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Lazarillo de Tormes (Analisi completa)- Letteratura Spagnola I, Appunti di Letteratura Spagnola

All'interno di questo documento troverete l'interna analisi del romanzo picaresco "Lazarillo de Tormes", compresi ovviamente l'analisi di ogni trattato e di quello che è stato effettivamente il romanzo picaresco. Se vi sono risultati utili, per favore lasciate una recensione. Buono studio!!

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 05/08/2023

Shadoafter25
Shadoafter25 🇮🇹

4.7

(12)

22 documenti

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Scarica Lazarillo de Tormes (Analisi completa)- Letteratura Spagnola I e più Appunti in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! Questo libro racconta le avventure di Lazaro de Tormes, un giovane servo spagnolo originario di Tejares che impara a vivere grazie alle varie esperienze vissute con i suoi padroni. Lazaro sarà un uomo buono ed onesto che lavorerà con impegno e dignità. Lazaro è al servizio, nel libro, di vari padroni, che faranno patire tutti, in un modo o in un altro, la fame a Lazaro che sarà costretto in molte occasioni a rubargli di nascosto il mangiare venendo alla fine scoperto e cacciato. Lazaro riuscirà però a volte a farsi rispettare liberandosi lui dei suoi padroni con aneddoti vendicativi ma anche divertenti. Luoghi: Salamanca, Toledo e girovagando la Castiglia con i vari padroni. Spazio: La Spagna della prima età moderna, “fresca” delle scoperte di Colombo. Tempo: XV - XVI secolo. Il tono della novella è molto spesso umoristico, ma con un fondo di pessimismo e amarezza, in quanto rispecchia le condizioni di vita della Spagna del ‘500, di Carlo V. Uno dei temi principali di questo libro è l’onore, che è la forza motrice di tutte le azioni che compiono i vari protagonisti del libro ed è lo scopo di Lázaro: egli, in quanto orfano di padre, deve affrontare una vita molto dura e piena di umiliazioni e tende sempre a migliorare le sue condizioni di vita, fino ad arrivare, alla conclusione del libro, ad aver formato una propria famiglia, ma è privato fino all’ultimo del suo onore. Legato a questo, c’è il tema della differenza fra classi sociali, strettamente legato allo stato di miseria in cui si trova Lázaro: egli, infatti, essendo della classe infima, è sottomesso alle classi più abbienti e la sua condizione è di estrema miseria ed emarginazione. Il romanzo è scritto in forma autobiografica: è il protagonista che parla, narrando le proprie avventure in modo quasi cronachistico, senza commenti o riflessioni d'ordine morale. La figura di Lazarillo, antieroe per eccellenza, e le sue vicende sconclusionate riflettono l'incertezza che regnava nella Spagna di Carlo V, soggetta a una grave crisi economica e caratterizzata da squilibri sociali. Il giovane è un vagabondo che si serve di mille espedienti per procurarsi da vivere; sempre in viaggio, sempre affamato, non disdegna di servirsi di mezzi illeciti pur di sbarcare il lunario. Di volta in volta, presta i suoi servizi a un mendicante cieco, a un prete avaro, a uno scudiero squattrinato, a un frate che commercia bolle papali, a un pittore di strada, a un capo sbirro, a un cappellano e alla fine a un arciprete, per cui fa il banditore di vini. Di quest'ultimo sposa la serva, le cui grazie continuerà a condividere con il padrone. Nel prologo troviamo due idee principali. Una per tutti i lettori e un’altra dedicata specialmente a Vuestra Merced. Nella prima parte l'autore spiega il motivo per cui sta scrivendo l'opera; il suo obiettivo è che tutte le persone leggano, vedano e lodino il suo lavoro. Nella seconda parte scrive a Vuestra Merced per le voci che circolavano sull'infedeltà di sua moglie. Racconta la sua vita fin dall'inizio per spiegare tutte le difficoltà che ha attraversato nella vita. Il romanzo picaresco è un sottogenere narrativo letterario in prosa molto caratteristico della letteratura spagnola. Nacque negli anni di transizione tra il Rinascimento e il Barocco, durante il cosiddetto Siglo de Oro. Il romanzo picaresco nacque da un lato come critica nei confronti delle istituzioni degradate della Spagna imperiale, dall'altro come critica nei confronti delle narrazioni idealizzanti del rinascimento (libri di cavalleria, romanzo pastorale). Il picaresco mostrava la decadenza del periodo storico: le pretese dei nobili impoveriti, i falsi ideali dei religiosi e la diffusa povertà. Tutto ciò si contrapponeva al racconto di cavalieri e borghesi arricchiti che vivevano in un'altra realtà. Le caratteristiche di questo genere letterario sono le seguenti:  Il protagonista è un picaro, di basso rango sociale, figlio di genitori senza onore oppure emarginati e delinquenti. È un antieroe che si oppone, all'ideale cavalleresco che non esiste più nella società contemporanea. La sua aspirazione è di migliorare il suo status sociale, ricorrendo alla sua astuzia e alle sue doti da imbroglione.  Struttura della falsa autobiografia. Solitamente è narrato in prima persona, come se il protagonista, fosse l'autore che racconta le proprie avventure intenzioni moralizzanti.  Determinismo: sebbene il picaro cerchi sempre di migliorare il suo status sociale, fallisce sempre e non smetterà mai di essere un picaro.  Intenzione satirica: la società è criticata in tutti i suoi strati. Il protagonista ogni volta viene messo al servizio di un elemento rappresentativo della società. In questo modo, il ladro assiste come spettatore privilegiato all'ipocrisia rappresentata da ciascuno dei suoi padroni.  Realismo, nel descrivere la situazione del paese in un determinato periodo storico, nel raccontare alcuni degli aspetti più spiacevoli della realtà. L'originalità del libro sta nel ricorrere alla parodia delle narrazioni cavalleresche idealizzanti del Rinascimento: al racconto eroico di guerre e ai libri di angelici pastori e cortigiani innamorati si oppone un'epopea della fame, che si preoccupa solo di sussistenza, in linea con la tradizione realistica della letteratura spagnola. Il tema del Lazarillo de Tormes è morale: una denuncia al falso senso dell'onore e dell'ipocrisia. Ognuno agisce senza pensare agli altri, quindi, come si dice all'inizio del lavoro, bisogna "arrimàrse a los buenos" ossia "avvicinarsi ai buoni”. Per essere onesti bisogna fingere di essere onesti, non esserlo. L'opera fu inserita nell'Indice dei libri proibiti dell'Inquisizione poiché considerata pericolosa dalle gerarchie cattoliche e partire dal 1559. Ciò porto ad una diffusione clandestina del libro, che non poteva più essere stampato. L'influenza del Lazarillo fu profonda, nella letteratura spagnola. Senza di essa non avrebbe potuto essere scritto né il Don Chisciotte della fgf Mancha, né la trentina di romanzi picareschi spagnoli e stranieri che si sono ddddddddddddddddddddddd conservati. Gran parte del materiale e persino i personaggi sono di origine folcloristica e df tradizionale; ci sono piccole storie e sfaccettature tratti dal ricco patrimonio ccccccccccccccccccccccccccc popolare. L'opera, tuttavia, crea i suoi precedenti e contiene anche una variegata trama di v tecniche narrative: la sospensione, di cui Cervantes farà un uso intelligente, o ooooooooooooooooooooooooooola gradazione narrativa in ascensione verso l'anticlimax. Lazaro serve il chierico di Maqueda (città della provincia di Toledo). Con lui Lazaro soffrirà di più la fame. Il chierico, infatti, non aveva quasi niente e questa è una delle principali differenze con il primo trattato dove c'era da rubare, qui non c'è niente. Mangiano bene solo quando c'è una veglia funebre ecco perché Lazaro dice che non è mai stato più nemico della specie umana che in quel momento (desidera che qualcuno muoia per mangiare). Il prete, infatti, in questi eventi si abbuffa e ciò rappresenta il tema della corruzione del clero, in quanto è avido e senza scrupoli. È un prete, ma non adempie a nulla che predica. Durante la messa, si occupa solo di controllare Lazaro, in modo che egli non rubi le monete che raccoglie dai fedeli. 1. C'è solo una burla, quella dell'arca: In una piccola arca il religioso ha conservava il pane che le persone gli davano. L'arca si apriva solo con la chiave che aveva in possesso il chierico. Lazaro con la scusa di aver perso la chiave del suo padrone chiede ad un fabbro vagabondo di farne una nuova che possa andare bene per l'arca. Il fabbro vagabondo viene definito come un angelo in maniera grottesca; Infatti, egli lo salva dalla fame ma non salva la sua anima. Lazaro inizia così a mangiare del pane ogni giorno. Il chierico inizia ad accorgersi della mancanza del pane e viene convinto da Lazaro che esso viene mangiato dai topi. Il chierico da a Lazaro il pane che egli pensa sia stato mangiato dai topi, dicendogli che il topo è cosa pulita. In seguito, i vicini del chierico fanno pensare al religioso che si tratta di un serpente (padrone credulone, comico). Lázaro dorme con la chiave in bocca per paura di essere scoperto. Una notte mentre dorme, l'aria che esce dalla sua bocca, tramite il foro della chiave produce un fischio. Il chierico pensa che sia il serpente e essendo buio lascia andare una bastonata che lascia Lazarillo incosciente per diversi giorni, alla fine dei quali, il chierico lo caccia poiché scoperto. Assistiamo ad un rovesciamento della prospettiva h rispetto al primo trattato. Infatti, nel primo trattato h Lazaro si deve ingegnare per rubare qualcosa al cieco, b mentre nel secondo trattato Lazaro utilizza le tecniche b b imparate con il cieco per sfamare il padrone ed egli stesso. G Inoltre, nel 1° trattato è Lazaro che abbandona il padrone, b nel secondo accade il contrario. Arriva nella città di Toledo che era la capitale e vive delle elemosine che gli danno visto che era gravemente ferito dopo il colpo del suo vecchio padrone. Un signorotto di basso livello sociale, di bell'aspetto, lo nota e gli offre un lavoro come suo servitore. Il nobile impoverito è una figura tipica del '500. Una volta a casa del padrone egli lo scudiero gli mostra le stanze vuote, dove c'è solo un letto molto vecchio che gli insegna a fare. Oltre al vecchio letto l'unico oggetto che c'è in casa è una brocca. Il terzo padrone di Lazaro rappresenta le false apparenze del tempo. Lazaro pensava che fosse un uomo ricco e benestante, anche perché il suo aspetto lasciava dedurre ciò; infatti, indossava anche un mantello tipico dei nobili. Lazaro però si accorse che, anche se sembrava essere un uomo di buona famiglia, era povero. È un personaggio che il narratore tratta con tenerezza e per cui Lazarillo prova pietà: un nobile che si prende cura delle apparenze, chiede della sua famiglia, e gli confessa di aver lasciato la sua terra natia perché si sentiva addolorato perché un vicino non lo aveva salutato togliendosi il cappello. Tutto questo è incomprensibile per Lázaro, che non lo sa spiega che un dettaglio così piccolo può causare l'abbandono del sito stesso. Per il padrone, l'onore viene prima di tutto, ma è tutta apparenza. Lazaro, ormai cresciuto, ha una propria idea: i principi dell'onore sono inutili. Come nobile non può lavorare né tantomeno chiedere elemosina. In questo caso, i ruoli tra il padrone e Lázaro cambiano: è il padrone che dipende da Lázaro invece che il contrario. Per poter mangiare, Lazaro chiedeva l'elemosina e dava una parte di ciò che ha riceveva al padrone. Alla fine, i proprietari di casa vengono a reclamare l'affitto. Lazaro non può farsene carico. Si limita a dire loro dove il padrone era andato. Egli, infatti, è stato il primo padrone ad essere scappato e ad aver abbandonando Lazaro. Il quinto padrone di Lazaro è un venditore di indulgenze, permetteva ai fedeli di aver perdonate le pene ultraterrene oppure, per i defunti, di aver scontata la permanenza in Purgatorio. Lui è il padrone più falso e senza scrupoli di tutto il romanzo. E proprio come il chierico di Maqueda: rappresenta la corruzione del clero. Il venditore corrompeva i sacerdoti con verdure e cibo in modo che essi potessero promuovere le sue indulgenze. Il venditore quando vede che un sacerdote era colto, parlava utilizzando le lingue romanze, quando vede invece che un sacerdote non era colto, fingeva di parlare latino per impressionarlo. Il venditore ingannava, insieme a uno sceriffo, la gente, cercando di klmk,mkljkjhjkgjkjkj convincerla a credere nei suoi ideali. Un giorno i due mmikkhgno mettono in scena una farsa. Lo sceriffo arrivò in chiesa e lo knjghfghvjhugyvh affrontò dicendo che lui predicava soltanto menzogne. Il jbhmfgvhughbn venditore attese pazientemente che lo sceriffo smettesse di bhjbhjfgfghvhgygbj insultarlo e affidò a Dio il compito di punirlo per le sue bugie. E nmbnvghcfgcuihu in quel preciso istante lo sceriffo cadde a terra, preso dalle jnjgjbjn. j convulsioni. Le persone che assistettero alla scena rimasero mjbnjghgyghjbh impressionate. Grazie a quest'episodio il venditore riuscì a njbfyj vendere molte indulgenze alle persone presenti. Lazaro, invece, si rende conto dopo che tutto ciò era un trucco inventato dal venditore e dallo sceriffo. Le vicine portarono Lazaro dal Frate de la Merced, il suo prossimo padrone. Al frate piaceva molto camminare e visitare posti. Tanto camminano Lazaro e il frate che in otto giorni Lázaro ruppe il suo primo paio di scarpe. Il Frate gli regalò un paio di scarpe, fu il primo padrone a dargli un paio di scarpe. Lazaro si stancò di seguirlo e lo lasciò. Il suo prossimo padrone fu un pintor di panderos (paredes muy finas), con il quale sta pochissimo tempo. Egli rappresenta la classe colta e artistica del rinascimento. Nello stesso trattato Lázaro incontra un cappellano in chiesa, che sarà il suo 6° padrone. Il cappellano diede a Lazaro un asino e quattro brocche d'acqua per venderla in città. Questo fu il primo lavoro che Lázaro ottenne. Rimane con il cappellano 4 anni il tempo necessario per risparmiare qualcosa e comprare la sua prima spada e dei vestiti usati. Dopo aver migliorato il suo aspetto, Lazaro lo abbandonò. Lazaro lasciò il cappellano e stette con uno sceriffo/ufficiale giudiziario per pochissimo b tempo perché considerava questo lavoro molto pericoloso per lui. In seguito, lavora hgvddvvg anche come pregonero, ossia colui che annuncia le ultime novità e pettegolezzi della bdddgg gente, tutti sono interessati ai suoi annunci e diventa un importante pregonero. Bfsqqfregg L’Arciprete di San Salvador decide di sposarlo con una delle sue domestiche e Lazaro gggrg felicemente accetta. Per Lazaro, infatti, l'amore non era così importante. Trascorso del rgvrgr tempo, nel paese gira voce che la moglie di Lazaro avesse dei rapporti con l'Arciprete. L'arciprete dice a Lazaro di ignorare i pettegolezzi e di pensare a lui e al suo benessere, anch'egli rappresenta il tema della corruzione del clero. La moglie del Lazaro aveva già avuto tre figli prima del matrimonio. Scoperta la verità Lazaro la perdona. Le dice di fidarsi di lei e che poteva entrare e uscire da casa dell'arciprete tutte le volte che voleva. Alla fine, Lazaro ha una buona situazione economica, anche se tutto ciò che ha ottenuto, lo ha raggiunto senza onore. I valori di Lazaro non cambiarono da quando era povero a quando quasi ricco, è rimasta la stessa persona, è cambiata solo la sua situazione sociale ed economica.
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