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La vita e le opere di Boccaccio, Appunti di Italiano

La vita e le opere di Giovanni Boccaccio, uno dei maggiori scrittori italiani del Trecento. Si descrive il suo periodo napoletano, la sua concezione dell'amore e della fortuna, e si analizzano le sue opere più importanti, tra cui il Decameron. Si parla anche della sua amicizia con Petrarca e della sua riflessione spirituale. un quadro completo della figura di Boccaccio e del suo contesto storico-culturale.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 18/05/2022

alessia-zambonin
alessia-zambonin 🇮🇹

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Scarica La vita e le opere di Boccaccio e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Boccaccio Nasce nel 1313 a FIrenze o Certaldo da una famiglia in cui della madre non si hanno molte notizie e il padre è un mercante, che cerca di indirizzarlo a fare il suo stesso lavoro, però la sua vocazione era quella letteraria che si manifesta molto precocemente, infatti boccaccio scrive i suoi primi componimenti poetici all’incirca all’età di sei anni. Nel 1327 il padre porta Giovanni con sé a Napoli, dove si era trasferito come rappresentante di una compagnia, sperando che il figlio si appassioni al mondo della finanza. Gli anni che Giovanni trascorre a Napoli sono molto intensi, conosce infatti i classici latini, la produzione cavalleresca e anche l’opera dantesca. Fu accolto alla corte di roberto II d'Angiò condividendo la vita spensierata ed elegante dei giovani aristocratici suoi coetanei. Il soggiorno napoletano è molto importante perché consente allo scrittore di un’osservazione della varia natura umana presente nella città campana che rappresenterà nel decameron. A Napoli boccaccio incontra fiammetta, boccaccio nota fiammetta in una chiesa e se ne innamora; la grande bellezza della donna genera in lui qualcosa che lo spaventa prima che accetti la servitù d’amore. Nel 1340 la crisi della compagnia dei bardi determina l’improvviso ritorno di boccaccio a firenze, si interrompe così a 27 anni il suo periodo allegro e spensierato. SI reca prima a ravenna e poi a forlì, per poi tornare a firenze nel 1348 a firenze, dove ha modo di constatare i terribili effetti della peste che in seguito scriverà nel decameron, dove la narrazione prende le mosse proprio dalla terribile esperienza della morte nera. La scomparsa del padre e la necessità di amministrare il suo patrimonio lo spingono a rimanere stabilmente in città. Boccaccio si adatta alla vita borghese di firenze, dove comunque si fa conoscere per le sue doti culturali e diplomatiche. La perdita di persone a lui care lo porta a una riflessione spirituale, alla quale non è estranea l’amicizia con lo scrittore petrarca, la frequentazione con lui, lo porta a una nuova concezione della letteratura, scrivere non è più piacere per intrattenere ma un impegno di tipo morale e religioso che vuole trasmettere un messaggio. Boccaccio si ritira a Certaldo, dove condurrà una vita dedita alle letture. Opere le opere vengono divise in: -periodo napoletano: ampia produzione dei versi in prosa, con spunti autobiografici. in questi scritti ha messo a frutto una ricca esperienza di lettore, attratto dai contenuti psicologici della poesia a lui contemporanea.Rime (con tematica amorosa, esistenziale, spirituale e politico). -rime: testi di ispirazione stilnovista e dantesca, incentrato su argomento moroso, esistenziale, spirituali e politici. -filocolo: prima opera in prosa, romanzo in 5 libri. le tematiche sono tipiche del romanzo greco latino, quindi l’avventura, il viaggio e la passione amorosa. -opere del periodo fiorentino: grazie all’influenza toscana si vede un certo autobiografismo e ai modi di un gusto ancora acerbo subentra una certa maturità espressiva. A firenze trova un panira culturale fortemente segnato dalla poesia allegorica. Opere importanti amorosa visione e elegia a madonna fiammetta, un romanzo in prosa dei primi anni quaranta, che narra la triste storia di una giovane lasciata dall’amante per un’altra donna. Quest'opera viene considerata molto innovativa. -decameron: è considerata la culla della narrazione italiana. La struttura narrativa è costruita a cornici concentriche che consente all’autore di sperimentare vari livelli del racconto. è costituita da 100 novelle, portatrici di una visione del mondo che esalta i valori di una società ordinata in base a precisi ordini valori etici. La materia è organizzata dal basso al sublime dei valori più nobili. i temi sono vari e ispirandosi a temi diversi. Temi -I due universi ideologici e valoriali nell’ambito in cui boccaccio si sofferma sono: cortese e borghesia. Il suo periodo a napoli costituisce un’esperienza umana e culturale di ampiezza e ricchezza; napoli in questo periodo è una delle maggiori città metropolitane europee e sede della corte angioina, che aveva caratterizzato i secoli precedenti per quanto riguarda la produzione letteraria, grazie alla compresenza del mondo commerciale-borghese si modella la produzione di boccaccio degli anni napoletani, ma anche gli anni successivi fiorentini, che vedranno la concezione e la stesura del decameron. -l’amore:Gli anni napoletani per boccaccio sono gli anni dell’esperienza della vita a corte e insieme di una concezione dell’amore legata a un’immagine idealizzata di questo sentimento, vissuto sulla base di una lunga tradizione culturale e letteraria molto varia.nell’elegia di madonna fiammetta, lo scrittore immagina che la nobildonna napoletana fiammetta scriva una lunga lettera alle donne innamorate, in essa ripercorre le tappe salienti della propria relazione con extraconiugale con il mercante fiorentino. Boccaccio riadatta i modelli della tradizione a un nuovo modo di intendere l’amore, attento alla propria esperienza personale. In tal senso si può affermare che il personaggio di fiammetta (nell’elegia di madonna fiammetta) rappresenta una proiezione letteraria del vissuto sentimentale dell'autore ; qui si assiste al superamento dei rigidi stilemi dell’amore cortese e stilnovista, nella direzione di una maggiore concretezza. Nel decameron l’amore di cui si parlava era rappresentativo e più oggettivo,boccaccio si farà difensore dei diritti della natura. La concezione di boccaccio dell’amore è di assoluta novità lo scrittore infatti parla di dell’amore come esperienza pienamente umana e concreta,sviluppando nella trattazione di questo argomento anche gli aspetti più concreti della passione come l’attrazione fisica, la dimensione sessuale. -la fortuna: è uno delle tre principali forze che guidano le azioni degli uomini. spesso i destini dei personaggi del decameron sono determinati dalla fortuna intesa come caso fortuito, il concetto della fortuna per boccaccio è laico: essa è costituita ai suoi occhi da un insieme di forze, eventi e accidenti incontrollabili da parte dell’uomo che però può cercare di contrastare l’azione opponendo le risorse dell’intelligenza. Si tratta di un modo molto diverso rispetto a quello di dante, che per lui la fortuna è qualcosa di angelico, che ha il compito di trasferire i beni materiali da un individuo all’altro per far comprendere agli uomini il carattere effimero delle cose di questo mondo. -polemica contro le donne: nell’ultima fase della sua vita boccaccio prende le distanze dall’esaltazione della donna che aveva espresso attraverso quasi tutte le sue opere. la visione femminile che emerge dal corbaccio è sconfortante; le donne vengono considerate animali imperfetti, agitate da mille passioni che sanno nascondere agli occhi degli altri. questa inversione di tendenza è dovuta molto probabilmente a un risentimento personale nei confronti di una o più donne, che lo avevano sentimentalmente deluso, oppure era in preda a una vera e propria crisi religiosa, oppure potrebbe essere stata una scelta letteraria, le donne rappresentavano un tema letterario già classico, quindi è probabile che boccaccio abbia voluto allontanarsi da questo tema. inquietudine per lo scorrere del tempo; tale equilibrio sul piano stilistico da origine alla mescolanza di toni popolareschi e citazioni letterarie. -lorenzo de’ medici: rese firenze centro della cultura umanistica, nella sua produzione letteraria, occasione per evadere dagli impegni della vita politica, si coglio l’eterogeneità di temi e generi, nonché l’eco della tradizione sia classica che in lingua volgare. Scrisse poemi incentrati sull’amore e alla sacre rappresentazioni, inoltre anche canti espressione della sua vena popolareggiante e gioiosa, si cimenta con un gran numero di modelli, non sempre assimilati in maniera profonda e creativa. Sottostava alla tradizione classica e trecentesca, i canti carnascialeschi erano poesie corali con vena popolareggiante e gioiosa. -poliziano: entra a servizio di lorenzo de medici nel 1473, divenendo poeta simbolo dell’umanesimo, era un traduttore di testi greci e latini, autore di opere in versi e prosa in lingua latina. cercò di imitare i grandi classici della letteratura, mescolando forme e suggestioni diverse. nella produzione in volgare si concentra sulla classicità in quanto sono presenti vocaboli e stili della poesia volgare.la fabula di orfeo è la prima opera teatrale in volgare di argomento profano, grande varietà di toni e argomenti hanno come corrispondenza dei registri formali in linea con la volontà dell’autore di esplorare le oscillazioni della sua anima in bilico tra realtà e sogno. Le stanze di messer Angelo poliziano appartengono al genere encomiastico, la trama calata in una dimensione mitica. i personaggi e la natura non hanno nulla a che fare con l’esistenza reale. Quindi il poliziano si concentra di più sulla cultura classica e poesia in volgare scrivendo la favola di orchestra, rime e stanze per la giostra, che è di genere encomiastico e una trasfigurazione della realtà. Il poema cavalleresco Il poema cavalleresco dal XIV vengono rielaborate le storie in chiave popolare e diffuse da cantastorie di carlo magno e re artù. Nei cantari i cavalieri e paladini si trasformavano in personaggi mossi da sentimenti, coinvolti da sentimenti, vicende comiche e fantastiche. In età umanistica i racconti della tradizione si diffondono non solo sulle strade e nelle piazze ma anche nelle corti signorili, grazie a una nuova generazione di poeti colti che rinnova la materia cavalleresca dotandosi di un abito letterario consono ai gusti del pubblico nobile. Sono stati utilizzati elementi comici e fantastici e venivano recitati nelle piazze da cantastorie e giullari nell’età umanistica, nota per la rielaborazione colta e letteraria dei cantari per le corti signorili. -luigi pulci: nato a firenze, entrò ben presto a far parte della cerchia di lorenzo de medici, è un rappresentante del filone della poesia volgare e ludica, tratto distintivo della cultura popolaresca toscana. la sua opera più celebre è il poema morgante, pubblicato in due diverse redazioni, il tema cavalleresco è svolto con intensi dissacranti, la materia carolingia rappresenta in forme comiche e messa in parodia,il disordine della trama rispecchia la descrizione di un mondo alla rovescia, vorticoso e confuso, di conseguenza anche il linguaggio presenta un repertorio espressivo costituito da espressioni popolareggianti con neologismi e termini colti e locuzioni letterarie, si tratta di una contaminazione di componenti colte e popolaresche grazie alla quale pulci può mettere in discussione i vari valori della civiltà umanistica. quindi pulci utilizza la materia carolingia in forma comica e parodica, dissacra i valori umanistici e religiosi, ha uno stile espressionistico, unisce i registri lessicali differenti. -Boiardo: i suoi incarichi nella corte a ferrara gli impediscono di impegnarsi nell'attività letteraria, la sua produzione letteraria comprende volgarizzazioni di opere latine e greche. La sua opera maggiore è l’innamoramento di Orlando (Orlando innamorato), poema cavalleresco incompiuto in cui i valori del codice cortese vengono rivissuti a beneficio del pubblico. la materia narrativa del ciclo carolingio si fonde con quella del ciclo bretone, di cui rievocano gli amori, avventure e incantesimi. l’amore in particolare è implacabile che condizionale l’esistenza degli uomini, a rappresentare il motore dell’azione. Anche lo stile è risultato di una fusione tra piano colto e popolare. Boiardo si concentra di più sulla materia carolingia (storie di carlo magno) e bretone (storie di re artù), amore come motore dell’azione, i valori cavallereschi adattati agli ideali di corte e lo stile è l’insieme di colto e popolare. Il rinascimento la trattatistica umanistico rinascimentale nasce dall’esigenza di fissare norme intese a regolare ogni aspetto del pensiero e dell’attività umana, il trattato in prevalenza in volgare e sovente in forma di dialogo, manifesta l’aspirazione del ceto intellettuale a una identità comune, condivisa al di là dell’appartenenza all’una o all’altra corte, celebrate quali ambienti aperti e pluralisti. l’influenza del platonismo e dell'aristotelismo e il principio dell’imitazione dei classici con la proposizione di modelli astratti di perfezione suggeriscono l’adozione di stili comuni alla lingua, nel sentimento amoroso e nel comportamento. definizione di norme intese a regolare le attività umane, aspirazione del ceto intellettuale a un’identità comune, la celebrazione della corte quale ambiente aperto e pluralista, uso volgare e della forma dialogica. -bembo: era un aristocratico venezino, trascorre la sua vita tra il veneto e roma, dove è candidato cardinale e poi muore nel 1547. La sua prima opera di rilievo è il trattato in volgare di Gli asolani, nel quale rifiuta la visione dell’amore ridotto ad appetito carnale, esaltandone al contrario la funzione benefica quando si risolve nella contemplazione della bellezza ideale e divina. Questa concezione è ripresa anche anche nelle rime, in cui i caratteri della bellezza femmminile e dell’amore platonico sono ricalcati dal canzoniere di Petrarca. il petrarchismo in bembo viene definito in termini teorici nelle prose della volgar lingua. il modello di lingua letteraria proposto è ricavato dal toscano di dante e petrarca ed è destinato a determinare la frattura tra lingua scritta e parlata. bembo esalta l’amore platonico, superiorità del fiorentino letterario, definizione di un modello di lingua unitaria, distinzione fra lingua scritta e parlata. -castiglione: ha scritto il corteggiano, modello di uomo ideale di corte, come caratteristiche deve avere la grazia e la sprezzatura (quindi la naturalità e spontaneità). -della casa: scrittore del galateo, codice delle buone maniere. Petrarchismo Nel 400 l’imitazione in volgare di Petrarca costituisce la forma privilegiata di poesia, attuata con mescolanza di temi, linguaggi e metri differenti. Tale tendenza acquista rigore nuovo nel 500. Bembo è sia teorizzatore dello stile di petrarca quale modello esclusivo di lingua poetica sia uno dei maggiori esponenti della corrente petrarchista. la scrittura petrarchesca ha una diffusione in italia e in europa la rende un mezzo di affermazione personale e di promozione sociale, consentendo per la prima volta in maniera non occasionale l’accesso alla lirica anche alle donne. il petrarchismo era il modo di espressione della classe aristocratica, riflette aspirazioni al decoro e alla misura, al bello assoluto e all’amore ideale. nei canzonieri l’esperienza del quotidiano si rivela dunque priva di ogni aspetto concreto alla vicenda amorosa mette in scena, in conformità al modello, il dissidio tra amore spirituale e amore profano. sul piano dello stile, l’imitazione del monolinguismo di petrarca produce un lessico astratto e forme retoriche ripetute all’eccesso. petrarchismo come moda sociale e culturale dell’aristocrazia, decoro-misura-ricerca del bello, dissidio tra amore spirituale e profano, lessico astratto e forme retoriche ripetute. -michelangelo buonarroti: si forma nella corte medicea ma andava spesso a roma. nelle rime affronta le regole e le convenzioni proposte da bembo per esprimere la contraddittoria vitalità del suo animo, perennemente lacerato e in conflitto, da qui ne deriva uno stile spezzato e faticoso che richiama le asprezze del dante delle rime petrose. le rime di michelangelo hanno una vitalità di un animo lacerato, con uno stile aspro e spezzato. -isabella di morra:poetessa lucana, costretta a vivere in un castello insieme alla madre e ai sette fratelli dopo la fuga dal padre. nelle sue poche rime, la giovane esprime il dolore per la sua condizione attuale di solitudine e prefigura la tragica conclusione della propria esistenza. Anticlassicismo La letteratura antiaccademica, le cui origini affondano nella poesia comico realistica, rifiuta ogni controllo normativo ed esprime una lettura non idealizzata della realtà, rovesciando il sublime con la rappresentazione del comico. è soprattutto il modello petrarchista imposto dal bembo di cui si contestano l’artificio e l’astrattezza. gli anticlassicisti esprimono istanze estranee alla cultura cortigiana rappresentando nella totalità dei suoi aspetti il mondo contadino e cittadino. Lo stile è prosastico e abbondano le espressioni colorite, giochi di parole e doppi sensi. -burchiello: scrive i versi alla burchi. la sua poetica del non senso e dell’assurdo non priva di riferimenti polemici e atteggiamenti antireligiosi, è lontana dal gusto cortigiano di competenza e armonia. scrive rime, con poetica del non senso e dell’assurdo con polemica antireligiosa. -pietro aretino: asseconda la propria inclinazione in una varietà di generi come trattati, opere teatrali e cavalleresche, testi satirici. l’anticlassicismo di aretino rifiuta la scrittura compassata, ricerca effetti sorprendenti e sperimenta un’ampia gamma di soluzioni e di registri. scrive anche lui rime, con carattere giocoso, satire dell’ambiente cortigiano. -folengo: utilizza il maccheronico, lingua che innesta il lessico volgare sulla struttura morfologica e sintattica del latino. la parodia linguistica del mondo virgiliano, assistiamo a un rovesciamento dell’epica cavalleresca e dei canoni della scrittura ufficiale. Nel descrivere dal basso un mondo cavalleresco dominato da passioni materiali, l’autore sovverte i valori cortigiani grazie al suo gusto per l’eccessivo e le iperbolico. è l’incontro tra tra la conoscenza e la tradizione della realtà a creare l’effetto comico. opera più importante baldus, rovesciamento del poema cavalleresco e con un linguaggio maccheronico -ruzante: la scelta linguistica del dialetto pavano e il realismo della rappresentazione collocano l’opera di angelo beolco detto ruzante, in aperta polemica con l’ideologia del classicismo imperante. Popolate da personaggi di villani rudi, le sue commedie devono dare la forza alla comicità violenta e amara che le pervade. rifiutando il principio di imitazione, ruzante decide di descrivere il mondo autentico delle campagne in contrapposizione a quello artificioso della città. opera più importante dei dialoghi, dove è presente della comicità amara e scritta in dialetto pavano.
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