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le guerre d'Italia e l'impero di Carlo V fino alla Riforma Protestante- capitoli 14-15, Appunti di Storia

appunti di tutti i paragrafi dei capitoli 14 e 15 del libro intitolato "le carte della storia".

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 30/09/2023

disoajs
disoajs 🇮🇹

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Scarica le guerre d'Italia e l'impero di Carlo V fino alla Riforma Protestante- capitoli 14-15 e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! CAPITOLO 14 1.conflitti italiani diventano europei Nel 400 la Francia dei re Valois presentava una potenza di grande avvenire per via militare o matrimoniale.Era forte avendo 15 milioni di abitanti e si trovava in una posizione geografica strategica e la sua preda per espandersi era l’Italia perché controllava significava avere il monopolio soprattutto cristiano del Mediterraneo, baricentro geopolitico degli equilibri internazionali. Quindi re Carlo VIII la sua supremazia sulla cristianità passava dalla Penisola in base alla legittimità dinastica che il sovrano rivendicava ai Valois il possesso di Napoli per i legami ereditari che li univano ai vecchi re angioini e considerava invaditrice la dinastia aragonese che si era installata a metà 400 sul trono napoletano.Le mire del re erano influenzati dalle fragilità e l'equilibrio creato con la Pace di Lodi del 1454, tra piccoli e medi Stati, in particolare Venezia, Milano, Firenze, lo Stato della Chiesa e il Regno di Napoli. Questa particolare composizione geopolitica assicurò l'indipendenza del Papa e tenere lontani i «barbari» da un'Italia con un senso di superiorità culturale. Ludovico Sforza detto il Moro, capo del Ducato di Milano come tutore del nipote Gian Galeazzo, innescare la crisi e stavrò un'alleanza anti-napoletana con la Francia. Non intendò consegnare l'Italia a Carlo VIII, ma immaginava elevarsi presto a mediatore, rafforzare il proprio potere e tenere francesi lontani dal Mezzogiorno. Sennonché il re di Francia, guidando un esercito che superava di granlunga i consueti standard Italiani per numero di uomini (oltre 20.000) e armi da fuoco (una quarantina), incontrò la spaventata accondiscendenza di diversi Stati della Penisola fin dal passaggio attraverso il Ducato di Savoia, nel settembre 1494.Piero de’Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico e suo successore, consentì a Carlo VIII di superare tranquillamente gli Appennini. Con i comandanti napoletani e pontifici, il re di Francia giunse senza difficoltà a Roma, dove il papa Alessandro VI arrese a lasciargli via libera verso Napoli. In 1495, Carlo VIII potò dunque completare la sua trionfale discesa, che divenuta "passeggiata" nella Penisola Italiana. La popolazione locale e i baroni, che avevano criticato Carlo VIII per la dinastia aragonese, furono rapidamente disillusi dall'arroganza del nuovo dominio mentre la paura per lo strapotere francese portò a un'alleanza antifrancese tra Venezia e il Papa e lo stesso Ludovico il Moro, che si era sbarazzato del nipote Gian Galeazzo. Carlo VIII tornò in Francia, ma il conflitto non fu arrestato a Fornovo, vicino a Parma, poiché le forze italiane non dimostrarono l'unità necessaria per sconfiggere il nemico. Il Mezzogiorno fu ripreso dai Napoli aragonesi in due anni consecutivi, con l'aiuto di Venezia e della dinastia iberica. Lo sconvolgimento del 1494 portò alla cacciata dei medici e a un ritorno repubblicano a Firenze, dove il messaggio di Girolamo Savonarola portò a una rigida riforma dei costumi e del civismo, condannando il regno del dispotismo, del vizio, e un nuovo paganesimo, mentre i francesi furono costretti a sottomettersi agli ordini dell'imperatore di restaurare una Chiesa cattolica romana.Poi Savoranola venne scomunicato da Alessandro VI, poi venne processato e giustiziato, ma Firenze rimase repubblicana. Ludovico il Moro cercò alleanze fuori dalla Penisola per consolidare ed espandere il suo dominio, collaborando con Massimiliano d’Asburgo e l’Imperatore ottomano e infine con la morte accidentale di Carlo VIII nel 1498 permise di avvantaggiare Venezia , rivale di Milano.In Francia salì Luigi XII, dei Visconti, ha rivendicato il ducato che gli Sforza avevano usurpato per decenni. I francesi presero la Lombardia nel 1499, sconfiggendo il duca e tenendolo prigioniero in Francia fino alla sua morte. La spartizione tra Luigi XII e Ferdinando il Cattolico, re d'Aragona, fu di breve durata, poiché Ferdinando impose presto le tasse ai francesi, portando a un dominio spagnolo più debole nell'Italia meridionale, in Sicilia e in Sardegna. L’assetto ispano-franco-veneziano raggiunto dalla Penisola nel 1499 non fu di lunga durata, con l'elemento destabilizzante del papato. Alessandro VI sostenne il figlio Cesare Borgia nel restaurare un ducato tra Roma e le Marche Il tentativo di Borgia portò alla morte del pontefice e alla successione di Giulio II della Rovere, che cercò di reclamare i territori che la Serenissima aveva annesso nel Quattrocento e delle recenti guerre. Tutti questi Stati e altre potenze nel 1508 strinsero una lega,Lega di Cambrai contro Venezia. I francesi travolsero il nemico ad Agnadello, tra Cremona e Bergamo, terrorizzando il governo della Repubblica, ma Venezia resistette, riconquistando negli anni seguenti quasi tutto il territorio posseduto prima del 1499 e frustrando le speranze asburgiche di conquistarne la terraferma.Quanto alle conquiste che la Serenissima aveva ottenuto dopo il 1499, esse furono ripartite tra i coalizzati. Giulio II, presa Ravenna e le altre città vicine, rovesciò improvvisamente le alleanze: insieme a Venezia e alla Spagna puntò contro la Francia, in una coalizione ribattezzata Lega Santa. La spedizione del generale francese Gaston de Foix, costellata di grandi saccheggi e massacri, si concluse a Ravenna nell'aprile del 1512, quando la cavalleria francese e l'artiglieria da campo del duca di Ferrara, alleato dei transalpini, annientarono le truppe ispano-pontificie.Vittoria illusoria poiché in quella battaglia cadde anche Foix e il papa ottenne la calata delle fanterie svizzere sulla Lombardia sguarnita, alla fine i francesi lasciarono l’Italia. Gli Sforza si stabilirono a Milano nella persona del figlio maggiore di Moro e sotto un protettorato svizzero. Giovanni de' Medici salì al trono romano con il nome di Leone. Sempre nel 1512 un contingente spagnolo si spostò in Toscana, determinando il crollo improvviso del regime repubblicano fiorentino e il ritorno dei Medici sotto l'alta guida del cardinale Giovanni, secondo figlio di Lorenzo il Magnifico(nome:Leone X,i nteressato ai destini della sua famiglia e allo stato potificio). Accadde, tuttavia, che la morte di Luigi XII senza figli (gennaio 1515) lasciò il trono al giovane figlio di suo cugino( Francesco I). La Francia riprese il controllo di Milano e contemporaneamente pacificò i rapporti con la Chiesa, stipulando un concordato(accordo stipulato tra 2 parti )con Leone X Chiesa di Francia, a scapito dell'autonomia dell'episcopato transalpino. Nel settembre del 1515, un enorme esercito rinforzato da un contingente di fanteria mercenaria tedesca, i cosiddetti lanzichenecchi, travolse i fanti svizzeri a Marignano (oggi Melegnano), nei pressi del capoluogo lombardo. 2.l’Impero universale di Carlo V Carlo D’Asburgo nacque a Gand, per il gioco dei matrimoni creato dall'attivismo dinastico del nonno Massimiliano I, il neonato aveva su di sé tre patrimoni.Ereditò il Ducato di Borgogna grazie alla nonna paterna, i domini austriaci dal Massimiliano, la corona di 1 Castiglia dalla nonna materna Isabella la cattolica, la scomparsa del padre Filippo D’Asburgo e per disturbi della madre accelerarono la successione di Carlo.Dopo la morte della moglie Isabella, Ferdinando si era risposato, ma non ebbe figli e alla morte di egli, Aragona (incrementata dal regno di Napoli) finì in mano a Carlo. Carlo fu proiettato sul trono iberico di cui prese possesso con un viaggio via mare, era la 1^ volta che mi suonava ufficialmente il titolo di re di Spagna. L'arrivo della corte straniera aumentò i malumori spagnoli.Carlo D’Asburgo si concentrò presto sulla successione imperiale del sacro Romano imperatore (eletti dai principi elettori), sfidando Francesco I di Francia, Carlo ottenne il titolo di imperatore nel 1519 grazie al supporto finanziario e al sostegno tedesco, diventando Carlo re dei romani. Carlo V si trova in una difficile situazione finanziaria dopo il suo viaggio dalla Spagna la Germania e chiese un contributo alle Cortes di Castiglia, ma la richiesta causa tensioni.nel frattempo c'era una guerra civile all'interno di Castiglia, dove si formarono governi urbani (comunidades), coordinati dalla Santa Junta, E l'obiettivo era quello di ripristinare le libertà locali contro il governo centrale. Nella rivolta contemporanea in Aragona, le corporazioni artigiane di Valencia, precedentemente organizzate milizie per difendersi dai pirati islamici del Nordafrica, si scontrarono con i grandi mercanti e attaccarono la nobiltà e le comunità islamiche che la nobiltà impiegava nell'agricoltura o che erano coinvolte in artigianato al di fuori delle corporazioni. Tuttavia, la mancanza di coordinazione tra le rivolte castigliane e aragonesi portò alla vittoria delle forze governative. Il ritorno di Carlo V dalla Germania portò ad amnistie e contribuì alla centralizzazione del potere monarchico sopra le varie regioni. Il matrimonio di Carlo con Isabella di Portogallo nel 1526 rafforzò il legame con il mondo iberico nel suo progetto di potere. In Germania, il sacro Romano impero stava vivendo una fase di rinascita dopo un periodo di declino. La nazione tedesca era un insieme di principati secolari, ecclesiastici e città libere, circa 14 milioni di abitanti rappresentati dalla dieta imperiale e costituivano la “nazione tedesca”, mentre altre regioni come Paesi Bassi l'Italia erano vassalle dell'imperatore ma operate indipendentemente. Carlo V rinunciò al governo della Germania, dandolo in mano a Ferdinando, ma mantenendo il potere supremo come imperatore. Care le fan di Nando assunsero il controllo dell'impero in una stazione problematica, con l'inizio della riforma protestante nel 1517, promossa da Martin Lutero, che causò conflitti religiosi, ma traboccò in movimenti sociali e divisioni tra principi e città tedesche, influenzando la politica europea. Gli Asburgo erano preoccupati a causa della pressione dell'Impero ottomano, guidato da Solimano il Magnifico, sulla regione attraversata dal Danubio e sui loro domini ereditari. Questa preoccupazione aumentò dopo la conquista ottomana dell'Ungheria meridionale nella battaglia di Mohács nel 1526, in cui morì il re Luigi Jagellone, privo di eredi. Le corone di Boemia e Ungheria passarono a Ferdinando d'Asburgo. Gli Asburgo si trovarono in prima linea nel contenimento degli Ottomani. Nel 1529, Vienna fu assediata dagli Ottomani, ma resistette, mentre la Stiria fu occupata e devastata da Solimano nel 1532. Carlo V svolse un ruolo imperiale impegnativo che comprendeva la lotta contro gli eretici, in particolare i protestanti durante la Riforma di Lutero, e la difesa contro gli infedeli. Grazie a combinazioni dinastiche, aveva un vasto potere geografico e cercava di compiere imprese che ne dimostrassero il valore personale. Anche se non proclamò mai ufficialmente la supremazia universale sugli altri sovrani, vi erano influenti voci che collegavano il suo potere supremo all'Europa, alla pace cristiana, alla riforma della Chiesa e alla lotta contro i turchi. Carlo V dovette affrontare numerosi fronti durante la sua vita. Nel frattempo, la sua elezione imperiale ebbe conseguenze sugli equilibri in Italia dopo la battaglia di Marignano. 3.Carlo V e Francesco I:l’Italia contesa L'Imperatore Massimiliano I cercò di riprendere il controllo del Veneto e del Friuli, ma senza successo, dalle mani della Serenissima. Con Carlo V, Milano divenne strategica per gli Asburgo, poiché controllarla era fondamentale per la sicurezza del Mezzogiorno spagnolo e per i collegamenti tra Spagna e Impero germanico, sia via Mediterraneo che via terra verso i Paesi Bassi.Dall'altra parte, Francesco I di Francia aveva interesse a mantenere la Lombardia per evitare l’accerchiamento asburgico. In Italia, Carlo V trovò un alleato Leone X, che lo vedeva come un difensore della Chiesa di Roma e un interlocutore meno aggressivo rispetto a Francesco I. Carlo V era anche interessato a combattere gli Ottomani nel Mediterraneo e in Europa centrale.Infine, il fatto che Carlo V avesse intenzione di restituire Milano agli Sforza in caso di successo militare, anziché appropriarsene, faceva apparire la sua presenza in Italia meno motivata dal desiderio di dominio rispetto a quella francese. La guerra tra Carlo V e Francesco I scoppiò nel 1521, inizialmente come uno scontro diversivo lungo le frontiere franco-spagnole e franco-borgognone. Sul fronte italiano, la prima vittoria significativa andò agli spagnoli e ai loro mercenari lanzichenecchi nella battaglia della Bicocca nel 1522, costringendo i francesi e i loro mercenari svizzeri a lasciare la Lombardia. Nonostante le pause dovute alle difficoltà finanziarie nel sostenere lunghe guerre, Francesco I cercò la vendetta. Nel 1524, invase nuovamente la Lombardia e mise l'assedio a Pavia, ma subì una completa disfatta nel febbraio 1525, con la cattura del re e la sconfitta delle truppe svizzere, coincidentalmente avvenuta nel giorno del compleanno di Carlo V. Dopo essere stato detenuto a Madrid, Francesco I ritornò in Francia, ma solo dopo aver accettato le condizioni del Trattato di Madrid. Queste condizioni includevano la rinuncia alle sue pretese sull'Italia, il matrimonio con la sorella maggiore di Carlo V e la restituzione della regione di Digione agli Asburgo.Francesco I, una volta libero, rifiutò di rispettare gli accordi, affermando che li aveva accettati sotto costrizione. Non aspettò la ratifica degli Stati generali, l'assemblea dei ceti del Regno e non tornò prigioniero in Spagna, infrangendo le norme di cavalleria e le convenzioni precedentemente rispettate. Francesco I emise uno spergiuro che non indignò i sovrani europei poiché stava pianificando un'alleanza anti-asburgica in Italia. Questa mossa fu scatenata dalla crescente preoccupazione degli Stati italiani, come Venezia, Milano e Firenze, a causa della vittoria di Carlo V a Pavia. La Repubblica di Venezia, quasi circondata dall'Impero, e Francesco Sforza, figlio minore del defunto duca Ludovico il Moro, che era tornato a Milano grazie alle vittorie di Carlo V e attendeva una formale investitura come duca, erano particolarmente interessati alla situazione.Dopo una serie di papati, Clemente VII divenne papa e cercò di mediare tra le fazioni in conflitto. Tuttavia, il rifiuto da parte di Francesco I del Trattato di Madrid riaccese il conflitto in Italia. Francesco I formò la Lega di Cognac, un'ampia coalizione che includeva Venezia, Milano, Firenze e il papa stesso. L'obiettivo principale della Lega era liberare l'Italia dall'egemonia asburgica, piuttosto che soggiogarla, e Francesco I cercava di ottenere il solo protettorato su Genova come parte dell'accordo. 2 dettagli riguardanti le pratiche finanziarie dell'arcivescovo tedesco Alberto legate alle indulgenze. Questo contesto contribuì a aumentare l'indignazione e a rendere le tesi di Lutero estremamente influenti. 3.La “libertà del cristiano” Di fronte alle prime reazioni agitate contro le tesi di Lutero, provenienti soprattutto da frati domenicani tedeschi e italiani, il dibattito si spostò rapidamente dai temi delle indulgenze ai poteri del papato. Questo spinse Lutero a negare non solo la superiorità del papa sui concili, ma anche l'infallibilità stessa dei concili. Secondo lui, nessuna autorità ecclesiastica aveva il potere intrinseco di imporre una dottrina; solo argomentazioni ben fondate basate sulla lettura delle Scritture potevano convincerlo a ritrattare le sue tesi. A Roma, iniziò un processo contro Lutero che durò quasi tre anni. Dopo che la convocazione di Lutero a Roma non ebbe risultati, la Santa Sede acconsentì a cercare una soluzione in Germania. Tuttavia, non offrì a Lutero l'opportunità di un dibattito teologico, ma solo modalità di ritrattazione non umilianti. Lutero rifiutò di ritrattare le sue convinzioni su grazia, fede e indulgenze, sostenendo che esse non minavano le strutture esistenti della Chiesa.La situazione cambiò con l'ascesa al trono imperiale di Carlo d'Asburgo nel 1519. Anche se il papa non aveva sostenuto la sua elezione, il giovane imperatore era deciso ad agire contro Lutero. Roma, sentendosi più sicura, emise una bolla, giugno 1520, condannando molte delle proposizioni tratte dagli scritti di Lutero e minacciandolo di scomunica se non avesse ritrattato. In risposta, sei roghi furono accesi in diverse città tedesche e nei domini asburgici dei Paesi Bassi, bruciando i libri di Lutero. Lutero reagì gettando alle fiamme la bolla papale che aveva ricevuto a Wittenberg in ottobre. Di fronte alla minaccia di condanna da parte di Roma, Lutero radicalizzò le sue posizioni. In una serie di trattatelli, attaccò con fervore la Chiesa tradizionale e propose una nuova dottrina e una nuova religiosità, presentate come l'originario cristianesimo dimenticato. Lutero proclamava la "libertà del cristiano", emancipando le coscienze dall'autorità clericale e dalla mediazione dell'istituzione ecclesiastica nel rapporto con il sacro e nell'accesso alla grazia divina. Poneva al centro dell'esperienza cristiana la Bibbia, tradotta in tedesco, affermando che essa costituiva l'unica autorità legittima nella Chiesa. Ai fedeli veniva proposta la lettura diretta dei testi biblici senza l'intermediazione ecclesiastica.Lutero sottolineava l'annuncio della giustificazione dell'uomo per sola fede nella parola di Dio, fondando così la libertà spirituale dell'individuo e rendendo più personale il rapporto tra il fedele e la divinità. Questa dottrina non eliminava l'importanza delle opere buone, poiché queste erano considerate il frutto spontaneo della fede, atti di gratitudine liberamente generati da un cuore già consolato. Lutero rivoluzionò la concezione della Chiesa, superando la distinzione tra clero e laici. Sosteneva che tutti i fedeli, grazie al battesimo, partecipassero al sacerdozio universale dei credenti. Sebbene la vera Chiesa, composta dai credenti, fosse invisibile agli uomini, c'era bisogno di una Chiesa visibile per diffondere la Parola di Dio e amministrare i sacramenti. Lutero ridusse i sacramenti ai due menzionati nei Vangeli: battesimo ed eucaristia, sminuendo il ruolo dei tradizionali sette sacramenti.Lutero credeva nell'imminenza della fine del mondo e identificava il papato come l'Anticristo, rendendo un'autoriforma della Chiesa di Roma impossibile. In attesa della fine dei tempi, sosteneva che i miglioramenti nelle istituzioni della vita cristiana potessero essere promossi dai laici, in particolare dai principi tedeschi. Il suo concetto di Chiesa sottolineava un clero "desacralizzato", privato dei privilegi ecclesiastici, mentre la spiritualità individuale e la lettura diretta delle Scritture assumevano un ruolo centrale. Nell'autunno del 1520, alcuni principi tedeschi opposero resistenza all'idea di punire Lutero come eretico senza un processo pubblico. Riuscirono a far convocare Lutero alla Dieta di Worms, nonostante l'opposizione del papa. Senza chiarimenti sul tipo di esame che avrebbe affrontato, Lutero partì convinto di seguire la volontà di Dio e fu accolto con favore lungo il cammino. Il 18 aprile 1521, di fronte all'imperatore e alla Dieta, Lutero rifiutò di rinnegare i suoi insegnamenti, affermando il primato della sua coscienza, vincolata alla Parola di Dio.Carlo V rispettò il salvacondotto ma ottenne il bando di Lutero dall'Impero, vietando riparo, condannando i suoi seguaci e la distruzione dei suoi libri. 4.Una nuova Chiesa:la Riforma protestante Dopo la Dieta di Worms, Lutero fu protetto da Federico e si rifugiò in un castello nella foresta. Durante questo periodo, le sue idee iniziarono a diffondersi: i preti si sposavano, i frati abbandonavano i conventi, le messe erano celebrate in tedesco, il calice dell'eucarestia veniva dato a tutti i fedeli. Le immagini sacre furono rimosse e apparvero leader carismatici che rivendicavano l'illuminazione diretta dello Spirito Santo attraverso profezie e visioni. Di fronte a questi cambiamenti, Lutero tornò a Wittenberg nel marzo del 1522 e sostenne molte di queste riforme. Nel periodo tra il 1522 e il 1526, la Germania fu scossa da rivolte che cercarono di attuare il messaggio liberatorio di Lutero.Inizialmente, i cavalieri cercarono di riconquistare il loro status sociale attaccando monasteri e principati ecclesiastici in nome del Vangelo. Tuttavia, i principi territoriali li sconfissero nel 1523. Poco dopo, i contadini si ribellarono contro lo sfruttamento signorile, basando le loro rivendicazioni non solo su questioni tradizionali, ma anche su motivazioni religiose, citando il Vangelo per difendere l'interesse comune contro i privilegi dei pochi. Questo conflitto si radicalizzò, portando a scioperi, assalti alle proprietà ecclesiastiche e laiche, e persino a organizzazioni militari. La vittoria di Carlo V a Pavia nel 1525 permise ai principi tedeschi di reprimere brutalmente l'insurrezione contadina, mettendo fine alle rivendicazioni delle campagne e consolidando il potere dei signori, delle città e degli Stati. Nel periodo tra il 1522 e il 1526, la Germania fu scossa da rivolte che cercarono di attuare il messaggio liberatorio di Lutero. Inizialmente, i cavalieri cercarono di riconquistare il loro status sociale attaccando monasteri e principati ecclesiastici in nome del Vangelo. Tuttavia, i principi territoriali li sconfissero nel 1523. Poco dopo, i contadini si ribellarono contro lo sfruttamento signorile, basando le loro rivendicazioni non solo su questioni tradizionali, ma anche su motivazioni religiose, citando il Vangelo per difendere l'interesse comune contro i privilegi dei pochi. Questo conflitto si radicalizzò, portando a scioperi, assalti alle proprietà ecclesiastiche e laiche, e persino a organizzazioni militari. La vittoria di Carlo V a Pavia permise ai principi tedeschi di reprimere l'insurrezione contadina, mettendo fine alle rivendicazioni delle campagne e consolidando il potere dei signori, delle città e degli Stati. Lutero condannò energicamente l'ondata di rivolte contadine che seguì le sue idee riformate, addirittura invitando a sterminarli. Il suo principale bersaglio fu Thomas Müntzer, un predicatore radicale che propugnava la violenza contro gli oppressori per instaurare un regno di "santi". Nonostante Müntzer non avesse un ruolo guida significativo nella rivolta contadina, Lutero lo considerava un pericoloso ribaltamento della libertà del cristiano, rappresentando un tentativo demoniaco di trasformare il mondo in un regno divino prima del Giudizio universale. Müntzer fu poi decapitato dopo la sconfitta dei contadini. 5 Dopo le rivolte contadine, Lutero perse l'aura di eroe delle aspirazioni di liberazione spirituale e materiale. Per costruire una nuova Chiesa, dovette fare compromessi con i principi territoriali e le città imperiali che aderivano alla riforma. Abbandonando la Chiesa "papista", i poteri politici potevano appropriarsi dei beni ecclesiastici e consolidare la propria autonomia dagli Asburgo. Lutero riconobbe agli Stati tedeschi che lo sostenevano il controllo sulle loro organizzazioni ecclesiastiche, inclusa la nomina e retribuzione dei parroci. La Chiesa luterana si stava formando in molte parti dell'Impero dove il bando contro Lutero era ignorato. Nel 1526, con Carlo V sotto pressione per altre questioni, ogni Stato tedesco ottenne un margine di scelta sulla situazione religiosa interna. Tuttavia, dopo una fase di concessioni, la Dieta di Spira del 1529 proibì la diffusione ulteriore della riforma luterana. Gli Stati che l'avevano adottata potevano mantenerla, ma solo fino a un futuro concilio che avrebbe risolto gli abusi disciplinari della vecchia Chiesa, garantendo nel frattempo piena libertà religiosa ai seguaci di entrambe le fedi. Di fronte a queste decisioni, alcuni principi tedeschi firmarono una protesta, dando origine ai protestanti, un movimento religioso che si trasformò in un significativo fronte politico nell’Impero. Carlo V tentò di raggiungere un compromesso teologico con i protestanti alla Dieta di Augusta nel 1530, chiedendo loro di esporre chiaramente i loro convincimenti. Lutero era assente, quindi il documento fu elaborato da Filippo Melantone, un suo amico. Il testo di Melantone non cedeva nella dottrina, ma cercava di smussare la contrapposizione polemica e lasciava intravedere la possibilità di un riavvicinamento a Roma. Tuttavia, le differenze di fondo riemersero, vanificando gli sforzi di conciliazione. L'imperatore perse la pazienza e chiuse la Dieta, imponendo alla minoranza di ripristinare la vecchia Chiesa entro sei mesi, minacciando una soluzione militare. La Confessione di Augusta, il documento scritto da Melantone nel 1530, fu adottata dagli Stati luterani come base per la loro nuova organizzazione ecclesiastica. Questo segnò l'inizio di un'epoca in cui i cristiani furono costretti a scegliere tra diversi elenchi di verità religiose. Coloro che non si adeguavano o sceglievano una confessione diversa da quella del loro principe, con l'obbligo per i sudditi di seguirlo, rischiavano persecuzione e esilio dalla propria terra. 5.Zwingli e la Riforma militante Huldrych Zwingli (1481-1531), un parroco di cultura umanistica attivo a Zurigo, fu un protagonista della Riforma nella Svizzera. Predicava il Vangelo in forma integrale, senza limitarsi ai brani liturgici e senza interpretazioni esterne alle Scritture. Zwingli sfidò i precetti contrari alla libertà del cristiano e giustificò pratiche come il consumo di carne durante la Quaresima. Spinse le autorità cittadine a decidere tra lui e i suoi oppositori attraverso dibattiti pubblici, dando così alla città indipendenza da qualsiasi potere religioso esterno. Vinse le dispute e ottenne l'abolizione del monachesimo, del celibato dei preti, dei divieti quaresimali, delle immagini religiose e delle feste patronali. La sua visione del culto era molto semplificata e concentrata sulla predicazione, senza elementi materiali che potessero compiacere i sensi, simile al pensiero di Carlostadio più che a quello di Lutero. Zwingli interpretava i sacramenti come simboli per rinsaldare la comunità cristiana nel ricordo del sacrificio di Cristo (nell'eucarestia) e nell'accoglienza di nuovi membri (nel battesimo, che paragonava alla circoncisione ebraica). Nel rifiuto degli aspetti "superstiziosi" della religione tradizionale, Zwingli aveva una prospettiva umanistica, ma questo atteggiamento non era condiviso da Erasmo. La divergenza più significativa tra Zwingli e Lutero riguardava l'eucaristia. Mentre nella Chiesa medievale si credeva che durante la messa il pane e il vino si trasformassero fisicamente nel corpo e nel sangue di Cristo, Lutero credeva che Cristo fosse fisicamente presente nell'eucaristia senza una trasformazione completa delle sostanze. Per Zwingli, invece, interpretare le parole di Gesù come "Questo rappresenta il mio corpo" era più corretto e respingeva l'idea di una presenza fisica di Cristo nel pane e nel vino. Questa differenza teologica creò una profonda divisione tra le concezioni di Zurigo e Wittenberg. Zwingli vedeva gli svizzeri come eccessivamente orientati verso lo "spirituale", mentre Lutero li accusava di un'ossessione per la purificazione. Nel 1529, il principe Filippo d'Assia cercò di mediare tra Lutero e Zwingli, ma il disaccordo sull'eucaristia impedì un'intesa tra i teologi e compromise l'alleanza politica tra protestanti tedeschi e svizzeri. Alla Dieta di Augusta del 1530, le città imperiali del sud, in contatto con Zurigo, non adottarono la confessione di Melantone e presentarono una diversa. Questo dissenso indebolì ulteriormente l'unità tra i protestanti. A differenza di Lutero, Zwingli era più propenso a utilizzare la forza per proteggere e diffondere la Riforma, come nel caso della guerra contro i cantoni svizzeri fedeli a Roma nel 1531. Zwingli combatté personalmente ma fu ucciso. Nonostante la sconfitta di Zurigo, il protestantesimo in Svizzera non fu cancellato, ma la guerra sancì l'esistenza di cantoni protestanti e di cantoni fedeli a Roma. 6.La Chiesa incontaminata:gli anabattisti Lutero e Zwingli concordavano sul fatto che la vera comunità cristiana, composta dai fedeli toccati dalla grazia, fosse invisibile all'uomo e limitata in numero. La Chiesa visibile, anche quando riformata, doveva invece agire su tutta la società umana, composta sia da individui salvati che da individui peccatori. Entrambi rispettavano il potere politico e consideravano lo Stato come un'autorità necessaria per mantenere l'ordine e impedire il caos nella società. Lo Stato che adottava la Chiesa protestante aveva il compito di controllare l'organizzazione ecclesiastica per preservare l'ordine sociale, come a Wittenberg, o per combattere l'idolatria, come a Zurigo.Nella rivolta contadina del 1524-1525, Müntzer propose un'idea diversa: abbattere tutti i poteri terreni per creare il regno di Dio sulla Terra, una Chiesa di santi senza l'intervento dello Stato. Questa proposta ebbe esito negativo e Müntzer fu giustiziato. Durante la Riforma, emerse un movimento religioso che rifiutava lo Stato, separandosi da esso senza violenza. Questi gruppi, chiamati anabattisti, rifiutavano giuramenti di fedeltà, difesa armata e tribunali statali. Consideravano il battesimo dei bambini privo di senso e praticavano il "ribattesimo" degli adulti come segno di fede. Questi anabattisti, nati tra Svizzera e Germania meridionale, furono perseguitati, alcuni annegati nel lago di Zurigo nel 1525. Durante la Riforma, gli anabattisti respinsero il battesimo infantile e praticarono il "ribattesimo" degli adulti. Questa pratica portò alla loro persecuzione e condanna a morte da parte dei poteri protestanti e cattolici, come stabilito dalla Dieta di Spira. Gli anabattisti si diffusero dalla Svizzera alla Germania e all'Olanda, rifugiandosi anche in Moravia, dove fondarono comunità agricole basate sulla condivisione dei beni e la ricerca della perfezione cristiana. Questi anabattisti non avevano convinzioni teologiche uniformi: alcuni di loro mettevano in discussione dogmi cristiani tradizionali come la natura divina e umana di Cristo e la Trinità, considerati sospetti poiché legati alla contaminazione della Chiesa con il potere politico dell'Impero romano. Questa diversità di convinzioni teologiche distingué l'anabattismo dalle altre correnti della Riforma, che invece tendevano a definire ufficialmente e con precisione i dettagli della propria fede. 6
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