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La Storia moderna- Prodi, Appunti di Storia Moderna

Per esame di storia moderna orale

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 15/01/2020

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4.3

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27 documenti

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Scarica La Storia moderna- Prodi e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! LA STORIA COME DISCIPLINA Il mestiere dello storico Il compito dello storico si divide in due passaggi: il primo consiste nel servirsi ed estrarre dal manuale problemi e nozioni, questioni e dati in modo da ricostruire il reticolo spazio-temporale necessario per creare qualsiasi tipo di discorso storico, nonostante la sua “anti storicità”; il secondo passo è di interrogarsi sul significato di storia come disciplina, la sua etimologia fa riferimento a varie parole come: indagine, curiosità ed inchiesta. La storia è la nobile testimone e antenata di tutte le scienze dell’uomo ad oggi privata della sua specificità a causa del moltiplicarsi di esse. La storia si è proclamata la scienza che non studia un passato generico ma il passato che è in noi, in funzione all’oggi. Lo storico per Droysen è lo scienziato della società del presente, dello sviluppo dell’uomo e del suo progresso come affermò il grandissimo storico Bloch. Lo sforzo dello storico sta nel recuperare l’elemento dinamico e una continua tensione tra il suo interrogarsi sul presente e la ricerca di risposte che provengono dal passato. Il punto centrale sul quale Prodi si concentra in questo primo paragrafo è un argomento già accennato prima, ovvero l’egemonia, la padronanza e l’autonomia che la storia ha nella nostra civiltà nonostante la sua marginalità una volta rese autonome e distinte le scienze sociali moderne come l’economia, la sociologia, l’antropologia ecc. Ciò di cui è convinto Prodi è che la storia abbia ancora una carreggiata tutta sua, ad oggi il pericolo maggiore è incarnato da uno sbandamento collettivo identitario e ad un oggi senza passato, elementi fondamentali su cui fondare le nostre radici, in questo contesto la storia assume una funzione di sopravvivenza. Il tempo e lo spazio Quello che distingue lo storico da altri scienziati sociali è che egli ha nel vedere le cose la dimensione temporale: egli vede le cose come sono divenute. Ciò che caratterizza l’occhio dello storico è la ricerca di questi rapporti che permettono di fissare le coordinate spazio-temporali di un fenomeno: cerca di mettere alla luce la rete che collega gli avvenimenti nella vita concreta degli uomini. La prima cosa che si impara è che non esiste un tempo unico: esistono dei tempi storici. Questa molteplicità deriva dalla coscienza culturale che l’umanità ha avuto del tempo nelle varie epoche e dalle caratteristiche del fenomeno specifico che si vuole studiare. Braudel ci da due indicazioni al riguardo: CONCETTO DELLA DURATA -> tempo sociale CONCETTO DELLA STRUTTURA -> non rapporti fissi, ma serie di avvenimenti coesi di lunga durata. Questo nuovo sguardo ha portato ad una rivoluzione degli studi storici. In primo luogo sono venute meno le tradizionali definizioni cronologiche, che hanno assunto sempre più una forte relatività. Una seconda conseguenza è l’estensione dello sguardo storico a settori della vita prima trascurati come il clima, i sentimenti e la culturale materiale. Un discorso analogo va fatto per la questione dello spazio: per molto tempo c’è stata una distinzione tra storia locale e una grande storia. È più opportuno parlare di una dimensione spaziale concreta della storia che si affianca a quella temporale tenendo conto dell’uomo e dell’ambiente che lo circonda. Storia generale e storie speciali: La prima condizione per chi si avvicina alla storia è quella di avere qualcosa che interessi realmente, sia dal punto di vista collettivo che individuale. Bisogna cercare di leggere la cronaca dell’oggi cercando di scoprirne le profondità storiche. Dopo di che bisogna inserire l’interesse dell’oggi cercando di scoprirne le profondità storiche. Dopo di che bisogna inserire l’interesso storico nella mappa che ne permetta una visione chiara. Per ogni epoca e settore sono necessarie conoscenze specifiche in grado di analizzare i problemi. Si può dire che da un sistema in cui la storia era al centro ed intorno ad essa orbitavano scienze ausiliarie, si è passati a una rete di discipline che interagiscono tra loro a seconda dell’epoca e del problema che si vuole raccontare. Una delle conseguenze più importanti di questo processo di specializzazione della ricerca è stato il distaccarsi dalla storia di interi settori che prima erano incorporati ad essa. La storia senza aggettivi deve rimanere come: -Storia del punto di intersezione delle storie particolari tra di loro, altrimenti non risulterebbero comprensibili. -------Studio di una linea di confine lungo la quale le singole storie particolari degli uomini si confrontano con il problema del potere, con il conflitto di libertà e dominio che caratterizza tutte le epoche il grande percorso della convivenza umana. Prima la storia politica come elenco di gesta, di guerre, di paci tendeva ad essere disprezzata, oggi si tende ad una storia politica che inglobi l’insieme dei rapporti fra gli uomini. Foucault sostiene che la storia non è più una ricostituzione di concatenamenti e che bisogna accettare di trovarsi di fronte ad una “popolazione di eventi dispersi”. Oggi quindi il compito dello storico è molto più complesso rispetto a quello delle generazioni precedenti per le quali non era in discussione la sua funzione pratica come educazione civica, in relazione ad un mondo capace di fornire una spiegazione degli avvenimenti. I tipi di ideali La figura dello storico è una figura ibrida tra quella dell’umanista e quella dello scienziato. Dalla prima lo distingue il lavoro di esplorazione, classificazione e interpretazione delle testimonianze del passato, che è molto più simile al lavoro di laboratorio dello scienziato; dalla seconda lo si distingue l’uso di categorie concettuali astratte e l’impossibilità di ripetere gli avvenimenti in laboratorio. Ciò che ha dominato la formazione di intere generazioni è stata la presunzione che la storia potesse costituire la chiave di interpretazione della realtà e che, viceversa, solo possedendo una chiave interpretativa si potesse comprendere la storia: questo è ciò che viene indicato come storicismo, che ha dominato la stori per quassi due secoli. Dal romanticismo in poi, lo storicismo di stampo idealistico ha avuto l’illusione di poter trovare una spiegazione ultima dalla realtà nello studio della storia. Ora lo studio della storia ha ritrovato una sua nuova libertà rinunciando alla pretesa di una spiegazione ultima o di fornire leggi esplicative dello sviluppo storico. Tuttavia lo storico necessità comunque di una propria strumentalizzazione concettuale e di un metodo scientifico per il suo mestiere. Il metodo storico procede dai concetti storiografici acquisiti alla ricerca del particolare per ampliare e modificare i concetti di partenza. Le fasi della ricerca Vi sono 4 fasi principali della ricerca: Fase progettuale: momento in cui lo storico formula la sua ipotesi di ricerca in base alla propria sensibilità e ai propri interessi Ricerca dei dati bibliografici o fonti: classificazione effettuata in base alla morfologia delle fonti stesse Critica e interpretazione delle fonti: fase in cui lo storico deve operare una distinzione tra l’autenticità di una fonte e la sua veridicità o attendibilità. Nell’esame di autenticità prevalgono la critica esterna e l’esame morfologico della fonte (lingua, stile e grafia). Uno strumento fondamentale in questa fase è la filologia (grado di compatibilità tra dati). Anche i falsi storici possono essere importanti al fine di una ricerca. Stesura del testo: ultima fase in cui lo storico deve esporre la sua ipotesi, lo stato attuale degli studi su quell’argomento, la spiegazione della propria ricerca e le eventuali novità apportate a livello storiografico e conoscitivo. LA STORIA MODERNA La discussione sul moderno La definizione di storia moderna è ambigua. La periodizzazione italiana di questo periodo risulta diversa da quella anglosassone o tedesca. All’estero si tende a parlare di età moderna per i secoli che vanno alla fine del Medioevo sino al Novecento inoltrato: solo dopo si può parlare di storia contemporanea. Si usa quindi
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