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Le guerre d’Italia, 1494 – 1530, Sintesi del corso di Letteratura

Le guerre d'Italia dal 1494 al 1530, con particolare attenzione alla calata di Carlo VIII in Italia, alla Lega Santa, alla conquista di Milano da parte di Luigi XII e alla battaglia di Pavia. Vengono inoltre menzionati personaggi come Ludovico il Moro, il Valentino e Federico d'Aragona. Il testo fornisce una panoramica generale degli eventi storici e delle alleanze tra le varie potenze europee coinvolte nelle guerre d'Italia.

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

In vendita dal 29/08/2022

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Scarica Le guerre d’Italia, 1494 – 1530 e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura solo su Docsity! Le guerre d’Italia, 1494 – 1530 1494 – 1498 calata di Carlo VIII Ludovico il Moro chiamò il re di Francia in aiuto per mantenere il dominio su Genova; inoltre i suoi parenti lo accusavano di occupare illecitamente il ducato di Milano per conto del nipote Giangaleazzo Sforza e, per opporsi alle mire espansionistiche di Venezia, egli si alleò con Ercole d’Este. Il re di Francia non si lasciò strumentalizzare e scese in Italia con un esercito enorme, col benestare della Chiesa gallicana interessata alla deposizione di papa Alessandro VI. Si fermò alle porte di Sarzana, dominio fiorentino, dove iniziarono i primi dissidi con l’alleato milanese. Spostandosi su Fivizzino, i francesi vi aprirono il fuoco e nonostante la resa si dettero al saccheggio in una chiara esibizione di crudeltà. A Firenze, Piero il Fatuo si arrese portando alla caduta il regime mediceo. Giunto a Roma, in seguito a un segno ch’ebbe interpretazione divina, il re assistette anche alla resa del papa e strinse accordi con lui. Scendendo ancora a sud, Carlo VIII ebbe campo libero sino a Monte San Giovanni, dove dimostrò di nuovo la forza distruttrice dei suoi cannoni. Nel febbraio del 1495 entrò a Napoli. La penisola aveva ora un nuovo assetto. Firenze, avendo lautamente pagato Carlo VIII, chiese ed ottenne indietro Pisa, la quale però si oppose fermamente e con eroici sforzi. Venezia, Milano e il papato promossero, nel frattempo, la riscossa italiana che si mosse come Lega santa e trovò alleati in Spagna e Inghilterra. Carlo VIII lasciò nel Mezzogiorno metà del suo esercito e ripartì per la Francia; lungo il tragitto, a Fornovo, gli si oppose il marchese di Mantova, Francesco Gonzaga, con le forze milanesi e veneziane. La battaglia si concluse in stallo, suonando come presagio di inettitudine e divisione nel fronte antifrancese, tant’è che Carlo VIII riuscì a riparare in Francia. Successivamente mantenne Firenze e riguadagnò Milano con l’ennesimo voltafaccia di Ludovico il Moro. Volendo estromettere la Spagna, la nobiltà napoletana restaurò il dominio aragonese sul regno di Napoli offrendo la corona a Federico d’Aragona; ne seguì l’acrimonia di re Ferdinando il Cattolico. Ludovico il Moro, intanto, aveva di nuovo cambiato bandiera verso Massimiliano d’Asburgo, volendo ottenere l’investitura imperiale. Invitato dal duca, l’imperatore scese in Toscana nel 1496 ma fu lasciato solo e dovette ritirarsi. In procinto di scendere nuovamente in Italia, Carlo VIII morì nel 1498 e gli succedette il lontano cugino Luigi XII, intenzionato a impadronirsi del ducato di Milano ai danni del Moro. Lo stesso anno, Savonarola muore arso sul rogo e la repubblica fiorentina viene affidata a Pier Soderini. 1499 – 1504 Luigi XII vs Ferdinando I Alessandro VI spostò le sue attenzioni sulla Francia, volendo aiutare il figlio a conquistare la Romagna; in cambio del sostegno militare francese, il papa annullò il matrimonio di Luigi XII permettendogli di sposare la vedova di Carlo VII; unitamente il re strinse un accordo con Venezia. Luigi XII affidò a Gian Giacomo Trivulzio l’incarico di prendere Milano ed egli, lungo la strada, sollevò la popolazione contro il Moro. In concerto con Venezia, occupò la città, da cui il Moro era fuggito. Luigi XII lo raggiunse e vi istituì il senato, non riuscendo però a placare la folla tumultuosa e dovette andarsene. Nel 1500 Ludovico il Moro tornò acclamato nella sua città, chiese rinforzi alla Svizzera e con essi prese Novara. Quando poi i francesi lo attaccarono, i suoi uomini si ammutinarono; a nulla valsero i tentativi di fuggire, il Moro fu catturato e finì i suoi giorni come prigioniero in Francia. Contemporaneamente si muoveva in Italia il Valentino. Appoggiato dai francesi conquistò la Romagna e s’inimicò Venezia prendendo Rimini. Con una dura lotta piegò Faenza e fece sposare Lucrezia Borgia ad Alfonso d’Este per garantirsi anche Ferrara. Quando poi volle estendersi sino alla Toscana, i francesi furono contrari e, anche per mancanza di forze, ripiegò su Urbino. Contrari all’estensione della Francia sul nord Italia, molti luogotenenti del Borgia congiurarono contro di lui ma egli li scoprì e con l’inganno li uccise a Senigallia nel 1502. La morte del papa suo padre e la malattia segnarono però il suo prematuro declino. Luigi XII e Ferdinando stipularono il trattato di Granada (1500) decretando la soppressione del regime aragonese e la spartizione del Mezzogiorno. Il papa li seguì, scomunicando Federico che arrivò, inutilmente, a chiedere aiuto al sultano turco. Mentre i francesi scendevano di nuovo in Italia, sotto il comando di Consalvo di Cordova gli spagnoli la risalivano da Messina. I due eserciti congiunti presero Napoli e, intanto, Federico d’Aragona fuggì in Francia dove infine si arrese a Luigi XII. numerose di quanto si aspettasse, inalberò la bandiera imperiale e si scatenò la rivolta dei ghibellini. Quando il papa morì, il 1° dicembre 1521 (gli successe l’olandese Adriano VI) il condottiero suo nipote, Giovanni de’ Medici sfoggiò le bande nere che lo resero famoso. Lo scontro tra le truppe imperiali di Prospero e i francesi avvenne nel 1522 poco fuori Milano, alla Bicocca, e grazie alle capacità a ai mezzi dei primi, i secondi vennero facilmente sconfitti. Il connestabile Carlo di Borbone, passato al comando degli imperiali alla morte di Prospero, contrastò i francesi a Romagnano e li inseguì fino a Marsiglia. Lo stesso Francesco I intervenne per metterlo in fuga e, varcate le Alpi, entrò in Milano. Il re pose il campo a Pavia, dove nel 1525 ebbe luogo la battaglia decisiva; d’accordo con la guarnigione cittadina, di parte ghibellina, gli imperiali entrarono in città nella notte e, scoperti, affrontarono la carica dei francesi. Francesco I fu catturato e condotto a Madrid, dove dovette firmare un trattato in cui rinunciava a molte delle sue pretese italiane. Francesco II Sforza viene insediato a Milano dagli imperiali. 1526 – 1530 Lega di Cognac Venezia, temendo di venir sopraffatta da Carlo V, fece pressione su papa Clemente VII per contrastare l’imperatore; il papa accettò, temendo un invasione dei ghibellini. Si unirono loro anche lo Sforza, insoddisfatto del trattamento di Carlo, e Francesco I che, una volta libero, sconfessò l’accordo estortogli con la forza e stipulò la lega antiasburgica a Cognac nel 1526. Giovanni delle Bande Nere e il duca di Urbino, Francesco Maria della Rovere, guidavano l’armata antimperiale, contro il connestabile di Borbone che li precedette entrando a Milano, impedendo a Francesco II di nuocere. Della Rovere prese Lodi e Cremona e tentò invano un colpo di mano su Genova e Siena. Per rappresaglia, un corpo di lanzichenecchi al comando di Georg di Frundsberg e del connestabile sviarono Giovanni delle Bande Nere (che rimase ferito e morì) e penetrarono a Roma, mettendola a sacco nel 1527. Clemente VII si barricò in Castel Sant’Angelo fino alla resa e alla fuga ad Orvieto. Lo stesso anno i Medici furono di nuovo cacciati da Firenze e la rinata Repubblica si alleò coi francesi. Solo nel gennaio del 1528 il Lautrec giunse a liberare Roma dai lanzi e continuò verso Napoli, arrestato e sconfitto però da un’epidemia di peste. l O M o A R c P S D | 5 6 9 4 2 0 5 Carlo V, assoluto vincitore delle guerre d’Italia, non si accanì ulteriormente con il pontefice, anzi cercò di raggiungere la pace per non attirarsi l’ira delle altre monarchie europee, contrarie allo strapotere dell’imperatore. Nel 1529 il trattato di Barcellona previde il ritorno dei Medici a Firenze, elevato a ducato, e il mantenimento di Francesco II Sforza a Milano. Alessandro de’ Medici sancì l’unione sposando Margherita d’Asburgo, figlia naturale di Carlo V. L’armata imperiale che riportò i Medici nel 1529 a Firenze incontrò la dura resistenza della popolazione, tra cui si distinse Francesco Ferrucci. La città cadde dopo quasi un anno, nel 1530. La fine delle ostilità fu siglata a Cambrai nel 1529 con la «pace delle due dame», perché trattata sottobanco da Luisa di Savoia, madre di Francesco I, e Margherita d’Asburgo, zia di Carlo V. Nel 1530 a Bologna, in base agli accordi di Barcellona, Carlo V fu incoronato dal papa.
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