera nasce per soddisfare. Grazie a questa trama di rapporti il singolo oggetto artistico può essere compreso. altrimenti sottratto al suo contesto perde di significato. Il nesso Arte-milieu deve farci capire che l'arte nasce per soddisfare concrete esigenze della società, solo alla luce di quali dei quali un'opera può essere davvero compresa. IL metodo di Quatremère: L’arte antica che conosciamo è solo una parte; ed è in marmo, ma i greci usavano molti materiali e molte tecniche. Il metodo di Quatremère parte della consapevolezza che ciò che resta dell'arte antica è solo una minima parte di quanto è stato globalmente prodotto, sulla base di questi resti è possibile concludere che gran parte della statuaria greca era in marmo così come i bronzi. Gli altri materiali dell’arte greca. I Greci nutrivano una predilezione anche per la scultura crisoelefantina, in avorio oro e altri materiali preziosi. La Funzione delle statue antiche; L’interpretazione deve usare la nozione di contesto. Quatremère dimostra che queste statue policrome rappresentavano delle divinità ed erano situate nei santuari più importanti, Erano oggetti di culto che dovevano suscitare incredulità e superstizione nei fedeli, creare un effetto di magnificenza e sfarzo. Dunque per Quatremère l'arte non va valutata secondo principi astratti e convenzioni estetiche, Ma deve essere interpretata calandosi nella società che l'ha vista nascere per ricostruirne la funzione 8.6. Il Restauro ll pericolo del restauro; Il problema della distinzione; Tra Puro e Manipolato Nella Geschichte Winckelmann sottolinea che molti antiquari avevano male interpretato le statue antiche perché non avevano saputo distinguere le parte autentiche la quelle restaurate. Questa affermazione dimostra l’ esigenza di individuare gli interventi di restauro che deriva dalla lucida consapevolezza della lunga distanza storica che separa gli antichi e dai moderni. La distinzione tra antico e aggiunto; il metodo di Winckelmann E’ necessario Dunque indicare quanto nelle statue antiche è stato aggiunto posteriormente. Winckelmann Esamina le statue secondo due criteri, • La Recensio, recensione comparazione di opere simili per selezionare la parte più antica. • L’Emandazio, la correzione di aggiunte apocrife. L’originalità di Winckelmann; Il restauro è un momento conoscitivo Winckelmann, spinto dalla propria coscienza storicistica, concepisce il restauro delle statue come momento conoscitivo, che deve rispettare lo stile e la tecnica e il materiale originale. La posizione di Winckelmann è una novità, in quanto finora il restauro era considerato un atto tecnico per integrare frammenti antichi e ricostruire la presunta iconografia; restauro e ricerca archeologica erano quindi su due piani distinti. Orfeo Boselli; Il restauro non rispetta l’opera, il suo stile Infatti, anche secondo Orfeo Boselli (noto restauratore del tempo), il restauro era estraneo al rispetto dello stile e all'esatta interpretazione del soggetto: per restaurare bastava saper Ben scolpire. Winckelmann; Il restauro pretende un’esatta conoscenza e una buona metodologia; Per Winckelmann il restauro è un'operazione delicata che implica una una conoscenza dei materiali edili stili antichi da imitare: il restauratore deve operare secondo una metodologia che coniughi scienza archeologica e consapevolezza storica, non deve intervenire sull'antico in modo arbitrario secondo il proprio gusto. Una nuova concezione del restauro; Il restauratore diventa specialista. Bartolomeo Cavaceppi, molto famoso e apprezzato nella Roma settecentesca. Se prima il restauratore era uno scultore minore, che iniziava questo lavoro per necessità finanziaria, ora diventa una specialista che pratica una professione distinta e che richiede specifiche conoscenze. Cavaceppi e Winckelmann; il restauro integrativo richiede specifiche conoscenze e va operato in particolari condizioni. Cavaceppi, come Winckelmann ammette il restauro integrativo, ma solo dopo serie di confronti e riscontri, dopo aver individuato lo stile la scuola di appartenenza all'opera. Il restauro non consiste nella bravura tecnica ma nella capacità mimetica Per Winckelmann Il restauro NON consiste per lui nel saper fare bene testa o braccia o gambe ma nel eguagliare ed estendere l'abilità dell'antico scultore alle parti che vi si aggiungono. Sia cavaceppi che Winckelmann sono dunque favorevoli alla reintegrazione delle parti mutile anche se sotto precise condizioni. Il rischio di compromettere l’aspetto originario dell’opera; Il rifiuto di Canova Spesso però si rischiava di compromettere l'aspetto originario intervenendo col restauro. Canova Infatti, incaricato di restaurare i marmi fidiaci del Partenone trasferiti a Londra da Lord Elgin agli inizi dell’800, Canova si chiede se ne valga la pena manomettere l’originaria purezza dei marmi. In fine rifiuta di farlo, considerando sacrilega qualsiasi forma di intervento. Quatremère Appoggia la decisione canoviana concependo il restauro integrativo come una prassi che aveva dei fondamentali intenti didattici. Insomma l'opportunità del restauro integrativo va valutata secondo le caratteristiche dell'opera. In alcuni casi è possibile intervenire in altre invece risulta rischioso.
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