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Le Foreste Sorelle, Giuliano Scabia, Sintesi del corso di Letteratura Italiana

Riassunto del libro "Le Foreste Sorelle", appartenente al ciclo di "Nane Oca" di Giuliano Scabia. Oltre a essere riassunta la trama, nel documento sono presenti cenni sulla struttura del romanzo e sulle tematiche che lo caratterizzano.

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 23/12/2020

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Anteprima parziale del testo

Scarica Le Foreste Sorelle, Giuliano Scabia e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! LE FORESTE SORELLE STRUTTURA: prologo ed epilogo in versi. Il prologo è “Il canto notturno di Nane Oca sul platano alto dei ronchi Palù”. La notte permette a nane di comporre questo canto con riferimenti alla terra, al camminare, ai poeti maledetti (come conte di Lautreamont). I temi del romanzo sono l’amore e la trasformazione/metamorfosi. Il romanzo parla della sparizione di suor Gabriella (fatto giallo), in seguito alla quale si attiva l’indagine, la grande ricerca intrapresa da tutti i personaggi, sia quelli del gruppo del Puliero, sia quelli del secondo livello di narrazione. L’indagine è scandita dall’indicazione dei giorni, dei mesi e dei santi (calendario liturgico); l’indagine va da ottobre ad aprile. Con il giorno del santo c’è anche un proverbio; ciò ci fa capire che siamo ancora nel mondo contadino. Alla fine suor Gabriella ritorna e c’è una grande festa e il Puliero può continuare a leggere la storia di nane oca. Don Ettore rimprovera l’autore del fatto che abbia chiamato il libro le foreste sorelle, ma di esse non abbia parlato. L’autore si giustifica dicendo che lo farà in seguito. L’opera è un dialogo. Il tempo viene rotto, quindi convivono assieme personaggi del Mondo Questo e del Magico Mondo. Prima parte: sparizione Le prime pagine sono caratterizzate da un senso di attesa e tensione, viene continuamente detto che accadrà qualcosa, che c’è qualcosa nell’aria. Vengono dati i primi indizi per arrivare al fattaccio. All’inizio della storia vengono introdotti due personaggi: Maniero, detto anche faccia d’angelo, a capo della Mala del Brenta. E’ famoso per i suoi crimini e per poi aver collaborato con la giustizia; il capitano Adcock, è un giocatore di calcio realmente esistito, che giocava nel Padova. Appare quando viene nominato, come il LupoCane nel primo volume. Impressionante sparizione di Suor Gabriella (34-35) Suor Gabriella dopo la messa giunge al campo dei Gu e viene inebriata dall’odore del letame. La sua attenzione ricade poi su dei narcisi, cresciuti anticipatamente rispetto al previsto grazie al letamaio. Prima ne accarezza i petali, poi respira l’odore intenso e poi colse il narciso per portarlo alla Madonna. Fu in quel momento che il letamaio dei Gu si aprì e sentì un rontolio crescente, come di cavalli in corsa. Sopraggiunsero due cavalli trainanti un calesse. Due braccia afferrarono la vita della suora e lei sparì, mentre si chiudeva il letamaio. SPARIZIONE SG: Rapimento di Proserpina TEMA LETAME: il letamaio dei Gu è paragonato all’altare, un luogo sacro. Così la dimensione corporea viene messa in risalto. Beato commento (44-45) Viene spiegato che da qui in poi si troveranno personaggi di piani narrativi diversi assieme. Questo succede perchè il tempo si è rotto e avviene grazie al grande Indriovanti. Anche io l’autore è compreso in questa dimensione. Egli pensa che tutte le presenze racchiuse in una persona costituiscano la sua ricchezza. Seconda parte: indagine L’indagine ha inizio il 18 ottobre. Si tratta di una struttura ad episodi. Alcuni episodi vengono eliminati per motivi di spazio, ma di essi rimane traccia in archivio. Viene presentata una rivisitazione delle Litanie di Satana del poeta Beldelaria (Boudlaire) Pensieri notturni del signor Bragadin (52-53) Il signor Bragadin parla alla notte e dà la propria versione riguardo la vicenda tra Guido e Rosalinda. Si sente deriso per essere passato da cornuto e si chiede se sia possibile opporsi al vero amore. Infatti riconosce che lui ha avuto passione per lei, ma non è stato in gradi di svegliarle l’amore. Dice che non gli importa se il popolino mormora, perchè quello che piace al mondo è breve sogno; invece l’amore è veglia eterna. Dice che Paradiso è trovare per sempre il primo amore e la sposa, quindi sa che un giorno lui e il Puliero si troveranno a contemplare Rosalinda beata. Decide infine di andare a cercare tracce di SG. TEMA AMORE: L’adulterio è accettabile se quello che c’è tra i due amanti è vero amore. CANZONIERE: Le parole di Bragain rimandano al sonetto di apertura del canzoniere di Petrarca. Se nell’apertura del canzoniere, Petrarca traccia un bilancio del suo amore per Laura e si pente, perché l’amore è terreno e lo distrae dal bene superiore, Bragadin invece non si pente, visto che per lui l’amore è eterno. Il signor Bet e Nane Oca si recano dal professor Pandolo che fa ipotesi sulla sparizione (54-57) Il signor Bet e Giovanni vanno dal Prof Pandolo per avere informazioni su SG. Il prof ragiona a partire dalle parole. Gabriella deriva dell’ebraico e vuol dire fortezza di Dio; senza Gabriella non c’è fortezza di Dio. Fa un elenco delle parole legate a lei. Parte da invisibile e introvabile; è invisibile e introvabile chi è nel buio, nelle grotte, sottoterra. Dice che esistono tante storie sul sottoterra, come quella di Ade, che vuol dire non luminoso e non visibile. I greci credevano che Ade fosse il dio più ricco, perchè tutto viene dalla terra e ci torna. SG potrebbe essere finita lì. Giovanni chiede se il suo nome sia fatato e allora il prof gli spiega il significato del suo nome. Il prof continua dicendo che cert nomi, trasportano le immaginazioni attraverso i mondi e mantengono in vita il Magico Mondo. Sono anche in grado di farci incontrare le persone che li hanno portati. Giovanni chiede allora se SG tornerà e lui gli dice che il nome Gabriella vuol dire anche piroetta e capriola. Potrebbe essere che con una piroetta riesca a tornare. FATA: il professore dice che le parole sono fate. Fata deriva dal verbo latino for, fari, fatus sum, fari, che significa dire, parlare, profetare. Fata allora significa destino, come fato. TEMA POTERE DELLA PAROLA: si lega al tema del MITO. Il capitano Adcock ritrova l’ala Vitali e raccoglie un misterioso accenno sul vento universale (59-61) Il capitano Adcock cerca l’ala Vitali, per chiedergli se aveva visto SG; infatti essendo un asso nelle rovesciate ed essendo quindi sempre in aria, poteva aver visto volare SG. Si incontrano ai Campi a piani. CA dice che il volo, nel calcio come nella realtà, è estasi che cerca il congiungimento con Dio. Si chiedono dove sia SG. AV dice che è in ogni luogo, visto che volando vive nel vento universale, che è il respiro di Dio. Il volo è la vera forma di Dio. basso; fosse andato troppo in alto avrebbe incendiato il cielo, mentre fosse andato troppo in basso avrebbe dato fuoco alla terra. Così Fetonte, saltò sul carro, per provare a sé stesso e agli amici che era figlio degno di un tal padre. I cavalli partirono con un balzo improvviso, fendendo con gli zoccoli le nubi, battendo l’aria con le ali, sorpassando tutti i venti che si levavano intorno a loro. Ben presto il carro, troppo leggero senza il suo solito carico, cominciò a sussultare come una nave senza zavorra in balìa delle onde. Fetonte non seppe reggere con la debole mano quella macchina di fuoco. Spaventato allentò le redini e non controllò il percorso. Le nuvole evaporarono. La terra si incendiò. Le montagne mandavano fiamme; le città si estinguevano entro le loro mura; le nazioni si ridussero in cenere. Zeus-Giove, il potentissimo capo degli dèi, lanciò contro Fetonte un fulmine. Il carro si sfasciò; Fetonte, con i capelli in fiamme, precipitò come una stella cadente. E il fiume Po-Eridano ricevette il suo corpo trasformato in rogo. Le naiadi di quella regione gli diedero sepoltura, e sulla sua tomba posero questo epitaffio:​"Qui giace Fetonte, auriga del cocchio di suo padre; e anche se non seppe guidarlo, egli cadde tuttavia tentando una grande impresa" In una versione cade nel Pavante antico; è per questo che i cavalli si trovano lì. LETAME: Il motto popolare ricordato da Victor Hugo ne I miserabili, «Se il nostro oro è letame, il nostro letame è oro», d' altronde usato per sottolineare la preziosità del letame appunto in quanto materia concimante, appartiene a una cultura che ben è stata studiata Michail Bachtin e da Piero Camporesi come riferibile al "basso-materiale-corporeo" di rabelaisiana memoria: e qui il rapporto oro-escremento, simbolicamente usato in senso positivo, si rovescia nel suo opposto. Il gran missioto e la quarta rosa (126-128) Guido e gli amici si riunirono a veglia. DE dice che ormai il Gran Missioto è avvenuto, visto che non si capisce più cosa sia reale e cosa immaginazione, e che tutti sono andati in oca. Secondo il Conte Chiarastella è giusto però esplorare sia il reale che l’immaginario. Il capitano Adcock crede che stia arrivando un tempo in cui tutto sarà migliore. DE salta in piedi e urla però che la merda uscirà sempre dal culo. Tutti rimasero a bocca aperta e si sentivano le mosche che volavano. L’uomo selvatico disse in lingua rovescia che la merda è oro. Guido prende il foglio della rosa e una nuova parte apparve. Dice che SG che forse è stata rapita da un re e che per questo sarebbe morta e non morta; può essere in qualche buco o a casa del Diavolo; dal letamaio sale una fiamma. ANDARE IN OCA: è il motivo per cui Giovanni è stato chiamato Nane Oca. TEMA LETAME: legame con Moscon d’oro in Nane Oca GRAN MISSIOTO: è spiegato dal Beato Commento e significa mescolanza, cosa di caos, quando tutto perde l’ordine e diventa un pastrocchio. Il Puliero, il signor Bet, il dottor Gennari e l’Autore vanno a visitare la casa del tremendo Gajan (129-130) Andarono a visitare la casa abbandonata del tremendo Gajan. Nella casa c’era un camino nero, con cenere. Il Puliero afferma che quella cenere non è di tanto tempo fa, sembra di questo inverno. Il DG dice in effetti di aver visto d’inverno la luce della casa accesa, come se ci fosse del fuoco. Sentirono dei rumori di rotolamento, di cascata che venivano da sotto il camino. Guardarono e videro un buco scuro; un pozzo sotto il focolare. Era come se sotto ci fossero delle cascate; si chiesero se questo potesse centrare con SG. Ora dal pozzo veniva un vento freddo. Tornarono a casa discutendo di questi fatti; l’autore sapeva cosa erano quelli scrosci, cascate e vento. TEMA ACQUA-FUOCO (?) Il professor Pandolo porta Nane Oca ai campi della stralingua (137-141) PP e G vanno ai campi della stralingua. PP mentre camminavano dice che la stralingua è ovunque; basta sollevare le zolle e ci sono parole e voci. Sono i resti delle lingue parlate dai popoli precedenti. Ai Campi della stralingua c’è il massimo di densità. Arrivati lì, PP dice a G di provare a girare sassi e zolle; apparvero così delle parole. PP dice che quelle parole hanno a che fare con il mistero e che fungono da oracolo; PP allora prova a interpretare: qualcuno è stato preso da qualcuno a cavallo che sta nei grebani e ha fatto un ribaltone sprofondando nel letame andando a finire laggiù nell’acqua dove ci sono le acque sguaratone, ma noi lo stiamo per trovare e c’è una bottiglia piena di minutaglia che servirà per fare festa e sarà il momon che risana e si farà un grande rumore (non sa come aggiungere pentola friggitoria). Arrivano gli amici del Palo delle Rondini, con Giostrina e l’ Uomo selvatico. Anche Giostrina dice che la stralingua è come la sibilla; è la voce del mondo sottocui, caratterizzato da mistero, che è il sugo del mondo. Viene chiesto a PP se è maestro, e lui dice di essere maestro di parole. Iniziano a ragionare sul ruole delle parole: Saltamartin chiede se si possa vivere senza parole; dicono di sì visto che anche le piante lo fanno; allora però distinguono le parole dalle espressioni; PP dice che è vero che inizialmente nemmeno l’uomo parlava, però oggi non è più possibile fare a meno delle parole, soprattutto i nomi dei luoghi come li hanno dati i popoli precedenti, così come la storia, ciò che nei luoghi è stato immaginato e chi ci è passato. Le parole vengono definite come vento disegnato. Decisero poi di tornare a casa. VENTO: legame vento, anime, racconti PAROLE TROVATE SOTTO I SASSI: ● ganzega: festa ● greba: grebani ● rebalton: ribaltone ● menoaja: minutaglia ● fersora: pentola friggitoria ● caballus: cavallo ● leame: letame ● catare: trovare ● botilia: bottiglia ● boassa: letame ● bordeo: rumore ● bao: insetto-fantasma ● incaodeaja: laggiù ● acque sguaratone ● apa: acqua ● sainatei: momon che risana La rosa appare finalmente completa (171-175) Tutti si ritrovano a casa di Guido per tirare le fila delle indagini. Guido estrae il foglio e la rosa ora è completa. Gli ultimi petali dicevano: rumori di pozzi vengono dal camino, lei diventerà una stella, come tutti quelli che finiscono nella merda, tornerà con rivelazioni, c’è una bottiglia piena di minutaglia che risana, lei è la prima principessa del regno sottocui. Potrebbe essere all’inferno, c’entra un tremendo che prima o poi passa a prendere tutti, o torna da sola o non torna, bisogna cercare la bottiglia diatreta. Capiscono che la soluzione è la bottiglia diatreta, che sta al centro della rosa. In greco diatreta significa traforata. Ragionano sul fatto che SG potrebbe essere nell’altro mondo e che il suo ritorno sia legato al ritrovamento della bottiglia. DE torna ad essere scettico e implora di svegliarsi e tornare alla realtà. Il farmacista dice che realtà è anche sognare sapendo di sognare. Stavano iniziando a parlare di cosa/chi fosse Dio, ma DE chiede di cambiare argomento. Il ritorno di Suor Gabriella (179-186) Mato Ampadina e la Vacca Mora hanno trovato la bottiglia diatreta. Tutti accorrono al letamaio dei Gu. Arriva l’Uomo Selvatico ed entra nel letamaio fino al bacino. Con la mano prese delicatamente qualcosa alla base della bottiglia e tirò fuori SG nuda e adornata di fiori. SG dice di essere scesa nel regno dei morti senza essere morta e di aver portato l’elisir degli elisir. Racconta cosa le è successo: dice di essere stata presa e portata sotto il letamaio, dove si apre una voragine enorme. Si sentivano cavalli, scrosciare di acque, odore di letame e putridume. Chiese chi era colui che l’aveva rapita e lui dice di essere Zio Ade, il signore invisibile del mondo sottocui; dice di averla rapita perchè è stata attratta dal suo fiore e perchè si sente tanto solo; vuole che lei diventi la sua amante e la sua sposa. Ade fa visitare il suo regno a SG. Ade racconta che è da molto tempo che lui trasforma il letame in anidride carbonica, azoto, sali, traendo così da ogni rifiuto l’elisir generatore. Suo fratello (l’orecchio) ormai è diventato un parassita e di tutti gli dei lui è l’unico rimasto attivo; è l’unico che rinnova la creazione. SG chiede se quello era il regno dei morti, ma Ade dice che le anime preferivano le ariette soprannaturali e che erano a spasso per l’universo. SG chiede perchè si fa chiamare Zio; lui dice che è una parola sottocui e nasconde il nome di Dio. SG chiede se cacca è una parola sottocui e lui dice di sì perchè tutto il creato è cacca. Parlarono per molto tempo di uomini e di Dio. Ade chiede se a SG sia piaciuto diventare immortale, grazie alla foglia dell’albero dei frutti. Lei dice di sì, però dice di essere triste perchè è l’unica che è immortale (essendo essere l’unica ad essere in Nane Oca). Lei chiede se sia possibile risolvere questa cosa e Ade dice di sì. Dice di aver distillato l’elisir che rende immortali nella vita reale. L’elisir consiste in cacca distillata nella bottiglia diatreta. Gliela da in regalo e SG promette che tornerà a trovarlo. Alzò la bottiglietta luminosa, che illuminò il viso di Zio Ade: era il tremendo Gajan. Tutti bevettero dalla bottiglia, anche DE che inizialmente non credeva alle parole di SG. L’autore invita anche il lettore a berne un po’. Alzarono gli occhi e videro l’orecchio di Dio che girava in tondo e rideva.
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