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La vita di Giovanni Pascoli, Appunti di Italiano

La vita e le opere di Giovanni Pascoli, poeta simbolista italiano. Si parla della sua infanzia felice, ma segnata dalla morte del padre e di alcuni fratelli, della sua formazione universitaria e della sua carriera di professore. Si approfondisce la sua poetica, basata sul concetto del fanciullino e del simbolismo, e si analizzano alcune delle sue opere più importanti. Inoltre, si parla delle sue ideologie politiche e della sua vita privata, caratterizzata dalla vicinanza alle sorelle e dalla difficoltà di accettare il matrimonio di una di esse.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 12/08/2022

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Scarica La vita di Giovanni Pascoli e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! GIOVANNI PASCOLI VITA: ➔ Decadentismo: D’Annunzio (esteta, non classificabile) e Pascoli (simbolista) ➔ Simbolista: significato ulteriore in quello che Pascoli annuncia ➔ Aspetto esteriore un po’ contadinesco ha contribuito all’immagine di poeta buono e per bambini ➔ Pascoli: “parlare come un fanciullino” → parlare semplice ➔ Nel “Saggio di Poetica” lui spiega come intende la sua poesia semplice (anche Pirandello con “L’umorismo”) ➔ I lutti che ha subito lo hanno segnato fortemente ➔ Non si sposò mai, nonostante i fidanzamenti, quasi per forma di rispetto alla famiglia che non voleva dimenticare ➔ Ha due sorelle: Ida (abbandona il nido familiare e si sposa; forse Pascoli è innamorato di lei) e Maria (lei e Pascoli vivono il matrimonio di Ida come un tradimento vero e proprio; quando Pascoli le disse che forse aveva trovato una donna, Maria non lo sopportò e allora Pascoli non si sposò più) ➔ Come si esprime il poeta simbolista? Attraverso figure retoriche legate alla sfera del suono “fonosimbolismo”, ma anche del significato ➔ l simbolismo, ossia vedere un significato e un simbolo ulteriore nella realtà, viene espresso in un modo che non è chiaro e immediato, ma attraverso figure retoriche che sono legate spesso al suono, da qui il fonosimbolismo (simbolo espresso attraverso figure di suono) ➔ Il poeta non è più vate, non deve insegnare, ma è veggente, ossia ha una capacità maggiore di intuire i simboli e il significato rispetto agli altri e di decifrare eventuali messaggi. Suoni: utilizza molto le onomatopee, allitterazioni, assonanze e consonanze (vocali e consonanti simili o uguali in parole vicine), le rime interne (es. ‘lo sciabordare delle lavandare’) Significato: utilizza molte metonimie e gli ossimori Simbolismo (per immagini): troviamo le sinestesie e le analogie (similitudini condensate), ossia paragone tra due oggetti o due immagini accostate senza il come e il così (es. ‘nevica la frasca’), ma anche le metafore ● Egli nasce a San Mauro di Romagna il 31 dicembre del 1855 ● Primo di otto figli di una famiglia benestante. Suo padre era l’amministrazione della Tenuta dei Principi Dordogna e garantiva alla famiglia un certo benessere ● Due di questi otto fratelli muoiono molto piccoli. Tuttavia trascorre un’infanzia felice. ● Quando aveva 12 anni, il 10 agosto 1867, la notte di San Lorenzo, suo padre viene ucciso da sicari sconosciuti. Evento che gli ha sconvolto la vita ● Non si sa perché viene ucciso ma di lì a poco successe una catastrofe nella famiglia La madre muore di “dolore” e muoiono tre fratelli, mentre gli altri orfani vengono spartiti in convento, in collegio o a lavorare. Anche Giovanni vede un cambiamento enorme nella sua vita ● Lui, il quarto di otto fratelli, continuò a studiare nel collegio (anche per la sua bravura) e si diplomò da un Liceo Classico. Ebbe una borsa di studio per continuare gli studi all'Università di Bologna ● Fin da subito, Carducci lo notò e trovò subito lavoro ● Pascoli, che a livello politico non si era mai esposto, in questi anni fece delle rivolte. Partecipò a delle manifestazioni con degli anarchici e fu arrestato e imprigionato per tre mesi, vita povera e gli viene tolta la borsa di studio, poi ripresa grazie a Carducci ● Ha dei pensieri legati anarchici di sinistra, però le sue ideologie politiche sono mosse da uno spirito di egualitarismo pascaliano. Egli vorrebbe una maggiore giustizia sociale, vorrebbe un solidarismo tra gli uomini, una sorta di socialismo ● Si riesce a lavorare e ottiene un posto di lavoro con delle supplenze prima a Matera, poi a Massa e poi a Livorno. Appena poté avere un po’ di soldi per sé decise di portare a vivere con se le due sorelle, Ida e Maria ● Il suo sogno era di ricostruire quel nido familiare che avevano perso e quella tranquillità che avevano sempre sognato. L’obiettivo è di ricostruire una nuova famiglia ● Questo nido domestico è basato sulla loro unione e sul culto dei morti, e quindi il continuo rievocare la famiglia di origine e rievocare le loro memorie (dei fratelli e soprattutto del padre e della madre) ● Nel 1895 la sorella Ida si sposa (sua sorella prediletta) e Giovanni entra in un’intensa crisi di gelosia ● A questo punto lui e Maria si trasferiscono prima in affitto e poi comprano una casa a Castelvecchio di Barga e vivranno lì fino alla morte. Conduce una vita molto ritirata e si sposta solo per partecipare ai concorsi di poesia e alcuni giorni della settimana risiede a Bologna, dove eredita la cattedra di letteratura italiana di Carducci ● Egli, oltre alla professione di professore, si espone nel 1911, quando scrive un discorso celebrativo per l’impresa coloniale in Libia, intitolato “La grande proletaria s'è mossa”. Lui non è nazionalista ma pensa che la Libia, possa essere una seconda possibilità per i contadini ● Muore a Bologna nel 1912 di cirrosi epatica, poiché beveva molto “X agosto” - Poesia più emblematica di Pascoli al giorno d’oggi, tuttavia prima era “La cavalla storna” (tema tragico ma sembra una filastrocca) - Le poesie di Pascoli sono apparentemente leggere, ma spesso nascondono un significato profondo - Tratto dalla raccolta di “Myricae”(1897): “non omnes arbusta iuvant humilesque myricae”, Virgilio (Tratto dalla quarta Bucolica) - Le myricae sono gli arbusti della montagna mediterranea, cespugli bassi che si trovano vicino alle spiagge - “I Canti di Castelvecchio” sono l'altra raccolta principale insieme a ‘Le Myricae”: entrambe obbediscono alla poetica del fanciullino ● Secondo Pascoli la migliore poesia dovrebbe essere quella fanciulla, ossia come se fosse scritta da un bambino. Tutti l’abbiamo dentro, solo in alcune persone si vede mentre in altre dorme (perché l’adulto non ascolta la voce del fanciullo). ● Colui che ascolta sempre il fanciullo è il poeta che gli dà voto. ● Il fanciullo si stupisce, più una cosa è piccola più la rende grande, più che un problema è grande che il bambino lo rimpicciolisce. ● Saper cogliere il significato nascosto delle cose con gli occhi di un bambino stupendosi come “un novello adamo” che metteva il nome a tutto ciò che vedeva e sentiva, le classificava, come fa il poeta. ● Il poeta si esprime con un linguaggio molto basso e umile, proprio come gli arbusti della macchia mediterranea che crescono bassi, linguaggio semplice. ● Il bambino si esprime spesso con le onomatopee, riproduce i suoni che sente e così fa il poeta. Il poeta mette su carta tutto ciò che la vocina interiore gli suggerisce. ● Secondo Pascoli la poesia non nasce dalla cose, ma è il poeta che riesce a cogliere la poesia nelle cose “È dentro noi un fanciullino” ● È la pagina iniziale del fanciullino ● Appare l’idea secondo cui l’ispirazione poetica è la voce dell’infanzia che il poeta ha conservato in sé ● Cebes Tebano: interlocutore di Socrate che nomina il fanciullino nel dialogo di Platone ● v23-24: riferimento alla sorella Ida ● v28-33: rappresentazione realistica dell’infanzia, poesia delle piccole cose, i bambini fanno attenzione alle piccole cose, voce dell’ingenuità non filtrata dalle incombenze. Dunque l’adulto normale non è poeta perché si fa travolgere dall’età adulta e si fa coinvolgere da essa, mentre il poeta è diverso perché dà voce al fanciullino che ha dentro sé (il poeta non è vate, non deve insegnare) “Lavandare” - Componimento che metricamente si chiama madrigale (composta da due terzine ed una quartina) - Questa poesia è la più impressionista - Rappresenta tre quadri spezzati ma che tra l'inizio e la fine presentano la composizione ad anello - Risulta tutto più chiaro andando avanti con la lettura - Sono tre quadretti, immagini staccate ma che poi si riuniscono alla fine - Prima immagine: campo che è stato arato per metà ed è mezzo grigio e mezzo nero perché è stato lasciato il lavoro a metà perché è sera. Si lascia l’aratro nel mezzo e i buoi sono riportati nella stalla. La terra smossa è più scura, dopo l’aratura. È fine estate. Immagine colorata - Seconda immagine: dopo il lavoro le lavandaie lavano i panni nel lavatoi. Molti suoni - Terza immagine: riproduzione di una canzone popolare marchigiana. Solitudine della donna abbandonata dall’amato (per guerra o altro e che non è ancora tornato) come l’aratro lasciato abbandonato nel campo. La maggese è la terra dell’erba medica, campo che viene lasciato incolto per un anno in modo che ritorni fertile - Tema: solitudine, abbandono e tristezza - Presenza del fonosimbolismo: con le onomatopee (le cantilene e i tonfi) “Il Temporale” “Il lampo” “Il tuono” - L’argomento è simile - La struttura uguale (un verso staccato e tre versi vicini) - Verso introduttivo, stacco, esposizione dell'argomento - Queste poesie molto celebri esprimono in modo diverso “l’emozione di un attimo e la forte condensazione espressiva” in pochi versi di quello che succede quando c’è un temporale, lampo e tuono all’essere umano inteso in senso lato, il tutto interpretato dal poeta sofferente che ha subito dei lutti che fanno da sfondo alle poesie delle Myricae - Versi settenari - C’è più umanità, è meno emotivamente connotato - Versi endecasillabi - In questi due testi si nota la disperazione emotiva più forte - Il tono è piuttosto blando, è una poesia meno d’impatto. Egli descrive pittoricamente il momento del temporale con l'orizzonte rosso come il fuoco verso il mare e alle spalle nero qua e là stracci di nubi chiare, a brandelli - Nell’inquietudine c’è un casolare che appare nella luce. Si mette sullo stesso piano spaziale le immagini, ognuna accostata all’altra, ed in mezzo ad esse c’è la presenza umana: in mezzo al nero il casolare - Egli associa il lampo all’occhio esterrefatto, proprio come fa nel ‘X Agosto’ con l’immagine del padre che muore. - La descrizione del lampo è derivata dagli ultimi istanti di vita del padre, come un occhio che si sgrana e si chiude. - Morte del padre come il lampo: istantanea, improvvisa e fulminea. Ciò che segue è la morte, ossia la notte nera - Si trova più pathos e quindi un’accezione più patetica - È il capolavoro del fonosimbolismo pascoliano - Mamma che culla il bambino - L’immagine del casolare è rappresentata attraverso un'ala di gabbiano, ed è volutamente una giustapposizione di immagini - Il nido familiare è assediato - Si tratta dell’emozione di un attimo ● Condensazione espressiva: Pascoli è precursore di diversi movimenti che seguiranno. Il verbo ne ‘Il Temporale’ é unicamente “rosseggia”, poi è tutta una descrizione, per questo motivo ci sono immagini messa una accanto all’altra, per donare un quadro espressivo “L’assiuolo” - Strofa di sette novenari che rima con il verso ‘chiù’. La musicalità fa pensare ad una poesia leggera, ma non lo è - L’assiuolo chiamato ‘chiù’ (dal verso che fa) è un uccellino notturno che come tanti, cantando, porta iella secondo i contadini del passato. Come l’upupa nei Sepolcri di Foscolo. Pascoli conosce la natura, mentre Foscolo no. - L’atmosfera è misteriosa e fa da sfondo alla poesia, insieme alla morte e all’aldilà - Il biancore diffuso dalla luna, che c’è ma non si vede, sembra nuotare all'interno di un'alba perlacea - Il ‘chiù’ inizialmente è una voce dai campi, poi diventa un singulto e infine un pianto di morte: climax - Pascoli descrive un elemento naturale in modo altamente simbolico, in cui vede in modo ripetitivo i suoi cari mancati, al dolore interiore e alla morte del padre. Come la rondine del ‘X Agosto’ il nido è rappresentato da un uccellino “Il gelsomino notturno” ➢ Tutto sembra alludere a qualcosa di molto positivo, ma la poesia è molto carica di richiami all’oltretomba ➢ La descrizione è progressiva e comprende più sfere sensoriali. Va a descrivere in modo non-detto ciò che poi accadrà tra di loro: preterizione (si dichiara di non dire) ➢ Doppia analogia: 1) La costellazione delle pleiadi si muove nel cielo come la gallina nell’aia 2) La chioccetta è seguita da pulcini pigolanti come la costellazione delle pleiadi è seguita da altre stelle
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