Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

LA STORIA MODERNA di Paolo Prodi, Sintesi del corso di Storia

LA STORIA MODERNA di Paolo Prodi

Tipologia: Sintesi del corso

2012/2013

Caricato il 13/02/2013

m025568
m025568 🇮🇹

4.2

(17)

6 documenti

1 / 5

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica LA STORIA MODERNA di Paolo Prodi e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! LA STORIA MODERNA di Paolo Prodi Il mestiere dello storico La storia, da quando nell’ottocento è diventata una disciplina scientifica, ha il compito di studiare il passato che è in noi in funzione dell’oggi. La storia non deve studiare in modo accademico il passato. Il lavoro dello storico consiste quindi nell’interrogarsi sul presente e trovare le risposte nel passato; famosa fu la definizione data Marc Bloch (1998): “Comprendere il presente mediante il passato e comprendere il passato mediante il presente”. Blonch fu l’artefice nel 900della scuola francese delle Annales che assegnò alla storia il carattere di scienza sociale con la funzione di studio della civiltà in cui viviamo. Pertanto lo storico deve cogliere l’elemento dinamico, di movimento, il divenire della realtà. I manuali di storia NON devono essere studiati per un nozionismo fine a se stesso, bensì in modo critico, estraendo i dati per costruire le dimensioni spazio-tempo. Lo sguardo dello storico: il tempo e lo spazio L’elemento che distingue la storia dalle altre scienze sociali è che lo storico sa vedere nelle cose anche la dimensione tempo, cioè egli vede le cose non solo come sono ma anche come sono divenute. Lo storico riesce ad identificare la coordinate spazio-tempo di una realtà ( ad esempio la Francia del 600) o di un fenomeno. Così lo storico può identificare i collegamenti degli avvenimenti della vita umana, senza avere la presunzione di trovare la causa nel passato di un fenomeno oggetto di studio. Non esiste un tempo storico unico, ma diversi tempi storici e quindi più ritmi del divenire. I ritmi sono diversi a seconda dei fenomeni studiati: si va dal ritmo veloce degli avvenimenti di cronaca al ritmo lento delle congiunture economiche fino ad arrivare alla lunga durata delle strutture (realtà che il tempo stenta a logorare) come il concetto di proprietà introdotto dal diritto romano. La suddivisione della storia in epoche come il rinascimento e il barocco sono dei concetti astratti che lo storico usa per agevolare ed abbreviare il discorso. Da quando la storia è diventata una scienza sociale, essa viene considerata una storia di civiltà, cioè della vita dell’uomo nella società in tutti i sui aspetti quotidiani (es. sentimenti) mentre prima si occupava solo dei grandi uomini e degli avvenimenti del passato. Questo ha determinato la fine della distinzione tra una storia generale di prima categoria ed una storia locale di seconda categoria: ora si deve parlare per la storia di una dimensione spaziale accanto a quella temporale, dove esistono delle indagini che si occupano di fenomeni circoscritti ad un certo territorio e altri fenomeni che interessano vaste aree. L’oggetto dello sguardo: storia generale e storie speciali Nel corso del tempo la storia da unica disciplina si è divisa in diverse discipline; in senso cronologico sono nate la storia antica, la stria medioevale, la storia moderna e la storia contemporanea.. Mente nel senso della specializzazione sono nate la storia economica, la storia del diritto, la storia delle religioni, ecc. Ciascuna di queste tipologie di storia ha una propria autonomia di ricerca. Queste conoscenze specifiche ha consentito allo storico di poter meglio comprendere le testimonianze del passato. Inoltre ciascun tipo di storia può interagire con altre discipline, di cui lo storico deve possedere le conoscenze. Ad esempio lo storico della chiesa medioevale deve conoscere il diritto canonico. A fronte della nascita di tante storie specializzate si è posta la domanda sul ruolo della “storia generale” . Quest’ultima viene definita come una storia “politico-costituzionale” dove le varie storie specializzate si incontrano e dove le singole storie degli uomini si confrontano con il problema del potere. Gli strumenti ideali: i tipi ideali Al centro del lavoro dello storico c’è il metodo. Il suo lavoro è caratterizzato dall’aspetto scientifico e da quello umanistico. L’aspetto scientifico caratterizza l’attività di esplorazione, classificazione ed interpretazione delle testimonianze del passato. L’aspetto umanistico emerge dall’uso di concetti astratti e dall’impossibilità di replicare gli avvenimenti in laboratorio. I risultati della ricerca dello storico sono validi solo per il fenomeno studiato, senza lacuna pretesa di validità eterna ed universale; questo distingue lo studio della storia dalla filosofia e dalla scienza. In passato la storia è stata dominata dallo “storicismo”, la quale aveva la presunzione di cogliere il senso della storia e di interpretare la realtà mediante lo studio della storia. Ora lo storicismo è stato abbandonato e lo studio della storia non ha più la pretesa di dare un’interpretazione ultima della realtà o fornire le leggi dello sviluppo storico. Anche senza questa pretesa, lo studio storico deve dotarsi di propri strumenti concettuali e di un metodo scientifico. Il laboratorio dello sorico: le fasi della ricerca Il metodo storico prevede 4 fasi della ricerca. 1) La prima fase è la fase progettuale. In essa lo storico formula un’ipotesi di ricerca. Essa è determinata dalla sensibilità dello storico per un problema e dalla presenza di testimonianze. 2) La seconda fase è quella della ricerca di dati bibliografici e di fonti (testimonianze). I primi consistono nella lettura degli studi storici sull’argomento. Invece le fonti sono classificabili secondo la loro morfologia esterna (es. i quotidiani). Le fonti si trovano soprattutto nei musei, nelle biblioteche e negli archivi. Una delle fonti più importanti è quella in forma scritta, ad esempio le fonti epistolari. Pertanto è importante conoscere le tecniche che ne permettano la lettura come la paleografia (capacità di leggere la scrittura delle varie epoche) e la lingua latina. 3) La terza fase è quella della critica e dell’interpretazione delle fonti. Lo storico deve operare una distinzione tra l’autenticità di una fonte e la sua attendibilità o veridicità. Nell’esame di autenticità prevale la critica esterna e l’esame morfologico della fonte (lingua, stile, grafia. ecc.). Per l’esame di veridicità serve la critica interna (esame dei dati contenuti nella testimonianza stessa) e la comparazione con i dati contenuti in altre testimonianze sullo stesso argomento. 4) La quarta fase è quella della stesura del testo dove lo storico riporta diversi elementi: • Ipotesi di partenza della ricerca; • lo stato attuale gli studi e delle conoscenze sul problema; • l’esposizione dei risultati della ricerca; • le novità introdotte a livello storiografico. La discussione sul moderno Mentre nel mondo anglosassone e germanico la storia moderna va dal fine medioevo (fine XV secolo) al novecento inoltrato, in Italia arriva fino agli inizi dell’ottocento. Per Voltaire, l’essenza della storia moderna è nel fatto che essa è fondata sul progresso e riguarda direttamente l’uomo: l’espansione tura, un nuvo sistema politico, i commerci con l’oriente, lo sviluppo delle arti. Il versante antropologico: individuo, famiglia, società L’età moderna è caratterizzata dalla nascita dell’individuo, frutto del rinnovamento portato dall’umanesimo. La riscoperta della classicità porta ad una maggiore autoconsapevolezza personale. Questo determinerà l’origine della civiltà del rinascimento, dove c’è una preminenza della vita intellettuale su quella politica, economica e sociale. L’origine del rinascimento coincide con l’origine dell’età moderna. Nell’età moderna, con la nascita dell’individuo, avviene una mutazione antropologica; l’antropologo Louis Dumont afferma che c’è il passaggio dall’uomo hierarchicus all’uomo aequalis, cioè da una struttura sociale dove l’uomo ha una posizione fissa nell’ambito di una gerarchia (casta) preordinata e statica della società, ad una nuova concezione basata su un rapporto equilibrato e dinamico tra gli uomini. C’è una nuova visione del mondo continuamente in trasformazione e modificabile dall’intervento umano. Questo mutamento antropologico si ripercuote sulle strutture sociali europee; viene abbandonata la divisione medievale dei 3 grandi ordini: preti, nobili e lavoratori. Il concetto di casta viene superato e si afferma la centralità del “terzo stato” ossia della borghesia.; l’aristocrazia non perde i suoi privilegi e continuerà sempre a difenderli. Li perderà sul piano intellettuale con l’illuminismo e su quello sociale con la Rivoluzione francese. Un’altra trasformazione antropologica è la nascita della famiglia mononucleare basata sulla coppia e sui figli, ben diversa da quella allargata e patriarcale del medioevo. Mentre la famiglia medievale disponeva di propri poteri, come quelli di farsi giustizia con la forza, la famiglia moderna deve sottostare al crescente potere dello stato, perdendo ad esempio il diritto di patria potestà. Il matrimonio viene regolamentato e formalizzato con un contratto, soggetto a riconoscimento da parte dell’ autorità politica e religiosa. La donna assume un ruolo come soggetto giuridico nella sfera privata ma non nella parificazione con l’uomo. Il versante religioso: de-magificazione, riforma, confessionalizzazione Con l’età moderna viene abbandonata la visione di un mondo sacro ed immobile governato da un dio supremo; un mondo animato anche da potenze invisibili, quali spiriti diabolici o angelici. Max Weber definì con il termine “de-magificazione” l’abbandono di questa visione magica del mondo. La de-magificazione non esclude comunque la presenza di un dio. Esso pertanto non va confuso con il termine “secolarizzazione” che invece rifiuta ogni concezione trascendente di dio. Il moderno nasce con un forte richiamo religioso in tutti i movimenti di riforma del tardo medioevo e della prima età moderna, sia nell’espansione degli ordini mendicanti (francescani, domenicani), sia al ritorno ad una devozione più aderente ai principi della bibbia. Il culto dei santi permette di liberare il mondo dalla presenza degli spiriti celesti ed infernali. I miracoli vengono considerati delle eccezioni rispetto alle leggi della natura. Questo ha aperto la strada alla razionalità ed all’autonomia dell’agire umano. Durante tutta l’età moderana, la chiesa.-parrocchia, sia nei paesi cattolici che in quelli aderenti alla riforma, rappresenta il centro della vita sociale ed un punto di riferimento. Intorno alla chiesa si costruisce il villaggio. La riforma protestante e la controriforma della chiesa cattolica (concilio di trento) rappresentano risposte diverse al problema della modernità. L’uomo moderno, uscito dal cosmo statico, si pone il problema della salvezza individuale e della grazia. Lutero mette in
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved