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Le caratteristiche della socializzazione primaria, Dispense di Sociologia

Riassunto per esame di sociologia primaria

Tipologia: Dispense

2017/2018

Caricato il 10/12/2018

A_Matt09
A_Matt09 🇮🇹

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Scarica Le caratteristiche della socializzazione primaria e più Dispense in PDF di Sociologia solo su Docsity! LA SOCIALIZZAZIONE PRIMARIA E LE SUE CARATTERISTICHE Maria Gabriella Landuzzi INTRODUZIONE Bambini senza socializzazione (cure amorose, linguaggio, interazioni) non sopravvivono (esperimento fatto da uno storico medievale), è essa che trasforma l'individuo sociale. La socializzazione è un processo complesso attraverso il quale l'individuo diventa un essere pienamente sociale, si integra in un gruppo o in una comunità, quell'insieme dei meccanismi che permettono l'integrazione e l'identificazione nei vari gruppi con i quali l'individuo, nel corso della vita, instaura rapporti di interazione. La socializzazione di divide in due fasi: • socializzazione primaria, avviene prima anni di vita, riguarda la famiglia; • socializzazione secondaria, si apprendono i ruoli sociali che coincide con l'ingresso delle scuole; A queste due fasi se ne è aggiunta un'altra, per perfezionare i ruoli specifici nella società e la risocializzazione, quando avviene un cambiamento o difficoltà che hanno coinvolto il soggetto stesso. CAPITOLO 1 IL CONTESTO PLURALE Grandi cambiamenti che caratterizzano le società occidentali rappresentabili come contesti plurali. Funzionamento “normale” della vita sociale appartenere a un gruppo, linguaggio, valori, norme… 1.1 GLOBALIZZAZIONE E MODERNITÀ Globalizzazione tendenza ad una dimensione mondiale, tre diversi modi di globalizzazione: 1. la ritiene un mezzo di rimozione delle barriere che condurrà a un mondo più libero e più equo; 2. la considera all'origine di tutti i mali, finte di disuguaglianze, causa di un mondo mercificato privo di regole e di solidarietà; 3. la definisce un fenomeno positivo ma capace di produrre effetti sullo sviluppo economico tanto maggiori quanto minori sono le disuguaglianze che tale crescita inesorabilmente produce. La globalizzazione comporta, policentrismo rispetto ad omologazione culturale, scambio di informazioni rispetto a monopolio dei mezzi di comunicazione, flussi migratori da un continente all'altro rispetto a sradicamento culturale. Ulrick Beck: • globalismo, ideologia neoliberista; • globalità, vita nell'attuale società moderna, spazi chiusi, nessun gruppo si può isolare dall'altro; • globalizzazione, processo in seguito gli Stati e la loro sovranità vengono condizionati e connessi trasversalmente da attori transnazionali, dalle loro chance di potere, dai loro orientamenti, identità e reti. Giddens, caratteristiche della globalizzazione: • trasformazione modelli di organizzazione produttivo, delle relazioni e decisioni tra mondo politico ed economico; • aumento ricchezza e disuguaglianza; • aumento e trasformazioni processi migratori; • nascita si nuove forme culturali legate alla contemporanea frattura fra il luogo dove viene prodotta una cultura e il luogo dove essa viene fruita, a cui fa seguito una frammentazione sui confini e i panorami etnici, politici e culturali sempre più confusi; • il rapporto tra tradizioni e modi di vita differenti e alle loro rappresentazioni sociali che pongono, così, le questioni della diversità e del pluralismo (diversità, abbiamo raggiunto quello culturale ma non quello religioso) che sono tipiche di una società multietnica; 1 • novità in ambito scientifico-tecnologico, hanno modificato le relazioni in particolare applicate ai mass-media. 1.2 POPOLI IN MOVIMENTO Gli spostamenti su vasta scala delle popolazioni, continuano ad aumentare e la diseguale crescita economica nel mondo non riduce certamente le disparità tra nazioni, anzi le esaspera. Nel processo di migrazione sono coinvolti molti fattori, la rapida crescita demografica in gran parte del mondo in via di sviluppo, il costante spopolamento delle campagne o l'emarginazione delle aree rurali, il processo accelerato di urbanizzazione, l'attenzione dello stile di vita e talvolta dei valori dei paesi più prosperi così come appaiono attraverso i mass media, i mezzi di trasporti più veloci e meno costosi. Delors “migrazioni, più drastica di quello che dice le statistiche specialmente nei paesi dove si vieni accolti, per quanto riguarda l'educazione. 1.3 LA COMUNICAZIONE GLOBALE La globalizzazione è un processo di comunicazione globale che determina un'accelerazione simultanea degli scambi siano essi d'informazione, di beni, di servizi e di capitali. Le nuove tecnologie caratterizzano le società rendendole assolutamente diverse rispetto ai modelli del passato. Il fatto che un numero ridotto di paesi detiene un monopolio virtuale delle industrie culturali e che i loro prodotti siano divulgati in tutto il mondo a un pubblico sempre crescente, costituisce un potente fattore d'erosione delle specificità culturali. Società liquida, che si caratterizza per questa esperienza di vita quotidiana sfugge a qualsiasi norma e regola sociale, una paradossale costante incertezza del quadro valoriale e normativo correlato alla realizzazione di progetti di vita sempre più contingenti e contrassegnati da incertezza e discontinuità. Una società tecnologicamente interconnessa nella quale, le relazioni interpersonali, i legami di fiducia e di affidabilità reciproca, diventano meno importanti, meno necessari, a volte d'impaccio. 1.4 UNA SOCIETÀ INDIVIDUALIZZATA Globalizzazione è un complesso insieme di processi, un insieme che opera in maniera contraddittoria e conflittuale. L'individuo per l'effetto di impotenza e di instabilità vive sempre più inadatte le proprie “istituzioni-guscio”. Queste trasformazioni provocano una sempre più rapida “liquefazione” delle strutture e delle istituzioni sociali, frammentano i tempi e gli spazi comunitari rendendo problematica la costruzione dell'identità e dell'appartenenza e, di conseguenza anche la regolazione dell'intimità e la costruzione del rapporto individuo-comunità. • 1.4.1 La globalizzazione ovvero la comunità perduta caratteristica della società globalizzata è anche l'affermarsi dell'individuo rispetto alla comunità, attestato dal crescente bisogno di libertà individuale, si tratta di una “società narcisista” che se da un lato ha favorito la valorizzazione del singolo, dall'altro lo ha anche ingabbiato nell'autoreferenzialità, indebolendo al tempo stesso il senso di appartenenza e di comunità. Secondo Bauman la comunità è qualcosa che si impone su di noi, è qualcosa che ci appartiene, che ci sa sentire sicuri. • 1.4.2 La famiglia, l'intimità e l'amore trasformazioni e cambiamenti che vanno toccare anche la sfera della vita personale: sessualità, relazioni, matrimonio e famiglia. Questi cambiamenti si palesano sopratutto nella quotidianità e avvengono negli ambiti della vita di coppia, della divisione dei ruoli e delle aspettative nei confronti della famiglia stessa. Famiglie diverse oggi, rispetto a una volto solo quella tradizionale: famiglia di fatto o conviventi, famiglia nucleare ricostituita, famiglia uni personale (persona da sola), famiglia lunga (figlio che resta in famiglia anche quando è adulto), famiglia mono genitoriale. 2 Si può affermare che la socializzazione nel bambino avviene tramite quattro meccanismi: imitazione, identificazione, vergogna e senso di colpa. La socializzazione secondaria implica quindi lo sviluppo di capacità specifiche, la formazione di comportamenti modificabili, la valutazione critica delle regole e il riconoscimento del conflitto di ruolo. 2.4 SOCIALIZZAZIONE E IDENTITÀ • 2.4.1 L'identità personale e sociale Da un punto di vista sociologico, il concetto di identità si caratterizza per due aspetti: personale e sociale. L'identità personale è l'immagine che l'individuo ha di se stesso e quindi si riferisce al processo che gli permette di elaborare la propria unicità; diversamente, l'identità sociale è plurima, fa riferimento alle caratteristiche che gli altri attribuiscono all'individuo e si riferisce quindi all'insieme dei ruoli svolti dal soggetto rispetto ai diversi ambiti di vita ai quali appartiene, acquistando significato solo in relazione ad un preciso contesto. • 2.4.2. Il concetto di identità Identità, rapporto individuo-società e si presenta come un'articolazione di comportamenti individuali e collettivi, un processo di integrazione e di sintesi, un sistema di categorizzazione di oggetti e di individui. Pensiero sociologico ha formulato 4 interpretazioni riguardo il concetto di identità: 1) Funzionalismo, Parsons definisce l'identità come organizzazione psichica complessa del soggetto. L'identità è vista come componente funzionale. 2) Approccio fenomenologico, Schutz, riflette principalmente sulla distinzione tra il modo in cui l'individuo fa esperienza del proprio sé e quello attraverso il quale arriva a cogliere e conoscere l'alter vivendo le esperienze di vita quotidiana. 3) Approccio psicoanalitico, Freud sostiene che l'Io sia formato da una parte dall'Es, portatore di tutti i desideri rimossi, e dall'altra parte dal Super-Io, luogo dove hanno sede le norme e i divieti sociali. Erikson definisce l'identità come, senso soggettivo e tonico di un'unità personale e di una continuità temporale all'origine più profonda che io possegga di ogni determinazione dell'azione e del pensiero. 4) L'interazionismo simbolico il cui pensiero, rappresentato da Mead, ha permesso di giungere alla riflessione circa la struttura e la costruzione del Sè sociale come possibilità per gli individui di interagire tra loro. L'autore suddivide poi il processo di costruzione dell'identità sociale in tre fasi: l'assunzione dei ruoli da parte del bambino, da piccolo esso inizia a socializzarsi, ricreando il ruolo per esempio della madre. L'interpretazione dei ruoli, sopraggiunge quando il bambino compie il passaggio da gioco libero a gioco organizzato. La comunicazione avviene anche attraverso il gioco, sottolinea Mead l'importanza del passaggio dal play, ovvero dal gioco spontaneo che ogni bambino compie individualmente, al game, gioco organizzato. Riconoscimento come membro del gruppo,consiste nell'essere riconosciuti come membri della società della quale il bambino fa parte e nella quale si è identificato. La socializzazione si sviluppa in contemporanea con l'individuazione. Possiamo quindi osservare che le varie discipline, appaino caratterizzanti il concetto di identità: Dimensione locativa,l'individuo si concepisce inserito in uno spazio condiviso; Dimensione integrativa, che permette all'individuo di mettere in una reazione coordinata e dotata di senso, le esperienze passate con il presente rispetto ai progetti futuri; Dimensione selettiva, che permette all'individuo di operare delle scelte mediante la capacità di adottare specifici criteri di valutazione; 5 • 2.4.3. Identità e meccanismi di socializzazione Attore sociale ovvero individuo che per nascita appartiene ad un determinato tessuto di relazioni sociali che fornisce a tutti coloro che ne fanno parte, le stese opportunità e le medesime risorse di vita. 2.5. SOCIALIZZAZIONE OGGI La società contemporanea, è definita in vari modi, società incerta, rischiosa e complessa. Allo stesso modo entra in crisi anche la netta distinzione tra socializzazione primaria e secondaria. Un processo dagli esiti incerti, caratterizzato da percorsi biografici non più omogenei, dove i valori, le norme e i modelli di comportamento ai quali l'individuo è socializzato possono essere modificati tramite l'esperienza e il rifiuto dei modelli acquisiti e caratterizzati dalle medesime tappe per tutti; dove anche i due principali agenti di socializzazione, la famiglia e la scuola, preposti principalmente ad un tipo di socializzazione verticale risentono di questa “crisi” che favorisce l'emergenza di forme di socializzazione orizzontale, con riferimento orizzontale, come quella tra i pari e dei media. Ogni società ha la necessità di socializzare le nuove generazioni, tramite tre funzioni: - processo di regolamentazione - integrazione - mediazione per costruire senso di appartenenza ad un determinato contesto sociale • 2.5.1. Prospettive al confronto: dal contributo dei classici alla riproduzione interpretativa Nella modernità, possiamo individuare tre grandi prospettive di analisi relative al rapporti tra educazione e società e quindi al processo di socializzazione: 1) Prospettiva integrazionista/funzionalista ( da Durkheim fino a Parsons – fino anni 60'), rappresenta il processo di inserimento del singolo e definisce la socializzazione quale strumento deputato al mantenimento dell'ordine sociale. Il rapporto tra educazione e società, caratterizzato dall'idea di dipendenza e gerarchia tra i due concetti e dove si considera l'educazione come variabile dipendente da un determinato sistema. Durkheim, l'educazione è il mezzo attraverso cui la società rinnova la propria esistenza. L'obiettivo dell'educazione diventa pertanto la stabilità, la continuità della società. 2) Prospettiva conflittualista (che a partire da Marx e Waber – anni 70 fino metà anni 80') caratterizzata dall'idea che la socializzazione, in quanto strumento di potere utilizzato da parte di alcuni su altri, di alcuni ceti su altri, sia legato al conflitto e passa attraverso una sorte di “ideologizzazione” dello studio sul rapporto tra educazione e società che corrisponde schematicamente alla seconda fase dell'evoluzione della riflessione sul rapporto educazione e società, ovvero la fase della rottura del legame di dipendenza e del prevalere della discontinuità dei processi di socializzazione rispetto alla società di riferimento. 3) Prospettiva comunicativa/relazionale (Mead, Blumer, Simmel e Berger e Luckmann), si caratterizza per il fatto di attribuire all'individuo un ruolo attivo. Il processo di socializzazione è definito quindi come il progressivo strutturarsi dell'identità personale e sociale del soggetto, delle immagini del mondo e delle conoscenze, evidenziando che l'identità si costruisce in modo dinamico all'interno dei processi comunicativi, dove la prevedibilità dei comportamenti può anche essere infranta, in quanto il soggetto può prendere le distanze e anche rifiutare significati generalmente condivisi e viene ripensato quindi il rapporto tra educazione e società: non più in termini di dipendenza e assoggettamento, bensì di circolarità, di interdipendenza tra le parti. Piaget e Vygotskij, che sottolineano l'idea che al bambino venga riconosciuto un ruolo da protagonista attivo. Corsaro, l'interiorizzazione della cultura da parte del bambino avviene in due tempi: prima fra le persone (interpsicologicamente), poi dentro di loro (intrapsicologicamente). Il modello relazionale fondato sull'approccio relazionale di Donati. 6 Si fonda sull'idea che l'identità è il frutto di relazioni socio-educative e la socializzazione non è trasmissione di valori e norme pre-dati, ma sostiene l'idea della socializzazione come guida relazionale. I nuovi studi sull'infanzia propongono, quindi, di concentrarsi sui bambini e sui loro contesti di vita finché sono ancora tali e, dunque, non in funzione del loro divenire adulti come nel passato, suggerendo di considerare l'infanzia come un'unità strutturale della società. “Riproduzione interpretativa” di Corsaro, per il quale la socializzazione non consiste solo in un processo di adattamento e interiorizzazione, ma anche nell'appropriazione, nella libera interpretazione e nella riproduzione della realtà sociale. Sottolinea gli aspetti innovativi e creativi della partecipazione sociale dei bambini, in quanto attori sociali attivi. Corsaro e Molinari eventi anticipatori, ovvero attività attraverso le quali i bambini, con la loro attiva partecipazione, possono rappresentasi o anticiparsi i cambiamenti che li aspettano nella loro vita. CAPITOLO 3 LA SOCIALIZZAZIONE PRIMARIA: agenti e fattori 3.1. LA FAMIGLIA • 3.1.1. La famiglia come istituzione e gruppo primario: ruoli e funzioni Cooley ha definito la famiglia come gruppo primario, ovvero un piccolo numero di persone che interagiscono direttamente e intrattengono rapporti coinvolgenti e numerosi aspetti della lor personalità. Dall'altra parte, la famiglia è una istituzione, si definisce un'istituzione, l'insieme di status e ruoli che hanno lo scopo di soddisfare determinati bisogni sociali. • 3.1.2. Famiglia e cambiamenti ogni momento storico, elabora un proprio modello famigliare entro il quale assumono significato le relazioni tra i membri che la costituiscono e ciò sottolinea come le varie forme familiari siano quindi legate a tutta una serie di cambiamenti sociali e culturali che investono la collettività. A partire dalla società pre-moderna ad esempio, tipica la famiglia estesa, in base a un'autorità di tipo patriarcale, che stabilisce una linea di demarcazione secondo il sesso e secondo l'età, per cui l'autorità è esercitata essenzialmente dai maschi anziani, anche se la donna ha potere domestico. La famiglia patriarcale racchiude in se 3 grandi funzioni sociale: di integrazione e socializzazione culturale di tutti i membri della parentela ad un comune sistema normativo, economica di produzione, infine quella politica, che comprende il controllo della proprietà. La famiglia estesa è una micro comunità che sta in una macro comunità. Questa struttura famigliare entra in crisi con l'avvento della società industriale. Gli anni 70' del secolo scorso rappresentano, poi, un periodo turbolento di forte rottura col passato, in cui viene anche messa in discussione la valenza istituzionale della famiglia stessa. Nella famiglia contemporanea, emerge quindi un nuovo modello famigliare, la famiglia simmetrica che si mostra con un cambiamento dei ruoli interni, la donna lavora fuori dal contesto domestico, diventa centrale il rapporto di coppia, caratterizzato da aspettative reciproche egualitarie e continua negoziazione all'interno del patto coniugale. • 3.1.3. Cambiamenti esterni 1975 nuovo diritto di famiglia, aborto, divorzio, precauzioni. L'insieme di questi elementi ha determinato, nel tempo, il processo, tuttora in atto, di privatizzazione, de- istituzionalizzazione, individualizzazione. Questo processo di morfogenesi famigliare si lega anche dal fatto che la famiglia odierna va perdendo le protezioni del passato e si colloca in una società che non la valorizza quale luogo della società in cui la persona è considerata nella sua interezza. Le parole chiave che guidano il nostro quotidiano diventano: individualismo, successo e potere personale, utilitarismo e produttività. Parlando di cambiamenti esterni alla famiglia, non si può, non considerare il ruolo dei new media, che hanno reso la nostra società sempre più tecnologica e hanno cambiato il modo di comunicare, educare, apprendere e relazionarci agli altri. 7 mediaticamente come flusso di uomini e donne irregolari che possono compromettere l'ordine sociale, oppure come espressione del quotidiano processo di globalizzazione o ancora risorsa per lo sviluppo socio-economico. Ciò che caratterizza le famiglie immigrate è il loro essere “transnazionali”, costantemente in relazione con la cultura dominante, mettono in atto un processo di negoziazione che in parte contamina la cultura di appartenenza. Le migrazioni sono dunque scelte che emergono da un contesto relazionale ben preciso, per lo più quello della famiglia. Il migrante all'inizio è in una totale “invisibilità sociale”, la funzione primaria delle reti sociali amicali sarà la conferma di identità e il radicamento sociale. Essere un genitore immigrato nella “nuova patria” rappresenta una sfida quotidiana, poiché i figli nati o cresciuti nel contesto, entrano continuamente in contatto con la cultura dominante. Alcuni bambini si adattano facilmente, mentre altri faticano a crescere in un contesto diverso. I genitori immigrati hanno un compito molto arduo nella cultura ospitante, perché devono educare i loro bambini che entrano in servizi extra famigliari, che possono si aiutare la famiglia a inserirsi nella società e integrarsi ma anche mettere in discussione i loro metodi educativi della cultura d'origine e quindi mettere in difficoltà anche il bambino. Per questo il servizio di prima infanzia dovrebbe aiutare la famiglia immigrata e capirla, cosa che non è molto facile anzi si rischia di farli allontanare creare ancora più problemi. I genitori sono anche in mezzo tra i bambini che entrano in contatto con la cultura dominante e i loro genitori rimasti nel paese d'origine. La valenza del nido come osservatorio privilegiato per lo sviluppo del bambino, come reale supporto e sostegno per le famiglie nella cura dei propri figli e in quanto luogo di socializzazione e promozione di un sistema delle relazioni di apertura verso il “nuovo”. 3.3 IL GRUPPO DEI PARI • 3.3.1. Relazionarsi tra pari nella prima infanzia Il gruppo dei pari assolve numerose funzioni per il bambino, tra le quali divertimento e compagnia, apprendimento delle competenze sociali, conoscenza di sé, dell'altro e del mondo, supporto emotivo in situazioni di stress, autoregolazione, sperimentazione e gestione dell'intimità e sviluppo del senso di appartenenza; nel nido imparano,l'alternanza dei ruoli, l'ascolto reciproco, la condivisione, ma anche ad affrontare le ostilità ed il conflitto. Durante l0infanzia le prime relazioni tra bambini sono caratterizzate da tre aspetti: - la stabilità; - la reciprocità; - la capacità do comprensione sociale e cooperazione; Le relazioni tra pari sono influenzate da alcuni fattori quali: - la cultura d'appartenenza, in base alla quale vengono valorizzati alcuni valori sociali piuttosto che altri; - l'influenza dell'ambiente, ovvero le caratteristiche del contesto educativo, es numerosità del gruppo.. ; - l'atteggiamento che i genitori hanno nei confronti delle amicizie tra pari, influenzando a loro volta i bambini. Crescendo i bambini cominciano a crearsi dei gruppi di amici. • 3.2.2. La cultura dei pari: caratteristiche e funzioni i bambini producono una serie di culture autonome che divengono parte e contribuiscono a formare le culture più ampie all'interno delle quali si iscrivono, a loro volta costituite anche da altri bambini e da adulti. La cultura dei pari è un insieme di attività e di routine, di artefatti, di valori, e di interessi prodotti e condivisi dai bambini nelle relazioni reciproche. Secondo Corsaro, le funzioni della cultura dei pari possono essere racchiuse in tre 10 aspetti fondamentali: - comprendere il mondo adulto ed opporvisi, sfida dell'autorità è una delle caratteristiche principali della cultura dei pari; - acquisire un senso di controllo sulla propria vita e una condivisione di esso all'interno della medesima cultura; - infondere un senso di sicurezza, i bambini fanno fronte ai timori reali incorporandoli in routine di gioco con i compagni; • 3.3.3. L'amicizia e lo sviluppo della comprensione degli altri l'amicizia tra i bambini nasce sopratutto da un bisogno di vicinanza e di rassicurazione emotiva, ma rappresenta anche un processo collettivo e culturale, in quanto le relazioni amicali sono profondamente radicate nei processo collettivo ed interpretativo mediante il quale i bambini riproducono le loro culture. Nella preoccupazione dell'altro, per la sua felicità e i sentimenti si intravede l'origine della comprensione morale del bambino. Questa capacità di “comprendere la mente” (mind-read) è un tappa assolutamente indispensabile per lo sviluppo del bambino. • 3.3.4. Il ruolo del conflitto e la regolazione delle emozioni La gestione del conflitto e del confronto è un processo che conduce all'acquisizione di una progressiva autonomia, si lega alla crescente capacità di comprendere i sentimenti e i bisogni altrui e comporta nel bambino una trasformazione nelle abilità di risoluzione dei conflitti e dei disaccordi, seppur in modi diversi. Sottolinea Corsaro, l'importanza del conflitto positivo perché rinforza le alleanze interpersonali e come organizzatore di gruppi sociali. 3.4 MEDIA I media, e i nuovi media, con la loro rapida estesa diffusione, in poco tempo hanno modificato lo scenario dei saperi e delle abitudini, tipiche delle società occidentali, assumendo il ruolo di agenti di socializzanti. Secondo Blezza Picherle, il “racconto audio visuale” dei nuovi media si caratterizza per: ➢ l'intensità delle sensazioni, che l'utente prova senza il bisogno di nessuno sforzo, libero di lasciarsi attirare e conquistare dai segnali luminosi e sonori; ➢ la velocizzazione delle storie mediali; ➢ i dialoghi costruiti su “cliché ed espressioni stereotipate, su un'aggettivazione povera, su similitudini e metafore scontate e mediocri. I piccoli vengono introdotti ai significati e ai compiti che vengono assegnati ai media nella loro specifica comunità, vengono influenzati anche con il linguaggio dai media. Il paradigma casual- deterministico identifica il bambino come un adulto incompleto, che si svilupperà solo alla fine di un percorso di diversi stadi evolutivi; di conseguenza, minore sarà l'età del bambino e minore sarà la sua capacità di elaborare il messaggio che riceve. Il paradigma socio-costruzionista, invece, considera il bambino come un attore sociale competente, dotato delle abilità e delle competenze necessarie ad interpretare i messaggi inviati dai media. Persone si identificano nei personaggi eroi privilegiati, riproducendone i ruoli e comportamenti. Numerosi sono gli studi a riguardo e in particolare hanno approfondito il ruolo della televisione nella costruzione: ➢ dello schema di genere (aspettative a essere maschio o femmina), bambino lo acquisisce nella prima infanzia; ➢ dell'identità e della costanza di genere, in cui il bambino, attraverso lo sviluppo cognitivo, capisce progressivamente la natura dell'appartenenza al genere come una caratteristica personale e stabile; ➢ dei ruoli e dei modelli comportamenti associati ai generi attraverso un processo di imitazione; ➢ della coltivazione di rappresentazioni stereotipate di genere; • 3.4.1. Effetti positivi dei media 11 Un aspetto positivo della televisione, infatti, consiste nel fatto che cancella le distane visive, permettendo alle persone di vedere in diretta i fatti che accadono in tutto il mondo, anche la diffusione della cultura. Anche i programmi per i bambini che sviluppano comportamenti prosociali. I media interattivi sono positivi per 3 ragioni: - coordinazione occhio-mano nei bambini esperti di situazioni di gioco al computer; - sviluppo precoce dell'intelligenza spaziale (tramite ricordo visivo); - sviluppo dell'attenzione visiva; • 3.4.2. Effetti negativi dei media La televisione distrugge le capacità di pensiero intelligenti, ritarda lo sviluppo intellettuale, indebolisce i sensi e favorisce la pigrizia mentale e fisica. I mass media sono strumenti persuasivi, influenzano i bambini, li rendono più individualisti, restano a casa e non fanno sport o non giocano fuori con i propri amici, anche dal punto di vista fisico son negativi, per la postura e gli occhi e il sonno. Episodi di violenza sono presenti non solo nelle serie tv e nei film d'avventura e polizieschi, ma anche nei programmi indirizzati ad un pubblico infantile. La tv che fa vedere programmi con azioni violenti,rinforza l'aggressività nel bambino. CAPITOLO 4 METODI E TECNICHE DELLA SOCIALIZZAZIONE. Come socializzare ? 4.1. IL LINGUAGGIO E LA COMUNICAZIONE Il linguaggio (anche non verbale) costituisce la prima fonte di socializzazione, attraverso di esso l'individuo assimila i modelli di comportamento, le regole, le rappresentazioni della realtà naturale e sociale, le definizioni di sé e dell'altro, i valori, le interpretazioni della storia, che caratterizzano il suo contesto sociale di appartenenza. 4.2. RELAZIONE COME PRESUPPOSTO ALLA NARRAZIONE La famiglia può essere definita come un sistema aperto, all'interno del quale l'influenza non è lineare, bensì circolare, per questo motivo tutte le componenti sono reciprocamente dipendenti e quindi un cambiamento a un livello comporta effetti su tutto il sistema, quindi secondo questo principio di circolarità dell'influenza, il bambino viene concepito come dotato di un ruolo attivo e di un proprio peculiare temperamento, capace di influenzare e di essere influenzato. Secondo la psicologa Miller, i bambini trovano un modo per esprimere e comprendere chi son tramite la partecipazione routinaria a pratiche narrative culturalmente organizzate che riassumono esperienze personali, attraverso il coinvolgimento attivo dei bambini nella creazione comune delle esperienze famigliari mediante una partecipazione effettiva. Le relazioni tra genitori e figli si modellano in parallelo con i valori tipici della società in cui essi vivono e si esprimono attraverso molteplici modalità esprimendo anche differenze tra il tipo di comunicazione che avviene con il padre e quella che coinvolge la madre. In poco tempo si è dunque passati dai genitori maneschi a autoritari ad altri confusi e privi di sicurezze. Caratteristiche che hanno aggravato la fragilità delle nuove generazioni di bambini e adolescenti. Al bambino di oggi gli viene delegato un potere di decisione che per semplici motivi di età, non è in grado di controllare. Il modo attraverso il quale i genitori possono entrare fin da subito in relazione con i piccoli, è la narrazione. 4.3 LA NARRAZIONE Il pensiero narrativo è la modalità di pensiero, il modo di sentire che aiuta i bambini (e in generale tutte le persone) a creare una versione del mondo in cui possono immaginare, a livello psicologico, un posto per sé, un mondo personale. In un certo senso, la narrativa domina tutti gli altri generi, poiché è alla base di tante altre forme artistiche, anche le più astratte. La narrazione è una relazione che implica uno scambio e, come dice Cavarero, postula sempre 12
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