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LE CROCIATE E I COMUNI, Appunti di Storia

Crociate, comuni, comuni contro impero, progetto teocratico di Innocenzo III, Concilio Lateranense, Federico II, bolla d'oro, crisi dell'autorità papale.

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 06/02/2023

alessandra.stoduto
alessandra.stoduto 🇮🇹

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Scarica LE CROCIATE E I COMUNI e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! LE CROCIATE Ci fu la proposta da parte di Urbano II di organizzare una spedizione in oriente e nel corso di due concili invitò tutti i principi e i potenti della cristianità a riunire le proprie forze.  Gli obiettivi erano:  difendere l'impero della pressione dei turchi;  liberare il sacro sepolcro. Inoltre, il papa permise l'indulgenza plenaria per coloro che avessero contribuito alla liberazione del sacro sepolcro; molti invece speravano di ottenere vantaggi più concreti (conquista terre) -> fu quindi un mezzo per arricchirsi Le repubbliche marinare sfruttarono la crociata come una grande opportunità di sviluppo economico. La 1° crociata prese il nome di "crociata dei pezzenti” (con Pietro l'eremita e Gualtiero di Passy ) una spedizione di uomini, donne e bambini senza armi. • nel maggio 1096 circa 25000 persone attraversarono l’Europa seminando razzie e prendendo di mira gli ebrei.  • Nell’ autunno 1096 parti la 1° spedizione ufficiale la "crociata dei nobili”. Ne facevano parte molti guerrieri, tra cui Goffredo di Buglione scelto come comandante. • nel maggio 1097 l'esercito giunse a Costantinopoli con lo scopo di fare della terra santa un regno feudale cristiano. Così grazie a macchine da guerra conquistano nuove città. • giugno 1099 giunsero a Gerusalemme e la posero sotto assedio e sotto saccheggi e divenne capitale del nuovo regno Crociato. Per difendere i luoghi sacri dagli attacchi degli infedeli nacquero ordini monastico-cavallereschi  (cioè monaci-cavalieri) ovvero nobili addestrati al combattimento che sceglievano di vivere come i monaci Tra questi ordini spiccarono i cavalieri teutonici, i cavalieri del tempio e i cavalieri di san Giovanni.  Le conquiste dei 1° crociati si rivelarono effimere. Le terre occupate erano distanti dall’Europa occidentale e quindi era difficile da raggiungere, si trovano  poi isolate in un territorio ostile per la presenza dei turchi, quindi, erano difficili da difendere. I turchi riconquistarono la contea di Edessa provocando la reazione dei sovrani d'occidente che sollecitati dalla predicazione del monaco cistercense Bernardo di Chiaravalle, intrapresero una 2° crociata (1147-1149) che si concluse con una serie di disastri militari. Nel 1187 il regno di Gerusalemme cadde in mano islamica sotto gli attacchi di Salah al-din (saladino) che organizza la terza crociata (1189-1192) che però fu un fallimento a causa delle discordie tra le potenze crociate. Per 1 secolo porzioni di territori crociati passarono dal controllo cristiano a quello musulmano. Da allora furono organizzate altre 5 crociate. All'interno della 3° però nonostante fu un fallimento parteciparono Filippo II detto augusto di Francia e Federico I detto il barbarossa. La 4° crociata fu organizzata meglio nel 1202. Le città marinare italiane avevano intuito un vantaggio economico che potevano trarre dalla conquista di colonie e basi commerciali, oltre a Venezia anche Pisa e Genova nelle crociate avevano preso diverse isole greche. Fu soprattutto Genova a stringere buoni rapporti con la corte imperiale di Bisanzio ottenendo privilegi, e scavalcando la concorrenza veneziana. Papa Innocenzo III  quando bandì la quarta crociata nel 1202, Venezia cercò di ribaltare la situazione. I crociati volevano raggiungere la Terrasanta via mare. I veneziani dirottarono l'esercito verso Costantinopoli e la conquistarono, la capitale fu saccheggiata. In seguito a questa crociata (chiamata "crociata dei veneziani”) nei territori occupati fu costituito l'impero Latino d'oriente. Nel frattempo, Venezia aveva raggiunto il suo scopo conquistando il predominio commerciale su tutte le coste dell'impero bizantino. Venezia trasforma la 4 crociata in guerra di conquista delle coste. I COMUNI I ceti urbani dalle regioni più sviluppate dell’Europa occidentale volevano maggiore autonomia, quindi mercanti e artigiani si riunirono in libere associazioni. In Italia i comuni si affermarono soprattutto nell'area centro-settentrionale liberandosi del controllo del vescovo. Prima avevano un' origine aristocratica e feudale, il governo comunale era esercitato da consoli scelti a rotazione tra i cittadini più importanti che si occupavano di far rispettare le leggi. Infatti, il comune era sempre in guerra per espandere i territori. L'esercito comunale era formato da una milizia cittadina, cioè da cittadini obbligati a prestare un servizio in guerra. Con il tempo i comuni fecero ricorso a soldati mercenari ( pagati per combattere). I consoli erano affiancati da un consiglio minore, formato dai rappresentanti di tutte le più importanti famiglie cittadine. La forte conflittualità interna portò alla sperimentazione di diverse forme istituzionali. Ad un certo punto si ricorse a un nuovo magistrato: il podestà, cioè un forestiero estraneo agli interessi delle fazioni cittadine:  un comandante militare;  esperto di legge;  esercitava il potere dei consoli. I COMUNI CONTRO L'IMPERO I comuni italiani, si erano costituiti all'interno di territori che facevano parte dell'impero. Però queste città libere si rivelarono una minaccia per gli ideali "universali” sostenuti dall'imperatore. I comuni approfittarono della debolezza del potere imperale per divenire a tutti gli effetti piccoli stati indipendenti. Il conflitto armato divenne inevitabile. Allo scontro tra comuni e impero partecipò anche la chiesa di Roma. Federico I di Svevia, detto il barbarossa, fu uno dei più grandi imperatori: egli voleva ripristinare il potere universale. Dell'impero e di estendere l'autorità imperiale a tutto l'occidente europeo. Per la realizzazione di questo progetto, era necessario:  riportare i comuni nati nell'area centro settentrionale sotto il controllo imperiale;  acquisire supremazia sul papato;  estendere l'influenza imperiale anche sull’Italia meridionale. La situazione in Italia era confusa, c'era bisogno dell'intervento dell'imperatore. Nel 1154 scese in Italia con un piccolo esercito  a Roncaglia dove convocò una dieta, in cui affermo che solo l'imperatore aveva le regalie ovvero diritti imperiali:   Ambito fiscale  Battere moneta  Controllo strade e fiumi Nel 1158 Federico torna di nuovo in Italia per imporre la propria autorità con la forza delle armi. Mise Milano sotto assedio e riunì una 2° dieta a Roncaglia. I comuni si alleano in leghe :  Nel 1164 alcune città venete si unirono nella lega veronese  Nel 1167 i comuni della Lombardia si unirono → le 2 leghe si fusero dando vita alla Lega lombarda, sostenuta dal papa Alessandro III, avversario del barbarossa. Nel 1179 ci fu lo scontro decisivo nella battaglia di legnano in cui l'imperatore fu costretto ad accettare la pace con il papa e con i comuni →la pace di costanza nel 1183. Federico negli ultimi anni del suo lungo regno ebbe il suo maggior successo. Nel 1185 fece sposare suo figlio Enrico VI con costanza d’Altavilla, così il regno normanno dell’Italia meridionale fu unito all'impero. Nel 1190 Federico morì durante la 3° crociata. Nel 1194 Enrico mentre raggiungeva la Sicilia perché costanza aveva le doglie, viene incoronato, lei partorisce il 26 dicembre a lesi in piazza, qui nasce Federico Ruggero di Svevia. Dal 1227 Federico II si trova a fare i conti con Gregorio IX, un papa dotato di accortezza politica e con ideali teocratici. A rendere ancora più acceso lo scontro tra papa e impero c'erano i ritardi di Federico II per far partire Ia spedizione in Terrasanta. Il pontefice allora scomunicò l'imperatore che a sua volta si decise a indire la 6° crociata. Federico II non voleva sprecare tempo, così al posto delle armi usò la diplomazia, negoziando con il sultano d’Egitto un accordo che prevedeva un armistizio di 10 anni e la restituzione di Gerusalemme, Betlemme, Nazareth e Sidone (importante centro militare). l risultati di Federico II potevano ritenersi soddisfacenti. Dopo la 6° crociata di Federico II, l'assenza dell'imperatore, fa sì che i feudatari tedeschi iniziarono a farsi guerra e vennero emanate delle costituzioni per i feudatari tedeschi molto elastiche. Nel 1226 ci furono continue lotte nei comuni italiani , venne organizzata una 2° lega lombarda e Federico II dovette appoggiarsi militarmente all’imperatore veneto Ezzelino da romano che stroncò la 1° lega. La 3° lega viene sconfitta dalle truppe imperiali, allora a questa mossa rispose Papa Gregorio VII, inizia una guerra di tipo propagandistico. Il papa si allea con i comuni antimperiali quindi si propone la divisione tra comuni e città. Nel 1241 Re Enzo per volontà del padre incrocia in mare una nave proveniente dalla Francia piena di vescovi e cardinali per la scomunica di Federico. Gregorio IX muore e sale Innocenzo IV che confermò la scomunica di Federico II a Lione. Nel 1250 Federico muore in Puglia e rimase il figlio, Edoardo VII, con Costanza d’Aragona, Nel 1258 in Italia rimane Manfredi, figlio illegittimo di Federico, che ritentò di prendersi la corona paterna e nel 58 si proclama re di Sicilia. Continua poi la guida della città e nel 1260 a Siena sconfigge i ghibellini di Firenze. Carlo I d'Angiò (fratello del re di Francia) scende in Italia e si scontra contro Manfredi. La battaglia finale avvenne a Benevento con la morte di Manfredi. Il suo corpo venne squartato dai Francesi. L'ultimo erede di Federico, Corradino di Svevia, prova a ricoalizzare le truppe ghibelline. Il malgoverno angioino provocò la protesta dei vespri siciliani e una lunga guerra che si concluse con la pace di Caltabellotta La Sicilia passò in mano agli aragonesi mentre l’Italia meridionale rimase agli angioini. L'IMPERO CAMBIA VOLTO Alla morte di Federico II segui un periodo di interregno e solo nel 1273 si arrivò a designare come nuovo sovrano Rodolfo d’Asburgo, uno dei principi tedeschi più potenti. Lui abbandonò ogni idea di intervenire nella situazione italiana, limitandosi a governare i territori Germanici e a consolidare i possedimenti della propria dinastia. Rodolfo dovette rinunciare ai domini in svizzera. Arrivò un altro imperatore Enrico VII di Lussemburgo che tentò di riportare i territori italiani sotto il controllo imperiale. Nel 1310 varcò le alpi e si presentò come paciere tra guelfi e ghibellini, suscitando grandi consensi e accendendo le speranze di chi era stanco delle lotte tra i comuni. Enrico VII si trovò di fronte a difficoltà e rivalità, nel 1313 mori improvvisamente e si esaurì qualsiasi tentativo di restaurazione imperiale in Italia. Il destino dell'impero andava verso una maggiore germanizzazione e un'indipendenza dalla nomina del papa. L'imperatore era l'unico sovrano dei principati tedeschi. Venne quindi indetta la dieta di Rense nel 1338 in cui venne affermato che la nomina imperiale spettava solamente ai principi tedeschi. La netta separazione tra impero e parato fu definita nel 1358 con la promulgazione della bolla d'oro in cui si definivano le nuove modalità dell'elezione imperiale, affidata solo a 7 grandi principi elettori: 3 arcivescovi e 4 laici. Loro venivano anche associati all'amministrazione dell'impero: ogni anno si riunivano a Francoforte per discutere gli affari più importanti con l'imperatore LA CRISI DELL’AUTORITA’ PAPALE A tentare di ripristinare la supremazia del papato fu papa Bonifacio IIX eletto dopo che Celestino V decise di dimettersi. Bonifacio IIX riprese il progetto teocratico, e si assicurò subito una posizione di saldo predominio nella città di Roma.  Si pose come arbitro della politica europea  Sfruttò tutte le occasioni per accrescere il proprio potere: il suo nome è legato alla celebrazione nel 1300 del primo giubileo o “anno santo” della storia della chiesa. Il successo del giubileo sembrò confermare nel pontefice la convinzione di poter realizzare il progetto di supremazia universale. Dopo la battaglia di Benevento i guelfi erano riusciti a prendere il sopravvento di Firenze; i guelfi si divisero in 2 gruppi:  i bianchi, legati alle arti maggiori  i neri, legati alle arti minori Bonifacio IIX si trovò alle prese con il re di Francia Filippo IV il Bello perchè il sovrano voleva imporre tasse al clero francese. Il pontefice rispose con il divieto ai laici di imporre tasse ai chierici e a loro di pagarle. Filippo IV un giorno fece arrestare (con l'accusa di tradimento) un vescovo francese che si rifluitò di pagare le tasse al sovrano. Il papa convocò un concilio di vescovi a Roma in cui filippo IV avrebbe dovuto discolparsi pubblicamente. Filippo il 10 aprile 1300 ruini per la prima volta gli stati generali in modo da sancire l'indipendenza del potere politico da quello spirituale. Di fronte a ciò Bonifacio IIX pubblicò la Bolla unam sanctam, documento che ribadiva la superiorità del potere religioso su quello politico. Filippo agi con la forza, inviò in Italia alcuni uomini per catturare Bonifacio per costringerlo ad abdicare. Il 7 settembre 1303 il papa venne sorpreso ad Anagni e sequestrato dai francesi. Il popolo liberò Bonifacio e costrinsero alla fuga Filippo e i suoi uomini. Bonifacio mori dopo poco. Nel 1305 sali l'arcivescovo di bordeaux con il nome di Clemente V che decise di spostare la sede nel 1309 ad Avignone, per 70 anni il papato fu sottoposto alla volontà dei re francesi.
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