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La vita di Alessandro da "Le vite Parallele" di Plutarco - RIASSUNTO, Schemi e mappe concettuali di Greco Antico

Riassunto introduzioni di Barbara S. e Domenico M. + Riassunto capitoli della Vita di Alessandro numerati

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2023/2024

Caricato il 05/02/2024

martashady
martashady 🇮🇹

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Scarica La vita di Alessandro da "Le vite Parallele" di Plutarco - RIASSUNTO e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Greco Antico solo su Docsity! PLUTARCO – LA VITA DI ALESSANDRO (DA “LE VITE PARALLELE) / RIASSUNTO Barbara Scardigli: La fortuna di Plutarco Plutarco viene presentato come uno degli autori classici che lungo i secoli ha avuto maggiore successo: -Età Bizantina: letto da cristiani e pagani. -Medioevo: prediletta la sua raccolta dei Moralia poiché incentrato su problematiche morali come l’educazione dei figli, i rapporti coniugali e la gestione del patrimonio. -Umanesimo e Rinascimento: ritorno di interesse sulle biografie, grazie ai dotti greci che arrivarono in Italia in seguito alla caduta di Costantinopoli, con le creazione delle prime traduzioni in latino. -1.500-1.700: la sua fama tocca il suo apice come attestano il moltiplicarsi di traduzioni e edizioni europee, i personaggi delle Vite diventano idoleggiati nell’età della Rivoluzione Francese, sia per artisti che per uomini del potere -1.800: l’entusiasmo per l’autore si attenua, per via della cultura tedesca di ispirazione romantica, con tendenze anticlassiche e la storiografia scientifica porta a una diffidenza verso Plutarco poiché considerato poco attendibile: tra le critiche c’era quella di non conoscere nessuna delle fonti che cita e di rifarsi piuttosto ad aneddoti e riassunti ad uso di scuole di retorica. -900: studi sulle fonti plutarchee volto a individuare la provenienza di queste biografie -Oggi: si sta dando nuovo impulso allo studio della sua opera da parte di studiosi anglo-americani, il francese Flacelière ed italiani. Anche se più volte Plutarco dichiara di non voler scrivere la storia, ma piuttosto mettere in evidenza il carattere di un eroe, perché altri possano imparare da lui, oggi il biografo Plutarco viene apprezzato dallo storico per quello che egli offre e non si trova altrove. Tuttavia, ci sono casi (es. Demetrio e Antonio) in cui Plutarco vuole riportare esempi negativi da non emulare (stranezza perché presentano vizi e comportamenti vicini a personaggi positivi). I personaggi di Plutarco hanno però ispirato anche il campo letterario, teatrale e figurativo (es. Montaigne, Leopardi, Goethe ecc.), oltre che uomini di potere (es. Giacomo di Inghilterra) Oggi oltre ad aver dimostrato come Plutarco conoscesse le fonti citate, seppure egli sia abbastanza dipendente da esse e dunque vi siano manipolazioni ed errori cronologici, si indagano possibili connessioni tra i Moralia e Le Vite, sulle ragioni per le quali capita per certi personaggi che tra la propria biografia e le citazioni in biografie di altri ci sono delineazioni diverse, e ancora su semplificazioni di situazioni storiche complesse. *Curiosità: dal Catalogo di Lamprias risulta che parte delle opere plutarchee sono andate perdute: delle Vite probabilmente solo la prima coppia Epaminonda e Scipione; ogni coppia si conclude con un confronto delle differenze tra i due personaggi tranne che in quattro casi (tra cui Alessandro e Cesare); in tre casi vi è l’inversione dell’ordine greco-romano, laddove in ogni vita un greco è messo a confronto con un romano, per nobilitare agli occhi dei romani la cultura greca e contribuire alla comprensione reciproca tra i due popoli. La Traduzione Manoscritta delle Vite Sono tramandate, tutte e in parte, da poco più di cento codici, tra cui una decina con l’intero corpus di biografie, e possono essere una recensio bipartita o tripartita a seconda dall’edizione antica o tardo-antica/bizantina. Nell’edizione in due volumi le Vite (la più antica) erano disposte in base alla cronologia dei personaggi greci, mentre nell’edizione a tre volumi, con un numero maggiore di codici, la successione è determinata dall’etnico dei personaggi greci così la serie si apre con gli Ateniesi e si chiude con gli Spartani. Domenico Magnino: Introduzione alla Vita di Alessandro -Le Fonti: Plutarco nella premessa della Vita di Alessandro afferma che il suo operato può essere criticato sotto il profilo dell’informazione storica: Infatti, la figura di Alessandro ha attraversato un processo di miticizzazione nel corso del tempo, l’autore ha trovato difficile poter sviscerare le informazioni in suo possesso capendo quali fossero quelle amplificate dall’eco della sua grandezza e quali oggettiva realtà, per questo troviamo importanti omissioni, errori cronologici e scarso interesse per la geografia nella sua opera. Nella sua opera Plutarco cita le sue fonti: 24 autori, oltre le lettere di Alessandro e raramente usa formule impersonali (es. “si dice”). Gli studiosi si sono chiesti a lungo se effettivamente Plutarco avesse letto tutti questi testi o se avesse utilizzato opere dove essi comparivano già citati. Secondo l’opinione più attendibile si afferma che Plutarco abbia letto: Clitarco: figlio dello storico Dinone, scrisse in 12 libri un resoconto della spedizione di Alessandro che divenne presto il prediletto. Ciò che catturava il lettore di questo scritto era la capacità dell’autore di porre l’accento su elementi personali e sulla capacità di accentuare i lati appariscenti e sensazionali. Callistene: nipote di Aristotele, figura a cui Filippo aveva affidato la formazione del figlio – era uno scrittore già affermato quando raggiunse la corte di Alessandro. La sua parentela diede una grande spinta alla sua carriera tanto da diventare “storico ufficiale” della spedizione contro la Persia, tanto che per tale incarico fu considerato dai postumi un “adulatore”, in quanto il suo compito era quello di accendere, attraverso una narrazione accurata, il fuoco nel cuore dei greci così che essi accettassero al meglio la spedizione. (*Clitarco e Callistene sono gli unici storici di professioni tra tutti gli autori citati da Plutarco nell’opera). Aristobulo: scrive probabilmente per difendere l’immagine di Alessandro dei detrattori, con interesse per la geografia. Onesicrito di Astipalea: ufficiale della flotta presenta Alessandro come il filosofo in armi cui è stato affidato il compito di civilizzare il mondo. Carete di Mitilene: ciambellano di corte, scrisse con abbondanza di pettegolezzi relativi alla vita nella reggia. Plutarco ha utilizzato gli autori in virtù di ciò che egli voleva restituirci di Alessandro, non interessandosi in maniera particolare all’esattezza storica. -Il Personaggio: Se è indubbio che l’opera di Plutarco non sia particolarmente valida come narrazione storica, come biografia restituisce a tutto tondo il personaggio di Alessandro, nei suoi vizi e nelle sue virtù. L’autore restituisce un’immagine positiva di Alessandro, i cui tratti principali sono evidenti sin dalla giovane età (a cui dedica i primi 10 capitoli: per Plutarco il periodo della formazione è quello che determina il carattere di un uomo), alla quale sono ricondotti i due scritti retorici “De Alexandri fortuna aut virtute” in cui si esalta la grandezza morale del Macedone. Gli aspetti di Alessandro Ragazzo su cui Plutarco si sofferma sono quattro: 1. Autocontrollo: capacità di non sottostare ai piaceri carnali 2. Temperanza: gli consente di vincere la propria natura impetuosa in funzione di un forte senso del dovere 3. Brama di onori e gloria: al di là di quello che la sua giovane età potesse lasciare intuire 4. Amore per la conoscenza: inculcatogli da Aristotele, i suoi interessi saranno limitati ad una sola fetta della conoscenza, talvolta filosofici e talvolta scientifici. Tuttavia, quello di Plutarco non è del tutto un ritratto adulatorio, fa emergere di Alessandro anche la sua cocciutaggine, i suoi scatti di ira e collera, il suo indugiare con amici, accusando più volte Alessandro di ubriachezza e di come lo facesse diventare violento e rozzo. Gli aspetti di Alessandro Adulto su cui Plutarco si sofferma sono in parte quelli già emersi nell’adolescenza: - Temperanza: comportamento nei confronti delle donne, momenti nei quali parlava della sua origine divina (con moderazione se aveva a che fare con i greci, e con atteggiamento superbo se con i barbari). - Alto sentire: brama di gloria, amore per le grandi imprese, esprimeva disappunto sentendo annunciare le vittorie del padre (temeva di non superarlo nelle sue imprese). - Generosità: carattere che più sta a cuore a Plutarco, doni fatti ai compagni, si preoccupa della loro salute, pronto a perdonarli e aiutarli. - Sanità spirituale: molto legato alla manifestazione del divino, tanto da interpellare costantemente indovini in virtù dei suoi sogni e presagi, visitando oracoli; nell’ultimo periodo di vita diventa superstizioso, richiedendo con assiduità sacrifici e purificazioni. Vi è una grande presenza del soprannaturale nella sua vita, a partire dal sogno che Olimpiade fa durante il quale si vede colpire in grembo da un fulmine e il sogno di Filippo, durante il quale egli appone un timbro a forma di leone sul ventre della moglie: la vita di Alessandro è sempre stata segnata dal mistero. - Ubriachezza: non mancano azioni di violenza e crudeltà da parte di Alessandro, che Plutarco tuttavia spesso giustifica (es. Affare Filota, Clito e Callistene, presentando loro come figure negative) anche se non mancano casi di condanna (es. Parmenione, Tebe, presa di Susa, tradimento degli Indiani). I caratteri negativi della personalità di Alessandro riguardano i suoi ultimi anni di vita, Plutarco non si interroga espressamente su quali possano essere le cause (pensiamo alla crescente condizione di potere, tanto che vi sono episodi in cui le stesse figure attorno a lui lo esortavano a considerarsi al di sopra delle leggi morali). L’ubriachezza di Alessandro è sicuramente causa della sua violenza, che spesso sfociava in atti violenti e incontrollate, punendo coloro che trasgredivano gli ordini con sentenze di morte. Possiamo osservare che il carattere di Alessandro va peggiorando man mano che questo invecchia, Plutarco non si chiede il perché di questo profondo mutamento, ma è verosimile pensare che il crescente potere, la ricchezza senza confini e l’adulazione perenne a cui era soggetto, spinsero Alessandro a divenire più acidulo, con animo più vano e meno rispettoso. Inoltre, Plutarco non ci dà una interpretazione di Alessandro dal punto di vista politico e alle sue tecniche militari, con descrizioni di battaglie così vaghe da non poter fare capire strategie dell’arte militare; quando Plutarco cita azioni belliche insiste sul coraggio personale. Plutarco incentra la sua attenzione sulla personalità che prende in esame, dandone un rilievo reale o anche superiore, lasciando in ombra le figure di contorno la cui funzione è complementare. La biografia è così un’ottima rappresentazione dell’”Individuo Alessandro”. La vita di Alessandro 1. Plutarco prima di iniziare l’opera che mette a confronto Alessandro e Cesare, fa una premessa ai suoi lettori: chiede di non dargli addosso se non riferisce i fatti in modo esaustivo, riassumendo anche i più importanti, poiché lui non scrive storia ma biografia, si concentrerà infatti su brevi episodi, parole e motti di spirito, in quanto ritiene che siano essi a dare molto meglio l’idea del carattere rispetto che parlare di battaglie con migliaia di morti, grandi schieramenti d’esercito o assedi in città (l’autore ne parlerà comunque, ma non in maniera dettagliata). Prima della spedizione in Asia, Alessandro volle consultare il dio e andò a Delfi, ma dato che erano i giorni infausti non era consentito dare auspicio. Alessandro costrinse la sacerdotessa con la forza fuori dal tempio ed ella sopraffatta dal suo ardore disse <<Tu sei invincibile, ragazzo!>>, allora Alessandro disse che non aveva più bisogno di sentire altro perché aveva avuto da lei ciò che voleva sentirsi dire. Quando si mosse per la spedizione vi fu un secondo presagio da parte del dio: la statua di legno di Orfeo in quei giorni emanò sudore, tutti avevano paura di quel segnale, ma Aristandro lo invitò ad avere fiducia poiché avrebbe compiuto imprese celebrate e famose che avrebbero fatto sudare poeti e musici per celebrarle. 15. Si narra che Alessandro prima di partire per la spedizione si preoccupa di fare doni agli “amici”, ossia quella cerchia ristretta dalla quale traeva satrapi e generali, assegnando fattorie, villaggi, borghi e porti. Perdicca chiese ad Alessandro che cosa riserva per sé stesso e Alessandro rispose <<La speranza>>, Perdicca rispose allora che come lui e i compagni della speranza avranno bisogno anche loro, e come tanti altri compagni, rifiutò la parte che gli era stata assegnata. Alessandro in generale era molto generoso, dava sempre a chi chiedeva, per questo si spogliò della maggior parte dei suoi possessi in Macedonia. Prima della spedizione a Ilio fece un sacrificio ad Atena e agli eroi, poi scompartendosi di olio nudo girò attorno di corsa alla stele d’Achille adornandola con una corona. 16. Dario III re dei Persiani, schierò un grande esercito al passaggio del fiume Granico, alle porte dell’Asia, territorio impervio in cui era necessario lo scontro per poter entrare e affermare la supremazia. Gli ufficiali Macedoni temevano l’asprezza del fiume e volevano rispettare la regola per cui nel mese di Daisio (maggio-giugno) non si portava l’esercito fuori dalla patria: Alessandro ovviò a questa difficoltà ordinando di chiamare il mese il secondo Artemisio, si buttò nella corrente con 13 squadroni di cavalieri affermando che veniva disonorato l’Ellesponto se dopo aver attraversato quello avesse avuto paura del Granico. Lo scontro fu disordinato, Alessandro non ebbe il tempo di disporre i suoi uomini dopo aver attraversato il fiume che si trovò già il nemico addosso, molti puntavano su di lui (riconoscendolo dallo scudo e dalle penne sull’elmo), tanto che rischiò quasi la vita venendo salvato da Clito che trafisse con la lancia l’avversario. I nemici non resistettero a lungo e fuggirono, eccetto i Mercenari Greci che chiesero ad Alessandro di garantire loro la vita, ma Alessandro preso dall’impulso caricò contro di loro e colpito da una spada al fianco perse il cavallo (non Bucefalo) e tanti Macedoni persero la vita, tra cui 34 uomini di Alessandro, che ordinò venissero erette statue di bronzo di Lisippo. Volendo far partecipi alla vittoria i Greci, mandò ad Atene 300 scudi dei prigionieri persiani volendo che si incidesse sull’epigrafe “Alessandro figlio di Filippo e i Greci, tranne gli Spartani, le conquistarono ai barbari abitanti l’Asia” e alla madre mandò vasi e porpora e quanto di più prezioso sottrasse ai Persiani. 17. Nonostante la resa di buona parte di queste città, come l’importante Sardi, potenza persiana marittima, città come Alicarnasso e Mileto resistettero alla conquista, ragione per cui Alessandro le espugnò a forza. Alessandro a questo punto era in dubbio su come operare, se conquistando altre zone o se affrontando direttamente Dario: stimolato da una fonte della vicina città di Xanto, in Licia, di una tavoletta bronzea con antica scrittura che rivelava che l’Impero Persiano sarebbe stato distrutto dai Greci, Alessandro si affrettò a conquistare il litorale fino alla Fenicia / Cilicia. (*Supposizione fantastica “il mare dinnanzi ad Alessandro si ritirò per intervento divino facendogli così conquistare velocemente il litorale cit. Menardo). 18. Alessandro assoggettò Frigia e Gordio (residenza di Mida), qui vide il Cocchio (quello sul quale Mida entrò nella città) che secondo la tradizione barbara chi avesse sciolto il nodo sarebbe diventato il Re del Mondo, gli storici affermano che Alessandro non essendo stato in grado di scioglierlo lo tagliò con la spada / Aristobulo afferma che riuscì a scioglierlo facilmente. Sottomise poi Paflagoni e Cappadoci, e venne a sapere della morte di Memnone (colui che voleva muovere guerra alla Grecia per costringere Alessandro sulla difensiva) che tra i capi delle province marittime era colui che poteva dare più problemi ad Alessandro, così si confermò in lui l’idea della spedizione verso l’interno. 19. Dario prese coraggio a muoversi contro Alessandro per due motivi: 1) Sogna che i macedoni erano avvolti da un gran fuoco, Alessandro gli faceva da servo e improvvisamente sparì. 2) lungo indugio di Alessandro in Cilicia, credendo che avesse paura -> in realtà Alessandro era malato (per le fatiche, o per il bagno nelle acque gelide del Cidno) nessuno aveva il coraggio di curarlo per paura dell’insuccesso, ad eccezione del Medico Filippo. Nonostante l’avvertimento di Parmenione che mandò una lettera ad Alessandro dicendo di non fidarsi di Filippo poiché poteva essere stato persuaso da Dario per ucciderlo, Alessandro fece leggere la lettera al medico che supplicò di fidarsi di lui, mentre Alessandro stava già assumendo il farmaco, che inizialmente gli fece perdere i sensi ma presto si riprese in forza. 20. L’esercito di Alessandro e quello di Dario muovendosi non si incontrarono e ritornarono dunque sui loro passi, la fortuna per Alessandro fu quella di avere così una posizione più favorevole e pur essendo di numero inferiore ai nemici, si preoccupò di non essere circondato mettendo in fuga i barbari che aveva davanti a sé e, nonostante la ferita alla coscia (*forse da parte di Dario) la sua vittoria fu certa, ma non riuscì a far prigioniero Dario che riuscì a fuggire, ma si impadronì di tute le ricchezze dell’accampamento del Re Dario, che basava la sua regalità sulla ricchezza: cit. Alessandro <<Questo a quanto sembra è l’essere re!>>. 21. Alessandro informato del fatto che la madre, la moglie e le figlie di Dario sono state fatte prigioniere, manda Leonnato a dir loro che Dario non era morto e che non dovevano temere di lui che muoveva guerra solo per il potere e che avrebbero avuto tutto quanto avevano quando Dario era re, e così fu, più che prigionieri parevano ospiti, tanto che diede la possibilità di seppellire persiani morti prendendo vesti e ornamenti e, nonostante la bellezza di queste donne, Alessandro non le toccò mai, né toccò altra donna prima del matrimonio, ad eccezione di Barsine, rimasta vedova dopo la morte di Memnone fu presa prigioniera, educata secondo il mondo greco, amabile, fu avvicinata ad Alessandro per istigazione di Parmenione che lo spinse a legarsi alla donna. Alessandro afferma che le donne Persiane per la loro bellezza erano un tormento per gli occhi ma contrapponendo il valore della sua saggezza, passava davanti a loro come se fossero statue di marmo. 22. Alessandro va su tutte le furie quando Filosseno gli scrisse se voleva comprare due ragazzi di eccezionale bellezza. Egli ordina anche a Parmenione di uccidere due dei suoi uomini poiché scoprì che essi avevano cercato di sedurre le mogli di mercenari greci. Alessandro era controllato sia con le donne che con il cibo (rifiutò i migliori cuochi offerti da Ada, donna che considerava come una madre, affermando che gli erano già stati dati da Leonida il pedagogo, ossia, il pranzo per una marcia notturna e una cena per la moderazione nel cibo. 23. Alessandro era dedito al vino meno di quanto potesse sembrare: egli stava per lungo tempo di fronte a una coppa, non tanto bevendo ma chiacchierando, durante il tempo libero, ma quando doveva agire non lo trattenevano spettacoli, cibi, donne, o vini. Una giornata di Alessandro: Quando era in periodo di riposo dopo essersi alzato e aver fatto sacrificio agli dèi, faceva colazione, poi andava a caccia o metteva ordine alle cose militari o leggeva o si addestrava con le frecce. Quando giungeva ai posti di tappa faceva il bagno negli oli e chiedeva ai cuochi se tutto fosse stato pronto per la cena, egli pranzava tardi quando già era sceso il buio, con una straordinaria cura per la tavola, per le notte proponeva i brindisi accompagnati da conversazioni, in cui a causa dell’alcol diventava rozzo, lasciandosi andare a spacconate o eccessi adulatori, dopo i brindisi e un altro bagno, andava a letto. Le spese per i pranzi iniziarono ad accrescere in proporzione ai suoi successi tanto che arrivò ad imporre un limite di spese. 24. Dopo la battaglia di Isso Alessandro mandò a Damasco a prendere denaro, bagagli, donne e figli dei Persiani (ne ebbero massimo vantaggio i cavalieri Tessali che si erano distinti nella battaglia) e così Alessandro fece provare ai suoi uomini il gusto del modo di vivere barbaro. I Re gli consegnarono Cipro e la Fenicia, tranne Tiro, che cinse in assedio per sette mesi: Alessandro sogna Eracle che lo chiama dalle mura e gli stringe la destra e anche tanti abitanti di Tiro sembrò in sogno che Apollo voleva questo per la loro città; quindi, cinsero funi attorno alla su statua definendolo “partigiano di Alessandro”. In un altro sogno di Alessandro, un satiro sembrava che lo schernisse e che gli sfuggisse ogni qualvolta cercava di raggiungerlo, fino a prenderlo: gli indovini lessero questo sogno, come un “sarà tua Tiro”. Durante l’assedio il Re mosse contro gli Arabi e rischiò la vita per salvare il maestro Lisimaco (rimase staccato dall’esercito poiché il maestro era stanco, finiti in una zona disagevole, Alessandro accese un gran fuoco per spaventare i nemici – racconto di Cerete). 25. L’assedio di Tiro si concluse con l’assalto alle mura furiosamente, tanto che i nemici rinunciarono alla lotta. Presagio secondo Aristandro: durante la presa di Gaza, la più grande città in Siria, un uccello fece cadere una zolla di terra sulla spalla di Alessandro, impigliandosi poi nelle rete poste dai Macedoni per attorcigliare le funi -> Alessandro fu ferito alla spalla ma conquistò la città. Mandò poi grande quantità di bottino a Olimpiade, Cleopatra, agli amici, a Leonida (incenso e mirra, memoria dell’infanzia, il maestro gli disse che avrebbe bruciato quei paesi produttori di quei profumi). 26. Episodio della cassetta apparsa, chiese a quelli che raccoglievano le ricchezze di Dario quale fosse l’oggetto più prezioso, e Alessandro disse loro che si trattava dell’Iliade (Omero compagno di quella spedizione per Alessandro). Quando ebbe assoggettato l’Egitto Alessandro volle edificare una città greca grande e popolosa dando il suo nome, ma la notte mentre dormiva ebbe una visione: Omero gli citò l’Isola di Farlo. Visitandola, sembrava un luogo eccezionale per la costruzione di una città. Alessandro ordinò di tracciare la pianta della città adattandola al territorio (i geometri si servirono di farina per segnare le linee, ma fu mangiata dagli uccelli, Alessandro lo lesse come cattivo presagio, ma gli indovini lo convinsero che sarebbe stata una grandissima città), ordinò quindi di costruirla e parti per un lungo viaggio verso Ammone, molto pericoloso per mancanza d’acqua, sabbia profonda e possibilità di tempeste, che infatti uccisero un gran numero di uomini, ma il coraggio di Alessandro lo rendeva invincibile. 27. Durante quel viaggio scese abbondante pioggia che evitò il problema della sete e rese la sabbia più compatta / dei corvi indicarono la strada ad Alessandro e al suo seguito, richiamando quei soldati che si erano persi verso Alessandro (episodi che riportano all’aiuto divino, aumentando la fede negli uomini). Quando giunse alla meta il profeta di Ammone gli rivolse il saluto in nome del dio, come se il dio fosse sua padre, (ricorda errore, disse “Paidios” anziché “Paidìon” / da “ragazzo” a “figlio di Zeus”): Alessandro chiese al Dio se la morte del padre Filippo era stata vendicata e se gli sarebbe stato concesso di diventare signore di tutti gli uomini, il Dio rispose affermando entrambe. 28. Alessandro si comportava con superbia nei confronti dei barbari, come fosse persuaso dalla sua nascita e origine divina, con i Greci dichiarava la sua divinità con moderazione e cautela. Alessandro non era orgoglioso della sua divinità, ma valendosi di questa credenza teneva soggetti gli altri. 29. Tornato in Fenicia dall’Egitto, Alessandro onorò gli Dei con sacrifici, processioni, gare di cori ciclici e tragici, a competizione, il vincitore fu Atenodoro. Proposta di Dario: manda una lettera e degli amici ad Alessandro, chiedendo di accettare 10.000 talenti, tutto il territorio al di qua dell’Eufrate, la figlia in moglie, così da allearsi pacificamente -> Parmenione consiglia di accettare, ma Alessandro no, rispondendo che, se Dario fosse andato da lui l’avrebbe accolto cordialmente, se non fosse venuto egli si sarebbe messo in marcia per andare da lui. 30. Alessandro si pentì di quella risposta in quanto la moglie di Dario dopo poco morì di parto, seppellì la donna con ogni fato, uno degli schiavi di Dario, Tireo, scappò e tornò da Dario ad annunciare la morte della moglie e della magnanimità di Alessandro, che considera superiore alla natura umana e lo stima. Dario afferma di voler ricambiare i favori di Alessandro e che, se il destino vorrà che l’Impero Persiano non cessi, nessun altro tranne Alessandro dovrebbe sedere in trono. 31/32/33. Curiosità che precede la battaglia contro Dario: Una volta impadronitosi di tutti i territori al di qua e al di là dell’Eufrate, il sovrano mosse contro il nemico i suoi uomini, allora gli addetti ai servizi per gioco si schierarono in due fazioni rispettivamente capitanate da un Alessandro e un Dario. Alessandro venuto a conoscenza della cosa, invitò le parti a combattere a mani nude di fronte all’esercito come auspicio del futuro -> vinse l’Alessandro finto. Viene descritta l’ultimo scontro con Dario: la Battaglia di Gaugamela. Durante l’undicesima notte dopo l’eclissi i due eserciti furono in vista l’uno all’altro, i compagni di Alessandro, scoraggiati dalla quantità di fuochi e rumori lontani, suggeriscono al sovrano di attaccare Dario con il favore della notte: Alessandro rispose <<io non rubo la vittoria>>, desiderava che Dario si arrendesse alla sua supremazia alla luce del sole, senza la possibilità che questo desse la colpa della sua sconfitta alla tenebre. Plutarco ci racconta della tranquillità di Alessandro che dormì di buon gusto la notte prima dello scontro, tanto che Parmenione dovrà chiamarlo più volte prima che si svegli. Durante la battaglia vi furono dei dissapori tra Alessandro e Parmenione, quest’ultimo voleva aiuti nella retroguardia poiché il nemico stava raggiungendoli, ma per Alessandro era fondamentale attaccare, tanto che manda uomini a dire a Parmenione che non era probabilmente nel pieno delle sue facoltà mentali. Alessandro mira poi a Dario che riesce tuttavia a fuggire su di una cavalla (solo perché Alessandro è ancora fatto chiamare da Parmenione poiché dalla sua parte vi erano persiani che non si volevano arrendere, anche se prima di raggiungerli, essi scapparono: i greco-macedoni vincono. 34. Conclusasi in tal modo la battaglia, l’Impero Persiano sembrava completamente sfasciato e Alessandro proclamato “Re dell’Asia”, fece numerosi sacrifici agli dèi, donò agli amici ricchezze e province. Desideroso di guadagnarsi il favore dei greci scrisse loro che tutte le tirannidi erano state abolite e che essi ora si governassero autonomamente, scrisse quindi ai Plaeesi che ricostruirà la loro città e manda una parte del bottino di guerra ai Crotoniati. 35. Alessandro viaggiò a Babilonia, la quale si dichiarò subito sottomessa: qui ammirò Ecbatana, la voragine cui come da una sorgente esce fuoco, e la corrente di Nafta che si allarga a palude, simile all’asfalto ma infiammabile ancora prima di venire a contatto con il fuoco della fonte vicina -> digressione: i barbari cosparsero di questo il sentiero che portava all’alloggio del re per esaltarne la forza / provarono questo liquido su di un cantore di Alessandro che prese fuoco e per poco non morì / da qui l’idea che questo fu il farmaco che Medea usò per ungere la corona e il manto di cui si parla nella sua tragedia / origine della nafta incerta: liquido che alimenta la fiamma su una terra di natura infiammabile, come lo è la terra di Babilonia. Aneddoto: un pecora partorì un agnello che aveva attorno al capo qualcosa che ricordava una tiara con due testicoli a ciascun lato, inorridito dal presagio Alessandro si fece purificare dai Babilonesi che portava con sé per simili evenienze, per paura che una volta morto un demone potesse dare il potere a un uomo non nobile e senza coraggio. / Vi fu un migliore presagio quando il macedone Prosseno scoprì presso il fiume Osso una fonte di liquido grasso e oleoso, che poi si trasformò in olio d’olivo, Alessandro ne fu compiaciuto, come se fosse un segno di Dio, di una spedizione gloriosa, ma aspra e faticosa: olio dato dagli dèi come ristoro dalle fatiche. Infatti, durante le battaglie, i danni maggiori all’esercito li produsse la mancanza di viveri e l’avversità del clima. 59. Viene presentato l’incontro con Omphis, re di Taxila, territorio tra Indo e Idaspe: uomo saggio che non voleva ingaggiare uno scontro, a patto che Alessandro non volesse impadronirsi dei viveri e dell’acqua. Alessandro rispose che non se andrà senza battaglia ma sarà una battaglia di generosità. Omphis reca tanti doni ad Alessandro, ma egli ancor di più, conquistando ancora di più la benevolenza di diversi barbari. Gli indiani, tuttavia più bellicosi, continuavano a difendere le varie città, tanto che Alessandro inizialmente fece un patto con loro, poi li uccise tutti alla sprovvista (uno dei pochi episodi di slealtà, che fa cadere il mito dell’intrepido), Alessandro fa uccidere diversi filosofi che ponevano contro di lui popoli liberi. 60. Viene presentato lo scontro con Poro sul fiume Idaspe, narrato dallo stesso nelle “Lettere di Alessandro” (Poro, Re di un territorio indiano al di là dell’Idaspe, Alessandro che lo vinse lo lasciò però a capo del suo regno. Dopo la morte di Alessandro fu ucciso da un generale macedone): Poro teneva sempre di fronte gli elefanti per tenere controllato l’attraversamento del fiume, Alessandro ogni giorno voleva che si producesse grande rumore nell’accampamento, suscitando grande tumulto per abituare i barbari a non darsene pensiero, poi in una notte tempestosa procedette lungo la riva, attraversando il fiume passando da un’isola, dove vi fu una forte tempesta, il fiume gonfiandosi, i Macedoni si trovavano al centro e non al sicuro, Alessandro dice di attraversare il fiume fino a giungere sull’altra riva, e vennero incontro loro cavalieri e carri che Alessandro mise in fuga, fece bottino dei carri e uccise cavalieri. Poro capì che Alessandro in persona aveva guidatol0altrraversamento e gli marciò contro con il suo esercito, Alessandro temendo gli animali e il numero di nemici, attaccò da due ali destra e sinistra, si combatte con elefanti in confusione. Si narra che Porro aveva una taglia fisica grande, proporzionato ai suoi elefanti, Plutarco riporta la sua intelligenza: l’elefante di Poro quando il re è ferito gli toglie con la proboscide i giavellotti che lo avevano colpito. Quando fu preso prigioniero Alessandro gli chiese come lo si doveva trattare e Poro rispose <<Da Re>>, e così fece lo lasciò re e nominò satrapo, aggiungendogli terre. 61. Un po’ più tardi dalla battaglia a causa delle ferite subite, o a causa della sua vecchiaia (aveva trent’anni) morì Bucefalo, il cavallo di Alessandro. Alessandro colpito perché come se avesse perso un amico fidato, costruì in suo ricordo una città presso l’Idaspe chiamandola Bucefalia. Anche quando perse il cane di nome Perita fece costruire una città con il suo nome. 62. La lotta contro Poro aveva stremato i Macedoni, stanchi di combattere resistessero ad Alessandro che avrebbe voluto passare anche il Gange, poiché ritendeva un fallimento tornare indietro. Gli amici riuscirono tuttavia a convincerlo della grandezza di quanto era stato fatto e Alessandro per celebrare l’impresa e la propria gloria fece costruire dodici altissimi altari dedicati ai dodici dèi dell’Olimpo. Si dice che poco gli sarebbe bastato per conquistare quella zona in quanto il Re di quel luogo era odiato e disprezzato dal popolo. 63. Alessandro decise di muoversi per vedere l’Oceano, facendo costruire a tal proposito molte navi e attraversando fiumi. La navigazione tra i fiumi però non fu pacifica, in quanto egli sbarcava per attaccare le varie città. Contro i Malli, il popolo più bellicoso dell’India fu gravemente ferito, rischiando la vita, tanto che fu posto sotto controllo per lungo tempo si sparse la voce che fosse morto, per questo indossando il mantello uscì facendosi vedere dai Macedoni, e fatto sacrificio agli dèi salpò per continuare il viaggio e sottomise città e regioni. 64. Viene presentato l’interrogatorio ai dieci Gimnosofisti che avevano istigato la Ribellione i Sabba (satrapo indiano) facendo delle domande a brucia pelo, se avessero risposto male li avrebbe uccisi a uno a uno, Alessandro rimase stupito delle loro risposte argute, e convinto delle risposte li congeda e fa loro doni. 65. Alessandro manda il filosofo Onesicrito a chiamare i sapienti: Calano gli ordinò insolente di togliersi la tunica e di ascoltare le sue parole da nudo, in caso contrario non avrebbe parlato nemmeno se fosse venuto in nome di Zeus. Dandami fu più cortese, dopo aver sentito parlare di Socrate e Pitagora, si chiese perché Alessandro avesse fatto un così lungo viaggio per lui. Tassile persuase Calano ad andare da Alessandro, si chiamava Sfine, ma siccome salutava con il termine indiano “calè” così lo chiamavano i Greci. Calano propose ad Alessandro un modello di governo -> buttò a terra innanzi a lui una pelle di bue secca e ne calpestò due estremità, premuta in un punto si sollevò da altre parti, girando tutta intorno fece vedere che ugualmente si sollevava finché si pose al centro ed essa rimase ferma: significava la necessità che Alessandro facesse sentire la sua presenza rimanendo al centro dell’Impero, senza allontanarsene. 66. Dopo sette mesi lungo i fiumi Alessandro arriva all’Oceano, navigò fino a un’isola che chiamò Scillusti (o Psiltuci), qui fece sacrificio agli dèi pregando affinché nessun uomo dopo di lui oltrepassasse i limiti della sua spedizione. A questo punto parte dell’esercito si mosse navigando con a capo Nearco, mentre l’altra parte, con a capo Alessandro, si mosse via terra: un gran numero di questi ultimi morirono, per malanni, cattiva alimentazione e caldo torrido e dopo 70 giorni raggiunsero la Gedrosia, dove trovarono in abbondanza rifornimenti. 67/68. Da lì si mosse in processione Bacchica fino alla reggia di Gedrosia dove organizzò una festa. Lo raggiunse Nearco riportandogli il resoconto della spedizione. Durante la marcia di ritorno, diverse circostanze tra cui le gravi perdite dell’esercito, le pesanti ferite che lo avevano indebolito, portarono a una ribellione generalizzata di satrapi e popolazioni sottomesse. Per reprimere ciò mandò Nearco in mare mentre egli si mosse nell’entroterra. In quel momento anche Cleopatra e Olimpiade si ribellarono ad Antipatro dividendosi il Regno: Cleopatra-Macedonia / Olimpiade-Epiro. 69. Arrivato in Persia, Alessandro fece distribuire denaro alle donne come erano soliti fare i Re Persiani, poi quando trovò violato il sepolcro di Ciro uccise il colpevole anche se si trattava di un nobil uomo. In Persia Calano che aveva sofferto di grandi dolori di ventre chiese che gli venne eretta una pira, portato a cavallo, pose suoi capelli sulla pira come primizia di offerta e salì sul rogo dopo aver salutato i Macedoni presenti, sacrificandosi. 70. Al ritorno da quella cerimonia Alessandro, riunito a pranzo propose una gara tra amici, con premio a chi avesse bevuto più vino, Promaco fu vincitore, morì dopo tre giorni, come lui tanti altri dopo aver bevuto a causa del freddo. A Susa celebra le nozze degli amici, con l’intento di favorire la fusione tra Macedoni e Persiani, (324), assegnando le ragazze migliori ai suoi uomini, egli stesso prese in moglie Statira, figlia di Dario (chiamata anche Barsine, fu poi uccisa da Rossane), per quelli già sposati organizzò un banchetto regalando a ciascuno una coppa d’oro, pagando ai creditori i debiti dei suoi soldati per una grandissima somma di talenti. Antigene mentì sui debiti, Alessandro adirato lo cacciò e gli tolse il comando, Antigene da sempre fedele e a fianco fin da Filippo, non accettò il disonore e tentò di uccidersi, Alessandro preoccupato depose la sua ira e gli lasciò il denaro. 71. I trentamila ragazzi che Alessandro aveva fatto istruire nelle lettere e nelle armi erano diventati vigorosi, il che aveva spaventato i Macedoni che temevano di essere tenuti in minor conto. Quando Alessandro decise di mandare sulla costa i malati e i feriti, i Macedoni si sentirono offesi poiché venivano lasciati da parte proprio alla fine dopo aver combattuto per lui, e chiesero allora di congedare tutti dato che ora aveva questi nuovi uomini forte. Infine, i Macedoni capirono di essere stati trasportati dalla gelosia e dopo giorni a lamentarsi e chiedere al Re di perdonali, egli uscì e congedò tutti coloro che non erano più in grado di sostenere la guerra, colmandoli di doni. Scrisse anche ad Antipatro che questi stessero in prima fila con una corona al capo durante gli spettacoli a teatro, e che ai figli dei caduti fosse riconosciuta una pensione. 72. Giunto a Ecbatana nell’estate del 324 morì Efestione, febbricitante aveva bevuto un boccale di vino freddo, Alessandro non fu in grado di placare il proprio dolore per la sua perdita: fece tagliare le criniere ai cavalli in segno di lutti, abbatté i merli sulle muta, crocefisse il medico. Non permise la musica per molto tempo finché giunse ad Ammone un responso dall’oracolo che diceva di onorare Efestione e di fare sacrifici come a un eroe. Per dimenticare il dolore Alessandro ricorse alla guerra e sottomise la tribù dei Cossei facendo uccidere i giovani combattenti come sacrificio in nome dell’amico defunto. 73. Mentre avanzava verso Babilonia, Alessandro incontra Nearco, il quale lo avverte che i sacerdoti Babilonesi gli consigliavano di stare lontano da Babilonia. Plutarco racconta di presagi riguardo a questo che turbarono molto Alessandro. 74. Alessandro aveva paura di Antipatro e dei suoi figli, tra i quali Iolao, il più giovane (sospettato poi di aver avvelenato Alessandro). Cassandro, il figlio più anziano, giunse da Alessandro per discolpare il padre, e alla vista dell’atto proskynesis nei confronti di Alessandro da parte dei barbari scoppiò a ridere, Alessandro gli prese la testa e glie la batté contro il muro. Si dice che, quando fu divenuto Re di Macedonia, Cassandro a Delfi vide una statua di Alessandro e gli tremarono le membra, per la paura radicata e terribile che Alessandro suscitava in lui. 75. Si racconta di quanto Alessandro nell’ultimo periodo di vita sia fortemente superstizioso: bastava un piccolo fatto insolito per far sì che la reggia si riempisse di gente che faceva sacrifici, auspici, purificazioni (Plutarco dice che la superstizione lo riempì di stoltezza). C’è chi parla della morte di Alessandro data da un forte dolore alla schiena, chi perché data la sete provocata da una grande febbre, continuò a bere vino, morendo in delirio. 76. Viene raccontata la versione ufficiale della morte di Alessandro: Dormì a causa della febbre nella sua camera e per giorni giocò a dadi con Medio, Poi fece il bagno, sacrificio agli dèi, prese del cibo. Il giorno venti fece nuovamente il bagno e rimasto lì ascoltò Nearco che gli raccontava della navigazione e del grande mare. Ebbe la febbre per tutti i giorni e le notti seguenti. Parlò con i generali per mettere a capo gente esperte, fu portato nella reggia ma la febbre non passò, il ventotto sera morì, nel mese di maggio-giugno del 323. 77. Plutarco parla di questa versione, come probabilmente una invenzione. Fa riferimento a come in seguito a una denuncia, Olimpiade fece mandare a morte molti, facendo disperdere le ceneri di Iolao, affermando che costui avesse avvelenato Alessandro (Alcuni parlano del fatto che i veleni venissero da Aristotele), Rossane, incinta, con una lettera falsa attira a sé Statira e la sorella, aiutata da Perdicca, le uccise. Plutarco conclude ricordando che Perdicca raggiunse presto un grandissimo potere, con Arrideo suo figlio, mentalmente minorato, tanti dicono a causa di Olimpiade che gli amministrò delle droghe.
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