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La verità e le forme giuridiche di M. Focault, Sintesi del corso di Sociologia

Sintesi del testo la verità e le forme giuridiche utilizzato nel corso di teoria delle relazioni sociali del professor Ciro Tarantino

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

In vendita dal 15/02/2021

samuele-cardamone
samuele-cardamone 🇮🇹

4.5

(26)

15 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica La verità e le forme giuridiche di M. Focault e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia solo su Docsity! La verità e le forme giuridiche - Michel Foucault CAP 1 - Il giuridico come luogo privilegiato della verità: origine o invenzione? Questo testo è frutto di 5 conferenze che Foucault tenne presso la Pontificia Università Cattolica di Rio de Janeiro e parte con una riflessione metodologica che consiste in un punto di convergenza di 3 serie d’indagini. 1. una ricerca teorica di come si formino i domini del sapere partendo dalle pratiche sociali, da cui Foucault mette in evidenzia una tendenza marxista accademica che consiste nell’indagare come le condizioni economiche esistenti trovino nel soggetto umano la loro espressione e riflesso, per il nostro autore questa tendenza presenta un grosso difetto cioè quello di supporre che il soggetto umano, di conoscenza e le diverse forme di conoscenza si producono a priori e definitivamente e che le condizioni economiche, sociali e politiche non fanno che imprimersi e depositarsi in questo soggetto e ritiene invece che le pratiche sociali possono generare domini del sapere che oltre a far apparire nuovi oggetti, concetti e tecniche anche far nascere nuovi soggetti e oggetti di conoscenza. 2. analisi del discorso, ritenuto un insieme di fatti linguistici uniti tra di loro da regole di sintattiche di costruzione e da giochi strategici. 3. una rielaborazione della teoria del soggetto che è stata rinnovata e modificata da alcune teorie come la psicoanalisi che rimette in discussione la priorità che è stata conferita al soggetto ritenuto dalla filosofia occidentale di circa 3 secoli fa il nucleo centrale di ogni conoscenza. Per Foucault bisogna portare a termine una costruzione storica di un soggetto di conoscenza attraverso pratiche sociali la cui + importante è quella giudiziaria che consiste nel modo in cui vengono giudicati gli uomini in relazione dei loro errori e usata invece nella nostra società per definire i tipi di soggettività, le forme di sapere e le relazioni tra uomo e verità. L’indagine è apparsa nel Medioevo come strumento di investigazione della verità per sapere chi, come e quando aveva commesso un atto ingiusto, con il tempo si sono elaborate tecniche sempre + complesse di indagini utilizzate poi anche in campo filosofico e scientifico. Nel XIX secolo si inventarono a partire da problemi giuridici, giudiziari e penali delle forme di analisi molto curiose che il nostro autore chiama esame e che derivavano dalla formazione di un certo numero di controlli politici e sociali e che dettero origine a discipline come la sociologia, criminologia, psicologia e alla psicanalisi. Per Foucault ci sono due storie della verità una INTERNA che si corregge partendo dai suoi stessi principi di regolamentazione e una ESTERNA che ritiene esistono altri luoghi in cui si forma la verità oltre che nella società. Foucault trova nelle opere di NIETZSCHE un’analisi della formazione del soggetto e della nascita di un certo tipo di sapere senza mai ammettere la pre-esistenza di un soggetto di conoscenza. Nietzsche ritiene che Schopenhauer sbagliava nel pensare che la religione trovava la sua origine in un sentimento metafisico presente in tutti gli individui, poiché a suo avviso la religione come la poesia e l’ideale non avevano origine ma sono state inventate; come anche la conoscenza in quanto questa ha per fondamento gli istinti ed è il risultato del confronto di questo che giunto ad un termine si ha un compromesso ed è questo la conoscenza. Nietzsche pensa anche che la conoscenza e l’oggetto da conoscere non siamo identiche come invece affermava Kant, infatti nella sua opera la Gaia Scienza afferma che il mondo è un caos eterno dovuto dalla mancanza di ordine e di leggi ed è contro questo che la conoscenza deve lottare, una lotta che può essere calmata solo da Dio. Sempre nella stessa opera Nietzsche riprende un testo di Spinoza il quale diceva che per comprendere le cose bisognava non ridere, non deplorare e non detestarle, su questo Nietzsche è contrario perché ritiene che l’essenza della conoscenza è il gioco di lotta di questi tre istinti che hanno in comune il distaccamento dall’oggetto e riescono a produrre una conoscenza non per la loro pacificazione ma perché sono in stato di guerra. Infine, Foucault ritornando alla concezione marxista che viene imposta nelle Università dice che questa ha dell’analisi l’idea che le relazioni di forza, le condizioni economiche, le relazioni sociali vengono date anteriormente dagli individui. Foucault in queste conferenze quindi cerca di dimostrare che le condizioni economiche e politiche dell’esistenza non costituiscono un ostacolo per il soggetto di conoscenza ma è ciò attraverso cui si formano essi e i rapporti di verità. CAP 2 - Tragedia e nascita del diritto: sacro e vero nella condanna di Edipo Nella seconda conferenza, Foucault parlerà della storia di Edipo come episodio curioso della storia del sapere e come momento in cui emerse l’indagine. Per Foucault la tragedia di Edipo Re di Sofocle, è la prima testimonianza che abbiamo delle pratiche giudiziarie greche, è infatti la storia di una ricerca della verità secondo le pratiche greche di quell’epoca. Infatti, nella Grecia arcaica, la verità si stabiliva attraverso una specie di gioco prova (sfida lanciata da un anniversario ad un altro anniversario) e non attraverso un testimone o un’indagine. Invece tutta la tragedia di Edipo è fondata su un meccanismo completamente differente; anche se in alcuni tratti è presente la prova, il modo per giungere alla verità obbedisce alla legge delle mete, cioè la scoperta della verità avviene accoppiando due diverse metà. Comunque, questa tragedia greca scritta da Sofocle narra di Edipo, sovrano di Tebe, che viene invocato dal suo popolo per placare la peste che opprime la città. Allora Edipo consulta l’oracolo di Delfi (Dio Apollo) il cui responso dice che la città è contaminata Dall’uccisione impunita del precedente re Laio: una volta identificato il colpevole, tornerà la serenità. Edipo chiede informazioni a Creonte, fratello della moglie Giocasta, che gli racconta che il re Laio venne assassinato, quando la città viveva l’incubo della Sfinge, da alcuni briganti mentre stava andando a Delfi. IL caso venne a poco a poco dimenticato e non si scoprì mai il colpevole. A questo punto Edipo convoca Tiresia, l’indovino cieco, perché sveli l’identità dell’assassino: egli si rifiuta di rispondere per evitare altre sventure. Edipo ordina a Tiresia di parlare, accusandolo di essere l’autore dell’omicidio. L’indovino si allontana, profetizzando che entro la fine di quel giorno il colpevole sarà scoperto e se ne andrà in terra straniera. A questo punto abbiamo tutta la verità ma manca ancora la testimonianza di ciò che è veramente accaduto. Edipo sconvolto parla con la moglie che cerca di calmarlo dicendo che al re Laio era stata fatta una profezia che poi non si realizzò e cioè che sarebbe stato ucciso dal suo stesso figlio ma poi morì per mano di banditi. A questo punto Edipo chiede a Giocasta di chiamare a Tebe, il testimone dell’omicidio. Giocasta accetta ma chiede al marito il motivo del suo turbamento. Edipo inizia a raccontare: uccidere un uomo all’incrocio di tre strade è ciò che io feci. Infatti, essendo il figlio di Corinto, Polibo, abbandona la città perché una profezia gli aveva detto che avrebbe ucciso il padre e sposato la propria madre; lungo il tragitto avrebbe ucciso quest’uomo. Ma per giungere alla verità occorrerà dimostrare che Edipo era figlio di Laio e che Giocasta era sua madre. Arriva il testimone che racconta che il re Polibo è morto e che non è il padre di Edipo, in quando Edipo era stato adottato. Giunge un altro testimone, un pastore di pecore che aveva dentro di sé tutta la verità: era stato lui a ricevere Edipo neonato da un servo della casa di Laio, ed a portarlo a Corinto. Edipo era figlio di Laio e Giocasta; quindi aveva ucciso il padre e sposato la madre. Si può affermare che ciò che era stato detto in forma di profezia, appare come forma di testimonianza. C’è un’unica verità che si presenta e si formula in maniera diversa con altre parole: in fondo quello che dicono i pastori, è ciò che dicono gli Dei. Nella tragedia di Edipo ci sono tre livelli: 1. il livello degli Dei: la profezia; 2. il livello dei pastori: la testimonianza; • il personaggio centrale è il potere politico; • il potere che non sa la verità ma cerca di saperla all’inizio fa domande; • il potere del sapere la verità pone domande a persone che considera capaci di sapere per la loro situazione, età, ricchezza... • il potere consulta queste persone senza forzarli a dire la verità mediante l’impiego della violenza, forza o tortura; chiede solo di dare una loro opinione. L’INQUISITIO va a sostituire la procedura del diritto in flagrante e voleva ottenere gli stessi risultati; infatti, il suo scopo era quello di riunire le persone che, sotto giuramento, possono garantire di aver visto che cosa è successo realmente. Comunque, l’indagine giudiziaria si estende in molti campi del sapere: infatti diventò un modo di verificare in qualsiasi campo la verità e di trasmetterla. Concludendo l’indagine è una forma di sapere/potere cioè una forma di esercizio del potere che per mezzo dell’istituzione giudiziaria passò ad essere un modo di autentificare la verità, di acquisire cose che dovevano essere considerate come vere e di trasmetterle. CAP 4 – L’età dell’illuminismo: splendore della verità e buio della prigione Nella 4° conferenza, Foucault si sposta tra la fine del XVIII sec. e gli inizi del XIX sec. quando si costituisce quella che lui chiama società disciplinare; chiama la società contemporanea cosi perché è l’età del controllo sociale che si oppone alla precedente strettamente penale. La società contemporanea è caratterizzata dalla riforma dell’organizzazione giudiziaria e penale dei diversi paesi dell’Europa e del mondo che non si presenta allo stesso modo; ad esempio in Inghilterra le leggi penali cambiarono completamente mentre rimasero stabili le forme di giustizia, cioè rimase il patibolo e la pena di morte ma diminuirono le condotte che portavano a queste forme selvagge di punizione. Invece in Francia il contenuto delle leggi penali rimase intatto mentre cambiarono le istituzioni penali. Tutto sommato si assiste nei diversi paesi ad una trasformazione dei sistemi penali grazie anche alle nuove teorie di Bentham, Beccaria, Brissot. Questi teorici affermarono diversi principi: - affinché ci sia un crimine o infrazione è necessario che ci sia anche un potere politico, una legge e che questa legge sia stata effettivamente formulata: senza legge non c’è infrazione. Di conseguenza il crimine non deve essere più messo in relazione con la mancanza morale e religiosa; - inoltre, queste leggi per essere considerate buone non devono riscrivere i contenuti della legge morale o religiosa; infatti una legge penale che ci rispetti deve rappresentare ciò che è utile per la società e precisare ciò che è nocivo; - definizione di crimine: il crimine non deve essere paragonato al peccato ma è un danno sociale, è un fatto scomodo che danneggia la società; - di conseguenza se il crimine non ha nulla a che vedere con il peccato e con la legge naturale, lo scopo della legge penale è quello di far riparare il danno causato alla società o, in mancanza, evitare che l’individuo che ha causato il danno ne provochi altri. Da questo principio nascono quattro forme di castigo: DEPORTAZIONE: dato che il criminale ha rotto il patto sociale non ha più diritto a restare nella società e di conseguenza deve essere deportato, esiliato; questa è secondo i teorici la pena ideale; ESCLUSIONE: l’individuo non viene più esiliato ma isolato all’interno stesso della società; cioè una forma di esclusione morale e psicologica tale da far suscitare nei cittadini una sorta di disprezzo e avversione verso il criminale; LAVORO FORZATO: ossia riparare il danno sociale con il lavoro, obbligando cioè le persone a realizzare un’attività utile per lo stato o la società; PENA DEL TAGLIONE: per ottenere che il crimine non venga di nuovo commesso, la pena ideale sarebbe quella del taglione cioè uccidere chi uccise, si confiscano i beni a chi rubò. Ma in pratica nella società industriale della restaurazione, questi sistemi penali non si affermarono mai del tutto e furono sostituiti da una pena che era stata solo accennata dai teorici e cioè la prigione. In poche parole, all’inizio del XIX sec., il sistema penale di allontanerà dall’utilità sociale ma cercherà sempre più di adattarsi all’individuo. La prigione è un’intesa come un istituto di correzione il cui scopo non è più quello di castigare ma di correggere e rieducare al fine di evitare che l’individuo commetta altri crimini. Quindi l’individuo non viene più considerato per quello che ha fatto, ma per quello che potrebbe fare. Ed ecco che accanto al potere giudiziario si vanno ad affermare altri poteri come la polizia, la scuola, gli ospedali; si passa da una società penale ad una società disciplinare, di controllo sociale, di ortopedia sociale. Jeremy Bentham aveva in un certo senso predetto questa nuova forma di società di vigilanza nel suo panopticon: era un luogo a forma di anello in mezzo al quale c’era uno spiazzale con una torre nel centro; l’anello era diviso in piccole celle che davano all’interno e all’esterno e in ognuna di queste celle c’era, in base agli obiettivi, un bambino che impara a scrivere, un operaio che lavorava, un prigioniero che espiava le sue colpe, un pazzo che faceva le sue pazzie... Nella torre centrale, C’era una vigilante che poteva osservare le intere celle guardando tutto ciò che poteva fare L’individuo; poteva vedere tutto senza essere a sua volta visto. Il panopticon era per Bentham, l’utopia di una società che effettivamente si è realizzata; infatti oggi viviamo in una società nella quale regna il panoptismo ossia una forma di sapere che non si basa più sull’indagine ma sull’esame. INDAGINE: era un procedimento attraverso il quale si cercava di sapere ciò che era successo attraverso le testimonianze di persone che fossero in grado di sapere. ESAME: è una vigilanza continua di qualcuno dotato di un potere che grazie al suo potere ha la possibilità, non solo di vigilare ma anche di costituire un sapere su coloro che vigila; è un sapere che si organizza attraverso il controllo degli individui durante tutta la loro esistenza. INGHILTERRA: qui nella seconda metà del XVIII sec. si formano spontaneamente, ai livelli bassi della società, gruppi di persone che si attribuiscono senza nessuna delega da parte di un potere superiore, il compito di mantenere l’ordine pubblico. es. ANGLICANI che organizzarono una propria polizia e che avevano il doppio compito di vigilare e assistere: assistevano i poveri, gli anziani che non potevano lavorare, i malati; ma mentre assistevano si riservavano il diritto di osservare se l’individuo era effettivamente malato e povero, o se alla base della loro povertà ci fossero altri vizi. Si formarono gruppi di difesa paramilitari che avevano il compito di mantenere l’ordine morale, di vigilanza e di assistenza. Per sfuggire a questa forma di poter gli individui si organizzarono in diverse società: 1. società per la riforma delle maniere, ossia rispettare le domeniche, impedire il gioco e la Prostituzione 2. società per la soppressione del vizio cioè obbedire le domeniche e impedire la circolazione dei libri licenziosi. Ma a poco a poco il livello sociale di questi gruppi cambiò: infatti pian piano inizieranno a farvi parte personaggi dell’aristocrazia, vescovi, membri della classe benestante, dandogli cosi un nuovo scopo. Diventa così uno strumento di controllo dall’alto verso il basso della società, l’obiettivo divenne quello di ottenere dal potere politico nuove leggi. La polizia di Londra nacque con lo scopo di proteggere una nuova forma di ricchezza che si stava affermando in quegli anni che non è più quella monetaria o terriera, ma è un tipo di ricchezza formato da merci, materie prime, macchine... le classi povere avevano molta più facilità di venire in contatto diretto con queste nuove forme di ricchezze e nasceva per i ricchi l’esigenza di poter più facilmente controllarle. FRANCIA: si ebbe un processo diverso perché era un paese che reggeva su una monarchia assoluta e su un apparato statale molto più forte. Infatti, l’apparato statale poggiava su un doppio strumento: - GIUDIZIARIO: cioè parlamenti, corti; - PARA - GIUDIZIARIO: la polizia che su inventata dallo stato francese. Una caratteristica del sistema francese fu l’istituzione delle LETTRES DE CACHET. Un vero strumento di potere della monarchia attraverso il quale il re ordinava ad una persona a titolo individuale di fare qualcosa: es. si poteva ordinare a qualcuno di sposarsi o si poteva arrestare. Ma nell’osservare le varie lettres de cachet si nota che nella maggior parte dei casi non era il re che prendeva la decisione di mandarle ma erano sollecitate da altri individui: padri scontenti dei propri figli, mariti oltraggiati dalle mogli. In questo modo le lettres de cachet avevano una specie di contro potere: un potere che viene dal basso che permette di esercitare un’azione su qualcuno. Erano un modo per i gruppi sociale di assicurare un proprio ordine. Erano forme di controllo che la società esercitava su sé stessa. Ci sono tre condotte che richiedevano una lettre de cachet: 1. condotte immorali e di libertinaggio (adulterio, alcolismo); 2. condotte religiose giudicate pericolose (negromanti che morivano sul rogo); 3. conflitti di lavoro: un datore di lavoro scontento poteva licenziare. Se la lettre de chacet era punitiva, l’accusato finiva in prigione che non era la tipica pena dell’epoca ma diventerà il gran castigo a partire dal XIX sec. Quindi la prigione nasce grazie alla pratica delle lettre de cachet: cioè l’individuo che era oggetto di una lettera da parte del re non moriva sulla forca, né marcato e non doveva nemmeno pagare una multa, ma finiva in prigione e doveva rimanerci per un periodo che non veniva detto anticipatamente, ma doveva rimanere agli arresti fino a quando chi lo aveva accusato, lo riteneva pronto per uscire. Quindi la prigione ha la sua origine proprio in questa pratica delle lettres de cachet, il suo scopo è quello di correggere il comportamento degli individui mediante la reclusione. CAP 5 – L’età industriale: il carcere panottico metafora della società disciplinare Per Foucault oggi viviamo in una società panoptica cioè in una struttura sociale in cui regna il panoptismo. Foucault ci parla di un autore, Julius, che ha percepito la nascita di questa società panoptica; Quest’autore ha scritto un trattato “lezioni sulle prigioni” e ha tenuto per diversi anni un corso a Berlino sulle prigioni; questo autore afferma che mentre nella società greca la preoccupazione degli architetti era come far sì che lo spettacolo di uno solo fosse visto dalla maggior parte delle persone, ora il problema fondamentale dell’architettura moderna è esattamente il contrario; si tratta di fare in modo che il maggior numero di persone possa essere offerto come spettacolo ad un solo individuo incaricato di vigilarle. Basta pensare alle prigioni, alle scuole, agli ospedali. Quindi lo scopo dell’architettura moderna deve essere quello di rendere agevole la sorveglianza e il controllo, in modo che tutti sono sottomessi ad un’unica sorveglianza. Un altro autore che si rifà al panoptismo è Treilhard che nella presentazione del codice di istruzione criminale del 1808 afferma che il procuratore non deve avere come unica funzione quella di perseguire gli individui che commettono infrazioni; ma il suo compito principale è quello di vigilare sugli individui prima che l’infrazione venga commessa. Quindi è un occhio sempre vigile sulla popolazione. Un’istituzione che si basò sulla struttura panoptistica furono le fabbriche femminili francesi: si affermarono in Francia tra il 1840-1845 e riunivano circa 400 operaie ed erano fabbriche-prigioni o fabbriche-conventi senza salario in cui si compra tutto il tempo dell’operaio per un premio annuale che si riceve solo nell’uscire. Rappresentano una forma di panoptismo industriale che si affermarono anche in altri paesi come la Svizzera e l’Inghilterra. Ma ben presto queste fabbriche
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