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Le Crociate. La storia, l'idea, il mito, Sintesi del corso di Storia Medievale

Riassunto della prima metà del manuale di Storia delle Crociate

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

Caricato il 02/07/2022

FedericoRapuano
FedericoRapuano 🇮🇹

4.6

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Scarica Le Crociate. La storia, l'idea, il mito e più Sintesi del corso in PDF di Storia Medievale solo su Docsity! LE CROCIATE L’IDEA, LA STORIA, IL MITO ANTONIO MUSARRA 1. L’ABBRIVIO 27 novembre 1095 (nell’ambito di un concilio tenutosi a Clermont): Papa Urbano II (colui che convocò la prima crociata) esortò l’Europa cristiana a imbracciare le armi, in difesa dei Cristiani d’Oriente, promettendo a coloro che fossero partiti ricompense materiali e spirituali. Da tempo contrasti con risvolti militari: - Cristianità latina: impegnata nel tentativo di strappare terre al nemico saraceno - Cristianità orientale: subiva l’aggressività del sultanato selgiuchide (fede sunnita) e del califfato fatimide d’Egitto (fede sciita ismailita) Il marzo prima, in una sinodo celebrata a Piacenza: richiesta di mercenari da parte dell’imperatore d’Oriente, al Papa, per contrapporre questi ai Turchi + volontà di ottenere consenso, nel contesto dello scontro col clero di fedeltà imperiale Concilio: culmine di un viaggio Italia sett. - Francia merid. volto a rinsaldare la fedeltà nel papato riformatore, esule da Roma - Roma: fedele a Clemente III (antipapa e arcivescovo di Ravenna, sostenuto da Enrico IV) ➤ Clemente III (Guiberto, 1025/29 - 1100) e Enrico IV di Franconia (1084 - 1105) Guiberto fu nominato arcivescovo di Ravenna da Enrico IV. Clemente iniziò a mostrare riluttanza contro alcune proposte dell’allora Papa Gregorio VII (nuove leggi contro il concubinato) Lotta aperta di Enrico IV contro Gregorio VII: fu deposto. Una serie di scomuniche. Gregorio VII venne deposto e fu eletto Guiberto, col nome di Clemente III. Clemente III non ottenne mai, però, ampio riconoscimento al di fuori dei territori controllati direttamente dall'imperatore, dove fu considerato come un suo fantoccio privo di qualsiasi iniziativa politica autonoma. In territorio francese, Urbano entra in contatto con Raimondo, conte di Tolosa, che fu uno dei baroni della Prima Crociata (Crociata dei baroni). Causa riformatrice: sanare la frattura tra le due chiese + accrescere interesse di città, vescovadi, monasteri, signori e cavalieri -> raggiungere Gerusalemme come obiettivo, non tanto militare, quanto penitenziale. 1 L’appello di Clermont (del concilio), fu accolto al grido ‘Dio lo vuole’ (lat + franc). Chi coinvolse? - Vertici ecclesiastici - Punte di diamante della grande feudalità europea - Gruppi di milites: cavalieri - Gruppi di pauperes: deboli, inermi - Flotte, cariche di pellegrini e cives et bellatores Dei Tra l’estate e l’autunno del 1096 una moltitudine di pellegrini in armi partirono muovendo verso la capitale dell’impero. La costa siro-palestinese vedeva l’instaurarsi di una nuova compagine politica, incentrata sul regno di Gerusalemme + alcuni potenti satelliti. Ben presto si resero conto che era necessario istituire una forza militare stabile, permanente: creazione degli ordini monastico-militari, volto a separare oratores e bellatores. -> Alcuni: Templari, Ospitalieri, Teutonici, garantivano un presidio importante a tutela di quanto conquistato. 2. LE MASSE ENTRANO IN SCENA La Crociata si affaccia per la prima volta nel contesto dell’XI secolo, e si sviluppa poi come guerra per la conquista, la conservazione o il recupero della Terrasanta. Ebbe una lenta formalizzazione ufficiale. Nacque innestandosi nell’attività bellica contro i mori nella penisola iberica, i musulmani di Sicilia, i corsari saraceni del Mediterraneo + se ne discostava, considerando la questione di Gerusalemme e quella della penitenza. Divenne poi strumento formale ecclesiastico, per il governo del corpus Christianorum, mutando i suoi obiettivi nel tempo, pur mantenendo la sua vocazione primaria: la pace interna alla Cristianità. Diverrà un pilastro del moto di teocratizzazione del papato. Assumerà aspetto difensivo tra il XIV e XV secolo, con la minaccia ottomana. La costante è che la crociata è sempre stata un’’idea-forza’: fattore di aggregazione, d’unità, di definizione tra i più efficaci e carismatici che la Cristianità abbia conosciuto. Per la prima volta le masse si fanno protagoniste: …le popolazioni europee, la cui lingua di cultura è il latino, le popolazioni che riconoscono il primato religioso al vescovo di Roma, prendono coscienza della propria unità e, al di là dei particolarismi etnici, si associano nel compimento di un’impresa comune: la liberazione di Gerusalemme, la sola città verso la quale si potesse indirizzare un tale concorso di uomini e di energie, perchè essa è il simbolo al contempo della presenza di Dio fra gli uomini e del suo estremo avvento, alla fine dei tempi. Andrè Vauchez, medievista francese 2 PARTE PRIMA: L’IDEA CAPITOLO PRIMO: IL CRISTIANESIMO E LA GUERRA 1. CRISTIANI IN ARMI Si trattava di un Cristianesimo d’impronta vetero-testamentaria, particolarmente consono all’universo alto-medievale, preferendo il ‘Dio degli eserciti’, con un rimando all’armata celeste dell’Altissimo. Episodi che alimentano l’immaginario di una società fondamentalmente guerriera, usa a risolvere le controversie con la violenza. > Ma come è stato possibile che i vertici di una religione, improntata alla charitas , siano giunti ad ammettere la violenza nel proprio stesso seno? Nuovo Testamento: non crediate che io sia venuto a portar pace, ma son venuto a portar spada Io: d’altronde in che modo riuscire ad innestare quel timore nei confronti di Dio, se non con un cenno alla violenza? La stessa arma degli uomini. II - V secolo: la funzione degli eserciti romani si fece anzitutto difensiva -> non fu arduo conciliare fede cristiana/pace con il servizio militare. Gli Acta martyrum mostrano come un buon numero di cristiani popolasse i ranghi legionari. Es. Passio di San Marcello: il 30 ottobre 298, dopo due interrogatori, fu condannato a morte per aver gettato la spada, segno di aver abbracciato la fede cristiana. Forse i convertiti imbracciavano armi, senza troppe crisi di coscienza. L’esempio di Gesù insegnava a non opporsi al male con la forza. Come fare con coloro che si convertivano quando erano già soldati? L’incompatibilità riguardava più l’ufficialità di alcuni momenti, di alcuni riti: es. Tertulliano ci parla di un soldato cristiano, gratificato da Settimio Severo, nell’ambito della cerimonia del donativum, che si rifiutò di cingersi il capo con la tradizionale corona d’alloro, dicendo Christianus sum e venendo poi incarcerato. IV secolo: l’atteggiamento della maggior parte dei credenti, era mutato in forza alla diffusione della fede cristiana in seno all’impero. 2. LA LEGITTIMAZIONE DELLA GUERRA Ciò si verificò nel momento in cui l’impero abbracciò il Cristianesimo, in maniera comunque progressiva e mai del tutto totale. Un momento storico assimilabile a quest’idea sarebbe la vittoria di Costantino su Massenzio, a Ponte Milvio, nel 312, conseguenza di una visione celeste e dell’adozione di un Signum Dei sul labarum = l’insegna militare romana. 5 Presunta conversione costantiniana a parte (quindi Musarra crede che Costantino non sia stato realmente cristiano), è certo che le chiese presenti sui territori dell’impero, avrebbero ottenuto - contestualmente all’accostarsi dei vertici alla nuova fede - una serie di benefici, tali da porre le basi per future alleanze. 380: Graziano, Teodosio e Valentiniano II proclamarono che l’intero popolo romano avrebbe dovuto votarsi alla fede cristiana -> ed è in questo contesto che iniziò a farsi strada l’idea per cui, giacchè l’imperatore era cristiano, combattere per lui era moralmente lecito, poichè si contribuiva al mantenimento dell’ordine che Dio stesso aveva impresso alla società. Astensione dalla guerra: prerogativa di quella parte del popolo deputata ai misteri divini o di chi compiva la scelta monastica. Ben presto al monaco sarebbe stato richiesto il martyrium sine cruore, segnato dall’astensione dalla sessualità e dalla guerra. Altri: guerra di difesa dell’impero e della Chiesa. VI - V secolo: riflessione sistematica sulla guerra, sul bellum iustum Concetto introdotto da Aristotele, Politica. Per lui l’imbracciare armi non doveva essere fine a sè stesso, ma era lecito in caso di difesa o per prevenire l’asservimento della cosa pubblica, ma anche per conquistare un impero e asservire popolazioni meritevoli di schiavitù + in vista della pace. Si era creato un ampio dibattito: causa belli di Livio, ricercata nell’infrazione dei patti, bellum iustum e iniustum di Cicerone… riprese da Agostino d’Ippona (inizio V secolo) che giustificava il ricorso alle armi, sottolineando la minaccia dei barbari contro l’impero e degli eretici contro la Chiesa. XII secolo: affinazione del concetto, una guerra si definiva legale, quando era il princeps a legittimarla, e doveva essere volta alla difesa o al recupero di beni sottratti in maniera illecita, al fine di ripristinare la pace e ristabilire l’ordine violato. 3. L’IMPERO, LA GUERRA, IL SACRO Il processo che si era innescato era quello di ‘sacralizzazione della guerra’, al fine di fornire una spinta decisiva alla società cristiana. Un elemento importante a tal proposito è la progressiva integrazione tra romani e barbari, a partire dal III secolo, fino poi al VI, che aveva costretto le Chiese a confrontarsi con una mentalità nuova, prettamente bellica. I germani riservavano alla guerra un posto particolare, arricchendola di tratti sacrali, e la conversione di questi popoli al cristianesimo, ha dato avvio ad un processo di contaminazione di tutta una serie di usi e costumi, tra cui ad esempio la consuetudine di incastonare reliquie nei pomi delle spade. Così si cristianizzavano pratiche e costumi pagani, inestirpabili e dunque solo riconvertibili. Es. Chanson de Roland, Durlindana nel pomo dicevano fosse conservato un dente di San Pietro, del sangue di San Basilio, alcuni capelli di San Dionigi e un brandello del vestito della Vergine 6 Connubio tra mondo romano e germano caratterizzò la Gallia dei franchi: lo notiamo con i Merovingi, i Pipinidi e i Carolingi. Si sviluppò una stretta alleanza tra Pipinidi e papato: - Carlo Martello, maggiordomo di palazzo, presso i Merovingi, esercitò un potere reale, pur non avendo il titolo di re, - Pipino il Breve, suo figlio, ottenne dal Papa Zaccaria nel 750 il riconoscimento di Re dei Franchi, avviando così un’alleanza con la Chiesa di Roma. L’alleanza tra Pipinidi e papato serviva ad entrambe le parti, poiché erano alla ricerca di una legittimazione, e venne cementata poi dalla riproposizione dell’impero di Roma nella sua facies cristiana. La ‘renovatio imperii’ aveva legittimato anche la guerra, poiché proclamata da un’autorità che potesse farlo, il cui volere rispettava quello divino. L’imperatore aveva iniziato ad assolvere un duplice compito, quello di difendere l’impero e la Chiesa, e le guerre assumevano sempre più caratteri sacrali. Piano teorico: la santità era prerogativa del singolo partecipante, nel momento in cui questi s’accostava al conflitto, esercitando in maniera eroica le virtù cristiane. Realtà: Chiesa santificava fior di combattenti che, nell’esercizio delle armi, avevano dato prova di possedere quelle virtù. -> Affermazione del nuovo tipo di conflitto, che era: - sorto seguendo le migrazioni delle popolazioni germaniche - diffusosi durante le invasioni saracene, ungare e normanne - contestualizzato al periodo in cui l’usanza di combattere a cavallo e di servirsi di pesanti armamenti in ferro, aveva reso la condizione di guerriero un privilegio costoso, che non richiedeva più soltanto forza e coraggio, ma anche il godimento di determinate ricchezze materiali. La werra era divenuta un grande massacro che non conosceva alcun limite, nè rispettava alcun divieto. Elemento di innovazione: idea della remissione dei peccati. -> Sacco saraceno di Roma, 846 - appello ai Franchi, di papa Leone IV. Papa Leone IV scrive: …il regno dei cieli sarà dato come ricompensa a coloro che saranno uccisi in questa guerra… Vescovi franchi chiedevano chiarimenti riguardo chi fosse caduto in guerra, combattendo in difesa della fede, contro i pagani e gli infedeli. Papa Giovanni VIII (872-882) scrive: …il Signore si è degnato di dire: ‘A qualunque ora il peccatore si penta, io non mi ricorderò più di tutte le sue iniquità… Non significava però cancellare il peccato, ma il papa così si arrogava il diritto di assicurare l’ingresso nel regno dei cieli, per coloro che combattevano nel nome di Dio. > Non siamo di fronte a un’indulgenza, ma è uno dei passi verso quel concetto. 7 > Fondamenti: - Paolo di Tarso che parlava di arma lucis, gladium spiritus, quod est verbum Dei - Prudenzio (fine IV-inizio V secolo) aveva tradotto in termini allegorici un’immagine dei Sette contro Tebe di Eschilo, ripresa poi anche nella Tebaide, di Stazio: eroi nell’atto di prendere posizione per attaccare o per difendere Tebe, intesa come simbolo dell’anima umana, rappresentavano i Vizi e le Virtù cristiane. La Chiesa di Roma incitava i guerrieri ad attuare una conversio particolare: invece di invitarli a deporre le armi e a condurre una vita monastica, com’era accaduto fino a quel momento, ora essi erano incoraggiati a conservare il loro posto nel mondo, ad avere parte attiva, ed in particolare ad allinearsi con quei programmi ‘di pace’, subordinandosi alla volontà riformatrice della Chiesa -> causa della libertas Ecclesiae. E’ l’inizio di un processo che vedrà il papato agire con modalità feudali: ad es. la concessione del vexillum Sancti Petri, per coloro che proclamavano di combattere in sua difesa. > Chiesa: impegnata in un profondo moto di revisione del suo status Riuscì a conferire un senso ecclesiale a tutta una serie di guerre, inculcando ai guerrieri, ideali di servizio alla causa cristiana. I guerrieri avanzavano portando alto il vexillum, che giustificava e legittimava, le loro guerre, le loro conquiste, instaurando un rapporto feudale con quello che non si mostrava più soltanto come il vescovo di Roma. 10 CAPITOLO SECONDO: CROCIATA E RIFORMA DELLA CHIESA 1. L’ORDINE TRINITARIO DEL MONDO Esposizione sul salmo 132, riferendosi ad un brano di Ezechiele, Anche se nel paese vivessero questi tre uomini: Noè, Daniele e Giobbe, essi con la loro giustizia salverebbero solo se stessi, dice il Signore Dio. Agostino tratteggiava i contorni di tre forme di vita: Anche Ezechiele parla di tre personaggi, nei quali non è assurdo vedere le tre categorie sopra elencate. Dice: Se il Signore mandasse la spada sulla terra e fra la gente ci fossero Noè, Daniele, e Giobbe, non si salverebbero né figli né figlie, ma solo questi tre. Loro personalmente sono stati liberati già da un pezzo, ma nei loro tre nomi intese riferirsi a tre categorie di persone. Noè rappresenta i presuli della Chiesa, in quanto fu lui a dirigere l'arca durante il diluvio. Daniele si scelse una vita di quiete, servì Dio nel celibato, cioè senza prender moglie. Fu un uomo santo che trascorse la vita in desideri di cielo e, sebbene sottoposto a molteplici prove, risultò temprato come l'oro di zecchino. Quanto doveva essere interiormente pacato se riuscì a conservarsi tranquillo anche in mezzo ai leoni! Col nome di Daniele, chiamato anche l'uomo dei desideri (desideri certo santi e casti), si indicano dunque i servi di Dio, dei quali è detto: Ecco com'è buono e giocondo che i fratelli vivano nell'unità. Col nome di Giobbe si designa quell'una delle addette alla molitura che venne prelevata. Egli infatti aveva moglie, figli e abbondanti ricchezze; anzi tanta era l'abbondanza dei beni da lui posseduti che il diavolo poté rinfacciargli di servire Dio non disinteressatamente ma per quel che ne aveva ricevuto. Questo rinfacciava il nemico [infernale] a quel sant'uomo; ma nella prova si poté dimostrare quanto fosse disinteressato il culto che Giobbe prestava a Dio e com'egli l'amasse non per i beni ricevuti ma per l'attaccamento al donatore. Noè = coloro cui spettava la guida della Chiesa, perchè lui aveva condotto l’arca Daniele = i monaci, poichè aveva scelto una vita di quiete Giobbe = coloro che servivano Dio col duro lavoro in maniera disinteressata Tripartizione che, nel corso dell’Alto Medioevo va incontro a modifiche. Non pochi leggevano nella res publica cristiana (comunità dei credenti, formata da massa di fedeli e pastori), una tripartizione: 1. oratores, deputati alla preghiera 2. bellatores, i combattenti - milites, signori capaci di un potere di coercizione - coloro che con il loro lavoro mantenevano il sistema: le masse 3. laboratores, che si guadagnavano da vivere con la fatica del lavoro - Clero: prima categoria, categoria che poteva accogliere anche coloro che, pur non essendo sacerdoti, si dedicavano allo studio e alla meditazione del silenzio nel chiostro - Laicato: seconda e terza categoria 11 La tripartizione rimaneva un pio tentativo di rappresentare la società desiderata da Dio. In realtà il quadro era ben più complesso. -> Mondo ecclesiastico: alto e basso clero, clero secolare e universo monastico -> Bellatores: divisione per censo, legami politici locali e sovralocali -> Laboratores: molteplici articolazioni = base della società Celebre sistematizzazione di Adalberone, vescovo di Laon: Perciò la città di Dio che si crede essere una sola, è divisa in tre: certuni pregano, altri combattono e gli altri lavorano. Questi tre ordini vivono insieme e non possono essere separati; il servizio di uno solo permette le azioni degli altri due; con alterne vicende si aiutano. Come è prevalsa la legge allora il mondo ha goduto la pace. Corrisponde ad un desiderio frustrato: livello politico, vista la debolezza del regno di Francia, inizio XI secolo; la società era molto più complessa di così in realtà. La sua visione era anti-monastica e anti-egualitaria e non rappresentava i fatti. La commistione fra classi era all’ordine del giorno e se vi era una distinzione di qualche tipo, allora questa era a livello cetuale. 2. UN SECOLO DI RIFORME ‘Rivoluzione crociata’: capacità di smuovere masse laicali Elementi fondamentali: - soglie del XII secolo, tripartizione della società valeva ben poco - riforme per rendere la società rigidamente tripartita, ma non fecero altro che favorire la presa di coscienza della crescente articolazione del corpo sociale - favore concesso dalla Chiesa al guerriero a cavallo, ruolo nel ridefinire l’archetipo del cavaliere -> miles = cavaliere di Cristo -> miles Christi - nascita di una nuova etica cavalleresca rivolta a un ceto di guerrieri, ora autorizzato a risolvere le controversie con la violenza e all’uso delle armi per un fine superiore Progressiva sintesi di contrastanti idee e strutture -> riforma della Chiesa (XI secolo e seguenti) > Azione degli imperatori sassoni e franconi: avevano contribuito a moralizzare l’universo ecclesiastico legandolo al potere laico -> moto di ‘restaurazione’: monasteri, fulcro principale Papato: aveva visto succedersi uomini provenienti dall’universo monastico -> andò promuovendo una sorta di ‘bonifica’ della gerarchia dei suoi membri -> es. Milano: sviluppo della pataria, ossia reclutamento di membri fra i ceti umili 12 A capo dei Normanni in Italia era Rainulfo Drengot che, dopo aver ottenuto nel 1030 un palazzo-castello in prossimità della chiesa votiva di Sancte Paulum at Averze, fondò la cittadina di Aversa che divenne ben presto il punto di riferimento di tutti i Normanni che giungevano in Italia. > Roberto il Guiscardo Battaglia di Civitate, 1053, papa Leone IX contro i Normanni, guidati dagli Altavilla, i quali vinsero e riuscirono anche a catturare il papa. Ecco che il papa nei nove mesi di prigionia, valutò un’alleanza con i Normanni. Leone riconobbe il dominio normanno nel Meridione, ricevendo da questi l’impegno per proteggere la Chiesa e recuperare i regalia Sancti Petri, in Apulia e Basilicata. 4. UN DINAMISMO CRESCENTE Melfi, capitale della contea di Puglia (caput Apuliae) fin dal 1043, fu sede di cinque concili tra il 1059 e il 1101. Durante il concilio indetto da Niccolò II nel 1059, Roberto il Guiscardo degli Altavilla strinse un patto con il pontefice (il concordato di Melfi), con cui si dichiarava formalmente suo vassallo, ottenendo in cambio i titoli (ancora solo nominali) di duca di Puglia (che comprendeva anche la Basilicata e parte della Campania) e di Calabria (che era però ancora in parte in mano ai Bizantini) oltre che conte di Sicilia (che però era ancora sotto il dominio arabo). Da questo momento Roberto il Guiscardo offriva il suo sostegno armato alla Chiesa. I Normanni riuscirono ben presto a scacciare dal Meridione la presenza bizantina con ripetute spedizioni che culminarono nel 1060 con la conquista a opera di Roberto il Guiscardo della città di Reggio Calabria, dove egli confermò il suo titolo di duca di Calabria. In seguito gli Altavilla con Roberto il Guiscardo (dal francese vissart = "volpe"), già duca di Puglia, scalzarono l'ultimo principe longobardo con la conquista di Salerno nel 1077, che divenne così la nuova capitale del ducato di Puglia e Calabria, mentre in Sicilia ancora si combatteva contro gli Arabi. I successi normanni preoccupavano Venezia e Costantinopoli, per via della loro occupazione delle principali città costiere pugliesi -> minavano la regolarità dei traffici > I Normanni minacciano la potenza di Venezia: Anticamente provincia dell'Impero bizantino, la Repubblica di Venezia si era progressivamente slegata dal controllo imperiale, divenendo di fatto uno stato indipendente già nel IX secolo. Nell'XI secolo buona parte dell'interscambio commerciale della Repubblica di Venezia gravitava sull'Impero bizantino, rendendolo sempre più dipendente dalle rotte veneziane. Nel 1081, appena salito al trono, Alessio I Comneno si era trovato scomunicato da papa Gregorio VII e minacciato dai Normanni di Roberto il Guiscardo, che avevano invaso l'Epiro assediando Durazzo. La crescente minaccia normanna costrinse l'imperatore a chiedere l'intervento della potente flotta 15 veneziana. Nel giugno dello stesso anno i Veneziani bloccarono le navi del Guiscardo all'interno del porto, costringendo prima il Guiscardo a trattare con loro e poi spingendolo ad attaccare, distruggendo la sua flotta nel corso di una breve battaglia navale. Mentre contemporaneamente la guarnigione bizantina sconfiggeva le truppe assedianti. Tuttavia l'imperatore bizantino non disponeva della forza necessaria per scacciare definitivamente i Normanni, minacciato com'era lungo tutti i confini di un impero che, dopo la disastrosa sconfitta di Manzicerta, si trovava mutilo della sua più importante provincia: l'Anatolia. Così non fu possibile sfruttare appieno l'esito dell'intervento marittimo di Venezia. In breve Alessio si trovò incalzato dai Normanni, che, sconfittolo nell'ottobre del 1081 nella battaglia di Durazzo, occupavano Corfù, sconfiggendovi una flotta veneziana (periva nello scontro il figlio dello stesso Doge), e minacciando la stessa Grecia. Di fronte alla propria debolezza militare Alessio Comneno doveva cercare quindi di mantenere assolutamente il legame coi propri alleati occidentali: l'imperatore tedesco Enrico IV e il doge veneziano Domenico Silvo. L'imperatore decise così di emanare la "crisobolla" nel maggio del 1082, concedendo ai Veneziani libero accesso ai porti delle diverse province dell'impero bizantino; così facendo, gli Amalfitani furono costretti a passare sotto il controllo veneziano. Vediamo così i Veneziani commerciare in tessuti provenienti da Bisanzio, e specialmente in quelle stoffe di seta che gli artisti di epoca romanica ritraggono nelle loro statue. -> Morte di Roberto il Guiscardo, 1085, 17 luglio, Cefalonia. 5. I VIAGGI DI URBANO II Legame tra papato riformatore e universo normanno: ruolo importante nel definire l’orizzonte di Urbano II. > Urbano II - appartenente ad una modesta famiglia di milites - avviato alla carriera ecclesiastica - aveva frequentato la scuola della cattedrale di Remis - entrato successivamente nelle grazie del Papa (Gregorio VII), tanto da rientrare nel consiglio per l’opera riformatrice - vescovo di Ostia - poi inviato in Germania, per sostenere la candidatura per la corona tedesca -> Nominato papa, 12 marzo 1088 - conclave a Terracina Una volta eletto, riuscì a rientrare a Roma, ma fu costretto a restare sull’Isola Tiberina 16 -> Situazione non era facile: Clemente III, che era stato scomunicato, era riconosciuto dall’Impero e dalla maggioranza dei cardinali, dai re d’Inghilterra, Serbia e Ungheria > si era insediato a Castel Sant’Angelo - per sostenere la sfida, pensò bene di trasferirsi nel meridione, rivolgendosi ai normanni e rinsaldando il rapporto nominando Ruggero, figlio del Guiscardo, duca di Puglia e Calabria - concesse al clero greco di mantenere i propri riti, se avesse riconosciuto la sua autorità - iniziò a guadagnare consensi (mosse politiche): strumento conciliare per affermare i principi della riforma - volse la sua attenzione all’Italia Settentrionale - giunse anche in Francia, percorrendo la via Francigena - qui emergono alcuni temi importanti: disciplina del clero e le investiture - invito a intraprendere una peregrinatio armata in Oriente - ritorno in Italia, importante per la propaganda del papa, in favore dell’iter orientale, che si presentava come uno strumento per affermare l’autorità papale -> Attenzione, perchè bisognava assicurarsi che lo schieramento riformatore non rimanesse troppo sguarnito: difatti abbiamo notizia di un divieto di partecipare all’expeditionem, rivolto ai monaci di Vallombrosa. - a Lucca, si incontrò con le schiere franco-normanne > Roma, da cui erano stati scacciati i seguaci di Clemente III, che riusciva però a mantenere Castel Sant’Angelo - 1097, concilio in Laterano: iter Informazioni che abbiamo riguardo le prime mosse di Urbano II in merito: una lettera del clero di Lucca rivolto ai fedeli in cui si fa già cenno all’iniziativa del papa di partire per la Terrasanta, così come prospettato da Gregorio VII. - concilio Roma, 1099 parlò nuovamente della spedizione, incoraggiando la partecipazione dell’arcivescovo milanese - morì il 29 luglio, qualche giorno dopo la presa di Gerusalemme (assedio 7 giugno - 15 luglio 1099) - Roma: preda degli scontri di fazione -> gli successe Pasquale II (Raniero Ranieri) 17 3. ‘IN EUROPA MAUROS’ Metà del VII secolo: mondo musulmano aveva iniziato ad affacciarsi sul mare, contro le isole e le coste egee, ioniche e tirreniche. -> Veri e propri tentativi di conquista, dettati da piani egemonici predeterminati: non erano mai azioni del tutto sconnesse tra loro, ma essi miravano all’impianto di insediamenti, costituiti da una piazzaforte militare > islamizzazione del territorio circostante, con l’intromissione nelle contese fra i signori locali. Arabizzazione della penisola iberica: avvenne così. > Governatore di Tangeri, Taric el Tuerto, attraversò lo stretto e occupò l’area che da lui prese il nome: Gibilterra. > Avanzata islamica, fermata poi da Carlo Martello, nonno di Carlo Magno, nella battaglia di Poitiers, nel 732/733, ma fu uno scontro di dimensioni ridotte, ma vittima di quel processo di assimilazione di una serie di battaglie a quelle che vengono definite ‘pre-crociate’. Area sottoposta all’Islam, nota come al-Andalus (etimologia incerta): - controllata dal califfato damasceno - prosperò velocemente - massimo splendore, sotto la dinastia omayyade di Cordova, sotto cui poi fu proclamato il califfato (929) - XI secolo questa dinastia iniziò a cedere, davanti al crescente policentrismo che caratterizzava il territorio, lasciando spazio ai governatori locali, resisi via via indipendenti + dinamismo dei regni cristiani del settentrione, come quello di Navarra e Aragona, che tuttavia incontrarono non poche difficoltà nell’interazione con il califfato e col quale cercarono una tregua, cedendo dei territori in cambio di pace -> Cade nel 1031: - dissoluzione in molteplici principati retti da sovrani autonomi (Re delle Taifas) - avvio di periodiche campagne militari = la ‘Reconquista’ Ci furono anche tentativi di conquista rivolti verso l’Italia: - attacco di Siracusa, 652 > intensificati nell’VIII secolo - progressiva occupazione della Sicilia da parte degli Aghlabidi, dall’827 - anche sulle coste settentrionali, insediamento provenzale di Fraxinet: forse parte di un più ampio progetto di dominio mediterraneo, dipendente dal califfato omayyade di Cordova - Roma: 846, saccheggiarono le basiliche di Pietro e Paolo, fuori le mura -> Questo evento spinse papa Leone IX a dare avvio alla costruzione delle mure leonine 20 - conquistarono anche Bari (sede dell’emirato) - sconfitti vicino Ostia da una flotta di amalfitani, gaetani, napoletani e sorrentini - contrastati da forze romano-orientali superstiti lungo la penisola > attacchi dal mare contro le principali postazioni saracene - svolta: avvento dei normanni, sostenuti dal papato -> nel 1059 rovesciarono gli equilibri Cessione della legatia apostolica a Ruggero d’Altavilla, da Urbano II, nel 1098: - confermava la posizione preminente negli affari della chiesa siciliana - sottolineava la dipendenza da Roma 4. ‘IN ASIA TURCOS’ Alcuni sostengono che la crociata abbia avuto origine per via dell’appello di Alessio Comneno, che ricercava sostegno in Europa, in particolare dal papato, per contrastare la minaccia turca. A sostegno di ciò: - presenza di ambasciatori greci al concilio di Piacenza (1095, poco prima di quello di Clermont - utilizzo massiccio di truppe mercenarie ai confini del mondo romano-orientale > Alessio Comneno, salì al trono nel 1081 e si trovò a gestire una complessa situazione nei territori vicino-orientali. -> Inizio XI secolo: imperatore disponeva di ingenti forze militari, che però necessitavano di importanti spese per il mantenimento. Così pian piano entrò in uso la pratica di assoldare contingenti di mercenari (tra cui anche i normanni, gli inglesi, i francesi, i tedeschi, russi, scandinavi, ecc), nel caso di bisogno, a cui non era necessario fornire l’equipaggiamento -> preferenza per i mercenari occidentali, per le loro tattiche belliche e la cavalleria pesante Richiesta di truppe al papa, del 1095: rientrava in una prassi in via di consolidamento. 5. ‘RECONQUISTA’ TIRRENICA Le città marinare italiane presero parte al moto di contrasto della componente islamica mediterranea. In particolare Pisa e Genova, caratterizzate da un crescente dinamismo: - forte spinta espansionistica - decisa carica ideale > ruolo anti-saraceno 21 Impegno delle città marinare nel Tirreno: Pisa: > Presa di Palermo, delle Baleari > Impegno crociato di arcivescovi della città > Culto locale di santi e reliquie provenienti dalla Terrasanta Genova: > Nascita della ‘compagna’ > Partecipazione alla conquista del litorale siro-palestinese > Veneziani: milites Dei, non mercatores Venezia: > Identità municipalistica veneziana, grazie alla quarta crociata - XI secolo: Genova e Pisa protagoniste di spedizioni predatorie (definite ‘pre-crociate’) volte al saccheggio di basi saracene tirreniche. Immagine da evitare: risposta corale della Cristianità nei confronti di un Islam altrettanto unito e aggressivo. > Le fonti si limitano a narrare: migliaia di fanti e cavalieri, dalla città e dal contado, ammassati a bordo di decine di unità navali, con macchine e trabucchi, pronti a fare scalo sulle coste nemiche e decisi a combattere e fare bottino. Mantennero una politica aggressiva, forse dettata dal desiderio di ricchezze (tributi in oro e proventi di riscatto dei prigionieri + azione di difesa) -> più remunerativa rispetto alle pratiche commerciali. 22 Chiesa: diritto di governare tutta l’ecumene -> crociata lecita, perchè volta a far riconoscere agli infedeli la sovranità Fra le cose di cui si occupava la Chiesa: ridefinire gli obiettivi di ogni crociata. > ‘Crux transmarina’: condotta al di là del mare, in Terrasanta -> esterna > ‘Crux cismarina’: finalizzata a contrastare i nemici politici e religiosi, del papato -> interna = eretici, pagani, scismatici Si andò affermando l’idea che gli infideles e i mali christiani fossero dannosi allo stesso modo, all’interno del sistema ecclesiastico: -> Legittime crociate contro > l’imperatore costantinopolitano = scismatico > gli eretici > i pagani > oppositori politici > famiglie poco gradite ↳ la crociata di Bonifacio VIII contro i Colonna Ogni operazione volta alla difesa dell’integrità della Chiesa e ad ampliare i confini della Christianitas, iniziò ad essere presentata come parte di quell’iter e come suo presupposto, a livello propagandistico. Ogni possibile minaccia per il tessuto cristiano, andava estirpata. Innocenzo III, IV concilio lateranense, costituzione Excommunicamus, poi inserita dal Cardinal Ostiense fra i testi basilari della legislazione crociata: I cattolici che, presa la croce, si armeranno per sterminare gli eretici, godano delle indulgenze e dei santi privilegi che sono concessi a quelli che vanno in aiuto della Terra Santa. La crociata assumeva sempre più la forma di una macchinosa operazione politica ed economica, funzionale all’affermazione teocratica del papato. > La Terrasanta andò sostituendosi con una questione più urgente, e chi prendeva parte avrebbe ottenuto comunque gli stessi privilegi. > Inoltre vanno inserendosi anche nuove modalità di svolgimento: era possibile anche versare alla Chiesa una certa quantità di denaro, in qualità di finanziatore, per sostenere la partenza di un combattente ( = acquistare l’indulgenza) 25 3. ‘PASSAGIUM GENERALE’, ‘PASSAGIUM PARTICULARE’ A partire dalla cosiddetta ‘terza crociata’ + nel corso del XIII secolo, la crociata avrebbe conosciuto un crescente moto di pianificazione: mezzo scelto = navis L’iter avrebbe mutato il nome in passagium, per indicare lo spostamento, dall’altra parte del mare. > Facilitava il trasporto di ingenti truppe Aumento della portata delle spedizione, necessità di una maggiore pianificazione: - papato spinto a richiedere consigli in forma scritta presso chi aveva informazioni sulla situazione orientale ↳ deciso a sostituirsi ai principi nella guida delle operazioni militari Innocenzo III, 1199: chiede al patriarca di Gerusalemme, al vescovo di Lydda e ai maestri degli ordini militari, informazioni sulla situazione orientale (nomi, forze dei capi musulmani, ecc…) > Lettere di risposta con relazioni dettagliate > Alcune parlavano anche della possibilità di accordi diplomatici con l’avversario Troviamo anche dei riferimenti ad un’alleanza franco-mongola, contro il comune nemico musulmano; interessi prettamente di tipo militare > secondo concilio di Lione, 1274. > Gregorio X chiese pareri riguardo il modo di procedere concretamente per il recupero e la conservazione dei Luoghi Santi + la bolla di convocazione del concilio conteneva la richiesta di consilia per le tre questioni all’ordine del giorno: - negotium crucis (crociata) - causa unionis (unione con la Chiesa greca) - causa reformationis (riforma dei costumi del clero) 4. ‘PERFIDI SARACENI’, ‘CRUDELI TURCHI’ Fallimento dell’alleanza franco-mongola, caduta di Acri, il Giubileo del 1300, l’eliminazione dell’ordine del Tempio = ruolo importante nel processo di ridefinizione della crociata -> Iniziarono a mutare gli obiettivi. Caduta di Acri: L'assedio di San Giovanni d'Acri (noto anche come caduta di San Giovanni d'Acri) fu un evento bellico che ebbe luogo nella primavera del 1291 e si concluse con la conquista della città da parte dei musulmani, che la strapparono ai Crociati. L'episodio segnò la fine delle Crociate in Oriente e il crollo del regno di Gerusalemme, a cui seguì l'estromissione dei Franchi dalla Terrasanta. 26 Nel 1187, con la battaglia di Hattin, i crociati avevano subito una decisiva sconfitta da parte del sultano ayyubide Salah al-Din, che nel giro di pochi anni aveva riconquistato Gerusalemme e buona parte della Palestina. Con l'aiuto delle armate della Terza Crociata i cristiani avevano ripreso possesso di alcuni territori perduti, compresa Acri, che divenne capitale del ricostituito regno di Gerusalemme (noto perciò anche come regno di Acri). La morte di Saladino nel 1193 provocò l'arresto delle campagne contro i crociati e segnò l'inizio di un periodo di frammentazione politica della regione siro-palestinese destinata a durare oltre mezzo secolo. Con l'avvento al potere dei Mamelucchi in Egitto, nel 1250, le ostilità contro i cristiani ripresero, soprattutto per iniziativa del sultano Baybars (1260-77), che nel 1265 strappò ai crociati Caesarea, Haifa e Arsuf e nel 1268 conquistò Antiochia. Queste perdite territoriali allarmarono l'Occidente: Luigi IX di Francia decise di intervenire guidando una spedizione militare direttamente contro l'Egitto, per fiaccarne la capacità offensiva. La crociata terminò prima ancora di iniziare, con la morte del re a Tunisi nel 1270. L'ultimo tentativo fu compiuto dal principe Edoardo d'Inghilterra nel 1271-72, ma anch'esso fallì. Il successore di Baybars, Qalawun, proseguì l'opera del suo predecessore, smantellando pezzo per pezzo ciò che restava del regno crociato: conquistò la fortezza degli Ospitalieri di Qala'at Marqab, nel 1287 prese Laodicea e nel 1289 Tripoli. Alla sua morte, nel novembre del 1290, gli succedette il figlio Al-Ashraf Khalil, deciso a chiudere definitivamente i conti con i cristiani. La caduta di San Giovanni d'Acri segnò la fine del regno crociato. Nel giro di pochi mesi tutte le altre fortezze cristiane sul litorale siriano furono conquistate dai musulmani: Tiro, Sidone, Beirut, Tortosa. L'ultima resistenza fu ancora una volta quella dei Templari, che si rifugiarono sull'isoletta di Ruad, dalla quale furono scacciati agli inizi del nuovo secolo. Il titolo sovrano di Gerusalemme fu mantenuto dalla dinastia dei Lusignano di Cipro e da questi trasmesso ai Duchi di Savoia (poi re di Sardegna e infine re d'Italia). Trasferimento della sede papale ad Avignone: teneva impegnata la Chiesa in questioni interne. L’impegno contro i musulmani assunto: - cavalieri dell’Ospedale - dinastia cipriota dei Lusignano - genovesi e pisani Nuovo pericolo: nuova tribù turca, ottomana, si era insediata in Anatolia e aveva iniziato ad espandersi verso Costantinopoli. > Impero greco, restaurato nel 1261, dopo la parentesi d’occupazione latina, era diventato l’ombra di sé stesso, perennemente preda delle congiure di palazzo. > Minaccia turca e conquiste: - 1354 i Turchi occuparono Gallipoli, sulla sponda europea dei Dardanelli - 1362 la vittoria ottomana di Adrianopoli Avanzata ottomana minacciava di allargarsi verso occidente: si ripresenta nuovamente la necessità di richiamare la Cristianità alle armi -> questo trasformò la crociata in qualcosa di diverso 27 CAPITOLO QUINTO: GLI STRUMENTI 1. LA DISCIPLINA ‘DE VOTO’ XIII secolo: papi e canonisti furono impegnati in quella che era l’inizio di una definizione del voto crociato: la promessa solenne che i crucesignati erano chiamati a formulare, prima della partenza, impegnandosi ad osservare le indicazioni contenute nella bolla papale, tramite cui era bandita la spedizione. > La ‘prima crociata’ (iter) era stata il risultato di un moto spontaneo, certo incanalato dal papa e da signori europei. Ciascuna crociata assunse una propria forma, con obiettivi e modalità via via differenti, ma alcune caratteristiche rimasero costanti, rifacendosi alle disposizioni date da papa Eugenio III con la Quantum praedecessores. Innocenzo III: novità importanti > Costituzione Ad Liberandam del IV concilio lateranense (1215) Trasformava quell’indefinito insieme di operazioni belliche e penitenziali, che aveva caratterizzato le principali spedizioni del XII secolo, in un insieme coerente, senza però arrivare ad una definizione canonica del fenomeno. Voto crociato: oggetto di ampie discussioni. - segno della croce assunto platealmente il in una cerimonia non ben codificata e che mutava in base alla regione - crucesignatus sottoposto ad una disciplina simile a quella in uso per i peregrini (contemporanea emissione di entrambi i voti + talvolta le due cerimonie coincidevano) Ruolo del papato - ambito materiale: > si impegnava nella tutela dei beni, eventualmente anche delle persone, anche appartenevano a colui che aveva fatto il voto, durante il periodo di assenza del crociato -> per cui fu anche stabilito un tempo per la durata dell’impiego = tre anni In quei tre anni era prevista la possibilità di sospendere o dilazionare debiti, pene, anche penali = non poche critiche - ambito spirituale > concedeva un tipo di perdono, divenuta poi ‘indulgenza plenaria’, legata alla remissione della pena temporale meritata per i peccati commessi, la cui colpa era già stata rimessa 30 Questo processo andò affinandosi fra il XII e il XIII secolo > sistemazione concettuale del Purgatorio Voto pronunciato: vincolava il crucesignatus al suo espletamento, senza possibilità di essere rescisso. Esistevano però due modi di emissione: - pro subsidio, con l’intenzione di recare aiuto alla Terrasanta > eredi > ‘missionario’ - pro devotione, col solo fine di visitare i Luoghi Santi > solo dal contraente > ‘penitenziario’ La disciplina de voto andò affinandosi, senza mai essere codificata del tutto. > Chiesa: approvò la possibilità della commutatio, ossia mutare di obiettivi o di solvere il voto in maniera differente -> es. versando una somma in denaro - contrario l’Ostiense: non era possibile variare i termini di un contratto tra Dio e l’uomo) - ma altri pensavano che fosse lecito, perchè era fra i diritti e i poteri del papa, in quanto rappresentante di Dio > Non si poteva negare la croce a chi volesse assumerla. ‘Inabili’ alla guerra: si doveva garantire una modalità di espiazione e di ‘partecipazione’ indiretta al modo crociato a questa categoria = ammalati, chierici, donne, fanciulli, anziani ecc… Per cui in tale ambito, la Chiesa predispose alcune modalità. Essi cioè potevano accedere: - per redemptio -> finanziando un guerriero che potesse impegnarsi militarmente al suo posto - contando sulla dilatio -> procrastinando la partenza - per dispensatio -> rimettendo il voto, in ragione di situazioni particolari, es. chi veniva indotto in punto di morte > eredi, che solitamente si svincolavano, pagando somme di denaro Crucesignatus = status particolare, affine a quello del pellegrino, di cui ricalcava le orme, ponendosi al servizio della Chiesa. 2. L’INDULGENZA CROCIATA Riflessione sullo statuto del crucesignatus -> anche quella sull’indulgenza, strettamente connessa alla disciplina penitenziale In tale contesto la crociata fu definita anche come iubileum = tempo di grazie e di perdono. Idea: condono della pena temporale per i peccati potesse essere acquistato attraverso l’intervento della Chiesa si affermò lentamente, nell’ambito della dottrina della riconciliazione (mai una decisa formulazione). > Critiche: forma di perdono attraverso una guerra? 31 Prime tracce di una codificazione - genesi dell’indulgenza: 1. Alessandro II: Scrivendo al clero di Volterra (1063) aveva concesso ai milites che avevano intrapreso la guerra scendendo in guerra nella penisola iberica, contro i mori, la remissione dei loro peccati > Non una vera e propria indulgenza, ma una commutazione: la spedizione faceva le veci della penitenza. 2. Gregorio VII: Dichiarò in svariate lettere (1074-1075) di volersi porre personalmente alla guida di un esercito per liberare il Santo Sepolcro e fece riferimento alle ricompense spirituali di chi avesse partecipato alla spedizione 3. Urbano II: Concilio di Clermont. Canone 9, il ‘canone dell’indulgenza’: A chiunque, per sola devozione, non per guadagnare onori o denaro, si recherà a Gerusalemme allo scopo di liberare la chiesa di Dio, questo viaggio sarà computato come penitenza completa. Pose l’accento sulla penitenza, ma creò confusione rispetto a ciò che veniva rimesso. Probabilmente fu emesso un canone simile (perduto, ma di cui abbiamo traccia) dedicato alaa situazione iberica, equiparata a quella orientale: in una lettera (1089) indirizzata ai combattenti per il recupero della Terragona, compare per la prima volta il termine indulgentia. -> Troveremo venia o remissio peccatorum fino a tutto il Duecento. > Canone XI del primo concilio lateranense (1123) parlava ancora di remissione dei peccati, rifacendosi al modello di Urbano II, il quale operato viene spesso ripreso dalle successive bolle. > Canone XXVII del quarto concilio lateranense (1179) introduceva invece un’indulgenza di due anni (biennium de penitentia iniucta relaxamus) -> il concetto di indulgenza iniziava a definirsi. > Gregorio VII, Audita tremendi Fu forse per contrasto, in ragione della nobiltà della meta, che si iniziò ad associare al viaggio in armi verso Gerusalemme la completa remissione della pena temporale = plenam indulgentiam. 32 5. IL FINANZIAMENTO Affinamento dei mezzi necessari per garantire economicamente la realizzazione dell’impresa: organizzazione del viaggio costosa e non tutti potevano provvedere personalmente. Necessaria tesaurizzazione delle risorse: - persuadendo il cristiano in punto di morte a destinare parte dei propri beni pro passagio in suffragio alla propria anima e a sconto dei propri peccati. Principi e sovrani disponevano di redditi importanti derivanti dai propri possedimenti e potevano disporre grandi provvedimenti per le riscossioni: > Luigi VII (1147), ricorse ad un’imposta rivolta a tutti i sudditi, sia laici che ecclesiastici a sostegno della partenza per la seconda crociata. > Enrico II (1166) impose un tributo all’Inghilterra, per la seconda crociata alla quale partecipò suo figlio Riccardo Cuor di Leone, istituendo così la decima Saladini (imposta del 10% su redditi e beni immobili). Chiesa: si mosse in maniera tale da rendere questi provvedimenti stabili, imponendo nei decenni a venire la ‘decima apostolica’ = segno della volontà della Chiesa a voler dichiarare la propria superiorità su signori e principi. In origine: imposta straordinaria sui redditi degli enti ecclesiastici -> far fronte alle necessità finanziarie della spedizione. > Innocenzo III, 1199: impose la prima tassazione diretta sui redditi del clero (1/40, poi 1/30), che divenne regolare col quarto concilio lateranense e con Gregorio IX (1228) arrivò a 1/10 dei redditi annui degli ecclesiastici, per finanziare ogni impresa crociata promossa dal papato, a partire dal conflitto contro Federico II. > Urbano IV, 1263: impose al clero una decima di tre anni per sostenere Carlo d’Angiò contro Manfredi. > Gregorio X, 1274, secondo concilio di Lione: sviluppo di un sistema centralizzato, ma capillare, con cui si dividevano i territori in collectoriae, ossia delle circoscrizioni di natura fiscale, al fine di garantire di incamerare risorse (moneta d’oro). 35 PARTE SECONDA: LA STORIA CAPITOLO SESTO: LA PRIMA CROCIATA 1. I FANATICI DELL’APOCALISSE Discorso pronunciato a Clermont da Urbano II -> mobilitò decine di migliaia di persone: - miles = cavalieri, uomini abituati alla violenza - pauperes = umili, inermi, spinti da motivazioni materiali (bottino) e dalle istanze di rinnovamento religioso promosse dal papato riformatore Fra i protagonisti, troviamo figure carismatiche che si dedicarono a grandi campagne di predicazione: > Pietro l’Eremita: promuoveva un movimento salvazionista, tra i cui scopi vi era la redenzione di quelle donne che avevano perso ogni rispettabilità, per via anche delle condanne del nicolaismo = costumi sregolati degli ecclesiastici Temi delle predicazioni: - descrizione delle violenze subite dai pellegrini in viaggio per la Terrasanta - condanna del comportamento di ebrei e saraceni - condanna dell’esibizione di excitatoria: lettere fittizie, redatte da grandi personalità quando non piovute dal Cielo o consegnate da presenze angeliche a qualche pellegrino - forte centralità di Gerusalemme, in questo caso, quella celeste, meta ultima del cristianesimo e archetipo di quella terrestre, che avrebbe ospitato il giudizio finale = messaggio profondamente evocativo ‘Fanatici dell’Apocalisse’: Trovavano soddisfazione nel predicare l’avvento di un Regno di Giustizia e erano portavoci d’istanze di rinnovamento sociale: > Rivolta dei tessitori di Cambrai vs vescovo locale = simoniaco (commercio peccaminoso di beni sacri spirituali) > Predicazione contro il concubinaggio, la ricchezza, la rapacità dei prelati Molti trovarono nell’appello del papa, opportunamente elaborato da Pietro e da qualche altro predicatore itinerante, uno sbocco per le proprie attese: i pauperes furono accompagnati da un nutrito gruppo di cavalieri appartenenti alla nobiltà minore, alcuni senza scrupoli, decisi a ergersi a paladini di questa massa indefinita, co da guadagnare fama, onori e qualche ricchezza. > Emicho Von Flonhein, fu responsabile dei primi pogrom antiebraici della storia 36 Primi gruppi franco-tedeschi (12.000/20.000 persone): partirono verso la metà di aprile 1096, dopo aver celebrato la Pasqua, privi d’organizzazione e ignari del percorso da compiere. Ingenti perdite per questi motivi e perchè la ‘spedizione’ prese via via dei caratteri negativi, contro la volontà dei vescovi locali e di Enrico IV di Franconia. > saccheggiarono villaggi e campagne, diedero fuoco a castelli e città, massacrarono comunità ebraiche Coloro che giunsero a Costantinopoli furono velocemente trasferiti oltre il Bosforo, ma tra i capi sorsero discordie, tanto che, approfittando dell’assenza di Pietro, - i francesi mossero contro Nicea, - i tedeschi si scagliarono contro il sultano turco, venendo però sconfitti = vecchi, malati, donne e bambini furono uccisi senza pietà, mentre i più giovani furono venduti come schiavi Pietro pensò bene di attendere le milizie baronali. 2. VERSO COSTANTINOPOLI La spedizione era iniziata nel peggiore dei modi. Urbano II: - si affrettava a mantenere un ordine sociale, vincolando le partenze dei chierici, ai permessi dei superiori, e quelle delle persone sposate, ai permessi del coniuge - si rivolse ai potenti, cercando di sottrarli all’obbedienza imperiale Primi contingenti: estate 1096 - Guidati da prestigiose figure della Cristianità, tra cui > Ugo di Vermandois, fratello di Filippo I, re di Francia > Roberto, conte di Fiandra > Roberto, figlio di Guglielmo il Conquistatore Ecclesiastico: > Arnolfo di Chocques, cappellano del secondo > Stefano, conte di Chartres e di Blois - Successivamente, in agosto, partirono: > Goffredo, duca della Bassa Lorena = suddito di Enrico IV > assieme ai fratelli Eustachio e Baldovino - Dal Meridione invece partirono: > Raimondo di Saint-Gilles, conte di Tolosa > Ademaro, vescovo di Le Puy, scelto da Urbano come legato pontificio per accompagnare Raimondo nella spedizione 37 -> Ben presto fu chiaro che si dovesse puntare su Antiochia. Problematica dell’approvvigionamento sempre più complessa: su consiglio delle guide bizantine, il grosso dell’esercito accettò di raggiungere la Siria, mediante un largo ma comodo itinerario = Cesarea-Mazacha -> Antitauro -> Marash -> Porte Siriache. Tancredi e Baldovino di Boulogne: via più breve, attraverso le Porte Cilicie, con forti difficoltà, passando da centri armeni popolati da cristiani -> cercavano forse sostegno. - Baldovino: si ricongiunse a Marash col grosso dell’esercito > rese l’ultimo saluto alla moglie morente > proseguì verso est abbandonando la spedizione per occupare Edessa. - Tancredi: occupò Mamistra, Alessandretta, raggiunse i crucesignati presso Antiochia - Antiochia, era stata strappata ad Alessio Comneno nel 1085 e dipendeva nominalmente dall’emiro di Aleppo. Assedio assai difficoltoso: Boemondo risolse la situazione, organizzando un attacco di comune accordo con il responsabile della difesa di alcune torri, il quale permise ai normanni di scalare le difese. -> 3 giugno 1098: Antiochia era in mano ai latini, ad eccezione della Cittadella. Il giorno seguente delle truppe di Kurboga giunsero sotto le mura, mettendo in difficoltà i cristiani, che però reagirono con vigore, anche grazie al discusso ritrovamento della reliquia identificata con la Lancia della Passione. Qualcuno pensò di fuggire: - Conte di Chartres e Blois, Stefano II, uno dei leader di questa ‘prima crociata’ durante la fuga incontrò Alessio Comneno e gli sconsigliò di inviare soccorsi, poichè l’armata era in procinto di cadere. -> Il mancato supporto bizantino avrebbe segnato la fine di ogni possibilità di riconciliazione fra le due parti. 4. GERUSALEMME, 1099 Disfatta delle truppe nemiche il 28 giugno, favorita da un attacco furioso e disperato dei crucesignati, sembrò qualcosa di miracoloso. Fondamentale anche l’apporto delle marinerie italiane, in particolar modo dei genovesi > sostegno richiesto da Urbano II. -> La strada per Gerusalemme sembrava spianata. Complicazioni: - rivalità fra i principi e i baroni per le nuove conquiste 40 - spedizione priva di un vero e proprio capo militare: 1 agosto morì Ademaro, l’unico capo spirituale rispettato e stimato da tutti - epidemia fra le schiere > quando finì i capi scrissero a Urbano II > lo informarono dei successi e della morte del legato, Ademaro + chiesero al papa di raggiungerli e di guidare la spedizione personalmente Successivamente: Si misero in cammino, ad eccezione di Boemondo che restò ad Antiochia e assieme ad alcuni contingenti genovesi si preoccupò di non lasciare la città sguarnita > politica di alleanza La marcia riprese lentamente: - assedio di Ma’arrat al-Nu’man, durò un mese e viene raccontata con caratteri disumani, con scene di violenza inaudite, atti di cannibalismo, che sarebbero però da ricondurre alle condizioni dei soldati, stremati In questa occasione, pare, si riconciliarono Raimondo e Boemondo > incontro, promosso dal conte di Tolosa, per chiudere la questione antiochena > propose agli altri principi di porsi sotto il suo servizio in cambio di denaro. - Tancredi e Roberto di Normandia acconsentirono - Altri declinarono e proseguirono verso sud, attraversando un territorio desolato e abbandonato dalla popolazione > 7 giugno I crucesignati scorsero Gerusalemme (che era in mano ai fatimidi egiziani), da un colle non lontano. - 12 giugno: primo attacco, senza risultati - 15 giugno: consiglio di guerra, si decise di mettere in campo quante più forze possibili -> serviva legname - 17 giugno: giunsero delle galee (sei o nove), due genovesi - 18 giugno: imponente flotta egiziana -> si adoperarono per smontare il campo, caricare i viveri, le galee furono date alle fiamme per impedirne la cattura > verso Gerusalemme, passando per il Giordano - 15 luglio: attacco -> i fratelli Letaldo ed Engelberto di Tournai (del contingente di Goffredo di Bouillon) riuscirono ad oltrepassare le mura, poi i provenzali, al comando del conte di Tolosa -> La città cadde nel giro di poche ore. Ebrei e musulmani furono massacrati, chi non riusciva a dimostrare di essere cristiano fu ucciso. Raimondo d’Aguilers (membro del corpo d’armata di Raimondo di Tolosa) raccontò la vicenda: Descrizione di una strage -> es. Tempio di Salomone il sangue arrivava alle ginocchia Obiettivo raggiunto: Gerusalemme conquistata. Urbano II morì due settimane dopo, ignaro dell’esito della spedizione. 41 5. UN RE PER GERUSALEMME Organizzazione del territorio: Arcivescovo di Pisa, Daiberto = acclamato patriarca, al posto di Arnolfo, cappellano di Roberto di Normandia, che era stato eletto il 1 agosto precedente (due partiti: franco-normanno-lorenese / provenzale), ma senza ratifica papale -> sostituzione facile. Politica di Daiberto: improntata su ideali della riforma, indirizzata in senso teocratico > La Chiesa di Roma doveva regnare di diritto su Gerusalemme = centro e cuore della Cristianità Questo si scontrava con la volontà dei capi crociati -> cercavano domini personali lungo la fascia costiera + necessitavano di un re, la cui potestas si limitasse alla sola Gerusalemme e al suo circondario ↳ 22 luglio 1099: Goffredo di Bouillon = nomina ad advocatus (titolo di chi si impegnava ufficialmente nella difesa di un bene ecclesiastico) del Santo Sepolcro Non si dimostrò del tutto favorevole nei confronti del patriarca. > Pasqua 1100: Goffredo concesse alla chiesa gerosolimitana la cittadina costiera e Gerusalemme, con la cittadella e la torre di David -> Accordo: se fosse morto, sarebbe passato tutto al patriarcato Questione delicata, ma si tentava di dare un sistema stabile per garantire la presenza latina in Terrasanta. (elenca una serie di signorie, contee, ecc che si erano formati con le conquiste -> urge cartina!) > Natale 1100: Baldovino fu unto e incoronato re nella basilica della natività, a Betlemme, per acclamazione del clero, principi e del popolo. Inizialmente Daiberto si mostrò favorevole verso il principe crociato, da lui stesso consacrato, ma la pace durò poco: Baldovino iniziò ad accusare il patriarca = Daiberto, di ogni malefatta, es. compravendita di reliquie, e vincolò la sua ‘colpa’ ad un pagamento in denaro. -> Obiettivo: privare la Chiesa di ogni potere. Daiberto: fu privato così - dopo le accuse - di ogni diritto sulle proprietà del Santo Sepolcro, e fuggì ad Antiochia, da Tancredi. Baldovino riusciva così ad impadronirsi del tesoro e delle rendite patriarcali. Si aprì un’inchiesta: condanna di Daiberto per simonia, occultamento di denaro + partecipazione ad azioni predatorie nell’Egeo. Tornò poi in Italia, Puglia > Roma -> Papa Pasquale II lo trattenne nell’attesa delle prove per la sua colpevolezza, queste non arrivarono e così il papa lo reintegrò, ma morì poco dopo, prima di poter ripartire per la Terrasanta. Ricerca di equilibrio durerà molto: soluzione nel concilio di Nablus, nel 1120, evento che anticipa il concordato di Worms, due anni dopo. 42 Guglielmo di Tiro, Historia rerum in patribus transmarinus gestarum (entro il 1183): …alcuni nobili cavalieri dell’ordine equestre, devoti a Dio, uomini religiosi e timorosi di Dio, consacrandosi al servizio di Cristo nelle mani del patriarca… Tra di essi, i primi: Ugo “de Paganis” e Goffredo di Sancto Aldemaro -> si è ipotizzato milites ad terminum? = laici che prestavano servizio militare temporaneo Parla inoltre di permessi e concessioni fatte loro dal re e dai canonici: questi ultimi in particolare avrebbero concesso loro di esercitare il loro servizio presso la piazza del Templum Domini. E’ anche possibile che il primo nucleo della futura cavalleria templare fosse legato all’ospedale amalfitano di San Giovanni Battista (nei pressi del Sepolcro): > membri si erano costituiti come ordine religioso, su impulso del prepositus Gerardo, sotto la protezione della Chiesa grazie alla bolla Pie postulatio voluntatis (Pasquale II) ↳ a quanto pare, alcuni oblati avrebbero ricevuto dai frati ospitalieri il compito di proteggere i pellegrini in cambio dei resti dei pranzi Il Tempio si sarebbe poi staccato dall’Ospedale, mantenendo però tale diritto. + sappiamo anche del legame dei primi membri con i canonici del Santo Sepolcro (istituiti da Goffredo di Bouillon, 1099) = primo ordine formatosi = tradizioni complementari Si può supporre che Baldovino II, nel 1120, avesse accolto un gruppo di cavalieri inizialmente legati all’Ospedale o ai canonici del Santo Sepolcro, o a entrambi, o (meno probabile) ai canonici del Templum Domini (forse posteriore). ↳ Baldovino II concesse un’ala della moschea al-Aqsa = residenza reale, che si riteneva edificata sulle fondamenta del Tempio di Salomone Ne derivò che: furono emancipati dall’obbedienza al priore del Santo Sepolcro per sottoporli a quella del patriarca gerosolimitano -> Nasceva così il primo nucleo dell’ordine che sarebbe stato noto come Pauperes commilitones Christi Templique Salomonici (i poveri cavalieri di Cristo e del Tempio di Salomone) > Onorio II, 1129: riconobbe la regola che ne disciplinava la forma di vita, concedendo la fraternità, guidata da magister Hugo > Innocenzo II, 1139: li definì religio et institutio (= come uso per gli ordini religiosi) e li sottopose alla propria autorità, svincolandoli da quella in Terrasanta 45 Ruolo importante: Bernardo di Clairvaux, col De laude novae militiae (manifesto dell’ordine): - si scagliava contro mondanità, sfarzo, violenza privata, vanagloria dei cavalieri - contrapponeva i milites novi ed esaltava la loro povertà assoluta e l’impegno contro gli infedeli -> originaria connotazione assistenziale non verrà mai abbandonata, tuttavia, nel terzo decennio del secolo: Raimondo di Le Puy (successore di Gerardo, fondatore dell’ordine) la fraternità avrebbe iniziato a militarizzarsi, seguendo l’esempio del Tempio. Successivamente: > Ospitalieri entrarono di diritto nei ranghi dell’esercito: presidiavano importanti fortificazioni in tutto il territorio > Altri ordini si affiancarono: es. Teutonici (terza crociata), sorto da comunità di combattenti tedeschi radunatesi nei porti di Brindisi e Messina 3. JIHAD Dinamismo latino spinse i potentati musulmani ad abbandonare il frazionamento politico, dovuto alla divisione fra i due califfati: - abbaside di Baghdad - fatimide del Cairo I franchi si videro costretti a sostenere la controffensiva egiziana e a contrastare i tentativi di espansione di Zangi, capostipite della dinastia dei Zengidi, all’insegna della jihad. - 1130 mosse contro gli antiocheni, approfittando della morte di Boemondo II - vs Damasco, ma dovette abbandonare l’assedio per ordine del sultano, che temeva il suo prestigio - fu attaccato da Giovanni II Comneno, figlio di Alessio, senza successo ↳ morto nel 1143: fine dei tentativi di rimettere mano su quanto perduto Sempre nel 1143 morì Fosco d’Angiò -> gli successe Baldovino III, 15 anni, affidato alla tutela della madre = intrighi di palazzo + vassalli di Tripoli e Antiochia sviluppare autonomie Debolezza del regno di Baldovino III -> tale contesto: libertà di azione per Zangi. - Mosse vs Edessa, approfittando dell’assenza di Joscelin II -> la conquistò e la popolazione cristiana - eccetto armeni, greci e siriani - fu massacrata Zangi fu ucciso dopo qualche anno nel sonno (1146), per ordine di un emiro selgiuchide -> Joscelin tornò. - Edessa fu riconquistata dal figlio e successore di Zangi, il Norandino. 46 Minaccia incombente sui regni principati cristiani di Terrasanta: - Papa Eugenio III proclamò nuova spedizione (1 dicembre 1145) - bolla Quantum praedecessores -> rivolta al re di Francia e a tutti i fedeli d’Oltralpe - rinnovò l’appello tramite la Divina dispensatione Approfittò della sistemazione giuridica della guerra contro gli infedeli operata dalla Causa XXIII del Decretum di Graziano (1140). Sperava nell’intervento dei francesi: il re Luigi VII si rese disponibile > prese la croce ↳ fu necessaria un’importante opera di predicazione e propaganda, svolta ad opera di Bernardo, un cistercense Notizia del pericolo fu seguita da una serie di dicerie riguardo un re-sacerdote della stirpe dei Magi, intenzionato a marciare verso Occidente, successivamente noto come ‘presbyter Iohannes’ > Altri racconti di carattere apocalittico: Re di Francia (o di Germania) = diverse versioni, avrebbe regnato come ‘imperatore degli Ultimi Giorni’, deponendo sul Calvario le insegne regali > venuta dell’Anticristo e Teofania Finale. Suggestioni che giocarono un ruolo fondamentale nella partecipazione di grandi masse. Molti giunsero dalla Germania: violenti richiami di Rodolfo, forse un cistercense, che diceva di aver ricevuto l’ordine da Bernardo -> ampia campagna di predicazione. Fra coloro che presero la croce: - Duca Guglielmo di Baviera - Corrado III di Svevia, re d’Italia e di Germania, nonostante la sua presenza fosse richiesta dal papa al fine di tenere a bada i normanni nel Meridione - Federico Barbarossa 4. LA SECONDA CROCIATA Il secondo grande pellegrinaggio non si risolse in un susseguirsi di spedizioni, ma fu caratterizzato da un muoversi organico e ordinato di due corpi di spedizione: francese e tedesco. Imperatore costantinopolitano Manuele: - non vedeva di buon occhio la spedizione (determinata dalla caduta della contea di Edessa) - agosto 1146: promise al papa e al re di Francia solleciti aiuti in cambio di un giuramento di fedeltà da parte dei crucesignati (come aveva fatto Alessio Comneno) 47 Baldovino IV era malato di lebbra (conosciuto come il ‘re lebbroso’) regnò per pochi anni: 1177-1185, ma con saggezza. > Sibilla, sua sorella: - matrimonio con Guglielmo Lungaspada, cavaliere italiano, figlio del marchese di Monteferrato, fedele amico dell’imperatore Federico Barbarossa. Guglielmo morì e lasciò un figlio avuto con Sibilla: Baldovino. - matrimonio con Guido di Lusignano, un francese, vassallo del re d’Inghilterra ↳ inizialmente Baldovino IV si mostrò favorevole, ma deluso dalla sua avarizia e dal suo scarso coraggio, lo aveva privato del suo sostegno = Baldovino nominò suo nipote, il figlio di Sibilla, come erede -> Baldovino V. Guido cercò di resistere, ma fu battuto ripetutamente. Il problema della successione rimaneva aperto: Baldovino V morì subito dopo, nel 1186. > Guido e Sibilla ottennero la corona regale -> opposizioni > ne approfittò Salah al-Din Si giunse alla guerra nello stesso anno: Salah al-Din, alla testa di un grande esercito, marciò verso il Giordano: occupò Tiberiade. Nel frattempo: forze del regno > Acri > incertezza, ma alla fine i crociati mossero verso Tiberiade. - Combattenti cristiani, preceduti dalla reliquia della Vera Croce, trovarono difficoltà per l’approvvigionamento idrico e tentarono di creare un varco verso il lago. - Furono però accerchiati e la maggior parte venne massacrata. - La reliquia cadde in mano nemica. Il sultano incontrò: - Guido di Lusignano e suo fratello - Gerardo di Ridefort, Gran maestro dell’ordine templare -> salvato perché avrebbe reso al sultano favori ambigui - Rinaldo di Chatillon -> venne decapitato + stesso destino di Templari e Ospitalieri 50 51
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