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LE DISLIPIDEMIE PRIMARIE E SECONDARIE, Appunti di Biochimica

Lipoproteine, colesterolo, dislipidemie primitive e secondarie, ipercolesterolemia familiare

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 29/04/2019

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Scarica LE DISLIPIDEMIE PRIMARIE E SECONDARIE e più Appunti in PDF di Biochimica solo su Docsity! LIPOPROTEINA Le lipoproteine sono aggrega� cos�tuite da una parte proteica e da una parte lipidica deputate alla raccolta e al trasporto nel plasma di lipidi. I lipidi, a causa della loro scarsa solubilità in ambiente acquoso, non possono circolare liberamente e necessitano di un sistema di trasporto idoneo che è cos�tuito dalle lipoproteine de�e plasma�che. Queste ul�me hanno forma sferica in cui, nello strato esterno vi sono apolipoproteine e fosfolipidi con i gruppi polari rivol� verso l’esterno mentre all’interno sono presen� trigliceridi e colesterolo esterificato che, essendo apolari, interagiscono con la parte interna apolare dell’involucro fosfolipidico. Le apolipoproteine fungono da componente stru�urale, da legan� per i rece�ori e da cofa�ori per gli enzimi. Le lipoproteine, che differiscono nella composizione di apolipoproteine e lipidi vengono abitualmente classificate sulla base della loro densità: • Chilomicroni (elevato rapporto lipidi/proteina; ricchi in trigliceridi esogeni),che hanno la minore densità e dimensioni maggiori e raccolgono i trigliceridi e il colesterolo assun� negli alimen� a livello dell’intes�no tenue • Lipoproteine a densità molto bassa VLDL (ricche in trigliceridi endogeni) vengono secrete nel fegato e contengono una notevole quan�tà di trigliceridi, colesterolo libero ed esterificato, fosfolipidi e proteine • Lipoproteine a bassa densità LDL (ricche in esteri del colesterolo) comunemente note come “colesterolo ca�vo” che trasportano colesterolo, colesterolo esterificato e trigliceridi nelle pare� delle arterie. Una elevata presenza di LDL nel sangue dovuta a fa�ori gene�ci o a una alimentazione eccessiva o poco sana, aumenta la quan�tà e lo spessore delle placche aterosclero�che che poi portano a patologie quali aterosclerosi. L’o�urazione delle arterie causata da queste placche porta poi frequentemente a degli infar� di �po cardiaco o cerebrale • Lipoproteine a densità intermedia IDL si formano dalla degradazione delle VLDL e contengono prevalentemente colesterolo esterificato e trigliceridi. Nonostante il nome le IDL hanno densità intermedia tra le LDL e le VLDL e come le LDL possono dar luogo alla formazione di placche aterosclero�che. • Lipoproteine ad alta densità HDL (elevato rapporto proteine/lipidi) comunemente note come “colesterolo buono” in quanto sono in grado di rimuovere il colesterolo presente nelle placche aterosclero�che e trasportarlo al fegato. Sono le lipoproteine più piccole e a maggiore densità e contengono il maggior rapporto tra proteine e lipidi. Quando vengono effe�uate le analisi cliniche uno dei parametri è il colesterolo totale che è dato dalla somma delle quan�tà di LDL e di HDL riscontrate nel sangue. Un elevato valore di HDL cos�tuisce un fa�ore di rischio per le patologie cardiovascolari. Tu�avia bisogna tener presente oltre al il valore di colesterolo totale anche il rapporto LDL/HDL che dovrebbe essere inferiore a 3. Infa� anche se il valore di colesterolo totale rientra nella norma ma la quan�tà di HDL è elevata ovvero il rapporto LDL/HDL è maggiore di 3 rimane comunque elevato il rischio di patologie che diventa ancora maggiore se sono presen� anche elevate quan�tà di trigliceridi. MECCANISMO DI TRASPORTO DEL COLESTEROLO Le lipoproteine che trasportano il colesterolo sono prevalentemente le LDL e le HDL. Le LDL hanno il compito di trasportare il colesterolo dal fegato ai tessu�, dove viene u�lizzato, mentre le HDL prelevano il colesterolo dai tessu� e lo riportano al fegato. Le LDL sono pericolose in quanto tendono a depositare il colesterolo sulla parete delle arterie, favorendo la formazione delle placche aterosclero�che. Le HDL tendono a rimuovere il colesterolo ostacolando la formazione delle placche. Il colesterolo "ca�vo", quindi, è quello trasportato dalle LDL, mentre quello buono è quello trasportato dalle HDL. Il livello di colesterolo totale nel sangue è la somma di quello presente nelle lipoproteine LDL e nelle HDL, e quindi non è un dato che determina in modo assoluto il rischio cardiovascolare, quello che conta è il rapporto tra colesterolo totale e HDL, che deve essere inferiore a 5 per l'uomo e a 4.5 per la donna. Un sogge�o con colesterolo totale a 250 e colesterolo HDL (buono) a 80 ha un indice di rischio pari a 3.1 (assolutamente normale), mentre un sogge�o con colesterolo totale a 250 e HDL a 40 ha un indice pari a 5 (a rischio). DISLIPIDEMIE Si definisce dislipidemia: • Una qualsiasi condizione clinica nella quale sono presen� nel sangue elevate concentrazioni di lipidi (assolute o rela�ve al rischio) • Eccesso di lipidi nel sangue (colesterolo, lipoproteine a bassa densità, trigliceridi) • Asse�o non corre�o dei grassi nel sangue • Perturbazione del tasso dei lipidi nel sangue • Alterazione patologica del tasso ema�co dei grassi (colesterolo e trigliceridi). • Qualunque alterazione del metabolismo lipidico L'importanza clinica delle dislipidemie deriva dal fa�o che esse possono determinare una condizione di elevato rischio per le patologie cardiovascolari e, in alcuni casi, per la pancrea�te acuta. Le dislipidemie possono essere dis�nte in: -forme primi�ve: di origine gene�ca; Le cause primarie sono rappresentate da mutazioni genetiche singole o multiple che determinano un'eccessiva produzione o una difettosa eliminazione di trigliceridi e di colesterolo LDL, oppure una ridotta produzione o un'eccessiva eliminazione di HDL (ipercolesterolemia familiare, ipertrigliceridemia familiare, iperlipidemia familiare combinata ecc). -forme secondarie: conseguenza di altre patologie (diabete, sindrome colesta�ca, ipo�roidismo, nefropa�e, sindrome metabolica ecc.); Il diabete è una causa secondaria particolarmente significativa, perché i soggetti affetti tendono ad avere un'associazione aterogenica di trigliceridi elevati; alti livelli di frazioni di LDL piccole e dense e bassi livelli di HDL (dislipidemia diabetica, ipertrigliceridemia, iperapo B). I pazienti affetti da diabete di tipo 2 sono particolarmente a rischio. Tale associazione può essere una conseguenza dell'obesità, dello scarso controllo del diabete, o di entrambi, che possono aumentare gli acidi grassi circolanti, portando all'aumento della produzione epatica di lipoproteine a densità molto bassa (VLDL). Le VLDL ricche in trigliceridi cedono successivamente trigliceridi e colesterolo alle LDL e alle HDL, promuovendo la formazione delle LDL piccole, dense e ricche in trigliceridi e l'eliminazione delle HDL ricche in trigliceridi. La dislipidemia diabetica è spesso peggiorata dall'elevato apporto calorico e dall'inattività fisica che caratterizzano le abitudini di vita di alcuni pazienti con diabete di tipo 2. Le donne affette da diabete possono avere un rischio aumentato di cardiopatia come risultato di questa forma di dislipidemia. Le dislipidemie vengono classificate fenotipicamente mediante la classificazione di Fredrickson. Fenotipo Lipoproteine elevate Lipidi elevati I Chilomicroni Trigliceridi IIa LDL Colesterolo IIb LDL e VLDL Trigliceridi e colesterolo III VLDL e remnants dei chilomicroni Trigliceridi e colesterolo IV VLDL Trigliceridi V Chilomicroni e VLDL Trigliceridi e colesterolo DIFETTI GENETICI NELLE DISLIPIDEMIE Difetti poligenici • Ipelipoproteinemia familiare tipo III • Ipercolesterolemia poligenica • Iperlipidemia familiare combinata • Ipertrigliceridemia familiare Difetti mono • D ficit familiare di lipoproteinlipasi • Deficit familiare di apoproteina CII • Ipercolesterolemia familiare (FH) • Defic t familiare di apolipoproteina B-100
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