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La violenza sulle donne, Sintesi del corso di Italiano

La violenza sulle donne. “No al femminicidio, nel nome di Fabiana”. La camera approva all’unanimità la Convenzione di Istanbul. Nel giorno dell’addio a Fabiana massacrata ed uccisa a sedici anni dal fidanzato, i deputati hanno ratificato la Convenzione del Consiglio d’Europa siglata a Istanbul nel 2011 “ per la prevenzione e la lotta alla violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica”. Una ratifica che non riduce l’angoscia pensando alla vita spezzata di Fabiana e di tutte le donn

Tipologia: Sintesi del corso

2013/2014

Caricato il 04/09/2014

Utente sconosciuto
Utente sconosciuto 🇮🇹

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Scarica La violenza sulle donne e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! La violenza sulle donne. “No al femminicidio, nel nome di Fabiana”. La camera approva all’unanimità la Convenzione di Istanbul. Nel giorno dell’addio a Fabiana massacrata ed uccisa a sedici anni dal fidanzato, i deputati hanno ratificato la Convenzione del Consiglio d’Europa siglata a Istanbul nel 2011 “ per la prevenzione e la lotta alla violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica”. Una ratifica che non riduce l’angoscia pensando alla vita spezzata di Fabiana e di tutte le donne vittime di femminicidio. La convenzione è il primo strumento internazionale che crea un quadro per proteggere le donne contro ogni violenza. Un provvedimento che per essere vincolante dovrà essere ratificato da almeno dieci Stati. Senza contare che per diventare effettivo dovrà essere finanziato dal governo altrimenti resteranno solo parole. La Convenzione considera la violenza delle donne , da quella psicologica a quella fisica ed economica, alla stregua di una violazione dei diritti umani. Tra gli obiettivi quello di predisporre un quadro di politiche e misure di protezione e di assistenza delle vittime e di promuovere la cooperazione internazionale; insomma rendere reale il diritto di tutti a essere liberi dalla violenza nella vita pubblica e privata. La convenzione pone, insomma, per la prima volta la questione delle violenze di genere come un problema strutturale: non si tratta solo di punire i colpevoli e proteggere le vittime, ma anche di prevenire ogni forma di discriminazione, affinchè l’ uguaglianza tra gli uomini e le donne diventi reale nonostante le molteplici differenze. Tutti e tutte uguali anche se di sesso diverso, anche se di diverso orientamento sessuale. Ma per capire la complementarietà tra uguaglianza e diversità, occorre educare fin da piccoli i figli al rispetto dell’altro/a, insegnando come gestire i conflitti senza violenza. La violenza, forse, non potrà essere del tutto eliminata perché le pulsioni dell’aggressività fanno parte della condizione umana e debellarla del tutto sarebbe illusorio; infatti , ci insegnano che , per contenerla, occorre costruire “dighe psichiche” , come sostiene Freud : pudore, disgusto e compassione. Insegnare ciò che l’altro/a è un nostro simile, sente e soffre come noi, che è una persona e, perciò, deve essere rispettata. Persone e non cose ( oggetti , servi o schiavi ) dotati di dignità come direbbe Kant. Persone che meritano di autodeterminarsi e affermare i propri desideri , i propri bisogni e la propria libertà, senza che qualcun’altro decida al posto loro o cerchi di controllarle e le distrugga quando non si sottomettono. Il problema che pongono le violenze di genere è antropologico: per cultura e per tradizione , alcuni uomini pensano di incarnare la “norma” e di essere “padroni”; in parte spiazzati dall’autonomia femminile , non sopportano che questi “oggetti di possesso” possano diventare autonomi; in parte insicuri e incapaci di sapere chi sono, accusano le donne di mettere in discussione le proprie superiorità . Ecco perché dietro la prevenzione , c’è la necessità di riscrivere le regole del rapporto tra gli
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