Le maestà di Simone Martini e Duccio di Buoninsegna, Appunti di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

Scarica Le maestà di Simone Martini e Duccio di Buoninsegna e più Appunti in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! Lezione 20 Le maestà di Simone Martini e Duccio di Buonins egna. Simone Martini a Napoli. Maestà di Duccio di Buoninsegna Maestà di Simone Martini Con Simone Martini vengono abbandonate le volumetrie di Giotto, sostitute dagli effetti speciali della linea di contorno. Egli infatti privilegia la linea rispetto allo spazio, come si può denotare dalla Maestà del Palazzo Pubblico di Siena, un affresco del pittore senese che si colloca nel 1315. Quattro anni prima, nel 1311, Duccio di Buoninsegna dipinge la sua Maestà di Siena. Vasari afferma che a questa maestà il popolo senese dedicò una settimana di festeggiamenti. Questa attualmente si trova nella pinacoteca di Siena perché è una bellissima opera, però quando nel '15 Simone Martini dipinse la sua maestà, questa apparve vecchia. Quella di Duccio ha al centro la madonna in trono marmoreo col bambino e i personaggi (angeli e santi) che sono posti sullo sfondo su tre piani paralleli. In quella di Martini, il pittore rivoluziona la pittura, mettendo la vergine su di un piedistallo e il trono non è marmoreo ma sembra un gioiello in oro con diamanti blu di lapislazzuli; inoltre qui i personaggi sono posti in cerchi concentrici, come se abbracciassero la madonna e il bambino. In quella di Duccio abbiamo un fondo oro perché ha realizzato una tavola, in cui è possibile creare questo sfondo con la lamina d'oro. Il fondo di quella di Simone è blu oltremare e ciò crea un effetto: l'apparizione, perché chi ammira l'opera assiste ad un'apparizione, le figure sono chiare ma il fondo è scuro. I dettagli sono color oro ed essendo questo un affresco, quindi non potendo usare il foglio oro, Simone utilizza inserti in oro vero, argento vero, ferro vero; ciò perché voleva dare l'idea di una corte celeste apparsa sulla terra. Sopra c'è un dettaglio: un baldacchino rosso, utilizzato all'epoca per riparare la nobiltà dalle intemperie e dal sole. Questo perché? Perché Simone Martini, già agli inizi del '300 vuole rappresentare non la veritas ma la pulchritudo (bellezza), infatti la vergine è di bellissimo aspetto.