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LA STORIA MODERNA - dalla scoperta dell'America al congresso di Vienna, Appunti di Storia Moderna

Riassunto degli avvenimenti della storia moderna divisi per nazione

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 04/02/2019

Gloris97
Gloris97 🇮🇹

4.3

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Scarica LA STORIA MODERNA - dalla scoperta dell'America al congresso di Vienna e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! Esame scritto, 4 domande aperte sul manuale + 1 domanda su Maria Teresa d’Austria Posso fare l’esame tutto insieme oppure farli divisi ma devo fare prima la parte generale e se boccio la parte generale non posso rifarlo alla sessione successiva mentre se boccio la parte su Maria Teresa d’Austria posso rifarlo all’appello successivo Se prendo da 16 in poi alla seconda parte fa comunque media con la prima invece se prendo di meno boccio. fine corso 20 novembre circa STORIA MODERNA Periodo della storia moderna: possibili date di inizio 1492: scoperta dell’America. Importante particolarmente per la Spagna perché si inizia ad unire 1453: • Caduta dell’ultimo baluardo della cristianità d’oriente con la conquista di Costantinopoli per mano di Maometto II caduta dell’impero romando d’oriente. I cristiani ortodossi vengono sopraffatti dai musulmani. Tuttavia, i cristiani non scompaiono perché non viene fatta omogeneità religiosa come invece si stava facendo in occidente ma le due religioni continuano a convivere. Inoltre, la conquista ottomano di Costantinopoli preoccupa l’occidente perché i turchi fanno pressione militare sull’occidente • Una schiera di letterati bizantini scappa da Costantinopoli in occidente portando con sé casse di codici antichi in greco (loro non avevano mai perso la conoscenza del greco). Questi letterati arrivati in occidente diventavano soprattutto insegnanti di greco e per questo motivo in occidente accanto al latino torna ad essere conosciuto ed insegnato anche il greco. 1454: invenzione della stampa (a Magonza da parte di Gutenberg) se non fosse successo ciò anche la diffusione del greco non sarebbe stata così capillare. Un altro fatto avvenuto in questi anni che ha contribuito alla diffusione del greco fu il progetto di stampa dei libri in lingua (edizioni aldine) avviato da Aldo Manuzio Possibili date di fine: 1815: congresso di Vienna, inizio della restaurazione dell’Ancien règime termine coniato nel 1789 quando viene abolito il feudalesimo in Francia. LA NASCITA DEGLI STATI NAZIONALI Questo termine è legato al concetto di nazione. Il termine nazione dall’800 in poi ha iniziato a coincidere sempre di più col termine stato. Questo ha avuto lati positivi e negativi (restrizione dei diritti di chi proviene da altre nazioni). Nell’età moderna invece nazione e stato erano due concetti diversi e in particolar modo uno stato era formato da più nazioni. STATO E GOVERNO: Stato: entità che poggia le sue basi fisiche su un territorio che nel periodo dell’età moderna non era come oggi poiché ad esempio la Francia ha sviluppato il suo territorio attuale nel corso di più anni così come la Spagna. Governo: organi che si occupano di far funzionare la macchina statale (oggi la chiamiamo amministrazione pubblica e rappresenta la vera innovazione di alcuni stati europei verso le fine dell’età moderna) Ci furono due forme di stato che governarono l’età moderna: • LO STATO COME GOVERNO DEL TERRITORIO: si forma tra il XII ed il XVI secolo nei grandi stati nazionali come la Francia, i regni spagnoli e l’Inghilterra. Elementi costitutivi: • Capo: è un signore (che può essere un re, un duca, un conte, un’oligarchia ecc., e può essere una persona o più persone). Questo signore ha dei poteri, il potere IMPERIUM, che esercita in vari ambiti tra cui l’AMBITO FISCALE, riscuotere le imposte per ampliare l’esercito, l’AMBITO MILITARE, e l’AMBITO GIUDIZIARIO in quanto il capo amministra la giustizia negli ambiti più alti e viene interpellato dopo tutti gli altri gradi di giustizia in quanto ha l’ultima parola. Il signore fa inoltre riferimento ad un certo territorio (regno, ducato, contea ecc.) • Assemblee rappresentative: sono gli organi attraverso la quale i sudditi avevano la possibilità di parola e di presentare istanze che condizionavano il sovrano che infatti non poteva fare ciò che voleva. Hanno nomi diversi nei diversi stati nazionali: Parlamenti in Inghilterra Cortes in Spagna Stati generali in Francia Landtage in Germania In Francia inoltre accanto agli stati generali c’erano anche dei parlamenti (Parlaments) in quanto erano presenti tanti parlamenti quanti capoluoghi di cui quello più importante ovviamente era Parigi in quanto più vicino al re e in quanto vi si concentravano più personaggi. I Parlaments non erano altro che tribunali di 2° livello e dopo di loro c’era solo il sovrano. Vi si accedeva per nomina del re oppure pagando e quindi è qui che si concentrava il vero potere della borghesia, non nel terzo stato che si riuniva invece solo su convocazione del sovrano (e ad es. prima della Rivoluzione francese non erano stati convocati per più di 100 anni). Infatti, i sudditi in Europa avevano il diritto di parola solo quando i signori volevano sottrargli soldi. Tuttavia valeva anche il contrario, ovvero che il re era influenzato dal popolo in quanto era il popolo a finanziarlo (solo quelli col reddito ovviamente ed i contadini che possedevano terre ) DIFFERENZE CON IL PARLAMENTO INGLESE: in Inghilterra c’era un solo parlamento mentre in Francia molteplici, in secondo luogo il corrispettivo del parlamento inglese, che era diviso in 2, la camera dei lords (di nomina regia, di cui facevano parte i vescovi e l’alta nobiltà) e la camera dei comuni (elettiva e suffragio censitario in cui poteva essere eletti ed esercitare solo i proprietari terrieri) era rappresentato in Francia dagli stati generali che erano invece divisi in 3 (clero, nobiltà e terzo stato). Inoltre, l’ultima differenza, è che in Inghilterra clero e nobiltà erano associati, mentre in Francia erano divisi. Cosa succede se il sovrano non rispetta i diritti dei sudditi, i diritti dei corpi nella quale si organizzano i sudditi? La tradizione giuridica europea prevede che a fronte di un sovrano che non riconosce la legittimità delle norme scritte di un determinato territorio del suo regno sia possibile attivare il “DIRITTO DI RESISTENZA” in età moderna significa che i sudditi hanno il diritto di ribellarsi nei confronti del proprio sovrano fino ad arrivare ad uccidere il proprio legittimo sovrano (TIRANNICIDIO). la peculiarità della società europea era quella di aver messo per iscritto e aver giustificato questo fatto. Ci sarà infatti più di un re di Francia ucciso dai sudditi e addirittura in Inghilterra ci sarà un sovrano portato sul patibolo a nome di tutta la nazione inglese. Non si fa fuori il re o non si manda al patibolo per ribaltare l’ordine costituito ma per tutto l’arco dell’età moderna si fa fuori il re per riaffermare l’ordine costituito che secondo i sudditi che si ribellano è stato sovvertito da quel sovrano. Sotto il sovrano c’è il “popolo” il suo significato in età moderna è molto differente dal significato che ha oggi. In età moderna era un insieme di corpi con dei privilegi e non un insieme di corpi con dei diritti. Il popolo ha dei privilegi o delle libertà (le libertà in età moderna sono costituite invece dai privilegi del clero, la nobiltà ecc. che formano la società). I corpi detti prima messi insieme formano il popolo. Ciascuno di questi corpi è tutelato nei suoi privilegi da norme scritte e ciascuno di questi corpi li difende anche qui da una parte sottoscrivendo dei patti col sovrano (che riconosce quelle libertà legittime) (es. la MAGNA CARTA in Inghilterra). DI questi patti ne verranno fatti molti tra sovrani europei e pezzi del popolo. Quando il sovrano non rispetta questi patti coloro che si vedono lesi i loro diritti hanno il diritto di ribellarsi nei confronti del monarca. Questo vuol dire che le società europee in età moderna nascono e crescono sulla base di un patto tra chi li governa e chi è governato quindi in un certo senso c’era già quella democrazia che poi si svilupperà dalla Rivoluzione francese in poi. TUTTAVIA, QUESTA DEGLI EUROPEI È UNA NOVITA’. La costituzione cetuale è quindi una costituzione MISTA perché genera forme di governo in cui il sovrano e i differenti corpi di cui è composta la società collaborano insieme per far funzionare lo stato. Quindi non si può parlare di monarchie assolute nell’Europa moderna, ma di MONARCHIE TEMPERATE, ovvero limitate dall’assemblee rappresentative, dai consigli, differenti ceti all’interno dei quali è divisa la società (clero, nobiltà, la borghesia ed in alcuni strati anche gli strati inferiori che in qualche parte d’Europa hanno avuto voce) COME MAI ALLORA IN EUROPA SI SONO CREATI DEGLI STATI ASSOLUTI? È esistito uno stato assoluto nell’Europa moderna? Cosa si intende per stato assoluto si intende la tendenza a semplificare in forma A LEGIBUS SOLUTA [(da cui viene il termine) = sciolta dal vincolo delle leggi] forme di governo monarchico riducendo il potere di tutti quegli organi che invece tendono a limitare l’azione del sovrano. Ci sono stati sovrani che hanno cercato di fare ciò es. Luigi XIV ma anche per lui l’assolutismo monarchico è stata più un’aspirazione verso che una realtà di fatto. Ha preso provvedimenti ma neanche lui è riuscito ad ottenerlo. Lo stato assoluto NON È UNA FORMA DI STATO (le abbiamo viste all’inizio) ma È UNA FORMA DI GOVERNO, la prima forma di governo che incontriamo. Per capire ciò basta fare riferimento al diritto (anche questa UN’INVENZIONE DELL’EUROPA, SOPRATTUTTO IL DIRITTO SCRITTO). Domanda per capire Quanto è assoluta, sciolta dal diritto scritto, la pretesa di un monarca a voler dominare le realtà sociali e territoriali?????? Quando un sovrano cerca di ottenere il potere assoluto egli aggiunge un nuovo tipo di diritto che possiamo chiamare il “DIRITTO DEL MONARCA” il punto più alto raggiunto dalla forma di governo STATO ASSOLUTO in Europa è una serie di leggi emanate da Luigi XIV dal 1667 prendono il nome di ORDONNANCES e riguardano vari ambiti della vita civile Luigi XIV emana questi decreti per imporre la propria volontà in ambito giudiziario (ordinanze che regolano i processi civili e penali quindi decide che l’ambito giudiziario non si può basare più solo sul diritto passato ma c’è bisogno anche del diritto del monarca modo per affermare il suo potere), in ambito del commercio, in ambito della navigazione. Quindi importanti ambiti della vita di uno stato in cui Luigi XIV decide di dettare le regole e non più di affidarsi a regole precedenti. La novità di queste nuove leggi, di questi nuovi decreti è che emerge per la prima volta nella storia dell’Europa un anello mancante LA SOVRANITA’ pretesa del monarca di essere padrone assoluto del proprio regno (anche se la realtà sarà differente e questa resterà solo una pretesa). Dal punto di vista giuridico affermare la propria sovranità vuol dire affermare che i diritti precedenti (in particolare quelli consuetudinari) sono di qualità differente da quelli del sovrano afferma che il suo diritto è superiore ai diritti consuetudinari conseguenza di ciò è che i diritti precedenti essendo inferiori sono ABROGRABILI ovvero possono essere eliminati, che i giudici nel decidere di una causa possono non tenerne di conto. Nonostante i provvedimenti di Luigi XIV e nonostante molti sovrani europei prendano come spunto da lui, nonostante questo tutti i diritti particolari che si sono creati nell’arco dei secoli continuano a sussistere ed operare. In Francia questi diritti continuano TUTTAVIA a sussistere quanto meno fino alla rivoluzione francese (Luigi XIV muore molto prima della rivoluzione francese) questo perché i decreti del re sole non coprono e non normano in maniera capillare TUTTI gli aspetti della vita della società francese questo vuol dire che quando un giudice si trova a dover decidere su una causa avendo sott’occhio tutti i diritti se non trova nei decreti del sovrano espressamente regolamentato quanto deve essere deciso è costretto a tornare a basarsi sui diritti precedenti. Ecco perché queste ordinanze di AGGIUNGONO ai diritti precedenti ma non li eliminano. ALTRA FORMA DI COSTITUZIONE (oltre alla costituzione cetuale) CETUALE- ASSOLUTISTICA Il testo base di questo tipo di costituzione è “Six livres de la republique” di Jean Bodin, 1576 la repubblica non è intesa come la intendiamo noi oggi ma qua repubblica sta per stato. Sono i 6 libri dove è posto il fondamento dello stato assoluto (per Bodin). Viene scritto in un momento drammatico della storia della Francia, quello delle guerre di religione tra cattolici e protestanti, calvinisti francesi chiamati Ugonotti. Viene dunque scritto in un momento in cui la monarchia francese è molto debole, ma da parte di Bodin vuol dire anche guardare a un modo per uscire da questa situazione viene infatti qui teorizzata la monarchia assoluta che cercherà di vedere la luce con i vari re (luigi) di Francia (ad esempio per arrivare a Luigi XIV ci vorrà quasi un secolo). Non finisce la costituzione cetuale ma si aggiunge l’aspirazione all’assolutismo monarchico. Questo vuol dire che sul principio cetuale della società francese s’inserisce il principio di sovranità detto prima. Le caratteristiche di questa sovranità sono: • Perpetua e originaria: non deriva da nessun altro potere ma deriva dalla sovranità medesima, al massimo il re di Francia è disposto ad ammettere che il suo potere deriva da Dio ma da nessun altro, tanto meno dai diversi corpi in cui sono organizzati i suoi sudditi. Quindi tutti gli altri poteri devono essergli sottomessi. • Deve tendere ad essere assoluta: la sovranità non può essere condizionata in teoria da nessun patto e da nessun contratto che i sovrani precedenti hanno stabilito con i propri sudditi. Questo perché i patti limitano la sovranità e quindi non la rendono assoluta. Tuttavia, questa contraddizione del re che vuole essere assoluto ma non può perché i sudditi gli mettono i paletti si spiega con due espressioni: ESTAT e GOUVERNEMENT (regime e governo) sul primo livello lo stato è assoluto perché il re fa le leggi e governa (le fa mettere in pratica) sul secondo livello invece è condizionato dalle differenti forze che controllano il territorio del regno. Quindi vuol dire che se il re vuole evitare che i suoi ordini non vengano rispettati deve scendere a patti con queste forze. LO STATO ASSOLUTO È RIUSCITO DUNQUE AD IMPORSI SOLO A META’. Non è solo la sovranità a costituire la novità negli stati europei i cui sovrani voglio diventare assoluti sempre di più, ma a cambiare ancora di più le cose è stata una corrente filosofica che prende il nome di GIUSNATURALISMO. Quindi le due grandi novità dell’Europa moderna sono state LA SOVRANITA’ e la progressiva affermazione del GIUSNATURALISMO. Giusnaturalismo = Gius: leggi Naturalismo: dottrina filosofica non nata nell’età moderna ma afferma le sue radici nella dottrina aristotelica. Ritornando alle origini della storia dell’umanità tutti gli uomini sono nati allo stato di natura (motivo dell’espressione) ovvero che tutti si comportavano come gli animali, il più forte cercava di sopraffare il più debole per sopravvivere. Siccome gli uomini sono diversi dagli animali in molte cose e soprattutto sono diversi dagli animali perché hanno inventato il linguaggio ad un certo punto hanno capito che farsi fuori fra di loro significava arrivare all’estinzione e quindi per evitare ciò hanno capito che era necessario arrivare a compromessi per uscire dallo stato di natura (significa inventare la politica, ovvero un modo per convivere in un determinato spazio). Solo per il fatto di essere nati gli uomini acquisiscono dei diritti (chiamati DIRITTI NATURALI o ORIGINALI), nel momento in cui escono dallo stato di natura ed entrano in società civili e organizzati nascono i DIRITTI POSITIVI ovvero i diritti scritti delle varie città che regolano la vita tra gli uomini. Il fondamento del giusnaturalismo è dunque questo e filosofi iniziano dunque ad affermare che le persone non posso continuare a valere in quanto parte della nobiltà ecc., ma in quanto individui e in quanto tali devono far valere i propri diritti. Il giusnaturalismo afferma dunque la difesa dell’individuo contro la difesa dei ceti sociali. Giusnaturalisti furono Hobbes, Kant, Rousseau e Montesquieu e la maggior parte dei filosofi illuministi francesi e inglesi dell’età moderna. Una cosa fu però la teoria, altra cosa fu invece la pratica. Esempio di quale fu la pratica ne abbiamo col “Leviatano” di Hobbes (1651) pubblicato in anni in cui l’Inghilterra era sconquassata dalla prima rivoluzione inglese cioè da un periodo in cui la società inglese è GLI EUROPEI IN ASIA Le origini della supremazia europea — le cui basi si posero tra '600 e '700 e che sarebbe durata fino alla prima guerra mondiale — possono individuarsi in tre ordini di fattori, che mancarono invece nei grandi imperi asiatici: lo sviluppo di un mercato libero e del capitalismo commerciale, la tutela dei diritti di proprietà, la superiorità tecnologica. Fino al XIX secolo la presenza dell'Europa in Oriente fu soprattutto commerciale Alla metà del '600 l'olandese Compagnia Unificata delle Indie orientali — che agiva anche come rappresentante dello Stato olandese — soppiantò l'egemonia commerciale portoghese, controllando per mezzo secolo il traffico delle spezie. Nel corso del XVIII secolo la inglese Compagnia delle Indie orientali scalzò a sua volta l'egemonia commerciale olandese e, dopo un lungo conflitto con la Francia, tra-sformò le basi commerciali in India in un possedimento coloniale (detenuto per conto della corona inglese). OLANDESI, FRANCESI E INGLESI IN AMERICA Alle colonie spagnole era permesso commerciare solo con la madrepatria; ma questo sistema economico chiuso era costantemente incrinato dal contrabbando e dalla pirateria, che avevano il loro centro nelle Antille. In queste isole si installarono, nel corso del '600, olandesi, francesi e inglesi, per aggirare il monopolio commerciale spagnolo. Nello stesso secolo gli inglesi unificarono i loro possedimenti dell'America del Nord, mentre la Francia fondò le sue prime importanti basi in Canada. Dopo la guerra franco-inglese, che riproduceva in America lo scontro in atto in Europa per la successione spagnola, la Francia perse alcuni territori, conservando però Canada e Louisiana. Nel '700 si affermò la supremazia inglese nell'America del Nord e nel commercio atlantico. Nel 1713 l’Inghilterra, che era diventata la prima potenza commerciale, ottenne il monopolio del commercio degli schiavi con le colonie spagnole. Con la GUERRA DEI SETTE ANNI gli inglesi acquisivano Canada e parte della Louisiana (dalla Francia), e la Florida (dalla Spagna). I possedimenti francesi in America si riducevano, così, alle Antille. L'aspetto meno noto dell'espansione europea è quello eco-logico: l'Europa infatti trasformò sensibilmente l'habitat delle popolazioni soggette al suo dominio, esportando non solo merci, ma anche malattie, piante, animali, uomini. LA RIVOLUZIONE DEI PREZZI, DELLA TERRA, DELLA SALARI All’inizio dell’età moderna una delle dinamiche che più colpisce la popolazione in giro dell’Europa è l’aumento dei prezzi nei vari ambiti PREZZO NOMINALE prezzo scritto su un oggetto PREZZO REALE ciò che riesco ad acquistare I prezzi di beni e servizi iniziano ad aumentare INFLAZIONE dovuta al fatto che in Europa ad un certo punto hanno iniziato ad aumentare in maniera che ha colpito i contemporanei. Fino a quel momento inflazione molto bassa quindi anche minimi aumenti dei prezzi a quell’epoca colpivano la gente nei loro bisogni primari siccome il 99% della popolazione europea viveva ai limiti della sussistenza, anche un minimo aumento li mandava in crisi. Il ridursi del rapporto tra il valore reale delle monete e il loro valore nominale, cioè il fatto che con una determinata moneta ad un certo punto potessi comprare meno rispetto a prima ha provocato una crisi dell’Europa nei ceti più bassi. Novità della fine del 400 e inizio del 500 è dovuta al fatto che aumenta il prezzo del grano e del pane Aumentarono poi anche i prezzi della terra e dei manufatti. Nei periodi di inflazione la povera gente cerca di trovare capri espiatori a cui imputare il peggioramento della situazione economica normalmente si trovano in coloro che secondo loro nascondono il grano ed il pane perché avendo la possibilità di metterne meno sul mercato possono guadagnare di più. Si accusano dunque gli INCETTATORI coloro che speculano sulle differenze di prezzo per guadagnare di più in realtà non sono stati loro la causa dell’impennata dei prezzi ma sono stati l’effetto a causa dell’inflazione, per continuare a guadagnare quanto fino a quel momento sono obbligati ad aumentare i prezzi. Altro elemento da tenere in considerazione i ceti inferiori sono maggiormente colpiti dall’aumento dei prezzi perché a differenza dell’élite della società il 90% della popolazione usa per acquistare beni primari denaro spicciolo coniato con metalli scarsi , permettevano dunque di acquistare meno rispetto alle monete coniate con metalli più preziosi usate dai ceti più alti della società. Quindi verificandosi una perdita di valore d’acquisto incideva dunque non tanto sulle monete d’oro e argento ma su monete coniate con metalli meno preziosi (perdevano più velocemente il valore d’acquisto). Nel momento in cui le istituzioni che coniano le monete a fronte di una crisi economica i re cercano di diminuire costantemente la quantità di metallo prezioso all’interno delle nuove monete coniate sul mercato monetario vengono immesse sempre maggiori quantità di monete di minor valore che permettevano di acquistare meni beni e servizi. La potenza europea che gioca più di altre su questo constante abbassamento di quantità d metallo all’interno delle monete è la Spagna (****) innesca un processo di produzione di monete con sempre meno metallo prezioso fino ad arrivare nel 1650 a coniare monete solo di rame. Questo è un paradosso perché come detto in (****) in questo periodo la Spagna era molto ricca d’argento perché riceveva dalle colonie grosse quantità d’argento. Come i contemporanei hanno cercato di spiegare le cause dell’aumento dei prezzi? Baudin oltre ad essere un letterato si dilettava d’economia con uno sguardo retrospettivo (scrive nella 2 metà del 500) si fa delle domande e si dà delle risposte basate su una teoria precisa, “Teoria metallistica” o “Teoria quantitativa della monete” prevede che A FRONTE DELLA DOMANDA E DELLA VELOCITA’ DI CIRCOLAZIONE DELLA MONETA CHE RIMANGONO STABILI, I PREZZI AUMENTANO IN MANIERA DIRETTAMENTE PROPORZIONALE ALLA QUANTITA’ DI MONETA CIRCOLANTE SUL MERCATO. (imparare a memoria) secondo questa teoria se i monarchi europei continuano a immettere maggiori quantità di monete sul mercato, sono loro a provocare l’aumento dei prezzi, è la causa scatenante. Questo stesso tipi di spiegazione viene ripreso 4 secoli dopo da Hamilton che nel 1930 rispolvera la teoria quantitativa della moneta perché si trova anche lui nella crisi che è quella del 1929. Applicazione della teoria nella situazione che stiamo analizzando Bodin spiega che essendo arrivato nuovo metallo prezioso dall’America sono state coniate sempre più monete e questo ha fatto salire i prezzi. Queste due spiegazioni sono state molto criticate dagli storici i quali poi studiandoci sopra hanno indicato una serie di fattori che smontare parzialmente, sfumare, la spiegazione di questo fenomeno: • I prezzi sono aumentati dal 1470 circa limite alla spiegazione di Bodin e di Hamilton perché precedente alla scoperta del nuovo mondo non è possibile che la scoperta dell’America possa essere portata esclusivamente a spiegazione dell’inflazione in Europa • Non abbiamo la possibilità di avere dati completi sull’importazione di metalli preziosi dal nuovo mondo non ce l’abbiamo perché esiste ed è sempre esistito il fenomeno del contrabbando evitare di dare dunque una parte di metalli preziosi al sovrano, una parte di questi si cerca di farli entrare di nascosto in Europa, quindi non possiamo calcolare con esattezza la quantità di metalli preziosi immessi in Europa si indebolisce ancora la spiegazione dell’aumento dei prezzi a causa dell’aumento delle materie preziosi • È vero che a Sivilla, porto d’arrivo dei metalli delle indie, arrivano nei decenni della 2 metà del 500 galeoni stracarichi di argento, però questo argento non viene usato per la maggior parte per nuove coniazioni dal re di Spagna (che anzi, come già detto, diminuisce sempre più l’argento nelle monete), ma questo argento transita solo in Spagna e va ad arricchire, riempire le tasche di due categorie di persone che non hanno niente a che fare con la spiegazione dell’aumento dei prezzi i banchieri che hanno prestato soldi al re di Spagna (soprattutto genovesi) e i mercanti, commercianti, indiani, cinesi e giapponesi che non vogliono essere pagati con monete di rame ma solo in oro e argento. Questa è la spiegazione principale perché la maggior parte dell’Argento che arriva in Europa non vi rimane ma va in oriente. QUAL È DUNQUE LA RAGIONE DELL’AUMENTO DEI PREZZI? Vera ragione è dovuta al fatto che dopo la peste nera del 1348 la popolazione europea aveva subito un drastico ridimensionamento, c’erano voluti 60-70-80-100 anni per riempire i vuoti dei morti della peste. Nei decenni seguenti alla metà del 400 la popolazione europea incomincia un’ondata demografica che non si fermerà fino alla crisi di cui abbiamo parlato. Essendoci più gente da sfamare coloro che vendono il grano e vendono il pane tendono ad aumentare i prezzi. Questo rialzo dei prezzi riguardò anche altri settori es. prezzo della terra terra = misura della ricchezza di una persona Aumentarono anche i prezzi di compra vendita di terre e risultarono impressionanti per la popolazione dell’epoca. Chi è avvantaggiato da questo aumento? Gli affittuali fino ad allora si poteva prendere in affitto un pezzo di terra a canoni bassi e con contratti d’affitto a lungo termine ma veniva pagato di più il prodotto del terreno particolare contro i simboli delle cristianità e misero a ferro e fuoco Roma (SACCO DI ROMA: 1527). Dopo mesi di occupazione tra Carlo V e il papa si arrivò ad una pace il papa riconsoceva a Carlo V i suoi diritti sui territori italiani e in cambio Carlo V restituiva al papa i suoi domini occupati. Nel 1530 inoltre, Carlo V si fece incoronare dal papa a Bologna imperatore del sacro romano impero (lo era già dal 1519 ma gli mancava la consacrazione del papa). Lo stesso anno con la PACE DI CAMBRESIS si arrivò ad un accordo con la Francia che prevedeva che Milano restasse nelle mani dell’imperatore mentre la Borgogna nelle mani della Francia. Gli scontri per questi territori continuarono però fino al 1559 con la PACE DI CATEAU CAMBRESIS che però non fu Carlo V a firmare poiché nel 1556 aveva abdicato in favore del figlio Filippo II e del fratello Ferdinando I. (vedi concilio di Trento per la divisione dei territori). Questa pace sancisce che da ora in poi la potenza europea che governerà in Italia è la Spagna di Filippo II il ducato di Milano è definitivamente spagnolo, il regno di Napoli idem, viene creato anche uno stato artificiale sulla costa della Toscana attraverso l’inserimento di fortezze militari spagnole. Tutti gli altri stati sono condizionati dalla Spagna indirettamente tranne la repubblica di Venezia che conservava una maggiore libertà d’azione. LA DOMINAZIONE SPAGNOLA IN ITALIA Il dominio spagnolo in Italia iniziò ufficialmente nel 1559, quando fu stipulata la pace di Cateau-Cambrésis. Il dominio spagnolo in Italia può essere diviso in due fasi: • la prima giunge fino al 1610 circa. In questo primo periodo, la “PAX HISPANICA” garantì una ripresa delle attività economiche e l’integrazione Nell'impero spagnolo Costituì un vantaggio per le elite di governo. Tuttavia l'alleanza con la chiesa si tradusse in rigida censura e repressione del dissenso. • nel secondo periodo, invece, (all'incirca dopo il 1640) l’aumento della pressione fiscale dovuto alla partecipazione della Spagna alla guerra dei trent'anni sconvolse gli equilibri tra le frazioni che si contendevano il potere. La penisola subì un notevole declino economico dovuto anche all'inizio della crisi della potenza iberica che produsse di conseguenza una diminuzione demografica e l'aumento delle rivolte (come quella napoletana del 1647 guidata da Masaniello a fronte dell’imposta sulla frutta ritenuta illegittima dalla popolazione) contro i dominatori. Il predominio spagnolo terminò con la guerra di successione spagnola, quando l'Italia passò sotto l'influenza austriaca. LE PROVINCE UNITE (fiandre) Faceva parte del ducato di Borgogna che era passato agli Asburgo dopo il matrimonio tra Massimiliano I e Maria di Borgogna e da loro era stato ereditato da Carlo V (che tra l’altro nel 1500 nasce proprio in una città delle fiandre, Gand). Le fiandre dunque insieme ai territori italiani passano da Carlo V in eredità al figlio Filippo II. Contemporaneamente alle guerre di religione in Francia, anche la Spagna dovette affrontare la rivolta di alcune province che difendevano la propria autonomia politica e religiosa. inizia una ribellione di questa parte dei possedimenti spagnoli che durerà fino al 1648 chiamato GUERRA DEGLI 80 ANNI anche se non dura ininterrottamente 80 anni ma ci sono periodi di pace come per esempio quello dal 1609 al 1621 allorché iniziò un altro conflitto che è la GUERRA DEI 30 ANNI. I Paesi Bassi erano territori molto ricchi e per concessione dei duchi di Borgogna, a cui erano appartenute, avevano il diritto di nominare i propri governanti e di amministrare autonomamente la giustizia. Anche nei Paesi Bassi, soprattutto quelli settentrionali, si erano diffuse le dottrine riformate , luterane o anabattiste e il fatto che essi venissero giudicati dall’Inquisizione spagnola anziché dai propri magistrati provocò grandi rivolte. Filippo II in risposta a ciò inviò in questi territori un tribunale speciale contro gli eretici e condannò a morte tutti i protestanti. Tuttavia i capi delle rivolte erano riusciti a fuggire in Germania da qui organizzarono la resistenza trovando alleati negli ugonotti francesi, nei principi protestanti tedeschi e in Elisabetta d’Inghilterra. I costi delle guerre fecero dichiarare banca rotta a Filippo II che inviò nelle province unite un diplomatico che convinse, promettendo di riaffermare gli antichi privilegi, a staccarsi dalla rivolta le province cattoliche. Le 7 province del nord continuarono invece la loro guerra e nel 1581 si proclamarono indipendenti con Guglielmo d’Orange come governatore. Solo dopo che Filippo II era già morto si arrivò ad una tregua. Questa nuova repubblica che ha una grande vocazione marinara e commerciale, si caratterizza per un accentuato dinamismo mercantile e commerciale che cerca di coprire tutti gli spazi disponibili in Europa e di sostituirsi alle potenze coloniali precedenti in giro per il mondo (soprattutto alla Spagna e al Portogallo). A differenza dalla colonizzazione portoghese tuttavia gli olandesi occupano talvolta anche l’entroterra così come avevano fatto gli spagnoli. Succede soprattutto nell’arcipelago indonesiano dove gli olandesi creano grandi piantagioni di spezie quindi la colonizzazione olandese è a metà strada tra quella spagnola e quella portoghese Tra il 1630 e il 1654 gli olandesi si stabiliscono in Brasile e sfruttano il territorio anche lì. Gli olandesi riesco inoltre ad organizzare meglio e in modo più innovativo delle altre potenze il colonialismo in giro per il mondo, perché creano compagnie commerciali (primi 20 anni del ‘600) dividendole tra INDIE ORIENTALI E INDIE OCCIDENTALI. Per le prima creano la WOC per le seconde la WIC. Per Indie orientali si intende il traffico tra Capo di buona speranza e città del capo mentre per Indie occidentali si intende il traffico tra il tropico del cancro e capo di buona speranza. Queste compagnie diventano fortissime e sono foraggiate dal denaro dei grandi mercanti olandesi e creano la flotta più potente dell’Europa. Le conseguenze di ciò sono molte ma ce n’è una che spiega perché i periodici siano stati dopo un primo tentativo in Italia, i giornali siano nati in Olanda i primi giornali nascono in Olanda con una caratterizzazione economica non serve vedere la cronaca nera o politica ma bisogna essere informati sull’arrivo e la partenza delle navi olandesi (cosa portano o portano via). Il mondo della comunicazione nasce dunque in Olanda perché essa ha un’espansione mondiale ed ha bisogno di ricevere in maniera “rapida” per prendere decisioni di carattere economico e commerciale . Altri elementi innovativi introdotti ad Amsterdam sono la creazione di una BANCA NAZIONALE e di UNA BORSA MERCI (borsa valori) nel 1609, dove i mercanti olandesi si ritrovano per fare affari finanziari e di titoli. Questi verranno poi copiati dalle altre potenze europee. Questo nuovo modo di far commercio prende il nome di MERCANTILISMO sottolineando che il nuovo modo di fare economica è sempre più legata al commercio. Il mercantilismo aveva come base teorica la convinzione che la ricchezza di uno stato derivasse dalla quantità di metalli preziosi che questo possedeva mentre come politica economica mirava, grazie all’intervento dello stato, ad aumentare le esportazioni ed a diminuire le importazioni tramite dazi molto alti, Il mercantilismo si instaura in un momento preciso in cui la situazione florida iniziata nel secondo ‘400 che era stata pompata dalla crescita della popolazione europea e che aveva ricevuto l’iniezione dei metalli preziosi dal nuovo mondo, inizia nel ‘500-‘600 invece a cambiare per via di: • Mutamenti climatici arriva la piccola glaciazione le temperature diminuiscono in modo consistente e questa provoca danni ai raccolti questo provoca • carestie • inflazione dei prezzi • disordine monetario • declino delle manifatture tradizionali • decadenza dei traffici commerciali delle città stato italiane e tedesche che devono fare i conti con le nuove potenze commerciali il baricentro finanziario dell’Europa si sposta dunque dal Mediterraneo (non è più l’Italia ecc.) alle coste dell’Atlantico si innesca dunque un periodo di crisi CRISI DEL ‘600 inizia con le carestie dette sopra e poi si radicalizza dalla fine degli anni ’10 del ‘600. Le carestie debilitano i corpi umani e cadono più vittime delle epidemia, la più importante delle quali è quella della peste che colpisce per mezzo secolo molti paesi europei. Se poi a queste ci aggiungiamo anche le guerre e in particolare la guerra dei 30 anni detta sopra si capisce quanto fosse difficile la situazione economica e sociale dell’Europa della prima metà del ‘600. • CONSIGLIO DE GUERRA: attività più importante nella formazione degli stati nazionali • CONSIGLIO DE ESTADO del 1521: fa sì che tutta questa articolazione Polisinodismo: dal greco sinodos ovvero gente che si aggrega. Quindi Polisinodismo significa più assemblee (che servono appunto per la gestione dello stato). Polisinodismo quindi: articolazione di organi divisi in materie o per territori. ENTRATE ECONOMICHE: IL CLERO: Il clero come il terzo stato non era esente dalle tasse o per lo meno, il clero non era sottoposto al pagamento costante delle tasse ma gli veniva richiesto periodicamente di aiutare lo stato con “donativi” parlare di donativi e non di tasse aveva un valore simbolico, in quanto appariva come una donazione della chiesa allo stato ad esempio per campagne militari ecc. e non un’imposizione dello stato alla chiesa (erano dunque elargizioni volontarie, anche se volontarie fino a un certo punto perché i sovrani le pretendevano, ma per la chiesa era importante farle apparire come donazioni spontanee). In Spagna queste donazioni erano chiamate CRUZADAS e TERCIAS. La prima era un donativo elargito dalla chiesa allo stato spagnolo con l’obiettivo di opporsi militarmente agli infedeli, affonda le sue radici nelle crociate effettuate non solo in Medioriente ma anche in Europa contro i musulmani che continuavano ad essere presenti in Europa e che la chiesa voleva espellere definitivamente. Riconquistata Granada dai musulmani la Spagna continuerà comunque a difendere la cristianità stavolta dall’impero ottomano e quindi continuerà a ricevere la cruzada. Las Tercias era invece l’elargizione di denaro quando il sovrano aveva bisogno (quindi non in maniera continuativa come le tasse al popolo). Quindi il clero in Spagna partecipa anche economicamente. ALTRE FONTI DI ENTRATA PER I REGNI SPAGNOLI oltre che a quelli sopra elencati che provengono però solo in determinati momenti e situazioni: • DAZI: imposte sull’importazione o esportazione anche da villaggi o centri urbani (non per forza da nazioni diverse). A tutte le porte cittadine infatti erano presenti dogane e doganieri che facevano pagare sia all’entrata che all’uscita dei dazi che andavano per la maggior parte a beneficiare il centro urbano ma anche il sovrano stesso. • ALCABALA: imposta gestita direttamente dal potere centrale, tassa fissa sulle transazioni commerciali e sui consumi • Titoli del debito pubblico (JUROS): i re spagnoli si servivano ad esempio dei grandi banchieri italiani per farsi pagare il funzionamento dello stato, pagandogli in cambio interessi anche molto elevati. Lo stato per funzionare ha bisogno di andare sul mercato e trovare finanziatori che acquistino titoli pubblici che vengono ripagati con l’interesse. Se alla scadenza di questi Juros lo stato non riesce a ripagare il debito va in bancarotta e ciò accadrà alla Spagna. Fino al XIV secolo c’era una figura unica, il TESORIERE MAGGIORE, che gestiva le finanze dello stato ed era l’alter ego del sovrano ovvero il più importante rappresentante dell’accentramento monarchico Quando la monarchia si espande il tesoriere maggiore non può più accentrare tutto questo potere nelle sue mani e anche qui si formano dunque figure amministrative chiamati: • CONDADORES DE HACIENDA: sono funzionari pubblici che si occupano di predisporre all’inizio di ogni anno il bilancio preventivo (ovvero quello che si fa all’inizio dell’anno considerando le entrate e le uscite) dello stato e fino ad un certo punto si occupavano anche di riscossione delle tasse. Diciamo fino ad un certo punto per due motivi: • Ad un certo punto i re di Spagna si rendono conto che non è possibile riscuotere le tasse su un territorio così vasto con così pochi funzionari e quindi cominciano sempre di più ad appaltare la riscossione delle imposte prima ad una categoria sociale ed etnica su cui i sovrani spagnoli per secoli si sono appoggiati, ovvero gli ebrei. Questo poi andrà diminuendo a causa dell’odio che monta sempre di più verso questa minoranza e che aveva fatto sì che in Spagna nascessero sempre di più “pogrom”, ovvero espulsioni forzate di ebrei dalla Spagna. Questo culminerà poi nel 1492 con l’espulsione di tutti gli ebrei dalla Spagna ovviamente tranne coloro che avrebbero deciso di convertirsi al cattolicesimo. Espulsi gli ebrei assumono il ruolo gli appaltatori spagnoli ARRENDAMIENTO ovvero appalto della riscossione delle imposte gli appaltatori dovevano un tot al re (calcolato all’inizio dell’anno), mentre tutto ciò che riuscivano a riscuotere in più potevano tenerselo. Per questo motivo gli appaltatori cercano sempre più in modi anche non corretti di spremere la popolazione. Questo fenomeno fa sì che il sovrano abbia garanzia che alla fine di quell’anno ha quel tot di denaro per mantenere lo stato, ma va anche a discapito delle popolazioni che spesso si trovano vessati da questi appaltatori. • CONDADORE DE CUENTAS: rivedono invece i conti cioè controllano se il denaro che è stato messo in preventivo all’inizio dell’anno è stato speso in maniera corretta oppure no IL POTERE GIUDIZIARO I tribunali nei regni spagnoli: • AUDIENCIAS: sono i tribunali spagnoli all’interno dei quali si riuniscono i giudici per deliberare • ALCALDI: funzionari pubblici che si occupano dell’amministrazione della giustizia in ambito locale • CORREGIDORES: funzionari mandati dal sovrano per controllare dal centro la corretta amministrazione della giustizia Tutto ciò lo ritroviamo anche nella Spagna coloniale d’oltre oceano. A partire dal 1516 con la morte di Ferdinando d’Aragona i due regni di Castilla e d’Aragona vengono uniti sotto il nipote di Ferdinando e Isabella ovvero Carlos I e che poi nel 1519 farà un salto in più divenendo imperatore del sacro romano impero col nome di Carlo V. È sotto il suo regno che dura per tutta la metà del 500 (1516- 1556) che la Spagna diventa la più grande potenza coloniale e si struttura sempre di più come vera e propria monarchia amministrativa (espandendo quel sistema di consigli citato prima, ad esempio vengono creati il CONSEJO DE ITALIA e il CONSEJO DE INDIAS ovvero il consiglio delle colonie in Italia e nelle indie) Espandendosi vengono inevitabilmente anche aumentati il numero dei funzionari che prendono ora il nome di SEGRETARI che entrano poi a far parte del consiglio regio. La novità però è che questi non provengono dalla nobiltà ma dalla borghesia delle lettere e delle professioni (sono LETRADOS, ovvero notai, avvocati, giudici, formati nelle università della Spagna) Fine 500 e inizio 600 questi segretari diventano i favoriti del sovrano (VALIDOS) che amministrano per conto del sovrano tutto lo stato e dopo il sovrano quindi sono le figure più importanti. IMPERO COLONIALE SPAGNOLO: A differenza del colonialismo portoghese il colonialismo spagnolo colonizza anche l’entroterra. I successi del colonialismo Portoghese che aveva iniziato questo fenomeno in Europa destarono l’attenzione della vicina Spagna dove nel 1479 era avvenuta l’unificazione dei regni di Castilla e d’Aragona. Gli spagnoli decisero dunque di iniziare anche loro una politica coloniale impegnandosi nell’occupazione delle Canarie che però non ebbe successo. Nel 1492 dunque i sovrani spagnoli accolsero con piacere la proposta di spedizione navale di Colombo sottoscrivendo le Capitolazioni di Santa Fè . L’idea che la terra fosse sferica e le Indie si potessero raggiungere navigando verso occidnete circolava da un po’ a quel tempo. Colombo arrivò infatti nel nuovo mondo pensando di essere arrivato nelle indie nel 1492 e inizialmente il colonialismo spagnolo si limitò a sfruttare le isole del Mar dei Caraibi e a depredarle del poco oro che si riusciva a trovare, ma per 30 anni non ci fu una vera e propria spedizione che penetrasse l’interno dell’America Centrale. Nel momento in cui Colombo ritornò dal suo viaggio si pose all’interno del regno di Spagna il problema di come spartirsi queste nuove terre tra Spagna e Portogallo. A proposito di ciò venne interpellato il papa di Roma, che nel 1492 è uno spagnolo, Papa Alessandro VI. Questo emanò delle bolle pontificie in cui, ponendosi come arbitro, decise di tracciare una linea tra nord a sud che si poneva a 100 leghe a ovest delle isole Azzorre e Capo Verde. Ovviamente essendo il papa spagnolo, egli cercò di favorire la Spagna e ciò non era accettato dal Portogallo che decise nel 1494 di fare un accordo separato con la Spagna a Tordesillas, (trattato di Tordesillas) proponendo al re di Spagna che questa linea da 100 leghe a ovest venga spostata di altre 170 leghe, arrivando a 370 leghe dalle isole di Capo Verde. Il re di L’autonomia dei nuovi territori conquistati ha come conseguenza il fatto che le popolazioni indigene delle colonie spagnole non possono essere ridotte in schiavitù gli indigeni americani nonostante siano stati usati dagli spagnoli nei lavori dei campi, non sono mai stati però sfruttati come schiavi (gli INDIOS AMERICANI). Isabella di Castilla stabilì infatti questo principio emanando una legge che stabiliva che gli indios non poteva essere ridotti in schiavitù purché si convertissero al cristianesimo condizione che i conquistadores e i religiosi a loro seguito attueranno soprattutto nei primi tempi con i BATTESIMI o le CONVERSIONI DI MASSA non c’era tempo di catechizzare singolarmente ogni singolo indio ma bisognava battezzarli in massa e poi intervenire successivamente con l’indottrinamento. Altri schiavi che arrivarono da altri mondi (schiavi dall’Africa), vennero invece ridotti in schiavitù e diventarono indispensabili nel nuovo mondo diminuendo il numero di indios c’era bisogno di altra forza lavoro che venne fatta arrivare dall’Africa, creando però un grande rimescolamento etnico del nuovo mondo dove coloro che ci vivono adesso sono i discendenti di matrimoni tra conquistadores spagnoli, donne indie, donne africane, africani ecc. ORGANIZZAZIONE COLONIE: SENORIO REAL: dominazione dei sovrani spagnoli nelle colonie. Cerca di evitare il replicarsi nelle colonie di due limiti che in Spagna si trovavano ad affrontare invece la creazione di signorie feudali e la creazione di consigli cittadini troppo indipendenti. La nobiltà e le città limitavano infatti il sovrano in patria e quindi si voleva evitare che ciò accadesse anche nelle colonie. La possibilità di creare all’interno delle colonie istituzioni che rappresentano il potere centrale e che facciano il modo che ne i grandi patrimoni feudali ne consigli cittadini troppo potenti si formino nel nuovo mondo il re non può governare a distanza questi territori e quindi si fa rappresentare in loco da I VICERE’ (prima parte del senorio real) il primo viceré inviato nel nuovo mondo si colloca nel 1535 , Antonio de Mendoza viceré della Nuova Spagna (nome del vicereame) ha il centro nei territori dell’ex impero azteco. Un po’ di tempo più tardi altro vicereame , quello del Perù negli anni 40 del 500 che controllerà l’impero Incas. Ci saranno poi anche altri vicereami si formeranno dopo questo è dovuto alla difficoltà di sottomissione degli Incas ci sarà un 3 vicereame ma solo nel 1517 vicereame della Nuova Granada si cerca di riprodurre nel nuovo mondo le caratteristiche della Spagna metropolitana. Nel 1767 altro vicereame nella parte meridionale dell’America meridionale Vicereame della Plata prende il nome non da elementi Europei ma da un fiume di quella zona. • Sotto i viceré ci sono i GOVERNATORI sono a capo delle differenti province all’interno dei quali i territori venivano suddivisi in ambito locale hanno lo scopo di rappresentare il potere del monarca. Tra la Spagna e il nuovo mondo c’era però l’oceano e per questo le informazioni come le merci ci mettono un sacco di tempo per arrivare da una parte all’altra dell’impero spagnolo e quindi i governatori possono essere onesti e svolgere il mandato in maniera limpida oppure possono essere persone che si approfittavano dei loro mandati. Per questo venne istituito il sistema della RESIDENCIA in base alla quale prima della fine del mandato del governatore le “AUDENCIAS” hanno il ruolo di verificare se il governatore ha svolto bene il suo compito e se si è appropriato di soldi pubblici gli ultimi 6 mesi di stipendio non gli vengono dati ma gli vengono dati solo dopo che questi magistrati si sono accertati che egli ha svolto il suo ruolo in modo giusto e che non ha sottratto soldi pubblici. • CONTADORES DE QUINTO coloro che redigevano il bilancio preventivo. “De quinto” perché tutto quello che veniva acquisito nelle colonie andava per diritto 1/5 alla monarchia questi contadores dovevano dunque assicurarsi che questo quinto fosse versato nelle casse dello stato. • AUDIENCIAS erano tribunali ma non avevano solo mansioni di carattere giudiziario ma anche politico (ad es. la Residencia di prima). CITTA’: altra novità che viene portata nel nuovo mondo è un nuovo modo di costruire città con elementi a loro sconosciuti. Ad es. nell’impero Inca in cui la capitale, Kuzko, si trovava su una montagna quindi in condizioni sfavorevoli, gli spagnoli decidono di creare una nuova capitale, Lima, sulle coste del mare. Per quanto riguarda invece gli aztechi la capitale viene rimpiazzata da una nuova capitale (Tenochtitlan). La fondazione di una nuova città e quindi l’appropriazione del territorio da parte degli spagnoli avveniva tramite una sorta di cerimonia che prende il nome di • ADELANTADO “adelante” –> colui che va avanti è il conquistador che si appropria del territorio con una cerimonia che prevede ad esempio lo sbattere di un bastone più volte su di un albero (questo richiama l’autorità del monarca) la stesura di un documento che attesta che quel territorio da quel momento in poi è proprietà del re di Spagna. • Viene poi creato un municipio e un consiglio municipale, IL CABILDO, composto da 2 magistrati (c’è bisogno di qualcuno che conosca il diritto) e da 4 a 8 persone della popolazione sottomessa. Viene scritto un libro, LIBRO DEL CABILDO, dove si scriveranno tutti coloro che andranno ad abitare in quel centro urbano e i loro figli dopo di loro. Esiste poi un altro libro, il LIBRO DELLA PARROCCHIA, altro fulcro dei nuovi centri urbani ovvero quello religioso. Anche qui vengono riportati i nomi di chi si sposa, di chi viene battezzato e di chi muore. Si ripropongono dunque le stesse cose della patria. Gli abitanti di questi nuovi centri urbani prendono il nome di VECINOS. C’è bisogno formata la città, di coltivare la terra inizialmente verranno usati per questo scopo gli indios americani. Ad ogni persona a cui viene distribuita la terra vengono assegnati anche un certo numero di indios per lavorare quel pezzo di terra questi gruppi di indios prendono il nome di REPARTIMIENTOS c’è però il problema detto prima scompaiono sempre più indios quindi c’è bisogno di rimpiazzarli. La cellula base che fa funzionare l’economia spagnola sulla quale si costruisce l’occupazione del nuovo mondo da parte degli spagnoli prende il nome di ENCOMIENDA ENCOMENDERO fa funzionare l’ENCOMIENDA non è altro che una sorta di azienda agricola. Isabella di Castiglia introdusse l’encomienda cioè l’assegnazione ad ogni comunità indigena di uno spagnolo dalla provata moralità che proteggesse gli indigeni da ogni abuso e amministrasse la giustizia a fronte del disastro demografico detto prima. Tuttavia, coloro che vivevano nell’encomiendas dovevano lavorare gratuitamente per l’encomendero che in cambio li proteggeva come detto sopra. Il re voleva tuttavia evitare che le encomiendas si trasformassero in feudi com’era successo nella Spagna metropolitana cercò di evitare ciò attribuendo le encomiendas solo per il corso della vita dell’encomendero durata della possessione dell’encomienda = solo finché l’encomendero è in vita. Alla sua morte si poteva decidere se riassegnarla al figlio o se cambiare. Gli encomenderos erano piccoli nobili e si garantirono l’eredità delle proprie terre legandosi a istituzioni e figure importanti che non vivevano nelle colonie ma nella Spagna metropolitana. Si creò dunque un blocco che però i re cercarono di indebolire affiancando all’encomienda un nuovo modo di organizzazione del territorio: i CORREGIMIENTOS, terre affidate a funzionari pubblici (quindi legati al monarca). Secondo questa amministrazione del territorio, i terreni non attribuiti a encomenderos venivano affidati a pezzi di popolazioni india con a capo un indio affiancato da un CORREGIDOR, un funzionario pubblico che controlla i corregimientos ma che allo stesso tempo fa si che alla morte di un encomendero il territorio non venga affidato ad un altro encomendero o al figlio ma diventi uno di questi corregimientos questo fa sì che il potere sia sempre più nelle mani del sovrano. Per circa 50 anni questi territori non sono per la Spagna importanti come lo saranno dagli anni ’40 in avanti e in particolare tra il 1545 e il 1548 quando vengono scoperte due città, Zacatecas e Potosí, dove vengono scoperti giacimenti d’argento. In questi anni venne anche scoperto come raffinare l’argento attraverso il mercurio. (****) Queste scoperte arricchirono da una parte il re di Spagna e i commercianti con le colonie, ma indebolirono drasticamente le manifatture spagnole e per effetto dell’inflazione i prezzi iniziarono a salire. Questa inflazione non rimase confinata alla penisola iberica ma si diffuse in tutta Europa. LA SPAGNA DURANTE E DOPO LA GUERRA DEI 30 ANNI La Spagna che era entrata nella guerra dei 30 anni (VEDI GUERRA DEI 30 ANNI) si trovava ora ad affrontare le conseguenze di questa. LA SPAGNA DI FILIPPO II Gli alti costi della sua politica Estera avevano Costretto La Spagna a dichiarare nuovamente bancarotta. LA SPAGNA DI FILIPPO III Il suo successore aveva inaugurato una nuova fase non aggressiva della politica estera spagnola ma aveva introdotto anche un altro importante cambiamento affidandosi alla stazione di una nuova figura ovvero il primo ministro. Il favorito di Filippo III Era il Spagna peninsulare e l'America spagnola dove, dopo aver rinunciato ai propri diritti sulla corona francese, regnò col nome di Filippo V, mantenendo così il bilanciamento tra le potenze europee. LA GRAN BRETAGNA Come si struttura il regno d’Inghilterra: • SOVRANO: il re come nelle altre monarchie non governa da solo ma tramite dei consigli inizialmente tramite un CONSIGLIO GRANDE o PERMANENTE, poi attraverso un consiglio più piccolo (consiglio segreto in Francia) che prende il nome di PRIVY COUNCIL (privato ovviamente del sovrano. Vi fa entrare solo chi dice lui e quindi vi esercita maggiormente il proprio potere): • Il regno è poi diviso in CONTEE che sono a loro volta divise in CENTENE. A capo di ogni contea c’è uno SCERIFFO che ha dei poteri misti (amministra la giustizia ma ha anche poteri politici e amministrativi). Non c’è solo il tribunale dello sceriffo in ogni contea ma ci sono anche TRIBUNALI BARONALI, tribunali dei signori del luogo che amministrano la giustizia negli interessi del signore locale alle volte in accordo con i rappresentanti del re, altre volte in contrasto con questi. Incidono però di più i tribunali baronali rispetto ai rappresentanti del sovrano. Affiancati troviamo i GIUDICI DI PACE che hanno anche funzione di polizia locale giudici di pace = peculiari dell’Inghilterra. Accanto a questo i re mandavo i GIUDICI REGI ITINERANTI che andavano in giro nel regno ad amministrare la giustizia per conto del re. C’era poi una corte suprema chiamata CAMERA COSTELLATA costituita dal re d’Inghilterra del 1487 è un tribunale politico e straordinario in materia penale giudica i crimini politici, perpetrati nei confronti del sovrano. La caratteristica della camera stella è che giudica sulla base del diritto romano che in Inghilterra si chiama COMMON LAW. La camera costellata viene creata per limitare il potere dei tribunali dei baroni che controllano le contee. Solo in maniera parziale dunque quelle istituzioni e i personaggi che sono espressione del monarca sono riusciti ad ottenere il risultato di rendere preminente la legislazione del monarca rispetto alle singole contee e quindi rispetto al diritto consuetudinario. L’Inghilterra è l’unica che non ha mai avuto una costituzione scritta, a differenza delle atre democrazie continentali che, prima e dopo la seconda guerra mondiale, si son date delle costituzioni. Qual era la carta fondante del modo di organizzare i poteri all’interno dell’Inghilterra? È quella MAGNA CARTA che viene concessa dal re nel 1215 e che è una sorta di accettazione da parte del re delle libertà e privilegi dell’aristocrazia e anche della tutela dell’aristocrazia nei confronti dell’arbitrio del sovrano, il quale più arrivare solo fino ad un certo punto, oltre il quale le libertà dei ceti privilegiati non lo fanno andare. Questo significa che in Inghilterra la nazione viene rappresentata dall’aristocrazia che è l’unica che è riuscita a strappare un documento in cui si dice che ci sono dei limiti al potere del re. La magna carta riconosce anche dei limiti, dal punto di vista del potere giudiziario, da parte del sovrano. L’istituzione della camera stellata tende invece ad ampliare i poteri del re attribuendosi una prerogativa specifica relativa alla discussione sui crimini politici che vengono indirizzati nei confronti del sovrano. Il re è il più grande proprietario terriero del regno e quindi anche il fatto che ci siano delle persone che sfruttano le proprietà del re in maniera indebita, vengono presi e giudicati dalla camera stellata. Questa camera limita anche le prerogative delle F 0 E 0amministrazioni locali quindi, nuovamente un organo che è nella sostanza giudiziario in quanto tribunale, ha delle attribuzioni politico amministrative e ha delle caratteristiche miste. Un’altra delle attribuzioni della camera stellata è quella di limitare il potere dei feudatari baronali tramite la confisca dei loro beni, utilizzando, a volte, delle motivazioni fasulle per riuscire ad avere questi beni nella proprietà del monarca. L’espressione di questo potere arbitrario è quella più in visa alla borghesia e per questo la camera stellata verrà poi abolita a causa delle critiche della nobiltà. Parlato delle istituzioni giudiziarie torniamo all’organo più importante assieme al monarca è il parlamento, sarà tanto importante da far fuori un re. Il parlamento era un’istituzione sostanzialmente diversa ad altre istituzioni europee, ci sono dei corrispettivi ma le attribuzioni politiche del parlamento inglese sono sempre più importanti e lo distinguono sempre di più. Quali sono le caratteristiche? • La divisione in una CAMERA BASSA (camera dei comuni che è elettiva, ovvero all’interno delle differenti contee coloro che possono votare e essere eletti sono color che hanno un reddito. Quindi possono essere eletti dei rappresentanti dei vari territori), poi c’è la CAMERA ALTA (camera dei Lords dove si concentra la grande nobiltà e le alte gerarchie ecclesiastiche, vescovi e cardinali. In questo caso, però, si accede a questa camera tramite nomina del monarca, quindi è un organo più vicino a quelle che sono le istanze del re) • Un’altra differenza importante è che nel parlamento manca una rappresentanza specifica per il clero e non ha un suo organo dove poter fare sentire le proprie ragioni in maniere separata dagli altri. Come si sviluppa e come si ampliano i poteri di queste due camere? È sempre stato convocato e ascoltato in maniera fiscale. Quando c’era il bisogno per i re di imporre nuove tasse al regno era necessario che il re convocasse il parlamento e sentisse la F 0 E 0voce di chi ne faceva parte il parlamento inglese veniva tuttavia convocato per specifiche iniziative (a differenza di quelli permanenti di oggi) e poi, assolti quegli obblighi, i suoi membri se ne tornavano a casa. Dal 1362 il parlamento inglese aveva e godeva di un’attribuzione specifica su una tassa che veniva posta sul bene per eccellenza prodotto in Inghilterra, ovvero la lana (che era il principale prodotto di esportazione e la tassa sulla lana era il principale cespite di ricchezza). Il fatto che questo fosse deciso dal parlamento ci fa capire l’importanza del parlamento. Dal 1362 le decisioni vengono prese esclusivamente sentendo il potere del parlamento e la tassa sulla lana rappresentava il 50% di tutte le entrate del regno. Rimanendo in tema fiscale c’è una differenza tra il modo in cui si raccoglievano e si esigevano le imposte in Inghilterra, perché se nei regni continentali il metodo era quello della ripartizione (vale a dire: gli organo finanziari degli stati decidevano quanto fosse necessario per far funzionare la macchina dello stato e questi stati provinciali avevano la possibilità di ripartire l’esenzione delle imposte sulle forze che esistevano sul territorio). In Inghilterra invece vige la ripartizione delle imposte per quotità, quindi non un’imposta che va aggravare sulla ricchezza immobiliare (terreni e case), ma sulla ricchezza mobiliare (sul reddito, sul denaro e non sui beni immobili). Che vuol dire che questo tipo di imposte gravava di più sulle città dove c’erano più transazioni commerciali. Non è influente il fatto che, sulla base di queste caratteristiche, la rivoluzione industriale si sia manifestata per la prima volta in Inghilterra. Esclusi dalla ripartizione delle imposte erano il clero che pagava le tasse in forma di donazioni nei confronti della monarchia e i poveri che non potevano versare nulla allo stato. Questa maggiora concentrazione del parlamento inglese in ambito fiscale fa sì che il parlamento inglese abbandoni la gestione del potere giudiziario (dato che gestisce il fisco e la politica, piuttosto che l’ambito giudiziario) Se le attribuzioni del parlamento si concentrano così, un altro ambito che viene fatto proprio dal parlamento è l’ambito legislativo (e questa è una grande novità, perché sul continente era il monarca a fare le leggi, invece in Inghilterra piano piano al re si affianca il parlamento) secondo quali modalità? Il parlamento inglese opera nella formazione dei cosiddetti statuti che sono delle leggi che riguardano delle determinate materie che vengono sottratte alla monarchia ed affidate al parlamento sempre di più. C’è un ulteriore elemento in più cioè la PREROGATIVA DELL’IMPEACHMENT che si è trasferito poi dall’Inghilterra agli Stati Uniti. L’impeachment è la possibilità dimettere sotto F 0 E 0accusa i capi politici ancora oggi è una prerogativa che nasce all’interno del parlamento inglese ma che rimane silente nel parlamento per molto tempo e che però sarà interpellato, soprattutto nel corso del tagliare la testa al re dato che il sovrano si è rilevato nemico della nazione. Gli statuti e i documenti ufficiali della camera dei comuni (in inglese petition) diventano in F 0 E 0Inghilterra sempre la base della legislazione Inglese l’Inghilterra non ha mai avuto una costituzione ma si è formata una costituzione materiale e i giudici inglesi, ancora oggi, quando devono decidere su determinate cause non hanno dei codici penali e civili ma fanno riferimento sulle sentenze emanate su casi simili in precedenza (non si basa, quindi, sui codici che sono un’invenzione dell’età Napoleonica e che tutto il resto dell’Europa ha copiato) Un altro elemento che differenzia la camera dei Lords rispetto alla grande aristocrazia continentale è che in Inghilterra è sempre mancato, per ragioni anche geografiche, un esercito permanente, gli inglesi non hanno mai sentito di avere un esercito permanente, ma ad un certo punto capiranno che c’è un esercito che ha bisogna di una flotta militare per difendere F 0 E 0le coste. La grande aristocrazia in tutta Europa aveva una mansione principale i nobili se decidevano di non vivere di rendita andavano a fare gli ufficiali all’interno dell’esercito, ma questa mansione è presente in maniera molto più limitata in Inghilterra e ciò implica che anche l’aristocrazia inglese deve adeguarsi. Siccome non possono impiegarsi nel mestiere delle armi impiegano il loro capitali in ambiti commerciali e mercanti. Questa è un’altra delle ragioni per cui certe dinamiche economiche sono nate prima in F 0 E 0Inghilterra l’aristocrazia inglese scommette il proprio denaro in ambito commerciale. In assenza di un esercito permanente la monarchia investirà risorse nella Royal Navy (flotta militare), impostando, quindi, e ponendo le premesse di quello sviluppo del commercio sui mari che farà la fortuna dell’Inghilterra e che riesca a sorpassare tutte le altre potenze coloniali. L’Inghilterra nel corso del 19esimo secolo sarà protagonista dell’avventura coloniale. Tutte queste iniziative vengono approvate dal parlamento e si arriva alla scissione nella primavera 1534, Enrico VIII emana l’atto di successione che dichiara nullo il matrimonio e consente a Enrico VIII di sposare la seconda moglie, Anna Bolena, che gli darà solo una figlia (Elisabetta) e che verrà uccisa dopo pochi anni dal matrimonio. Nel novembre del 1535 Enrico emana L’ATTO DI SUPREMAZIA con il quale dichiara, da quel momento in poi, che il capo supremo della chiesa d’Inghilterra non era il papa di Roma ma sarebbe stato il sovrano, quindi si autoproclama a capo della chiesa, attuando quello che prende il nome di cesaro papismo. CONSEGUENZE DELLA SCISSIONE ANGLICANA: • Ci sono conseguenze dal punto di vista economico perché viene soppresso il clero regolare e vengono chiusi tutti i monasteri e i conventi, il che vuol dire, non solo mandare a casa tutte queste persone, ma incamerare le enormi proprietà terrieri che questi monasteri possedevano. Quindi lo scisma anglicano diventa anche di notazione economica, le quali vengono anche donati a nobili con cui Enrico VIII voleva assicurarsi la fedeltà. • Dal punto di vista della dottrina non cambia quasi nulla e nel 1539 Enrico emana “I sei articoli” in cui si arriva a comminare la pena di morte per quei preti che decidono di sposarsi e si punisce con la pena di morte il ripudio della presenza reale di Cristo nell’eucarestia. • Dal punto di vista liturgico Enrico impone il fatto che in ogni chiesa debba essere presente una bibbia in inglese non più bibbie in latino, ma bibbie tradotte. Enrico assolda un ecclesiastico e obbliga tutte le chiese del regno ad acquisire questa bibbia. • Non tutti sono d’accordo con la separazione con la chiesa di Roma e ci sono personaggi che preferiscono andare al patibolo, piuttosto che abbracciare il nuovo credo anglicano. Il più importante è Tommaso Morto e il cardinale Fisher entrambi vengono mandati al patibolo, perché decidono di mettere la propria libertà di coscienza al di sopra del sovrano. La chiesa di Roma, santificherà poi Moro perché ha agito secondo libertà di coscienza. L’INGHILTERRA DI EDOARDO VI Il primo e unico maschio è Edoardo che nasce dalla terza moglie Jane Seymour che quando Enrico muore nel 1547, è ancora un bambino di 9 anni. Sale comunque al trono ma muore nel 1553. Ha bisogni di tutori e i grandi aristocratici del regno, ma noi lo citiamo perché durante il suo regno si attua il passaggio dell’anglicanesimo dallo scisma all’eresia. Infatti in questo periodo il protestantesimo andò a guadagnare terreno e il “BOOK OF COMMON PRAYER”, redatto da Cranmer, fu ufficialmente adottato. Andando ad analizzare questo notiamo infatti che le due edizioni sono differenti poiché nella prima versione vengono abbracciate le idee luterane (ci sono le preghiere per i defunti) e mentre la seconda edizione è un più influenzata dal Calvinismo. La riforma anglicana diventa quindi sempre più radicale anche dal punto di vista dottrinale. Il protestantesimo inglese è un po’ strano, perché non abolisce il clero secolare e questo è un elemento importante di differenza rispetto alle chiese protestanti del continente. L’INGHILTERRA DI MARIA TUDOR Quando muore Edoardo VI gli succede sul treno la figlia di Caterina D’Aragona, ovvero Maria Tudor la quale è stata allevata nella religione cattolica e ritorna sul trono di Inghilterra una regina che nell’arco dei pochi anni del suo regno tenta di riportare l’Inghilterra al cattolicesimo attuando una persecuzione cruenta solo fino ad un certo punto e questa regina passerà alla storia con l’appellativo di Bloody Mary il suo regno dura solo 5 anni IL REGNO DI ELISABETTA I Il regno di Elisabetta dura quasi 50 anni (tutta al seconda metà del 500). Elisabetta I tentò di risolvere la questione religiosa nella maniera meno conflittuale possibile emanando un ATTO DI SUPREMAZIA con il quale si proclamava reggente della chiesa d'Inghilterra e un ATTO DI UNIFORMITÀ con il quale approvava un BOOK OF COMMON PRAYER Che voleva essere un compromesso tra le posizioni calviniste più radicali e la tradizione cattolica. L'uniformità religiosa restò una priorità per la sovrana che persegui questo obiettivo non tanto attraverso aperte persecuzioni Quanto grazie all'uso del sistema clientelare favorendo i fedeli della chiesa d'Inghilterra ed escludendo dalle cariche pubbliche I non conformisti. Il fatto che Elisabetta scelga di continuare all’interno dell’anglicanesimo provoca una risposta dura da parte del papa di Roma che nel 1570 la scomunica e questa data segna il fatto che l’Inghilterra non può più ritornare ad essere un regno cattolico. Nel momento in cui la regina decise di schierarsi a fianco di Enrico di Borbone e soprattutto di appoggiare i protestanti dei Paesi Bassi nella loro rivolta contro Filippo II, mandando un esercito in aiuto dei ribelli, scatenò l'ira di Filippo II che inviò la flotta chiamata INVINCIBILE ARMADA che però fu sconfitta dalle navi inglesi. L'età elisabettiana fu anche segnata da importanti trasformazioni economiche come per esempio uno sviluppo industriale che fu accompagnato e sostenuto dallo sviluppo di nuove organizzazioni commerciali che favorirono anche il colonialismo inglese. Fu sotto di lei infatti che gli inglesi arrivarono in India. LE RIVOLUZIONI INGLESI • Prima 1640-1660 ne nasce una guerra civile • Seconda 1688-1689 chiama LA GLORIOSA perché non ci fu spargimento di sangue L’INGHILTERRA DI GIACOMO I Elisabetta morì nel 1603 Senza lasciare eredi diretti. Al trono d'inghilterra salì dunque Giacomo Stuart Re di Scozia, Che unificò così le due corone. Giacomo era protestante e dovete difendersi da congiure tese a restaurare il cattolicesimo, ma era altrettanto convinto sostenitore della struttura episcopale della chiesa d'inghilterra il che lo metteva in contrasto con i puritani e con gli scozzesi che invece Sostenevano che le gerarchie Angelica ne fossero troppo simili a quelli della Chiesa di Roma. L’INGHILTERRA DI CARLO I Nel 1625 sali al trono il figlio di Giacomo Carlo I Che nutriva simpatie Per L'anglicanesimo moderato ed era sposato con una cattolica. Il contrasto tra Carlo I e I membri puritani della Camera dei comuni comincio a manifestarsi Apertamente Quando il re Convocò il Parlamento poiche aveva bisogno di soldi per andare ad aiutare gli ugonotti assediati alla Rochelle. In questa occasione si vide presentare un documento chiamato PETITION OF RIGHTS Nella quale si denunciavano gli arresti illegali e la violazione della prassi costituzionale del Regno in materia di imposizione fiscale, che il parlamento voleva firmasse in cambio dei soldi per l’aiuto. Il re accettò ritenendo questo documento relativamente innocuo ma questo non migliorò i suoi rapporti con il parlamento e anzi lo convinse a non convocarlo per più di 11 anni. Carlo I rispose infatti sciogliendo il parlamento e così starà fino al 1640 re d’Inghilterra regna senza convocare mai il parlamento. Regna con due suoi stretti collaboratori l’arcivescovo di Canterbury, primate della chiesa anglicana, e il conte di Strettford colui che gestisce la politica interna ed esterna. La decisione di non convocare il Parlamento comportava l'impossibilita per il re di ottenere un aumento delle entrate statale attraverso devi ordinare. Per di più La Sua pretesa di estendere ai tempi di pace Il contributo finanziario per l'armamento delle navi , SHIP MONEY, Fece da catalizzatore al malcontento generale . La legalità della tassa divenne oggetto di uno scontro Che tuttavia Non bastò a coalizzare i diversi malcontenti . La goccia che fece traboccare il vaso fu la Scozia. Gli scozzesi avevano molte ragioni di nutrire ostilità nei confronti di un re che restava lontano dai suoi sudditi, gli escludeva delle cariche e non faceva nulla per farli partecipare ai benefici dello sviluppo commerciale dell Inghilterra. Tuttavia lo scontro più aspro si ebbe per la questione religiosa quando Carlo I Decise Di Estendere l'uniformità dottrinaria anche alla Scozia presbiteriana. Per reprimere la rivolta scozzese il re aveva bisogno di finanziamenti straordinari e fu costretto a convocare il Parlamento che però sospese subito dopo e per questo motivo prende il nome di PARLAMENTO CORTO. Nel momento in cui I rapporti con la Scozia peggiorarono, Carlo I fu però costretto a riconvocare il Parlamento Che questa volta Fu chiamato PARLAMENTO LUNGO perché sarebbe durato fino al 1660. Un altro motivo di tensione fu caratterizzato dalla rivolta dell' Irlanda Che aumento i timori di un complotto papista contro l'Inghilterra protestante. Nel 1642 La situazione precipitò ed il Parlamento approvò una GRANDE RIMOSTRANZA con la quale ripercorre va il motivo di dissenso che lo avevano contrapposto al re. LA PRIMA RIVOLUZIONE INGLESE: LA GUERRA CIVILE La guerra civile iniziò con una vittoria del Parlamento Che sconfisse l'esercito Del re Grazie alla figura di Oliver Cromwell Un membro della Camera dei comuni. ■ CAVALIERS: aristocratici (facevano parte della camera dei Lords), realisti, caratterizzati da una capigliatura con boccoli lunghi VS. ■ ROUND HEADS: puritani (piccola-media nobiltà che in Inghilterra si chiama “gentry” che aveva il suo fulcro nella camera dei comuni) che si contrapponevano al re ed alla chiesa d’Inghilterra, aveva la testa rasata per distinguersi meglio dai nemici anche in battaglia non avendo qui una divisa da guerra tutti uguali. Ci sono poi altre contrapposizioni: • LEVELLERS: predicano l’assoluta uguaglianza tra tutti gli uomini, il fatto che il potere è del popolo (in Inghilterra quest’idea aveva già fatto breccia ma veniva delegato al sovrano). Sono per il suffragio universale (inizialmente maschile) e per la completa libertà di culto. Non sono però per la comunità dei beni quindi sostengono la proprietà privata VS. • DIGGERS: sono per la comunità dei beni. Si chiamano così perché in Inghilterra era presente il fenomeno delle “enclosures” (recinzioni) ovvero terre pubbliche, comuni, che venivano rese private i diggers vanno e svellono queste recinzioni appropriandosi di terre che secondo loro i membri della gentry avevano acquisito in maniera impropria secondo loro la proprietà privata non esiste e anzi la proprietà della terra è di tutti predicano dunque la comunione dei beni. Anche per loro inoltre la religione è un fatto privato nella quale lo stato non deve entrare. Pensano anche che lo stato debba essere meno presente mentre ci si deve basare di più sull’individuo. LA SECONDA RIVOLUZIONE INGLESE: RESTAURAZIONE STUART E GLORIOSA RIVOLUZIONE Carlo II cercò di ristabilire l'ordine con una amnistia generale E affermando la libertà di culto ma il Parlamento eletto al suo ritorno si dimostrò molto meno incline alle tolleranze. Il re Tuttavia Continuò a mostrarsi tollerante in materia di religione E a scontrarsi su questo con una parte del Parlamento. Questi timori si accrebbero quando l'Inghilterra si schierò a fianco di Luigi XIV Contro l'Olanda. La guerra a fianco di un sovrano cattolico e assolutista come Luigi XIV contro un paese protestante, spinse il Parlamento a rafforzare le misure a difesa delle proprie prerogative e a contenimento dei poteri del re. Con l'Olanda fu firmata la pace e sul piano della politica interna fu emanato il TEST ACT con il quale si imponeva a chiunque ricoprisse cariche pubbliche di giurare fedeltà alla chiesa anglicana Il secondo atto che venne emanato fu l’ATTO DI ESCLUSIONE si impone che da quel momento in avanti nessun cattolico potrà più salire sul trono d’Inghilterra ha senso essendo il re il capo della chiesa anglicana! Questo atto di esclusione è una legge ad personam duca di York Giacomo, fratello di Carlo II viene bersagliato da questo decreto perché è cattolico nel 1685 Carlo II muore e sulla base di quest’atto Giacomo non potrebbe ascendere al trono. Il parlamento di spacca in due in WIGHS (contrari alla successione di Giacomo I ) ed i TORIES (favorevoli). Tra le due fazioni ha la meglio la seonda e nei confronti di Giacomo I si fa un’eccezione per il fatto che ha solo eredi protestanti avendo sposato protestanti. Una di queste eredi si chiama Mery Stuart ed ha sposato il capo d’Olanda Guglielmo d’Orange. 1685 viene escluso l’atto di esclusione e Giacomo I può diventare re d’Inghilterra. Nel frattempo però egli aveva sposato una cattolica , Maria Beatrice d’Este, parte dei duchi di Modena e di Reggio. Il fatto che essa gli dia un figlio che viene battezzata non nell’anglicanesimo ma nella religione cattolica ( e questo vuol dire che l’eccezione fatta nel caso di Giacomo di York è destinata a perpetuarsi nel tempo e quindi il parlamento inglese capisce che c’è il pericolo di una continuità cattolica sul trono d’Inghilterra), unito al fatto che Giacomo I annulla il Test Act ed proclama libertà di culto a tutti però fa cambiare idea anche ai tories. A questo punto il parlamento si ribella e scoppia la SECONDA RIVOLUZIONE INGLESE (O GLORIOSA RIVOLUZIONE no spargimento di sangue). Giacomo II è costretto ad abdicare e viene chiamato a sostituirlo il parente più prossimo che aveva (anglicano ovvio) cioè la figlia Mery Stuart. In realtà è chiamato a diventare re d’Inghilterra il marito di questa ovvero Guglielmo d’Orange che diventa dunque re d’Inghilterra col nome Guglielmo III. Guglielmo III fu costretto a firmare nel 1689 il BILL OF RIGHTS che sancisce la nascita di una sorta di monarchia costituzionale dove si mette per iscritto che il re governa col parlamento. In seguito si affermeranno sempre di più le idee di John Locke, uno dei teorici del liberalismo sostiene che lo stato non può interferire con i cittadini ponendosi nella scia del giusnaturalismi e che alla base della delega di potere dei sudditi verso il sovrano c’è un contratto che però non è un qualcosa creato all’origini dell’umanità ma è un rapporto che dev’essere riconfermato ogni volta e quando il sovrano non rispetta i patti il popolo può ribellarsi DIRITTO DI RESISTENZA. Infine Locke è un sostenitore dell’inviolabilità della proprietà privata L’INGHILTERRA DEL ‘700 Dopo la «Gloriosa rivoluzione» e l'avvento di Guglielmo III d'Orange la società inglese attraversò un periodo di slancio economico e culturale. La vita parlamentare fu dominata, dal 1714 al 1760, dai WHIGS, interpreti dei princìpi della «Gloriosa rivoluzione» e di un governo svincolato dagli arbitri del sovrano. La variabilità delle circoscrizioni elettorali determinava la disparità nella rappresentanza ai Comuni, mentre clientele e vincoli di parentela rendevano frequente la corruzione. Gli anni in cui Walpole fu alla guida del paese furono contrassegnati da prosperità all'interno e pace all'estero; nello stesso periodo prese forma il “governo di gabinetto” cioè un governo senza il re. Con Pitt si affermò invece una politica internazionale più decisa, votata al rafforzamento dell'impero commerciale inglese. LA GUERRA DEI 7 ANNI (dobbiamo studiarla da soli) Inizia nel 1756 e finisce nel 1763. Combattuta in Inghilterra che su suolo americano. Il risultato è che l’Inghilterra fa fuori la Francia che perde le sue colonie nel nord America le perde e a favore dell’Inghilterra e della Spagna il Canada diventa inglese, gli inglesi acquisiscono la Florida POST GUERRA DEI 7 ANNI E INDIPENDENZA DEGLI STATI UNITI Ciò che succede dopo la guerra dei 7 anni è che l’Inghilterra non vuole pagare lei tutta la guerra svolta e mette in atto una serie di misure per far pagare ai coloni americani le spese di questa guerra emanando decreti fiscali: 1. REVENUE ACT 1764 decreto che viene indirizzato in particolare nei confronti della lotta al contrabbando di merci e prodotti introducendo bolle che servono a tracciare il percorso. ostacolo al contrabbando. Vengono ristrutturate le dogane, si diminuiscono i dazi d’importazione ma vengono obbligati tutti a pagarli. Già questo decreto irrita i coloni americani 2. L’anno successivo viene promulgato lo STAMP ACT che prevede che per tutte le transazione commerciali ci debba essere l’obbligo a comprare marche da bollo presso rivenditori autorizzati dallo stato sorta di monopolio di stato. Anche questo è un modo di fare cassa per lo stato. Qui nasce un problema non solo fiscale ma anche di dipendenza/indipendenza dei coloni inglesi nei confronti della madre patria i coloni americani rispondono a questi primi decreti in ambito fiscale contestando l’autorità del parlamento (che su ordine del sovrano li aveva emanati) la motivazione che i coloni americani portano per contrastare questo decreto è che essi non erano tenuti a pagare tasse al parlamento inglese perché non era rappresentati in questo. I coloni americano inventano anche un’espressione per far capire agli inglesi ciò che volevano dire “no taxation without representation” il parlamento replica dicendo che all’interno del parlamento inglese non tutti gli inglesi sono rappresentati, es. i vagabondi, i nullatenenti, le donne, non sono rappresentati. Nonostante questo però essi sono comunque tenuti a rispettare le leggi del parlamento. I coloni americani a ciò rispondono che le categorie elencate stanno comunque in Inghilterra mentre essi stavano a km di distanza e quindi c’era una discontinuità territoriale delle colonie inglesi rispetto agli inglesi della madre patria e per questo essi ritenevano di non dover pagare queste tasse alla madre patria. Gli inglesi in tutta risposta promulgano il 3. TOWNSHEND ACT del 1767 in cui vengono imposti dei dazi doganali su tutte le merci che circolano nell’impero coloniale britannico tra madre patria e colonie vengono dunque imposte ulteriori tasse! Questo provoca ribellioni più consistenti che fanno sì che nel 1770 questo decreto fiscale venga ritirato tranne che sul tè questo ritorno indietro del parlamento inglese tranne che su un prodotto è la causa del BOSTON TEA PARTY in cui dei coloni americani travestiti da pellirossa • Presidente, eletto ogni 4 anni, con un sistema a doppio livello: i cittadini votano i grandi elettori, che rappresentano ciascuno stato, e poi sono loro a votare per il presidente; il primo presidente viene eletto a due anni dall’emanazione della seconda costituzione. Un presidente con poteri ampi però limitati; • Congresso bicamerale, appunto, limita i poteri del presidente. È formato dalla camera dei deputati e dal senato, la prima inizialmente votata da tutti i cittadini dello stato, mentre il secondo prevede due delegati per ogni stato, più uno per i Connecticut; • Corte Suprema, dove entrano dei giudici che vengono nominati dal presidente a vita, il che fa sì, che quando uno di questi viene a mancare, il presidente ha la possibilità di sostituirlo con uno di sua fiducia. Questa prende le decisioni in un’ultima istanza; Quindi questa è una realizzazione della divisione dei poteri, di cui parlava Montesquieu, non però chiarissima, perché se per esempio all’interno della Corte Suprema i giudici sono nominati dal presidente diciamo che non hanno proprio una completa indipendenza. La Dichiarazione d’indipendenza americana e le due successive costituzioni rappresentano un forte balzo in avanti, rispetto a come era messa l’Europa in quegli anni, perché? Perché si dice che gli uomini sono tutti uguali, la nuova repubblica si basa sul concetto di felicità, però quest’uguaglianza viene sancita solo per i bianchi, non è per i pelli rossa americani, non è per gli schiavi che vengono importati dall’Africa, bisogna essere proprietari per partecipare alla vita pubblica, politica e civile, e partecipano al governo del paese, solamente le classi proprietarie e le classi colte, quindi chi ha avuto l’opportunità di formarsi. Quindi nasce una repubblica nuova ed innovativa, ma con i limiti del tempo in cui nasce. Limiti che verranno in proseguo di tempo, in parte circoscritti, ma che non sono ancora stati completamente concretizzati. LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE La rivoluzione industriale prese avvio in Inghilterra tra la fine del XVIII secolo agli inizi del XIX secolo E assieme alla rivoluzione francese segnano l'inizio dell'età contemporanea. Si caratterizza per la sua irreversibilità e radicalità e per Esser stata una fase di sviluppo economico senza precedenti. La rivoluzione industriale fu favorita da una diffusione del sistema di fabbrica e delle macchine, lo sviluppo dell'industria e dei servizi a scapito dell'agricoltura e la formazione di nuovi ceti sociali ovvero la classe operaia e di ceti medi. Al livello Di ideologia Fu un’età dominata dal progresso e dalla disponibilità continua al mutamento. L'INGHILTERRA PREINDUSTRIALE Alla fine del 600 l'Inghilterra presentava caratteristiche simili a quelle di altri paesi europei: • L'attività economica prevalente è rappresentata dall'agricoltura Tanto che l'80% degli abitanti lavorava nei campi e viveva dei prodotti della terra • Le attività industriali erano organizzate su scala domestica e l'unità tipica di produzione era costituita dalla famiglia • Una quota notevole del prodotto era destinata all’autoconsumo e anche quella parte che veniva commercializzata entrava in un mercato estremamente ristretto a base locale o al massimo regionale Al contrario le peculiarità dell’Inghilterra nei confronti degli altri paesi europei, che ne favorirono la nascita della rivoluzione industriale, consistevano essenzialmente in: • sviluppo raggiunto dal commercio • Caratteristiche della sua agricoltura • incremento della popolazione • forme della sua organizzazione politica. IL COMMERCIO: Il commercio inglese in questi anni rafforzò le sue posizioni su scala mondiale. Salvo un’inversione di tendenza durante gli anni Della guerra d'indipendenza degli Stati Uniti , la fase espansiva si mantenne fino alla fine del XVIII secolo. il commercio estero è infatti al primo posto tra i fattori della rivoluzione industriale poiché il controllo del mercato internazionale favorì alle manifatture inglesi un ampio mercato di vendita per i prodotti, e lo sviluppo commerciale favorì inoltre la formazione di operatori economici. LE CARATTERISTICHE DELLA SUA AGRICOLTURA Nel corso del ‘700 le caratteristiche della agricoltura inglese subirono cambiamenti profondi. Il possesso delle terre si concentrò nelle mani dei grandi e medi proprietari con la costituzione di ampie unità di produzione. Le tradizionali figure dei piccoli e piccolissimi proprietari andarono diminuendo e questa trasformazione degli assetti proprietari , dovuta al fenomeno delle enclosures e della privatizzazione delle terre comuni, fu accompagnata dall’introduzione di nuove tecniche agricole e dall’adozione di nuovi sistemi di rotazione. Questi fattori determinarono un forte aumento della produzione al quale contribuirono sia l'incremento della produttività che l'estensione delle aree coltivate sia la drastica riduzione dell'autoconsumo, legata al diffondersi del lavoro salariato nelle campagne. Questa rivoluzione agricola contribuì ad avviare e sostenere il processo di industrializzazione soddisfacendo il fabbisogno alimentare di una popolazione in rapida crescita, Ma anche contribuendo alla formazione del mercato interno e favorendo l'esodo delle campagne alle città che consentì lo sviluppo del proletariato industriale. MIGLIORAMENTO DELLE VIE DI COMUNICAZIONE Il mercato interno Che si venne a formare Fu facilitato Dell'ampliamento e dal miglioramento delle vie di comunicazione, in particolar modo Le strade vennero rese percorribili anche durante la cattiva stagione e i canali navigabili vennero espansi. L’AUMENTO DEMOGRAFICO L'aumento demografico di questi anni favorì una manodopera numerosa e quindi a basso costo e questo fu dovuto all'aumento della natalità e all'abbassamento dell'età del matrimonio con il conseguente aumento del numero dei matrimoni. PECULIARITA’ DEL SISTEMA POLITICI E DEL CLIMA CULURALE INGLESE Alcuni fattori Del sistema politico e culturale inglese del 700 contribuirono allo sviluppo della rivoluzione industriale. Il primo di questi fu la stabilità politica Seguita dal rafforzamento del ruolo del Parlamento. La società inglese appariva inoltre più colta e dinamica di quelle continentali, aperta alle innovazioni e percorsa da fermenti individualistici. Un ruolo fondamentale Espresso da questa società in trasformazione fu la domanda crescente dei nuovi prodotti provenienti dalle colonne. Questo instaurò un processo per cui i consumatori chiedevano e i produttori rispondevano Immettendo sul mercato nuovi prodotti. Inoltre la ripresa economica successiva alla gloriosa rivoluzione Aveva comportato una moderata diffusione di maggior benessere in quasi tutti gli strati della popolazione. LO SVILUPPO INDUSTRIALE La prima attività in cui si sviluppò il sistema di produzione basato sulla fabbrica fu quella cotoniera la cui produzione aumentò enormemente grazie a vari fattori fra i quali i costi limitati delle nuove tecnologie. Il sistema di fabbrica comportò la trasformazione del lavoratore in operaio, inserito in una crescente divisione del lavoro e soggetto a condizioni di lavoro precise come la disciplina e gli orari. La semplificazione del processo produttivo rese possibile inoltre soprattutto nell’industria tessile l'impiego di donne e bambini. Per questo motivo cominciarono a diffondersi tra gli operai nuove forme di organizzazione. Le trasformazioni legate al l'industrializzazione sollecitarono infine una nuova riflessione sui temi della partecipazione politica e della riforma sociale. Come funzionava la richiesta del sovrano e l’elargizione? Gli stati provinciali hanno voce in capitolo, possono discutere, solamente la distribuzione dell’imposizione fiscale, non l’ammontare complessivo i funzionari finanziari del re all’inizio dell’anno di quanti soldi ha bisogno per far funzionare lo stato nell’anno successivo, viene stilato un bilancio preventivo. Il re di Francia dunque trasferiva quest’informazione agli stati provinciali e questi senza discutere del fatto che lo stato avesse bisogno di quel tot di soldi, discutevano su CHI dovesse pagare quei soldi. Essendo all’interno gli stati provinciali rappresentati soprattutto nobiltà e borghesia si tendeva a scaricare l’imposizione fiscale sui piccoli commercianti, artigiani, contadini. La parte più consistente della popolazione dunque era costretta a pagare di più della parte più ricca. • A livello di stato STATI GENERALI esistono solo 3 stati generali e comprendono le 3 grandi forze sociali che compongono il regno di Francia, cioè il clero, la nobiltà e il terzo stato. Nel corso del Medioevo e dell’età moderna venivano convocati quando c’era bisogno di raccogliere grosse somme di denaro sottoforma di imposte straordinarie: era il momento di sentire TUTTA la nazione. Tra la fine del ‘500 e l’inizio del ‘600 gli stati generali vengono convocati sempre meno, tanto che prima dello scoppio della prima Rivoluzione francese l’ultima convocazione degli stati generali risaliva al 1614. Il re non si fidava dunque più degli stati generali e doveva trovare soluzioni alternative viene sostituita la convocazione degli stati generali con la convocazione di ASSEMBLEE DI NOTABILI (persone più in vista, più imminenti di un centro urbano o di una regione, hanno più soldi e più potere). Per la collaborazione coi ceti dirigenti è più facile creare queste assemblee di notabili e poter incidere su un ristretto numero di persone che hanno gli stessi interessi del re piuttosto che imporre decisioni ad assemblee più caotiche e numerosi come gli stati generali. Una seconda alternativa agli stati generali è un’altra istituzione importante ovvero i PARLEMENTS di cui il più importante è ovviamente quello di Parigi. Ciascun Parlement è diviso in 3 camere per l’amministrazione del potere giudiziario: • CHAMBRES DES REQUETES: predispone il processo • CHAMBRES DES ENQUETES: cura la fase istruttoria • GRANDE CHAMBRE: emette le sentenze La particolarità di queste istituzioni dei Parlaments francesi è di sommare al loro interno competenze diversificate ovvero il consiglio regio non si occupa solo di politica ma anche di finanzia e di giustizia e che i Parlements non si occupano solo di giustizia ma anche di politica! Infatti, è solo nel 1748 con la pubblicazione de “Lo spirito delle leggi” di Montesquieu inizia la vera divisione dei poteri (nella pratica), fino a quel momento non era messa in pratica questa divisione Quali sono dunque i poteri dei Parlements (e in particolar modo quello di Parigi)? • Amministrano la giustizia secondo la ripartizione di sopra • Possono registrare i decreti del sovrano potere dunque politico Ogni volta che il re emana un decreto il parlamento valuta se il decreto corrisponde ai canoni giudici dei diritti del regno. O dicono al sovrano che il decreto va bene e viene registrato e quindi si scrive che il parlamento approva ed allora può essere reso esecutivo dal sovrano, oppure non viene approvato dal parlamento (DROIT DE REMOSTRANCE DIRITTO DI RIMOSTRANZA) e viene rimandato al re per essere modificato sulla base delle osservazioni fatte. Il re può: ritenere fondati i rilievi del parlamento, lo modifica e lo rimanda al parlamento oppure ritiene infondati questi rilievi e allora ha il diritto in quanto re di Francia di mettere in atto una cerimonia chiamata LIT DE JUSTICE in cui il re di Francia per imporre la registrazione di quel decreto si fa porta in baldacchino lui fisicamente nella sede del parlamento parigino e per il solo fatto di imporre la propria presenza fisica nel parlamento il parlamento è obbligato ad accettare quel decreto e non può più obiettare. La nazione in Francia inizia ad essere rappresentata sempre più dai Parlaments che però (ricorda) non sono assemblee rappresentative del territorio ma sono tribunali nella quale si entra solo attraverso una VENALITA’ DELLE CARICHE PUBBLICHE (le cariche pubbliche vengono acquistate con denaro). Il parlamento (non nella sua natura, ma come rappresentante della nazione) acquisisce dunque lo stesso ruolo del parlamento inglese. (perché come natura il corrispettivo del parlamento inglese in Francia è gli stati generali ma come ruolo rappresentativo in questa fase diventano i Parlements). CAS ROYAUX (CASI REGI) quando decide il re e vengono scavalcati i Parlements. Questo fa sì che si tolgano i poteri provinciali e si accentri invece sempre più il potere nelle mani del sovrano. ISTITUZIONI ECONOMICO-FINANZIARE Viene messo in atto dai re di Francia un processo di accentramento della materia economico- finanziari in determinati organi che hanno la loro sede nel centro pulsante del potere del monarca. È infatti all’interno del Louvre che si viene a creare il TRESOR DE L’EPARGNE tesoro delle finanze pubbliche. Su cosa poteva contare il re di Francia per mandare avanti lo stato? Quando aveva bisogno di imposte straordinarie doveva convocare gli organi detti sopra, ma nella quotidianità poteva contare su cespiti finanziari che all’interno del bilancio pubblico erano addossati a determinate funzioni: • TASSE SULL’ESPORTAZIONI: inizialmente erano colpiti solo che portava fuori dal regno merci. Dalla fine del XIV si iniziano ad imporre tasse anche sull’importazione. • GABELLA SUL SALE: difficile da reperire e si doveva pure pagarci una tassa sopra • AIDES (tasse sui commerci) • TAILLES (diretta) La Francia è con questo di nuovo un caso a parte, è la prima che riesce ad imporre all’interno una tassa diretta. Questa tassa che copriva i 2/3 del bilancio dello stato (cespite più consistente). Era personale in Langue d’OIL (gravava sul capofamiglia. I modi in cui il re di Francia cercavano di venire a sapere quante persone c’erano in Francia era il “focolare domestico” ovvero il nucleo familiare, ma veniva usato questo anche per imporre tasse) e fondiaria in langue d’oc (l’imposizione fiscale si basava sulla proprietà terriera. In termini pratici tuttavia questa differenza voleva dire che in langue d’OIL era dovuta senza contrattazioni mentre in langue d’oc (sud) veniva contrattata ed il sovrano la maggior parte delle volte non poteva fare altro che adeguarsi perché non aveva un sistema tanto capillare da imporsi in ogni parte del regno. NOBILTA’ E BORGHESIA Nobiltà: Sempre più spesso i nobiliti capiscono che non possono limitarsi a stare nei loro castelli e non importarsi di ciò che gli viene imposto dal re ed amministrare i territori in maniera autonoma. Questo perché il re inizia a costruire una rete amministrativa sempre più capillare e quindi questi nobili si trovano sempre più soggetti alla volontà del sovrano. Questa nobiltà inoltre si rende conto sempre di più che se invece di starsene nel proprio castello isolata comincia ad entrare in quest’amministrazione può avvantaggiarsi, arricchirsi grazie alla gestione della cosa pubblica da parte del sovrano (collaborare col sovrano e rappresentarlo può essere utile in termini finanziari). Inoltre, si rende sempre più conto che se si costruisce un palazzo a Parigi e quindi fa in modo di frequentare l’ambiente di corte anche questo aiuta le finanze familiari e personali perché più si è vicini al re tanto più si è avvantaggiati. La nobiltà inizia dunque a BORGHESIZZARSI – si pone sempre più al servizio dei sovrani. Borghesia: processo opposto alla nobiltà. La venosità delle cariche innesca un fenomeno in cui chi ha acquistato con denaro proprio una carica pubblica e può TRASMETTERE EREDITARIAMENTE la carica pubblica a proprio figlio farà di tutto per chiedere al sovrano una LETTERA PATENTE di nobiltà, cioè per diventare nobile, per fare il salto dal 3 stato al 2. Questo significa che nel 2 stato ci saranno degli ex borghesi. Si crea dunque all’interno della nobiltà francese una distinzione tra NOBLESSE D’EPE e NOBLESSE DE ROBE (borghesia che si è nobilitata). IL CLERO Il clero come già detto NON era esente dalle tasse. In Francia viene stabilita una regola più precisa di quella spagnola ogni 5 anni (quindi in maniera regolare), la chiesa francese (chiesa gallicana per distinguersi dalla chiesa di Roma) deve pagare il DONE GRATUIT. In Francia inoltre il re è un Re-sacerdote viene incoronato nella Cattedrale di Reims e viene unto con un olio santo con la quale acquisisce una prova di sacralità. La riprova di questa sacralità è che nel percorso di colui che sta per essere incoronato ha la possibilità di toccare con la mano i malati e di guarirli (sorta di miracolo) LE GUERRE DI RELIGIONE IN FRANCIA Dagli anni ’60 agli anni ’90 del 500 Il problema la motivazione del 3 fase del concilio di Trento ovvero la diffusione del calvinismo in Francia, unito a dei problemi: • In Francia non esiste la santa romana inquisizione che ha giurisdizione solo in Italia, quindi la chiesa cattolica fa poco per reprimere l’eresia se il re non vuole. Chi si assume questo compito quindi? I parlamenti ed i tribunali vescovili. Tuttavia, ad un certo punto i parlamentari iniziano sempre più a convertirsi al calvinismo • Ugonotti abbiano libertà di culto e di coscienza ovunque tranne che nella capitale • Per riconoscere la presenza in termini di popolazione e in termini sociali (poiché molti nobili e magistrati si convertono al calvinismo) Enrico IV concede agli ugonotti anche la gestione di un centinaio di fortezze sul territorio francese (tra cui anche La Rochelle) il possesso di queste fortezze rappresenterà un problema nel corso del secolo successivo LA FRANCIA DA LUIGI XIV ALLA RIVOLUZIONE Molti dei re che si sono succeduti in Francia sono diventati re in età precoce, cosa che ha rappresentano un problema per la monarchia, perché ha bisogno di tutori, ma soprattutto in quegli anni perché la monarchia era molto debole. LA FRANCIA DI ENRICO IV Enrico IV è colui che conclude le guerre di religione in Francia, ma nel 1610 verrà ucciso da un sicario cattolico. LA FRANCIA DI LUIGI XIII e L’INTERVENTO NELLA GUERRA DEI 30 ANNI DELLA FRANCIA Il figlio, Luigi XIII, figlio avuto con Maria de Medici, diventa sovrano in giovane età e a partire dal 1624 verrà affiancato dal cardinale Richelieu, e nella sostanza il vero re sarà proprio il cardinale Richelieu. Gli obiettivi del cardinale richelieu Erano di: • Consolidare il potere della corona all interno del paese • Raccontare la posizione della Francia nel con testo internazionale. Richelieu decise come prima cosa di ridimensionare i privilegi degli ugonotti attaccando le loro piazzeforti ed espugnandole una ad una fino alla caduta della più importante ovvero quella della Rochelle nel 1628. Revocò poi l'editto di Nantes ed emanò al suo posto un EDITTO DI GRAZIA con il quale concedeva libertà di culto a gli ugonotti ma li privava delle piazzeforti smantellando la l'organizzazione politico militare. In politica estera, Essendo in questi anni in corso la GUERRA DEI TRENT'ANNI Il cardinale si schiero subito contro le potenze cattolica ritenendo che la cercamento asburgico fosse un pericolo ben più grave della vittoria dei protestanti. Per partecipare In modo prima indiretto poi diretto alla guerra dei trent'anni Il cardinale fu costretto ad aumentare le imposizioni fiscali e questo Provocò rivolte contadine Che vennero duramente Represse e l'ordine fu momentaneamente ristabilito. Richelieu morì nel 1642 e Luigi XIII morì nel ’43 lasciando un bambino anche lui sul trono, perché il figlio ha solo 5 anni. LA FRANCIA DI LUIGI XIV Viene, quindi, tutorato dalla madre Anna d’Austria e da colui che ha sostituito il cardinale Richelieu, il cardinale Mazzarino, che dominerà la politica francese anche lui per una ventina d’anni E la condurrà Alla fine della guerra dei trent'anni ed alla pace di Vestfalia. Tuttavia questa vittoria fu pagata a caro prezzo perché, a causa dell’ulteriore inasprimento fiscale, ci furono dei movimenti all’interno della Francia chiamati FRONDE, in particolar modo la fronda parlamentare e la fronda dei principi del sangue, che tra il 1649 e il 1653 destabilizzano il quadro politico francese, tant’è che la famiglia di Luigi XIV è costretta a fuggire, perché la città è presa in assedio dai principi del sangue. La sapienza di Mazzarino riesce a sconfiggere questi movimenti e a mettere al potere il giovane Luigi XIV, e a partire dal 1661 inizia il cosiddetto “PERIODO PERSONALE” del regno del re Sole. Formalmente il suo regno durerà dal 1643 al 1715, ma ufficialmente prenderà delle decisioni autonome solo nel 1661. La politica di Luigi XIV tende verso l’assolutismo e fa sì che tutti i sovrani d’Europa cerchino di imitarlo. Ad esempio, Carlo II d’Inghilterra cerca di applicare questa politica non riuscendoci. Caratteristiche della politica del re Sole, divisa nei settori in cui si esplica l’attività governativa. Dal punto di vista politico organizza il governo secondo una direttrice di centralizzazione, configurando un sistema di consigli: • Consiglio segreto viene riconfigurato inserendo solamente 3 persone al suo interno, il che vuol dire che il re vuole il controllo assoluto di questo consiglio, da questo non escono decisioni che non abbiano l’avallo del sovrano; • Consiglio di guerra; • Consiglio dei dispacci, una sorta di ministero degli interni; • Consiglio delle finanze, che praticamente è un ministero delle finanze; • Consiglio del commercio: • Consiglio degli affari ecclesiastici, nel quale fa entrare l’arcivescovo di Parigi il suo confessore ed egli stesso; Una configurazione consiliare quindi molto simile a quelli che saranno poi i ministeri. La figura centrale della politica, soprattutto economica, del periodo di Luigi XIV, che è controllore principale delle finanze, è JEAN BAPTISTE COLBERT, che ha dato vita a una politica economica che si chiama COLBERTISMO. Proviene da una famiglia di mercanti di stoffe della città di Reims, poiché Luigi XIV non fa affidamento sulla nobiltà che aveva cercato di farlo fuori, ma su elementi borghesi sui quali sa di poter contare in maniera ceca, perché se fanno un passo falso cadrebbero in disgrazia. Il colbertismo è uno degli elementi fondamentali del periodo di Luigi XIV. La Francia nel 1661 ha un debito pubblico enorme, cioè ha 451 milione di “livre” di debito, quindi il compito che Luigi XIV da a Colbert è quello di ridurlo, perché bisogna recuperare soldi per la politica espansionistica. Colbert mette in atto una serie di iniziative volte a ottenere questo obiettivo: 1. La creazione di un tribunale Chambre de justice, che giudichi specificatamente quei finanzieri che utilizzano in maniera impropria il denaro pubblico; 2. Colbert riduce di metà l’imposta diretta, che costituiva il perno della politica economica della Francia fino al Medioevo, ovvero la “taille”, che dovevano pagare tutti i membri del Terzo Stato. Quindi la riduce, ma fa in modo che venga pagata da tutti, quindi con maggiori controlli; A tal proposito crea un ente che sostituisce quegli esattori ai quali veniva appaltata la riscossione delle imposte Ferme Gènèrale; 3. Riduzione arbitraria degli interessi pagati per il debito pubblico; 4. Introduce un più stretto controllo dei titoli di nobiltà: NOBILTÀ DI SPADA, E DI TOGA. Chi diventa nobile in Francia viene esentato dal pagamento delle imposte, motivo per cui Colbert decide di attuare uno più stretto controllo, per smascherare chi ne approfittava, facendo così rientrare chi approfittava di questi titoli nel Terzo Stato; Tutti elementi importanti per i quali la cassa continua a languire, per cui Colbert decide di attuare un provvedimento che è l’aumento della tassazione indiretta, quella che in Italia oggi è l’IVA. La tassazione indiretta colpisce indistintamente tutti e di nuovo l’imposizione di questa viene posta in capo alla Ferme Gènèrale. Questo dal punto di vista fiscale. Poi Colbert introduce provvedimenti che vadano a stimolare l’economia, la sua crescita, puntando su quella dottrina economica che è caratteristica del XVII sec., che è il mercantilismo, tant’è che il colbertismo viene visto come massima espressione del mercantilismo. In particolare, Colbert punta sul fatto di rendere autonoma la Francia dal punto di vista economico, dando sovvenzioni allo stato, creando manifatture con le finanze dello stato. Un esempio sono quelle di Gobelin, o ancora quelle di Lione dei vetri e degli specchi. E infine, aumentando i dazi sulle esportazioni e diminuendo quelli sulle importazioni. Altro elemento il potenziamento delle colonie oltremare, quelle nel Nord America, il Canada, la Louisiana e in India. Potenziamento delle colonie vuol dire potenziamento anche della flotta mercantile francese, che fino a quel momento aveva puntato sul noleggio delle navi olandesi, perché non aveva un potenziale sufficiente per poter gestire i traffici commerciali con le colonie. Altro settore, dopo quello politico ed economico, è quello dell’amministrazione pubblica. I parlamenti che avevano dato problemi in passato, protagonisti della prima fronda, vengono depotenziati, come? Si cerca dunque di sostituire a questi organismi, delle assemblee di notabili, puntando quindi sulla presenza del Terzo Stato, più manipolabile rispetto alla nobiltà. Così come per i parlamenti, che non vengono ancora aboliti, si cerca di dare vita ad assemblee provinciali, con ampi poteri, che garantiscono maggiormente un controllo da parte del potere centrale. Il problema è che c’è un parlamento più potente e più importante degli altri, che spesso ha causato dei problemi alla monarchia, che è il Parlamento di Parigi, il quale tra il 1777-1778 prende delle iniziative drastiche, in un periodo in cui è cosciente della debolezza del re e della monarchia. ■ Queste iniziative riguardano di nuovo il diritto di registrare i decreti regi, che Luigi XIV aveva modificato, nel senso che il parlamento aveva il diritto di fare modifiche ai decreti solo dopo la loro registrazione. Nonostante questa legislazione, il parlamento di Parigi in questi anni si rifiuta di registrare l’emissione di un nuovo decreto che prevede un prestito per il re, se questo non convoca nuovamente gli Stati Generali È un modo per il parlamento di Parigi di imporre alla monarchia di stare ad ascoltare la voce della nazione. ■ Un secondo punto richiesto è un’affermazione contro quelle che venivano chiamate “Lettres de cachet”, che autorizzavano il sovrano a incarcerare qualsiasi persona, di qualsiasi ceto sociale, senza nessun tipo di giustificazione, senza giusta causa, ed erano questi prigionieri soprattutto di carattere politico, i quali finivano in luogo ben preciso che è la fortezza della Bastiglia. Sono dunque questi gli anni in cui la situazione precipita, in cui dopo aver mandato a casa Lomenie e Lamoignon, Luigi XVI decide di richiamare Necker (il quale lavora come controllore delle finanze) per la convocazione degli Stati Generali, e questo riesce a convincere il sovrano a convocarli. Si decide che vengano convocati il 1° Maggio del 1789. Qui si pone il primo problema che è relativo alla rappresentanza all’interno dei tre stati. Il fatto che all’interno dei tre stati si votava non per testa ma per ordine significa che all’interno di questi tre organismi i singoli membri non avevano diritto di voto, ma solamente l’ordine nel suo complesso lo aveva. Il problema era che il clero e la nobiltà, avendo interessi comuni, spesso in passato avevano votato congiuntamente, cosa che impediva al Terzo Stato di imporre la propria volontà. Adesso però il Terzo Stato mette sul campo questo problema, spronato dal fatto che siamo in pieno fermento ILLUMINISTA. Nel Gennaio del 1789, il re prende una decisione di compromesso: consente il raddoppio del numero dei rappresentanti del Terzo Stato, ma decide di non cambiare il criterio di voto. Il processo di convocazione viene accompagnato dalla richiesta di stilare dei documenti che prendono il nome di “Cahiers de doléance”, attraverso i quali la monarchia vuole ascoltare coloro che non sono inseriti in questi tre organismi. Giungono dunque a Parigi 60000 piccoli opuscoli che da tutte le parti del regno vogliono far sapere al sovrano cosa secondo loro non funziona più nel regno. PUNTI SALIENTI DEI CAHIER: • La prima richiesta avanzata, e abbastanza trasversale a questi scritti, è quella di dare alla Francia una costituzione, che limiti i poteri del re e crei una rappresentanza nazionale, non più gli Stati Generali, ma un organismo unico che racchiuda tutti i rappresentanti del popolo, attingendo al Parlamento inglese o americano. Cosa dovrà fare questo organismo? Decidere l’imposizione di nuove tasse e fare le leggi, quindi quello che fa il Parlamento inglese già da 100 anni. Inoltre, occuparsi dell’ambito giudiziario, tutelare i diritti individuali, il giusnaturalismo e il diritto alla libertà di stampa, quindi degli argomenti innovativi. • Poi ci sono delle richieste più settoriali che derivano dai singoli ordini, ad esempio, lo stato della nobiltà difende il voto per ordine, ma è per l’affermazione dell’uguaglianza giuridica tra gli uomini, ma non per quella fiscale. Ci sono delle aperture però, perché fino ad allora non avrebbe difeso, ad esempio, l’uguaglianza giuridica Ai cahiers de doléance si aggiunge, in Francia nel 1789 un opuscolo scritto da un ecclesiastico, l’abate Sieyes che si intitola Qu’est ce que le tiers-etat? Cos’è oggi in Francia questo Terzo Stato? E da delle risposte che fanno capire quali sono le parole d’ordine della Rivoluzione: • Nazione; • Sovranità; • Costituzione; La prima parola d’ordine: cos’è la nazione e in cosa si identifica? L’abate scrive che “la Nazione è il Terzo Stato, cioè clero e nobiltà sono dei corpi estranei alla Nazione”. Seconda parola: Cosa vuol dire affermare che la Nazione è il Terzo Stato? Vuol dire che la Sovranità risiede nel popolo, cioè la sovranità non risiede nel re, nel monarca, il re è colui che la esercita. Terza parola: Costituzione, diversa da quella di questo periodo, perché negli stati dell’Antico Regime era il deposito delle leggi, degli usi e costumi di uno stato. Con Luigi XVI si voleva creare un organo al di sopra di questi usi e costumi, ma l’abate la identifica con una carta che regola le forme di sovranità e libertà all’interno di uno stato, quindi i diritti e che è preposto a governare e far rispettare questi diritti. Ultimo elemento: l’abate scrive che nel momento in cui verrà scritta questa carta, questa dovrà essere sottoposta al voto della Nazione. Maggio del 1789: la convocazione viene effettuata con qualche giorno di ritardo e il 5 Maggio dello stesso anno si riuniscono tutti gli stati presso la Reggia di Versailles, e non a Parigi. Il Primo Stato è rappresentato da 291 ecclesiastici, il Secondo, la nobiltà, da 270, il Terzo dal doppio, cioè da 578 membri. Un dato interessante all’interno del Terzo Stato è che più del 50% dei membri sono uomini di legge. Si interroga nuovamente il sovrano sul criterio di voto, riuniti separatamente i vari stati. Il sovrano non risponde e a fronte del suo silenzio, il Terzo Stato decide di scompaginare i giochi, e decide, con un cambio di nome, di andare nella direzione di quella rappresentanza nazionale richiesta nei “cahiers de doléance”, quindi si nomina Assemblea dei Deputati dei Comuni, il 6 Maggio. Il 17 Giugno cambia di nuovo nome, e prende il nome di Assemblea Nazionale, e poi il 20 Giugno, con quello che è passato alla storia come il Giuramento della sala della pallacorda, il nome assunto è quello di Assemblea Nazionale Costituente. A quel punto il Terzo Stato non riconosce più la legittimità degli altri due stati, ma anzi invita gli altri due stati a entrare a far parte di questa nuova entità. Come reagiscono gli altri due ordini? Per il clero si attua una spaccatura tra: gerarchia ecclesiastica, i vescovi e gli abati, e il basso clero, i parroci, questi raggiungono quindi l’Assemblea Nazionale. Stessa spaccatura opera all’interno del Secondo Stato: i nobili più liberali decidono di affiancarsi al terzo stato. Con il giuramento della pallacorda e la creazione di questo organismo il 20 Giugno 1789 ha formalmente inizio la Rivoluzione Francese. LO SCOPPIO DELLA RIVOLUZIONE Sono giorni e settimane in cui a Parigi e Versailles, ma un po’ in generale il quadro, si destabilizzano velocemente arrivando al periodo noto come “Grande Paura”, fomentato da voci false, ma anche da voci vere come l’aumento del prezzo del grano, e infine quel fenomeno drammatico dell’assalto da parte dei contadini ai castelli dei nobili, bruciando gli archivi e talvolta anche i castelli. Qual è la reazione del sovrano? Il primo provvedimento che prende è quello di licenziare Necker, che però è la mente più acuta tra i suoi collaboratori. Si diffonde a Parigi la voce che si sta preparando un colpo di stato militare, che provoca la sollevazione della folla parigina, popolani, artigiani, contadini, le donne per la prima volta, si riuniscono il 14 Luglio e si scagliano contro il simbolo dell’oppressione monarchica, ovvero la Bastiglia, (Presa della Bastiglia) e si fa fuori il comandante che gestisce la fortezza, gli viene mozzata la testa e viene portata in giro per Parigi. Siamo in piena Rivoluzione, e accanto ai sommovimenti popolari, quello che identifica le novità che si stanno formando sono i provvedimenti presi nel mese di agosto all’interno dell’Assemblea Nazionale Costituente. Nella notte tra il 4-5 Agosto del 1789 vengono aboliti tutti i diritti feudali, a termine di un modo di gestire l’economia e la società che durava sin dal Medioevo. ATTENZIONE, vengono aboliti i diritti sulle persone nell’ambito del feudalesimo, non i diritti sulle cose, cioè sui beni immobili, per cui le terre devono essere pagate per uscire dal regime feudale. Si prende coscienza del fatto che non si può continuare così, e si decide di terminare la rivoluzione, e in particolare coloro che fanno fuori Robespierre, e decidono di normalizzare la rivoluzione, prendono il nome di Termidoriani, che si scagliano contro i Giacobini, persecuzione che sarà definita come “Terrore Bianco”. Questa normalizzazione si tradurrà nella COSTITUZIONE DEL 1795, in cui si fa un passo indietro, si ritorna al suffragio censitario. L’ultima fase del periodo rivoluzionario che è quella del periodo napoleonico, laddove il Direttorio nei quattro anni in cui sta al potere, si deve confrontare, da una parte con una ripresa delle forze realiste, dall’altra col ritorno dei Giacobini. La conclusione è il colpo di stato attuato da Napoleone nel mese di novembre, chiamato secondo il nuovo calendario Brumaio, che vede l’ascesa al potere di Napoleone, e che vede la nomina di una nuova COSTITUZIONE DEL 1799, nella quale tra gli ispiratori c’è ancora Sieyes, in cui ci sarà un ritorno al suffragio universale maschile. IL PERIODO NAPOLEONICO Con la costituzione del 1799 prevalsero le direttive e la volontà di Napoleone Bonaparte alla quale fu assegnato totalmente il potere esecutivo. Infatti egli diventò primo console mentre gli altri 2 membri del consolato ebbero solo un ruolo consultivo. Il primo console deteneva infatti il potere legislativo, ovvero il potere di proporre leggi, unitamente ad un organismo tecnico di sua nomina ovvero il Consiglio di Stato. Si venne dunque instaurando un governo dittatoriale che ruotava attorno alla figura di Bonaparte che si propose come nuovo despota illuminato restauratore dell'ordine e delle libertà , l'unico in grado di concludere la rivoluzione francese, ma Napoleone mirò soprattutto a garantirgli un ampio consenso di base al di là dell’esercito nel paese. Per raggiungere questo obiettivo fece ricorso ai plebisciti, intesi come ricerca di una delega diretta da parte del popolo. La struttura istituzionale della nuova costituzione vide il recupero all'interno del sistema di molte figure appartenenti all'antico regime. Questo processo di integrazione si attuò soprattutto grazie alla RIFORMA AMMINISTRATIVA, la più duratura delle realizzazioni napoleoniche. Secondo questa riforma i prefetti , rappresentanti del governo in ogni dipartimento, furono i principali strumenti della centralizzazione burocratica e amministrativa. I prefetti dipendevano direttamente dal primo console, e poi dall'imperatore, ed i suoi compiti erano politici oltre che amministrativi poiché applicavano le direttive del governo, esercitavano il controllo sullo spirito pubblico e quindi soprattutto sulle opposizioni. I prefetti furono infatti le masse di granito su cui si edificò il regime napoleonico. Per formare un ceto capace di amministrare lo stato, fu dedicata particolare attenzione all’istruzione pubblica grazie all’introduzione di licei all’interno della quale molti contenuti didattici furono ripresi dalle scuole dell'antico regime. La riorganizzazione politica e amministrativa procedette senza ostacoli perché furono sistematicamente combattute le opposizioni più radicali di destra e di sinistra ma il consolidamento del potere napoleonico era legato al raggiungimento della pace e la pace passava inevitabilmente da una guerra. Infatti dopo che la Russia si ritiratò dalla coalizione antifrancese a causa di contratti commerciali con gli inglesi, il confronto rimaneva ancora aperto con la sola Inghilterra. Le dimissioni del più grande avversario della Francia, il primo ministro inglese Pitt , consentirono un avvio alle trattative che si conclusero nel 1802 con la pace di Amiens che diede inizio al brevissimo periodo di pace tra Francia e Inghilterra. L'eliminazione delle opposizioni politiche interne non fu però sufficiente a garantire un equilibrio del potere che Napoleone riteneva potesse essere assicurato solo dalla ricomposizione della frattura con la Chiesa di Roma. Questo obiettivo fu raggiunto con il CONCORDATO del 1301 con il quale il nuovo pontefice Pio VII riconosceva la Repubblica francese e la vendita dei beni nazionali. Tutti i vescovi furono sostituiti da altri nominati dal primo console e insediati dal Papa e dovevano giurare fedeltà alla Repubblica francese ma era loro concesso nominare direttamente parroci. L'atmosfera politica favorevole seguita dal concordato, consentì a Napoleone di proporre un plebiscito sulla trasformazione della sua carica in console a vita. Contemporanea al plebiscito fu la modifica della costituzione che estendeva i poteri del primo console al quale era ora attribuita anche la facoltà di designare il proprio successore. Inoltre nel 1804 la promulgazione del CODICE CIVILE si suggellò l'opera di riformatrice di Napoleone. POLITICA ESTERA SOTTO NAPOLEONE Sotto Napoleone I francesi riuscirono a riprendere le piccole Antille ma non a ristabilire il loro dominio su Santo Domingo controllato ormai da un decennio dagli schiavi neri ribelli. Questo dinamismo internazionale testimoniato in campo economico da una politica protezionistica anti inglese e da una maggiore stabilità monetaria legata al rafforzamento della nuova moneta, il Franco, riaccese l'ostilità dell’Inghilterra che decise di non restituire Malta come era invece previsto dalla pace di Amiens. Il rafforzamento dei poteri del primo console era inoltre stato accompagnato da un accentuazione dei controlli sulla stampa e in genere su tutta la vita culturale (tant’è che molto intellettuali furono allontanati). Inoltre era presente anche una consistente minaccia che veniva dai sostenitori della monarchia appoggiati dall’Inghilterra, tant'è che fu sventata una pericolosa congiura realista. Occorreranno infatti 5 anni per fare accettare a tutta l'Europa (ma non all'Inghilterra) il nuovo impero, 5 anni di guerre, di annessioni, di formazione di nuovi regni. Napoleone ottenne numerose vittorie militari come per esempio quella con l'Austria alla quale Napoleone impose la soppressione del sacro romano impero nel 1806. In Olanda, in Germania, in Polonia istituì una serie di stati satelliti, talora affidati con titolo di re a proprio fratelli , mentre con la Russia dello zar Alessandro I fu stabilita una pace che prevedeva il riconoscimento degli interessi espansionistici della Russia. In Italia la Repubblica italiana fu trasformata in regno d'Italia di cui Napoleone diventò il re: La Toscana e una parte dello Stato pontificio, con Roma, il Lazio e l'Umbria furono annessi alla Francia come lo erano già stati il Piemonte e il Ducato di Parma. Il papa che aveva scomunicato Napoleone fu arrestato e Napoli, depositi i Borbone, fu concesso prima al fratello di Napoleone poi al cognato. Proprio per questo la Spagna diede origine ad una durissima lotta armata infliggendo le prime sconfitte al Napoleone ma fu sottomessa dal dominio francese e il trono spagnolo fu rifilato a Giuseppe Bonaparte. In tutti i paesi del continente sottomessi, alleati o controllati, Napoleone aveva imposto il divieto di mantenere relazioni commerciali con l'Inghilterra. Questo BLOCCO CONTINENTALE mirava a ottenere, attraverso una crisi economica, quella distruzione della potenza inglese che sembrava impossibile raggiungere sul piano navale dopo la sconfitta di Trafalgar del 1805 dove la flotta francese fu distrutta dagli inglesi comandati da Nelson che morì in combattimento. Tra il 1810 e il 1812 il grande impero costituito dalla Francia e gli stati vassalli raggiunse la sua massima espansione, dominio che Napoleone volle legittimare sposando la figlia dell’imperatore d'Austria La granduchessa Maria Luisa. LA FORZA DELL’IMPERO NAPOLEONICO L'impero napoleonico era fondato sulla supremazia e sul dominio militare, una supremazia che poggiava non solo sulle doti strategiche e di comando di Napoleone ma anche sul ormai consolidata struttura di un esercito di cittadini ideologicamente e politicamente motivati. Rifiutò invece di cercare un consenso fra le masse popolari da cui era radicalmente estraneo. Napoleone non riuscì tuttavia a dividere e affrontare separatamente le forze nemiche che puntavano sulla Francia e per questo a Waterloo (Belgio) la resistenza degli inglesi di Wellington consentì ai prussiani d'intervenire e sconfiggere definitivamente i francesi. Fu l'ultima battaglia di Napoleone. Consegnatosi un mese dopo agli inglesi sarà deportato sull'isola di Sant'Elena dove morirà nel 1821. L'illusione era durata solo 100 giorni. IL PORTOGALLO: IL COLONIALISMO PORTOGHESE: Nel 1415, ovvero all’inizio del secolo delle esplorazioni geografiche, inizia a sottomettere territori al di fuori dell’Europa ed inizia da Ceuta, una piccola cittadina delle coste dell’Africa – questo significa che i portoghesi volevano soprattutto rapporti commerciali. I portoghesi voglio dagli africani l’oro e gli schiavi. Dalla cittadina di Ceuta i portoghesi cominciano poi a percorrere verso sud le coste del continente africano con Bartolomeo Diaz nel 1487 arrivarono a Capo di Buona speranza e 10 anni dopo con Vasco de Gama portò a termine la circumnavigazione del continente africano e grazie a questo fu poi possibile il salto verso l’India. Nel 1500 un altro navigatore di nome Alfonso Cabral arrivò a scoprire il Brasile (sempre pensando di andare nelle Indie) e qua le cose cambiarono perché questo nuovo territorio rientrò nei possedimenti del Portogallo e quindi bisognava rivedere il trattato di Tordesillas. Cabral chiamò questa terra “terra de la vera cruz” ed i portoghesi vi si limitarono a sottomettere le terre che si affacciavano sulla costa. Successivamente vene chiamata “terra de la santa cruz” fino ad acquisire il nome che ha oggi sulla base di una pianta che è il “Pau- brasil”. Da questa pianta scoperta prenderà il nome questa terra ovvero Brasile. Nel 1557 i portoghesi arrivarono inoltre in Cina, a Macao, che rimarrà portoghese fino alla fine del XX secolo. Da qui poi i portoghesi arriveranno anche ad entrare in contatto con l’impero giapponese ed intrattenere rapporti commerciali fino alla prima metà del XVI secolo. Tuttavia, il Brasile per tutto il ‘500 fu la colonia meno importante che vene curata meno dai portoghesi nonostante procurasse zucchero e oro. Infatti, essi curarono di più l’Africa e soprattutto l’Asia l’Africa per l’oro e per gli schiavi, mentre l’Asia per ottenere le spezie che fecero la fortuna di questo impero. Le spezie, che erano molto importanti nell’alimentazione degli europei e venivano anche usate da un punto di vista farmaceutico, erano molto leggere (e quindi facilmente trasportabili) e venivano pagate poco in Asia mentre venivano vendute a tantissimo in Europa, il che voleva dire che anche un solo viaggio di questa nave poteva fruttare un sacco ai portoghesi. La caratteristica di questo colonialismo è che è nelle mani soprattutto della corona portoghese che concede a chi vuole lui a possibilità di commerciare con le colonie e che quindi riceve consistenti parti dei profitti che vengono ottenuti. ruolo principale è dato dalla monarchia. Il centro di smistamento di queste merci che arrivano dall’Africa e dell’Asia è Lisbona, capitale dell’impero portoghese, ma il centro economico finanziario dell’impero coloniale Portogallo sta lontano dal Portogallo in quanto è Anversa (nelle Fiandre dell’epoca, ovviamente non portoghesi), dove viene aperta la FEITORIA DOS FLANDRES che gestisce l’arrivo e la rivendita delle specie alle altre potenze europee. A Lisbona le navi fanno tappa ma vengono gestite poi da Anversa , facilmente raggiungibile dal canale della manica tramite il fiume . I PROBLEMI DELLA RELIGIONE IL CRISTIANESIMO TRA 300 E 400 All’inizio del 300 Clemente V, papa di Roma, sotto l’influsso della monarchia nazionale , sposta il papato ad Avignone. Con il ritorno a Roma del centro della cristianità poi si forma uno scisma GRANDE SCISMA D’OCCIDENTE dura 40 anni circa e vede in contemporanea la presenza di 2 papi uno riconosciuto dal vescovato francese e l’altro da quello italiano e negli ultimi anni di questo grande scisma addirittura 3 papi. Nel 1417 i vescovi cristiani si riunirono in consiglio e decisero di dimettere tutti i papi per ritornare ad un unico papa Martino V. Si ricompone dunque lo scisma all’interno della cristianità ed il papato di Roma nel corso del 400 si trasformerà sempre di più sul modello degli stati nazionali rinforzo dello stato pontificio Contemporaneamente si sviluppa in ambito artistico l’UMANESIMO con la quale iniziano a diffondersi sempre di più critiche nei confronti delle due istanze universalistiche che avevano dominato i secoli ovvero l’impero e la chiesa cristiana. Se fino ad allora i testi sacri erano nelle mani solo di élite ristrette, con l’invenzione della stampa e con la possibilità di replicare molte volte uno stesso testo (inizialmente soprattutto testi religiosi) sempre di più si inizia a criticare l’autorità costituita che viene identificata coi dogmi e le regole della chiesa cristiana. Sempre di più inoltre nascono figure di riformatori che mettono in crisi vari aspetti non solo della vita del clero ma anche dei fondamenti dogmatici liturgici su cui per secoli si era basata la chiesa cristiana. Ci sono 3 figure importanti precursori di Martin Lutero: • JAN HUS critica il fatto che un prete indegno possa amministrare i sacramenti e si erge come riformatore dei costumi della chiesa Chiamato ad esporre le sue tesi nel Concilio di Costanza verrà qui condannato e messo al rogo. Le sue idee tuttavia continueranno ad operare all’interno della nazione boema • JOHN WICLIF in Inghilterra porta avanti più o meno le stesse idee negazione di alcuni sacramenti (ad esempio dell’eucarestia) e il clero che si comporta nella vita di tutti i giorni in maniera indegna (clero concubinario ha in casa amanti) non può essere degno di celebrare la messa e dare sacramenti. Anche lui ha un discreto seguito il Inghilterra, non fa la stessa fine di Hus. Idee che vedremo dunque operanti in Lutero erano già diffuse prima di lui. • ERASMO DA ROTTERDAM (che muore all’inizio del ‘500), faceva parte dei FRATELLI DELLA VITA COMUNE nascono nei Paesi Bassi lungo il fiume Reno e portano avanti istanze di rinnovamento della vita della chiesa ma anche istanze vicine alle idee dell’umanesimo cristiano (sono cristiani ma applicano al cristianesimo le nuove teorie dell’umanesimo). Nel 1500 dunque da più parti si sentiva il bisogno di una riforma della chiesa che comportasse un ritorno alla semplicità originale. In particolar modo si rigettava l’assenteismo del clero dalle proprie parrocchie, la vendita delle indulgenze e lo sfarzo della chiesa. Ciò fu dovuto anche alla grande apertura culturale che aveva caratterizzato il XV secolo quando i bizantini, giunti in Italia da Costantinopoli dopo la conquista da parte dei turchi, portarono con sé la cultura greca. Nel 1516 anno precedente l’esplosione della riforma luterana Erasmo da Rotterdam pubblica una nuova edizione del Nuovo Testamento in latino e greco (applica dunque la filologia al testo sacro) diviene la figura umanista per eccellenza a livello Europa. Tutti questi sono convinti dunque che la chiesa visibile, quella che si vede, non sia la vera chiesa. Va a Roma (1511) vede la corruzione della chiesa e lo sfarzo di questa e quando torna in Germania decide di mettere in atto la sua protesta (1517 ) in particolare prendendo a bersaglio la pratica delle indulgenze pagare per avere qualcosa dalla chiesa. Nel 1517 dunque rese pubbliche affiggendole alla cattedrale di Wittenberg le sue 95 TESI riguardanti la dottrina dell’indulgenze dove veniva scritto che solo Dio e non il papa poteva rimettere le pene da lui inflitte. COSA SOSTENEVA LUTERO? La base di tutte le riforme protestanti è il fatto di essere contraddistinte da una visione pessimistica dell’uomo. • “GIUSTIFICAZIONE PER SOLA FEDE” l’uomo non può fare nulla per conquistarsi la fede eterna ma l’unica cosa che può fare per sperare di essere salvato è quella di affidarsi alla fede in Cristo morto e risorto è solo la fede dunque (e non fede + opere buone come riteneva la chiesa di Roma) a far sperare di garantirsi la salvezza eterna. Tuttavia secondo Lutero il cristiano non può garantirsi la salvezza attraverso le opere buone ma deve comunque avere come unico faro l’imitazione della vita di Cristo, IMITATIO CRISTI basta quello perché comportarsi bene nella vita terrena ma non basta per avere la salvezza. Lutero era entrato in forte polemica con Erasmus per quanto riguarda la libertà del singolo individuo, poiché per Lutero l’individuo ha un destino segnato dal volere della divinità, mentre per Erasmo l’uomo può essere interprete, attore del proprio destino. Erasmo seguiva infatti l’idea tomistica in contrapposizione a quella agostiniana di Lutero. • Secondo pilastro di Lutero unico riferimento che il cristiano deve avere nella sua vita sono i TESTI SACRI solo le sacre scritture devono essere il punto di riferimento dei cristiani non la tradizione, ovvero gli scritti successivi. • Terzo pilastro del luteranesimo APPARATO SACRAMENTALE. Lutero sostiene che solo 2 sacramenti si ritrovano nelle sacre scritture, l’eucarestia (vista come il segno visibile della grazia invisibile di Cristo; egli mantiene inoltre l’interpretazione di questa come nella chiesa cattolica ma non parla più di transustazione ma di CONSUSTANSAZIONE trans: nel momento in cui il prete prende in mano il calice e l’ostia consacrata (elevazione), avviene secondo la chiesa cattolica la trasformazione del pane e del vino in corpo e sangue di Cristo. Cons: il sacerdote continua a fare l’elevazione ma i due elementi continuano ad essere pane e vino, mentre ciò che si verifica in quel momento è la presenza reale della divinità CON i fedeli che assistono alla messa). L’eucarestia viene mantenuta da Lutero perchè riceve la manifestazione concreta nell’episodio dell’ultima cena, mentre il battesimo viene mantenuto perché ritrovato nel momento in cui Cristo lo riceve da San Giovanni battista. Lutero, mantenendo il battesimo poiché ritenuto un dono di Dio, si schiera dunque (come farà anche Zwingli) contro gli anabattisti poiché secondo lui, essendo il battesimo un dono dio, può concederlo anche ad un neonato che non capisce ciò che sta succedendo. Lutero riconferma anche il fatto che al momento del battesimo ci debbano essere anche i padrini e le madrine che devono saldare rapporti tra famiglie Alcuni di questi 5 sacramenti che egli non accetta continuano comunque ad operare pur non essendo riconosciuti come tali (es. il matrimonio visto come un contratto tra due persone che decidono di unirsi, è dunque un affare di stato e non di chiesa). Altri sacramenti vengono ritenuti da Lutero addirittura solo superstizioni (es. la cresima) mentre altre, come l’ordine non vengono proprio riconosciute in quanto Cristo dice che tutti i cristiani sono sacerdoti, sono santi. Lo stesso l’estrema unzione. La confessione invece non viene completamente abolita ma Lutero ritiene non debba essere un atto segreto ma che ci debbano essere forme di penitenza collettiva. I MOTIVI DELLA FORTUNA DELLE IDEE LUTERANE Le idee di Lutero ebbero un enorme successo ma gli provocarono una scomunica. Tuttavia egli fu protetto dal principe di Sassonia Federico il Savio che lo nascose nel suo castello. Federico il Savio di Sassonia appoggiò Lutero non tanto perché seguace delle sue idee quanto per affermare la propria indipendenza rispetto alle autorità romane e all’imperatore del Sacro Romano Impero. Un altro elemento che portò Federico il Savio ad appoggiare le idee di Lutero fu un fattore di tipo economico poiché Lutero, con lo smantellamento della gerarchia ecclesiastica, fece sì che si confiscassero molti beni della chiesa a favore delle autorità laiche. LE CONSEGUENZE DELLA SUA RIFORMA La riforma di Lutero, che nasceva nelle sue intenzioni come pura riforma religiosa, fu interpretata però in senso politico dando avvio a numerose rivolte. La prima du quella dei cavalieri contro i feudatari contro la quale persero, mentre la seconda fu quella dei contadini. Quest’ultimi avevano con i feudatari un “patto” che proteggeva i propri diritti e quando, a causa dell’inflazione, si videro imporre ulteriori tasse e confiscare le proprie terre, essi si iniziarono a ribellare anche grazie al clima di riforma che si stava diffondendo in Germania. ZWINGLI Origini svizzere contesto che fa sempre parte del sacro romano impero ma ha delle caratteristiche peculiari Svizzera = non molto diversa da quella attuale, divisa in cantoni che si gestiscono autonomamente. Zwingli è di Zurigo ed è un sacerdote secolare più che gestire la propria parrocchia è un cappellano militare affianca gli eserciti svizzeri che vanno in giro per l’Europa a prestare servizio ai vari principi europei gli svizzeri hanno poche possibilità di fare fortuna nel proprio territorio perché la Svizzera è prevalentemente montuosa e quindi si poteva fare solo allevamento e poco altro questo provocava migrazioni soprattutto di uomini che emigravano per sostentare poi le proprie famiglie in loco. Uno dei settori nei quali si specializzano l’arte della guerra eserciti svizzeri, tra i più addestrati d’Europa. Gli stati europei se li contendono tutti i principi europei, e anche il papa Zwingli partecipa alle guerre d’Italia arrivando in Italia con le guardie svizzere partecipa alla guerra di Melegnano Una volta tornato in Svizzera Zwingli (1516-1517) inizia a sentir parlare delle idee di Lutero e negli anni successivi al ’17 (anno in cui ha inizio formalmente la riforma luterana) si inizia a convincere che le idee di Lutero sono giuste ma assieme a queste egli viene influenzato anche dalla tradizione umanistica europea (1516 pubblicata la versione greco-latina del nuovo testamento da parte di Erasmo da Rotterdam). COSA SOSTIENE ZWINGLI: • Teoria per cui l’uomo è predestinato PREDESTINAZIONE destina all’inferno o al paradiso già prima della nascita (non può fare nulla o quasi per cambiare ciò) queste idee iniziano a svilupparsi già nella dottrina Zwingliana e poi ancora di più in quella calvinista. Ancora di più rispetto a Lutero, l’idea relativa all’uomo di Zwingli è ancora più pessimista. • Altra caratteristica dello Zwinglianesimo forte “NAZIONALISMO” ELVETICO anche questo lo distingue sia da Lutero che da Calvino che sono più aperti alla conversione alla loro religione di appartenenti ad altre religioni. • Celebrazione della messa Lutero aveva abbracciato la consustansazione tant’è che i luterani non avevano dismesso la pratica della comunione durante la messa. Per Zwingli invece LA MESSA RIGUARDA SOLO LA SPIEGAZIONE DEI TESTI SACRI ED E’ SOLO UNA COMMEMORAZIONE DELL’ULTIMA CENA quindi la messa non è altro che una commemorazione di qualcosa avvenuto 1500 anni prima e che però egli non credo che si rinnovi ogni volta che viene celebrata una messa. La figura fondamentale è rappresentata dal popolo dei fedeli che sta ad ascoltare la lettura e la spiegazione del vangelo da parte del pastore guida spirituale della comunità, senza però fare da mediatore tra comunità e divinità. La messa è vista dunque come semplice simbolo, come spiegazione del Vangelo le chiede devono per lui dunque spogliarsi di tutti gli elementi che le arricchiscono le chiese protestanti diventano spoglie distrutte le immagini sacre, abolito il digiuno in quaresima (si può mangiare la carne in quaresima) , le reliquie dei santi che venivano onorate vengono seppellite, annullato il celibato ecclesiastico (questo era fatto anche da Lutero) i pastori protestanti sostiene si possano sposare perché non esiste più infatti il clero consacrato pastore = sa solo un po’ di più perché ha studiato e può trasmetterlo ai suoi correligionari. • I sacramenti per Zwingli i SACRAMENTI NON HANNO PIÙ QUEL VALORE SACRO che gli riconosce la chiesa cattolica e in parte anche Lutero ma sono solo segni di appartenenza ad una comunità. Es. un ebreo si riconosce dalla circoncisione e dalla celebrazione della Festa della Liberazione (Pasqua ebraica). Inoltre, Zwingli come Lutero condanna gli anabattisti. LE CONSEGUENZE DELLA SUA RIFORMA: • Anche in questo caso i principi abbracciano queste riforme perché così si rafforzavano e controllavano la chiesa locale dello Zwinglianesimo dunque il calvinismo si rivolge molto di più al proselitismo possibilità di allargare i propri seguaci in modo che si espanda sempre di più e migliori le società all’interno dei quali si è costituito e ha iniziato ad operare. Gli eletti per calvino si riconoscono dalla partecipazione ai sacramenti (come Lutero li mantiene alcuni), dalla professione di fede cristiana, condensata nel credo, e dalla esemplarità della vita. • Calvino mantiene gli stessi sacramenti di Lutero ma è più vicino a Zwingli quanto a interpretazione anche egli considera infatti i sacramenti come puri segni della fede interiore e per lui il sacramento è un semplice veicolo con Dio e solidarietà tra fedeli oltre che essere segni di comunione con cristo, tant’è che elimina l’ingestione dell’ostia durante la messa. questo vuol dire che Calvino non crede più nella trasformazione del corpo e del sangue di Cristo. Dio quindi nella messa, per Calvino, è presente solo in spirito, in comunione coi fedeli che assistono alla messa e Per quanto riguarda il battesimo, Calvino lo mantiene perché ritrova la frase del vangelo in cui Cristo dice “lasciate che i bambini vengano a me” sarebbe dunque un’ingratitudine non somministrargli il battesimo e quindi impedire che i bambini vengano educati alla religione cristiana. LE CONSEGUENZE DEL CALVINISMO: • Mentre il luteranesimo rimase confinato in Germania (più o meno), il calvinismo si diffuse in Svizzera, Francia, dove presero il nome di “Ugonotti”, Olanda, in alcuni Landt tedeschi, in Scozia, in Polonia, in Ungheria e parzialmente anche in Inghilterra. • Calvino a Ginevra instaura una teocrazia religiosa il potere sia temporale che spirituale a Ginevra è nelle mani di un consiglio di saggi che governano la città secondo principi religiosi e non politici cosa che non era riuscita neanche al papa di Roma. tutte le voci dissenzienti vengono punite e condannate a morte. Questo colpisce perché i protestanti condannavano l’inquisizione della chiesa di Roma ma si comportarono allo stesso modo. LA RIFORMA INGLESE VEDI GRAN BRETAGNA DI ENRICO VIII Come si configura l’Europa 70 anni dopo la diffusione delle idee protestanti? La stragrande maggioranza dell’Europa continua a rimanere cattolica, ma c’è una parte centro settentrionale d’Europa che è passata al protestantesimo, nelle sue varie forme: luteranesimo nelle regioni della Germania centrale, la penisola scandinava sono aree che sono passate al Luteranesimo, aree anglicane. Il calvinismo si diffonde nei paesi bassi, in alcuni landt tedeschi e si è diffuso nel regno di Scozia (tramite un riformatore scozzese chiamato Tohn Knox) la regina di Scozia è rimasta, invece, cattolica. Anche all’interno dei paesi cattolici ci sono delle minoranze protestanti: es, la quantità di calvinisti presenti nel regno di Francia. Vedremo quanto il calvinismo si è diffuso nell’Europa orientale, vediamo come gli anabattisti sono presenti maggiormente in Europa orientale, dove hanno più possibilità di vivere liberamente il proprio culto. In Russia e nell’impero ottomano la religione prevalente è l’ortodossia, ma all’interno dell’impero Ottomano ci sono anche presenza di mussulmani LA CONTRORIFORMA Quale tipo di risposta da la chiesa cattolica a queste fratture di metà ‘500? La maggior parte dell’Europa dal puto d vista territoriale continua comunque a rimanere cattolica. Johann Stephan Putter insegnante di storia , in un manuale che scrive tra il 1770 e il 1780 per i suoi studenti segnala per la prima volta il termine di “CONTRORIFORMA” per far capire che la risposta della chiesa cattolica è una riforma non ha cercato il compromesso (anche se ci sono stati tentativi) e l’esito è stato la chiusura e la comprensione che l’Europa ormai era divisa e non si poteva tornare alla situazione per 1517. Putter in questo manuale di storia del sacro romano impero individua anche date precise da cui fa iniziare la controriforma e la fa terminare 2 date che racchiudono questo termine 1555 – 1648 1555= data in cui viene siglata la pace di Augusta 1648 = fine della guerra dei 30 anni i trattati di pace di Vestfalia (regione a nord-ovest della Germania) 1517 inizia la riforma luterana Anni 20 si aggiunge Zwingli Anni 30 si aggiunge Calvino ed Enrico VIII Questo vuol dire che in 30 anni le riforme protestanti si espandono Il problema non solo del papa ma anche dei regni che sono rimasti cattolici è quello di arginare le idee protestanti. In particolare 2 sono i più interessati a o trovare un compromesso o scagliarsi in modo drammatico nei confronti dei protestanti papa di Roma e colui che nell’arco dei 40 anni dalla fine degli anni ’10 all’inizio degli anni ’50 del 500 è il vero padrone d’Europa ovvero Carlo V. FAMIGLIA DI CARLO V: Nonni materni di Carlo V sovrani cattolici Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castilla Nonni Paterni di Carlo V Massimiliano I d’Asburgo e Maria di Borgogna (regione che comprende di più della Borgogna di oggi ma le Fiandre Lussemburgo, Belgio e Olanda piccoli territorialmente ma molto ricchi economicamente). Maria di Borgogna è contesa tra i vari re, in particolare dal re di Francia e gli Asburgo vincono gli Asburgo poiché gli antenati di Maria hanno sempre fatto la guerra al re di Francia che da sempre voleva quei territori Dai primi nasce Giovanna (detta la pazza) dai secondi nasce invece Filippo il Bello che muore presto. I due generano Carlo V e Ferdinando I (tra i tanti figli sono i più importanti). Morendo il nonno paterno, ed essendo già morto il padre ovvero Filippo il Bello, Carlo aveva di diritto l’eredità dei territori austriaci mentre non aveva di diritto il titolo di sacro romano imperatore perché a differenza della successione ereditaria degli altri regni non era un titolo ereditario ma elettivo (eletto dai principi 7 GRANDI PRINCIPI ELETTORI che si dividevano in 2 tipologie 4 principi laici e 3 principi ecclesiastici. I primi sono i sovrani di Boemia, Palatinato, Sassonia e Brandeburgo mentre i secondi sono l’arcivescovi di Magonza, Treviti e Colonia. ) Nel momento in cui Carlo viene eletto non ci sono problemi tra questi sovrani tra cattolicesimo e protestantesimo, ma sorgeranno di lì a poco. Carlo non è l’unico contendente il suo più pericoloso rivale è il re di Francia non era mai successo che un francese diventasse imperatore mentre era più facile che lo diventasse uno spagnolo, specialmente perché Carlo era figlio di Asburgo. L’elezione imperiale avveniva così chi voleva garantirsi il voto degli elettori spesso ricorreva alla corruzione si cercava di comprare il voto della maggioranza dei principi elettori questo riesce meglio a Carlo il quale oltre che diventare re di Spagna diventa anche imperatore del Sacro romano impero. Gli Asburgo non partecipano al voto. Questo spiega perché Carlo V tiene molto all’unità del cristianesimo. Siamo dunque nel 1519 2 anni dall’inizio della riforma luterana IL CONCILIO DI TRENTO L’ultimo concilio che si era riunito dalla chiesa di Roma era stato il V concilio lateranense tra il 1512 e il 1517 in occasione delle guerre d’Italia. • I padri conciliari del consiglio prima che i protestanti arrivino a Trento riconfermano tutte le decisioni della prima fase questo fa sì che i protestanti anche se arrivano non possono far altro che essere messi davanti al fatto compiuto. • C’è di nuovo un confronto tra i vescovi italiani e quelli spagnoli e tedeschi (Carlo V oltre che imperatore continuava ad essere anche re di Spagna ovviamente). • Nel 1552, 5 anni dopo la battagli di Muhlberg, Carlo V viene sconfitto dai principi protestanti che si sono riorganizzati. Questo provoca: 2. 1555: Pace di Augusta che non viene sottoscritta da Carlo V ma dal fratello Ferdinando, arciduca d’Austria, nella quale viene sancito il principio del “CUIUS REGIO EIUS ET RELIGIO” 3. 1556: Abdicazione di Carlo V si rende conto di aver fallito nel far tornare i protestanti al cattolicesimo e si ritira in un monastero dove morirà nel 58 lasciando i suoi possedimenti al fratello Ferdinando (Già ARCIDUCA D’Austria) e al figlio Filippo (che diventa re di Spagna col titolo di Filippo II) La Spagna + le colonie americane + i territori italiani (parzialmente regno di Napoli, Sicilia e Sardegna, Milano) + i territori delle fiandre rientrano all’interno dell’eredità di Filippo II. Tutto ciò va al figlio mentre il fratello riceve i possedimenti austriaci che aveva già + il regno di Boema-Ungheria che aveva ricevuto nel 1526 tramite il matrimonio con la figlia del re d’Ungheria + il titolo di imperatore. Il sogno di Carlo V di riunire tutta l’Europa sotto un unico monarca era già tramontato e divide dunque il ramo spagnolo (con Filippo II) e il ramo tedesco col fratello Ferdinando. Ai possedimenti di Filippo II si aggiunge nel 1580 il regno del Portogallo, poiché egli aveva sposato una principessa portoghese ed era il parente più prossimo. Diventare anche re di Portogallo voleva dire accaparrarsi anche l’enorme impero coloniale dei portoghesi tra il Brasile, le coste dell’Africa, l’India e l’estremo oriente. Dal 1580 dunque l’impero coloniale spagnolo e portoghese collaborano e non si fanno più concorrenza. ULTIMA FASE DEL CONCILIO Tra la fine degli anni ‘50 e l’inizio degli anni ’60 avviene un fatto importante per il papa di Roma e per il re di Spagna Filippo II diffusione del calvinismo in Francia. Fino ad allora i paesi passati al protestantesimo erano quelli dell’Europa Germanica. La diffusione del calvinismo rischia di destabilizzare la Francia, stato molto cattolico e molto potente. A Roma, il nuovo papa Pio IV, preoccupato, decide di convocare per la 3 volta il concilio e Trento. Questo, accanto alla riconferma di tutto detto prima, affronta in maniera seria anche la riforma interna della chiesa perché i protestanti non abbiano più da criticare RIFORMA DISCIPLINARE e non più solo LOTTA PER L’ERESIA. Il tema che viene subito dibattuto è di nuovo quello della residenza dei vescovi di nuovo si creano due partiti, quello spagnolo + francese VS quello italiano. I primi vogliono che venga adottata questa decisione, gli italiani di oppongono. La soluzione che in maniera diversa dal passato viene adottata qui è di compromesso a fronte della non dichiarazione dell’obbligo di residenza dei vescovi di diritto divino vengono però prese deliberazioni che aumentano il potere locale dei vescovi ed allo stesso tempo nei decreti del concilio si dice che è fortemente auspicato che i vescovi si rechino a risiedere nelle loro diocesi. Una volta chiuso il concilio e morto Pio IV per dare l’esempio il nipote di questo, suo più stretto collaboratore, Carlo Borromeo, decide di lasciare Roma e di trasferirsi nella diocesi di Milano dove era stato nominato Arcivescovo. Carlo Borromeo si libera anche dei suoi beni materiali e li dona alla diocesi. Qui fa tutta una serie di azioni che diventeranno modello dei suoi contemporanei ma anche dei suoi successivi. Il rafforzamento del potere dei vescovi si basa su: • Giurisdizione sul clero regolare i vescovi hanno diritto di imporre decisioni nei luoghi della chiesa che attenuino o cancellino eventuali scandali e infrazioni alla disciplina (monaci e frati, monache e suore) • Vengono introdotte visite pastorali annuali ogni anno il vescovo deve visitare ogni diocesi, controllare se il prete si comporta correttamente. Devono essere interrogati anche i parrocchiani sul comportamento del parroco • Sinodi diocesani possibilità per il vescovo di riunire il clero della sua diocesi nella città sede del vescovado e ascoltare tutti i problemi che i preti espongono al vescovo • Allontanamento dei preti concubinari si stabilisce che possano convivere con i preti solo le donne che hanno più di 40 anni (perché non più fertili in teoria) • Ripristino della stretta clausura per i monasteri femminili le monache non potevano uscire e nei monasteri potevano entrare o solo le donne o un confessore C’è un altro settore investito da novità per creare un clero più preparato creazione dei seminari, ovvero case per la formazione del clero, collegi che prima non esistevano e che vengono imposti dal concilio di Trento. Avranno difficoltà a costituirsi in ciascuna diocesi perché servono soldi per dar vita a strutture istruttive. Infatti solo a 700 inoltrato si riesce ad avere un seminario per città (questo non riguarda solo l’Italia ma tutta l’Europa). Un altro ambito che viene normato dal concilio di Trento e che si cerca di regolamentare perché è un settore fondamentale nella vita delle persone, tramite un decreto che prende il nome di “TAMETSI” uno dei decreti inseriti negli atti nel concilio di Trento, regolamenta il matrimonio. Lutero riteneva non fosse un sacramento ma un contratto tra due persone regolamentato dallo stato ma in cui la chiesa non doveva intervenire se non per la celebrazione. La chiesa invece riafferma fin dalle prime sedute il matrimonio come sacramento ma cerca di evitare il fatto che più che la celebrazione in sé (atto conclusivo dove i 2 sposi vanno in chiesa e siglano l’accordo per la vita), era molto importante per l’epoca anche la promessa che poteva anticipare anche di molto la celebrazione liturgica, questo perché con la promessa si potevano saldare alleanze tra famiglie che già da bambini promettevano i due figli come sposi in segno di alleanza tra loro. Questo significava che andassero a vivere insieme e quindi avessero rapporti pre matrimoniali e quando poi la promessa veniva rotta questo significava guai per la donna che si ritrovava figli non legittimi. La chiesa cerca dunque qui di dare più importanza alla celebrazione liturgica che si stabilisce debba avere delle regole: • C’è bisogno di 2 testimoni • C’è bisogno che il matrimonio venga pubblicizzato affiggendo alle porte della chiesa la notizia giorni prima (in modo che se qualcuno ha qualcosa in contrario possa manifestarlo in anticipo) • Si prevede che ci sia necessità del consenso dei genitori, solo se il maschio non ha più di 20 anni e la femmina più di 18 superata quest’età dunque i 2 giovani possono e devono contrarre matrimonio in maniera libera indipendentemente dalle famiglie. Questa novità cerca dunque di porre al centro la decisione libera dei promessi sposi piuttosto che delle famiglie. Ultima cosa: chi si occupa di mettere in pratica tutte queste novità del concilio? C’è bisogno di molto tempo (per formare i seminari) ci si rivolge a congregazioni religiose di cui la più importante è quella dei gesuiti fondata da Ignazio di Loyola nel 1540 inizialmente si occupa della conversione o riconversione al cattolicesimo (questo ci fa capire che si espande anche nelle colonie). Ha un successo enorme (avranno anche case e collegi per l’istruzione). Altri ordini religiosi sono i: somaschi, barnabiti, scolopi, cappuccini (fanno parte dei francescani ma vengono fondati nel 1925 perché per alcuni francescani l’ordine aveva perso l’ispirazione originale) La controriforma della chiesa non si limita tuttavia al solo concilio di Trento ma fu anche: • Stilato un indice dei libri proibiti vista la diffusione delle idee protestanti grazie alla stampa • Istituito un tribunale inquisitorio per la lotta all’eresia (il tribunale dell’inquisizione esisteva già dal Medioevo) • Fu data grande importanza anche alle attività pedgogiche ad esempio con i gesuiti di Ignazio di Loyola. • Anche la filosofia, la scienza ecc. furono sottoposte a censura e tutti coloro che sostenevano dottrine contrarie all’aristotelismo venivano condannati. • Anche minoranze religiose fino ad allora tollerate, come gli ebrei, iniziano a venir repressi ad esempio confinandoli nei GHETTI • Ci fu una lotta anche contro le superstizioni e soprattutto la stregoneria e la magia. LA GUERRA DEI 30 ANNI Il problema alla base della guerra dei 30 anni riguarda le decisioni prese nella Pace di Augusta che: I 2 ambasciatori che riescono a tornare dal proprio principe riferiscono quanto accaduto e questo era molto grave poiché innescò il conflitto che NB. FINCHE’ NON COMPARE LA SVEZIA SI SVOLGE TUTTO NEI PERIMETRI DEL SACRO ROMANO IMPERO. PRIMA FASE DELLA GUERRA DEI 30 ANNI FASE BOEMO PALATINA E DANESE 1618-1629 I PROTAGONISTI di questa prima fase sono: Ferdinando II I boemi devono cercarsi alleati al di fuori della Boemia. Individuano un sostituto e lo chiamano a prendere il posto di Ferdinando, re di Boemia e imperatore del sacro romano impero. Chiamano il calvinista principe del Palatinato, Federico V del Palatinato di per sé debole ma è imparentato con gli Orange dei Paesi Bassi, col re di Svezia e con il re d’Inghilterra quindi Repubblica delle 7 province unite, Inghilterra e Svezia 3 stati protestanti i Paesi Bassi sono per la maggior parte calvinisti, l’Inghilterra anglicana e la Svezia luterana. I sovrani di questi stati inviano degli aiuti a sostegno dell’avventura Boema di Federico V ma quest’avventura finisce molto presto perché nel 1620 nella BATTAGLIA DELLA MONTAGNA BIANCA l’esercito asburgico di Federico II sconfigge quello protestante guidato da Federico V del palatinato. Nel frattempo era entrata in guerra anche la Spagna e gli alleati cattolici avevano invaso il Palatinato e conquistato Heidelberg. Federico è costretto a fuggire e perde il suo stato il palatinato resta senza il suo principe e dunque una casella per l’elezione dell’impero rimane vuota . Egli fugge in Olanda abbandonando sia la Boema che il suo stato la casella dev’essere riempita e verrà riempita dal principe di Baviera che non aveva mai avuto il privilegio di entrare nel circolo dei votanti il palatinato viene dunque assegnato a MASSIMILIANO DI BAVIERA la Baviera assume un ruolo importante. La vittoria di Ferdinando sui sudditi ribelli comporta un’imposizione del cattolicesimo in tutta la Boemia la Boemia che fino a quel momento era multi confessionale viene tutta cattolicizzato imponendo ai nobili calvinisti o di convertirsi o di emigrare e perdere tutti i beni (impone la confisca dei beni). Molti emigrano e questo crea una disponibilità enorme di terre che Ferdinando assegna alla nobiltà cattolica (ai suoi più fedeli collaboratori). C’è quindi una sorta di pulizia religiosa nella Boemia che però rappresenta un pericolo per gli altri stati dell’impero perché se si va verso l’affermazione degli Asburgo in Boemia questo vuol dire che si va verso l’affermazione anche in Germania del cattolicesimo. grande minaccia che incorre nel sacro romano impero. Se fino ad allora Il conflitto è rimasto circoscritto ai territori dell'impero , L'intervento spagnolo e l'aggressiva politica di Ferdinando II Preoccuparono gli Stati vicini e in particolare la Repubblica delle province unite che con la Spagna aveva stipulato una tregua ma non era mai arrivata a firmare una pace definitiva. Alleando si con l'Inghilterra e con Federico V Del palatinato L'Olanda sostenne quindi l'intervento in guerra di Cristiano IV di Danimarca che tuttavia fu sconfitto. Questo fa sì che si affacci un nuovo protagonista Cristiano IV, re di Danimarca. La Danimarca era un passaggio importante per passare dal Mar Baltico al Mediterraneo, perché dalle regioni dell’Europa orientale proveniva la maggior parte del grano che andava poi a sfamare l’Europa occidentale. Passare nello stretto passaggio della Danimarca era dunque il vero punto di ricchezza del Regno di Danimarca perché per passare attraverso uno stretto di proprietà di uno stato veniva chiesto il pagamento di dazi doganali. Per opporsi al regno di Danimarca, diventato il punto trainante del fronte anti asburgico, gli Asburgo si affidano al duca di Wallenstein come capo dell’esercito questo duca che poi diventa principe, ha origini boeme ed ha, grazie alle sue proprietà personali e a finanziamenti di banchieri olandesi, la possibilità di assoldare da solo un grande esercito da mettere a fianco a Ferdinando II. Con la guida di questo generale e con un esercito numericamente più importante, Wallenstein sconfigge Cristiano IV e questo fa sì che venga meno anche la parte danese della guerra dei 30 anni. La prima fase della guerra dei 30 anni si conclude dunque con l’EDITTO DI RESTITUZIONE emanato da Ferdinando II che prevede la restituzione di tutti i beni ecclesiastici della chiesa cattolica, che erano stati secolarizzati e quindi venduti a proprietari laici dal 1552 in avanti e questo vuol dire che tutti coloro che per 70 anni e più avevano goduto di questi beni se li vedono sottrarre. Inoltre viene ribadito il fatto che i calvinisti sono eretici e vengono nuovamente esclusi. Questo provoca lo sconquasso dell’impero. La reazione nei confronti di quest’editto è doppia perché non si oppongono a quest’editto solo i protestanti (luterani e calvinisti) ma anche molti dei principi cattolici e questo potrebbe sembrare strano se non avessimo detto che nella guerra dei 30 anni si scontrano i poteri monarchici e federali (che vuol dire anche cattolici e protestanti insieme) quindi l’opposizione nasce dal fatto che essi vogliono affermare la loro indipendenza dagli Asburgo. Si apre dunque una nuova fase della guerra in cui agli Asburgo si oppongono non solo i protestanti ma anche i cattolici. 2 FASE DELLA GUERRA DEI 30 ANNI FASE SVEDESE 1629-1635 Protagonisti (che fino ad ora erano entrati solo indirettamente con aiuti finanziari. Fanno parte di 2 stati che non fanno parte del Sacro romano impero ma che intervengono ad aiutare a contrastare il predominio degli Asburgo) • primo ministro del regno di Francia, cardinale Richelieu che ha come sovrano Luigi XIII che però contava meno del cardinale • re di Svezia Gustavo Adolfo La Francia entra indirettamente nel conflitto per contrastare la Spagna Asburgica (gli Asburgo avevano 2 rami, uno a Vienna ed uno a Madrid) già in declino in questo periodo. Richelieu decide di colpire la Spagna non in Spagna ma nei territori che questa possiede in giro per l’Europa quindi soprattutto nei Paesi Bassi spagnoli, quel Belgio di oggi che confina direttamente con la Francia e in Italia, in particolare nel ducato di Milano. L’obiettivo di Richelieu è quello di spezzare l’accerchiamento spagnolo nei confronti della Francia (aveva la Spagna a sud, i Paesi Bassi spagnoli a Nord e i possedimenti spagnoli a est ovvero quelli italiani). Secondo obiettivo di Richelieu era quello di sostituire in Europa la predominanza spagnola con quella francese cerca di colpire la Spagna dunque in questi territori più ricchi portando la guerra in Valtellina e nel ducano di Mantova e del Monferrato. Quindi la Francia per adesso non interviene direttamente in Germania ma interviene sui territori della Spagna. Ruolo di Guastavo Adolfo Svezia = stato piccolo non tanto territorialmente quanto in termini di popolazione ma sta diventando una super potenza in termini militari ( avevano inventato un nuovo tipo di cannone che aveva fatto sì che un esercito più piccolo di quello asburgico riesce però a sconfiggerli). L’aspirazione di Gustavo è quella di mettersi a capo della Germania protestante (e pur non facendo parte la Svezia del Sacro romano impero) la sua aspirazione è quella di sottrarre alla Danimarca i possedimenti sul Mar Baltico ottenendo il controllo dei traffici commerciali, imporre la propria egemonia sulla Germania settentrionale (quella protestante) e puntare ad ottenere la corona imperiale. Egli riesce a sbaragliare l’esercito asburgico di Ferdinando II che nel frattempo era stato costretto a destituire Wallenstein dalla carica di generale poiché troppo potente (e infatti alla fine manderà dei generali per farlo fuori) . Gustavo vince tutte le battaglie mal 1632 muore in una di queste lasciando una bambina come sua erede (Cristina) per questo la Svezia non può far altro che arretrare dal conflitto, tant’è che nel 1634 nella battaglia di Nordlinger gli svedesi vengono sconfitti non avendo più un capo come Gustavo Adolfo. Questo fa sì però che per rilanciare il fronte anti asburgico si arrivi alla TERZA FASE DELLA GUERRA DEI 30 ANNI FRANCO-SVEDESE - 1635-1648 • Il protagonista fino al 1642 è di nuovo Richelieu • A un certo punto a Ferdinando II si sostituisce il figlio Ferdinando III (nel 1637 quindi bene o male nell’inizio di questa 3 fase) Ferdinando III è più conciliante rispetto al padre. Questa fase si chiama così perché nel 1635 col TRATTO DI COMPIÈGNE Richelieu decide di entrare ufficialmente all’interno del conflitto a fronte di una Svezia azzoppata poiché senza sovrano. La convivenza fra la cultura islamica e quella indù fu piuttosto difficile. Il processo di pacificazione iniziato a metà del '500 fu interrotto un secolo dopo con l'introduzione di una politica intransigente, che portò alla disgregazione dell'Impero e alla formazione di Stati regionali indù in continua ostilità tra loro. CINA Dopo un lungo periodo di dominazione straniera (X-XIV secolo), si affermò in Cina la dinastia nazionale MING. A metà del '600 l'ultima invasione di nomadi, provenienti dalla Manciuria, dette inizio al lungo periodo della dinastia QING. Dopo un primo periodo caratterizzato da una politica repressiva, anche i mancesi vennero assorbiti dalla cultura e dalla civiltà cinese, soprattutto riguardo alle forme di governo (incentrato sul ceto dei burocrati-letterati). Nel periodo Qing si verificò un grande sviluppo demografico e una notevole prosperità nelle campagne. La formazione di un ceto mercantile vero e proprio fu ostacolata dal discredito in cui le attività commerciali venivano tenute dal confucianesimo; il commercio con l'estero servì soprattutto all'esportazione, essendo la Cina un paese autosufficiente. IL GIAPPONE Verso la metà del '500, la situazione interna giapponese (caratterizzata da un'infinità di domini e dal parallelo indebolimento del loro legame con l'imperatore e lo SHOGUN) si modificò grazie all'introduzione delle armi da fuoco, che favorirono un processo di concentrazione del potere. Tale processo culminò nel 1600 con la nomina a shogun di un membro dei TOKUGAWA, che diede vita a una dinastia che avrebbe governato il Giappone per 250 anni. Nel periodo Tokugawa fu colpita la vecchia struttura feudale, furono garantiti la pace e l'ordine interni, furono eliminati quasi interamente i contatti con il mondo esterno (si ebbe tuttavia un notevole sviluppo economico). L’EUROPA DEL ‘700 Fra il 1700 e il 1763 si verificò tra Francia e Inghilterra un conflitto su scala mondiale destinato a durare fino agli anni dell'Impero napoleonico. Alla sconfitta francese e all'affermarsi dell'egemonia coloniale inglese si accompagnarono l'emarginazione della Spagna ed il suo inserimento nel sistema commerciale britannico. MOTIVO DI TALI GUERRE: Spiegazione nel contesto geopolitico un arco di aree forti (cioè di comunità statali definite e consolidate: Spagna, Portogallo, Province Unite, Francia, Inghilterra, Stati scandinavi, Russia) chiudeva due grandi aree deboli: il bassopiano tedesco- polacco e la penisola italiana. Profondamente legata a queste due ultime aree, L'AUSTRIA non era però in grado di esercitarvi pienamente il proprio controllo. I grandi conflitti europei del '700 sono, dunque, solo superficialmente spiegabili alla luce dei problemi di successione dinastica che, in realtà, furono solo pretesti per giustificare le iniziative delle grandi potenze. Per evitare gli scontri per la successione, anche se invano, nel 1713 l'imperatore CARLO VI si adoperò per ottenere il riconoscimento della «PRAMMATICA SANZIONE» che assicurava la successione anche alle figlie femmine. Nel 1718, l'accordo con cui si concluse un conflitto scatenato dalla Spagna determinò in Italia la cessione della Sicilia all'Austria da parte dei Savoia, che ricevettero in cambio la Sardegna. • Nel 1733 scoppiò una guerra legata al problema della successione in Polonia, conclusasi con una pace che comportò importanti modifiche in Francia e in Italia: il Ducato di Lorena fu assegnato al detronizzato sovrano polacco con la clausola che alla sua morte sarebbe passato alla Francia ; • il Granducato di Toscana fu assegnato al duca di Lorena (sposo della futura imperatrice d'Austria); • Carlo di Borbone ricevette il Regno di Napoli Tortona e la Sicilia. • L’Austria ottenne il Ducato di Parma; • I Savoia ingrandirono con Novara e Tortona i loro territori Poco dopo, la guerra di successione austriaca terminò (pace di Aquisgrana 1748), con il riconoscimento della prammatica sanzione (e dunque dell'ascesa al trono di MARIA TERESA D'AUSTRIA). Per l’Italia iniziò un lungo periodo di pace. Nel 1756-1763 ebbe luogo la GUERRA DEI 7 ANNI (vedi GRAN BRETAGNA) che vide contrapposte Austria, Francia e Russia a Inghilterra e Prussia. Il conflitto — che ebbe dimensioni mondiali e sancì sul piano coloniale la supremazia dell’Inghilterra - fece emergere il nuovo ruolo della Prussia come potenza europea. Alla fine del '700, tre successive spartizioni tra Prussia, Russia e Austria segnarono la scomparsa della Polonia come Stato autonomo. La PRUSSIA fu infatti la grande protagonista delle guerre europee della metà del '700, grazie soprattutto al potenziamento dell'apparato burocratico e DELL'ESERCITO operato da FEDERICO II. In tutti i paesi reclutamento e addestramento delle truppe erano difficili (e numerosissime le diserzioni); la disciplina durissima costituiva un elemento indispensabile per controbilanciare l'estraneità dei soldati alle motivazioni della guerra. LA SOCIETA’ DEL ‘700 Nel corso del '700 la società di ANCIEN RÉGIME subì alcune profonde trasforma- zioni. I fenomeni più rilevanti furono: • la crescita demografica (che non si sarebbe più arrestata), cui si legò una • intensa urbanizzazione • un abbassamento dell'età matrimoniale • da una famiglia nucleare si passò ad una famiglia allargata: entrambi i tipi esistevano nella società di ancien régime in zone diverse d'Europa. CARATTERISTICHE DELLA SOCIETA’ DEL ‘700 • era fondamentalmente agricola e basata su strutture feudali, pur se si erano attenuati nell'area del feudalesimo «classico» (Francia settentrionale e Germania occidentale) molti dei suoi caratteri originari. Nel corso del '700 si manifestarono inoltre importanti mutamenti nelle strutture agrarie, anzitutto in Inghilterra dove venne introdotto il fenomeno delle “ENCLOSURES” . Altro fattore importante fu il superamento della rotazione triennale • Nacque la nuova figura del mercante imprenditore. • Il concetto essenziale per definire la società della società di ancien régime è quello di ceto. Nell'Europa del '700 convivevano inoltre numerose forme di governo: monarchie assolute, monarchia costituzionali come quella inglese, repubbliche oligarchiche, feudalesimo aristocratico come quello polacco. Nel corso del XVI secolo due criteri caratterizzarono il nuovo ordinamento: l'obbligo al lavoro e l'internamento in appositi ospizi. Ma fu soprattutto nel '600 (con l'Ospedale generale di Parigi e le workhouses inglesi) che prese corpo la «GRANDE RECLUSIONE», al tempo stesso utopia morale e sistema di coercizione fisica, che coinvolgeva, insieme ai poveri e ai vagabondi, i malati, i pazzi, le prostitute. L’INGHILTERRA DEL ‘700 (vedi GRAN BRETAGNA) LA FRANCIA DEL ‘700 (vedi FRANCIA DI LUIGI XV)
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