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LA VITA DI GIOVANNI PASCOLI, Appunti di Italiano

Il contesto storico in cui visse Pascoli, caratterizzato da una forte crisi di alfabetizzazione e malattie, e la sua poetica stratificata che valorizza le piccole cose e la purificazione dell'uomo. Si parla anche della sua vita segnata da traumi e della sua ambizione a incarnare la figura paterna. Viene inoltre descritta la situazione dell'istruzione in Italia nel periodo in cui visse Pascoli.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 10/03/2022

chemy
chemy 🇮🇹

3 documenti

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Scarica LA VITA DI GIOVANNI PASCOLI e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! PASCOLI (1855-1912) Contesto storico Pascoli vive in un periodo caratterizzato da una depressione soprattutto nell’ambiente romagnolo, ed in Italia c’è una forte crisi di alfabetizzazione. L’Italia arriva da 200 anni di dominazione straniera, una segmentazione della penisola e 20% di bambini morti nel primo anno di età. L’età media in Italia è 35 anni. La realtà italiana è precoce ed è un paese malato a causa di tubercolosi e tifo perché c’è un’alta mancanza d’igiene e malnutrizione. L’alfabetizzazione è al 78% del popolo. In Sicilia Sardegna e Calabria supera i 90% sempre di alfabetizzazione. Nel 1859 viene istituita la prima legge per l’istruzione, la legge Casati che istituiva due cicli di due anni ed in 8 anni sei nel mondo del lavoro. Questo non risolve l’alfabetizzazione ma abbassa la percentuale. Nel 1878 viene istituita la legge Coppino con l’obbligo scolastico gratuito fino a 9 anni. Nel 1904 viene istituita una nuova legge, la legge Orlando con l’obbligo scolastico fino a 12 anni. In tutta Italia però c’era un forte problema per quanto riguarda i docenti che venivano spostati in tutta Italia, da Nord a Sud. L’istruzione viene affidata gran parte dal Clero e da qua vengono divise le istituzioni, quelle religiose e quelle statali. La Romagna in quel periodo è una zona depressa ed ha una densità abitativa minore e quindi inizia il turismo balneare ed il primo bagno in mare è stato nel 1843. In questo periodo avviene un vero e proprio riscatto grazie al socialismo che approda in quei territori. Nel 1919 c’è un vero e proprio scontro tra socialismo e fascismo e nascono il vero e proprio squadrismo fascista. Nel 1870 viene introdotta la tassa sul macinato ed è un elemento di destabilizzazione di tutta Italia. Questa tassa è ingiusta ed è basata sul soggetto e non in generale. Da qua nascono rivolte che non danno molti risultati ma muoiono molte persone, a partire da Umberto I nel 1900. Vita Pascoli è un vero e proprio enigma ed è indecifrabile e sfuggente. La poesia è per la maggior parte distrutta per colpa della sorella Maria. Per diverso tempo è stato definito un poeta per bambini ed era una lettura distorta. Questa vita è ricca di disgrazie. La sua vita è caratterizzata da una continua ricerca alla solitudine ma allo stesso tempo un attaccamento morboso con le sorelle. Dopo la morte del padre, che per lui è un trauma, diventa malato di mente e questa malattia la combatte scrivendo; infatti, la sua poesia è un suo bisogno. Per tutta la vita vive con un’angoscia perenne e vuole rimuovere gli elementi che non comprendono le sue opere. Dalle sue opere, dopo il trauma, si vede anche una convivenza con le sorelle che è morbosa; infatti, quando si allontanano da lui le sorelle, soprattutto Ida, ebbe un altro trauma, quello dell’abbandono da parte sua. La sua vita è inquietante e particolare. Nasce a San Mauro di Romagna nel 31 dicembre 1855 ed è il quarto figlio di dieci. Ha una discendenza nobiliare dalla Casata Sogliano al Rubicone. Il padre Ruggero amministra una tenuta agricola e ha una vita agiata e da una buona istruzione ai figli, però due figli gli sono morti da giovane. Muore il 10 agosto del 1866 mentre rientrava a casa. Giovanni ha un’infanzia serena, dolce e soleggiata. Vive ad Urbino per diverso tempo dove frequenta dalla prima elementare al primo anno di liceo. Inizia a scrivere diversi testi con l’aiuto dei padri scolopi. Quando aveva 11 anni muore il padre ed è stato il trauma più importante della sua vita. Tutti sapevano chi era il mandante dell’omicidio e chi l’aveva fatto, tranne la famiglia della vittima. Dopo questo fatto, inizia una serie di disgrazie nella sua vita. 1868 muore la sorella di Tifo e muore anche la madre per una crisi cardiaca 1871 muore Luigi, suo fratello 1876 muore Giacomo, suo fratello, di Tifo In nove anni viene dissolta la famiglia e restarono Maria e Ida, con cui si trasferisce da una zia a Rimini dove termina il liceo malvolentieri ma con risultati eccellenti. Qua ebbe una borsa di studio per l’università di Bologna. Gli anni a Come persona, Pascoli ambisce a diventare entrambe le figure di Padre e Marito, più precisamente vuole incarnare la figura paterna mai esistita. Lui ambisce alla democrazia linguistica con la popolarità e il linguaggio diventa del popolo. Poesia Attraverso la sua poesia rende grandi le piccole cose, le più umili. Pascoli sottolinea anche elementi che non sono concreti come la poesia e simboli. La sua poesia è particolare perché a primo impatto sembra semplice, ma al contrario ha strutture complesse e bisogna vedere le opere tramite la sinestesia, un fenomeno sensoriale e percettivo che però contamina le varie opere sul piano psicologico attraverso la sensibilità. La sua poesia la definisce la purificazione dell’uomo e da un valore sociale alla poesia con una dimensione regressiva che produce la diminuzione della vita frenetica. La tematica principale riguarda le sue origini contadine e con un elemento importante che è il NIDO* famigliare di una piccola borghesia. Questo nido però è in parte reso instabile per colpa dell’instabilità politica con l’alternanza di Giolitti e Crispi. La sua poetica la possiamo definire stratificata perché è composta da diversi livelli. Uno di questo è la pubblicazione tardiva, infatti Myricae viene pubblicato quando il poeta aveva 30 anni. Un altro livello consiste nella formazione poetica permanente e l’opera diventa di scandaglio. Questi due livelli formano la poetica come complessa e torrenziale, quest’ultimo significa che prende in considerazione diversi argomenti che mai nessuno aveva considerato. Pascoli è un grande studioso e principalmente studia diversi tipi di poesia che sono: - Poesia carducciana (con tema istituzionale che viene ripreso dal poeta) - Poesia occasionale (come funerali) - Poesia letteraria (nomi conosciuti e non) - Sperimentalismo linguistico (linguaggio basso in un registro alto) - Poesia famigliare (con accenni alla vita e alla morte) - Poesia goliardica (con divertimento e ironia) Nelle poesie famigliari ci sono diverse constanti che sono: ruolo dei genitori, soprattutto per quanto riguarda la madre vista con il Complesso di Edipo (attaccamento ad un genitore), mentre il padre viene visto maggiormente dal punto di vista finanziario e non affettivo. In questo tipo di poesia emerge anche il desiderio della ricostruzione famigliare nel senso antico del termine. E da qua ha origine il concetto di NIDO*. Il paesaggio in cui viene collocato questo nido, è indecifrabile ed irrealizzati e serve per comprendere il senso della sua opera formata da una dimensione primitiva ed intuitiva. Il cielo viene visto come una conca, visto come un nido dove rifugiarsi. Questo nido è un elemento di protezione, sicurezza, calore e crescita. La poesia che scrive è caratterizzata da un incubo constante e le cose piccole vengono viste grandi. L’universo è ricco di ombre dei morti, da tenebre. Lui scrive anche nella rivista “il Marzocco” dove Pascoli viene visto da fanciullo ad un superuomo perché viene visto come grande, come D’Annunzio. Nelle sue opere possiamo trovare tratti di decadentismo e alcuni di simbolismo. Il simbolismo possiamo trovarlo molto nella parte fonica. Sotto questo punto di vista i suoi eredi sono D’Annunzio e Montale. L’elemento fonico è un complemento e anche un elemento ereditario. L’elemento fonetico è caratterizzato da suoni onomatopeici e c’è una prevalenza di parole che producono suoni. In generale il simbolismo di Pascoli lo possiamo vedere nella sua vita; infatti, la vita è vista da lui come un insieme di simboli. Questo punto di vista è inedito e dà al poeta una dimensione inedita e misteriosa, questa dimensione misteriosa viene definito attraverso i simboli. Gli scopi delle sue opere sono: - Vedere la vita come vorrebbe viverla - Affrontare aspetti della vita che non ha mai potuto fare Nelle sue opere possiamo trovare anche uno studio psicanalitico che rende l’autore misterioso difficile da decifrare; infatti, la poesia possiamo rappresentarla come immersa nella nebbia, perché non è mai chiara ma per la maggior parte è indecifrabile. Nel 1891 pubblica “Myricae”, un’opera con un nome latino di una pianta della macchia mediterranea. Nel 1903 scrive i Canti di Castel Vecchio ed il suo ultimo viaggio iniziò nel 26 novembre del 1911 con l’opera “La grande proletaria si è mossa” che è l’unica opera in cui prende una posizione politica esplicitamente. In quest’opera scrive della guerra in Libia che è la prima guerra con mezzi come mezzi di combattimento. Questa sua opera fa parte dell’ultima parte della sua vita caratterizzata da una forte presenza di Maria, la sorella. Opere Myricae Il titolo dell’opera è il nome di una pianta povera. All’interno dell’opera c’è un vero e proprio ragionamento della poetica che confluisce qui. Quest’opera è un insieme di testi scritti nello stesso periodo con diverse tematiche e suggestioni, ad esempio, la capacità di scrivere in modo diverso nello stesso momento e la lirica simbolica nasce attorno al fanciullino. Edizioni: 1891 prima edizione composta da 22 poesie 1900 quinta ed ultima edizione con 156 testi (con 30 anni di produzione) I componimenti dell’opera non hanno un collegamento, ma sono solo frammenti. Ogni singolo testo è composto da frammenti con correlazioni definiti con la capacità di collegamento. I simboli derivano dal mondo naturale. All’interno dell’opera non c’è un vero e proprio realismo ma c’è un uso letterario di tutto ciò che un individuo non conosce. L’opera è composta da 15 sezioni con un continuo rimescolamento da poetica dal basso che deriva dall’opera Bucolico di Virgilio. È un libro ma frammentato, non c’è una logica che fa da collante ma c’è solo un principio matematico; infatti, ogni sezione ha una tipologia metrica, ad esempio, un frammento ha lo stesso numero metrico di un altro frammento. Il principio matematico è rappresentato dalla simmetria oppure dalla complementarità ad esempio: - Ricordi e pensieri - Mali e gioie del poeta Struttura È geometrica e va da micro a macro. 4 sezioni principali che sono 1. Dal 1 al 4 verso 2. Dal 5 al 12 verso 3. Dal 13 al 20 verso 4. Dal 21 al 24 verso La prima sezione in cui viene a conoscenza del motivo per il quale cadono le stelle, cioè le lacrime che cadono ed il cielo è partecipe al suo dolore. La seconda sezione in cui c’è l’uccisione della rondine e dove viene descritta la crudeltà degli uomini perché la uccidono solo per soddisfazione. In questa sezione viene rappresentata anche la madre come biografia interrotta bruscamente e la piccola rondine che si trova nel nido rimane senza la madre. La terza sezione in cui viene descritto il destino della rondine, una morte lenta e il figlio che si trova nel nido è incredulo e piccolo, questo è lo stesso punto di vista di Pascoli perché la vissuta in prima persona. La quarta sezione è la conclusione in cui è pessimista e il cielo diventa distaccato ed indifferente. La terra è vista come un granello di male, e da qua la poesia si sposta da personale e intima a universale e contro la cattiveria umana. In quest’opera c’è il parallelismo che viene rappresentato da vicende personali e naturali con l’uccisione di innocenti. C’è una contrapposizione tra mondo animale e mondo umano rappresentati dalla rondine e dell’uomo. Nel primo e nell’ultimo verso c’è l’elemento tematico con la caduta delle stelle. Ogni pezzo è incastrato nell’altro con un rapporto di simmetria. Il fanciullino Pascoli nel 1897 pubblica un tratto di poetica e sostiene che il rispetto verso il prossimo è una dote, una sensibilità molto sviluppata. Questo rispetto è anche verso il fanciullino di ognuno i noi uomini. Questa sensibilità fa vedere anche il mondo dal punto di vista del fanciullino. Il fanciullino secondo Pascoli è l’unica persona che può vedere i legami con il quale è costruito il mondo, e soprattutto è l’unica che riesce ad esprimerli nelle sue poesie. È un’opera di dichiarazione programmatica e dichiara scientificamente il programma della poetica. In quest’opera lui dice ha ognuno ha un fanciullino all’interno di sé stesso, ed è un bisogno di ognuno. Da quest’opera viene definito un poeta per bambini. Teoria del fanciullino Secondo Pascoli, ognuno di noi ha all’interno di sé stesso una parte che chiama “fanciullino” che la maggior parte degli adulti soffoca perché ritenuta infantile ma non si accorgono che il fanciullo vede ciò che gli altri non vedono. Il fanciullo ha tre prerogative: 1. Stringere rapporti segreti ed inconsueti tra diverse cose 2. Adatta al nome della cosa più grande alla cosa più piccola (sproporziona) 3. Costante sgomenta Non è una logica convenzionale e perché è capace di utilizzate la sua immaginazione e la sua utilità simbolica. Quest’ultima avviene nella poesia. L’uomo viene regredito per essere colui che dispensa purezza e dolcezza. Attraverso il fanciullino che c’è all’interno di Pascoli, lui riesce ad ascoltare il passato e lo ripropone, più precisamente ripropone esperienze passate nella modernità e di conseguenza riesce a mantenere i morti in vita.
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