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La storia sociale dell'antica Roma, Appunti di Storia Economica

riassunto esaustivo e diviso per capitoli del libro.

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 05/01/2018

Tatiana_Sharon.Vani
Tatiana_Sharon.Vani 🇮🇹

4.5

(11)

19 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica La storia sociale dell'antica Roma e più Appunti in PDF di Storia Economica solo su Docsity! Riassunto storia sociale dell’antica Roma EPOCHE ROMANE= 1. MONARCHIA. Dalla fondazione (753 a.C.) alla cacciata del re di origine etrusca Tarquinio il superbo (509 a.C.) 2. REPUBBLICA. Fino alla fondazione dell'impero per opera di Augusto (30 a.C.); 3. IMPERO. Fino alla caduta dell'impero d'occidente (476 d.C.). Gli stadi evolutivi essenziali della storia sociale romana sono tre e coincidono, all'incirca, con le sue tre macro-fasi istituzionali: la Monarchia, la Repubblica e l'Impero. CAPITOLO I SOCIETA’ ROMANA ARCAICA ♦ La storia più antica dello stato romano ci è nota solo a grandi linee. Infatti abbiamo poche fonti epigrafiche (soprattutto Livio e Dionigi di Alicarnasso). MA tanta documentazione archeologica. Dalla Prima Guerra Punica (264 a.C) abbiamo una tradizione storica più sicura. ♦ FONDAZIONE DI ROMA = la data calcolata da Varrone corrisponde al nostro 753 a.C. Non ci sono fondamenti storici per la storia della fondazione di Roma ad opera di Romolo. Forse X secolo a.C. iniziano gli insediamenti sul Palatino. Abitanti LATINI gruppo etnico latino-falisco (migratori indoeuropei insediati in Italia dal XII secolo a.C.) che vivevano di allevamento e in parte di agricoltura. Sul Quirinale: i SABINI gruppo etnico osco-umbro e tra le genti ci sono Fabii, Aurelii, Claudii. Questo gruppo viene assimilato da quello latino. La città ebbe probabilmente origine da poche capanne abitate da pastori, che col tempo si raggrupparono in un villaggio sul colle Palatino, non lontano dal Tevere. Quando Roma diventò la città più forte e ricca del suo tempo, si pretese che le sue origini fossero nobiliari: di qui il ricorso ai miti/ leggende (Romolo figlio di Marte, dio della guerra, la madre, Silvia, sacerdotessa della dea Vesta, discendente di Enea, scampato alla distruzione della sua città, poi approdato sulle rive del Lazio). ♦ URBANIZZAZIONE DI ROMA = dal VI secolo a.C. la città si sviluppa gradualmente in una Città-Stato. Viene introdotta una forma stabile di governo, la monarchia elettiva legato all’evento storico della dominazione etrusca. Infatti abbiamo: • Eredità etrusca (il nome stesso di Roma deriva da una famiglia etrusca RUMA) • Influenza greca (che dalla metà dell’VIII secolo a.C. si stabiliscono in Italia meridionale e poi Sicilia) MA! Maggiormente si deve agli Etruschi se Roma diventa Città-Stato. Dunque la dominazione etrusca ha svolto un ruolo fondamentale. ♦ ETRUSCHI = non furono mai uno Stato unitario, ma una confederazione di 12 città governate da Re. Modello sociale etrusco ripreso in larga scala dai romani (aristocrazia patrizia onnipotente + schiavi e clienti). La potenza etrusca raggiunge il culmine nel VI secolo a.C. I sovrani di Roma (titolo: rex di origine indoeuropea) furono etruschi Tarquinio il Superbo, Porsenna il re dei Chiusi. Roma viene liberata dal dominio etrusco con una sollevazione antimonarchica dell’aristocrazia intorno al 508 a.C. con tentativi ripetuti infatti nel 474 a.C. guadagnano la supremazia navale nella battaglia di Cuma. Da quel momento, gradualmente gli Etruschi perdono la loro influenza nel Lazio. ♦ ORDINAMENTO SOCIALE = orizzontale e verticale. La società romana li possedeva entrambi! Infatti: • ARTICOLAZIONE ORIZZONTALE. La famiglia romana arcaica era un’entità economica, sociale e religiosa. Il pater familias esercita la sua auctoritas e gode quindi di potere illimitato su moglie, figli (esercitava il suo potere senza limiti, tanto che i figli potevano anche essere venduti come schiavi!), schiavi e patrimonio. Amministrava in qualità di sacerdote il culto degli antenati. Le famiglie vengono poi riunite nella gens. Le genti vengono a loro volta riunite nelle curiae (più importanti delle gens). Le genti non avevano un capo, mentre ogni curia era gestita da un curio e a capo di tutti vi era il curio maximus. Nel periodo monarchico poi le curiae vengono riunite in 3 tribù (tribes), 10 curiae -> 1 tribù. Sono: Tities, Ramnes e Luceres (nomi etruschi, dunque notiamo l’importanza dell’eredità etrusca nella formazione del sistema sociale arcaico romano!!). Le tribù rappresentano la totalità del popolo romano. • ARTICOLAZIONE VERTICALE. Abbiamo i patrizi, la plebe e i clienti. L’aristocrazia patrizia nella Roma arcaica era un ordine chiuso. I PATRIZI si sentivano i “buoni” della società e notiamo come la loro identità si espresse chiaramente anche nell’abbigliamento: l’anello d’oro, la striscia di porpora sulla tunica, il mantello corto, il calzare alto a stivaletto con strisce di cuoio, le piastre rotonde di metallo prezioso. Erano proprietari terrieri e comprendevano gran parte dei possedimenti romani, e nei periodi di guerra in caso di vittoria prendevano il bottino, grande fonte economica. Fino allo sviluppo della falange oplitica i patrizi hanno il comando militare e dominano anche la vita politica abbiamo il senatus, cioè il consiglio degli anziani, dove i patres stabilivano la validità delle decisioni dell’assemblea popolare. I senatori plebei (conscipti, cioè gli aggiunti) nella prima età repubblicana non avevano diritto di voto. La PLEBE è la massa, il popolo composto da cittadini liberi che godono della cittadinanza ma non hanno i privilegi dei patrizi. LA PLEBE NON ERA UN’ISTITUZIONE ETRUSCA, MA PROPRIAMENTE ROMANA. I CLIENTI, invece, sono differenti e rappresentano uno strato sociale inferiore generalmente erano pastori. Confini però non netti. Il cliens (da cluere, cioè ascoltare qualcuno) aveva un rapporto di fedeltà con il nobile e ciò lo obbligava a diversi servizi; d’altro canto, il nobile aveva anche lui delle responsabilità sul cliente, infatti offriva protezione e gli dava un pezzo di terra che poteva così lavorare con la sua famiglia. SCHIAVI Nel periodo arcaico la schiavitù si sviluppa solo all’interno della famiglia, cioè l’istituzione base della vita sociale ed economica romana. Inizialmente 2 forme di asservimento: 1. Possibilità di comprare come schiavi i figli di un capofamiglia ridotto in miseria 2. Schiavitù per debiti, come ad ATENE, fino a SOLONE. LIBERTI schiavo liberato ha comunque un rapporto con il padrone simile a quello dei clienti, perché comunque gli rimane strettamente legato in qualità di contadino o artigiano o commerciante. ♦ LA LOTTA TRA GLI ORDINI: Non tra liberi e schiavi, ma tra aristocrazia e cittadini ordinari: tra i patres e la plebs. 1° fase della lotta V – IV secolo a.C. 2° fase della lotta IV – III secolo a.C. passato. Le continue guerre avevano permesso ai romani di ingrandire il loro patrimonio di schiavi con l’asservimento di prigionieri di guerra!!! La 2° guerra punica inaugura l’epoca in cui la schiavitù raggiunge l’apice della propria importanza! Roma ne esce vittoriosa. Già dal III secolo a.C. si delinea la direzione della trasformazione della società romana: • Trasformazione della nobiltà in oligarchia • Formazione di un ricco strato di commercianti, imprenditori e banchieri • Utilizzazione delle masse servili come forza lavoro, nella produzione economica • Integrazione della popolazione italica nel sistema sociale romano. CAPITOLO III II SECOLO A.C. La 2° guerra punica porta a Roma una serie di trasformazioni che fanno cadere Roma in una crisi sociale e politica. Le conseguenze dirette della guerra punica in Italia sono= • Decadenza e proletarizzazione dello strato contadino italico • Formazione di grandi proprietà terriere • Forte utilizzo di schiavi nella produzione Nel II secolo a.C. Roma diventa una potenza dominante nel Mediterraneo + diventa un impero. Aveva annientato 2 grandi potenze la Macedonia (3° guerra macedonica) e Cartagine (3° guerra punica) + avevano occupato la Grecia (146). I territori conquistati vengono inglobati nello stato romano sotto forma di PROVINCE: • Hispania citerior • Hispania ulterior • Macedonia • Africa • Asia Poteva dunque importare da questi territori i prodotti agricoli, che rendevano superflua la produzione italiana, dato che il giovane impero comprende così vasti territori. Vengono anche sfruttate le miniere d’argento in Spagna, ad esempio. Si viene a delineare un NUOVO SISTEMA SOCIALE. Modello diverso da quello della società arcaica di Roma. STRATI SOCIALI SUPERIORI = Dalla 2° guerra punica l’aristocrazia senatoria consolida la posizione dirigente. I successi di Roma contro Annibale e in Oriente a vantaggio dell’aristocrazia. Si separa ancora di + dai cittadini con la creazione di un ordine: ordo senatorius (ai senatori vengono assegnati posti d’onore per assistere ai giochi pubblici). Ai senatori piaceva distinguersi dai nuovi ricchi, dunque cominciano a organizzarsi come un gruppo sociale chiuso. L’accesso invece al consolato diventa un privilegio per i membri di circa 25 famiglie dell’alta aristocrazia, escludendo i senatori ordinari. ♦ Sistema oligarchico i figli ricchi di successo delle famiglie dell’alta aristocrazia potevano contare su un un vasto seguito politico, grande capacità di influenza, popolarità presso il popolo e i soldati. Aumenta così anche il potere economico dell’aristocrazia. ♦ Tutto questo isolamento, ovviamente, porta a dei conflitti a causa dell’insoddisfazione di numerose famiglie che puntavano in alto. ♦ stato imprenditoriale status symbol come l’anello d’oro, la striscia purpurea stretta sulla veste per distinguersi da quella larga dei senatori. STRATI SOCIALI INFERIORI= I commercianti non appartengono al ricco strato imprenditoriale. Commercianti + artigiani gruppo sociale molto ampio. Nel II a.C. sia per lo sviluppo del settore agricolo sia per il commercio, si forma a Roma e in molte città italiche un importante strato artigianale. (una parte di questi artigiani sono liberti). L’impoverimento e la proletarizzazione di molti contadini furono una conseguenza particolarmente grave della 2° guerra punica e della successiva espansione romana. I contadini dopo la guerra non riescono + a riprendersi e i proprietari terrieri si impossessano delle loro terre, ai quali non mancava la forza lavoro (schiavi bottino di guerra, costi minori e maggior sfruttamento rispetto ai liberi contadini). Molti contadini, dunque, iniziano ad accettare lavori stagionali come braccianti (operarii). Proletariato urbano forza numerica + MA!! Anche forza politica. Socii anche la popolazione non romana dell’Italia è danneggiata dalla guerra contro Annibale. Provinciali Schiavi Gli schiavi non erano una massa omogenea (schiavi urbani che godono di una posizione sociale + favorevole rispetto a quelli rurali). Gli schiavi delle piantagioni e delle miniere dovevano lavorare incatenati l’uno all’altro; gli schiavi malati non ricevevano la razione alimentare completa; schiavi malati o vecchi non venivano manomessi ma rivenduti anche a pochissimo prezzo. Brutalità elevata, fino alla tortura e alla crocefissione. Il trattamento dello schiavo in tarda repubblica= il peggiore nella storia di Roma. LA CRISI SOCIALE= Roma diventa un impero in breve tempo trasformazione troppo rapida, società incapace di elaborare le conseguenze del cambiamento in modo pacifico. Sistema sociale poco elastico, questo aggrava la situazione. C’era pochissima mobilità sociale, solo nelle zone urbane. SITUAZIONE NUOVA e diversa da quella della metà del IV secolo a.C. Roma aveva ancora un sistema di dominio e di governo per una città-stato ma che ora doveva tenere unito un impero era impossibile. Contemporaneamente incontra in Grecia idee religiose e filosofiche con un contenuto che contraddiceva il mos maiorum. Però la filosofia greca, pericolosa per Roma, trova le simpatie dell’aristocrazia dominante, per esempio il circolo degli Scipioni. Effetto di queste influenzesconvolgimento della società romana. L’infuenza della Grecia pone così la propria mano all’interno del sistema sociale romano. Marco Porcio Catone è il primo ad opporsi a tale influenza greca in nome dei valori romani. Nel 149 a.C. con la LEX CALPURNIA avviene il controllo sugli abusi dei magistrati romani. • Unica vittoria: rivolta degli Italici contro Roma, risultato che non annienta il dominio romano, ma anzi lo rafforza con l’integrazione dello stato sociale superiore italico negli ordini dirigenti della società romana. • Caduta dello stato repubblicano. Tra la 2° guerra punica e l’età gracchiana emergono dei sostanziali cambiamenti all’interno della società romana: • Impoverimento dei contadini • Schiavitù maggiore • Contrasti tra famiglie dirigenti • Arrampicatori sociali vs nobili • Oligarchia vs ordine equestre Motivi della debolezza di Roma= • Conflitto tra Scipioni e nobiltà • Le guerre in Spagna del II a.C. • Le resistenze in Grecia • E l’articolazione sociale poco elastica CAPITOLO IV I CONFLITTI NELLA TARDA REPUBBLICA Circa 100 anni chiamati età della rivoluzione= dallo scoppio della rivolta servile in Sicilia del 135 a.C. fino alla fine delle guerre civili 30 a.C. Ambiguità del termine RIVOLUZIONE ≠ francese meglio parlare di CRISI della Repubblica. Crisi: terminologia che deriva dalla medicina greca. 4 forme di crisi= 1. Guerre servili 2. Resistenza dei provinciali vs dominio romano 3. Lotta italici vs Roma 4. Contrasti nel corpo cittadino. È la + importante. • Politici riformatori + sostenitori POPULARES • Oligarchia + vasto seguito OPTIMATES Chiedono la soluzione dei problemi sociali delle masse proletarie di Roma. Cambiamento non della struttura della società romana MA della forma di stato. 1. Le guerre servili Sono inaspettate per la società romana! Cominciano con la rivolta degli schiavi siciliani Finiscono con la ribellione di Spartaco e dopo la condizione lentamente migliora Sono rivolte concentrate in un breve periodo e sono il prodotto dello sviluppo della schiavitù romana dopo la 2nda guerra punica. • 1 GUERRA SERVILE: IN SICILIA 135-132 a.C. stesso periodo della rivolta di Aristonico in Asia Minore (a Pergamo) • 25 anni dopo 2 GUERRA SERVILE: IN SICILIA • La rivolta + pericolosa è quella di Spartaco 74-71 a.C. gladiatore trace. Rivolta che nasce da un complotto di gladiatori a Capua (8 legioni di Crasso per spezzare la resistenza) Elementi comuni delle rivolte: • Gruppi ristretti poco controllabili e che avevano le armi • Primi successi per l’effetto sorpresa • Rapida crescita: diventano movimenti di massa Obiettivo fondazione di un proprio stato di proprietari di schiavi con ruoli invertiti, ma anche il ritorno nella terra d’origine (per es. Spartaco vuole tornare in Tracia) ORDO SENATORIUS= Augusto riduce il numero di senatori da 1000 a 600. Ordine ristretto ed esclusivo. Traiano poi introduce per loro l’obbligo di investire un terzo del loro patrimonio in fondi per l’Italia. Le loro cariche pretendevano capacità di amministrazione, comando militare e partecipazione ai dibattiti. Gli uomini nuovi ebbero un ruolo importante all’interno dell’ordine, sono la maggioranza di quei senatori cui vengono affidate le cariche + importanti. Legame che quindi li rendeva particolarmente a sostengo della monarchia. Comunque, era sempre l’imperatore a decidere a chi toccava un tale privilegio. ORDO EQUESTER= Aveva un numero di membri maggiore rispetto a quello senatorio, che sotto Augusto arriva intorno alle 20.000 unità. Non fu mai un ordine omogeneo come l’ordine dei senatori ma i suoi iscritti tenevano particolarmente a mostrare il loro titolo. Era una nobiltà individuale, ma spesso i figli ne ereditavano il titolo. Alcuni ricoprivano cariche cittadine, ma in generale l’ordine equestre non partecipava in massa alla conduzione politica dell’impero come l’ordine senatorio. ORDO DECURIORUM: è un’elite cittadina. l’ordine di una città non era mai omogeneo. Essi sostenevano insieme ai liberti la maggior parte delle spese della città, ci si aspettava pagasse alla comunità una somma per la sua carica. I liberti ricchi entrano a far parte di tale ordine. Era un titolo che poteva essere ereditato. Ogni città aveva circa 100 decurioni. I membri amministrano le comunità e garantiscono l’unità dell’impero. SEVIRI AUGUSTALES, RICCHI LIBERTI E FAMILIA CAESARIS= Elite municipale. Il conferimento dell’honos del sacerdozio nei seviri Augustales per la cura del culto imperiale è da annoverare tra gli strati sociali superiori della società romana. Organizzati in un collegio di sei membri, con una composizione che variava di anno in anno. Anche se ricchi rimanevano comunque di origine servile, e per questo non potevano aspirare alle altre cariche dello stato. Ma alcune volte i ricchi liberti poterono entrare a far parte dell’ordine dei cavalieri. Essi comunque godevano di un elevato prestigio sociale, l’honos, Nella società quindi essi appartenevano agli Honesti, sono parte dell’etile. Questa autocoscienza di appartenere all’etile si esprimeva non solo attraverso l’arredamento lussuoso dei loro monumenti funerari, e anche i numerosi monumenti votivi che i seviri Augustales dedicavano agli dei romani aggiungendo ai nomi delle divinità il soprannome Augustus o Auguta, per evidenziare che queste divinità erano inseparabili dalla divinità dell’imperatore. Le fonti finanziarie di questo gruppo risiedono molto spesso nel commercio, attività bancarie e produzione artigianale, ma anche nella proprietà terriera. I componenti della familia Caesaris (gli schiavi e liberti imperiali) soffrivano per la macchia della loro condizione non libera ed erano esclusi dal gruppo degli Honesti , i nobili li trattavano spesso con disprezzo. Ma in considerazione delle loro buone condizioni economiche e della loro posizione di potere anche gli schiavi e i liberti dell’imperatore potevano annoverarsi tra gli strati sociali superiori dell’Impero Romano. Essi poterono entrare in alcuni casi eccezionali nell’ordo equestre,ma non poterono mai aspirare all’ordo senatorio. STRATI INFERIORI: Qui non c’è una gerarchia chiara e definita come per gli strati superiori. La divisione maggiore era tra plebs urbana e plebs rustica e in entrambi i casi potevamo trovare ingenui, liberti e schiavi. Come dirà Marx secoli dopo: la differenza si trovava nel possedere o meno mezzi di produzione. Gli appartenenti agli strati urbani potevano unirsi. La plebs urbana era regolarmente rifornita di grano. L’afflusso di schiavi diminuisce perché diminuiscono le opposizioni armate contro Roma. Molte famiglie povere abbandonano i figli e questi venivano cresciuti come schiavi, spesso li vendevano anche. Augusto disapprova la crudeltà verso i non liberi: LEX PETRONIA del 19 a.C. uno schiavo poteva essere condannato alla lotta con le belve solo in caso di approvazione delle autorità. Claudio dichiarò assassinio uccidere uno schiavo vecchio o malato e offrì loro assistenza statale. Successive leggi controllano il numero degli schiavi che poteva essere liberato per evitare che a causa delle norme testamentarie gli schiavi potessero diventare in gran numero cittadini romani. La manumissio degli schiavi veniva praticata + nelle città che nelle campagne. Iniziano a profilarsi diversi tipi di lavoro servile. Il colonus ad esempio prendeva una parte di terra del padrone e la coltivava con la sua famiglia per poi versarne una parte al padrone. I coloni a loro volta si dividevano in coloni inquilini e stipendiarii. Possiamo dunque immaginare una società piramidale: • Imperator • Ordo senatorius • Ordo equestres • Militia + cavalieri • Ordines decurionum • Familia caesaris • Liberti + servi CAPITOLO VI I PROCESSI DI TRASFORMAZIONE DELL’MPERIUM ROMANUM NEL III SECOLO • Cassio Dione vide nella morte di Marco Aurelio la fine di un’epoca d’oro e l’inizio di un’epoca di ferro e ruggine. • Gli storici sono stati d’accordo nel definire crisi del III sec il periodo che va da Settimio Severo a Diocleziano. • A partire da Settimio Severo gli imperatori si autodesignano domini, un’istituzione onnipotente che pretendeva dai sudditi totale dedizione. • A partire da Aureliano gli imperatori pretesero apertamente di essere adulati come divinità. Il regime imperiale si rivelò sgradito a molti sudditi, molte comunità si lamentavano per i pesi che gravavano sulle loro spalle e i soprusi subiti dai soldati. Tra la morte di Marco Aurelio e l’abdicazione di Diocleziano non ci fu un imperatore che sia salito al trono in seguito ad un assassinio, ad aperte violenze, rivolte militari o guerre civili. • A minacciare l’impero come non era mai successo prima erano le pressioni dei barbari lungo i confini renani e danubiani: Ostrogoti, Franchi, Goti, Vandali. • Le continue guerre conferiscono all’esercito un potere mai avuto prima. • Il numero degli abitanti dell’impero e la durata di vita media si abbassarono. • I settori economici cittadini cominciarono un periodo di declino • Le religioni orientali, soprattutto il cristianesimo soddisfacevano i bisogni morali ed emozionali più fortemente rispetto alle classiche religioni romane. • Intorno alla metà del III sec il cristianesimo ebbe un’ascesa incredibile e lo stato romano cercò di reagire a questo processo cercando di riportare in auge il mos maiorum. Il cristianesimo venne represso con durezza con continue persecuzioni. L’ORDINE SENATORIO • Inizia a perdere potere • la crescente burocrazia imperiale aveva sempre più bisogno di personale specializzato per l’amministrazione civile, reperibile tra i cavalieri. • I senatori furono sempre più privati delle funzioni più importanti L’ORDINE EQUESTRE • Invece fu il grande periodo dell’ordine equestre romano, dato che la maggior parte degli amministratori imperiali erano cavalieri, essi formarono lo strato sociale superiore più attivo. • Il numero dei cavalieri andò sempre più aumentando. • le differenze sociali tra i cavalieri impegnati politicamente e militarmente e quelli ordinari portarono ad una biforcazione nell’ordine equestre: un gruppo numericamente ristretto si sviluppò nel più potente strato sociale romano, mentre gli altri seppur sempre appartenenti alla classe benestante dello stato ma spesso oppresso dallo stato fino all’estremo. L’ESERCITO NELLA SOCIETA’ ROMANA DEL III SEC • Non erano solamente gli ufficiali e i comandanti dell’esercito di rango equestre a godere di un’elevata posizione sociale, ma anche i soldati dal rango dei centurioni in giù, che formavano un gruppo sociale omogeneo con influenze politiche, prestigio, privilegi e con una posizione economica favorevole. • L’innalzamento sociale è evidente dal fatto che Settimio Severo permise ai centurioni e ai principales (soldati esonerati dal servizio militare impegnati in compiti di amministrazione) di portare l’anello d’oro lo status symbol dei cavalieri romani. Dal momento che il potere dell’imperatore dipendeva quanto mai prima dalla lealtà dell’esercito, essa doveva essere ricompensata. • Con il congedo il soldato veniva ricompensato con della terra e con gratifiche in denaro che raggiungevano livelli ineguagliati. TRASFORMAZIONE STRUTTURALE • Perdita di tutti i diritti sociali del primo principato: la persona libera viene trattata come quella non libera dagli organi dello stato, a partire dal 212 con l’ editto di Caracalla che estese la cittadinanza a tutti gli abitanti dell’impero venne a mancare pure quella distinzione e il privilegio di essere un cittadino romano. • Anche Cassio Dione era irritato da questo capovolgimento sociale, asserendo che a quel tempo pure un ex danzatore poteva ambire alle più alte cariche dello stato CAPITOLO VII CONDIZIONI E CARATTERISTICHE SOCIALI • Con l’arrivo di Costantino il nuovo elemento importante fu l’integrazione giuridica dei cristiani nella società romana.
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