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La variazione diastratica, Appunti di Linguistica

La variazione diastratica: fattori determinanti, caratteristiche; italiano standard e neo standard.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 14/01/2020

Matilda.Camurri
Matilda.Camurri 🇮🇹

4.3

(73)

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Scarica La variazione diastratica e più Appunti in PDF di Linguistica solo su Docsity! La variazione diastratica E' un parametro legato agli aspetti sociali (strato o classe sociale), infatti si chiama anche variazione sociale, dipende da fattori sociali, extra-linguistici. Gli individui che appartengono ad una stessa comunità si esprimo in maniera diversa; sulla capacità di "maneggiare" la lingua intervengono alcuni fattori sociali. Fattori determinanti: · Grado di istruzione: determina che i parlanti di una stessa lingua e stessa comunità con titolo di studio diverso si esprimono in maniera diversa · Presenza di modelli culturali e comportamentali di riferimento: sulla produzione linguistica dei parlanti non incidono i modelli tradizionali (scolastici) che consentono a un parlante di utilizzare una lingua; i modelli di riferimento sono i nuovi media · Professione: incide sulla capacità di esprimersi di un individuo · Età: giovani generazioni sono sempre state considerate un fattore di innovazione in una comunità, pronti ad accogliere le novità · Genere: differenze di linguaggio tra uomo e donna; secondo la dialettologia, le donne sarebbero un elemento di conservazione sociale in ambito linguistico, si caratterizzano per una maggiore capacità di conservazione della lingua. Per i sociolinguisti sarebbero più brave nell'acquisire il linguaggio dei gruppi più alti della scala sociale · Reddito: (oggi considerato secondario), distinzione da un lato chi aveva un reddito più alto era più istruito, dall'altro chi aveva un reddito basso L'italiano incolto, dal punto di vista sociolinguistico si chiama italiano popolare, è la varietà sociale per eccellenza, quella che si colloca nel punto più basso dell'asse della variazione diastratica. Il primo ad essersi accorto di questa varietà è stato Tullio De Mauro, che studiando la situazione delle abitudini linguistiche dei parlanti si è accorto che c'erano ancora moltissime persone che si esprimevano in dialetto, mentre in italiano facevano fatica. Ha definito l'italiano popolare come "modo di esprimersi di un incolto che, sotto la spinta di comunicare e senza addestramento, maneggia quella che ottimisticamente si chiama lingua nazionale, l'italiano". Questo significa modo di esprimersi che nasce dalla spinta di comunicare ma senza un adeguato addestramento e che quindi determina che quel particolare individuo cerca di esprimersi in italiano, ma attraverso le strutture dell'italiano popolare. Cortelazzo integra la definizione di De Mauro con un altro punto di vista "tipo di italiano imperfettamente acquisito da chi ha per madrelingua il dialetto" (1972, maggioranza dialettofona). Alla base dell'italiano popolare c'è la dialettofonia dei parlanti. Bruni lo definisce "italiano dei semi-colti" per indicare la limitata competenza scrittoria di coloro che si esprimono in italiano popolare. Un incolto che parla ma che scrive utlizzando un codice diverso da quello rappresentato dalla scuola. L'italiano popolare è anche una varietà scritta. Ci sono numerose devianze dell'italiano normativo, in quanto chi lo parla non conosce la norma; queste devianze sono evidenti in tutti i livelli linguistici: sintassi, morfologia, fonetica, grafia e lessico. Si caratterizza per gli ipercorrettismi, ovvero correggere troppo. Le cause di queste anomalie sono: · Il contatto con il dialetto retrostante: quando un individuo passa dal dialetto all'italiano, cerca di colmare le sue numerose lacune in italiano · La rielaborazione e ristrutturazione delle norme dell'italiano: il parlante, non sapendo le regole, tenderà ad infrangerle regolarmente oppure a ricostruire le norme come se le conoscesse e semplificherà la complessità dell'italiano Dal punto di vista sintattico, l'italiano popolare si caratterizza per alcuni elementi ricorrenti nel parlato e nello scritto: · Serie di devianze nel periodo ipotetico dell'irrealtà: dati i due modi tradizionali, nella costruzione del periodo ipotetico, di norma il parlante di italiano popolare semplifica questa coppia utilizzando soltanto un modo (condizionale). Esempio di italiano piemontese in una lettera familiare del 1900: se sarebbe venuto, sarebbe stato bello --> conguaglio verbale nella protasi e nell'apodasi · Scambi funzionali tra aggettivi e verbi: è il nostro meglio cliente; utilizzo di un avverbio come se fosse un aggettivo, tratto caratteristico dell'italiano popolare settentrionale · Concordanza a senso: sostantivo e attributo non sono concordati tra loro in maniera adeguata, per una questione di genere o di numero --> la gente sono ignoranti, c'è molte cose che non vanno bene · Il che polivalente o indicatore generico di subordinazione: il che viene genericamente utilizzato per introdurre una preposizione subordinata --> sono cose che uno ne deve parlare, il paese che sono stata domenica scorsa si chiama Villafranca In quanto alla morfologia, bisogna riflettere sul pronome, nome e verbo: · Pronomi: si tende a usare la particella ci in maniera generalizzata --> ci dico ai nipoti che è brutto emigrare. Le utilizzato come dativo maschile --> le ho dato (a lui) il bacio della buonanotte. Me in luogo di io --> me non poteva tenere il bambino · Verbo: ricorrenza di forme analogiche (forme irregolari dei verbi vengono ricostruite per analogia con quelle regolari) --> vadi, venghino, stessi, taciuto.
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