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La Storia: Elsa Morante, Appunti di Italiano

Recensione del romanzo "La Storia" di Elsa Morante con riassunto particolareggiato, cenni alla vita dell'autrice, analisi di temi e personaggi principali.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 09/04/2023

Silviapede04
Silviapede04 🇮🇹

4.5

(2)

18 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica La Storia: Elsa Morante e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Scheda del libro La storia Elsa Morante L’autrice: Elsa Morante Elsa Morante nasce a Roma nel 1912, nel quartiere popolare di Testaccio. Inizia molto giovane a scrivere favole, filastrocche e racconti per ragazzi pubblicati su diversi giornali, fra i quali «Corriere dei Piccoli» e «Oggi». Una serie di questi racconti giovanili confluisce nel suo primo libro, il gioco segreto, uscito nel 1941 e seguito l’anno dopo da Le bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina. Nel 1936 conosce Alberto Moravia, che sposerà nel 1941. Grazie a Moravia, la Morante entra in contatto con scrittori di primo piano come Umberto Saba, Giorgio Bassani e, soprattutto, Pasolini, con cui inizia un’amicizia che durerà fino agli anni ’70. Il suo primo romanzo è del 1948, Menzogna e sortilegio. I primi anni ‘60 segnano un momento di svolta nella vita della scrittrice: la separazione da Alberto Moravia segna l’inizio di un periodo d’instabilità. Sono anche anni di impegno politico: le inquietudini e i timori per un conflitto nucleare sono alla base di Pro e contro la bomba (1965) e della raccolta poetica Il mondo salvato dai ragazzini (1968). Nel 1974 pubblica La storia, libro che ha un enorme successo. Il suo ultimo romanzo, Aracoeli, viene pubblicato nel 1982. Nel frattempo, l’ossessione per la vecchiaia e gravi problemi fisici cominciano ad indebolirla sia a livello fisico che emotivo. Impossibilitata a camminare, tenta il suicidio nel 1983, ma viene salvata da una domestica. Viene quindi trasferita in una clinica di Roma dove muore d’infarto il 25 novembre del 1985. Anno di pubblicazione 1974 1 Russia, il cui ritorno è atteso invano dai parenti. Qui un giorno si presenta Carlo Vivaldi, o meglio dire Piotr, o meglio dire Davide Segre, come lui rivela di chiamarsi in realtà, rivelando quindi anche di essere ebreo. Non molto tempo dopo vi è una nuova apparizione di Ninuzzu, che di tanto in tanto torna a salutare l’amato fratellino. È durante questo periodo che Useppe inizia ad avere i primi incubi di notte, indotti dalla visione di alcune raccapriccianti immagini della guerra. Nella primavera del 1946, Ida lascia la casa dei Marrocco e affitta un appartamento in via Bodoni, nel quartiere della scuola dove lavora, dove per un breve periodo di tempo risiede lo stesso Nino in compagnia della suo nuovo fedele segugio Bella. La gioia provata da Iduzza per avere di nuovo entrambi i figli con lei, si spegne in pochi giorni con la notizia della morte dell’amato Ninnarieddu, che lei riteneva quasi invulnerabile, in seguito ad un incidente stradale. Il silenzio di Useppe come conseguenza alla morte del suo eroe è quasi sconvolgente: è come se lui, pur non sapendo che cosa sia successo, abbia capito ogni cosa. Iniziano quindi le avventure di Useppe e la nuova arrivata Bella, ormai senza padrone, che diventa una sorta di balia per il bambino, si prende cura di lui mentre Ida è a scuola. Poco prima della morte di Nino, Useppe ha avuto il suo primo attacco epilettico, proprio come sua madre, che già era stato presagito dalle crisi notturne precedenti. La situazione degenera velocemente, lo sguardo del piccolo è sempre più vuoto e i giorni felici di Pietralata sembrano sempre più lontani, quel bambino solare sembra così diverso da questo disturbato che allontana la compagnia delle persone che non conosce. Durante una delle sue avventure con Bella, Useppe si imbatte in Davide Segre, diventato tossicodipendente. Useppe si affeziona moltissimo a Vàvide, notando ma forse rifiutando di accettare la “malattia” dell’amico, distrutto dalla terribile fine di Assodicuori. Durante i suoi vagabondaggi, a Useppe sembra persino di sentire nuovamente la famosa canzone “è uno scherzo uno scherzo tutto uno scherzo!”, cosa che lo rende molto felice. Una sera del 1947 però, una sera come tutte le altre, il povero Davide Segre muore di overdose, “un uomo che di natura amava troppo la vita per disfarsene consapevolmente, da un giorno all’altro”. Anche in seguito a questa morte, il comportamento di Useppe è lo stesso tenuto nei confronti di Ninnuzzu: un 4 silenzio più che consapevole. Con l’aumentare delle crisi del bambino, nonostante l’assunzione di numerosi farmaci, Ida è sempre più spaventata, quasi presagendo ciò che potrebbe succedere. E il peggio avviene, una mattina dello stesso anno, mentre il bambino è solo a casa con la povera Bella, incapace di aiutare il tanto amato padroncino durante il più forte dei suoi attacchi. E così finisce la storia di Iduzza Ramundo, in realtà deceduta l’11 dicembre 1956 per complicazioni polmonari in seguito ad un attacco di febbre, in pratica “morta insieme al suo pischelletto Useppe quel lunedì di giugno 1947”. Ma la Storia continua, nonostante tutto. 5 Temi fondamentali ➔ Amore: presente in ogni singola pagina del romanzo, l’amore che Ida prova per i propri figli è straordinario, farebbe qualsiasi cosa pur di proteggerli. Le privazioni a cui lei va incontro per riuscire a sfamare il piccolo Useppe sono esemplari, così come lo è il suo tentativo di proteggerlo dalla crudeltà del mondo che lo circonda. Strazianti sono le pagine delle morti di Nino e del piccolo Useppe, inquietante il fatto che lei senta dentro di sé che qualcosa non è al suo posto, che qualcuno è in pericolo. Questa una frase esemplificativa del dolore provato da Ida, inserita dopo la notizia della morte di Nino: “Voleva succhiare l’aria, l’ossigeno delle piante, ma non aveva polmoni da respirare. Voleva rincorrere le ragazze, chiamare gli amici, i cani, i gatti, ma non riusciva a farsi vedere né udire nessuno. Voleva mettersi addosso quella bella camicia di moda americana esposta nella vetrina, impadronirsi di quella macchina e fare una corsa, addentare quella pagnottella, ma non aveva corpo, e né mani né piedi. Non era più vivo, ma perdurava ridotto alla miseria carceraria più atroce: la voglia di vivere”. ➔ Morte: il tema della morte è, purtroppo, maledettamente centrale nella storia di Ida. Sembra quasi che ogni persona alla quale lei si affezioni, sia destinata a lasciarla: il padre, poi Alfio, persino Blitz, poi i partigiani compagni di Nino, poi Nino stesso, poi Davide, poi il piccolo Useppe. L’esistenza di Ida è segnata dalla morte e dal dolore, dalla miseria e dalla crudeltà della guerra. Ma lei resiste, nonostante tutto. É solo la morte di Useppe, che era diventato la sua unica ragione di vita, a farla vacillare: lei è morta con il suo bambino di nessuno. ➔ Politica: il tema politico è, ovviamente, presente, anche se sullo sfondo della vicenda narrata. I fatti di cronaca vengono enunciati freddamente all’inizio di ogni anno, per poi essere utilizzati come palcoscenico per la storia dei personaggi principali. Questo tema emerge di più soltanto in alcuni momenti, il cui protagonista è spesso l’anarchico Davide Segre e i suoi discorsi propagandistici. 6 Impressionante è il suo rapporto con Davide Segre, la consapevolezza con cui affronta un problema come quello, impressionante è il suo silenzio dopo la morte dell’amico. Perché “il silenzio, in realtà, era parlante! anzi, era fatto di voci, le quali da principio arrivarono piuttosto confuse, mescolandosi col tremolio dei colori e delle ombre, fino a che poi la sensazione diventò una sola: e allora s'intese che quelle luci tremanti, pure loro, in realtà, erano tutte voci del silenzio. Era proprio il silenzio, e non altro, che faceva tremare lo spazio”. ➔ Nino Ramundo: rappresentante di quella gioventù a cui ho accennato sopra, Nino è uno di quei ragazzi ha cui la guerra ha tolto ogni cosa. Gli ha tolto la possibilità di pensare liberamente, cosa che lui ha fatto solo una volta cresciuto, gli ha tolto la spensieratezza, il divertimento, poi la vita stessa. Non bisogna colpevolizzare Nino per aver abbandonato la madre e il fratellino, lui ha fatto ciò che dall’alto volevano che facesse, non ha avuto scelta, poi è morto lottando per quello in cui credeva. Ninnuzzu è sempre stato un’importante figura di riferimento per il piccolo Useppe, che guardava a lui come se fosse un Dio e ha passato tutta la sua vita in attesa dell’amato fratello, finché un giorno ci ha rinunciato. Quello di Nino è un personaggio particolare, è uno di quei ragazzi che avrebbe voluto “pazziare”, ma non ha potuto farlo, quindi ha sfogato il suo desiderio di una vita vissuta andando a combattere, senza mai pentirsi di questa decisione. ➔ Davide Segre: personaggio che diventa via via più importante nel corso della storia, lascia un segno nel cuore del lettore per la fine cui è stato destinato. Era il ragazzo silenzioso, in disparte, quello che se ne stava dietro la tenda accarezzando Rossella, poi è diventato il coraggioso partigiano giustiziere di tedeschi, il grande Piotr, ed è finito nella fossa in seguito alla insostenibile disperazione per la morte inaspettata dell’amico. Interessante è poter capire che cosa ha portato il ragazzo ad iniziare a drogarsi, straziante è vedere gli effetti che queste sostanze hanno su di lui, toccante è assistere alla reazione del piccolo Useppe al comportamento dell’amico. 9 Conclusione La Storia di Elsa Morante è un libro che dovrebbero tenere in considerazione tutti coloro che amano leggere, essere trasportati dalle parole, coinvolti. Cercando di guardare oltre l’apparenza, cioè l’elevato numero di pagine, si potrà godere fino in fondo di questo romanzo, delle emozioni che si provano durante la lettura, delle riflessioni che questa suscita. Straordinaria è la capacità della Morante di raccontare storie, nel vero senso della parola: personalmente, mi ha affascinato l’idea di narrare il passato di moltissimi personaggi, dedicare spazio a loro, ai loro sentimenti, alle loro imprese, perché tutti meritano di essere ricordati. Credo che questo possa contribuire a rendere il libro non solo semplici parole scritte su un foglio, ma una storia che ha il diritto di essere raccontata. Ogni personaggio può essere compreso fino in fondo, persino quelle comparse apparentemente insignificanti che, altrimenti, sarebbero state semplici nomi scritti a caso per portare avanti la storia. Concludendo, ritengo che tutte le ore passate a leggere questo volume non siano andate sprecate, tutt’altro. La lettura di questo romanzo mi ha arricchita, sento come se avessi vissuto ogni singolo minuto insieme ai personaggi, è come se fossi cresciut insieme a loro. 10
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