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La Vita e la Poetica di Giovanni Pascoli: Biografia e Filosofia Poetica, Sintesi del corso di Italiano

Poetica e Stile LetterarioStoria della Letteratura Italiana ModernaBiografia dei Letterati Italiani

La vita di giovanni pascoli, nato in una famiglia di piccola borghesia rurale a san mauro di romagna, e la sua carriera da studioso e insegnante, caratterizzata da una forte influenza socialista e da una profonda sensibilità poetica. Viene inoltre esplorata la poetica di pascoli, basata sulla figura del 'fanciullino' e sulla concezione della poesia pura. La biografia di pascoli è importante per comprendere le opere del poeta in profondità.

Cosa imparerai

  • Che influenze politiche ebbe Giovanni Pascoli?
  • Che opere pubblicò Giovanni Pascoli e in quale ordine?
  • Come si sviluppò la poetica di Giovanni Pascoli?

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 28/04/2022

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chiara-pavone-5 🇮🇹

4.5

(2)

15 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica La Vita e la Poetica di Giovanni Pascoli: Biografia e Filosofia Poetica e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! LA VITA DI GIOVANNI PASCOLI Nacque il 31 dicembre 1855 a San Mauro di Romagna, proveniente da una famiglia della piccola borghesia rurale, era un fattore della tenuta “La Torre”. La sua era una famiglia patriarcale di ben 10 figli. La sua famiglia venne sconvolta dall’uccisione del padre Ruggero Pascoli. La famiglia dovette trasferirsi a Rimini ma dopo il primo lutto ne seguirono ben altri: quello della madre, della sorella maggiore, il fratello Luigi e Giacomo. Giovanni pascoli ricevette una formazione rigorosa al collegio degli Scolopi, In seguito proseguì gli studi a Firenze e ottenne una borsa di studio all’università di Bologna. Influenzato dal fascino dell’ideologia socialista, partecipò a manifestazioni contro il governo e fu arrestato nel 1879. Questa esperienza determinò il suo distacco dalla politica e riprese così gli studi iniziando la carriera di insegnante liceale. Qui visse con le sorelle ricostituendo quel nido familiare che i lutti avevano distrutto. Per questo nido familiare ristretto, egli ebbe una chiusura gelosa ciò evidenzia la fragilità psicologica del poeta. Egli aveva il ricordo ossessivo dei suoi morti e dei dolori ricevuti nel passato così che il poeta non ebbe rapporti con la vita esterna. Questo perché Pascoli riteneva che la vita amorosa fosse qualcosa di proibito e di misterioso, da contemplare da lontano. Ad un certo punto Pascoli vede il matrimonio di sua sorella come un tradimento proprio perché le esigenze affettive del poeta erano interamente soddisfatte dal rapporto con le sorelle, ma queste reazioni sono manifestazioni depressive. La vita di Pascoli perciò è un dato fondamentale per riuscire a capire le opere nel profondo. Dopo il matrimonio della sorella Ida, prese una casa a Castelvecchio di Barga, con la fedele sorella Mariù, a contatto con il mondo della campagna che per lui era un Eden di serenità e di pace. Di qui si susseguirono una serie di cattedre nelle varie università di Bologna, Messina, Pisa e infine di nuovo a Bologna. Nel 1891 egli pubblica la raccolta di liriche Myricae; nel 1897 uscirono i poemetti e in seguito i canti di Castelvecchio e i poemi conviviali. Vinse per 12 anni la medaglia d’oro al Concorso di poesia latina di Amsterdam. Negli ultimi anni gareggiò con il maestro Carducci e D’Annunzio nella funzione di poeta civile, vate. Il poeta si ammalò di un cancro allo stomaco e nel momento in cui si trasferì a Bologna per le cure si spense il 6 aprile 1912. LA POETICA Il centro della poetica pascoliana sta nel “fanciullino” pubblicato sul “Marzocco” nel 1897. Pascoli vede in fondo ad ogni uomo un fanciullo che fa vedere tutto con ingenuità, stupore e meraviglia. Dietro il mito del fanciullino è facile intendere la sua poesia come immaginosa, in realtà il suo modo alogico di vedere le cose ci fa sprofondare “nell’abisso della verità”. Dunque questo atteggiamento irrazionale ci permette di cogliere l’essenza segreta delle cose. Pascoli introduce la concezione della poesia pura: per il poeta infatti la poesia non deve avere fini estrinseci ma deve essere spontanea e disinteressata, tuttavia può ottenere effetti utili per la società. Nella poesia pura del fanciullino é implicito un messaggio sociale che invita gli uomini alla fratellanza aldilà della divisione in classi sociali. Per pascoli la poesia non sta solo in elementi elevati e sublimi ma è anche nelle piccole cose. Inoltre egli si propone sia come cantore delle realtà umili e dimesse sia come celebratore delle glorie nazionali ed evocatore dei miti e degli eroi classici.
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