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La società italiana durante il boom economico: cambiamenti sociali e culturali, Schemi e mappe concettuali di Letteratura

La trasformazione socio-economica italiana durante il boom economico, che si verificò tra gli anni cinquanta e sessanta del xx secolo. Il testo illustra come l'italia uscita in rovine dalla seconda guerra mondiale divenne una tra le maggiori potenze industriali del pianeta, con conseguenze sia positive che negative. Vengono analizzati i cambiamenti nel modo di vivere e di consumare, la rivoluzione dei trasporti e delle comunicazioni, e la crescita esponenziale della produzione industriale. Inoltre, vengono discusse le opinioni di eric hobsbawm, pier paolo pasolini e umberto eco sui risultati sociali e culturali di questo periodo.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2018/2019

Caricato il 27/05/2022

giovannicvm03
giovannicvm03 🇮🇹

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Scarica La società italiana durante il boom economico: cambiamenti sociali e culturali e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Letteratura solo su Docsity! Attività Laboratorio di Scrittura A.A 2019/2020 Attività: scrittura di un articolo Titolo dell’elaborato: La società italiana nel pieno del boom economico. Il boom economico è un periodo di crescita economica e sviluppo tecnologico, si affermò tra gli anni Cinquanta e Sessanta del XX secolo e colpì anche l’Italia trasformando il Paese. Nel giro di pochi anni l’Italia uscita in rovine dalla guerra divenne una tra le maggiori potenze industriali del pianeta: gli italiani in questo periodo sperimentarono grandi cambiamenti nel loro stile di vita e nei loro consumi, le città modificarono il loro aspetto, trasformandosi in affollate metropoli, mentre il sistema delle comunicazioni e dei trasporti venne rivoluzionato. Hobsbawm ha riflettuto e scritto molto sugli sviluppi di quella che definisce “età dell’oro” e sui suoi risvolti in campo sociale e antropologico (Hobsbawn 1994). Lo sviluppo di questi anni è accompagnato da un miglioramento generale della condizione di vita della popolazione sostenuto dalla crescita dei consumi privati. Ciò nonostante il rapido sviluppo economico italiano ebbe anche un’altra faccia: quello dello spopolamento delle campagne e della crescita del divario tra Nord e Sud del paese, l’aumento dei fenomeni di speculazione e il prodursi, più generale, di numerosi squilibri di carattere sociale e ripercussioni sull’ambiente. Tutti fenomeni determinanti dalla crescita esponenziale della produzione nell’industria. Per descrivere simbolicamente le conseguenze di tali fenomeni, Pier Paolo Pasolini, afferma che a causa dell’inquinamento dell’aria e, soprattutto, in campagna a causa dell’inquinamento dell’acqua sono cominciate a scomparire le lucciole (P.P. Pasolini 1975). A rendere l’Italia una delle locomotive del processo di espansione economica europea, oltre ai fattori internazionali, contribuirono anche alcune condizioni specifiche dell’economia italiana. In particolare il basso costo dei salari e la grande disponibilità di manodopera permise alle aziende italiane di essere estremamente competitive sul mercato mondiale, esportando facilmente i loro prodotti. Un’altra ripercussione si ebbe quindi in campo sociale, si è parlato di “genocidio culturale” poiché l’italiano non viene visto più come cittadino ma come consumatore. Pasolini parla di questo “genocidio” sul versante culturale nell’articolo Il mio Accattone in Tv dopo il genocidio. Quando Accattone uscì c’era ancora una continuità tra il Regime fascista e quello democristiano e due fenomeni di questa continuità sono la segregazione del sottoproletariato e la violenza della polizia. Benché si fosse agli inizi del boom economico o del miracolo economico, in realtà non si trova niente di miracoloso. Al contrario: Tra il 1961 e il 1975 qualcosa di essenziale è cambiato: si è avuto un genocidio. Si è distrutta culturalmente una popolazione. E si tratta precisamente di uno di quei genocidi culturali che avevano preceduto i genocidi fisici di Hitler. Se io avessi fatto un lungo viaggio, e fossi tornato dopo alcuni anni […] avrei avuto l’impressione che tutti i suoi abitanti fossero stati deportati e sterminati, sostituiti, per le strade e nei lotti da slavati, feroci, infelici fantasmi.[…]. I giovani — svuotati dei loro valori e dei loro modelli — come del loro sangue — e divenuti larvali calchi di un altro modo di essere e di concepire l’essere: quello piccolo borghese. (Pasolini 1975: 155) Durante il boom economico le televisioni diventarono un oggetto di largo consumo e si determinò un profondo cambiamento nei rapporti sociali. I mass media divennero un potente strumento di diffusione della nuova civiltà dei consumi e di unificazione nazionale, utile a diffondere la lingua italiana e diventati un momento di ritrovo collettivo dentro e fuori le abitazioni. Quiz, canzoni, notizie, spettacoli, immagini dal mondo invasero le case e i bar attraverso il piccolo schermo in bianco e nero, contribuendo a diffondere una cultura omogenea, uguale per tutti. Lo sviluppo tecnologico di questi anni creò una nuova cultura di massa, una cultura in cui l’immagine prevale sulla parola scritta imponendo nuovi linguaggi e nuovi valori, questo sviluppo dei mass media favorì, in modo negativo, un boom di dei consumi superflui, di ideologie irraggiungibili e dell’idea di un “superuomo” che egli non potrà mai diventare ma a cui cerca di impersonarsi. A proposito di quello appena detto Umberto Eco descrive l’uomo circuito dai mass media, che crede in un sogno irrealizzabile ma che comunque la TV lo presenta come un ideale assolutamente medio. (Umberto Eco 1961) Bigliografia e: -Hobsbawn, Age of extremes. The short twentieth century (1994). -P.P. Pasolini, Il vuoto del potere in Italia, pubblicato sul Corriere della sera il 1 febbraio 1975. -Pasolini, Il mio Accattone in Tv dopo il genocidio, pubblicato sul Corriere della Sera il 8 ottobre 1975. -U. Eco, Fenomenologia di Mike Bongiorno, 1961 Sitografia:
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