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Le arti e i lumi di L. Barroero, Schemi e mappe concettuali di Storia dell'Arte Moderna

terminologia, rappresentazioni delle arti e dell'artista, nuove tecniche e nuovi stili e le collezioni

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

Caricato il 15/04/2022

alessia-ottanelli
alessia-ottanelli 🇮🇹

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Scarica Le arti e i lumi di L. Barroero e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia dell'Arte Moderna solo su Docsity! 1 LE ARTI I LUMI. PITTURA E SCULTURA DA PIRANESI A CANOVA – L. Barroero UNA QUESTIONE DI TERMINI L’arco temporale dell’attività di G. B. Piranesi e A. Canova coincide il periodo “neoclassico” e con la corrente del “neoclassicismo”. Termine recente coniato negli anni Ottanta dell’Ottocento. Dapprima in senso dispregiativo si è però rivelato insufficiente e inadeguato. Utilizzato in senso negativo da Longhi, liquidò come “avello neoclassico” protagonisti e opere di tutto il secondo Settecento. Polemica longhiana ha come bersaglio principale l’opera di Canova. R. Rosemblum tenta di fornire sintesi storico critica e sottolineava arte del neoclassicismo coinvolgesse tutta l’Europa e anche America del Nord. Centro di elaborazione fu Roma, custode delle antichità e luogo si incontro di intellettuali e artisti. La mostra “The age of neoclassicism” a Londra nel 1972: consacrò la portata internazionale di quello che già allora appariva impossibile definire, stile, movimento, ecc. Contraddizioni del progetto: organizzatori escludevano artisti e opere il cui rilievo era noto; arco temporale 1750/1850 apparve troppo esteso e assenza di linea precisa. Universalità dello stile neoclassico si è rivelata più un’aspirazione o operazione critica più che una realtà oggettiva. Di fronte ai tentativi di definire epoche e stili viene in mente la reazione infastidita di Lanzi-> la sua “Storia pittorica dell’Italia” fu realizzata quando i principi illuministici davano i frutti più maturi. Elaborò le principali riflessioni a Roma-> “da Roma discende tutta l’Europa dei lumi” di Chastel. Studi hanno portato alla luce personalità rimaste per lungo semisconosciute: Piranesi, David, Canova. Si hanno due punti di vista differenti: 1) chi vede nel 1700 sguardo rinnovato nei confronti della classicità; 2) chi sostiene che almeno a Roma il legame con l’antico non era mai morto. Al fine di distinguere il classicismo del XVIII sec dai precedenti, la ricerca formale si accompagnava a aspirazione etica dell’arte, che anche quando portatori di nuovi modi espressivi erano però radicati nella tradizione ed estranei ai temi filosofici e morali culminati nella pratica dell’exemplum virtutis (=esempi di virtù etiche). In Francia, la storia antica e moderna vengono setacciate alla ricerca di soggetti di elevati contenuto morale-> ma anche i soggetti morali possono essere trattati in modo legati al rococò. Mostra L’Antiquitè rèvèe del 2010, dedica ampio spazio a rapporto classicismo-neoclassicismo nei luoghi: Parigi, Londra, paesi germanici, e individua nel 1770/90 = pienezza neoclassicismo; 1720/70 momento in cui si afferma il mito della rigenerazione dell’arte attraverso l’antico. Nell’archeologia dell’antiquaria, posizione di Piranesi differisce dall’archeologo Winckelmann, perché fautore della superiorità romana rispetto a greca: Piranesi contestualizza edifici/monumenti dell’antichità distaccandosi da approccio estetico evolutivo. Due linee differenti: storico-artistica winckelmanniana e storico-antiquaria di Piranesi-> vuole estrarre dalle rovine romane i principi costruttivi-> diceva “l’antichità deve essere vivificata da artisti e rinascere nelle loro opere”. QUALE “ANTICO”? Collezioni e musei davano spazio anche alle altre antichità: etrusca, egizia, per delineare sviluppo ordinato e razionale della civiltà umana. Obelischi egizi nelle piazze, “egittomania”. Interesse di Piranesi rivolto anche alle antichità etrusche: la poneva all’origine dell’arte romana. LA RIFLESSIONE SULLE ARTI. Discussione sui generi artistici, loro gerarchia ha radici lontane. I temi del dibattito avviato nel 1500, erano rimasti gli stessi, ma cambiavano le risposte, a seconda dei contesti, nazioni e circostanze storiche. Mengs, “pittore-filosofo” sosteneva che la bellezza era unico riflesso della perfezione divina accessibile all’uomo, dunque il compito dell’artista era imitare gli antichi che avevano già compiuto il percorso. Agli antichi aggiungeva Raffaello, Correggio, Tiziano. Artista moderno per conseguire la perfezione doveva conseguire eccellenza nella sintesi del disegno, chiaroscuro e colore e composizione e armonia. Sosteneva la necessità dell’IMITAZIONE. Uno degli episodi di maggior spessore nella pubblicistica dedicata alle arti è costituito dai rendiconti delle esposizioni parigine che Diderot inviava lettere al barone Grimm, il quale informava i sovrani per cui lavorava delle vicende culturali francesi. Venivano copiate da amanuensi-> resa esclusiva, elitaria. Nella critica ai Salons, Diderot dà prova di comprendere generi e personalità di artisti diversi fra loro; riteneva che la critica d’arte dovesse comprendere riflessione ed entusiasmo ed essere lucida e appassionata-> sue recensioni furono eccezionale strumento di promozione artisti. 2 LA RAPPRESENTAZIONE DELLE ARTI E DELL’ARTISTA. I temi relativi alla rappresentazione delle arti, diretta o allegorizzata, si inseriscono in un consolidato filone. Troverà linfa nello sviluppo delle accademie e il loro proporre le arti allo status di “liberali”. Ciò comporta per gli artisti nuova auto-percezione di sé come autonomo e qualificato professionista culturale (autoritratti, ecc). Modalità in cui questa iconografia si articola si vede nella seconda metà del 1700: riforma delle accademie nell’Europa dei Lumi. Linguaggio che si rifà a pittura di tradizione classica; decorazione nelle accademie. Era prassi delle accademie “riformate” organizzare sul modello dei Salons, esposizioni di giovani artisti per presentare al pubblico le proprie opere. A Roma mancavano queste occasioni. Le sole occasioni collettive erano quelle stabilite dalle premiazioni dell’Accademia di San Luca; ma era consuetudine che esponessero nei loro studi, residenze importanti, chiese, ecc. ACCADEMIA DELL’ARCADIA= luogo d’incontro tra arti, lettere e scienze in nome del buon gusto e all’insegna della razionalità. Una delle caratteristiche del custodiato dell’Arcadia, G. Pizzi, consiste nel suo tentativo di riorganizzare la sociabilità culturale italiana della sua epoca-> ne consegue una riaffermazione della valenza unificatrice dell’Accademia. Si tratta della declinazione più diffusa dei lumi europei in chiave artistica, poetica che si spingerà fino ad esiti rivoluzionari (-> martirio di Francesco Serra di Cassano nel 1799, dipinto da Angelika Kauffmann-> ella pur non essendo mai stata arcade, diviene la maggior rappresentante dell’espressione artistica dell’Arcadia riformata. Esempi: quando ritrae nobildonna nel gesto eroico di Lucrezia; si rappresenta come Ercole al femminile, ecc). Quindi artista donna come Angelika si candida a sostituire Mengs come punto di riferimento in quel partito di intellettuali che favorisce le esportazioni. Mentre l’Arcadia favorisce l’elemento femminile e si entusiasma per nuove prospettive della scienza, sotto il profilo estetico promuove la categoria del buon gusto cui lo stesso custode dedica un poema. Una più moderna attenzione al ruolo intellettuale delle donne è promossa da G. Pizzi che nel 1758 aveva pubblicato “Il trionfo delle donne forti”. Il fatto che l’essere arcade rappresentasse un riconoscimento e trampolino sociale è dimostrato dal ricorrere negli stessi personaggi dei 3 maggiori segni di distinzione onorifica cui un artista francese potesse aspirare: la croce dell’ordine di San Michele conferita dal re di Francia cui Roma rispondeva con i titoli di accademico di San Luca e pastore d’Arcadia; il passaggio in Arcadia contribuiva dunque all’affermazione degli artisti. Se non nella stessa Roma, essi infoltiranno i ruoli di accademia di altre città. NUOVE E ANTICHE TECNICHE E NUOVI STILI I principi illuministici coinvolsero l’intera produzione artistica e trovarono applicazione non solo nelle tradizionali arti del disegno ma anche nella ceramica, vetro, ecc. Le creazioni a Meissen di una manifattura di porcellane sembrò aprire la strada a nuove possibilità. Verso la metà del secolo il marchese C. Ginori aveva introdotto nella manifattura di Doccia la produzione di porcellane che riproducevano sculture antiche. Era stata colta la valenza culturale e non solo quella utilitaristica. I soggetti antichi furono adottati anche da altre manifatture, per inventare nuove soluzioni iconografiche, ma spesso si cimentavano nella realizzazione di copie fedeli. In Inghilterra, la manifattura di Wedgwood fu organizzata secondo criteri industriali precisi: il design e la produzione erano distinti e si promuoveva attività di ricerca finalizzata a innovazioni tecniche. Produzione della serie “Etruria”; alle tecniche utilizzate, si ha riprese di tecnica a figure rosse nere e pasta vitrea per creazioni a figure bianche su fondo azzurro. Origine di questi motivi: le logge vaticane di Raffaello. Tentativo di recuperare antico sia stimolato da richieste del mercato sia per motivi scientifici e coinvolgeva le “arti maggiori”: di fronte a pitture murali ercolanesi con la tecnica dell’encausto si tentò di scoprirne il segreto-> era un portato della cultura illuministica. Sperimentazione dell’encausto si svolsero tra Parigi e Roma. Nei quadri del tempo si vedono dipinti riproduzioni in bronzo di opere famose; ma anche riproduzioni di ceramiche o biscuit. I piccoli bronzi erano già stati visti nel Rinascimento -> ma il punto di forza della produzione del 1700 sta nella serialità e nell’ampia diffusione degli oggetti, organizzata secondo moderne strategie di vendita. Le porcellane di G. Volpato si prestavano a comporre centritavola, riprodurre sculture antiche e creare originali. Volpato aveva conseguito notorietà internazionale in seguito ai volumi di incisioni
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