Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Lavandare - Pascoli testo parafrasi analisi e commento, Appunti di Italiano

testo, parafrasi, analisi metrico-ritmica, analisi fonica, analisi lessicale, analisi sintattica e commento della poesia Lavandare di Pascoli

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 25/07/2022

antoniopietropaolo16
antoniopietropaolo16 🇮🇹

5

(3)

28 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Lavandare - Pascoli testo parafrasi analisi e commento e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! G. Pascoli, Lavandare – Testo, parafrasi e analisi Nel campo mezzo grigio e mezzo nero resta un aratro senza buoi che pare dimenticato, tra il vapor leggero. E cadenzato dalla gora viene lo sciabordare delle lavandare con tonfi spessi e lunghe cantilene: Il vento soffia e nevica la frasca, e tu non torni ancora al tuo paese! quando partisti, come son rimasta! come l’aratro in mezzo alla maggese. PARAFRASI Nel campo per metà grigio (non ancora arato) e per metà nero (già arato), c’è un aratro privo di buoi, che sembra come dimenticato in mezzo alla nebbia leggera. E dal canale (gora) giunge (all’orecchio) il rumore prodotto dalle lavandaie che risciacquano i panni, ritmato da frequenti colpi sordi (tonfi spessi) e da lunghe cantilene: il vento soffia e le foglie cadono dagli alberi come fiocchi di neve, ma tu non ritorni ancora al tuo paese! Quando partisti, son rimasta come l’aratro abbandonato in mezzo al campo non arato (maggese: campo lavorato nel mese di maggio e poi lasciato a riposo, perché ritorni ad essere fertile). ANALISI METRICO-RITMICA (VERSI E RITMO) Il componimento è un madrigale costituito da dieci versi endecasillabi, organizzati in tre strofe (due terzine e una quartina). Lo schema delle rime è: ABA CBC DEDE (D è rima imperfetta: in frasca/rimasta rimano solo le vocali  si parla in questo caso di assonanza). Nelle due terzine il ritmo è lento, in quanto il poeta usa frequentemente l’enjambement (vv. 1-2; 2-3; 4-5; 5-6); nella quartina, invece, c’è piena corrispondenza tra verso e sintassi (non compare alcun enjambement): il poeta intende in questo modo riprodurre la monotonia e la ripetitività delle cantilene delle lavandaie. ANALISI FONICA (SUONI) Per quanto riguarda il livello fonico, oltre alle rime in finale di verso (già evidenziate nell’analisi metrica), si rileva anche la presenza di rime interne (come dimenticato/cadenzato e sciabordare/lavandare), che mirano a sottolineare la monotonia e la ripetitività del ritmo. Nel componimento ricorrono anche diverse allitterazioni, come quelle della r e della n seguite da consonante (vv. 4-6): queste allitterazioni hanno un effetto onomatopeico, mirano cioè a riprodurre il suono dei panni battuti sulla acqua. E onomatopeico è, in particolare, il verbo sciabordare. ANALISI LESSICALE (PAROLE-CHIAVE) Parole-chiave del componimento sono dimenticato (v. 3; il termine è posto peraltro in evidenza dall’enjambement) e rimasta (v. 9); i due termini, che appartengono al campo semantico della solitudine e dell’abbandono, chiariscono la similitudine dell’ultimo verso: la donna abbandonata dall’uomo amato viene messa in relazione con l’immagine desolata dell’aratro lasciato in mezzo al campo. A questo proposito, si può notare come un oggetto umile e apparentemente poco “poetico” come l’aratro diventi nel componimento il simbolo di un sentimento cupo e malinconico come quello provato dalla donna abbandonata. Dal punto di vista del lessico, si può notare anche l’uso di termini tecnici come gora e maggese. ANALISI SINTATTICA (PARATASSI E IPOTASSI; FIGURE DELL’ORDINE) Dal punto di vista sintattico, il componimento si caratterizza per la prevalenza della paratassi (frasi brevi, coordinate tra di loro). Al v. 6, inoltre, si può notare la presenza di un chiasmo: tonfi spessi (nome+aggettivo) / lunghe cantilene (aggettivo+nome); esso riproduce efficacemente il rumore dei tonfi dei panni lavati che si accompagnano alle cantilene intonate dalle lavandaie. COMMENTO Il componimento, inserito nella terza edizione della raccolta Myricae, appartiene alla sezione L’ultima passeggiata. Nella prima strofa il poeta descrive una scena autunnale, caratterizzata da un’atmosfera di solitudine e di abbandono: il campo è stato lavorato solo a metà e l’aratro, privo di buoi, sembra come dimenticato. A prevalere, in questa strofa, sono dunque le percezioni visive. Nella seconda strofa, viceversa, l’attenzione si sposta sulle percezioni uditive: il poeta riproduce, anche attraverso specifiche scelte a livello fonico e ritmico, il suono prodotto dai panni battuti dalle lavandaie, ritmato dallo scorrere dell’acqua del canale. La terza strofa, infine, costituisce il testo di un vero e proprio stornello cantato dalle donne che lavano i panni; Pascoli lo riprende quasi alla lettera da una canzone popolare marchigiana. In queste parole si esprime il sentimento di abbandono suscitato dall’assenza dell’uomo amato, partito dal paese e non ancora tornato. Il tema centrale del componimento è appunto la delusione amorosa provata dalla donna abbandonata; questo sentimento è simboleggiato nella poesia da un oggetto inanimato, l’aratro, che subisce una sorta di umanizzazione. Tale tema rimanda chiaramente alle esperienze biografiche del poeta, la cui vita fu caratterizzata da una serie di lutti: Pascoli, avendo sperimentato su di sé il dolore profondo dell’abbandono, maturò ed espresse l’idea secondo cui un’esistenza segnata dalla perdita delle persone amate non possa che essere incompiuta e priva di senso (appunto, abbandonata a se stessa come un oggetto dimenticato).
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved