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La vita e il pensiero di Vittorio Alfieri, Appunti di Italiano

Riassunto per letteratura italiana sulla vita e il pensiero di Vittorio Alfieri, con l'aggiunta di immagini.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 22/06/2023

edu.venezia
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38 documenti

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Scarica La vita e il pensiero di Vittorio Alfieri e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Vittorio Alfieri La vita e il pensiero Vittorio Alfieri nasce ad Asti il 16 gennaio 1749. Dopo la morte del padre, avvenuta nello stesso anno della sua nascita, la madre, Monica Millard de Tournon, una nobile severa e autorità, già vedova due volte, contrae un terzo matrimonio. Alfieri da bambino soffriva di depressione e aveva un umore malinconico. Alfieri viaggia ininterrottamente per sei anni, dal 1767 al 1772: prima in Italia, sostando a Milano, Firenze, Roma, Napoli e Venezia; poi in Francia, Inghilterra, Olanda, Austria, Germania, Danimarca, Svezia, Spagna, Portogallo e Russia. Non si tratta di viaggi appaganti ma fughe dettate dall’incapacità di rimanere fermo e da un costante senso di scontentezza di sé e degli altri. Sono anche anni di passioni travolgenti e di amori conflittuali, che lo spingono a fuggire di nazione in nazione. Alfieri disprezza Parigi, la Prussia di Federico II, la Pietroburgo della zarina Caterina II; a Vienna si rifiuta di incontrare Pietro Metastasio, il poeta più celebre del tempo, colpevole ai suoi occhi di essersi inginocchiato ai piedi dell’imperatrice. Non lo soddisfano le città né, tanto meno, l’alta società. Quando Alfieri torna a Torino, nel 1772, la prospettiva di condurre una vita del tutto simile a quella del giovin signore descritto da Parini nel Giorno lo disgusta tremendamente; l’insofferenza per il potere e l’autorità lo porta inoltre a rifiutare incarichi politici e amministrativi, spingendolo sempre più a rifugiarsi in sé stesso. Si avvicina alla letteratura, a cui egli si aggrappa anche per scacciare i propri fantasmi interiori: il 1775 è l’anno della sua ‘’conversione letteraria”. La sua prima opera, scritta in francese, se intitola Esquisse du jugement universel ed è un testo satirico che prende di mira i nobili e l’alta società torinese. La prima tragedia, che risale al 1775, si intitola Antonio e Cleopatra ed è ispirata dalla lettura Cleopatra del drammaturgo veneziano Giovanni Dolfin. Alfieri però non è affatto soddisfatto del risultato finale, ma comprende che la forma letteraria della tragedia gli offre la possibilità di esprimere la potenza del suo sentire, dando voce sia alla volontà di ribellione politica. Folgorato dalla scoperta della tragedia, egli riprende gli studi con tenacia e ostinazione, passando in rassegna i classici della letteratura italiana e latina. Il poeta soggiorna a Siena e poi, per tre anni, a Firenze, dove incontra la donna della sua vita, la contessa Luisa Stolberg d’Albany, moglie di un anziano nobile inglese cui Alfieri cerca con ogni mezzo di sottrarla. Nel 1787 va con lei a Parigi per curare l’edizione delle sue tragedie. Nel 1789, quando scoppia la Rivoluzione, è ancora in Francia. Nel 1792, minacciato in quanto nobile, fugge da Parigi per tornare a Firenze, dove resta fino alla morte, che lo coglie nel 1803, in estrema solitudine.
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