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Le campagne elettorali in Italia - Edoardo Novelli (Riassunto), Sintesi del corso di Comunicazione Politica

Riassunto del libro "Le campagne elettorali in Italia" di Edoardo Novelli, sulla comunicazione politica in Italia. Riassunto creato per il corso di studi "Il marketing della politica dall’Europa agli Stati Uniti. Immagini, temi e strategie per ottenere il consenso" dell'università IUSVE di Venezia.

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022
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Scarica Le campagne elettorali in Italia - Edoardo Novelli (Riassunto) e più Sintesi del corso in PDF di Comunicazione Politica solo su Docsity! LE CAMPAGNE ELETTORALI IN ITALIA. PROTAGONISTI, STRUMENTI, TEORIE - EDOARDO NOVELLI CAP. 1: ALL’ALBA DELLA REPUBBLICA: 1946 - 1960 Breve evoluzioni delle prime campagne elettorali repubblicane: • Secondo dopoguerra ➡ Iniziano le prime campagne elettorali di massa. • Fine anni ’50 ➡ Le pratiche e forme delle campagne elettorali sono ormai definite e si può parlare di competizione elettorale. ⤵ Primi quindici anni della repubblica ➡ Omogeneità nelle forme e nei contenuti della propaganda ➡ Graduale passaggio da un tipo di propaganda emotiva e ideologica ad una più sobria e riflessiva. Definizioni: • Partiti ➡ Ideatori, organizzatori e realizzatori delle campagne elettorali. • Militanti e simpatizzanti ➡ Gli esecutori materiali delle campagne elettorali. • Campagne labour intensive ➡ Le prime campagne elettorali del dopoguerra, basate sulla grande quantità di tempo ed energie messe a disposizione da militanti e simpatizzanti. • Partito di massa ➡ Organizzazione centralizzata, radicata in maniera capillare sul territorio, strutturata gerarchicamente in maniera verticistica dagli apparati dirigenti nazionali sino alla base periferica, fortemente burocratizzata, che sopravvive grazie all’attività di leader e funzionari stipendiati che operano a tempo pieno e di migliaia di militanti e volontari che dedicano alla causa tutte le loro energie. Differenza tra: • Grandi partiti ➡ Gestiscono la propria comunicazione e propaganda elettorale in maniera totale, dall’ideazione sino alla diffusione, passando per la fase realizzativa e produttiva. • Partiti minori Si affidano a soggetti esterni per la propaganda. Le campagne elettorali ➡ Sono ancora molto ancorate alla forza della parla orale dei comicizzi e alle scritte dei manifesti, che sono i principali metodi di diffusione: • Comizio ➡ La forma di propaganda per eccellenza ➡ Inizialmente prevedeva un discorso dell’oratore a cui seguivano domande e contraddittori con il pubblico, ma con il tempo diventano una vera e propria manifestazione alla quale partecipano esclusivamente i simpatizzanti e i militanti del popolo. • Manifesti ➡ Inizialmente sono soprattutto scritti, con stili grafici diversi, collegati a varie tradizioni visive e differenti concezioni di propaganda, ma con il tempo usano linguaggi e stili originali, una maggiore cura del segno grafico, l’attenzione ai modelli propri della pubblicità commerciale e l’avvio di una riflessione sulle caratteristiche e finalità della comunicazione pubblica. • Giornalismo Molto usato in tutte le campagne. • Radio Si creano veri e propri dibattiti radiofonici dedicati al dibattito elettorale: ⁃ 1946 Si elabora una rubrica che parla dei partiti. ⁃ 1948 ➡ Nasce il programma quotidiano La campagna elettorale ➡ Brevi comunicazioni regolamentate dalla Commissione parlamentare di controllo, istituita l’anno precedente, ripartite proporzionalmente fra i partiti presenti a livello nazionale. • Televisione ➡ Arriva nel 1953, ma nel 1960 nasce il programma Tribuna elettorale. ⤵ Prime campagne elettorali in Italia ➡ Vengono fatte “in proprio” dai partiti che le apprendono tramite la pratica sul campo: come attaccare manifesti, come organizzare un comizio, come strutturare un discorso. Studi e ricerche: • La propaganda politica in Italia (1960) ➡ Analizza la comunicazione delle campagne elettorali del 1953 e del 1958. • Partiti e pubblica opinione nella campagna elettorale (1958) ➡ Analizza le elezioni piemontesi del 1958. • Osservazioni sulla propaganda elettorale (1958) ➡ Analizza l’evoluzione della propaganda nel dopoguerra, cogliendo le profonde differenze rispetto alle campagne precedenti. 1. I protagonisti: partiti di massa e militanti Modello del partito di massa ➡ Si sviluppa a partire dalla seconda metà dell’ottocento ➡ Partiti di massa: • PCI ➡ 29.000 cellule, 7.000 sezioni nel 1945. A fine anni ’50 cellule e sezioni diventano rispettivamente 39.000 e 9.000. Il numero degli iscritti è invece sopra i due milioni. ⬇ Sezione stampa e propaganda ➡ Coordina le omologhe sezioni attive presso le federazioni locale e di produrre materiale propagandistico ➡ Esempi di materiale per l’istruzione della propaganda sono i periodici Quaderno dell’Attivista, Quaderno del Propagandista, Propaganda, Taccuino del propagandista. • DC ➡ La svolta verso il partito di massa avviene solo dopo la sconfitta alle elezioni del 1953, sotto il nuovo segretario Amintore Fanfani. Ufficio Studi propaganda e stampa ➡ Forma i propagandasti per mezzo di corsi e scuole; promuove l’aggiornamento della cultura e delle informazioni dei propagandisti già formati; coordina il servizio di propaganda dal centro della periferia e predispone apposite campagne sistematiche; studia, appronta e diffonde opuscoli, scritti e manifesti di propaganda. Altri partiti, non di massa: • PSIUP ➡ 7.000 sezioni, 103 federazioni, 1.400 nuclei aziendali, 700.000 iscritti. • PSI Crea la Commissione stampa e propaganda e i periodici Orientamenti e L’attivista. • MSI Vede le campagne elettorali come un momento di mobilitazione elettorale e di fondamentale importanza, sebbene il momento elettorale sia lontano dalle sue idee. ⬇ Nessuno degli altri partiti riesce a dotarsi di una struttura organizzativa alla pari della DC e del PCI. maniche di camicia si accinge a mietere il grano e la scritta «Lavoriamo nella giustizia e nella libertà. Democrazia cristiana». ⁃ PCI ➡ Esempi di manifesti: ▪ Classici con la falce e il martello. ▪ Colata rosso sangue, un italiano con alle spalle i teschi dei martiri della guerra che indica la via dell’esilio ai reali Vittorio Emanuele e Umberto di Savoia. ▪ Contrapposizione tra i lutti e le rovine della monarchia con la scritta «Repubblica» che sbarra la strada e lo slogan «Vota per il Partito comunista». ▪ Due bambini in un campo di grano, con alle spalle la bandiera rossa e quella italiana e la scritta «Per l’avvenire dell’Italia. Votate per il Partito comunista italiano. Per la Repubblica». ⁃ Partito nazionale monarchico ➡ I manifesti con lo stemma di casa Savoia sono stampati in 100.000 copie e il ritratto fotografico in bianco e nero di Umberto di Savoia assieme alla moglie e ai suoi quattro figli ripresi in giardino. • Radio ➡ Da lunedì 22 aprile la Rai trasmette due comunicazioni quotidiane, dalle 13:10 alle 13:30 e dalle 20:30 alle 21:00, dedicate a giorni alterni alle elezioni per l’Assemblea Costituente e a quelle per il referendum. 3.2 1948: la campagna elettorale di massa 18 aprile 1948 ➡ Elezioni politiche ➡ Netto punto di svolta nella storia della comunicazione politica in Italia ➡ Nuovi cambiamenti: • È la prima campagna elettorale italiana di massa. • I partiti hanno accentuato la loro dimensione numerica e strutturale, con un numero altissimo di militanti e attivisti, che diventano fondamentali ➡ Il radicamento territoriale dei partiti è aumentato con la crescita degli iscritti e militanti. • Si utilizzano strumenti di grande diffusione, quali manifesti, cartoline, fumetti, periodici, volantini, prodotti in numeri enormi. • L’Italia è investita dal clima della Guerra fredda ➡ La campagna del 1948 segna l’’allineamento dell’Italia al nuovo asse geopolitico statunitense, fissando i tempi che si inseriranno poi nel dibattito politico dei seguenti decenni: scontro tra comunismo e anticomunismo e tra pro Usa e capitalismo/anticapitalismo, il tutto presente nelle campagne. • C’è un nuovo protagonista: i Comitati civici ➡ Organizzazione di matrice cattolica, che nascono per contrastare l’astensionismo e il comunismo; non sono un partito, non si presentano alle elezioni e non usano i militanti, ma i fedeli. ⬇ Luigi Gedda ➡ Guida la strutturazione Viene creato un Comitato diocesano con il compito di selezionare nelle organizzazioni cattoliche già attive in Italia i membri di una rete nazionale di animatori, da lanciare nella battaglia elettorale dopo un rapido corso di formazione alla propaganda politica. 3.000 animatori nazionali che costituiscono l’ossatura portante della macchina propagandistica dei Comitati civici. Usano i settimanali L’Ora dell’azione, e i cosiddetti “figli di disposizione” guidano e istruiscono i singoli militanti per utilizzare al meglio il materiale di propaganda. ⤵ La campagna I principali protagonisti sono i leader nazionali ➡ Sembra una maratona, distinta dal resto dell’attività politica ➡ Attività: • Manifesti ➡ Se ne stampano i grande quantità cartacea: volantini, cartoline, giornali murali, santini, opuscoli e riviste ➡ Si usano immagini dal forte impatto, per colpire gli elettori e facendo leva sul piano emotivo e irrazionale ➡ Partiti: ⁃ Fronte popolare ➡ Usano i “giornali murali” ➡ Manifesti costruiti su un insieme di immagini fotografiche, grafici e lunghi testi e sottotesti esplicativi. ⁃ Comitati civici ➡ Sinteticità e rapidità dell’illustrazione ➡ Esempio: ▪ Manifesto di Turi Vasile ➡ Due conigli bianchi in un campo rotto e nero con la scritta «Loro non votano perché sono due conigli». ▪ Un teschio con il colbacco e con la stella rossa e la scritta «Vota o sarà il tuo padrone». ⁃ Blocco nazionale ➡ Usano le caricature di Guereschi (che inventò anche lo slogan famoso «Nel segreto della cabina Dio ti vede Stalin no!»). ⁃ Partito nazionale monarchico Usa i volti dei due candidati del partito Giovanni Alliata e Tommaso Leone Marchesano ➡ Uno dei primissimi casi di manifesti personali. • Filmati di propaganda Esempi: ⁃ Comitati civici Realizzano una decina di pellicole, proiettato con l’ausilio di cinque carri-cinema appositamente attrezzati, che circola soprattutto nel centro italia. ⁃ PCI ➡ Nessun filmato di propaganda. ⁃ DC ➡ Usa Settimana Incom ➡ Cinegiornale d’informazione settimanale di proprietà del senatore democristiano Teresio Guglielmone. 3.3 1958: segni di innovazione Anni ’50 ➡ Decennio molto stabile con la maggioranza sempre presente per la DC. ⬇ Cambiamenti nei partiti: • DC ➡ Aumenta il numero degli iscritti fino 120.000. • PCI ➡ Non subisce particolari trasformazioni. • PSI Sconta il fatto di non possedere una vasta base locale da mobilitare. ⬇ Quasi tutto il materiale di propaganda è elaborato a livello centrale dai partiti e prodotta internamente dagli uffici Stampa e propaganda e dai centri grafici. ⤵ Campagna del 1958 ➡ Temi dei partiti: • DC Sostituisce alla paura del comunismo il tema dell’insicurezza: il boom economico, la stabilità e lo sviluppo ➡ Slogan: «Progresso senza avventure». • PCI Forte componente ideologica e toni polemici nei confronti della DC, riproponendo slogan e temi già usati nel ’53, incentrati sul dualismo lavoro e sfruttamento, conservazione e progresso, giustizia e ingiustizia, guerra e pace. • PSI Argomentazione di un’alternativa democratica, per un futuro di progresso, libertà e giustizia. • PSDI ➡ Tema dell’unificazione socialista in chiave anticomunista. • PLI Pacatezza dei toni e sobrietà delle forme. • Partito nazionale monarchico ➡ Toni cupi e polemici del passato. • MSI ➡ Rivendica ormai apertamente la sua continuità con il fascismo. ⤵ I partiti iniziano a guardare alla comunicazione pubblicitaria e le campagne elettorali avviano un processo di professionalizzazione. ⬇ Agenzia pubblicitaria Catri di Messina ➡ Crea pubblicità con più partiti diversi (PNM, PLI, DC, Comitati civici, autonomisti siciliani. Ad esempio nel ’53 realizza per i comitati civici una campagna con allestimento di gradi cartelloni con Stalin vestito in diversi modi e la scritta «Lo vuoi per capo ufficio… dottore… portiere… carabiniere». La campagne doveva poi prevedere una statua di Stalin alta 30 metri in piazza Venezia a Roma, ma Stalin morì poco prima delle elezioni. I partiti iniziano a far ricordo ad alcuni consulenti americani e tedeschi. Le campagne: • Comizi ➡ In alcune domeniche prima del voto superano i 30.000. • Manifesti ➡ Non c’è più la scelta tra comunismo e anticomunismo, ma si adotta una discrezione del tono, dei disegni e dei colori, con una netta predilezione per gli aspetti positivi e sereni della vita ➡ Mirano a sedurre piuttosto che convincere ➡ Partiti: ⁃ DC ➡ Tre serie di manifesti ➡ Esempi: ▪ «Parlano i fatti», graficamente molto curata, celebrata con illustrazioni color pastello, le realizzazioni del governo dell’economia. ▪ Un manifesto contro gli avversari di destra e di sinistra. ▪ «Voterò DC», che presenta con tono ironico persone comuni e personaggi noti che dichiarano il proprio sostegno. ⁃ PCI ➡ Usa una grafica più moderna e astratta, meno bandiere rosse e immagini celebrative di operai e contadini, toni più ironici e riferimenti alla tv, alla pubblicità e alla musica leggera ➡ Esempi: ▪ Slogan riferito al capo della DC, Fanfani «Dal blu dipinto di blu, facciamolo scendere giù». • Giornali ➡ Per la prima volta alcuni partiti (DC, MSI, ad esempio) comprano spazi pubblicitari sui principali quotidiani di informazione. • Ricerche di mercato sugli elettori ➡ Esempi: ⁃ DC Commissiona alla Doxa un sondaggio preelettorale sull’orientamento di voto degli italiani ➡ Si studiano le inclinazioni di ciascun elettore e si cerca di trovare forme di contatto dirette e personali. ⁃ PCI Fa incontri e assemblee più ristretti e organizzati per categorie di elettori, nei quali affrontare tematiche specifiche e illustrare proposte mirate. ⬇ La propaganda è più capillare e meno generica, in quanto si inizia ad inviare il materiale propagandistico alle famiglie e ai singoli elettori basandosi sulle caratteristiche professionali e sociodemografiche dei destinatari. • Propagande originali: ⁃ DC Usa attori e personaggi dello spettacolo per incidere tre dischi parodia di • 1974 ➡ Nasce la Tribuna del referendum. ⬇ RAI ➡ Delle tre storiche anime dell’offerta pubblica (intrattenimento, educazione e informazione), l’informazione diventa la più importante. Anche la stampa e i quotidiani assumono sempre più importanza. ⤵ Audiovisivo da parte dei partiti ➡ Partiti: • DC ➡ In alcuni filmati elettorali recitano alcuni famosi attori del Carosello, come Domenico Modugni, Aldo Fabrizi, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. • PCI ➡ Realizza il Carosello elettorale, per la campagna del 1960, parodia di popolari pubblicità del 1957. ⬇ 1968 Realizza Terzo Canale, rotocalco cinematografico realizzato dall’Unitelefilm. Il partito fa grandi investimenti nel mezzo Si usano ancora le pratiche tradizionali, come il comizio, l’assemblea pubblica, il volantinaggio e la distribuzione di materiali di propaganda. Comunicazione e informazione diventano strumenti di lotta politica e la controinformazione diventa nota politica quotidiana ➡ Ad esempio il libro di controichiesta La Strage di Stato, sull’attentato alla Banca Nazionale dell’Agricoltura di piazza Fontana a Milano, realizzato da militanti della sinistra extraparlamentare, smuove gli animi e iniziano marce, sit-in, occupazioni di scuole e fabbriche, così come comizi, cortei, grandi dimostrazioni ecc. ➡ Tutto ciò rinnova il modo di far politica. Sondaggi ➡ I principali istituti demoscopici vengono usati per rilevare gli atteggiamenti del pubblico su temi generici, ma mai su sondaggi veri e propri ➡ Motivi: • Sistema politico ed elettorale italiano molto stabile. • Diffidenza e prevenzione della politica verso gli strumenti delle scienze sociali. Partiti e sondaggi: • DC: ⁃ Elezioni del ’58 ➡ Utilizzo in forma sperimentale del sondaggio per conoscere gli orientamenti di voto degli italiani e organizzare la propaganda. ⁃ Elezioni del ’63 Ricerche motivazionali e sondaggi sulle intenzioni di voto, commissionate segretamente per impostare la campagna. ⁃ Elezioni del ’68 Commissioni al CISER (Centro italiano studi e ricerche) di tre sondaggi, per le intenzioni di voto, e di due indagini telefoniche, di mille interviste ciascuna, sul gradimento dei telespettatori italiani sugli esponenti della DC. • PCI Istituisce nel 1963 un istituto interno chiamato Ufficio elettorale e di statistica, sull’analisi di voto e dei flussi elettorali, elaborando quadri statistiche, ma non vere e proprie rilevazioni sull’orientamento del voto o previsioni. Manifesti ➡ Lo stile si sposta verso segni grafici e linguaggi man mano più astratti, allontanandosi dal crudo realismo e simbolismo del decennio passato, alla ricerca di identità visive più moderne. 3. Le campagne elettorali 3.1 1963: i persuasori occulti Elezioni del 1963 ➡ Per la prima volta si usa la televisione per una campagna elettorale politica ➡ Tema centrale è l’alleanza della DC con il centrosinistra (centrosinistra organico) e due avvenimento che agitano la scena politica: scandali di Federconsorzi e il Rapporto Dichter. ⬇ Attori della campagna ➡ I partiti: • DC ➡ Sembra essere il partito meglio preparato ➡ Mobilita tutta la rete organizzativa e assume per sei mesi 40 assistenti coordinatori, 250 addetti straordinari assegnati ai cinemobili, crea convegni di aggiornamenti e corsi ➡ Costo totale: 3 miliardi e 903 milioni di lire. ⬇ I registi della campagna elettorale sono Adolfo Sarti, Bertoldo Ciccardini, Roberto Speranza e Aldo Amadeo. La campagna è impostata su quattro slogan: ⁃ «Camminare con il tempo». ⁃ «Avanti con la DC». ⁃ «Gli anni felici continueranno». ⁃ «Il miracolo per tutti». • PCI ➡ Sembra essere meno preparato della DC ➡ Arriva a spendere 800 milioni di lire. La campagna è creata da Luciano Romagnoli e Giancarlo Pajetta. La campagna è impostata sullo slogan «È ora di cambiare». • PLI Crea una campagna curata da Alberto Ferioli, Umberto Bonaldi, Benedetto Cottone e Augusto Premoli. La campagna è impostata sulla difesa di ogni deriva a sinistra e usa la metafora della diga con lo slogan «Fermateli o sarà troppo tardi». • Partito socialdemocratico ➡ Crea una campagna curata da Giuseppe Rigetti. • PSI Crea una campagna curata da Luciano De Pascalis. ⤵ Televisione Tribuna elettorale diventa un fatto centrale nella seconda parte delle campagne, condizionando altre forme di propaganda ➡ Tribuna elettorale realizza: • 10 conferenze stampa. • 9 conferenze per le dichiarazioni dei partiti. • La serie La parola ai partiti e al governo ➡ Tribune in cui viene lasciata ai partiti la possibilità di organizzare la formula della loro comunicazione e di decidere gli argomenti da affrontare nei loro interventi; i politici sono di lungo corso e le puntate servono per conoscerli da vicino e intervistarli. Si polemizza e si fanno domande scomode ai politici: fondi mancanti, crollo delle iscrizioni, ecc., con anche soluzioni teatrali (es: il PCI sceglie di lasciare la sedia per Pietro Ingrao vuota, come risposta polemica al rifiuto della DC di portare in televisione il leader di Federconsorzi Paolo Bonomi). ⬇ I partiti: • DC ➡ Organizza tavole rotonde a più voci, coordinate da responsabile della SPES. • PCI ➡ È a favore di una tavola rotonda a più voci, di far partecipare dirigenti nazionali e di base. ⬇ Simpatizzanti che lavoravano alla RAI mandano a Togliatti dei suggerimenti: ⁃ Parlare in prima persona con tono discorsivo. ⁃ Rivolgersi agli ascoltatori. ⁃ Citare lettere. ⁃ Accentuare l’aspetto scenografico. ⁃ Affrontare un numero limitato di problemi in modo approfondito. • Partiti minori (PRI, PDIUM, MSI, ecc.) ➡ Optano per il tradizionale monologo. ⤵ Video e filmati ➡ Partiti: • DC Crea i filmati: ⁃ L’agricoltura diventa industria ➡ Sulla modernizzazione. ⁃ Gli anni felici ➡ Sui cambiamenti sociali ed economici. ⁃ Gli anni felici continueranno ➡ Cartone animato. ⁃ Il miracolo per tutti ➡ Confronto del progresso attuale con le epoche precedenti dell’Italia. ⁃ Ecc. (molti altri filmati) • PCI Predilige il cinema e le sale di proiezione ➡ Crea i filmati: ⁃ Cinegiornale della pace. ⁃ Il prezzo del miracolo. ⁃ L’altra faccia del Miracolo. ⁃ La via scura. ⁃ Appello agli elettori. ⁃ Un voto per il PCI è un voto per la pace. I campionissimi. Ricerche di mercato della DC: • “Persuasore occulto” ➡ Espressione usata dai giornali per indicare la figura di Ernest Dichter, esperto di ricerche di mercato e analisi motivazionali dell’opinione pubblica. La DC commissiona allo psicologo un’indagine su come impostare la campagna. È il primo caso di un consulente straniero impiegato da un partito italiano, che doveva però restare segreto ➡ Questo genera scandalo, perché l’opinione pubblica vede tali strumenti in modo negativo e manipolatorio, inoltre, il fatto che Dichter si occupi in genere di beni di consumo e non di politica è una novità assoluta. • Società CISER ➡ Gli vengono commissionate analisi motivazionali per impostarne i temi e gli argomenti, i sondaggi sulle intenzioni elettorali degli italiani. Comizi ➡ Quelli che ancora funzionano sono quelli molto grandi o quelli molto piccoli ➡ Comizi: • 31-31 marzo 1963 ➡ Si realizzano in totale 30.000 comizi. • Fronte antidivorzista ➡ Linguaggio emotivo, toni drammatici, antoritari, che evocano paura nelle madri e figli di essere abbandonati. ⬇ Uso emotivo delle immagini ➡ DC ➡ Madre con due figli piccoli che dice: «Mi ha tradita, ha voluto il divorzio, mi ha piantata con due figli e mi passa quattro soldi per gli alimenti». CAP. 3: VERSO LA MODERNITÀ: 1975-1990 Nel periodo dalla metà degli anni Settanta alla fine degli anni Ottanta (1975-1989) maturano notevoli cambiamenti nella società italiana e nel sistema politico e dei suoi protagonisti. In tutto ciò le campagne elettorali sono soggette a una ridefinizione delle loro pratiche.  Una prima grande trasformazione è rappresentata dal settore televisivo che in poco più di un decennio in Italia passa dal monopolio pubblico, con due canali, a un duopolio maturo basato sulla coppia Rai e Mediaset con 3 canali ciascuno. La televisione diventa la protagonista della scena pubblica e motore dell’economia italiana.  L’apertura di una grande quantità di nuovi spazi televisivi proposti sia dalla Rai sia dalle emittenti private nazionali e locali, con programmi d'informazione come dibattiti, confronti e interviste. Inoltre si diffonde una nuova forma di propaganda direttamente mutuata dalla comunicazione commerciale, così nasce lo spot politico.  Un’altra grossa trasformazione riguarda un radicale cambio nei tratti della società italiana. Si assiste alla fine della stagione della mobilitazione collettiva e dell’impegno politico a favore di un ripiegamento nella dimensione intima e familiare. La concezione della vita diventa sempre più esperienza individuale e non collettiva. La fedeltà politica perde di forza, la differenza tra i ceti sociali si leviga. Un ulteriore riflesso si ha nei comportamenti elettorali con una progressiva smobilitazione del voto di appartenenza. Emerge un nuovo voto d’opinione, libero, contendibile, incentrato su singole issues e punti programmatici e non su aspetti legati ai tratti della leadership.  Conseguenza di queste trasformazioni è la mediatizzazione della comunicazione politica. Il sistema dei media e la televisione da semplici strumenti diventano protagonisti. Per i partiti la comunicazione passa dal costruire una risorsa importante a uno strumento indispensabile. L’idea che si diffonde è che un partito non in grado di destreggiarsi nella nuova scena pubblica mediatizzata sia di fatto incapace di comprendere la modernità e inadatto a gestirla e a governarla.  La comunicazione e la rappresentanza politica cambia. In questi anni avviene una marcata personalizzazione della politica, quale diretta risposta alla crisi delle organizzazioni partitiche e ad un preciso requisito del sistema dell’informazione. Tra i casi più eclatanti vi sono Bettino Craxi e Giovanni Spadolini ma anche l’originalità di Marco Pannella che fa del suo corpo un oggetto politico.  La seconda trasformazione consiste in una sempre più stretta contaminazione fra gli stili e i registri comunicativi tradizionali della politica e quelli dell’intrattenimento televisivo. La politica si spettacolarizza. Le campagne elettorali devono comunicare in modo rapido ed efficace al maggior numero di persone possibile. La macchina elettorale si articola e aumentano i costi e le risorse richieste ai partiti e ai singoli candidati. Ma con la legge del 2 Maggio 1974 vengono introdotti i rimborsi per l’attività elettorale, che crescono fino all'abrogazione nel 1993, mantenendo i rimborsi sotto forma di contributi per le spese elettorali.  Le campagne elettorali iniziano a rappresentare una materia di studio e si cerca di analizzare tutti gli elementi che le compongono. In questo un grande contributo lo dà la politica statunitense che viene fortemente presa in esempio. La campagna elettorale, o campaigning, si afferma come un insieme interrelato di consuetudini, competenze, professionalità, esperienze e pratiche.  Se inizialmente si analizzavano le political issues (dibattiti, formule, schieramenti) e le policy issues (temi, problemi) ora si aggiunge l’interesse per le personal issues (vita privata dei candidati) e le campaign issues (andamento della campagna).  Nelle campagne elettorali di questo periodo si possono individuare due fasi distinte: • Elezioni del 1979: introduzione dello spot politico e il coinvolgimento diretto delle televisioni private • Elezioni politiche dal 1983-1987: le tendenze evidenziate sul finire del decennio precedente giungono a maturazione e si manifestano in maniera compiuta.  1. I protagonisti: telecandidati, partiti elettorali e agenzie di pubblicità Fra la fine degli anni Settanta e il decennio successivo prosegue una lenta e irreversibile crisi dei modelli organizzativi del partito di massa che rappresentava le solide subculture politiche che sostenevano il sistema politico italiano. Diminuiscono le iscrizioni e la fedeltà.  Il primo partito che legge questo cambio è il PSI, con Bettino Craxi, che realizza una profonda revisione ideologica e organizzativa accompagnata da un radicale restyling della propria comunicazione e identità visiva. In primis cambia lo storico simbolo della falce, martello e libro con il garofano, cambia il vocabolario iconografico, si costruisce un’immagine forte del suo leader, si creano eventi spettacolari. Parallela alla crisi organizzativa, si sviluppa la crisi della militanza, che da sempre rappresentava il collegamento partito-elettori. Gli stessi anni segnalano una crisi verticale nella partecipazione e nell’interesse degli italiani verso la politica. In particolare le giovani generazioni, simbolo del cambiamento degli anni precedenti, perdono la partecipazione e l’interesse verso la politica.  I partiti maturano così la consapevolezza che per comunicare efficacemente con un elettorato meno interessato alla politica e sempre più difficile da raggiungere è necessario utilizzare linguaggi e strumenti innovativi. Per questo motivo i partiti si avvicinano ai professionisti della pubblicità e crescono all’interno delle campagne elettorali il contributo e il coinvolgimento di creativi, art directors, registi, copywriters, media planners. Questa collaborazione però nei primi anni fatica ed è molto limitata dalla diffidenza. Con il tempo le agenzie vengono interpellate molto più frequentemente nella fase progettuale a tutti gli effetti. Nella campagna elettorale del 1987 sono coinvolte: Agenzia Testa per il PSI, Reggio del Bravo per il PCI, Annamaria Testa per i verdi, Mignani di Rscg per la DC, Pirella per il Pri. Marco Mignani inventa per la DC una campagna nazional-popolare basata sui buoni sentimenti: Forza Italia, fai vincere le cose che contano, con molti punti in comune con le pubblicità di Barilla per Mulino Bianco. Le differenze e le distanze politiche si traducono in diversi linguaggi: leader vs partito; emozione vs ragione, fiction vs informazione. L’influenza delle agenzie si vede anche in Gran Bretagna e in Francia con i Fratelli Saatchi e Jacques Séguéla che contribuiscono al successo rispettivamente di Margaret Thatcher (1979) e di Francois Mitterand (1981).  Diretta conseguenza delle trasformazioni che investono i partiti è la progressiva personalizzazione delle elezioni. I contenuti delle campagne elettorali come la loro copertura giornalistica tendono a focalizzarsi sulle figure dei principali leader e candidati. Nella campagna elettorale per le elezioni del 1983 vi fu uno scontro diretto fra Craxi, De Mita e Berlinguer. L’immagine di Craxi sorridente ha come slogan “l’ottimismo della volontà” per il Psi mentre lo slogan della campagna del Pri è “Votate per i repubblicani, votate per Spadolini”.  Nel corso degli anni diventa sempre più marcata la personalizzazione nelle campagne elettorali dei singoli candidati. Fra i protagonisti delle campagne elettorali si afferma una figura nuova e innovativa per modalità di intervento, strumenti e cultura politica. Sono i telecandidati, coloro che si focalizzano sugli spot rispetto alle piazze. Vi è un indebolimento delle strutture organizzative e propagandistiche dei partiti e una maggiore disponibilità e facilità nell'accesso a nuovi strumenti e canali di comunicazione, come le televisioni private.  2. Gli strumenti: televisioni private e spot La risposta dei partiti italiani a questi fenomeni sociali e politici consiste in una progressiva occupazione di spazi pubblici, televisioni e mezzi di comunicazione. Nel 1976, dopo la riforma della Rai, la programmazione complessiva delle due reti del servizio pubblico ammonta a 5.826 ore, quasi la totalità dell’offerta televisiva. Le ore di trasmissione crescono con gli anni. L’arena televisiva si afferma come nuova piazza pubblica, mentre la televisione impone alla politica e ai suoi leader i propri linguaggi, logiche e formati. La crescente importanza della televisione nelle campagne elettorali è la diretta conseguenza di tre fattori:  • Aumento degli spazi elettorali proposti: Nel 1976 la Rai crea una nuova rubrica dal titolo Cronaca elettorale, e un ciclo di nove incontri con i partiti dal titolo Verso le elezioni. Le tribune elettorali sono uno spazio residuale per la propaganda elettorale e hanno delle formule e modelli invecchiati.  • Apertura ai partiti e ai candidati di una gran quantità di nuovi spazi televisivi. A partire dal 1983 i tre network privati nazionali realizzano programmi elettorali di taglio giornalistico e informativo per un totale di 50 ore di trasmissione (56 nel 1987). Durante le campagne elettorali i candidati iniziano a comparire anche in programmi di intrattenimento, varietà, talk show, giochi e programmi sportivi. Questa è una strategia per raggiungere gli elettori per una via indiretta presentandosi per il proprio carattere e personalità e non per l’ascesa politica.  • La diffusione dello spot politico programmabile senza limiti e vincoli, eccetto quelli economici, rappresenta il principale contributo delle televisioni commerciali alla trasformazione e alla modernizzazione delle campagne elettorali. I singoli candidati individuano nella molteplicità di televisioni locali uno strumento per promuovere tramite messaggi della durata di pochi secondi le loro candidature. Il risultato è un diluvio di spot politici che invadono i palinsesti delle televisioni private con spese altissime e che crescono negli anni successivi.  La suddivisione delle spese elettorali sostenute dai partiti evidenziano la maggiore attenzione alnuovo strumento, su cui si investe circa il 25% del budget complessivo. Tra quelli più attivi vi è il Psi mentre il PCI conferma una sfiducia verso il mezzo televisivo. Nonostante ciò nel 1983 i tele candidati sono ancora una ristretta minoranza delle migliaia di pretendenti a cariche elettive, i quali destinano solo il 10% del budget allo spot.  3. Le campagne elettorali 3.1 1979 e 1980: la prima volta degli spot Con le dimissioni di Andreotti da presidente del Consiglio, il 31 gennaio 1979, e la conseguente caduta del suo quarto governo si conclude la collaborazione tra Dc e Pci alla guida del paese. L’impossibilità di formare una nuova maggioranza porta a nuove elezioni anticipate poco prima delle elezioni europee. La doppia campagna elettorale finisce per essere dominata dalla scena e dalle tematiche nazionali. Lo slogan scelto dalla Dc: “Più forte la Dc in Italia, più forte l’Italia in Europa”. Il tema europeo sembra così di secondo ordine. Mentre il Psi si focalizza su una campagna più europeista, forte della tradizione dell'euro socialismo: “Europei perché socialisti” “Se parli socialista in Europa ti capiranno”. Il Servizio pubblico, dopo gli anni della riforma della Rai 1975, è caratterizzato da una grande sperimentazione nei formati e nei linguaggi e da una salutare concorrenza interna tra le reti. Emittenti private, nel 1979 mostrano segni del passaggio da una fase centrifuga (creativa e spontanea) ad una centripeta, tendente alla concentrazione.  La fondazione nel 1980 di Canale 5 da parte di Silvio Berlusconi che chiama un personaggio come Mike Bongiorno rappresenta un punto di svolta.  La campagna elettorale, data la rottura della collaborazione, inizia con toni accesi e polemici ma non riesce ad accrescere il coinvolgimento degli elettori. La propaganda della Democrazia Cristiana contempla spese tipografiche e di pubblicità di oltre un miliardo e mezzo ripartiti per il 60% alle elezioni politiche e per il 40% a quelle europee.  La campagna del PCI invece prevede un costo di circa due miliardi e mezzo con focus sulle radio e televisioni private. L’impegno principale è di far conoscere il nuovo simbolo del garofano. Questo simbolo, insieme al tema di un’alternativa nella politica italiana e alla vocazione europea contraddistingue l’intera campagna. Inoltre vengono selezionate una cinquantina di emittenti locali sulle quali vengono trasmessi sport con testimonial d’eccezione: Vittorio Gassman, Enrico Negli anni vengono promosse un’insieme di norme spesso contraddittorie e di non facile applicazione e controllo, che ha tra i principali risultati il divieto di utilizzare gli spot elettorali e il blocco nella diffusione dei sondaggi nei quindici giorni precedenti il voto.  Vi sono dei cambiamenti determinanti nel peso e nel ruolo dei mass media. Durante le campagne elettorali il peso e l’utilizzo dei mass media procedono lungo la strada già emersa nella fase precedente: centralità della televisione, spettacolarizzazione, personalizzazione e ridefinizione dei caratteri e dei tratti della leadership. Ciò che cambia è l’intensità di questi fenomeni, che assumono ora una rilevanza senza precedenti. In particolare la televisione diventa al contempo scena, attore e oggetto del confronto e dello scontro elettorale. La difficoltà sta nel regolamentare le trasmissioni e gli spot durante le campagne elettorali a causa dell’ingresso in politica del proprietario di tre emittenti televisive nazionali attivamente impiegate per le proprie campagne elettorali. Il crollo del sistema politico e la fine di molti dei partiti storici porta un drastico calo delle adesioni ai partiti. L'attenzione dei partiti si sposta dagli iscritti agli elettori. La composizione dei partiti si modifica: Acquisisce sempre più importanza il vertice, costruito per cerchi concentrici attorno a leader e staff.  Altra conseguenza delle riforme del sistema elettorale è la nascita di nuovi soggetti, quali i comitati elettorali, i candidati sindaci che si sostituiscono ai tradizionali protagonisti delle campagne elettorali.  La campagna elettorale del 1993 e quelle politiche del 1994 sono all’origine di una nuova stagione di studi relativi al sistema politico, ai meccanismi di leadership, alle strategie comunicative e ai loro effetti.  La comunicazione politica e le sue caratteristiche diventano variabili rilevanti per la comprensione del sistema partitico, politico e istituzionale e dei loro trend, una sempre maggior attenzione viene data al sistema dell'informazione.  Sul fronte più tecnico-professionale, le elezioni del 1994 accendono l’interesse verso le tecniche e gli strumenti del campaigning, promuovendo la produzione di guide e manuali su come organizzare e vincere una campagna elettorale.  1. I protagonisti: leader di coalizione, sindaci e consulenti I dati delle iscrizioni ai partiti evidenziano l’entità del cambiamento. Alle soglie del nuovo millennio solo il partito Democratico della sinistra contava più di mezzo milione di iscritti, gli altri non superano i 150.000 iscritti.  Il fenomeno politico ed elettorale più appariscente è la fondazione di Forza Italia ad opera di Silvio Berlusconi nel 1993. Dal piano linguistico i club sostituiscono le sezioni e i promotori i funzionari. Forza Italia non ha organismi elettivi, non ha nei congressi i momenti decisionali della linea politica e della sua direzione. Il primo congresso si svolge nel 1998 ed elegge l’unico leader naturale per acclamazione, Silvio Berlusconi. L’accentuarsi del peso e del ruolo di leadership personalizzate è però un fenomeno generalizzato, che riguarda tutti i partiti. La Lega ha Umberto Bossi, Alleanza nazionale ha Gianfranco Fini, l’Udc ha Pierferdinando Casini etc. Punti fermi dello scenario politico della Seconda Repubblica non sono più i partiti bensì i leader.  Lo stesso avviene per sindaci e presidenti di Provincia. La campagna non è più a favore di questo o quel partito bensì a favore di questo o quel candidato. Tale ridimensionamento dei partiti è anche la diretta conseguenza della scelta di molti partiti di puntare su figure indipendenti o tecnici esterni al mondo della politica. Infatti per rifarsi della crisi di Tangentopoli, si candidano professori universitari, imprenditori e rappresentanti della società civile.  Amministrative o politiche che siano le elezioni, per la leadership diventano sempre più importanti gli aspetti individuali, le biografie, e tutti gli elementi che costituiscono l’immagine, l’abilità nel going public e la capacità di agire sulla scena pubblica.  L’indebolimento dei partiti favorisce la nascita di alleanze. Per esempio nel 1994 sono 3: alleanza dei progressisti,Unione fra Polo del buongoverno e Polo della Libertà e il Patto per l’Italia.  La politica si apre ulteriormente a figure professionali esterne come anche consulenti aziendali, grafici etc, perché il settore diventa molto redditizio. Sul modello delle campagne americane si diffonde anche in Italia la figura del campaign manager, responsabile degli aspetti tecnici, economici e organizzativi della macchina elettorale. Alle elezioni amministrative del 1993 il candidato a sindaco di Milano Piero Bassetti si serve di Peter Schachter che ha contribuito alle campagne di Clinton e così altrettanti.  Ai comitati elettorali spetta anche di provvedere alla raccolta fondi e alla loro gestione. Il fundraising si diffonde come un momento fondamentale delle campagne con tradizionali sottoscrizioni in occasioni di eventi pubblici, dalla vendita di gadget, fino alle cene elettorali e telemarketing. All’elenco dei protagonisti si consolida la figura dei conduttori dei talk show  che hanno un ruolo super partes. Tra i molti si possono citare: Michele Santoro, Emilio Fede e Maurizio Costanzo. 2. Gli strumenti: talk show e marketing politico Le campagne elettorali con nuove regole e nuovi protagonisti si avvalgono di nuovi strumenti. Alle tradizionali tecniche e forme di propaganda si aggiungono quelle del marketing elettorale. Cambia la logica, dall’intento educativo nei confronti degli elettori subentra l’idea di invertire il rapporto e adeguare il prodotto agli elettori. Il marketing elettorale si articola in diverse fasi: • Fase strategica: definizione degli obiettivi della campagna • Fase analitica: si analizza il contesto e i concorrenti; • Fase Posizionamento: si definisce il posizionamento, target e piano media • Fase Operativa: Esecuzione. Uno dei grandi vantaggi di Berlusconi all'inizio dell’avventura politica è la consuetudine ad utilizzare ricerche e analisi di mercato, tecniche di pubblicità e il linguaggio televisivo.  I sondaggi diventano risorsa essenziale delle campagne elettorali. Una lettura errata dei sondaggi porta D’Alema a una serie di sconfitte fino alle dimissioni da primo ministro. Al contrario grazie ai sondaggi Forza Italia individua i temi giusti.  Non solo i candidati nazionali ma anche sindaci e presidenti regionali si rivolgono a istituti di ricerca. Questo strumento si diffonde così tanto da definire il fenomeno “democrazia del sondaggio” o “sondocrazia”.  I sondaggi permettono di decifrare i trend e di capire la competizione.  Fra le nuove tecniche di direct marketing rientra l’invio tramite posta di materiale promozionale (antenato dell’email-marketing). Il difetto è la poca selezione del target ma comunque è uno strumento molto utilizzato, specie da Berlusconi. Lo spot politico viene regolamentato da diversi interventi legislativi ma nonostante ciò non vi è parità nel suo utilizzo. La pubblicità elettorale può essere trasmessa solo a condizioni di parità dalle emittenti sino a 30 giorni dalle elezioni all’interno di spazi appositi.  La limitazione nell’uso degli spot viene compensata dall’aumento del tempo e dell’attenzione dedicati tanto dalle emittenti pubbliche quanto da quelle private al confronto fra partiti e candidati e alle discussioni dei temi elettorali. Il confronto monopolizza i tanti talk show politici e cresce il numero di programmi dedicati alle elezioni. Inoltre, la cronaca e il commento degli eventi invadono anche la carta stampata, con il risultato che la televisione si afferma il super tema e lo strumento principale.  Si diffonde anche l’entertaining politics con programmi simili ai talk show americani come David Letterman Show, es. Satyricon dove Travaglio denuncia i comportamenti illegali di Silvio Berlusconi. Questo porta alla maggior richiesta di esponenti politici nei talk show e nei programmi di informazione.  Anche i mezzi tradizionali si modernizzano, in particolare viene ripreso e declinato il manifesto politico, utilizzato anche da Berlusconi con maxi affissioni da 6x3 nel 2001 con una logica a puntate.    In questi anni si segnalano i primi impieghi di Internet all’interno delle campagne elettorali italiane. Nel 1992 Clinton utilizza l’email e gruppi di discussione online, nel 1996 Bob Dole durante un dibattito invita a visitare la pagina web, nel 1998 nasce il potente movimento MoveOn.org e nel 2000 il fundraising online inizia a rappresentare una risorsa centrale per il finanziamento delle campagne.  In Italia Internet è visto come una mera risorsa comunicativa. L’impiego più diffuso è l’invio di mail elettorali e la realizzazione di siti con informazioni, notizie e materiali relativi alle elezioni. Internet è un modo moderno per fare cose vecchie e tradizionali.  Nel corso della campagna elettorale per le elezioni del 1996, circa 60.000 italiani utilizzavano la rete e L’Ulivo realizza il sito www.ciclostile.it dove scaricare materiale elettorale. Nel 1999 il comitato per l’elezione di Emma Bonino alla presidenza della Repubblica crea www.emmaforpresident.it. Nel 2001 i maxi poster di Berlusconi riportano sia l’indirizzo al sito del partito sia quello del candidato premier. 3. Le campagne elettorali 3.1 1993: l’elezione diretta dei sindaci Le elezioni amministrative del 1993 si svolgono in due tornate, coinvolgendo alcuni dei principali capoluoghi italiani a novembre. Un avvenimento molto importante dopo Mani Pulite.  Le elezione sono anche il banco di prova della nuova legge n.81/1993 che introduce per i comuni con più di 15k abitanti la possibilità che più liste sostengono lo stesso candidato a sindaco; il ballottaggio fra i due candidati con più voti nel caso nessuno superi il 50% e la possibilità di fare apparentamenti fra liste nel secondo turno.  Per la campagna elettorale la legge vieta gli spot elettorali, ogni forma di trasmissione pubblicitaria radiotelevisiva, le inserzioni propagandistiche sui giornali e la partecipazione a trasmissioni televisive di intrattenimento, culturali e sportive nei 30 giorni precedenti alle elezioni.  La campagna elettorale evidenzia una marcata personalizzazione assieme alla riscoperta di forme tradizionali di propaganda sul territorio. Inoltre, la novità del secondo turno promuove forme di confronto originali per la scena italiana ed anche un innalzamento dei toni.  Candidati> Partiti questo di riconferma. A fianco del programma politico diventano importanti i candidati, le loro storie, i nomi, le loro facce e gli slogan. In molti casi i candidati ricevono più voti delle liste che li sostengono.  Una conseguenza è anche il negative campaign in relazione ad attacchi personali e a veri colpi bassi in fase dei ballottaggi.  Nuovi protagonisti sono i comitati elettorali che costituiscono i vertici organizzativi e i motori della campagna elettorale. Una struttura costruita proprio per la campagna elettorale del candidato, solitamente in spazi indipendenti e autonomi dalle sedi dei partiti. Un caso emblematico è Roma, un politico di professione come Fini, segretario del Msi, viene supportato da un comitato elettorale “partito-verticistici” composto ai vertici da persone di stretta fiducia e lunga militanza politica. Mentre il comitato di Rutelli è composto da personaggi provenienti dal mondo della comunicazione.  L’elezione diretta dei sindaci contribuisce a riaccendere la partecipazione e l’interesse verso le elezioni, favorendo il ritorno a mezzi e a forme di propaganda tradizionali, basati sulla mobilitazione di simpatizzanti e volontari. Si assiste a un ritorno alla campagna elettorale fra la gente, per le strade e discorsi pubblici. A fianco di questo ritorno alle origini si diffonde l’utilizzo di professionisti di comunicazione. Tra i maggiori strumenti utilizzati vi sono sondaggi, telefono, direct mail, videocassette e fax.  La marcata personalizzazione accende l’interesse delle emittenti locali che dedicano ampio spazio alla campagna elettorale. L’elezione diretta apre alla formula del faccia a faccia tra candidati aumentando la componente spettacolare dell’offerta televisiva. Questi faccia a faccia approdano anche nella tv nazionale con programmi come Milano, Italia e Braccio di Ferro.  La campagna elettorale segna un alto coinvolgimento anche della stampa, che dedica parecchio spazio al confronto politico e ai protagonisti.  3.2 1994: la campagna maggioritaria e bipolare Le elezioni politiche del 1994 segnano un netto punto di svolta nella storia politica di pari entità di quelle del 1948. Una grande novità sono le leggi 275-276/1993 che hanno riformato il sistema elettorale introducendo al Senato e alla Camera un sistema misto, maggioritario per la ripartizione del 75% e proporzionale per il 25%. La riforma permette ai partiti di presentarsi da soli o come alleati in coalizione e di esprimere un leader.  Il rimescolamento dei partiti e l’entrata in politica di Silvio Berlusconi rendono la campagna elettorale Alle trasformazioni tecnologiche si aggiungono quelle istituzionali e normative. La principale riguarda la riforma del sistema elettorale per le elezioni della Camera dalla legge di riforma del sistema elettorale per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato, n.270/2005. Questa rivede la normativa in senso proporzionale, introducendo: un premio di maggioranza, soglie di sbarramento differenti fra Camera e Senato; Liste bloccate che eliminano la possibilità per l’elettore di indicare preferenze.  La legge stravolge anche le modalità e le forme delle campagne. L’abolizione dei collegi uninominali elimina la competizione tra candidati; l’ampliamento dei collegi attenua il rapporto diretto fra candidati ed elettori; il meccanismo delle liste bloccate fa sì che i candidati vengano eletti non in base ai voti loro ma da quelli ricevuti dal partito.  Le trasformazioni non rivoluzionano il sistema ma vanno a confermare alcuni trend già presenti come l’importanza del leader e la personalizzazione delle figure coinvolte. In questi anni si verifica l’introduzione di una nuova tipologia di elezioni, le elezioni primarie prese dall’esperienza americana. Oltre ad estendere agli elettori la selezione dei candidati, le primarie promuovono differenti modalità e forme di campagna elettorale ed attivano nuove energie e protagonisti.  Grazie alla rete, le campagne elettorali di questa fase procedono lungo una duplice direzione. Da un lato la necessità di utilizzare la rete e di comprendere e intervenire nel mondo dei social comporta il ricorso a nuove professionalità specializzate. Dall’altro lato, la rete permette di attivare forme di partecipazione e di coinvolgimento dal basso, recuperando in versione digitale funzioni in disuso: la comunicazione personale, la mobilitazione, la diffusione di materiali e la raccolta fondi.  1. I protagonisti: leader social, militanti digitali, cittadini Con il diffondersi di una network society la comunicazione delle istituzioni, dei partiti e dei loro principali leader non gode più di spazi riservati o protetti: la loro voce è una in mezzo al rumore caratterizzato da velocità, affollamento ed emotività.  Il risultato è una scena pubblica virtuale, dove istituzioni, partiti e leader non possono esimersi dall’essere presenti, pena il rischio dell’oblio e della scomparsa.  Si diffonde l’idea di una possibile democrazia digitale diretta; l’adozione di forme di partecipazione e consultazione online; l’uso della rete quale elemento comunicativo e organizzativo; la disintermediazione della comunicazione e il crearsi di un rapporto sempre più diretto e bidirezionale fra coloro che una volta erano mittente-destinatario; l’affermazione di una nuova generazione di leader social in contatto con i followers. Chi investe maggiormente sullo strumento Internet è l’area del centrosinistra, in particolare il Pd mentre il centro destra e il Pdl continuano a prediligere mezzi tradizionali, come tv e affissioni. Forza Italia investe su internet e social e nel centrodestra nasce una nuova generazione di leader social, quali Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Sul fronte opposto Matteo Renzi con degli appuntamenti su Twitter una diretta Facebook inizia ad affermarsi.  L’esempio più avanzato è il Movimento 5 stelle fondato da Beppe Grillo, che con il blog promuove eventi e meet-up.  Le fonti ufficiali dell’informazione, giornali e televisioni, per molto tempo aventi l’esclusiva perdono questo vantaggio perché gli stessi leader comunicano più rapidamente sui social. Il fenomeno del giornalismo partecipativo, citizen journalism, e la ridefinizione dei confini della professione giornalistica cambiano le regole dell’informazione. Il tema delle fake news e della post-verità, che assume dimensione globale con Donald Trump nel 2017 è connesso a due aspetti: profonde trasformazioni introdotte dalla rete nelle forme della rappresentanza e nei meccanismi dell’informazione.  La società italiana si caratterizza da una politica deideologizzata con al centro l’individuo con la scomposizione di un’unica grande agenda pubblica, sostituita da una pluralità di attori e agende. Internet allarga i canali dell’informazione e della partecipazione moltiplicando le arene della discussione pubblica. Si collocano in questo spazio il No Berlusconi Day, prima manifestazione a Roma convocata tramite Facebook.  Il coinvolgimento in forme innovative degli elettori diventa una delle risorse delle campagne elettorali di questa fase, nella quale si assiste alla riattivazione di circuiti di partecipazione diretta e non dai media mainstream.  Molte sono le campagne elettorali amministrative che a cavallo del decennio mostrano nuove forme di mobilitazione e di partecipazione. Pisapia punta sul coinvolgimento e la partecipazione dal basso dei volontari che danno vita a più di 40 comitati cittadini, promuove le Officine per la città per l’elaborazione del programma e ha nella rete uno strumento di connessione dove promuove forme virali di contropropaganda, come il video Il favoloso mondo di Pisapia. La rete costituisce il terreno d’azione per diversi protagonisti: semplici cittadini, attivisti, militanti, utenti che intervengono nelle campagne.   2. Gli strumenti: rete e social network La rete cambia notevolmente le campagne elettorale. Il suo uso passa da una fase top-down dove i leader comunicano e i gli utenti ascoltano, a una fase più partecipativa bottom-up che tende a coinvolgere gli utenti tanto negli scambi e nella creazione di contenuti quanto in una fase di attivazione e mobilitazione, sino a esperimenti di social-networking per la mobilitazione dal basso.  Fra le conseguenze della rete e del numero dei suoi utenti vi è la disponibilità ad un’enorme quantità di informazione sulle caratteristiche, i comportamenti e i consumi degli utenti. Dati che possono essere utilizzati per l’impostazione e l’elaborazione strategica come accade spesso negli Stati uniti.  La televisione in Italia mantiene la propria importanza e centralità. Nei periodi pre campagna aumentano gli spazi dedicati dai telegiornali alla politica e i tempi concessi ai rappresentanti. Questo tipo di informazione che pesa sul racconto e sullo svolgimento della campagna e non mostra segni di flessione del corso degli anni. L’intervento della televisione nelle campagne elettorali non si limita ai Tg e notiziari. I talk show costituiscono l’altra componente del nuovo genere della telepolitica. Nel 2006 nasce Confronti tv che vede trasmessi i due faccia a faccia tra Prodi e Berlusconi e che segnalano più di 16 milioni di telespettatori.  Due anni dopo, nel 2008, Porta a Porta dedica 25 puntate su 32 alla politica con focus su Silvio Berlusconi. Seguono poi programmi come Matrix, Annozero e Ballarò condotto da Floris.  Infine bisogna considerare anche il ruolo di programmi di intrattenimento e satirici che durante le campagne elettorali accentuano questo aspetto, creando tormentoni, video e imitazioni che diventano virali e animano le campagne elettorali. Tutto ciò va a levigare la netta differenza tra informazione ed entertainment.  3. Le campagne elettorali 3.1 2005: i candidati di coalizione e i volontari Nel 2005 l’Unione è una coalizione che raccoglie diverse formazioni politiche dell’area del centrosinistra: L’Ulivo, Rifondazione comunista, Udeur, Italia dei Valori, Federazione dei Verdi, Rosa nel pugno, Socialisti uniti, Movimento repubblicani europei, Partito socailista democrativo italiano, Partito dei comunisti italiani ed altri minori. La campagna elettorale delle primarie dell’Unione ha un formato particolare perché non si tratta di una vera elezione bensì di una coronazione data la palese scelta del vincitore, Romano Prodi. La leadership di Prodi non è messa in discussione. Le primarie sono sì un originale esperimento di democrazia e partecipazione ma anche una grande operazione di comunicazione. L’obiettivo è quello di creare un evento in grado di occupare il centro del discorso pubblico puntando sui principali mass media e sulla televisione. Le primarie si configurano come una lunga pre campagna, nella quale testare e mettere a punto la struttura propagandistica per le politiche 2006. L’originalità delle elezioni si riflette sui protagonisti. I principali sono i 7 candidati che danno vita a campagne fortemente personalizzate con il loro volto e slogan: “Per far ripartire l’Italia. Vota Prodi presidente”; “Vota Bertinotti”, “Insieme si può. Pecoraro Scanio presidente”, “C’è qualcosa di nuovo oggi a sinistra: Ivan Scalfarotto”; “Precedenza al Sud. Vota Mastella”. Così come gli slogan anche i siti web sono personalizzati.  La campagna elettorale delle primarie si colloca nel solco tracciato dalla legge elettorale maggioritaria del 1993 accentuando il processo di personalizzazione e spettacolarizzazione della politica.  A fianco dei sette candidati gli altri protagonisti di questa campagna sono i tantissimi volontari che la rendono possibile e ne costituiscono l’ossatura organizzativa. Sono oltre 10.000 i volontari che nei primi giorni di luglio aderiscono ai Comitati per Romano Prodi tramite il sito Internet. Grazie a loro vengono veicolati attraverso gazebi, banchetti, siti, appuntamenti e iniziative pubbliche, ma è anche possibile aprire ben 9.732 seggi elettorali. Si calcola che le persone coinvolte direttamente siano state più di 300.000. Questa operazione non viene ben pubblicizzata in tv e nei talk show anche perché Berlusconi non vuole offrire loro visibilità ma nonostante ciò hanno notevole successo.  La blogosfera segue la campagna elettorale e racconta e documenta il giorno del voto. Sono ancora utilizzati strumenti tradizionali quali le affissioni, sia nei formati tradizionali sia nel formato grande 6x3 nella quale si impegnano pressoché tutti i candidati, eccetto Panzino. Ma il passo più innovativo è la creazione del sito informativo con attenzione all’interfaccia e alle indicazioni sul contenuto. Il sito incentiva la partecipazione dei visitatori tramite un blog, la posta elettronica e funzioni di commento, raccogliendo nel primo mese oltre 2.000 interventi.  Il giorno delle votazioni il sito Internet della “Repubblica” attiva una pagina speciale dedicata all’evento, in cui si segue in tempo reale lo svolgersi delle votazioni pubblicando, oltre ad articoli e aggiornamenti, anche materiali inviati dagli elettori, foto video con logica bottom-up.  3.2 2013: la campagna ibrida e i volontari digitali Uno dei tratti che più incide sulla campagna elettorale delle elezioni politiche del 2013 riguarda la competizione elettorale che vede tre soggetti o aree politiche molto competitive. Sebbene il Movimento 5 Stelle sia alla sua prima prova in un’elezione politica nazionale e il centrodestra, ancora guidato da Berlusconi, risulti logorato e in difficoltà, con l’avvicinarsi del voto appare chiaro che il Pd, partito come favorito, progressivamente perde consensi.  Nessuno dei due partiti “anziani” si focalizza in modo specifico sulla campagna, lasciando così ampio spazio allo Tsunami tour del M5s che prende il via in diretta streaming a metà gennaio.  Le elezioni del 2013 si collocano alla fine di un lungo ciclo elettorale iniziato con le europee del 2009 caratterizzato dal diffondersi della crisi economica e dal decrescere dei consensi a favore dei due principali partiti italiani.  La campagna conferma il diffondersi della lifestyle politics per quanto riguarda i protagonisti, ovvero l’importanza dei loro tratti personali e biografici ai fini della loro percezione politica; della pop politics per quanto riguarda il racconto dei media, cioè la trattazione della politica con le forme e toni popolari dell’intrattenimento; di nuove forme partecipative e del procedere del processo di professionalizzazione per quanto riguarda la dimensione organizzativa.  Nella puntata del talk show Le invasioni barbariche  con ospite il Presidente del Consiglio uscente Mario Monti in qualità di leader del nuovo partito Scelta civica mette in atto un processo di umanizzazione della figura dei Monti. La puntata vede un conviviale salotto dove oltre a rispondere a domande sulla vita privata, Monti beve una birra e prende in braccio il cucciolo di cane regalatogli dalla conduttrice.  Per il 73% degli italiani la televisione rappresenta la principale fonte di informazione elettorale, seguita dalla stampa (9,4%) e da Internet (7,8%).  Le elezioni politiche del 2013 confermano la centralità dei leader, intorno ai quali si sviluppano il confronto politico e la narrazione della campagna elettorale. Berlusconi si conferma il migliore a partecipare alle trasmissioni mentre il M5s non partecipa affatto per staccarsi dalla vecchia politica. Infatti vengono solo trasmessi dei video di Beppe Grillo tratti dallo Tsunami Tour.  Altro protagonista della campagna elettorale è la figura dei volontari digitali, simpatizzanti attivi in rete
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