La vita e le opere di Giovanni Pascoli, Sintesi del corso di Italiano

Scarica La vita e le opere di Giovanni Pascoli e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! Giovanni Pascoli Giovanni Pascoli nasce il 31 dicembre 1855 a San Mauro di Romagna, in provincia di Forlì e muore nel 1912 a Bologna. La famiglia di Pascoli godeva di una buona situazione economica. Era il quarto di dieci figli: di Caterina Locatelli e Ruggero Pascoli. Dal 1862 al 1871 porta avanti gli studi iniziati insieme ai suoi fratelli Giacomo e Luigi presso il collegio degli scolopi di Urbino. Il 10 agosto del 1867 il padre viene tragicamente ucciso per motivi di interesse. Negli anni immediatamente successivi perde anche la sorella maggiore, la madre e il fratello Luigi. Successivamente studia presso l’università di lettere a Bologna e ha come maestro il poeta Giosuè Carducci. Dopo aver conosciuto il socialismo ed essere stato arrestato si avvicina a una sorta di umanitarismo, che aspira alla solidarietà tra uomini e alla ricerca della bontà. Successivamente si trasferisce a Livorno per insegnare, insieme alle sorelle Ida e Mariù. Cerca quindi di ricreare la serenità del nido familiare distrutto dall’omicidio del padre. Il rapporto con le sorelle, però, viene messo in crisi quando Ida si sposa. Nel 1891 viene pubblicata Myricae, la prima raccolta di poesie di Pascoli. Il titolo è un’epigrafe che riprende un verso virgiliano: “Non omnes arbusta iuvant humilesque myricae” (“Non a tutti piacciono gli arboscelli e le umili tamerici”). L’intento dell’opera è quello di rappresentare gli aspetti più umili e semplici della vita attraverso componimento brevi (spesso il novenario) e un linguaggio originale ricco di elementi della quotidianità e di figure retoriche come l’onomatopea e l’analogia. La realtà quotidiana è però caratterizzata dalla ricerca della propria infanzia e di una felicità perduta causata dal nido familiare scomparso. Successivamente, nel 1897, compone la sua più importante riflessione poetica, Il fanciullino. Pascoli afferma che nell’animo di ogni uomo vive un “fanciullino”, ovvero un bambino capace di provare emozioni intense e ingenue. A differenza degli altri