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LAVANDARE giovanni pascoli, Appunti di Italiano

analisi e commento di lavandare, giovanni pascoli.

Cosa imparerai

  • In quale stagione del anno la scena rappresentata nel poema avviene?
  • Che significato simbolico ha l'aratro nel poema?
  • Che tipo di poesia 'Lavandare' rappresenta?

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 25/03/2022

grandeme13
grandeme13 🇮🇹

4 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica LAVANDARE giovanni pascoli e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Lavandare -G. Pascoli (non lavorato) (lavorato) Nel campo mezzo grigio e mezzo nero resta un aratro senza buoi, che pare dimenticato, tra il vapor leggero. E cadenzato dalla gora viene 5 lo sciabordare delle lavandare con tonfi spessi e lunghe cantilene: → allude alla frequenza e al rumore prodotto Il vento soffia e nevica la frasca, → CHIASMO e tu non torni ancora al tuo paese! quando partisti, come son rimasta! → ASSONANZA 10 come l'aratro in mezzo alla maggese. Questo componimento fa parte della raccolta Myricae (1894). Si tratta di un madrigale composto da due terzine di endecasillabi con schema ABA, CBC e una quartina con schema DEDE (D=assonanza). Il ritmo del componimento è caratterizzato da due forti enjambement tra i versi 2-3 e 4-5. Pascoli vuole rappresentare il senso di solitudine e abbandono che provoca inquietudine. Come in tutti i madrigali, si tratta di un quadretto di vita rustica costruito attraverso le percezioni (visive e uditive) di un osservatore anonimo. La solitudine e l’abbandono sono rappresentati all’interno del componimento dall’aratro (v. 2) definito come qualcosa di abbandonato che “resta”, il che suppone che qualcosa è andato via. È presente il motivo della nebbia (v. 3), frequente nei componimenti pascoliani. I primi tre versi presentano molte informazioni legate al campo visivo (IMPRESSIONISMO VISIVO), mentre i versi 4-5-6 sono caratterizzati dalla presenza di verbi onomatopeici (“sciabordare” e “tonfi”), da riferimenti a suoni (“cadenzato”, “cantilene”) e da rime interne (IMPRESSIONISMO UDITIVO). Gli ultimi quattro versi sembrano riprodurre il canto delle lavandaie e nell’ultimo verso viene ripresa la solitudine dell’aratro. La scena rappresentata accade in autunno, in quanto viene detto che le foglie cadono come se fossero neve (v. 7).
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